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Albert Camus, ricordi
Jean Grenier, il raffinato intellettuale che esercitò una profonda influenza sul giovane, nel 1968, a quasi un decennio dalla morte del premio Nobel (1960), traccia, attraverso i ricordi, il profilo dell'allievo di un tempo e dell'amico di una vita. Sottraendosi alle pretese esaustive della biografia e del saggio critico, ci consegna il racconto del reciproco apprendistato che generò e alimentò un'amicizia fatta di molte intese ma anche di sostanziali e permanenti differenze. Con sobrietà di stile e intelligente umanità Grenier porta la sua ""breve testimonianza"""" dell'amico-scrittore e dell'epoca che li ha accomunati e accende slanci, dubbi, scelte, contraddizioni da cui affiorano la vita quotidiana, la politica la religione, i temi esistenziali."" -
I porti della peste. Epidemie mediterranee fra Sette e Ottocento
Una crociera molto diversa dalle scorribande vacanzieresche oggi vengono proposte nel Mediterraneo. La rotta sembra essere quella turistica odierna, di porto in porto, da Marsiglia a Messina, da Split a Malta, da Corfù a Tunisi, e a Maiorca, in realtà il percorso suggerito arretra nel tempo, al Settecento e all'Ottocento, e soprattutto si carica di un rischio mortale: la peste. Il viaggio ha inizio nel 1720 e si conclude nel 1820, coprendo il lungo periodo della guerra dei cento anni combattuta dalle località costiere mediterranee contro il flagello. -
Storie del bosco boemo e altri racconti
"Vagheggio un genere letterario misto, tra il saggio, il poema e il racconto"""". Così dichiarava Angelo Maria Ripellino, che si diceva attratto dall'idea di scrivere dei racconti-saggi """"al modo di Borges"""". In questi racconti l'autore vi tenta l'alchimia della fiaba, l'azzardo del meraviglioso, con una scrittura """"impreziosita da stralunate parole"""" che anima quadretti, teatrini e """"macchine narrative"""" in cui confluisce """"sempre sotteso di tenerezza e rimpianti e calore umano"""" il piacere di raccontare """"concrete, tangibili storie""""." -
In morte di un cane
"Non voglio affezionarmi, ma sono contento se qualcuno si affeziona a me. Così ragionano tutti i miei simili; e quando non trovano nessuno che possa rispondere ai loro desideri, trovano sempre un cane ai cui occhi non sono né zoppi, né brutti, né ciechi, né sordi, né deformi, né vecchi"""". Addentrandosi nello specchio silenzioso dell'agonia e della morte del proprio cane, Jean Grenier l'inquieto e raffinato intellettuale francese, maestro di Albert Camus, ci consegna un nuovo breve ma prezioso esempio di quella prosa filosofica che hanno amato i lettori di """"Isole"""" e """"Ispirazioni mediterranee""""." -
Ispirazioni mediterranee
Quando pronuncia all'Université des Annales la Conferenza a cui dà come titolo ""Inspirations Méditerranéennes"""" - formula ripresa in seguito da appassionati del Mediterraneo come il filosofo Jean Grenier, per indicare non solo la sensazione rinvigorente dell'aria salsa ma il rapporto fra una scrittura e la sua origine - Paul Valéry ha 62 anni e la Francia vive la pace sospesa dell'entre deux guerres. È la fine del 1933, l'anno in cui la carta geopolitica d'Europa si chiazza di una nuova dittatura che si attribuirà un potere di distruzione quasi totale, radicato nel mito di un'origine """"pura"""" e di un destino di dominio. Ed è significativo che nelle pagine scritte per le Annales Valéry proponga con forza lo schema classico della mediterraneità europea."" -
Un anno. Scritti per la rivista «I Siciliani»
"Libro della storia che noi viviamo. Scritto giorno per giorno"""". Con queste parole Giuseppe Fava, chiudendo l'editoriale del primo numero de I Siciliani, nel 1983, sintetizzava forma e sostanza della rivista che aveva appena fondato a Catania. E sono quelle sue stesse parole di allora a esprimere oggi il senso, la forza, la necessità di Un anno, la raccolta completa di tutti i suoi articoli su I Siciliani. Le inchieste, i racconti, gli editoriali, le analisi che lo compongono costituiscono la testimonianza del rigore etico e professionale, della passione civile, del talento narrativo di Fava e ci consegnano pagine improntate alla volontà di sapere, di informare e raccontare, all'ostinazione nel cercare oltre la superficie dei fatti e delle cose. Libro della storia che noi viviamo, Un anno - come hanno scritto Elena e Claudio Fava - """"è uno sguardo nudo ed estremo sulle cose che Fava scrisse e dunque sulle cause della sua morte"""". E nel passare da una riga all'altra, dimorando nelle sue pagine come nei luoghi e nel tempo di quel """"giorno per giorno"""", leggere ci sembra più che mai un modo ancora possibile di non arrendersi." -
Trattato dei ceci
Il ""Trattato dei ceci"""" ha il fascino delle fiabe di altri tempi piene di ortaggi e frutti magici, ma è un originale trattato enciclopedico sul più umile dei legumi e sui suoi intriganti segreti. Inseguendone nomi, coltura, diffusione, consumo, tradizioni e leggende, i due autori trascinano il lettore in un viaggio straordinario nello spazio e nel tempo, nella geografia e nella storia, dal Mediterraneo fino all'Estremo Oriente. Un libro erudito quanto ironico e gustoso, corredato di numerose ricette accompagnate dalle raffinate illustrazioni di Odile Alliet."" -
Turchia d'Europa. Le ragioni di un ritorno
Perché la Turchia in Europa? Gli autori del libro ragionano sulle possibili risposte a questa domanda, offrendo al lettore due prospettive: quella della storia, che percorre a ritroso il cammino delle due realtà evidenziandone i punti di convergenza, e quello degli studiosi dell'attualità, che fotografano l'approdo nell'oggi del percorso turco. Un doppio sguardo che non restituisce, tuttavia, un'immagine sdoppiata ma al contrario, consente di mettere a fuoco le complessità e contribuisce a una riflessione più consapevole sul dialogo ancora troppo esitante fra Turchia ed Europa. -
Libano. Frammenti di storia, società, cultura
"Parlare di Libano """"oggi"""" è come parlare di un atleta in movimento"""", dichiara il sociologo Daniel Meier in apertura di questo libro, sottolineando la sfida che esso contiene. Il volume infatti raccoglie le voci di studiosi e intellettuali libanesi chiamati a interrogarsi su una fase cruciale della storia del loro Paese: all'indomani del ritiro militare siriano, nella primavera del 2005, e della guerra dell'estate del 2006 con il suo seguito di incertezze sul piano politico e sociale. Nella polifonia di queste voci, viene qui proposta una gamma di riflessioni la cui diversità testimonia la peculiare complessità del 'modello libanese'." -
Il ciclope
Dopo l'apprezzata e originale traduzione dell'""Iliade"""" di Omero a cura di Daniele Ventre, Mesogea propone un'altra preziosa testimonianza della letteratura greca classica: """"Il ciclope"""" di Euripide, in una nuova versione poetica, realizzata dallo stesso giovane studioso, che è anche la prima a conservare in italiano la struttura metrica dell'originale. """"Il ciclope"""" è il solo """"dramma satiresco"""" (la rappresentazione teatrale comica che solitamente seguiva a quella di una trilogia tragica per stemperarne la tensione) giuntoci integro nella tradizione manoscritta del dramma attico e rappresenta in sé un unicum nel panorama di ciò che si è salvato del teatro antico. Rilettura in forma di parodia e dai toni fiabeschi del notissimo episodio di Polifemo contenuto nel IX canto dell'Odissea, è una pièce dominata dalla figura di un ciclope molto diverso dal mostro omerico: l'aura sinistra della sua primitiva bestialità lascia qui il posto a un grottesco molto vicino alla modernità."" -
La libraia di Marrakech
Un'infanzia che trascorre tra le mura di casa, ma insieme a tanti libri. Poi la casa diventa una libreria, a Marrakech, e un giorno la libreria impara a camminare, diventa una carovana che porta libri, storie, autori in giro per i villaggi del Nord Atlante e del Sud del Marocco. Potrebbe essere la trama di un racconto fantastico... uno dei tanti che vengono da questo antichissimo paese, invece è una storia vera, quella di Jamila Hassoune, libraia di Marrakech e libraia nomade. Un'avventura iniziata negli anni Novanta che continua ancora e che viene qui narrata in forma di breve autobiografia e in una lunga conversazione con Santina Mobiglia. La voce di Jamila si alterna con le immagini che documentano gli incontri delle Carovane del libro e ripercorre, insieme alla sua storia, temi e momenti cruciali del Marocco contemporaneo. -
Uno sguardo ferito
Nell'Algeria del 1962, alla vigilia dell'Indipendenza, in un villaggio prostrato da sette anni di guerra, Hassan, un adolescente di 15 anni, comincia a perdere la vista a causa di un distacco della retina. Di fronte all'impotenza della medicina, la madre ricorre agli stravaganti rimedi di marabutti, maghi e ciarlatani. Il ragazzo vive così il progresso implacabile della malattia e i drammi del suo paese in lotta. Eppure Hassan è sempre capace di ridere, di desiderare, di imparare, sostenuto dalla memoria e dalla capacità di osservare col suo sguardo ferito la vita circostante, tenera, folle, crudele. Introduzione di Domenico Canciani. -
Gli odori di Marie Claire
Questa è una storia d'amore. Mahfudh, giovane tunisino emigrato da diversi anni in Francia, portiere in un albergo e docente universitario a contratto, incontra in un caffé parigino Marie Claire, giovane donna francese che, dopo gli studi di storia e geografia, sceglie di lavorare come impiegata in un ufficio postale. I due si innamorano e vanno a vivere insieme, avviando la cronaca quotidiana di ragione e sentimento che apre il varco alla scoperta di sé e dell'altro, ma anche alle insidie della vita in comune. Nel racconto che Mahfudh fa della sua relazione con Marie Claire - intrisa di una sensualità senza manierismi, istintiva ed essenziale come una lingua d'intesa - emergono le differenze, i codici simbolici, di un universo sentimentale fatto di due mondi, quello delle donne e quello degli uomini. Ma non solo. -
Profezia e disincanto. Il tempo a venire nella tradizione letteraria e musicale
Che cosa accade quando il futuro, per strade misteriose, viene a visitare il presente? In che modo modifica la consueta percezione del tempo, riscrive il passato, apre nuove strade per l'avvenire? Frutto delle ricerche di studiosi di numerose università italiane, questo volume è dedicato alle rappresentazioni letterarie e musicali, dall'antichità a oggi, dei misteriosi linguaggi della profezia: presagi, oracoli, sogni premonitori. Le visioni profetiche danno forma a nuove concezioni della storia e dell'utopia, rivelando le pulsioni e le angosce più profonde dell'epoca in cui sono state immaginate. Introduzione di Fabrizio A. Pennacchietti. -
Il futuro come intreccio. Tempo e profezia nella tradizione letteraria moderna e contemporanea
In quali e quanti modi il futuro incontra la letteratura? Il tema del futuro nelle opere letterarie accentua la centralità del tempo inteso come trascorrere, significativa alterazione del prima e del dopo rispetto alla logica sequenza degli avvenimenti, e incrocia la questione della 'coscienza della storia'. I saggi presenti nel volume, frutto delle ricerche svolte da studiosi delle Università di Bari, Cassino, Milano, Napoli e Padova, offrono una mappa delle rappresentazioni del futuro nella tradizione letteraria dal Rinascimento all'età contemporanea, insieme allo studio delle modalità attraverso le quali esso si traduce in termini di intreccio narrativo. Lo sguardo del passato esercita un'influenza sul futuro e si fa modello. La letteratura si riscopre come l'altro volto della storia, ciò che il corso del mondo ha tralasciato e che il futuro leggerà. -
La banda dei Giufà e gli occhi di civetta
Continuano le sorprendenti avventure della banda dei Giufà! Questa volta tutto comincia uno dei tanti pomeriggi che i quattro ragazzi decidono di trascorrere tranquilli (si fa per dire...) al montarozzo. Lungo la strada che li porta al loro rifugio, infatti, incontrano Peppi e la sua combriccola di amici prepotenti, saputelli e non sempre così intelligenti come credono di essere. Peppi e i suoi compari sbarrano il passaggio a Giufà, Guha, Giaffah e Nasredin e per lasciarli proseguire pretendono una tassa. Ma l'allegra brigata dei Giufà non cadrà nella trappola e riuscirà a mettere a segno con ""gli occhi di civetta"""" un tiro davvero 'pungente'. E Peppi? Resterà con un palmo di naso con le mani in mano? Neanche per sogno. Da quel momento farà di tutto per rendere impossibile la vita dei quattro Giufà. E qualche volta sembrerà proprio sul punto di riuscirci. Ma non sempre la prepotenza e la presunzione hanno la meglio sulla saggezza e sulla furbizia... Età di lettura: da 6 anni."" -
Odissea
Dopo l'Iliade Daniele Ventre prosegue con l'Odissea nell'intento di restituire con la sua traduzione la forza comunicativa dell'originale omerico. Anche in quest'opera infatti torna all'uso di un verso che riproduca per quanto possibile la cadenza che caratterizza la lettura ritmica propria dell'età tardoantica. In questa nuova edizione dell'Odissea si ritrova la stessa emozionante 'dizione epica' che è possibile apprezzare nelle letture sceniche dell'Iliade cominciate in Sicilia nei mesi precedenti da Vincenzo Pirrotta, che le completerà nella prossima stagione del Teatro Stabile di Catania. -
Polifemo e la città dei ciclopi
Storie di creature magiche e mostruose, di giganti e maghe, di eroi ed eroine che appartengono al patrimonio di miti e leggende di Sicilia e del Mediterraneo. Due bambini curiosi, un Ciclope chiacchierone e un buffo Ariete nell'isola dei giganti con un occhio in più... Viaggio tra le meraviglie di una città speciale dove non si butta nulla e ogni cosa si trasforma in tante altre cose. Età di lettura: da 3 anni. -
A tavola con il sultano. Ediz. integrale
"A tavola con il sultano"""" è un invito alla scoperta della gastronomia ottomana. Un ghiotto libro di cucina corredato da decine di ricette originali dell'epoca accompagnate dalla sapiente e fedele rielaborazione sperimentata dall'autore. Ricerca storica e ricerca gastronomica si traducono nell'avvincente racconto di un'avventura che avvicina il lettore alle sorprese custodite in luoghi molto diversi ma dal medesimo fascino: la cucina, la biblioteca, l'archivio. Immergendosi in essi, Yerasimos osserva, analizza e ricostruisce i gusti della corte e della società ottomana e ci introduce con leggerezza e puntualità, attraverso i cibi dell'epoca e le consuetudini sociali che li accompagnano, in un universo al contempo estraneo e familiare, distante e contiguo. A partire dai registri contabili del palazzo di Topkapi, dai calmieri dei mercati, dai trattati medici e i ricettari dei grandi gastronomi arabi e turchi, dalle relazioni degli ambasciatori stranieri alla corte dei sultani tra il XV e il XVII secolo, Yerasimos porta alla luce una cucina """"oggi completamente dimenticata"""" dai gusti straordinariamente moderni. Un'autentica alchimia di semplicità e raffinatezza." -
Guasta semenza
Le vicende di un carrettiere di altri tempi, il suo singolare viaggio agli inferi in una terra desolata e contaminata dalla ""guasta semenza"""", narrate come una vera e propria favola gotica. Nel paesaggio metafisico di una Sicilia/Mondo inquietante e misteriosa, echi, forme e linguaggi di una tradizione narrativa dalle radici arcaiche ripropongono immagini, sogni e incubi del presente. Un viaggio onirico scandito in sette capitoli come sette porte che si aprono su altrettanti personaggi e il loro universo dolente con la tensione e il respiro del cuntu e della tragedia.""