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Mito e teatro. Il principio drammaturgico del montaggio
Il teatro è il prisma attraverso cui indagare il meccanismo con cui si compone il mito. Teatro e mito condividono la questione dell'identità, centro nevralgico in cui l'individuale e il collettivo, il particolare e l'universale si intersecano in modo consonante e differente rispetto all'appropriazione che ne ha fatto il logos agli albori della cultura occidentale. Espressivo di questo rapporto è il montaggio: termine mutuato dal cinema e traslato a significare un dispositivo più generale. A dargli forma è un principio eminentemente drammaturgico, come emerge dall'indagine articolata in tre fasi: l'analisi drammaturgica della tragedia da Eschilo a Euripide, contesto d'elezione in cui il mito trova espressione. A cui segue la mappatura di una costellazione di pensatori - da Freud a Goethe a Ejzenstejn - determinanti nel delineare il 'pensare per immagini' proprio del Novecento. Infine l'analisi del metodo compositivo del teatro contemporaneo, dalle Avanguardie Storiche all'esito del teatro statunitense di Wilson e Sellars. Ne consegue che il montaggio, struttura compositiva del pensare in immagini, è il meccanismo mitopoietico all'opera nel teatro 'predrammatico' e in quello 'postdrammatico'. -
Iconografie dell'aldilà. La ricostruzione della percezione della morte nel regno di Koguryo attraverso le sue pitture parietali (IV-VII secolo)
La monografia è dedicata alle pitture parietali rinvenute in contesto tombale e prodotte fra il IV e il VII secolo. Esse, che si trovano attualmente nel territorio cinese, nelle province del Liaoning e Jilin, e in Corea del Nord, ci consentono di analizzare alcuni aspetti della concezione del post-mortem degli antichi coreani e di ricostruire alcuni elementi della loro visione religiosa. Lo studio prenderà in esame la diffusione di questo genere artistico, la sua datazione e il suo sviluppo nel territorio. -
Zoologia politiche. Favole, mostri e macchine
Le metafore animali accompagnano da sempre l'evoluzione della civiltà politica, ora rassicurando gli uomini sulla loro incontestabile superiorità naturale, ora, al contrario, invitandoli a prendere atto delle ineguagliabili soluzioni escogitate dal mondo animale per la soluzione di conflitti e per l'organizzazione della vita sociale. Un ricchissimo patrimonio di simboli, favole, allegorie, metafore - dal lupo al gregge, dalla volpe alle api - si è formato e trasformato in un fitto dialogo con le istituzioni politiche, passando spesso al vaglio di interpreti d'eccezione come Hans Blumenberg, Jacques Derrida, Michel Serres. Oggi la svolta sembra essere data dall'ingresso degli animali in un circuito cognitivo in gran parte nuovo, che si interroga sui temi della tecnica, del potere, della sovranità e della post-sovranità, proponendo scenari inquietanti e toccando i confini dell'ibrido e del post-umano. -
Posizione e movimento. Pensiero strategico e politico della Grande Guerra
Questo libro ricostruisce gli sviluppi del pensiero strategico all'epoca della Grande Guerra. Non mere questioni di ""Ars bellica"""", ma una discussione che riguardò insieme militare e civile, istituzioni e società, tecnica e politica. Non a caso protagonisti ne furono da Churchill a Jünger, da Lenin a Schmitt, da Douhet a Gramsci. Biografie eccezionali del '900 politico europeo, affrontate in questo saggio. Lo """"Stategiestreit"""" della prima guerra mondiale è visto infatti in relazione a ciò che avvenne successivamente in campo politico: dalla crisi dei sistemi liberali, alla rivoluzione comunista, alla nascita del fascismo. Il dibattito italiano ebbe in questo quadro un rilievo tutto particolare, che aspetta ancora di essere riconosciuto e apprezzato nella sua portata universale. Episodi dell'ottobre 1917 come la disfatta di Caporetto e la rivoluzione russa, visti insieme e da vicino, dettero infatti alla riflessione italiana su """"guerra di posizione"""" e """"guerra di movimento"""" un valore e una originalità che ne hanno fatto un momento alto dell'autocoscienza del '900. Tanto che ancora oggi, a cento anni dagli eventi che li determinarono, quei pensieri non smettono di interrogare l'intelligenza occidentale sulla natura, la storia, la politica e più in generale il destino della civiltà."" -
Gli occhi e la lingua della satira. Studi sull'eroe satirico in Luciano di Samosata
La satira è critica dei costumi, delle convenzioni sociali, della politica, delle fedi religiose, della cultura. Di tutto ciò che siamo e crediamo. Dalle cose più banali della vita quotidiana a quelle più importanti, è satira dei valori condivisi da tutti, come la ricchezza, il potere, la fama, il successo. Ma c'è bisogno di uno sguardo diverso per farci vedere altre verità. Ed è necessario il coraggio della ""parrhesia"""", della libertà del pensiero e della parola, che possono essere scomodi e difficili. La satira e le sperimentazioni letterarie di Luciano di Samosata mettono in gioco, tra l'autore, i suoi alias problematici e gli eroi paradossali, queste e altre virtù. Lo straniero che viene dai margini del mondo greco-romano del II sec. d.C. diverrà così il paradigma della satira dell'Europa moderna tra Leon Battista Alberti, Erasmo da Rotterdam, Cervantes, Swift, Voltaire e Leopardi."" -
Religione & economie. Idee ed esperienze
Anche le religioni sono sottoposte a un cambiamento incessante. Oggi siamo dinanzi a una secolarizzazione e a una ""religione"""" del mercato. E se è vero che fra religione ed economia non vi è rapporto causale, ci troviamo spesso di fronte a un consumatore religioso, a un orientamento dato dal mercato e al problema della sostenibilità delle attività religiose. Religione ed economia rimangono ordini simbolici autonomi e distinti anche se entrambi agiscono nella coscienza e nei mondi vitali delle persone. Il destino delle religioni e dell'economia è stato, è, sarà, sempre separato. Nessuna religione apparterrà mai a un sistema economico poiché esse non sono morali e non sono attori del mercato, bensì sono dimensioni della vita personale. Sempre più si presentano però in concorrenza in quello che potremmo definire il """"mercato delle religioni"""". In questo libro le religioni appaiono nel loro volto multiforme e nelle loro infinite sfaccettature e l'economia è una dimensione culturale che molti pretendono si costituisca come una """"fede"""" capace di modellare la vita individuale e sociale."" -
La persona e l'Occidente. Filosofia, religione e politica in Denis de Rougemont
L'obiettivo dichiarato, dunque, è quello di colmare un gap. Prima di tutto, allora, si tratta di evidenziare che un gap effettivamente c'è: un concavo giustifica un convesso che lo colmi. Ecco perché, anzitutto, Bondi si impegna a sottolineare l'importanza di un filosofo che in Italia è conosciuto soltanto come autore di un'opera fondamentale sul fenomeno erotico, ""L'Amour et l'Occident"""" (1939). Chi si trovasse a visitare i palazzi europei di Strasburgo, in effetti, rimarrebbe stupito di imbattersi in una statua monumentale a lui dedicata. Il filosofo della passione celebrato come padre dell'Europa? Ecco che allora, ad un'analisi appena più approfondita, si verrebbe a scoprire che Rougemont non solo fu l'autore di uno dei volumi più citati del Novecento, ma anche il relatore della Commissione culturale del Congresso dell'Aia nel 1948, e addirittura il presidente della prima Tavola Rotonda del Consiglio d'Europa,nel 1952. È dunque possibile stabilire un possibile comune denominatore tra questi due orientamenti del suo pensiero, l'erotico e il politico? Bondi lo trova nella filosofia della persona, fondamento saldo e perenne di tutta la successiva costruzione teoretica del filosofo di Neuchâtel."" -
Con i tuoi occhi sull'intersoggettività
Qual è la struttura dell'intersoggettività? Come conoscere quel particolare essere che è insieme soggetto e oggetto di studio? E qual è il nucleo centrale dell'intersoggettività? Dove affondano le radici l'amarsi, il conoscersi, l'essere-per-gli-altri? Cosa significa incontrarsi, perdersi, ritrovarsi? Vivere la nostalgia dell'altro e di se stessi? E qual è il senso dell'incontro nelle condizioni tragiche dell'esistenza, nella sofferenza? Questo libro intende confrontarsi, sul piano storico e problematico, con i temi fondamentali dell'intersoggettività, vale a dire del rapporto tra le persone, da cui deriva la conoscenza stessa, il senso delle cose, del nostro esistere, nel tempo, nei luoghi vissuti. -
La lingua traveste il pensiero. Immagine, logica e giochi linguistici in Wittgenstein
La lingua traveste il pensiero sottopone ad analisi uno dei principi guida del pensiero di Wittgenstein dal Tractatus fino alle ultime opere: il pensiero non viene espresso ma trasformato dal parlare. Il tema viene indagato attraverso la chiarificazione di nozioni centrali per la riflessione del filosofo: l'immagine, il gioco linguistico, il linguaggio privato. Per ognuna di queste nozioni viene proposta una lettura teoricamente avvertita che tiene conto dell'attuale dibattito tra letture resolute e letture ""sostanziali"""". Vengono, così, ribaltate alcune tesi tradizionalmente attribuite a Wittgenstein in merito alla possibilità di confrontare direttamente immagini e fatti. Un intermezzo dedicato alla logica come linguaggio perfetto mette in dialogo la posizione di Wittgenstein con le attuali teorie sulla complessità computazionale."" -
Il design costruisce mondi. Design e narrazioni
Il pensiero progettante costruisce nuovi mondi. La sua azione non coincide mai con il semplice rappresentare, nel senso del riprodurre per mimesi l'esistente, ma ha piuttosto a che fare con il presentare, costruire, dare forma. Il progetto costruisce nuovi mondi intesi non solo come nuovi universi materiali ma anche come nuovi universi di senso. E, nel fare questo, mette in atto tutte quelle azioni di adattamento, avvicinamento, ""ancoraggio"""" del nuovo alla capacità di comprensione dei sistemi sociali. L'innovazione introdotta dal design appartiene infatti, prima ancora che alla dimensione materiale, alla dimensione simbolica e cognitiva e gli oggetti che da essa derivano sono, prima ancora che oggetti materici e tecnologici, oggetti culturali o, per dirla con Mauss, """"fatti sociali totali"""". Questi hanno bisogno di essere accompagnati all'interno dei sistemi sociali e culturali nei quali le conoscenze in uso, le mentalità, le ideologie, i valori consolidati possono risultare frenanti. Discorsi, dialoghi, testi verbali e visivi, artefatti cognitivi, scriptografici, fisici e virtuali, costituiscono """"dispositivi di mediazione"""" ed articolano un repertorio di narrazioni che diluisce l'innovazione dentro ai territori del """"senso comune""""."" -
È il design una narrazione? Design e narrazioni
Molte recenti pubblicazioni nel settore del design accostano il pensiero e le pratiche progettuali al pensiero e alle pratiche narrative. La fine dei ""grandi racconti"""" sostituiti, nell'epoca della comunicazione, dalla pervasiva presenza di micro narrazioni si impone come uno dei tratti dominanti della nostra contemporaneità. E, laddove """"tutto è narrazione"""", anche il design si presta ad essere accomunato sempre più frequentemente ad una forma di storytelling. L'accostamento tra i due termini, design e narrazioni , che unisce gli interventi di questa piccola collezione di testi merita, per i suoi autori, più di un motivo di riflessione. La congiunzione """"e"""" che lega il sistema delle narrazioni al sistema design vuole evitare l'equivoco che il progettista possa assumere le sembianze di un affabulatore; che il discorso strategico possa vivere anche in assenza di progetto e che i prodotti possano essere intesi come pure emanazioni narrative della marca. Il design viene qui presentato come sistema culturale che immette innovazione nei contesti materiali e sociali attraverso la progettazione di nuovi artefatti, oggettuali, relazionali, virtuali, comunicativi, spaziali, strumentali ecc., producendo una rete estesa di significati alimentati da narrazioni strettamente intrecciate con l'attività progettuale e di supporto alla sua necessità di trasmettere e condividere nuove forme di conoscenza."" -
Il design vive di oggetti-discorso. Design e narrazioni
Nella civiltà degli oggetti la parola perde il suo primato: i prodotti materiali sono testi, sono discorsi. Essi ci parlano della storia sociale e culturale degli uomini. Che è anche storia delle idee, dei comportamenti, del senso spirituale, dei principi etici ed estetici. Ad essi associamo significati, li impieghiamo per comunicare, sono testimonianza concreta di sistemi di valori. Rappresentano in sintesi lo spirito del tempo. Fotografano l'emergere di nuove mentalità, di nuovi vocabolari, di nuovi linguaggi. Gli oggetti creano trame relazionali, scritture invisibili che si esprimono attraverso la lingua silenziosa della gestualità, delle posizioni posturali, delle distanze che mettiamo tra il corpo e lo spazio; tra il corpo e gli oggetti; tra corpo e corpo. Gli oggetti possono raccontare la cultura politica e l'influenza dei suoi valori sui comportamenti di consumo e sui costumi sociali come testimonia l'evidenza che negli ultimi decenni hanno avuto nel nostro Paese i temi del lusso, dell'edonismo, del desiderio. Gli oggetti nei romanzi, gli oggetti nei musei, gli oggetti nelle immagini pubblicitarie, gli oggetti nelle vetrine, negli scaffali, nei cataloghi. Gli oggetti nel progetto, nel linguaggio, nei libri, nelle riviste, nelle fotografie. L'oggetto va incontro a continui interventi di risemantizzazione. Quali e quante sono le forme di narrazione dell'oggetto? Quante le sue identità? -
L' infinita speranza di un ritorno. Sentieri di Antonia Pozzi
I sentieri percorsi da Antonia Pozzi si spingono nel fitto di relazioni complesse, armoniosi slanci, parole dell'io, dono di sé. Fulvio Papi ne mappa le intersezioni, in una abbondanza di prospettive che tentano di sbrogliare il nodo delle sensazioni provocate dalla perdita prematura della giovane poetessa. Nella Milano degli anni Trenta, fra gli splendenti ragazzi che si formarono alla scuola di Antonio Banfi, Antonia Pozzi matura una sapienza lirica d'eccezione, in grado di scavare nella roccia del tempo - come ebbe a dire Montale -, con la dolce fermezza delle stelle. Premessa di Brigida Bonghi. -
Memofilm. La creatività contro l'alzheimer. Con DVD
Oggi esiste un modo che può migliorare la qualità della vita di molte persone affette da demenza: è il Memofilm, uno strumento che, grazie a questo libro, ora è a disposizione di tutti. L'Alzheimer e le altre forme di demenza sono malattie che ""rubano"""" la memoria, la consapevolezza dì sé, degli altri e dell'ambiente circostante. Quali emozioni prova una persona che subisce una frammentazione psichica tale da perdere ogni riferimento spaziale e temporale? Possiamo immaginarlo? Oggi sono più di trentacinque milioni i malati nel mondo, un numero destinato velocemente ad aumentare. Il Memofilm è una terapia non farmacologica, semplice da realizzare e poco costosa, che può alleviare le sofferenze dei malati e la fatica di chi se ne prende cura. È il risultato di una sperimentazione scientifica durata cinque anni, svolta a Bologna da un gruppo di medici, psicologi e cineasti. Questo libro, corredato da un DVD che contiene alcuni esempi, è stato realizzato per divulgare tecniche, risultati della ricerca e per mettere a disposizione di coloro che desiderano cimentarsi nella produzione di un Memofilm - enti, istituzioni, operatori sanitari, familiari di pazienti, videomakers, semplici cittadini - gli elementi conoscitivi necessari: modalità, mezzi, procedure, tempi, costi. Il libro è anche il racconto di un'esperienza umana e professionale che ha visto fondersi arte e scienza in una visione condivisa - persona come unità corpo mente - e in un agire comune."" -
Il bambino che sono stato, l'uomo che divento. Genealogia dell'io e narrazione della sua trasmutazione
Cosa sta cambiando nei rapporti tra l'uomo, le sue facoltà ed il mondo? È, forse, intervenuta o sta intervenendo una mutazione antropologica? Per rispondere adeguatamente a tale quesito occorre ripensare in maniera anche severa, seppure attenta, i maestri della psicoanalisi, a partire da Freud e da Lacan. In particolare, va ridiscusso il ruolo da loro assegnato all'inconscio e al desiderio. Questa riflessione e questa riconsiderazione possono essere condotte attraverso la ricostruzione dei processi della presa di coscienza, affacciandosi ad un osservatorio privilegiato: quello dell'infanzia. Seguendo il percorso che porta all'identificazione personale, si può individuare, al posto dell'inconscio, una diversa facoltà fondamentale: l'impulsività, la quale, per il suo carattere non conflittuale con la coscienza, permette, più coerentemente, di tentare un raccordo complesso tra le diverse disposizioni dell'uomo e, quindi, tra i suoi differenti livelli esistenziali. -
Matriarcato e dee-madri
Grande antropologo e storico delle religioni, James Frazer ha dato alla magia la giusta collocazione nel sistema del sapere umano. Questo libro rigoroso ma di godibilissima lettura è tutto dedicato alla cultura delle società matriarcali. L'impero delle donne è un momento di passaggio. Dal regno del dono e della condivisione libera di risorse e piaceri, si passa alla legge, al sistema di divieti e punizioni del patriarcato moderno. -
Istinti e istituzioni
L'uomo è l'animale che sa fare la storia. Eternamente combattuto tra istinto e legge, l'essere umano sa creare, disfare, rivoluzionare. Deleuze dialoga con Kant, Darwin e Freud alla ricerca di una narrazione possibile per la bella e insuperabile ambiguità della natura umana. Tra racconto, critica, pensiero e poesia, uno dei percorsi intellettuali più affascinanti degli ultimi decenni. -
L' approccio ecologico alla percezione visiva
"L'approccio ecologico alla percezione visiva"""" di J.J. Gibson costituisce uno studio imprescindibile su come funziona la visione umana. Oggetto della lucida analisi dello psicologo americano è non solo come vediamo l'ambiente che ci circonda (le sue superfici, i layout, i colori, le texture), ma anche la percezione di dove ci troviamo rispetto all'ambiente e la comprensione di come la visione ci permetta di fare le cose, dalle più semplici alle più complesse. In questo libro, inoltre, il concetto di affordance, già presente in """"The Senses Considered as Perceptual Systems"""" (1966) e precisato nel saggio """"The Theory of Affordances"""" (1977), è sviluppato e approfondito. Tale nozione è stata ripresa di recente in moltissimi ambiti, dalla filosofia alla robotica alla psicologia evolutiva: per questo motivo, e per l'importanza che il pensiero dello psicologo riveste tuttora per le teorie della percezione post-cognitiviste (si pensi all'enactive approach), riproporre Gibson in traduzione aggiornata è operazione assolutamente necessaria." -
Giudizi divini, giudizi terreni. Gli animali tra teologia e diritto
Si dice che gli animali siano privi di anima e che le religioni positive li escludano dalla dimensione spirituale - sono contorno delle vite dell'umano. Così anche il diritto terreno, sulla scorta di quello divino, ha normato la vita degli animali come se fossero degli oggetti e mai dei soggetti. Scoprire che, in realtà, gli animali sono teologicamente rilevanti rivoluziona anche la questione dei loro diritti non in un presunto aldilà, ma anche in un ""aldiqua"""" in cui la loro sofferenza e morte non può più essere sostenuta dalla malvagità del banale dei nostri giorni. Introduzione di Leonardo Caffo."" -
Margini dell'umanità. Animalità e ontologia sociale
Che rapporto esiste tra la costruzione delle nostre società e la costruzione del concetto di ""umanità"""" in opposizione, e dunque per negazione, a quello di """"animalità""""? La questione animale non è tanto, o soltanto, quella dei """"diritti animali"""" quanto, piuttosto, quella dell'animalità dell'umano e dell'idea di mondo che potrebbe derivare contrastando radicalmente l'opposizione """"noi/loro"""" che caratterizza la presunta superiorità di Homo Sapiens.""