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La censura sui balli teatrali nella Roma dell'Ottocento
Per chi intenda studiare i meccanismi della censura teatrale nel secolo XIX, Roma rappresenta sicuramente un osservatorio privilegiato, per la presenza di un articolato sistema di censura e di controllo preventivo e repressivo delle produzioni teatrali, nel quale particolare importanza rivestiva, accanto al politico, l'aspetto religioso e morale. Una produzione teatrale, prima di andare in scena, doveva passare un esame triplice, addirittura quadruplice nel caso che se ne volesse stampare il libretto o il programma. Ciò che le autorità ecclesiastiche e politiche temevano era la sua capacità di influenzare gli spiriti più sensibili e facilmente infiammabili. Altrettanto funesta era considerata l'esposizione del corpo degli attori, dei cantanti e soprattutto dei danzatori, in particolare delle donne, che per il solo fatto di esporre se stesse in pubblico, contravvenendo alla regola che le voleva relegate nello spazio domestico e alla consegna del pudore e della riservatezza, si riteneva concentrassero in sé tutte le possibili nefandezze. Grazie ad un accurato lavoro di ricerca sul campo e sulla base dei documenti rintracciati, Ornella Di Tondo ricostruisce quel particolare momento storico e individua le principali modalità attuate dai censori per neutralizzare nei balli da loro esaminati qualsiasi elemento considerato non idoneo, nello sforzo di imporre una gestualità e un tipo di movimento ""ordinato"""", scevro di connotazioni sgradite, disciplinando così l'arte della danza."" -
Economia della formazione professionale
Conoscenza e formazione sono sempre più al centro dell'attenzione politica ed economica e costituiscono uno degli assi portanti delle strategie di gestione e di sviluppo aziendale, come pure di intervento degli enti pubblici, tanto su scala internazionale quanto nei contesti nazionali e regionali. Ciò è in stretto legame con il ruolo assunto dal capitale umano e dalle competenze che, in un mercato globalizzato e agguerrito, sono diventati fattori decisivi per la competitività delle aziende e per il benessere degli Stati. Basti pensare agli sforzi dell'Unione Europea tesi ad incentivare iniziative formative in ambito sia pubblico sia privato. Diventa perciò essenziale capire il ruolo della conoscenza quale risorsa strategica e bene d'investimento, valutarne il contributo alla produttività, ma anche catturare l'efficacia e l'effetto di ritorno dei percorsi di formazione di base e continua. Sono queste alcune delle questioni fondamentali dell'economia della formazione che in questo volume vengono affrontate con specifico riferimento alla formazione professionale, una delle chiavi di volta per l'economia dei prossimi anni. Partendo da un confronto dei sistemi formativi nei principali paesi europei e da un'analisi di studi svolti negli ultimi anni, il libro"" sviluppa diversi aspetti della formazione professionale, come i suoi costi e i suoi benefici, il suo contributo per il successo dell'azienda, il suo rapporto con i temi occupazionali e con le nuove tecnologie."" -
Fenomenologia teatrale e fenomenologia economica. I diversi saperi per progettare teatro
Fino a che punto un teatro può considerarsi un'azienda, essendo, nel contempo, un servizio pubblico? Come può il teatro essere un prodotto economicamente competitivo? Esiste un vero rapporto tra mondo teatrale e mondo economico? Se teatro ed economia hanno come fine il mercato e, quindi, utilizzano uno spazio di relazione che non può prescindere dalla persona, che del mercato fa parte, entrambi hanno come prospettiva sia la persona-spettatore che la persona-compratore, con un fine comune, coinvolgerle in una spesa. Andrea Bisicchia si domanda e ci domanda cosa possano richiedere, all'uno e all'altra, le persone che entrano in relazione, e, successivamente, quali debbano essere gli obiettivi che teatro ed economia possono prefiggersi. ""Fenomenologia teatrale e fenomenologia economica"""" risponde a questi interrogativi e ci aiuta a capire come il teatro debba letteralmente fare i conti con l'economia. Un libro utile non solo per capire meglio la macchina teatrale, ma anche per avere tutti quei riferimenti pratici necessari a chi vuole avventurarsi in questo mondo."" -
L' economia politica dell'integrazione europea. Evoluzione di una democrazia sovranazionale
In questo libro, l'integrazione europea viene studiata sulla base di un approccio interdisciplinare: economico e politico. L'ipotesi adottata è che l'integrazione europea è progredita a partire da un nucleo ""sovranazionale"""" iniziale sino all'attuale Unione, che il Parlamento europeo definisce una """"democrazia sovranazionale"""". Il carattere sovranazionale delle istituzioni europee ha consentito la creazione di importanti beni pubblici europei, come il mercato interno, l'euro e numerose politiche. Ogni capitolo discute di alcuni cruciali beni pubblici mostrando l'evoluzione delle istituzioni europee in relazione alla complessa realtà storica che le ha condizionate. Un approccio narrativo è indispensabile, perché le istituzioni europee sono in continua evoluzione. Tuttavia, nelle Appendici a ogni capitolo si approfondiscono i problemi teorici, mostrando come l'integrazione europea costringa a riformulare alcuni concetti fondamentali dell'economia e della scienza politica. Infine, si affronta la questione del ruolo dell'Unione europea nel mondo, caratterizzato dal processo di globalizzazione e dalla formazione di un nuovo multipolarismo. A questo proposito, si estende il metodo sovranazionale, già sperimentato in Europa, anche su scala mondiale. La creazione di alcuni beni pubblici mondiali (global public goods) - come ha fatto l'Unione europea con il Protocollo di Kyoto - favorirebbe la transizione verso un ordine multipolare cooperativo"" -
Immagini dal mondo. Storia, teoria e tecnica del documentario
Documentare è ciò che ha portato l'ingresso dell'uomo nella sua dimensione storica. Grazie a questo sforzo di memoria e di linguaggio ancora oggi si ha coscienza di quanto accaduto a civiltà, popoli, personaggi del passato. Alla vigilia del XX secolo, l'invenzione del cinema ha determinato la nascita di una nuova idea documentaria, non più legata solo alla scrittura o all'immagine, ma alla possibilità di sintesi di questi linguaggi. Una rivoluzione tecnologica e mediatica che ha aperto la strada al tentativo di cogliere finalmente la ""vita in flagrante"""" e porsi come narratori di un mondo in movimento attraverso il movimento della pellicola cinematografica. Il documentarismo moderno è diventato un insieme eterogeneo, dove convivono le grandi realtà industriali e i piccoli produttori artigianali. Ma con un denominatore che resta sempre comune: la necessità di raccontare le storie del mondo. Il testo si pone come una guida che, attraverso l'analisi storica, vuole ripercorrere le tappe fondamentali, le pietre miliari del cinema della realtà, senza trascurare l'evoluzione della tecnologia e del mercato, per riuscire a dare conto della situazione teorica e tecnologica attuale a chi vuole avvicinarsi a questo modo di comunicare. La storia, dunque. ma non solo: anche i principi di base che, nello stratificarsi della prassi documentaria, hanno generato le regole di base, la grammatica essenziale per imparare a codificare il mondo attraverso le immagini in movimento."" -
Parole illuminanti. I linguaggi del cinematographer. Con DVD
La fotografia cinematografica è una professione fatta di realismo, mestiere, fantasia. Il cinematographer non solo sa orchestrare la luce e creare atmosfere cineplastiche, ma è anche un capace improvvisatore di illuminazioni concrete, che sintetizzano e riassumono il tema linguistico narrativo del film. Figura professionale eclettica coniuga contemporaneamente sapori estetici e saperi tecnici, soddisfando allo stesso tempo la ricerca figurativa e l'ottimizzazione dei tempi produttivi, oggi sempre più ristretti ed incalzanti. Un libro che, insieme alla lettura-visione del dvd che l'accompagna, stimolerà il nostro sguardo a vedere e ricercare particolarità dentro alle ragioni della fotografia e del mestiere sino ad ora poco conosciute e considerate. -
Inclusi/esclusi. Prospettive africane sulla cittadinanza
"Nel marzo 2006 a Nouakchott, capitale della Mauritania, Kumba si dirige verso un quartiere periferico dove deve incontrare un suo """"parente"""" che si occupa di affari legali. Da due anni aspetta una risposta dal tribunale al quale fece appello per chiedere un risarcimento all'azienda in cui lavorava il figlio Ahmed, licenziato in tronco, dopo un incidente sul lavoro. Forse ha sopravvalutato le capacità del governo di instaurare una legalità valida per tutti, ma la sua intraprendenza è segno della speranza che la transizione politica degli anni Novanta del Novecento ha suscitato in lei. Kumba è una donna fulaabe. Appartiene ad una minoranza etnica che è stata tra le principali vittime dei cosiddetti 'avvenimenti etno-razziali del 1989'. Ancora oggi i fulaabe sono uno dei gruppi più marginali nell'accesso alla spartizione della """"torta"""" delle opportunità economiche e delle cariche politiche e amministrative mauritane"""". Privilegiando l'analisi di casi concreti, questo volume affronta la storia e l'attualità del dibattito su cittadinanza e diritti in Africa. Gli autori insistono sulle dimensioni vissute dell'inclusione e dell'esclusione e sulle battaglie quotidiane perché l'appartenenza politica si traduca in un fatto sostanziale. Il loro sguardo è rivolto all'Africa e alle migrazioni dall'Africa verso l'Italia e l'Europa, con l'idea che la ricerca africanistica offra modelli ed esempi, che consentono di leggere le tensioni del nostro presente." -
Neuroetica. Tra neuroscienze, etica e società
Per molti aspetti, la neuroetica può essere considerata come esito non secondario del grande progetto darwiniano, quello che non sta solo nell'""Origine della specie"""", ma si respira anche in un altro capolavoro: """"L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali"""". Comunque la si guardi, la neuroetica ha uno status duplice. Se da un lato essa appare un'etica delle neuroscienze, e dunque si occupa dei problemi tradizionali dell'etica tecnico-scientifica (come, ad esempio, i rischi e benefici delle nuove tecnologie in medicina), dall'altro essa è anche una neuroscienza dell'etica, poiché va diretta ai fondamenti del nostro pensiero (temi quali mente-corpo, autonomia, intenzionalità, personalità, diritti-doveri, e altri ancora). Nata in ambito strettamente neuroscientifico, e dunque a cavallo fra medicina, biologia e psicologia, la neuroetica ha rapidamente catalizzato l'attenzione di un crescente numero di filosofi, sociologi, giuristi, antropologi e studiosi dell'educazione, dell'informazione e della comunicazione. È interdisciplinare per definizione e ogni disciplina, nessuna esclusa, emergerà almeno in parte rinnovata da un """"bagno neuroetico"""". Proprio avendo ben presente questa impostazione di fondo, si articolano i saggi che compongono questo volume, che appunto affrontano la neuroetica di volta in volta nei suoi aspetti filosofici, giuridici, sociali."" -
Filosofia della scienza sociale. I fondamenti filosofici del pensiero sociale
Che tipo di attività è la scienza sociale e come si relaziona alla scienza naturale? In che modo comprendiamo il mondo sociale? La validità di quello che conosciamo è solo relativa o esiste una conoscenza con valore assoluto? Cosa si intende con il termine razionalità? Queste domande, e molte altre, vengono affrontate in questa importante introduzione alla filosofia della scienza sociale, finalmente disponibile in Italia. Offrendo un'accessibile panoramica delle controversie e dei problemi filosofici della scienza sociale e tenendo sempre in evidenza il tema del rapporto scienza-società, il testo indirizza verso grandi, complesse ed inevitabili questioni in un modo facilmente comprensibile. Includendo sia le prospettive tradizionali che quelle contemporanee, compresi gli approcci femministi e postmodernisti, il libro fornisce una chiara mappa delle posizioni e delle controversie, consentendo agli studiosi di scienze sociali di posizionare il loro lavoro e di comprendere i presupposti e le implicazioni di quello che stanno facendo. Con la sua struttura lineare, che richiama uno stile narrativo e trasmette le idee filosofiche in modo chiaro ed efficace. Filosofia della scienza sociale rappresenta il punto di partenza ideale per ogni studente e per ogni lettore interessato all'argomento. -
Bourdieu dopo Bourdieu
Pierre Bourdieu è una delle figure più significative e delle scienze sociali del XX secolo. Sociologo con una formazione intellettuale non comune per ampiezza e complessità, ha prodotto un insieme di studi e ricerche di una sofisticazione teorica e di un rigore empirico straordinari. Nel corso si è occupato di una gamma amplissima di temi, spaziando dalla religione al diritto, dalla scuola ai consumi, dalla letteratura al linguaggio, dalla struttura sessuata del potere alla fotografia, dalla condizione del sottoproletariato nelle periferie parigine al mercato immobiliare. Ciò che conferisce unità a questa varietà di interessi è una teoria della pratica umana che ricostruisce i meccanismi della riproduzione dell'ordine costituito e del dominio. Contrariamente ad altri Paesi, in Italia manca ancora una lettura critica complessiva dell'opera del sociologo francese. Bourdieu dopo Bourdieu, grazie ai contributi di studiosi del pensiero bourdieusiano, non solo italiani, restituisce al pubblico una visione d'insieme del progetto scientifico di Bourdieu: una mappa indispensabile per orientarsi in una produzione amplissima e molto diversificata. I saggi raccolti nel volume curato da Gabriella Paolucci analizzano l'influenza che la prospettiva teorica di questo straordinario intellettuale ha esercitato nelle scienze sociali a livello internazionale, nonché il peso che Pierre Bourdieu ha avuto in Italia. -
Paesaggi ed eroi. Cinema, nazione, geopolitica
Ogni film, sin dai tempi della nascita del cinema, è un film ""politico"""". Già durante la prima guerra mondiale, si produssero le prime pellicole volutamente di propaganda, specificamente costruite per evidenziare la necessità di scendere in guerra, o almeno di sostenere i propri soldati che si battevano in modo eroico. Ma non sono """"politici"""" solo i film di propaganda. Ogni film, attraverso i personaggi che rappresenta (o che decide di non rappresentare), i paesaggi che usa come sfondo e la costruzione dei ruoli eroici di mascolinità e di femminilità, descrive un rapporto fra cinema, nazione e relazioni internazionali. Oltre alla rappresentazione del Sé, e dunque alla scelta di chi merita di essere incluso all'interno del discorso sulla """"nazione"""" e in che ruolo, il cinema svolge un'importante funzione anche nella rappresentazione dell'Altro, gli attribuisce caratteristiche e traccia confini. Attraverso un approccio di """"geopolitica popolare"""", il volume affronta il tema della costruzione filmica di immaginari geopolitici, partendo dalla rappresentazione del Sé e dell'Altro nella cinematografia hollywoodiana, per arrivare ad affrontare la questione della rappresentazione della nazione all'interno di """"Bollywood"""", una cinematografia meno nota in Occidente, ma non per questo meno rilevante in termini di produzione e di numero di spettatori."" -
Il pianeta degli agenti Teoria e simulazione ad agenti per cogliere l'economia complessa
All'alba dei tempi la vita sulla terra ha avuto origine dai batteri, la cui combinazione ed evoluzione ha creato tutti gli organismi viventi. La storia della terra, la storia della vita, la storia degli uomini, la nostra storia è emersione dal basso, storia di entità elementari che diventano nel tempo sistemi adattativi complessi, sistemi che apprendono ed evolvono. Il successo della teoria e della simulazione ad agenti - in piena ascesa nell'interesse degli scienziati di tutto il mondo - si fonda sull'attribuzione a queste entità elementari di capacità di interagire, apprendere ed evolvere. Gli agenti rappresentano uomini, gruppi, società, imprese, filiere, distretti di cui diventa possibile studiare le complesse dinamiche evolutive. Questo lavoro è uno studio sulla teoria e simulazione ad agenti applicata in ambito economico e manageriale. ""Il pianeta degli agenti"""" è il pianeta terra, il pianeta degli uomini, uomini agenti del loro futuro. Dedicato a tutti coloro che hanno compreso che l'emersione dal basso, in tutta la sua infinita varietà, è il mistero più affascinante della scienza."" -
Antropologia della scrittura
La scrittura è a lungo stata considerata una grande invenzione puramente tecnica ed è stata analizzata da un punto di vista soprattutto storico, teso a mettere in luce origini, diffusione, modificazione dei principali sistemi grafici. A ben guardare però, specie da una prospettiva antropologica, emerge nettamente che la scrittura è anche altro, e soprattutto che l'analisi della scrittura può essere l'analisi di uno degli ambiti privilegiati della produzione ideologica e simbolica delle società. Basti pensare che la scrittura è di certo uno dei più potenti strumenti di conoscenza, di controllo e trasmissione del sapere, di manipolazione della realtà. Il significato culturale della scrittura dunque va ben al di là della sua funzione tecnica. Ogni sistema di scrittura presenta infatti vari aspetti (conoscitivi, sociali, magici, sacrali) la cui osservazione consente di comprendere profondamente la società che li ha prodotti e entro cui circolano. ""Antropologia della scrittura"""", diventato ormai un classico, affronta tale problematica con l'acutezza e la profondità che sempre contraddistinguono lo sguardo di Giorgio Raimondo Cardona, svelando la complessità di ciò che apparentemente sembrerebbe solo un insieme di lettere e di simboli."" -
Storia dell'educazione linguistica in Italia. Dalla legge Casati alla riforma Gelmini
Ormai la glottodidattica (ovvero la scienza che studia l'educazione linguistica) è diventata una disciplina a sé stante a tutti gli effetti. È giunto il momento quindi di riflettere non solo sulla sua metodologia, sui suoi strumenti, le sue applicazioni, ma anche sulla sua genesi e la sua storia. Anche perché è necessario che ogni scienza si soffermi anche sul suo farsi nel tempo, per avere piena cittadinanza nella comunità scientifica. Paolo Balboni, con questo libro, colma questa lacuna e traccia un profilo storico della glottodidattica dai suoi albori (quando non era che una branca della pedagogia) fino a oggi. Dalla Legge Casati (1859) alla riforma della Gelmini, 150 anni di storia d'Italia, in cui anche nell'educazione vige la prassi di cambiare tutto perché tutto resti com'è (salvo la rivoluzione copernicana degli anni Settanta): i momenti di intervento reale, innovativo, sono pochi (la politica di Giolitti contro l'analfabetismo, la politica di Moro sul latino e le lingue straniere, le sperimentazioni e i programmi della seconda parte degli anni Settanta), e perfino momenti di apparente rottura, come la riforma Gentile e soprattutto quella Bottai, sono in realtà molto marcati dalla continuità, se si va a studiare che cosa indicano i programmi e gli orari in ordine all'italiano, al dialetto, alle lingue straniere e a quelle classiche. Una lente particolare per rileggere una parte importante della nostra storia e capire perché oggi siamo quello che siamo. -
La lingua straniera nella scuola dell'infanzia. Fondamenti di glottodidattica
Oggigiorno il plurilinguismo in tenera età è considerato una competenza-chiave per le future generazioni: da un lato esso rappresenta una sfida politica per la formazione della cittadinanza europea, dall'altro esistono autorevoli studi nel campo della neuropsicologia e della psicolinguistica che ne evidenziano i notevoli vantaggi cognitivi. Nell'ultimo decennio la scuola italiana ha raccolto questa sfida educativa proponendo un accostamento alle lingue straniere che interessa non solo il ciclo primario ma anche la scuola dell'infanzia. A fronte di una crescita esponenziale di esperienze di lingua straniera nel ciclo prescolare, tuttavia, manca allo stato attuale uno studio glottodidattico sistematico sul tema. Il presente volume si rivolge sia agli studiosi del settore sia ai docenti impegnati sul campo, ed offre un quadro teorico-metodologico di riferimento per la scuola dell'infanzia saldamente ancorato alla ricerca neuropsicologica, psicolinguistica e glottodidattica. Coniugando assunti teorici ed indicazioni operative, l'opera fornisce gli strumenti concettuali e metodologici per un accostamento alla lingua straniera scientificamente fondato. -
Il ruolo della memoria nell'apprendimento delle lingue. Una prospettiva glottodidattica
Nell'apprendimento delle lingue, la memoria svolge un ruolo di primaria importanza. Lo sviluppo delle abilità linguistiche e l'acquisizione degli aspetti morfologici, sintattici e lessicali non potrebbero realizzarsi senza coinvolgere complessi processi mnestici. Inoltre, le ricerche in campo neurobiologico e psicologico hanno dimostrato come la memoria non sia una facoltà unitaria, bensì un insieme di sistemi che interagiscono tra loro. Rifacendosi ai risultati raggiunti da queste discipline, ""Il ruolo della memoria nell'apprendimento delle lingue,"""" in questa nuova edizione accuratamente aggiornata, sviluppa un'attenta riflessione glottodidattica Individuando le migliori strategie di apprendimento e di organizzazione del materiale linguistico, nonché le metodologie didattiche più efficaci. L'autore propone inoltre un repertorio di tecniche e mnemotecniche, che costituisce uno strumento insostituibile per quanti si confrontano con l'apprendimento o l'insegnamento di una lingua."" -
Il cinema dell'Estremo Oriente. Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Taiwan, dagli anni Ottanta ad oggi
Se il cinema orientale inizia a farsi conoscere in Occidente già a partire dai primi anni Cinquanta - per merito dei film di Kurosawa e Mizoguchi, della tardiva scoperta di Ozu e dell'avvento, nel decennio successivo, della Nouvelle Vague nipponica di Oshima e Imamura -, è però indubbiamente solo dalla fine degli anni Ottanta, grazie a cineasti cinesi della Quinta generazione come Zhang Yimou e Chen Kaige, che questo cinema è diventato nel suo complesso un punto di riferimento imprescindibile per la stessa storia del cinema, portando all'attenzione del pubblico nuove autorialità e nuovi generi e contribuendo a rinnovare sensibilmente il linguaggio cinematografico contemporaneo. Di questo complesso e affascinante fenomeno ""Il cinema dell'Estremo Oriente"""" vuole rendere conto proponendone un approccio sia di carattere introduttivo, sia in termini di approfondimento. Di ognuna delle cinque realtà prese in esame (Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Taiwan) il libro presenta, infatti, un'introduzione generale che ne ricostruisce la storia di questi ultimi venti-trent'anni, alcuni ritratti d'autore dedicati a cineasti dal grande talento e dalla poca fortuna critica in Italia (Jia Zhang-ke, Lee Chang-dong, Koreeda Hirokazu, Wong Kar-wai, Edward Yang), e ancora diversi saggi che indagano tematiche, generi e approcci estetici specifici di tali cinematografie."" -
L' India nel cinema. Democrazia e cinema nell'India di Nehru
Il cinema è un mezzo di comunicazione che da sempre è stato in grado di dipingere la realtà di un paese e di veicolare l'opinione pubblica; non è certo un caso che i governi sfruttino questa sua caratteristica per educare il popolo. In un paese come l'India, che raggiunge l'indipendenza dopo un lungo periodo di colonialismo, il cinema diventa il medium più adatto per esaltare la nuova democrazia e la libertà tanto faticosamente raggiunta. È in particolare l'India di Nehru quella che viene descritta in questo volume e studiata tramite un nuovo sguardo: quello della macchina da presa. Attraverso saggi di studiosi indiani, inglesi e italiani, che analizzano film e immagini dell'epoca, l'India nel cinema ci restituisce un'immagine della democrazia indiana così come viene rappresentata nel cinema. -
Il mondo della ricerca qualitativa
Quali caratteristiche deve avere un ""buon"""" manuale di Metodologia della ricerca sociale? Chiarezza espositiva, completezza, ricchezza di esempi, innovatività, lungimiranza. Questo manuale contiene tutte queste importanti caratteristiche, messe in luce dal fecondo dialogo tra autrici e autori. La prospettiva utilizzata è altresì fortemente orientata alla relazione tra ricerca e mutamento sociale: ampio spazio è dedicato alle trasformazioni sociali e agli importanti cambiamenti che hanno interessato le pratiche di ricerca al fine di entrare in relazione con un mondo sempre più complesso. Il mondo della ricerca qualitativa sottolinea altresì che i mondi """"quali"""" e """"quanti"""" non sono poi tra loro così distanti e che, nel particolare, la ricerca qualitativa è sempre più aperta al confronto e all'integrazione con metodi di carattere quantitativo."" -
Da no global a no war e ritorno. Metamorfosi del movimento globale
L'irrompere sulla scena politica e mediatica mondiale del movimento antiglobalizzazione è stato forse il fenomeno che più ha segnato il passaggio dal XX al XXI secolo. Quale inedito ""movimento dei movimenti"""" ha dato voce a una varietà di categorie, popolazioni e gruppi sociali tanto ampia quanto lo è quella dei soggetti toccati dalle conseguenze negative della globalizzazione. Esso ha costituito una temuta minaccia per la credibilità e la legittimità - e in molti casi per l'incontrollata libertà di agire - di numerose multinazionali, dei principali organismi economici sovranazionali e anche di una serie di governi. Nel breve giro di un decennio - il primo del nuovo millennio - sono accadute tante cose drammatiche: la paura del fondamentalismo islamico, il terrore della guerra al terrore, una devastante crisi economico-finanziaria. A posteriori non si può che riconoscere la ragione di molte critiche e istanze avanzate in passato dal movimento globale. O almeno da quella parte che, non affetta da antiamericanismo e dal mito della rivoluzione e della violenza liberatrice, è capace di distinguere la globalizzazione dalla sua versione neoliberale e di pensare e annunciare in modo non ideologico o utopico che """"un altro mondo è possibile"""". Se """"yes we can"""" diventerà il motto delle élite mondiali, sarà anche grazie al messaggio conflittuale espresso dal movimento globale.""