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Ostraka. Rivista di antichità (2020). Vol. 29
In questo numero contributi di: T.P. Wiseman; Fabio Giorgio Cavallero; Panagiotis Konstantinidis; Francesco Marcattili; Ciro Parodo e Maria Stella Pisapia. -
Il futuro della mente. Da Leonardo alla società della conoscenza
I saggi raccolti in questo volume cercano di tracciare un bilancio della riflessione sulla mente a partire dall'ingegno di Leonardo da Vinci fino a giungere alle nuove frontiere della scienza e della tecnologia. Immaginare il “futuro della mente” significa anche interrogarsi sui caratteri e i limiti della natura umana, sul rapporto mente-corpo, sulla relazione fra intelligenza naturale e artificiale e sull'impatto della tecnica sul nostro rapporto con il mondo. I contributi si basano sulle relazioni e sulle comunicazioni presentate all'omonimo convegno nazionale, organizzato dalla Società Filosofica Italiana dal 7 al 9 novembre del 2019 tra Pistoia e Firenze. -
Un paese di paesi. Luoghi e voci dell'Italia interna
L’Italia è un Paese di paesi che da Nord a Sud punteggiano il territorio. È l’Italia interna, prevalentemente collinare e montuosa, marginalizzata dallo sviluppo contemporaneo, abbandonata e resa silenziosa dallo spopolamento, una vasta periferia territoriale trascurata dalle politiche, svuotata di funzioni e servizi, ferita nella sua dignità ambientale, sociale e culturale. Partendo dai processi storici che ne hanno causato il declino, il libro cerca di ridare voce a questa Italia ingiustamente definita “minore” e alle sue risorse diffuse, ricchezze e bellezze utili non solo alle comunità locali ma all’intera società, individuando i paesi come nodi nevralgici del patrimonio territoriale e come laboratori di rinascita nell’orizzonte incerto del nostro tempo, reso più cupo dalla pandemia. Dalla dorsale appenninica alle campagne, descrivendo il paesaggio e la società locale, gli scritti qui raccolti mettono a nudo le contraddizioni di uno sviluppo squilibrato, riportando al centro il territorio e cercando di indicare nuovi sentieri nei paesi antichi. -
Tenebre splendenti. Sul cinema di Roman Polanski
In più di sessant’anni di carriera, Roman Polanski, tra i più celebri e controversi autori del cinema contemporaneo, ha lavorato in contesti diversi (la Polonia sovietica, l’Europa, Hollywood), realizzando film di grande impatto e successo. Questo libro ripercorre la sua parabola artistica, segnata da una creatività febbrile che ha incrociato alcune grandi suggestioni culturali del XX e del XXI secolo. Dalla fascinazione giovanile per il Surrealismo all’emergere di una poetica moderna sull’identità (Il coltello nell’acqua), legata spesso ai luoghi come spazi da cui emerge il perturbante (Repulsion, Rosemary's baby, L’inquilino del terzo piano, Cul de sac, Carnage), da un’originale riformulazione delle architetture di genere (Chinatown, Frantic, Luna di fiele, La nona porta) all’amore per la tradizione e la materialità del cinema (Per favore, non mordermi sul collo!, Pirati), fino alle grandi riflessioni che spaziano dalla letteratura (Tess, Oliver Twist) al teatro (Macbeth, Venere in pelliccia), dall’arte alla musica (Che?, La morte e la fanciulla), dalla politica (L’uomo nell’ombra) alla storia (Il pianista, L’ufficiale e la spia). Un viaggio dentro le luci e le ombre delle innumerevoli contraddizioni umane, quelle di un cinema unico, che non ha mai smesso di affascinare e sedurre. -
Mangio, quindi sono? Cibo, potere, interculturalità
Questo libro parte dall'affermazione che il cibo è un'istituzione sociale, costruita in maniera differente da tutti i gruppi umani per sottoporre a regole condivise le attività connesse al mangiare e al bere, evitando i conflitti fra gli individui. Ma stabilire che cosa e come si può e non si può mangiare, implica la necessità che qualcuno ponga un certo numero di vincoli alla libera scelta di quegli stessi individui. In questo senso, il cibo ha immediatamente a che fare con il potere e con l'esercizio del potere. Questa sua dimensione intrinsecamente politica viene investigata a partire da una critica della nota affermazione di Ludwig Feuerbach secondo cui “l'uomo è ciò che mangia”, connettendola a tematiche centrali come la globalizzazione e la localizzazione, il multiculturalismo e l'interculturalità. Lo scopo è recuperare la centralità dell'individuo, delle sue preferenze e delle sue scelte nell'attuale discorso sul cibo, “de-colonizzando” i presupposti della cosiddetta “modernità occidentale”. -
Il senso del libro. Filosofia e linguaggi del marketing
Che cosa spinge a pubblicare un nuovo titolo e a credere che avrà fortuna? La legge dei numeri non lascia speranza al mestiere dell’editore se non integrata da altri principi, quali l’unicità, la bellezza, la giustezza del singolo libro che sceglierà di stampare. Come mostra la storia dell’editoria moderna i più precisi calcoli e le migliori strategie non bastano al successo duraturo nel tempo, che dipende da una alchimia di materiali, idee, persone, luoghi in cui si manifesta il senso stesso del libro, come oggetto concreto, spirituale e intellettuale. Il destino del libro è riposto in una progettualità – tipografica, editoriale, commerciale – di lungo periodo che va dall’ideazione del “progetto” al “lancio” nei canali della comunicazione, promozione, diffusione tradizionali e post-mediali fino all’incontro con l’ultimo inaspettato lettore. Un invito a ripensare la definizione di marketing editoriale, i suoi processi, i suoi nomi, i suoi linguaggi. -
Le funzioni sociali della agricoltura
Questa raccolta di scritti intorno alle funzioni sociali dell'agricoltura è nata con l'intento di indagare le diverse dimensioni e la straordinaria capacità performativa sociale che appartengono da sempre all'agricoltura. Proprio, infatti, l'esplorazione delle funzioni sociali dell'agricoltura (non a caso declinate al plurale nel titolo del volume) consente di cogliere le dinamiche attraverso le quali l'agricoltura, sentinella dei rischi e della vulnerabilità dei modelli finora seguiti, delinea percorsi profondamente trasformativi della società e si fa promotrice di modalità di sviluppo più sostenibili. -
Specchi danteschi. Letture politiche di Dante nel Risorgimento
«""L'unità d'Italia fu sempre antico e continuo desiderio di tutti gl'Italiani intelligenti e generosi. (...) Di Dante non vi dico nulla: era l'idolo degli studiosi; egli rappresentava la grande idea della nostra nazionalità, egli il pensiero, l'ingegno, la gloria, la lingua d'Italia."""" (Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Napoli 1879). Nei decenni preunitari il poeta fiorentino simboleggiò, soprattutto per i giovani patrioti alla ricerca di quelle radici culturali identitarie da contrapporre alle dominazioni straniere, non solo una delle tante figure profonde o di parentela da cui, nell'immaginario collettivo, discendeva la nazione italiana, ma l'archetipo stesso dell'italiano di ogni epoca. Come in un gioco di specchi – ovviamente deformanti – ciascuno vide nell'exul immeritus l'antesignano delle proprie idee politiche, alimentando, dentro e fuori l'Italia, una vera e propria """"Dantemania"""".»"" -
Mefisto. Rivista di medicina, filosofia, storia (2020). Vol. 4-2
Rivista di medicina, filosofia, storia. -
Due saggi sulla questione sociale-Un dialogo su Eugen Ehrlich. Società, potere, diritto
"Un dialogo su Eugen Ehrlich. Società, potere, diritto"""": Studiosi di filosofia e sociologia del diritto discutono la figura e l'opera di Eugen Ehrlich, partendo dall'ormai classica pagina de I fondamenti della sociologia del diritto e dalla polemica che lo oppose a Hans Kelsen, per arrivare a considerare anche le dottrine espresse in scritti che hanno avuto minore diffusione. Il dibattito si muove intorno ai temi del giusliberismo, di cui Ehrlich può essere considerato uno degli iniziatori, e della natura sociale del diritto, inteso soprattutto come """"diritto vivente"""", ma cerca di mettere in luce anche l'attenzione del sociologo di Czernowitz per le questioni del diritto di origine positiva e statuale, spesso rimasta in sottofondo. """"Eugen Ehrlich. Due saggi sulla questione sociale"""": Eugen Ehrlich è autore di un'opera piuttosto vasta, che spazia tra numerosi temi. Vengono qui presentati in prima traduzione italiana due scritti che mettono in luce un versante meno conosciuto, quello dell'Ehrlich """"politico"""", che si interessa di uno dei problemi più brucianti, tanto per il suo tempo quanto per il nostro: la questione sociale. Se il primo scritto trae spunto da un'approfondita discussione delle posizioni dell'amico Anton Menger, appena scomparso, e si apre a un'analisi più ampia del campo battuto da rivoluzionari e riformatori sociali, il secondo presenta, al contrario, un'esplicita critica nei confronti di Karl Marx, soprattutto rispetto all'insostenibilità delle sue analisi economiche." -
Preso dalla vita. Una commedia del neorealismo
Roma, fine anni Cinquanta, un produttore farlocco si rivolge a un regista del neorealismo da tempo ritiratosi a vita privata. Vuole realizzare un film in cui i protagonisti sono un disoccupato sull’orlo del suicidio e un’ex reginetta di bellezza. Tra continui compromessi e difficoltà di ogni tipo il lavoro sarà portato a termine, ma a che prezzo?Dopo Il viale della speranza e prima di Telefoni bianchi e Sono fotogenico, il progetto mai realizzato di Preso dalla vita, titolo che è anche quello del film nel film, ironizza sul mondo del cinema e in particolare sulla stagione del neorealismo. Dino Risi tratteggia insieme all’amico Fabio Carpi (negli anni in cui i due lavorano insieme anche a Il vedovo e a A porte chiuse) una storia pungente profonda, capace di far sorridere, ma che al contempo anticipa i film più maturi del regista, proponendo un’acuta riflessione sui (falsi) miti del cinema. -
La prefettura di Antemio e l'oriente romano
La vita e la carriera di Antemio, prefetto d'Oriente tra 405 e 414, si collocano in un periodo decisivo per le sorti dell'impero romano. Egli fu capace di sfruttare con abilità e competenza il vuoto di potere che si creò quando l'augusto Arcadio, morendo, lasciò un fanciullo, Teodosio II, sul trono della parte orientale dell'impero. Questa monografia intende ridefinire l'azione politica del grande dignitario, inserendola nell'ambito dei più generali cambiamenti che caratterizzarono l'età teodosiana. L'analisi della documentazione su Antemio e sull'Oriente romano negli anni della sua prefettura rivela aspetti scarsamente indagati dei poteri e delle istituzioni di una pars Orientis che gradualmente superò i problemi politici, militari e sociali cui la pars Occidentis, invece, si avviò a soccombere. -
La tempesta in una stanza. Diario tra il bene e il mare-A storm in a room. A diary for better and for wor-sea. Ediz. illustrata
Il carnet di 18 disegni a matita di Sergio Seghettini si apre con il volto di un sub che non guarda giù, verso le profondità marine ma guarda fisso negli occhi me, te, noi. Il parallelo e la suggestione con la poesia ""L'uomo ed il mare"""" di Charles Baudelaire è immediata dove il poeta dello """"spleen"""" – affiancando specularmente, uomo e mare, scrive: """"...Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli!"""". Ciò che unisce le tavole è un tratto leggero, rispettoso, ma che non esita. Le figure sono sospese, il vento stesso si fa refolo sussurrato. Le conchiglie diventano gli edifici metafisici di De Chirico, la sabbia è rarefatta come le atmosfere di Giorgio Morandi, il traghettatore infernale, citazione del famoso dipinto di Böcklin, ricorda le fattezze delle incisioni di Gustave Doré, Nettuno ha lasciato il marmo dell'Ammannati e si è adagiato in una vasca da bagno. Il diario di Sergio risente con coscienza ed incoscienza, della complessità del suo vissuto creativo ed artistico. Se Conrad, Melville, London avessero potuto scegliere un disegnatore per le loro pagine, avrebbero indugiato a lungo su quel diario di bordo che è """"La tempesta in una stanza""""."" -
Io mi rammento. Galleria di ricordi volterrani e non solo
Una narrazione che descrive bene Volterra e i suoi dintorni: uno scenario di storia, di vita, di tipi e gruppi sociali che hanno animato più di trent'anni di realtà cittadina. -
Come progettavano i velieri. Alle origini dell’architettura moderna di navi e yacht. Vol. 3
Il XVIII secolo registra, dopo duemila anni dalla scoperta della legge idrostatica di Archimede, un cambio di passo radicale per l’Architettura navale, che avviene in epoca velica e si concentra scientificamente nei primi decenni del secolo, sebbene la segretezza imposta ad architetti e costruttori abbia ritardato di diversi decenni la divulgazione dei nuovi metodi di progetto e calcolo. Tale svolta si rese possibile grazie agli sviluppi dell’analisi matematica e della meccanica razionale in epoca di rivoluzione scientifica ed illuminista, dove la scoperta dell’equilibrio degli scafi basato sul metacentro, avvenuta verso la metà del secolo stesso ad opera del matematico Eulero e del fisico Bouguer, rappresenta il passo più emblematico di questa svolta epocale, ancora alla base dell’Architettura navale contemporanea. Negli stessi anni gli studi sulla dinamica dei fluidi e sulla resistenza al moto in essi dei corpi solidi, portati avanti da Stevin, Newton, J. Bernoulli, Leibnitz e più tardi da Froude, venivano sviluppati proprio in campo navale. I testi antichi esaminati dall’autore provengono da Francia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Spagna, Danimarca, Portogallo, Stati Uniti d’America, dagli Stati italiani preunitari e, per via indiretta, dalla Russia. Una singolarità rilevabile ancor oggi è la scarsissima permeabilità tra studi delle varie nazioni, fatta eccezione per le principali competitrici dell’epoca, Gran Bretagna e Francia. L’autore sviluppa il tema storico e progettuale in modo inedito ed integrandolo con la propria esperienza di governo in mare sia dei grandi velieri che degli yacht, cercando di renderlo accessibile ad un’ampia platea di lettori. Capitoli a parte sono dedicati allo Yachting, che pur nascendo da basi comuni con l’Architettura navale, se ne distaccò progressivamente assumendo una forte autonomia progettuale dai primi decenni dell’Ottocento. -
Avere potere su se stesse: politica e femminilità in Mary Wollstonecraft
Attraverso un confronto attento con i testi, da quelli più noti, come la Vindication of the Rights of Woman, a quelli più ignorati, come il romanzo The Wrongs of Woman: or Maria, questo libro propone un'inedita e originale interpretazione dell'opera di Mary Wollstonecraft. Le domande che vengono poste al pensiero politico dell'autrice inglese sono formulate nel rispetto della distanza storica, ma allo stesso tempo si sviluppano in stretta connessione con il dibattito più radicale che caratterizza le teorie femministe contemporanee. Il gioco della distanza temporale produce un doppio sguardo, la cui lucidità cerca anche nel passato risposte agli interrogativi teorici che oggi costantemente ci poniamo. Che cosa significa femminilità? Che senso hanno i confini tra pubblico e privato? Da che sfondo emergono le identità sociali e le diseguaglianze? Il pensiero di Mary Wollstonecraft dimostra, in questa lettura, di aver saputo scompaginare l'ordine delle contrapposizioni fondanti la riflessione politica: dal dualismo tra sfera domestica e spazio politico all'opposizione tra stato naturale e condizione civile. -
N.I. 12
Da una fossa comune riemergono i resti di una donna. L’indagine che si dipana sotto i nostri occhi permette di passare dalla canonica designazione della vittima ignota mediante una sigla e un numero (N.I. 12: ‘Non Identificata numero 12’) a un nome e dei cognomi, Patricia Luján Alvares, e a una storia che, come molte altre, un giorno venne deviata su un binario morto. Mai come in questa pièce della drammaturga andalusa Gracia Morales il nesso tra memoria e identità diviene palpabile. Le ossa disperse nelle fosse comuni di tante realtà geopolitiche hanno ancora molto da dire e, probabilmente, qualcosa da insegnare. E tuttavia – lo osserva il patologo forense che nell’opera conduce le indagini di carattere medico-scientifico – occorre «essere davvero forti se vogliamo ascoltare» ciò che quelle voci spezzate «hanno da dirci». -
Un cardellino curioso alla scoperta dell'Orto Botanico di Pisa. La parte più antica
Che cosa fa un piccolo cardellino in giro per l'Orto Botanico di Pisa? Una mattina di primavera, appena uscito dal nido, si trova alle prese con un mondo ancora tutto da scoprire: saranno proprio le piante dell'Orto ad aiutarlo nella sua esplorazione, attraverso i loro racconti e le loro storie. Questo primo volume è ambientato nella parte più antica dell'Orto Botanico e si rivolge ai ragazzi per accompagnarli a scoprirne le bellezze con l'espediente narrativo del racconto. Protagonista è un piccolo cardellino che in una mattina di primavera appena uscito dal nido si trova alle prese con un mondo ancora tutto da esplorare: saranno proprio le piante dell'Orto Botanico ad aiutarlo con i loro racconti e le loro storie. Ben presto l'uccellino capirà anche quanto l'uomo abbia abusato spregiudicatamente delle risorse naturali del pianeta, alterando, spesso in maniera irreversibile, gli equilibri ecologici e biologici. Guerra, distruzioni, inquinamento e deforestazione sono alcuni dei problemi affrontati nel racconto che intendono suggerire spunti di riflessione ai giovani lettori. Gli autori: Valentina Diara, Valentina Grasso, Lorenzo Peruzzi, Sabrina Balestri. Età di lettura: da 7 anni. -
La favola in Enrico Pea e Giovannino Guareschi
Enrico Pea, romanziere, poeta e drammaturgo, e Giovannino Guareschi, umorista e narratore, giornalista e illustratore, vignettista e critico del costume: qui uniti perché incarnano nel '900 modalità diversamente “popolari” di uso della favola, della narrazione favolistico-fiabesca. Pea declina la favola in un modo che potremmo dire cognitivo ed etico-formativo: essa è il necessario orizzonte esemplare, l'avvicinamento alle ombre/ luci della vita umana, lo sconfinamento visionario negli enigmi delle cose e dell'esistere, percezione chiara dell'eterno conflitto fra Male e Bene. Guareschi pratica una letteratura umoristica intrecciata con gli sviluppi dei nuovi media e perciò “popolare”: capace di unire in trasversale un pubblico ampio per varietà di ceti, età, livelli di comprensione. Tale letteratura predilige la forma della favola, dell'apologo, delle vignette satiriche che la accompagnano e a volte la costituiscono tout court, per esprimere una posizione agonistica, critica, verso una realtà politica e sociale che non soddisfa: il Fascismo e la sua propaganda, oppure l'Italia repubblicana in cui le forze politiche sembrano sempre più inclini al compromesso. -
Studi e saggi linguistici. Supplemento speciale in memoria di Romano Lazzeroni (2020). Vol. 2
Questo Supplemento Speciale di Studi e Saggi Linguistici è dedicato alla memoria di Romano Lazzeroni (Pontedera, 28 ottobre 1930 – Zweisimmen, CH, 4 gennaio 2020). Professore Emerito di Glottologia e di Sanscrito nell’Università di Pisa, Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei, Direttore di Studi e Saggi Linguistici, Romano Lazzeroni è stato uno dei più importanti glottologi italiani della sua generazione, nonché un punto di riferimento per coloro che in Italia e all’estero si occupano di linguistica storico-comparativa. Il fascicolo raccoglie i ricordi e le testimonianze di alcuni colleghi che hanno condiviso con Romano Lazzeroni interessi scientifici e impegni didattici o istituzionali presso l’Ateneo pisano.