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Tirrenia e Calambrone. Gli anni della fondazione
Tirrenia, ovvero la perla del Tirreno nelle intenzioni dei suoi fondatori, ha una storia relativamente recente, ma occupa un posto di rilievo tra i ricordi di generazioni di pisani. C'è chi ha fatto la comparsa in un film girato alla Pisorno, chi ha preso abitualmente il “trammino” per andare al mare, chi ha giocato a pallone sulla spiaggia accanto alle colonie ridotte in macerie e solo da poco riportate a nuova vita, chi parcheggia ancora oggi l'auto accanto alla strada ferrata. Città turistica, città del cinema, città dell'elioterapia e dell'educazione infantile, Tirrenia conserva moltissime tracce degli anni Trenta del Novecento, un patrimonio architettonico in parte dimenticato, in parte recuperato. Strade, tracciati ferroviari, villini, edifici delle colonie estive per bambini, pinete, dune, stabilimenti balneari e cinematografici hanno una storia da raccontare. Questo libro vuole brevemente presentare la qualità e la rilevanza di architetture e progettisti che hanno indelebilmente delineato l'immagine di Tirrenia. -
L'ingegnere del ragionamento. Eugenio Rignano, la memoria organica e la psicologia
Eugenio Rignano (1870-1930) è una delle figure più affascinanti, ma sinora meno studiate, del positivismo italiano. Ingegnere e cofondatore della «Rivista di Scienza», poi «Scientia», Rignano è stato uno scrittore prolifico, contribuendo a discipline come la sociologia, la biologia, la psicologia. Spinto da una profonda fede socialista, questa figura di studioso si è a lungo occupata di problematiche vastissime, cercando di comporre i dualismi insanabili che minacciavano di lacerare la sintesi scientifica del suo tempo: mente e corpo, nature e nurture, capitalismo e socialismo. Le sue letture internazionali lo portarono a soffermarsi sulla nozione di “memoria organica”: ovvero l’idea che le tutta la materia organica possieda capacità mnemoniche, e che queste ultime spieghino i fenomeni dell’ereditarietà. Sulla base di questa sintesi, nella veste inedita di un “ingegnere del ragionamento”, Rignano ha proposto un’interessantissima lettura della psicologia. I suoi testi, più apprezzati all’estero che non in Italia, si collocano in un momento cruciale della storia della psicologia, fra la “crisi” del Novecento e la nascita delle più importanti scuole, divenendo materiale di confronto per autori come Janet e Piaget. Con un saggio di Elena Calamari. -
Vivere una vita femminista
Vivere una vita femminista in un mondo non femminista può essere faticoso, perché faticoso è lottare contro la violenza di un sistema che ci promette la felicità solo a patto di adeguarci ai suoi meccanismi. Intrecciando la sua narrazione con quella di altre femministe nere e of color prima di lei, Sara Ahmed ci offre una riflessione personale e politica sull'esperienza quotidiana di una vita dedicata a essere quella che chiama una killjoy femminista, una guastafeste, un'ammazzagioia. Vivere una vita come guastafeste femministe significa assumersi la fatica di abdicare alla normalità ed essere caparbiamente inopportune nel mettere in discussione l'orizzonte di felicità socialmente appropriato. Ahmed ci propone strategie di sopravvivenza affinché il femminismo possa continuare a esistere e a cambiare il mondo, ci sprona a coltivare l'insoddisfazione che ci spinge a creare ""il mondo a cui aspiriamo"""", ci incita a svelare la violenza che si nasconde negli imperativi della norma, a trovare soluzioni creative agli ostacoli quotidiani e a creare reti di cura e supporto per continuare la lotta. Vivere una vita femminista è una riflessione teorica che si fa prassi: il libro mette a disposizione un manifesto e un kit di sopravvivenza per killjoy femministe, una sopravvivenza intesa come un progetto collettivo per mantenere in vita noi stesse e la nostra lotta. Perché, per sopravvivere, il femminismo ha bisogno delle femministe tanto quanto le femministe hanno bisogno del femminismo. Una vita femminista non è solo fatica, e prendersi cura di noi stesse è parte integrante della lotta: circondiamoci di tempo, vita, ironia, emozioni, corpi e di altre guastafeste per costruirci una felicità collettiva, una felicità femminista."" -
Le leggi della natura. Politiche e normative per l'ambiente in un mondo globalizzato
Cambiamenti climatici, modificazioni globali degli ecosistemi, consumo delle risorse naturali, diseguaglianze e povertà sono le preoccupazioni della generazione di Greta Thunberg e dei Fridays for Future. Quali sono state le risposte a livello politico e legislativo nel corso dell’ultimo secolo? Qual è il quadro normativo attuale internazionale, europeo e nazionale sulla conservazione della biodiversità e come esso si coordina con le iniziative sul clima e con le politiche ambientali più generali? Qual è il ruolo delle aree protette in una prospettiva strategica più ampia? E perché le normative sul paesaggio e i parchi in Italia hanno avuto un successo solo parziale, tra condoni e ripetuta stratificazione normativa? A queste domande cerca di rispondere questo volume, pensato come guida per gli studenti dei corsi universitari in conservazione della natura e legislazione ambientale, ma utile per chiunque, attivista ecologista o cittadino informato, voglia farsi un’idea dell’attuale situazione, delle prospettive e delle priorità per le politiche ambientali nell’immediato futuro. Un manuale tra ecologia, storia della conservazione, diritto ambientale ed economia politica per imparare dall’esperienza e dagli errori del movimento ambientalista del ‘900 e cercare di invertire la pericolosa rotta sulla quale stiamo navigando. -
Circuiti logici per le operazioni sui numeri naturali e sui numeri interi
"'Dio fece i numeri naturali; tutto il resto è opera dell'uomo' sosteneva il matematico tedesco Leopold Kronecker, in conflitto essenzialmente con l'altro matematico tedesco Georg Cantor. Diamogli ragione e, sicuri di saperli esprimere in qualunque base utilizzando un opportuno numero di cifre, ripassiamo e analizziamo le operazioni aritmetiche più comuni che li riguardano (ce le hanno spiegate alla scuola elementare), con lo scopo di ricavare le reti logiche che le possano implementare. I numeri interi li ha quindi sicuramente inventati l'uomo e, analogamente a quanto fatto per i numeri naturali, come si opera con essi, ce l'hanno spiegato alla scuola media. In quella sede non ci si pose tuttavia il problema della differenza tra numero intero in senso astratto e la sua rappresentazione. Questo problema non è eludibile se si vuole, come vogliamo, ricavare le reti logiche di supporto alle più comuni operazioni sui numeri interi. E noi lo affronteremo in modo abbastanza approfondito. Con riferimento ai numeri naturali, la linea che seguiremo nel ricavare la struttura delle varie reti logiche risponderà sempre al seguente criterio: dimostrare come una rete che operai su numeri a più cifre può essere ottenuta interconnettendo due reti funzionalmente identiche fra di loro e alla rete totale, ma che operano su numeri con meno cifre. In questa decomposizione sceglieremo una delle reti come la più elementare possibile (rispetto al problema da risolvere) lasciando al lettore il compito di applicare all'altra rete un'ulteriore decomposizione fino ad arrivare, con un processo iterabile, a ridurre la rete iniziale a un'interconnessione di sole reti elementari. La struttura delle reti elementari è ampiamente rintracciabile in letteratura e sarà da noi delineata, spesso usando il linguaggio Verilog come linguaggio di descrizione. Con riferimento ai numeri interi, assoceremo a ciascuno di essi un numero naturale (al più un bit e un numero naturale) che lo rappresenti, riconducendo in tal modo il problema di individuare le reti logiche che operano sui numeri interi a quello di un opportuno utilizzo di reti logiche che operano sui numeri naturali. Ci sono alcuni problemi di terminologia. Ad esempio, la rete logica che esegue l'operazione di moltiplicazione tra un moltiplicando e un moltiplicatore è detta moltiplicatore. Il contesto dovrebbe aiutarci a capire se con il termine moltiplicatore si intende una rete logica o un numero. Per evitare equivoci faremo comunque precedere il nome di una rete logica dal sostantivo circuito e quindi, con riferimento al caso precedente, diremo che il circuito moltiplicatore esegue la moltiplicazione tra un moltiplicando e un moltiplicatore. Un'ultima considerazione: rimane un miracolo per me (e per voi, dopo aver letto questo testo) su come i nostri docenti della scuola elementare e media siano riusciti a farci capire gli algoritmi (anche se non li chiamavano così) per le operazioni aritmetiche sui numeri naturali e interi e, se non ricordo male, anche sui numeri frazionari."""" (dalla prefazione)" -
Vita e morte dell'eroe epico. Percorsi dal Trecento al Seicento
«Per Giordano Bruno, nel dialogo intitolato Degli eroici furori, l'eroe moderno è latore di un dilemma titanico, dal momento che è consapevole di non sapere e quindi non può rinunciare alla ricerca di una verità che tuttavia sa essere inattingibile. Nella modernità l'eroe non può far finta di ignorare i propri limiti né l'impossibilità del loro superamento. Ne conseguono necessariamente frustrazione e follia, che sono programmaticamente costitutive dell'Orlando ariostesco, e il suo porsi in sostanza come un antieroe. Non a caso la sua parabola si conclude nella dissoluzione comica rappresentata dal personaggio di Don Chisciotte, prigioniero dell'incapacità di accettare la propria inattualità.» (dalla Presentazione di Stefano Carrai). Scritti di: Giancarlo Alfano, Tancredi Artico, Vincenzo Caputo, Luca Ferraro, Sara Laudiero, Andrea Manganaro, Adriana Mauriello, Matteo Palumbo, Marco Piana, Marcello Sabbatino, Sara Stifano, Piermario Vescovo. -
Il pragmatismo italiano e il suo tempo
All'interno delle più consolidate tradizioni storiografiche, le figure poliedriche di Mario Calderoni, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Vailati – rappresentanti in Italia del pragmatismo nonché “animatori” della rivista fiorentina “Leonardo” (1903-1907) – non sempre hanno ricevuto la dovuta attenzione, sacrificandone così tanto la profondità teorica che l'originalità intellettuale. Sulla base di tale consapevolezza, questo volume – corredato da un'ampia sezione introduttiva dei curatori – si propone di ridiscutere i principali contributi teorici dei quattro “leonardiani”, raccogliendo i saggi dei maggiori studiosi del pragmatismo italiano. Grazie a questa operazione, proprio se valorizzate nelle rispettive differenze, le posizioni di Mario Calderoni, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Vailati anticipano sorprendentemente le maggiori correnti filosofiche novecentesche quali l'ermeneutica, l'esistenzialismo, l'empirismo logico e il neopositivismo. Con scritti di: Guido Baggio, Alfonso Maurizio Iacono, Giulio Lucchetta, Giovanni Maddalena, Riccardo Roni, Giovanni Tuzet, Achille Zarlenga, Giovanni Vailati. -
Corpo a corpo con il linguaggio. Il pensiero e l’opera letteraria di Monique Wittig
Nella lavanderia automatica dell’inferno eterosessuale in cui viene condotta dalla sua guida Manastabal, una lesbica in jeans dall’andatura da cowboy, Wittig si imbatte in alcune anime condannate a fare il bucato in eterno. Accortesi della sua presenza, le anime le intimano di andarsene, accusandola di essere una di quelle transfughe e rinnegate che mirano a corrompere il sesso femminile diffondendo la peste lesbica. Incredula, Wittig decide di provare che le sue intenzioni sono pacifiche: inizia quindi a spogliarsi per mostrare che il suo corpo non differisce affatto dal loro. Tuttavia, una volta nuda, comincia a ricoprirsi di peli lunghi, neri e lucenti, come quelli di una lupa, e squame, simili a quelle di una sirena, iniziano a crescerle sul dorso. Anziché spaventarsi delle metamorfosi che sta subendo, Wittig se ne compiace fino a quando le anime dannate, indicando qualcosa che sporge dal centro del suo corpo, si mettono a gridare: «Guardate, è lunga come un dito medio. Tagliatela, tagliatela». Autrice irriverente, ironica ed eclettica, Monique Wittig riscrive le vicende mitiche e letterarie che fondano la cultura occidentale con l’obiettivo di mandare in frantumi il regime della rappresentazione eterosessuale e patriarcale. Forzando il marchio di genere nel linguaggio e dando vita a un nuovo immaginario popolato da storie e corpi lesbici, la scrittura di Wittig rovescia il canone letterario e mette in questione il punto di vista straight di chi legge, colpendone il corpo e disturbandone i sensi. Questo libro si propone di entrare nel cuore del progetto politico-letterario di Wittig e di mostrare come, in un momento storico in cui sembra che il lesbismo sia stato definitivamente integrato nella società eterosessuale, le opere dell’autrice siano invece capaci di mettere in scena soggetti lesbici in grado di disturbare ancora. -
Legami possibili. Ricerche e strumenti per l’inclusione delle famiglie LGB
Negli ultimi anni la presenza delle famiglie omogenitoriali nella società italiana è emersa sempre più, occupando anche spazi nella ricerca così come nel dibattito politico. ""Legami possibili"""" intende restituire un quadro di questi nuclei, ricostruendo i percorsi attraverso i quali si strutturano e “fanno famiglia”, guardando in particolare alle pratiche e ai contesti quotidiani. Sono dati importanti per mettere a fuoco la continuità con altre forme familiari, insieme alle specificità della loro condizione, che in Italia manca di un riconoscimento sociale e giuridico. Il vuoto di riconoscimento ha un impatto sulla vita delle persone e si riverbera anche nelle relazioni che queste instaurano nei contesti informali e formali, in particolare con istituzioni come la scuola e i servizi sanitari. Che strumenti hanno famiglie e professioniste/i per gestire questi incontri nel rispetto delle differenze e per favorire spazi reali di inclusione, adeguati a cogliere la complessità e il dinamismo familiare nel suo dispiegarsi? Autrici e Autori appartenenti al mondo della ricerca, dei servizi, dell’attivismo politico hanno contribuito a questo volume collettaneo fornendo dati, chiavi di lettura, strumenti per chi lavora nei servizi, per le famiglie, per chi fa ricerca o, più semplicemente, per chiunque abbia un interesse a comprendere i processi che attraversano la nostra contemporaneità."" -
L'identità violenta. La costruzione del nuovo umanesimo
La crisi della contemporaneità per tanti consegue al fatto che i fenomeni della globalizzazione attuale portano in luce gli aspetti violenti che hanno sotteso la costruzione delle civiltà, soprattutto — forse — della civiltà occidentale più di altre. Quegli aspetti in qualche modo erano stati controllati e utilizzati nelle logiche che fondavano la costruzione dello Stato moderno, ma poi i punti di riferimento entro i quali si è sviluppatala la storia dello Stato nel tempo si sono dissolti, facendo serpeggiare le incertezze di oggi che alimentano un'identità infelice potenzialmente preda di istinti violenti. Che cosa significa il nuovo umanesimo? Per molti significa l'abbandono della linearità di una evoluzione umana scandita solamente dalle logiche che l'Occidente ha imposto al mondo, ciò che comporta proseguire la validità delle idee occidentali però coniugandole insieme alle idee di altre culture, rinunciare al narcisismo delle differenze che elabora identità immaginarie, anche di fatto limitando le potenzialità umane condizionandole ai valori che nel tempo le singole culture hanno costruito, e su un terreno invece comune concepire la nuova universalità. -
Comus. Un masque allestito al castello di Ludlow nel 1634
All'inizio della propria carriera, John Milton mise alla prova il potere morale e trasformativo della poesia affrontando il genere del masque. Il suo Comus (più propriamente, Un masque allestito al castello di Ludlow nel 1634) è uno spettacolo elegante e immaginifico, che però drammatizza alcune delle questioni più accese della vita culturale, politica e religiosa della sua epoca, e che ha al centro una figura femminile sorprendente e complessa. Questa nuova traduzione in italiano, condotta in versi liberi, presenta il testo a fronte ed è accompagnata da un'introduzione e un ricco apparato di note al passo con gli studi più recenti. Nell'appendice, si trascrive per la prima volta il testo del Corno, un intrattenimento rappresentato alla corte di Torino solo pochi mesi prima della messa in scena del masque inglese. Il confronto tra i due si rivela utile per comprendere meglio, da un lato, il modo in cui Milton trasforma la figura del dio Komos rispetto alla tradizione, dall'altro, come mette in tensione le convenzioni degli intrattenimenti aristocratici. -
Il nome nel testo. Rivista internazionale di onomastica letteraria (2020). Vol. 22
«Giunto al suo XXII volume annuale, ""il Nome nel testo"""" continua a rappresentare il testimone più attendibile dello stato della ricerca sui nomi letterari in Italia. A dimostrarlo, più che enunciazioni di principio o affermazioni di narcisismo autopromozionale, sono ancora una volta i ventisette saggi pubblicati in questa sede, raggruppati in sei sezioni tematiche (cui si aggiungono, come si dirà, due rubriche), nelle quali trova spazio un'ampia e significativa rappresentanza di àmbiti disciplinari, approcci metodologici generali e specificamente onomastici, differenziati corpora di autori e testi indagati. Per entrare nel dettaglio, la sezione iniziale è dedicata alla presenza del nome nelle lettere, nei diari, nei taccuini, testi stigmatizzati spesso quali meri collettori di trouvailles o come bric-à-brac di curiosità biografiche. Il territorio dell'inedito, del provvisorio, del preparatorio che si spalanca agli occhi degli studiosi prelude invece, se adeguatamente analizzato, alle scelte onomastiche definitive di un autore. Così l'esplorazione del vasto archivio privato di Giuliano Scabia, realizzata da Laura Vallortigara, consente di individuare gli elenchi preparatori di nomi e, con essi, la genesi e i moventi (su cui un peso determinante ha la curiositas linguistica dell'autore) della nominazione nella tetralogia di Nane Oca. Le carte private di Antonio Delfini, un vero e proprio """"mondo sommerso"""", consentono a Luigi Sasso di mettere in luce un'accesa imagery onomastica, sperimentale e spesso sorprendente, che è ricondotta al tentativo dello scrittore, impervio e continuamente frustrato, di rinnovare le tradizionali strutture del romanzo, consunte anche sul piano onomastico, usando il nome come un """"colpo di dadi che potrebbe far scattare il meccanismo narrativo, il movimento della pagina""""(...)» (dalla Presentazione)"" -
Filosofia del sottosuolo. Ipotesi sull'ultimo Foucault
Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta del Novecento, con il passaggio dal primato della produzione a quello dei consumi, Michel Foucault (1926-1984) sublima i problemi politici dell'attualità in un'ampia indagine dedicata ai dilemmi dell'etica antica (greca, romana, cristiana) lasciando emergere alcune nozioni in grado di fornire indicazioni storico-concettuali per allestire inedite resistenze - resistenze fondate sul carattere esemplare di forme di vita minoritarie - nei confronti di un governo della vita che per principio non pare ammettere alcuna opposizione alla sua capillare diffusione. Si tratta di portare alla luce esistenze, testi, documenti residuali, dimenticati e rimossi; collocati sui bordi del tempo, nel sottosuolo della storia. L'ipotesi che guida la composizione di questo volume dunque è che negli ultimi anni del suo lavoro Foucault collauda forme di soggettivazione abili a schivare una condizione come quella contemporanea in cui persino la libertà diventa un sottile ma acuto dispositivo di controllo. Parresia, cinismo antico, estetica dell'esistenza, desiderio, cura di sé, piacere, ascesi, Aristotele, Deleuze, Hadot, heidegger, Kant, Nietzsche, Platone, sono soltanto alcuni dei temi e dei nomi maneggiati da questo volume per documentare che in Foucault si organizza un insospettabile vocabolario eticopolitico per orientarsi nella catastrofe del tempo presente. -
Secondo fantasia. Studi per Corrado Bologna dalle allieve e dagli allievi della Scuola Normale Superiore
Secondo fantasia è una raccolta di studi di giovani dottorande e dottorandi, ricercatrici e ricercatori, che hanno avuto modo di collaborare con Corrado Bologna durante i suoi anni di insegnamento alla Scuola Normale Superiore di Pisa. I numerosi campi di interesse dello studioso, che spaziano dalla filologia romanza alla comparatistica, coinvolgendo grandi autori (come Dante e Boccaccio) e miti della storia letteraria (come le leggende di Alessandro Magno e Don Chisciotte), fino agli autori della modernità e dell’epoca contemporanea (da Leopardi e Manzoni a Caproni e Sanguineti), sono qui raccolti e sviluppati in forme nuove, ciascuno richiamando al lettore la varietà e la continuità dei saperi. -
Scritti corsari sul restauro
L'argomento centrale del volume è il restauro del patrimonio culturale volto ad una conservazione consapevole non intesa come ideologia aprioristica ma sintesi di un percorso approfondito di reale comprensione dell'opera. I temi del conservare e del comprendere vengono argomentati attraverso quattro “punti di vista” ricorrenti nel dibattito disciplinare: il degrado, il progetto, l'uso e l'incontro tra antico e nuovo. Gli scritti, pur partendo da valutazioni teorico/culturali cercano anche aperture nel campo più operativo con l'intento di provare a rispondere ai conflitti interni e alle aporie che inevitabilmente si generano dalla mediazione di cantiere. -
Studi e saggi linguistici (2020). Vol. 2
Fin dalla fondazione nel 1961 da Tristano Bolelli, gli studi di “Saggi Linguistici” svolgono un ruolo importante nel dibattito linguistico in Italia, specialmente per quegli studiosi che lavorano nel campo della linguistica storica indoeuropea e della contemporanea linguistica teorica. -
Dal «mondo scritto» al «mondo non scritto». Studi di letteratura italiana per Eraldo Bellini
Da Torquato Tasso a Italo Calvino, dalle novità dei moderni tardorinascimentali al 'classicismo' del prosatore novecentesco: i sei saggi qui riuniti, che raccolgono gli Atti della prima Giornata di studi per Eraldo Bellini (15 febbraio 2019), percorrono coerentemente la traccia indicata dalle ricerche dell'amico e collega che si è voluto ricordare. Posto al principio, quasi a rappresentare la meta delle indagini, verso il presente, apre il volume Italo Calvino lettore di Galileo, indagatore inquieto dei rapporti tra le 'due culture' in nome di una letteratura «alla ricerca della saggezza». Gli succede il grande cantiere della Roma primosecentesca, con i saggi dedicati all'Accademia dei Lincei e alla scuola galileiana, qui rappresentata dal matematico Benedetto Castelli. A fianco, formatesi in un unico organismo culturale, troviamo le maggiori voci legate alla Compagnia di Gesù, Agostino Mascardi e Sforza Pallavicino, con il loro aristotelismo non dogmatico e, soprattutto, con il loro classicismo letterario, sensibile e al contempo critico verso le novità in ambito retorico, poetico e storiografico. Proprio al papa poeta, Maffeo Barberini, è dedicato il contributo successivo, che, a partire da inediti epistolari, offre significative novità sulla storia della 'letteratura barberiniana', da retrodatarsi rispetto all'elezione del 1623. Il saggio conclusivo, analizzando una disputa svoltasi a metà secolo nell'Accademia romana degli Umoristi, misura la tenuta del messaggio di Tasso nell'ambito della scrittura storica, con un allargamento oltre la poesia che indica la portata e le conseguenze delle riflessioni tassiane intorno alla validità della parola, tra vero, verisimile, finto e falso. Chiudendo il cerchio, nell'eterno confronto tra 'parole' e 'cose', si torna così al titolo del volume, che, citando Calvino, ricorda motivi ben presenti al lavoro di Eraldo Bellini, fedele a un'idea di letteratura che non rinunci a guidare dal «mondo scritto» al «mondo non scritto». -
Introduzione alla dialettica
Obsoleta di fronte alla scienza, contro la scienza più attuale che mai: così Adorno definiva la dialettica nei Tre studi su Hegel. Queste lezioni, tenute nel 1958 all’Università di Francoforte, muovono dalla stessa premessa. Lo scandalo della dialettica, lo scarto delle sue pretese rispetto al senso comune attuale (e non solo), non è rimosso, ma diventa il punto di partenza per cercare di capire che cosa un pensiero in apparenza così astruso, avverso in ugual misura al positivismo e al culto antiscientifico dell’irrazionale, può significare oggi per noi. Nello stile brillante e scorrevole della libera improvvisazione orale, Adorno espone sinteticamente la propria filosofia, alla vigilia della sua sistemazione finale nella Dialettica negativa, e fornisce al tempo stesso una limpida introduzione al pensiero dialettico in generale, senza presupporre conoscenze preliminari. In un autore tuttora preceduto da una fama di oscuro pessimismo, la dialettica emerge come la forza inattesa in grado di schiudere, oltre gli schemi astratti della riflessione soltanto soggettiva, il potenziale e la storicità viva delle cose. -
L'oggetto puro. Matematica e scienza in Descartes
La filosofia di Descartes ha l’odore stantio del già noto. Chi non ha mai sentito dire: «cogito, ergo sum»? Chi non crede di sapere che vi si annidi l’inizio della filosofia del soggetto o del dominio della tecnica? Eppure, in Descartes le cose non si prestano a narrazioni così unilaterali. A dare vita a queste mitologie è stata una semplificazione potente che ha separato il metafisico dal matematico e la teoria dai fini per cui veniva edificata. È parte di quella totalità che con il presente volume si intende riguadagnare, mostrando come la filosofia e la geometria cartesiane debbano essere intese in reciproco rapporto, in modo che l’una illumini l’altra. “Quale strada seguirò nella vita?” – si chiedeva, in sogno, il giovane Descartes. La via verso la risposta passa per la trasformazione radicale di tutte le forme di sapere, sottoponendo l’attività conoscitiva umana a una torsione senza precedenti. Nella filosofia cartesiana conoscere significa elaborare strumenti capaci di indicare la direzione per liberarci dai vincoli che ci incatenano ed emancipare così il nostro pieno potenziale. -
Il corpo dell'altro. Articolazioni queer della maschilità nera in diaspora
Chi può arrogarsi il diritto di stabilire chi è l’“altro”? Nel corso della storia è emerso in Occidente una sorta di “soggetto universale”, un soggetto neutro e astratto che ha definito la realtà a partire dal suo unico punto di vista e ha così relegato all’alterità tutto quanto era differente da esso. La donna, l’omosessuale, il nero sono quindi entrati a far parte della vasta e claustrofobica categoria dell’altro dove, separati dalla mente e dalla ragione, sono diventati un tutt’uno con il loro corpi. È proprio a partire dal corpo dell’altro, dal sapere esperienziale e incarnato, che Emilio Amideo prova a esplorare articolazioni alternative della maschilità nera al di là degli stereotipi storicamente costruiti intorno al corpo nero e queer. Nell’opera degli scrittori afroamericani Langston Hughes e James Baldwin e dell’artista visivo anglo-caraibico Isaac Julien, il corpo emerge rispettivamente attraverso l’immagine del desiderio come ferita, come porto e rifugio, e come vulnerabile ed etereo tra desiderio e morte. Questo insieme di opere e voci decolonizza la rappresentazione tipica che l’eteropatriarcato razzista occidentale ha fatto del nero – ovvero del nero come aggressivo, istintuale, ipersessuale – e tratteggia una maschilità nera vulnerabile, che si rifiuta di essere circoscritta da binarismi di genere e concezioni limitanti della sessualità.