Sfoglia il Catalogo ibs017
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2221-2240 di 10000 Articoli:
-
Nicolas. Un bambino luminoso
Abituati come siamo a cercare il senso di ogni cosa, quale significato possiamo trovare nella vita di un bambino ammalato di SMA vissuto appena cinque anni e mezzo? Nicolas, il piccolo protagonista del racconto, accenna a una risposta. «Di fronte alla mia ferita, di fronte alla mia fragilità le persone possono avere due atteggiamenti diversi: girarsi dall'altra parte e scappare, magari con un sorriso intriso di tristezza e paura, oppure avvicinarsi fino a entrare in me, nella mia ferita, lasciarsi abbracciare e coccolare dalla mia fragilità che, in fondo, è una delle poche cose che posso donare. Questo è straordinario perché io con la mia fragilità posso aiutare gli altri a crescere: posso aiutarli a trovare sé stessi. Chi sta con me deve togliersi la maschera: se entra nella mia ferita, anche lui come me diventa ""ferita"""", diventa """"fragilità""""! E presto scoprirà quanto ciò sia vero e importante e quanto invece il mondo che corre là fuori, sia spesso apparente e illusorio». Un racconto che non parla della morte! Una storia vera che celebra la vita. Una testimonianza che rivela al lettore un segreto: un modo per essere un altro piccolo Nicolas, un altro bambino luminoso."" -
Reborn. Ediz. italiana
Prisca non si vuole rassegnare all'idea di non avere figli, ma il tempo è quasi scaduto e lei non ha un uomo accanto. Un paio di possibili scenari le si spalancano davanti, ma il primo preso in considerazione - la fecondazione assistita all'estero - sembra allontanarsi come un impalpabile miraggio. Tanto più che, distratta da uno step intermedio in Emilia Romagna, allunga ulteriormente i tempi e deve necessariamente rivedere i suoi obiettivi. Prisca desidera Tancredi. E lo avrà, in un modo o nell'altro. -
Nicolas. Un bambino luminoso
Abituati come siamo a cercare il senso di ogni cosa, quale significato possiamo trovare nella vita di un bambino ammalato di SMA vissuto appena cinque anni e mezzo? Nicolas, il piccolo protagonista del racconto, accenna a una risposta. «Di fronte alla mia ferita, di fronte alla mia fragilità le persone possono avere due atteggiamenti diversi: girarsi dall'altra parte e scappare, magari con un sorriso intriso di tristezza e paura, oppure avvicinarsi fino a entrare in me, nella mia ferita, lasciarsi abbracciare e coccolare dalla mia fragilità che, in fondo, è una delle poche cose che posso donare. Questo è straordinario perché io con la mia fragilità posso aiutare gli altri a crescere: posso aiutarli a trovare sé stessi. Chi sta con me deve togliersi la maschera: se entra nella mia ferita, anche lui come me diventa ""ferita"""", diventa """"fragilità""""! E presto scoprirà quanto ciò sia vero e importante e quanto invece il mondo che corre là fuori, sia spesso apparente e illusorio». Un racconto che non parla della morte! Una storia vera che celebra la vita. Una testimonianza che rivela al lettore un segreto: un modo per essere un altro piccolo Nicolas, un altro bambino luminoso."" -
Il malo giorno
Attorno al tavolaccio al centro del cortile delle grande casa, dove i pasti e i festeggiamenti scandiscono il passare degli anni lungo sei generazioni, tutti i convitati fanno i conti con Il malo giorno che ha segnato, per ognuno, il destino. Solo Andrea sembra immune alle spire del proprio malo giorno e a differenza dei suoi familiari, continuando a sfuggirlo, il giorno fatale, ciclicamente gli si ripropone. -
Cronache del disamore
Amore e disamore. Che cosa sarà mai il disamore, se non uno sguardo poetico sull'amore e sul senso stesso del vivere quotidiano? -
Donna Minerva
Diciotto racconti giocati tra autobiografia, trasfigurazione surreale, fantascienza, per esplorare i rapporti sfaccettati e complessi tra uomo e donna, il transito difficile e sofferto dell'adolescenza. L'archetipo della sapienza (Minerva) esprime l'intuizione dell'universo femminile, di cui la società non può fare a meno senza che inaridisca il senso della vita, riverberato nella scrittura, «perché le parole sono nel fondo, in fondo lì dove non siamo soli, e tutti ci tocchiamo.» -
Capitolare
Capitolare: cadere, sancire, dividere la vita in capitoli. Immagini in parole vivide, introspettive, graffianti ma a tratti romantiche descrivono l'esistenza nello scarto che l'individuo avverte di fronte al tempo, nella ricerca di una chiave per gestire insicurezze e sentimenti in un contesto sempre più vacuo. -
Senza titolo, tempo, senso e soluzione
"Senza titolo, tempo, senso e soluzione"""" è una silloge che accoglie le sue liriche in cui «La materia è uguale al nulla/ e il nulla è uguale alla materia». Ove «laghi di fuoco/ si celano/ dietro la porta del tempo» e «le nuvole volteggiano intorno al cuore» mentre «i passeri cantano senza ardore»." -
Accadimento onirico
"Le poesie di Antonio Di Gennaro non spiegano e non raccontano, dicono pregando. [...] Si rivolgono a Dio. A chi è dall'altra parte del linguaggio, a chi sente di là. E non risponde, solo perché non ha il linguaggio per pronunciarsi e dire. La sua parola è silenzio."""" (dalla prefazione di Giuseppe Ferraro)" -
La città delle anime
Un uomo non ricorda più il suo passato. Ma sa il suo nome, Marc Rainer, e che è morto. Si ritrova in un luogo ordinato, simmetrico, le case uguali, i prati tagliati a fresco: vi coesistono tutti i credi, le religioni, le fedi. Il problema è che, a parte le anime dei morti, non si è mai visto nessun altro. Ma un giorno Dio stesso si presenta a loro. E, mentre sta per svelare a tutti la verità suprema, il senso delle cose, compare all'improvviso una pistola nelle mani di Marc Rainer. Che, per puro caso, lo uccide. Ma davvero uccidere Dio è un caso? Così Marc fugge, per scoprire che cosa ci sia dietro, forse il segreto della vita e della morte. E alla fine della sua corsa si accorge che niente è come appare. Che lui stesso è chi non si sarebbe mai aspettato di essere. E che l'aldilà è diverso da ogni mondo mai immaginato. -
Cupio dissolvi
Il giovane Luca scopre che gli è sparita una caviglia. La novità è scioccante per tutti; soltanto il padre lo accetta come un fatto lungamente atteso, mentre il dottor Pinzi non gli dà alcuna importanza. Quale oscura verità si nasconde dietro la dissoluzione - che presto si rivela progressiva e inarrestabile - di Luca? Dieci personaggi si alternano nel ruolo di narratore - amici e familiari, oltre allo stesso ""malato"""". Ognuno indaga il problema da un differente punto di vista, cercando di definire le cause della patologia e scongiurarne gli effetti, o nella veste di testimoni involontari di una scoperta aberrante. L'unica speranza sembra una clinica specializzata, in Svizzera; un luogo di camuffamenti, intriso di cinismo beffardo, non privo di carità, di presenze compassionevoli: forse l'unico sollievo possibile in vita, l'unico conforto per il fallimento di un percorso esistenziale e artistico."" -
Disegno papaveri rossi
«Ci vuole cuore, per ""matto"""", malato e inquieto che possa essere. Ciò che più conta non è tanto fare, inteso come esprimere e rappresentare, ma l'investimento emozionale, sentimentale. Occorre che l'operare, scrittura poetica o gesto grafico e pittorico, sia sostenuto da un bisogno profondo, essenziale, da un mettersi in gioco con le proprie esigenze più vere. Un'urgenza che il lettore avverta come sua e non solo del poeta o dell'artista.» (dalla prefazione di Vincenzo Guarracino)"" -
La ragazza venuta dal mare
Il Premio Mare Marcello Guarnaccia nasce dall'intento di ricordare la vita e le opere di Marcello Guarnaccia, fotoreporter siciliano, archeologo subacqueo e studioso dell'ambiente marino, di recente scomparso. Il Premio Mare Marcello Guarnaccia intende promuovere la conoscenza e il rispetto dell'ecosistema marino come parte integrante del territorio e patrimonio comune culturale. Quelli qui raccolti sono i racconti vincitori dell'edizione 2019/2020, la cui traccia è stata ""La ragazza venuta dal mare"""". Gli autori in ordine alfabetico: Valentina Belgrado, Angela Mastrone, Italo Mediterraneo, Andrea Zarroli."" -
I misteri del lago
Un manoscritto spagnolo del secolo decimosesto. Un mitologo dell'Università di Tubinga. Una fotoreporter milanese. Un maresciallo siciliano. Uno scultore-mago. Un ineffabile Pausania. Sono i protagonisti di questa storia. Un thriller surreale. Forse un sogno. Narra di un misterioso omicidio e del più antico mito del Mediterraneo, quello di Demetra e Kore. Naturale scenografia il lago di Pergusa, il luogo dove il diavolo decise di prendere moglie. -
Racconti iblei
Tre racconti, tre storie tragiche che si svolgono in un lembo assolato e tranquillo della Sicilia meridionale nel corso del XX secolo. Nei primi due, L'aquilone e U muortu, è il destino, il Fato, a determinare la morte dei protagonisti nati e vissuti nel paese e quindi è corale il cordoglio degli abitanti. Nel terzo, Don Saro e il maresciallo, la morte giunge improvvisa e violenta, per ben due volte, per mano di due uomini che cercano di vendicare il disonore familiare in contesti temporali e sociali del tutto diversi tra loro. Il primo omicidio, avvenuto alla vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia nell'ultimo conflitto mondiale, balza agli onori della cronaca nazionale perché richiama, sia pure a ruoli invertiti, il duello mortale della Cavalleria rusticana. Sul secondo, efferato e misterioso, compiuto sul finire del secolo, per scoprire l'assassino occorrerà una lunga e complessa indagine del maresciallo Di Stefano tra Sicilia, Roma e New York. Franco Monaca, siciliano d'origine, risiede a Roma dove insegnava alla Sapienza. Nei suoi libri: impegno civile, narrativa, ricerca storiografica e sociale. Con Nulla die ha pubblicato il romanzo I segreti del barone. -
Il vento trascina
Loveth è una ragazza nigeriana venuta dal mare, Tommaso è un giovane psicologo italiano. Raccontandosi provano a sconfiggere i loro fantasmi. Tommaso attraversa il mare per sfuggire al dolore, Loveth per costruire una speranza. Annientati dal mare, da esso salvati, Loveth e Tommaso ricostruiscono la vita oltre i limiti e le paure. La storia, ambientata a Napoli e Capri, è metafora del mare di solitudine nel quale si dibattono i protagonisti insieme agli «ignoti» nel fondo del Mediterraneo e i tanti «sommersi» nel quotidiano di una finta serenità. Il mare è luogo della pena, ma anche rotta e destinazione della speranza che Tommaso e Loveth sceglieranno per liberare sé stessi e le voci silenziose che giacciono nel profondo di ogni umana indifferenza. -
L' accòta
Il protagonista, che conduce il gregge del paese, è provocato da un giovane poeta che lo considera beato tra le sue pecore, a contatto con la natura, senza i pensieri e gli affanni esistenziali. Il pastore reagisce e racconta la sua vita fatta di miserie, guerra, lutti e dolori di ogni genere. Semmai è il giovane il ""beato"""" perché rampollo della famiglia più facoltosa del paese, ha la possibilità di studiare, dipingere e scrivere versi. In realtà nessuno dei due è baciato dalla fortuna, eppure entrambi possono essere presi ad esempio da chi, pur tra mille difficoltà, affronta le avversità, contando su valori che rendono degna la traversata."" -
Donata dalle onde
Beniamino Casiraghi ha lasciato l'azienda di Milano presso cui lavorava dopo la diagnosi di una malattia che gli prospetta poco tempo di vita. Trova rifugio su un'isola mediterranea dove cerca conforto per l'ultima sofferente età della propria esistenza nel silenzio del mare e della terra, finché in una notte di tempesta raggiunge la sua abitazione Alexandra, una ragazza che fugge da un passato di violenza e di dolore. Scampata a un naufragio nel tentativo di abbandonare il mondo di sopraffazione e di umiliazione in cui era costretta, Alexandra trova nell'ospitalità di Beniamino un motivo per scoprire il senso della vita nel profondo rapporto con la semplicità del quotidiano e l'infinito espresso dagli elementi della natura. Tutto però rischia di spezzarsi nel momento in cui Beniamino entra nell'ultimo stadio del male. Alexandra, la ragazza donata dalle onde, sa empaticamente confortarlo, trovando la ragione di una nuova esistenza. -
Artemisia e la maledizione di Eucheria
«Gina per carità, la spaventi con i tuoi modi bruschi.» Ad Artemisia va quasi di traverso la tisana bollente da cui aveva appena bevuto il primo sorso, ma già sembrava fare l'effetto cantato dalla zia Gina. La zia Elisa si siede al tavolo e guarda la nipote dicendole in tono dolce e calmo: «Quello che mia sorella voleva dirti, magari in modo un po' brusco, è che siamo streghe e quindi tu sei strega e ora che hai dodici anni diventerai una strega a tutti gli effetti e i tuoi poteri fioriranno giorno dopo giorno.» -
Vermi
"Vermi è un romanzo breve. La vicenda si dipana in una Sicilia onirica, in un'atmosfera che pare essere pesante come il piombo e leggera come l'aria a un tempo. Gli occhi del protagonista e la sua visione assolutamente soggettiva sono la finestra attraverso la quale viviamo la vicenda, che è una vicenda intimista, terribile, quasi irreale. Non ci sono nomi, perché i nomi sono già tutti conosciuti da colui che parla, che nel suo solipsismo acuto non pensa di spiegare nulla, di presentare nessuno. E i nostri occhi di lettori possono solo accettarlo, condividere la sua solitudine per questi dieci capitoli e poi passare oltre. Il libro è un romanzo breve, ma sarebbe meglio definirlo romanzo poetico. Perché la poesia, pensata dal protagonista, impregna ogni pagina. È nato, in fondo, come lungo monologo poetico su ciò che può essere la figura materna in una persona caratterizzata da profonda sensibilità e quindi fragilità. È breve perché vuole esserlo, vuole essere una mezz'ora di calma lettura in una vita nervosa e ultraveloce. L'ho scritto pensando proprio a questo, perciò le parole si susseguono quasi scalpitanti l'una dopo l'altra. Almeno, così mi piace pensare."""" (Attilio Trovato)"