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Una morale per tutti gli animali. Al di là dell'ecologia
Viviamo in delle società dove la moralità vigente stabilisce una barriera netta tra gli esseri umani e gli altri animali. Senso comune vuole che solo gli esseri umani debbano essere rispettati e, ogni volta che si parla di qualche questione etica o politica si pensa, infatti, che si parli soltanto di come agire nei confronti degli esseri umani. Ma se invece fosse necessario ripensare l'etica e la politica proprio a partire dai nostri obblighi nei confronti degli animali non umani? E se anche i nostri interessi, connessi all'ecologia, non c'entrassero nulla con questo ripensamento? Un saggio che guida il lettore verso una nuova e rivoluzionaria teoria: doveri positivi e negativi non esistono solo nei confronti degli esseri umani, ma di ogni animale su questa terra. Introduzione di Leonardo Caffo. -
La grande etica. Testo greco a fronte
"La Grande Etica"""" (Magna Moralia) è il terzo trattato di morale presente nel corpus delle opere di Aristotele. Oggetto di accesi dibattiti tra gli studiosi del trascorso secolo e del nostro, essa è stata per lo più ritenuta opera di un peripatetico che riassunse le tesi morali del grande filosofo senza coglierne l'intrinseca forza speculativa. La presente edizione la presenta in una luce del tutto nuova: nell'Introduzione si dimostra che è uno scritto essoterico, nel quale è raccolto un corso di lezioni tenute da Aristotele a un uditorio più ampio di quello della Scuola, e si presentano in una forma espositiva più sobria, ma non per questo meno rigorosa, le dottrine che saranno successivamente riprese nell'""""Etica Nicomachea"""" e nell'""""Etica Eudemia"""". La traduzione si caratterizza per il rigore filologico e l'assoluta fedeltà al testo greco (stabilito da Susemihl), che si produce a fronte. Si segnalano altresì le note di commento e l'utile Indice degli argomenti." -
Follia e disciplina. Lo spettacolo dell'isteria
L'isteria è scomparsa dai prontuari medici e dalle corsie degli ospedali, dove era in voga tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo. Viceversa, i palcoscenici del teatro e della danza, già a partire dai primi del Novecento, accolgono sempre più spesso una gestualità dirompente, patologica, virulenta. In questo saggio, l'autore analizza il fenomeno incrociando la storia dello spettacolo con le scienze sociali e la storia del costume. Dalle avanguardie teatrali al Tanztheater fino alle più recenti espressioni della danza e del teatro contemporaneo, la performance isterica riemerge costantemente nel lavoro di molti registi e coreografi, che hanno cercato di disciplinare la follia sulla scena: da Pina Bausch a Sasha Waltz, da Romeo Castellucci a Pippo Delbono ed Emma Dante, fino a Jan Fabre e Alain Platel, ai quali è dedicata un'ampia appendice. -
Penne e pellicole. Gli animali, la letteratura e il cinema
"L'Umano"""" si è sempre definito come differenza da """"l'Animale"""" e, in questa differenza, gli animali, quelli realmente esistenti, sono stati persi di vista per essere trasformati in merce, forza lavoro, divertimento e spettacolo. Anche la recente proliferazione degli animali in ogni produzione dell'immaginario umano (dai saggi ai romanzi, dalla pubblicità ai fumetti, dal cinema all'arte figurativa) non sembra tanto essere il segno di una ripresa di interesse verso di loro, quanto piuttosto un'operazione di ulteriore occultamento per moltiplicazione della """"questione animale"""" e delle conseguenze morali e politiche che richiederebbero una radicale modificazione dei rapporti di forza che regolano la nostra società. Senza questa consapevolezza, che ci riporta a terra tra gli animali, poco cambia che si parli sugli animali, degli animali o per gli animali. Rimaniamo comunque presi in un'immensa scenografia pornografica dove uno sguardo, che continua a concupire la carne, arresta i corpi animali in posture preconfezionate, trasformandoli in oggetti pronti per essere venduti - in libreria, al cinematografo o in macelleria. Questo libro, tenendo dritta la barra in direzione della liberazione animale e non dimenticandosi che gli umani altro non sono che altri animali, cerca di smarcarsi da questa prospettiva, da questo mangiare con lo sguardo. Frutto del lavoro degli ultimi anni, il volume è una raccolta di saggi che hanno inseguito animali in carne..." -
Cinema senza fine. Un viaggio cinefilo attraverso 25 film
Il cinema è morto? Funerale rimandato a data da destinarsi.""Che cosa è il cinema?"""", continua ad essere una domanda inevasa, e per quanto ancora molti cerchino la risposta con la lanterna magica, a nessuno interessa più una sua definizione. La sua originalità ne permette reviviscenza e sviluppi, la sua immortalità gli consente di uscire dalla tomba in cui era stato sepolto, vivo. E se esiste - anzi si rilancia - una nuova cinefilia è perché vediamo film ovunque, in tv, su satellite, su web, su tablet, su smartphone, su schermi urbani, in aereo, in treno, in nave, e non per questo ne perdiamo l'aura. Una metamorfosi perfetta e soprattutto spontanea. Il cinema si è riprogrammato da solo e ha generato una cultura che gli cresce intorno, sempre imprevedibile. Attraverso questi 25 film, tra i più rappresentativi (e spesso misconosciuti) capolavori del contemporaneo, scopriamo come il cinema pensa a se stesso e al mondo. Postfazione di Enrico Ghezzi."" -
Memorie traumatiche. EMDR e strategie avanzate in psicoterapia e psicotraumatologia
La letteratura contemporanea più avanzata pone al centro dell'interesse psicoterapeutico il ruolo svolto dalle cosiddette ""memorie somatiche"""" nella genesi e del mantenimento di ampia parte della psicopatologia, non solo di tipo post-traumatico. Oltre a ciò, è sempre più evidente la necessità di ricorrere (anche) ad approcci psicoterapeutici che utilizzino il linguaggio per andare al di là di esso, e accedere - dietro e dentro alle parole - al vasto e complessivamente indicibile regno delle emozioni e soprattutto delle sensazioni fisiche e viscerali, impermeabili al linguaggio, alla costruzione di significati e alla razionalità, e potenzialmente immortali. L'EMDR è certamente uno tra gli approcci maggiormente consolidati e verificati in sede di ricerca evidence-based per il trattamento del PTSD, ma la fenomenologia caleidoscopica dei disturbi post-traumatici e connessi alla storia di attaccamento richiede necessariamente uno sguardo clinico ampio e sofisticato, nonché l'adattamento delle procedure standard che hanno consentito una così ampia diffusione dell'EMDR. Può dunque rivelarsi utile, se non indispensabile, modificare le procedure standard dell'EMDR, integrarle, alternarle o sostituirle con altri approcci che """"dialogano"""" con il corpo del paziente, adattando cioè il procedere clinico alle esigenze del paziente, e non a quelle (talvolta scolastiche) del terapeuta. Prefazione di Alessandro Vassalli, nota introduttiva di Roger M. Solomn."" -
I grandi problemi dell'estetica teatrale
"Il testo affronta in maniera sistematica i diversi tipi di teatro (classico, radiofonico, di marionette...) e le sue diverse componenti (testo, scena, attori, personaggi, azione...). Considera quest'arte nella sua organicità, ponendo particolare attenzione al tema della messa in scena e alle diverse concezioni del tempo che essa implica. Sono menzionate tutte le principali teorie del teatro, e le grandi controversie tipiche sono riprese e discusse. L'intento di Souriau è sempre quello di distinguere tra le questioni filosofiche che il teatro solleva, e quelle più genericamente culturali, psicologiche, spettacolari. Trattandosi di lezioni rivolte a un pubblico di studenti universitari, l'andamento della discussione è molto preciso, piano, ricco di esempi. Manca di un apparato di note, indispensabili, al quale provvederò come curatore.""""" -
La filosofia di Carlo Sini. Semiotica, ermeneutica e pensiero delle pratiche
Il pensiero di Sini diviene miccia, esplosivo e, insieme, apertura di una fenditura che permette di vedere in modo più perspicuo le stanze del pensiero contemporaneo. Tout se tient, secondo l'autore, nella riflessione del maestro: la partenza fenomenologica e l'approdo al tema del segno, l'analisi del circolo ermeneutico heideggeriano e la sua assimilazione alla semiosi infinita peirceana, l'individuazione di un'interna differenza tra relazione segnica e relazione simbolica, e il conseguimento della fondamentale distinzione evento-significato. Infine, il prodursi del pensiero delle pratiche e del tema del transito della verità. Ogni aspetto illumina l'altro, in un rinvio continuo che moltiplica esponenzialmente le occasioni di indagine, piuttosto che produrre smarrimento nel lettore. Nulla appare 'sorpassato', pur nello scorrere degli anni, eppure l'approdo finale rimescola completamente le carte che erano state distribuite all'origine. Cristiano riesce così mirabilmente a tenere insieme l'alfa e l'omega della produzione di Sini, mostrando con grande lucidità come l'attenzione al segno, al mondo dei simboli, delle interpretazioni e delle pratiche sia da leggersi produttivamente solo come una freccia, un indizio: verso una filosofia da vivere come un impegno etico, un abito comportamentale, un piano immanente di esperienza viva. Potremmo dire e cito le stesse parole finali dell'autore - come un'azione politica. -
Il mito della perfezione. Fragilità e bellezza nei disturbi del comportamento alimentare
Il cibo è vita, e l'atto di nutrirsi è carico di significati affettivi profondi. Elena Riva racconta il rifiuto del cibo in alcune donne celebri: da Santa Caterina da Siena a Simone Weil, da Maria Callas a Lady Diana, astenersi dai piaceri del palato è un modo per esprimere non solo un disagio emotivo, ma anche una ricerca di pienezza che non riguarda il corpo, ma la mente e i valori. Un'aspirazione alla perfezione etica che può diventare malattia. -
Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino
Rivolgendosi al ""cuore che non trema della ben recintata verità"""", Parmenide afferma l'eternità dell'essere. Portandosi oltre Parmenide, il filosofo Emanuele Severino sostiene che ad essere eterno è ogni essente, quale che sia la modalità del suo """"essere"""", e chiama """"struttura originaria"""" la dimensione del sapere che attesta questa eternità in modo incontrovertibile. Il presente volume intende anzitutto riflettere sulle implicazioni della proposta di Severino, anche attraverso l'esposizione e l'esame di alcune delle principali critiche mosse alla tesi dell'eternità dell'ente. A partire dal dialogo di metafisica tra Gustavo Bontadini, Severino e i loro allievi, il testo offre poi uno spaccato del fermento teoretico sollevato da questi grandi maestri del pensiero con i quali si sono confrontati, per la determinazione del senso della verità, filosofi e teologi di diversa provenienza."" -
Estetica e differenza in Wittgenstein. Studi per un'estetica wittgensteiniana
Il libro ripercorre alcune tappe del pensiero di Wittgenstein per svelare la possibilità di un'estetica come riflessione sulle condizioni di senso dell'esperienza. La ricerca si concentra sul complesso rapporto tra l'unità dell'esperienza e la molteplicità dei fenomeni, cogliendo nella differenza tra senso e non-senso il 'luogo' in cui si istituisce la domanda sull'opera d'arte e sul suo apparire non solo visivo, ma anche uditivo. Proprio l'apparenza sembra diventare l'oggetto di una comprensione estetica che non rinuncia a mostrare il dovere del senso, in un piano su cui l'estetica incontra l'etica. -
Atelier d'artista. Gli spazi di creazione dell'arte dall'età moderna al presente
Spazio di vita e di creazione, l'atelier è da sempre figura cruciale all'interno del sistema dell'arte. Che sia bottega o factory, alcova o letterario salotto, immacolato ufficio o caotica officina di immagini e fallimenti, mansarda, piazza o scrivania, lo studio dell'artista rappresenta un oggetto di riflessione complesso, una sfida e una promessa per chi pensa la storia dell'arte come un'interrogazione non soltanto dell'opera e della sua tradizione ma anche delle relazioni plurali che ne hanno di volta in volta orientato la produzione. I saggi raccolti in questo volume, frutto di un seminario promosso dal Laboratorio Archivio di Storia dell'Arte dell'Università di Salerno, affrontano secondo metodi e angolazioni plurali l'analisi dell'atelier e dei suoi significati, disegnando lungo un ampio arco cronologico - dal XVI secolo al presente - un inedito percorso critico, un'indagine puntuale su un luogo, fisico e simbolico, al confine fra il pubblico e il privato. -
Culture del lavoro e dello svago in Lombardia
Questo libro nasce dalla collaborazione tra le aree di ricerca antropologica ed etnomusicologica della Facoltà di Studi Umanistici dell'Università di Milano e l'Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) della Regione Lombardia, nell'ambito della realizzazione del Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia (REIL). I saggi qui raccolti sono il frutto delle riflessioni scaturite a partire dai materiali di ricerca etnografica e si condensano intorno a due temi specifici, distinti e allo stesso tempo profondamente interrelati: le culture del lavoro e le culture dello svago. Nel dettaglio, dopo un'introduzione rivolta a offrire un inquadramento antropologico di questi due macro-temi, il volume è strutturato in tre sezioni: la prima sezione riguarda le trasformazioni del lavoro agricolo con un'attenzione alle identità professionali, alla diversificazione delle strategie produttive, dei canali di vendita, di gestione della terra e delle acque, e delle pratiche tradizionali. La seconda sezione è dedicata al tema dello svago attraverso contributi che fanno emergere soprattutto i cambiamenti nella vita culturale delle feste, della danza, delle pratiche applicate e delle memorie audiovisive degli operai delle grandi fabbriche di Sesto San Giovanni. Infine, l'ultima sezione accoglie due contributi relativi al lavoro di archiviazione dei materiali raccolti, alla loro classificazione e valorizzazione nell'ambito della candidatura UNESCO. -
L' inquietudine dell'esistenza. Le radici luterane dell'ontologia della vita di Martin Heidegger
Nei corsi friburghesi degli anni Venti la lettura heideggeriana non solo degli autori cristiani (Paolo e Agostino), ma anche del ""pagano"""" Aristotele, subisce la decisiva influenza - spesso ignorata o misconosciuta - del giovane Lutero, colui che mette in atto una destructio radicale del """"vecchio Adamo"""", l'uomo del peccato, in vista della sua rinascita, nonché della theologia gloriae, la teologia scolastica, in vista di una theologia crucis, l'esperienza storica di un Dio che si fa uomo e muore crocifisso. In modo analogo Heidegger decostruisce la filosofia speculativa della vita ed elabora una comprensione della vita fattizia, storico-concreta, realizzabile solo attraverso la metánoia dell'esistenza. Nel solco dell'interpretazione luterana, Heidegger ricava dalle Lettere paoline, dalle Confessioni agostiniane e dagli scritti aristotelici le categorie proto-cristiane e proto-fenomenologiche, che indicano formalmente come la vita si attua, lacerata tra possibilità opposte di cui quella più propria, da assumere o fuggire, è la morte -, che la rendono massimamente in-quieta. Tali categorie rappresentano il laboratorio da cui sorgerà l'analitica esistenziale di Essere e tempo, l'analitica di un Dasein finito, gettato-nel-mondo, che non è una """"sostanza"""" fissa e immobile, ma, in quanto apertura al possibile, un a-venire."" -
Contesti del riconoscimento
Per Prima Modernità gli autori intendono una sorta di versione ""originaria"""" di un atteggiamento problematico nei confronti di fenomeni sociali e culturali che hanno rappresentato momenti di crisi evidente nello sviluppo della società occidentale, in particolare europea. Si è trattato del presentarsi inatteso di svolte critiche nella gestione della relazioni intersoggettive, della produzione intellettuale e delle concezioni dell'ordine politico, in più occasioni messo alla prova. Queste sono date da due conflitti mondiali, da almeno una rivoluzione sociale, da mutamenti dello stile di vita collettivo, e da un ripensamento generalizzato della funzione e delle modalità di alcune forme artistiche e del sapere. Sono state decisive, in questo senso, soprattutto la musica, la letteratura, le arti visive, ed una rinnovata considerazione del sapere scientifico, dei suoi sviluppi interni, e delle sue applicazioni tecnologiche. Gli autori intervengono offrendo testi interpretativi e di approfondimento delle tematiche sopra annunciate, riuscendo a comporre un quadro della modernità tra metà Ottocento e il secondo dopo guerra. La conclusione della crisi sembra abbia individuato un punto di svolta storico, che ha permesso una delimitazione e un ricompattamento nel senso della densità e della coerenza problematica di questi cento anni, un secolo dopo tutto non tanto breve."" -
Storia dello sviluppo economico medievale. L'Europa occidentale dalla fine dell'Impero Romano alla scoperta dell'America
L'autore affronta la storia dello sviluppo economico del Medioevo europeo occidentale con un lavoro a tutto campo che intercetta spesso la sociologia e la metodologia della ricerca storica. Il libro si rivolge essenzialmente agli studenti universitari di Storia, Filosofia, Lettere nonché ai docenti di scuola superiore ed ai ricercatori. In questo volume si esplora puntigliosamente e molto ampiamente il tema dello sviluppo economico medievale (e non della crescita, come si affretta l'autore a chiarire) con un rispetto particolare per lo svolgimento cronologico, in modo tale che ogni passaggio è consegnato ad una fase ben precisa della storia medievale. Tale attenzione risolve così uno degli ostacoli principali della didattica della storia economica medievale, quello dell'eccessiva ampiezza dell'arco cronologico nel quale quasi tutti gli studi specialistici trattano i vari aspetti delle trasformazioni economiche. In questo libro, invece, i fenomeni significativi, quali la disgregazione del sistema servile, la funzione economica del monachesimo, il mito del feudalesimo, la comparsa dei liberi Comuni, la ""Rivoluzione commerciale"""", le nascita delle banche, l'economia delle esplorazioni geografiche, età, sono collocati nell'appropriata genitura cronologica e spiegati con un rigore filologico che risponde alle due domande di fondo degli storici e degli economisti: """"Perché proprio lì ? Perché proprio allora ?""""."" -
Socialmente pericolosi. Le storie di vita dei giovani nei quartieri spagnoli di Napoli
Chi sono i giovani di oggi? Quali sono le difficoltà che affrontano quotidianamente per costruire il loro futuro soprattutto nei quartieri al margine della società? Sociologi, educatori, psicologi oggi più che mai, in un momento storico di crisi economica e valoriale, li osservano e studiano. La questione giovanile è diventata sempre più complessa in quegli spazi urbani disagiati, dove la vita quotidiana agli occhi di tutti, richiede una gestione diversa e solo in pochi, sfuggendo, riescono a garantirsi un futuro migliore. Il volume presenta dopo una prima analisi del mondo giovanile, una ricerca qualitativa condotta dentro i Quartieri Spagnoli sui ""Socialmente Pericolosi"""" un gruppo di giovani che riesce attraverso la passione per il cinema e la creatività, a dimostrare di non essere un pericolo sociale. Sono Socialmente Pericolosi perché non si piegano al destino da camorristi. Fanno da scenario quotidiano alle loro esperienze di crescita, i quartieri della Napoli storica, cari all'analisi di Walter Benjamin e altri studiosi di scienze sociali."" -
Ululare con i lupi. Conformismo e reverie
Ripercorrendo le opere sociali di Freud alla luce delle successive elaborazioni di Bion, Eugenio Gaburri e Laura Ambrosiano propongono un'idea di sviluppo radicato nell'incontro con l'altro, con la capacità sognante dell'oggetto di accogliere e contenere le emozioni che le esperienze suscitano nel soggetto emergente. Gli autori assumono l'esperienza del lutto come fondante i processi di separazione dai primi oggetti. La separazione ci mette di fronte al terrore della caducità, e il gruppo è lo spazio in cui si organizzano modi di elaborarla. Ma dal gruppo il soggetto deve poi emanciparsi, pur mantenendo una disponibilità a lasciarsi impregnare dalla cultura dominante. La funzione di rèverie è qui intesa come un'apertura intermittente della mente al ""contagio"""" da parte dell'altro. Una carenza di rèverie è alla base sia del conformismo come identificazione al gruppo (conformismo sociale), sia del conformismo in analisi (l'adesione acritica alle idee dei maestri o dell'istituzione psicoanalitica). Nascono così le """"ideologie-rifugio"""", il momento in cui anche gli orientamenti più pregnanti (ambientalismo, femminismo, pacifismo) vengono assunti come """"tane"""" dove trovare scampo dalla paura di sentire e di pensare. Da qui l'espressione freudiana """"ululare con i lupi"""", cioè conformarsi all'altro, eludendo la propria specificità e il proprio progetto di individuazione. Presentazione di Claudio Neri, postfazione di Dino Vallino."" -
Bioetica e cura. L'alleanza terapeutica oggi
Il C.I.R.B. (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), cui aderiscono tutte le Università campane, è un organismo di ricerca nel quale - con metodo rigorosamente scientifico, grazie al concorso di qualificati cultori delle varie discipline interessate e in un clima di costante e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle diverse posizioni culturali - è possibile delineare le trame di una serena e ponderata riflessione comune su tematiche che coinvolgono l'identità stessa della persona umana e il destino delle generazioni future. -
Fare e disfare il genere
Cosa resta del genere? Quali spazi per articolare criticamente un discorso sulla norma eterosessuale, sul femminismo, sulla parentela, sulle unioni tra persone dello stesso sesso, sul corpo, sull'identità di genere e i suoi presunti ""disturbi""""? E in che modo l'articolazione critica di un discorso sul genere sollecita, e veicola, motivi di ripensamento del riconoscimento intersoggettivo, dell'interdipendenza, della vulnerabilità, del desiderio - e dell'autodeterminazione? Questi i nodi trattati tra le pagine di Fare e disfare il genere, che costituisce la riflessione più matura - e vibrante - di Judith Butler sui temi che nei primi anni Novanta furono al centro del fondamentale, e tuttora discusso, Gender Trouble, caposaldo del femminismo contemporaneo e stella polare delle teorie queer. Si tratta, per molti aspetti, di una vera e propria riconsiderazione di quelle tesi iniziali: """"to do and undo one's gender"""", infatti, non significa considerare il genere solo nei termini di una performance che si può fare o disfare, recitare in modo più o meno consapevole, più o meno critico, o più o meno dissidente. Significa, piuttosto, soffermarsi sulla processualità del """"fare"""" e del """"disfare"""", individuale e collettiva, per cogliere in essa i tratti di una riconfigurazione costante dei parametri di intelligibilità del soggetto che il genere, incessantemente, produce.""