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Il valore dell'incertezza. Filosofia e sociologia dell'informazione
Siamo la società più informata nella storia dell'umanità. Allora perché non ricordiamo quasi nulla di ciò che è accaduto nel mondo due anni fa? Possediamo un'enorme quantità di dati, ma allora perché sembra che non conosciamo quasi nulla? La risposta richiede un percorso, che parte dal pensiero antico e arriva alla definizione offerta da Claude Shannon nel 1948: ""l'informazione è la misura della libertà di scelta che si ha quando si sceglie un messaggio"""". Nasce qui la rivoluzione informatica in cui siamo immersi. Eppure, dopo un esordio brillante, la nozione di informazione si eclissa, perdendosi in una concezione quotidiana, abusata e frivola. Crediamo di avere informazioni nei nostri computer o nel nostro DNA. Crediamo di riceverne dalle nostre reti o dai nostri media. Ci sbagliamo. L'informazione non si immagazzina, non si trasmette, non viaggia. Non è qualcosa che si sposta e si archivia. è un'azione, propriamente una riduzione di incertezza. Letta in questa prospettiva, l'informazione si presenta come nuova categoria di analisi dei problemi filosofici, epistemologici e comunicativi. Intesa come azione di riduzione dell'incertezza, l'informazione spiega come sta cambiando il concetto di esperienza, come avviene la trasformazione digitale dei nostri media e, infine, come nasce un nuovo modello di comunicazione e di conoscenza."" -
L' ombra di pólemos, i riflessi del bios. La prospettiva della cura a partire da Jan Patocka e Michel Foucault
A partire dalle riflessioni di Jan Patocka e dagli studi di Michel Foucault, il tema della cura - di sé, dell'anima, degli altri, del mondo - si annuncia in quanto forma di relazione etica. Nell'eclissi dei sistemi valoriali tradizionali, le ricerche sulla cura permetterebbero di delineare i vettori lungo i quali le prassi etiche che i singoli ingaggiano con se stessi entrano in rapporto con la politica, giungendo a riformulare i termini della responsabilità collettiva. Muovendo dalle nozioni di ""epimeleia tes psyches"""" (nel caso di Patocka) e di """"epimeleia heautou"""" (nel caso di Foucault), si indaga il significato del termine """"anima"""" nel contesto della fenomenologia asoggettiva di Patocka e il concetto di """"sé"""" presente nell'ultimo Foucault. La nozione foucaultiana di processo di soggettivazione suggerisce un terzo possibile correlato della cura: il """"bios"""" nel senso duplice di stile di esistenza e di orizzonte ontologico dell'essere in comune. Si profila così la possibilità di una cura del """"bios"""" che sia insieme """"legame di vita"""" e """"modo di vita""""."" -
Ma l'amor mio non muore! (Mario Caserini, 1913). La diva e l'arte di comporre lo spazio
"Ma l'amor mio non muore!"""" è uno dei film più rappresentativi del cinema muto italiano. Girato nel 1913 da Mario Caserini e interpretato dalla celebre attrice teatrale Lyda Borelli, segnò un'autentica svolta nella produzione cinematografica nazionale. In un momento eccezionale per l'evoluzione della settima arte - tra mutazioni del contesto produttivo, avvento del lungometraggio e uscita coeva di alcuni film destinati a diventare capisaldi della storia del cinema - il film di Caserini fu il primo esempio compiuto di """"diva film"""" e ottenne un successo tale da diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Il modello della diva sofferente, divisa tra eros e sacrificio, la messa in scena in profondità di campo, il """"centramento alternativo"""" dello spettatore, la parola scritta come elemento narrativo, il ruolo del suono e della musica diegetica, sono solo alcuni degli elementi di un film che ha segnato in modo indelebile l'arte italiana su grande schermo." -
Dialettica di Nanni Balestrini. Dalla poesia elettronica al romanzo operaista
Un tòpos della critica vuole che la pubblicazione di ""Vogliamo tutto"""", nel 1971, costituisca una svolta rispetto alla precedente opera di Balestrini, avviatasi dieci anni prima con i """"Novissimi"""" e con l'esperimento informatico di """"Tape Mark I"""". Un lavoro iperformalista, ludico, anticomunicativo e disimpegnato avrebbe lasciato il campo a una letteratura più affabile e fruibile, assunti i caratteri dell'epica, dell'oralità e dell'impegno. Riconoscendo alla scrittura balestriniana un orizzonte estetico più ampio è forse possibile un'ipotesi alternativa. Si tratta di mettere a frutto gli studi sul rapporto tra una civiltà - i suoi modi di percezione e di pensiero e la tecnologia del linguaggio che gli è propria, e in particolare l'idea secondo cui l'uomo tipografico conosce con l'elettronica un'oralità di ritorno, ricalcando un ben noto rovesciamento dialettico. In effetti Balestrini attraversa gli anni Sessanta agendo lungo tre direttrici e mostrando -anche grazie a modelli quali Döblin o Brecht, e a interlocutori più o meno impliciti quali Pasolini, Vittorini o Calvino - come l'impegno possa scaturire dall'esasperazione del formalismo, l'oralità da una scrittura massimamente tipografica, e infine l'epica dalle tecnologie più avanzate del tardo capitalismo. Un'azione segnata dalla forza utopica e dalla tensione rivoluzionaria su cui """"Vogliamo tutto"""", con l'intera parabola che vi ha condotto, si regge."" -
Breviario per (i) Don Chisciotte. Taccuino di pedagogia della rivoluzione
In ragione della sua brevità può esser definito un instant book, sebbene non correlato ad un fatto di cronaca. Eppure alla ""cronaca"""" di ogni quotidianità risulta legato se lo si intende come laico breviario anti-lamentazione in un tempo di straripante cinismo, mentre profeti """"dissennatori"""" sentenziano che non ci resta che piangere e che l'impegno, l'etica, il decentramento sono imprese... donchisciottesche. E dunque: risemantizzare il senso dell'impresa e della visione di don Chisciotte - come da intuizione di Erri De Luca - è l'obiettivo principale del volume che è il Manifesto della """"Hope School"""" (la prima Scuola di Speranza italiana) fondata dall'autrice. Verso un realismo che non coincide con la perdita dell'immaginazione, una follia che non coincide con la rinuncia alla ragione, una crisi che non coincide con la sconfitta."" -
Mari. Saperi geografici e immaginario letterario
Il mare, entità geografica e culturale che si oppone alla terraferma, ha nutrito l'immaginario europeo ed extraeuropeo nel passato e continua a essere una presenza cruciale nel mondo contemporaneo ""globalizzato"""". In quanto luogo di passaggio privilegiato, nello stesso tempo centro e periferia, il mare è oggetto di rappresentazioni e di interpretazioni ricorrenti anche fortemente differenziate. Nel volume vengono raccolti saggi che proseguono le riflessioni interdisciplinari già sviluppate sulle isole e sui fiumi nella collana Trinidad, muovendosi in ambito geografico e turistico e secondo prospettive letterarie che coprono aree linguistiche e temporali diverse."" -
Un sogno in scena. Come rappresentare l'«Edipo re» di Sofocle
L'""Edipo Re"""" di Sofocle mette in scena in modo originale e forse sperimentale due dei reati più indicibili che la cultura umana possa immaginare, il parricidio e l'incesto. L'analisi qui proposta giunge alla conclusione che questo dramma è come se raccontasse, in contemporanea, due versioni della stessa storia criminosa, una apparente, secondo la quale tutto avvenne senza sapere, e una nascosta, secondo la quale molti sapevano quello che facevano, ma omertosamente fingevano di non sapere. La prima versione, quella tradizionale innocentista, è ambigua e incoerente; la seconda versione, invece, qui chiamata anamórfica perché si trova nascosta dentro la precedente, è dotata di una coerenza di metalivello, o coerenza dell'incoerenza. Il contesto drammaturgico ipotizzato per la realizzazione di una tale opera è quello onirico: tutta la pièce si svolge come un sogno. Il testo dell'Edipo Re"""", da sempre riconosciuto come ricco di ambiguità e di incoerenze, ma da sempre considerato solo nella sua versione apparente, trova così la sua più profonda ragion d'essere teatrale. Per cogliere gli aspetti che Sofocle ha occultato """"nel"""" testo, però, il dramma va analizzato in modo impregiudicato, libero dai condizionamenti edificanti dell'interpretazione tradizionale, a partire da quelli aristotelici presenti nella """"Poetica""""."" -
Hybris. I limiti dell'uomo tra acque, cieli e terre
La parola ""hybris"""" significa violenza, oltraggio, arroganza: è una parola degli uomini e indica la violazione di un limite, di una misura, di fronte agli dei, agli altri uomini, di fronte alla natura. È la violazione di un """"kosmos"""" e di una armonia, una assenza di consapevolezza e di responsabilità. È avanzare in equilibrio su un filo fragile con la superbia e la sventatezza che lo possono spezzare. """"Hybris"""", allora, tra gli entusiasmi della tecnologia e le inquietudini ecologiche diviene una parola adatta per il nostro presente, ne avvertiamo sempre più le conseguenze in ogni nostra azione, sempre più forte il pericolo per la nostra stessa esistenza. È forse buona cosa pensarci. Ne discutiamo in questo libro unendo in maniera inconsueta le parole dei classici antichi e i pensieri della scienza moderna, per cercare di comprendere, a partire dall'idea di Prometeo che ha donato agli uomini il fuoco, le lettere e i numeri, se v'è ancora qualche equilibrio possibile tra la nostra """"hybris"""" e il mondo che ci circonda."" -
Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema
Il cinema analizzato in questo libro si costruisce attorno alle due interdizioni che secondo André Bazin sanciscono i limiti della rappresentazione cinematografica, ovvero la morte e la piccola morte, l'orgasmo. L'universo letterario e biografico di D. A. F. De Sade costringe i registi che vi si avvicinano - nomi fondamentali nella storia del cinema quali Luis Buñuel e Pier Paolo Pasolini e outsider quali Peter Brook e Jesús Franco - a muoversi sui terreni dell'osceno, del proibito e dell'irrappresentabile. L'analisi dei testi produce una costellazione in cui ogni film dialoga con le altre pellicole, con l'opera di Sade nel suo complesso, con la letteratura critica su Sade e infine con spazi che fungono da cassa di risonanza per gli echi prodotti dai film. Nel bicentenario della morte (1814-2014) Sade dimostra di essere ancora un ""prossimo nostro"""", un autore che continua a far capolino dall'oscurità in cui è costretto e si costringe."" -
Lettere sul Vangelo secondo Tommaso. Manrico risponde a Paolo sui detti memorabili del maestro Gesù
In questo testo è raccolto l'intero carteggio intercorso tra Manrico Murzi e Paolo Bianchi, relativo al Vangelo secondo Tommaso. Questo Vangelo, vicino alla fonte orale e tra i più antichi se non il più antico, non è, come gli altri, un elevato racconto con cenni biografici, bensì un insieme di annotazioni delle cose dette da Gesù: aforismi, chiarimenti, brevi parabole. Non vi sono accenni a miracoli, a morte e resurrezione, né al ruolo messianico: qui Gesù è maestro spirituale che, proferendo parola, feconda e libera lo spirito di chi la recepisce, porgendovi orecchio con fiducia e abbandono. Introduzione di Daniele Garrone. -
Ermeneutica, etica, filosofia della storia
L'ermeneutica filosofica di Gadamer rappresenta senza dubbio uno dei capisaldi del pensiero contemporaneo. Come tutte le concezioni filosofiche di portata generale, anch'essa si presenta come una costruzione estremamente complessa e ramificata, mirando ad abbracciare la sfera del mondo della vita, in tutte le sue dimensioni, a partire dal concetto di ""comprendere"""". I saggi qui raccolti, """"Sulla possibilità di un'etica filosofica"""", """"Causalità nella storia?"""" e """"Sulla pianificazione del futuro"""", risalgono a una fase particolarmente proficua della produzione gadameriana, quella immediatamente successiva alla pubblicazione del suo capolavoro """"Verità e metodo"""". Essi mostrano come, accanto all'estetica, all'ontologia, alla filosofia del linguaggio, alla teoria delle scienze umane, all'interpretazione delle filosofie del passato e alla riflessione filosofica sulla medicina, anche l'etica e la filosofia della storia abbiano rappresentato dei campi importanti, anzi decisivi, in cui il pensiero ermeneutico di Gadamer si è esercitato in modo originale e produttivo."" -
La saggezza del danzatore
"La Sagesse du Danseur"""" è stato pubblicato in Francia nel 2011 dall'editore Jean-Claude Béhar all'interno della Collana """"Saggezza di un mestiere"""": e se la pratica di un mestiere fosse anche un percorso iniziatico, un cammino verso la conoscenza di sé e del mondo? La saggezza del danzatore è un libro di danza scritto da un danzatore che, di pagina in pagina, si apre a un pubblico trasversale, non solo di addetti ai lavori, ma di tutti coloro capaci di entrare nelle pieghe delle parole. Leggerlo è un'esperienza corporea prima che mentale. Scritto nel """"fiore"""" della vecchiaia, commuove per la capacità di trattare con candore e profondità ogni argomento affrontato. I ricordi del bambino e le riflessioni dell'adulto si succedono uno dopo l'altro, senza sosta, con un soffio lungo e ritmato, con silenzi e accelerazioni, con veemenza e con delicatezza. Un'occasione non solo per conoscere umanamente Dominique Dupuy, il suo essere danzatore, ma anche per accogliere una visione più ampia della danza, la sua trasmissibilità e pedagogia. È possibile, attraverso queste pagine, immaginare Dupuy all'opera. Perché, come egli dice, """"si danza per essere guardati""""." -
Brian Eno. Filosofia per non musicisti
Brian Eno come filosofo e pensatore il cui influsso si estende nei campi più ampi, dalla metafisica all'estetica, dall'etica alla narrazione. Definibile ""non musicista"""" per la sua concezione taoista della vita, aliena dal fare presuntivo e dall'interventismo, vicina anche all'estetica zen del wabi-sabi. La tecnica della registrazione come opera d'arte."" -
Palloni politici. Una storia dei mondiali di calcio 1930-2010
"Palloni politici"""" è la storia di partite imprevedibili, di slanci generosi, di subdole macchinazioni, di pesanti intromissioni, di uomini purtroppo dimenticati, seppure di grande umanità. Davide Rossi racconta chi ha avuto coraggio e chi non ne ha avuto, chi amava giocare senza guardare il mondo fuori dallo stadio e chi si sentiva prima cittadino e poi calciatore. Ecco allora una breve storia dei mondiali di calcio, non """"la"""" storia dei mondiali, ma un racconto che confonde volutamente fatti politici, imprese sportive, considerazioni tecniche e tattiche. In queste pagine si incontra un terribile allenatore nazista, un capitano che lascia la nazionale argentina per non stringere la mano ai generali golpisti, un marocchino nel '58 e un mozambicano nel '66 che diventano capocannonieri dei mondiali, anche se la prima squadra africana si qualificherà solo nel 1970, dopo la fuggevole apparizione dell'Egitto nel 1934. E ancora, l'imbarazzo degli azzurri che giocano nel 1969 una partita eliminatoria con una squadra che """"non esiste"""", perché il governo italiano non riconosce quella nazione, dittatori che vogliono vincere a tutti i costi e presidenti come Nelson Mandela, che riconoscono nello sport la capacità di promuovere valori universali e positivi. Pier Paolo Pasolini ricordava che, nonostante tutto, il calcio è l'ultima rappresentazione sacra, l'ultimo rito collettivo. I mondiali di calcio confondono da sempre sport e politica... Introduzione di Emilio Sabatino." -
Verità e umanità. Discorsi per il conferimento del premio per la pace dei librai tedeschi 1958
Il 28 settembre 1958 Karl Jaspers viene insignito del Premio per la pace dei Librai tedeschi. A pronunciare il suo pubblico encomio è Hannah Arendt. Nel discorso di accettazione Jaspers, ispirandosi agli scritti politici di Kant, delinea, nel contesto della Guerra fredda e della minaccia atomica, un progetto per la pace di cui la libertà è condizione di partenza. Al contempo, individuando nella menzogna in politica il più grande pericolo per la Germania del dopoguerra, egli indica nell'esperienza della verità il fondamento di una rinnovata vita pubblica. Per Hannah Arendt la laudatio è lo spunto per riflettere sul modo con cui il discorso espone il chi di ciascuno alla sfera pubblica, sottolineando così la rilevanza del pensiero come lucida resistenza all'inumano. Additando Jaspers ad esempio, Arendt allude ad un modo attivo di essere presenti al proprio tempo, rischiando di agire pubblicamente e assieme rischiarando quell'elemento personale sfuggente eppure manifesto che è l'humanitas. -
Psicoterapia breve d'individuazione. La metodologia di Tommaso Senise nella consultazione con l'adolescente
Tommaso Senise, psicoanalista, membro ordinario della SPI, è uno dei principali esponenti della cultura psicoanalitica italiana dell'adolescenza. Il suo pensiero ha dato un contributo decisamente innovativo e articolato alla comprensione del processo adolescenziale, della sofferenza mentale in questo periodo evolutivo e della complessità insita nella relazione adulto-adolescente. Nell'oramai amplissimo e ricchissimo bagaglio dei contributi teorici e clinici italiani relativi all'adolescenza, il pensiero di Senise è spesso presente, ma mai in modo dogmatico; è riconosciuto come un pensiero ""vivificante"""" che, arricchito dei recenti contributi e coniugato con le caratteristiche sociali/politiche/culturali della realtà attuale, sostiene una posizione aperta, risultato dell'articolazione creativa tra il patrimonio ereditato e la dinamicità della realtà in trasformazione. Senise, attraverso la sua modalità di esprimersi e attraverso la sua ampia attività di formatore, è riuscito a trasmettere il messaggio per lui più importante: il suo profondo amore per l'autenticità e spontaneità dell'essere umano, per la libertà di pensiero che non può mai essere disgiunta dalla consapevolezza di chi si è. La presente edizione di """"Psicoterapia breve di individuazione"""", ampliata rispetto alle precedenti, offre alla nuova generazione di psicologi, psicoterapeuti, operatori la possibilità di avvicinarsi direttamente al contributo di uno psicoanalista così impegnato."" -
Le leggi dell'ereditarietà
Con le note del 1865, pubblicate l'anno successivo negli Atti della Società dei naturalisti di Brünn, Gregor Mendel comunica i risultati dei suoi esperimenti di ibridazione. Raggruppate in seguito in un saggio agile e denso, queste annotazioni siglano di fatto il punto di partenza per i futuri studi sulla trasmissione ereditaria dei caratteri. Oggetto di limitata attenzione fino al 1900, anno in cui fu 'riscoperto' da Hugo de Vries, Karl Correns e Erich von Tschermak, il saggio di Mendel richiama ancor oggi l'attenzione degli studiosi, non solo per il suo valore intrinseco per la storia della genetica (e della biologia in generale), ma anche per il carattere esemplare dell'impostazione metodologica. La presente edizione include la traduzione di un altro lavoro del naturalista sull'argomento: un breve studio sugli ibridi nelle piante del genere Hieracium. -
Radicalmente liberi. A partire da Marco Pannella
Con le sue battaglie Marco Pannella ha caratterizzato sia la Prima che la Seconda Repubblica italiana. Battaglie che hanno visto al centro le libertà e la nonviolenza: diritti civili, rappresentanza politica, legalizzazione delle droghe, divorzio, aborto, eutanasia, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti politici, disobbedienza civile. Ha anticipato e rivoluzionato modi, contenuti e metodi con i quali la politica può comunicare con i cittadini. La filosofia è un utile mezzo per pensare il presente e con gli strumenti che questa possiede il volume offre alcuni ragionamenti sull'eredità che Pannella, e con lui il Partito Radicale, lascia agli albori della Terza Repubblica. Quante di quelle battaglie sono ancora incompiute? Quanto la società del nostro paese è debitrice nei suoi confronti? È evidente che senza Pannella la storia politica d'Italia sarebbe stata molto diversa, visto che ha cambiato il verso del sentire comune di una parte consistente della società italiana. Con lui si sono dischiusi nuovi mondi possibili. -
Il paradosso del Giorno della memoria. Dialoghi
Il Giorno della Memoria, nato in Italia nel 2000, è divenuto nel 2005 ricorrenza riconosciuta dall'ONU per ricordare la Shoah e i perseguitati politici. A 14 anni dalla sua istituzione mentre conosce un consolidato tributo da parte di istituzioni, scuole e persone, è anche fonte di critiche molto diverse fra di loro. -
Lettera al padre
L'uomo che avrebbe cambiato per sempre l'economia e la politica dell'era industriale, era appena stato cambiato nel profondo dall'incontro con la filosofia. In una notte insonne scrive al padre per spiegare le ragioni della decisione imperdonabile. Mandato a fare studi universitari di giurisprudenza, Marx ha preso la decisione di iscriversi alla facoltà di filosofia. Un giovane che ha trovato la sua strada, cerca la voce del genitore per farsi riconoscere come attore del mondo, come essere autonomo, capace di ritenere e deliberare. La passione per la scoperta del pensiero non è un fuoco che si estingua nella battaglia contro il sonno di una notte. Marx non ha dubbi, anche se il padre si adirerà, la decisione è ormai presa. ""La Lettera al padre"""" di Karl Marx non è certo uno dei testi del marxismo passati alla storia. Ma a suo modo, anche questo testamento di figlio, ha fatto una parte di storia.""