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Il maestro ignorante
"Tutte le intelligenze sono uguali"""", dichiara nel XIX secolo Joseph Jacotot, rivoluzionario francese esule in Belgio. Riprendendo questo principio Jacques Rancière delinea in questo libro la possibilità dell'esistenza dì una politica di emancipazione sottratta alla sfera dello Stato. Il volume è un'avventura intellettuale che si interroga sull'importanza della mente e dell'intelligenza individuale nella politica." -
Ritornelli
In questo libro Félix Guattari, tra i più conosciuti filosofi francesi, si occupa del problema del senso, li testo è un fondamentale contributo alla filosofia contemporanea, nello stile originale e irriverente che contraddistingue Guattari. -
L' alfabeto scende dalle stelle. Sull'origine della scrittura
L'alfabeto è disegnato, nel cielo notturno, con i tratti delle costellazioni boreali. La prima metà dell'alfabeto greco (da A ad Y) ricalca le costellazioni zodiacali, marcando una stazione lunare per ogni segno. La seconda metà (da a ) ricopia intere costellazioni ordinate sulla Via Lattea. Il cerchio zodiacale allinea animali (da Toro ad Ariete), l'arco galattico eroi, volatili e il cane infernale (da Orione, al Cigno, al Cane maggiore). Il riferimento astrale fissa l'ordine e la perennità dell'alfabeto, che fu prima un calendario e solo più tardi un glossario, le cui iniziali (acronimi) offrirono voce all'alfabeto. Le lettere ripetono i suoni della Creazione: ""Li condusse all'uomo (gli animali) per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamati gli esseri viventi, quello doveva essere il loro nome."""""" -
L' agonia del potere
Nel novembre del 2005 Jean Baudrillard è a Madrid per ritirare la Medaglia d'Oro conferitagli dal prestigioso Círculo de Bellas Artes. Per l'occasione, che giunge pochi mesi prima della sua morte, tiene due conferenze. Qui, con il suo proverbiale incedere aforistico, il più sfuggente intellettuale contemporaneo torna sui temi cari alla sua riflessione recente: l'egemonia, l'immagine, la fine della distanza, la sparizione. Un pensiero estremo che inchioda l'Occidente all'inevitabile inveramento del proprio Nulla. -
L' infante demiurgo. Manifesto estetico dell'arteficiale biologico
"L'Infante demiurgo"""" raccoglie quattro immaginarie conferenze dell'eccellentissimo cardinal Cesare Monatti sul tema """"Il destino biodemiurgico dell'uomo e i suoi miracolosi effetti"""", tenutesi al giardino aereo di Elpheia nell'estate del 2098. Questa cornice futuristica che ci riporta in un mondo dominato da un'organizzazione religiosa con immensi poteri tecnologici, la Nuova Chiesa Universale, si costruisce con verosimiglianza filologica attorno a una rigorosa ricerca scientifica a carattere sia storico sia filosofico. Il tema trattato è appunto la biodemiurgia, cioè la capacità dell'uomo di modificare non solo il mondo inorganico, ma anche quello vivente, fino a creare nuove forme di vita. Su questa possibilità della specie umana, e sulla sua legittimità sia filosofica sia teologica, vertono le quattro impossibili conferenze, che traggono importanti spunti da antiche concezioni magico-filosofiche rinascimentali e postrinascimentali e dalla Càbala. Ne viene così fuori l'immagine di una nuova umanità in grado di superare i propri limiti biologici e di rendersi artefice del suo percorso evolutivo, come quello dell'intero pianeta." -
Biopolitiche del lavoro
Sfruttando le risorse offerte dalla nozione foucaultiana di biopolitica, questo volume collettivo cerca di analizzare le trasformazioni occorse negli ultimi anni nel mondo del lavoro. La nuova configurazione dell'azienda flessibile, i fenomeni di precarizzazione, le tecniche aziendali di motivazione e di controllo dei dipendenti, le mutazioni del lessico organizzativo, tendenti a trasformare l'azienda in una ""forma di vita"""" che è in grado di prendersi cura di ogni aspetto della vita dei dipendenti: questi i principali temi trattati nel volume. La sfida teorica che gli autori presenti nel volume cercano di raccogliere consiste dunque nel cercare di rispondere alla domanda seguente: quali forme può assumere il confronto politico oggi, in un momento in cui la sfera economica tende a imporsi quale unico orizzonte di senso, capace di inglobare in sé ogni possibile discorso alternativo sulla gestione della vita collettiva?"" -
Ricordarsi è creare. L'essenza estetica nella recherche di Marcel Proust
Eppure da qualcosa è attirato, da qualcosa è chiamato all'azione questo Je il cui lavorìo di ragno si rivela come il rovescio del tessere di Penelope. Egli non sembra vedere gli uomini perché non crede più agli individui. Vede solo ciò che risuona fra due manifestazioni d'una medesima persona, di due persone diverse, di due frasi musicali. Non vede le cose perché coglie ciò che fra esse echeggia, ciò che le eccede senza esservi contenuto. Egli non sembra attirato che dalle essenze. Ed è appunto con esse che questo libro si vuol misurare. Per mostrare come, sviluppandone filosoficamente la caratterizzazione proustiana, la tradizionale nozione di ""essenza"""" stabile perché collocata al di là del sensibile si frantumi, lasciando emergere il pensiero di un'essenza estetica che insiste alla superficie delle cose e delle parole."" -
Per Marx
Questo volume, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1965, presentò, all'indomani del XX congresso del PCUS che aveva denunciato i crimini di Stalin, e alla vigilia di una rinnovata contestazione del capitalismo, una nuova lettura di Marx. Una lettura sistematica e rigorosa, condotta sull'intera opera di Marx e sulle sue fonti. Una lettura critica, capace di ricostruire il percorso teorico che conduce alla problematica specifica e originale dell'autore. -
Il mistico connubio
"Il mistico connubio"""" è un'opera di origini misteriose: secondo una tradizione liberomuratoria, sarebbe apparso durante la Cena del Giovedì Santo dei Rosa Croce di Padova. Il testo sembra celebrare in versi la costruzione della Grande Opera. Sull'Anonimo toscano, autore di questo volumetto, non vi sono notizie certe: alcuni critici ipotizzano trattarsi di un poeta e letterato del XIII-XIV Secolo, legato al Templarismo." -
Le avventure della dialettica
"Le avventure della dialettica"""" è stato definito il """"libro maledetto"""" di Merleau-Ponty. Nulla di strano: si sa che chi precorre i tempi deve attenderne l'arrivo in condizioni scomode, come si sa che i libri maledetti sono spesso precursori. È senz'altro il caso di questo, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1955, i cui approdi - dichiarando finita la credibilità dell'ideologia comunista senza dover neppure attendere, diciotto mesi dopo, la rivolta d'Ungheria e la sua sanguinosa repressione da parte sovietica anticipavano di trentaquattro anni la caduta del muro di Berlino. Ma attenzione: """"Le avventure della dialettica"""" non si limita a precorrere ciò. Più ancora, esso cerca d'impostare i problemi che si sarebbero aperti proprio con la caduta del muro di Berlino, ovvero quei problemi che la fine della credibilità dell'ideologia comunista non cessa di porre a chi, in tale fine, non si convince a leggere la confessione storica dell'insuperabile bontà del sistema capitalistico. Con l'indroduzione di Mauro Carbone." -
I protocolli dei savi di Sion. La leggenda del complotto ebraico
Le teorie della cospirazione sembrano oggi fornire la chiave per spiegare tutti i mali del mondo: una presunta controverità che sveli le supposte imposture del potere. Così il presidente Bush, la Cia o gli ebrei sarebbero implicati nel crollo delle torri gemelle, nessun aereo avrebbe colpito il Pentagono e anche i filmati dello sbarco sulla Luna non sarebbero altro che un'impostura. Dove vige il principio paranoide del sospetto, sembra non essere richiesta alcuna prova. I Protocolli dei savi di Sion, uno dei più famosi falsi della storia, sono diventati l'archetipo del mito del complotto ebraico. Nel Novecento, sono serviti a giustificare i pogrom antiebraici nell'Impero russo, a spiegare secondo un'ottica cospirativa l'avvento del comunismo e il crollo degli Imperi centrali nella Prima guerra mondiale e, come lettura obbligatoria nelle scuole naziste, a legittimare il genocidio. Nel mondo musulmano hanno fornito il canovaccio per fiction televisive e vengono tuttora considerati una prova del ""complotto sionista""""."" -
Esistenza e identità
Temi di logica filosofica Cosa tentiamo di dire quando asseriamo che qualcosa esiste, o che certe cose sono la stessa cosa? L'esistenza è una proprietà, una caratteristica degli oggetti? L'identità è una relazione? È possibile chiarire in modo rigoroso, o addirittura definire, espressioni come ""esistere"""" e """"essere lo stesso""""? Stranamente, questioni come queste sono spesso uscite dalle aule di metafisica e hanno interrogato modelli consolidati del linguaggio e della comunicazione umana, con risultati talvolta sorprendenti."" -
Etica della scrittura
"Quali conoscenze derivano dal fatto che la filosofia è una pratica di parole che però si tramanda principalmente grazie alla scrittura? È lecito leggere in ciò la radice della """"alienazione della filosofia"""", cioè la perdita della sua """"intenzionalità"""" originaria come conseguenza che inerisce al fatto stesso della scrittura?"""". Questo saggio di Sini si articola in una prima parte intitolata """"Logica e scrittura"""": il contenuto della forma, e in una seconda, """"La tradizione del pensiero"""", nelle quali viene discusso il problema filosofico della tradizione scritta." -
Logica formale e logica trascendentale
Pubblicato per la prima volta nel 1929, Logica formale e trascendentale deve essere considerato come uno dei testi fondamentali di Husserl. In esso la fondazione della logica si presenta anche come analisi della formazione storica della disciplina: da questo punto di vista la sua genesi deve essere riattivata e ricostituita. A questo compito si unisce quello dell'unificazione delle scienze a partire dalle loro «radici». Ma la logica formale non è sufficiente perché «non è in grado di soddisfare all'idea di un'autentica dottrina della scienza e quindi di assurgere a norma di tutte le scienze», e ciò perché «alle sue generalità formali manca una critica intenzionale, che prescriva il senso e i limiti di un suo uso fruttuoso». Alla logica formale deve dunque seguire la logica trascendentale e cioè lo studio del suo aspetto soggettivo, connesso alla critica dello psicologismo. L'opera di Husserl insiste su una fondazione della logica che non sia né formale né psicologica, ma trascendentale: tale fondazione non psicologica e non formale deve essere però rigorosa; il rigore che Husserl cerca esige un nuovo metodo, quello fenomenologico. -
I dialoghi del mercoledì
"I Dialoghi del mercoledì"""" nascono all'interno del Corso di Studi in Architettura nell'ottobre del 2006. Essi sono una pausa nell'attività dei corsi, che permette ai docenti di dibattere sui temi che coinvolgono più discipline, ed ai discenti di costruirsi un'immagine più organica della loro formazione culturale. All'inizio di ogni anno accademico la scuola di architettura esordisce con un dialogo dal titolo """"Praeludium"""", dialogo che abbraccia l'intero arco degli studi, il quale si configura come una vera e propria introduzione all'arte di costruire per principianti ed iniziati. Ai Dialoghi partecipano relatori di discipline diverse che sono chiamati a confrontarsi su un tema di particolare rilievo rispetto ai confini raggiunti dalla ricerca, o agli estremi toccati dalle prassi delle professioni che fanno capo all'architettura. Per questo motivo ai Dialoghi del mercoledì sono invitati docenti delle facoltà italiane e straniere, ed almeno un operatore esterno che con la sua professione agisce sulla trasformazione della città e del suo territorio. La forma del dialogo è la più pertinente a coinvolgere i discenti nei temi che riguardano il loro futuro di architetti e di critici del reale. Se l'insegnamento separa chi sa da chi non sa, chi insegna da chi impara, chi indica valori da chi vi si orienta, il dialogo invece ricongiunge discenti e docenti sui fini comuni che l'istituzione si è data, disvelando i territori ancora non consolidati del sapere." -
Quinto: uccidi il padre e la madre
Ironico e sconvolgente, sovversivo e provocatorio, questo testo di commiato del guru della controcultura americana, in procinto di trasformarsi in Yuppy, giocatore di Borsa e protagonista della nuova stagione economica di Wall Street, è uno degli esiti possibili, ma non scontati, della contestazione radicale degli anni sessanta. Finito il movimento, archiviata la stagione del libero amore e della sovversione, l'autore, superati i trent'anni, doveva confrontarsi ironicamente e dolorosamente con le contraddizioni dell'età adulta. Senza per questo lasciare le armi della critica, questa volta rivolte contro il proprio ego. Introduzione di Toni Negri. -
Per una critica dell'economia politica del segno
Per una critica dell'economia politica del segno è uno dei lavori più significativi di Jean Baudrillard, nonché un capolavoro del pensiero radicale degli anni Settanta. Un libro del 1972, ma sotto l'influsso del maggio Sessantotto, cui l'autore partecipò attivamente e che segnò la sua riflessione negli anni seguenti. Baudrillard prende le mosse da una lettura ""eretica"""" del Capitale e di altri testi marxiani. Il suo è un tentativo di coglierne il portato più innovativo, mostrandone al contempo i limiti nell'interpretazione dello stadio più avanzato della società capitalistica. Già Marx sottolineava l'avvenuta sussunzione del valore d'uso delle merci, nell'economia mercantile, da parte del valore di scambio. Oltrepassando lo stesso marxismo, Baudrillard postula la preminenza di una economia del desiderio. La produzione, nella sua ottica, non è basata su una supposta utilità naturale degli oggetti, né il valore delle merci può esser determinato dal lavoro umano. Piuttosto, Baudrillard si richiama al sistema di scambio delle società primitive, basato sul potlàch, l'economia del dono. Il segreto dell'economia, il suo non detto, non andrebbe cercato nella produzione, ma nella dépense, nella distruzione e dispersione a titolo gratuito di beni, legato a guerre, feste e orge."" -
Non ho avuto il tempo di finire. Poesie sopravvissute alla Shoah. Testo tedesco a fronte
Cinquantasette poesie sono il lascito della poetessa Selma Meerbaum-Eisinger, una lontana cugina di Paul Celan. Poesie che parlano della sua voglia di vivere e della paura di morire. Con passo accelerato la giovane Selma attraversa le varie tappe della vita umana per testimoniare non solo la sua esistenza individuale, ma quella di un mondo scomparso: la Bucovina, quella zona agli estremi confini dell'ex- impero asburgico, luogo di nascita di un impressionante numero di autori e poeti di lingua tedesca. Sopravvissute alla guerra e giunte, prima in Israele, poi in Germania, le poesie di Selma Meerbaum-Eisinger nel mondo di lingua tedesca sono considerate una importante testimonianza della fertile convivenza di due culture, l'ebraica e la tedesca. Tradotte nelle maggiori lingue del mondo, ora appaiono per la prima volta in traduzione italiana. -
Il fuoco che non brucia. Studi sull'alchimia
"Per poco che se ne approcci la storia più recente, complessa e proteiforme, l'alchimia ci si para innanzi come un fiume carsico, una corrente sotterranea cui uomini e donne di tempi e culture diverse, in diverse declinazioni e caratteri, sembrano aver attinto e attingere tuttora. Arti figurative e plastiche, letteratura colta e popolare, così come le più recenti arti minori, denunciano sempre più di frequente il segno inoccultabile di una persistente influenza ermetica. Mircea Eliade ricordava come il sogno alchemico e prometeico della trasformazione del reale fosse, in qualche modo, il segno fondamentale della civiltà della tecnica in cui siamo immersi. Forse è la coscienza di ciò che rende ineludibile il discorso ermetico per chiunque oggi sia alla ricerca di un senso ulteriore a quello della degenerazione post-illuminista denunciata dalla scuola di Francoforte. O forse è solo la tenace memoria di una radice insopprimibile, una persistente reminiscenza di un diverso piano del rapporto tra uomo e cosmo, ormai nascosta in plaghe dell'essere troppo profonde ed eteree per poter essere luminosa, chiara e definita. Abbiamo riunito autorevoli studiosi di varia formazione e provenienza con alcuni discepoli contemporanei dell'Arte regale per creare un luogo di confronto collettivo e di libero approfondimento sui paesaggi inaspettati e sulle luminose prospettive ancora nascoste del bellissimo e in gran parte inesplorato Giardino di Hermes.""""" -
Teoria della forma e della figurazione. Vol. 1: Il pensiero immaginale.
Gli scritti teorici di Paul Klee raccolti nel primo volume della Teoria della forma e della figurazione rispettando il piano tracciato dall'artista, rappresentano per il lettore contemporaneo un imprescindibile punto d'accesso al laboratorio creativo del grande pittore. Intuizione poetica ed esperienza didattica si fecondano qui vicendevolmente: la prima parte del volume comprende infatti undici brevi saggi - tra cui la famosa Confessione creatrice - in cui Klee delinea i motivi essenziali delle sue ricerche teoriche; nella seconda, che riproduce un corso di lezioni tenute tra il 1921 e il 1922 al Bauhaus di Weimar, la riflessione dell'artista si concentra invece sul problema della genesi della forma e delle sue potenziali metamorfosi nelle arti figurative. Si tratta quindi di un testo davvero fondamentale, passaggio obbligato per chiunque intenda penetrare a fondo le complesse trasformazioni che inaugurano l'arte del Novecento. Una vera pietra miliare il cui ruolo è forse paragonabile a quello giocato dalla teoria della pittura di Leonardo per l'arte del Rinascimento.