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Toscanini, l'Italia, il mondo. Formazione, carriera, eredità musicale e civile
Il volume contiene gli atti del Convegno internazionale che si è svolto a Parma e Milano il 29 e 30 settembre 2017, nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini. La ricorrenza ha stimolato molteplici iniziative, volte a tracciare un nuovo profilo del grande direttore. La formazione presso la Regia Scuola di Musica di Parma, la carriera italiana, l’eredità musicale e civile sono state indagate nel convegno, divulgate con due mostre documentarie, a Parma e a Milano, illustrate con due serie di concerti (Al pianoforte con Toscanini e Toscanini ascolta la radio) e un concerto sinfonico con le sue composizioni orchestrali. Il volume rende disponibili i risultati delle ricerche svolte dagli studiosi coinvolti; essi saranno integrati in futuro da altri materiali pubblicati online. Toscanini si dimostra protagonista del suo tempo: egli è il primo artista mediatico, capace di sfruttare le nuove tecnologie per propagare la propria arte. Il suo impegno civile nasce da un coinvolgimento diretto negli eventi politici italiani e internazionali. Egli propone un modello nuovo di musicista, che non si estranea dalla società, ma agisce per modificarla. -
Efestia Lemno, una città tra Anatolia NO Tracia e Grecia. Riflessioni sui risultati delle indagini 1929-2010 nell’area santuariale
Lemno, isola dell’Egeo settentrionale, a metà strada tra la penisola Calcidica a NO e lo Stretto dei Dardanelli a NE, fu abitatata da genti anelleniche (Pelasgi/Tirreni) fino al momento della sua conquista da parte di Milziade verso la fine del VI secolo a.C., in seguito alla quale divenne colonia e poi cleruchia ateniese. Delle due città ricordate dalle fonti per l’età storica, Myrina ed Efestia, quest’ultima ha cominciato ad essere archeologicamente nota negli anni Venti del secolo scorso, grazie agli scavi condotti dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Le indagini, riprese in maniera abbastanza sistematica a partire dal 1978, hanno restituito una documentazione che, sebbene ancora lacunosa, ha portato ad una migliore conoscenza della città e ad un ampio numero di contributi scientifici. Ciò nonostante, sulla sua storia di età pregreca permangono molte incertezze, per essere mancata in larga parte una visione d’insieme o per avere anteposto ai dati reali i modelli interpretativi. -
Il romanzo d'un maestro
Edito per la prima volta nel 1890, ""Il Romanzo d'un Maestro"""" di Edmondo De Amicis costituisce un unicum nel panorama letterario del secondo Ottocento italiano: un convincente affresco della condizione magistrale e della vita della scuola popolare nell'Italia post unitaria, capace di rappresentare ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, una testimonianza di rara efficacia. Questa nuova edizione, curata da due tra i maggiori specialisti italiani di storia della scuola, è introdotta da un ampio e documentato saggio critico che ricostruisce la genesi e le caratteristiche di fondo del capolavoro deamicisiano."" -
Pixel
Storie che si intrecciano nel tempo e nello spazio, indipendenti eppure combacianti come tessere di un unico mosaico. Un essere umano il cui corpo sembra frammentarsi in microracconti che fluttuano sulla superficie di un lago mosso da sentimenti, ricordi, fotografie di vite quotidiane e parallele. Testa, cuore e mani: a ogni parte si lega una storia narrata con uno humour sottile e proposta con ammiccante disincanto. Queste immagini di vita reale scomposta in pixel, come suggerisce anche il titolo, che si susseguono brevi e veloci, vengono inquadrate talvolta con la precisione dolorosa del primo piano talvolta con l’ironia di uno zoom irriverente, e nell’alternarsi continuo del punto di vista, nella prospettiva di uno sguardo attento a cogliere le evanescenti sfumature dell’animo umano si compone e prende vita, quasi staccandosi dalla pagina, un sofisticato corpo di anima e lettere. -
Il romanzo distopico alla scuola primaria: utopia o realtà?
Questo libro riflette sulla possibilità di presentare un testo di narrativa distopica in un contesto di Scuola Primaria. Il lavoro di ricerca parte da una definizione di “distopia” e indaga su come questa abbia influenzato l’ambito della letteratura e come sia riuscita, in un secondo momento, a coinvolgere canali multimediali, quali film, cartoni animati, siti web, app, blog e videogiochi. Gli approfondimenti di opere fondamentali come 1984 e Il mondo nuovo, che hanno contraddistinto la distopia del secolo scorso, e Hunger Games, Divergent, Bambini nel bosco e Berlin, che fanno invece parte dell’editoria contemporanea, sono i fulcri che spingono l’autrice a indagare e delineare le caratteristiche peculiari del genere, evidenziandone le potenzialità e gli aspetti positivi. Nonostante, nell’ottica corrente, il tema della distopia difficilmente si affianchi al mondo dell’infanzia, vengono analizzate le motivazioni che hanno portato l’autrice a presentare un romanzo considerato “inadeguato” agli utenti della fascia di Scuola Primaria. La descrizione della progettazione inerente le attività svolte in classe e le esperienze didattiche, condivise con i bambini, hanno fatto emergere concretamente come la proposta di un romanzo distopico in un contesto “inusuale” non sia “un’utopia”, ma un’esperienza realizzabile, interessante, stimolante e coinvolgente, da poter proporre nella “realtà”. -
Memorie di una inedita corrispondenza. Lettere di Giuseppe Lombardo Radice ad Adolphe Ferrière
Frutto di un sistematico scavo investigativo e di un attento studio di fonti documentarie finora inesplorate, rinvenute presso il Fonds Adolphe Ferrière della Fondation Archives Institut J. J. Rousseau dell'Università di Ginevra, il volume consegna alle stampe le lettere inedite di Giuseppe Lombardo Radice inviate ad Adolphe Ferrière tra il 1924 e il 1931 e permette di far luce sul dialogo personale, intellettuale, editoriale intercorso tra i due indiscussi protagonisti del movimento pedagogico internazionale dell'Educazione nuova e della Scuola attiva. Oltre ad offrire testimonianza di un incontro umano e di una vivace corrispondenza di aspirazioni, idealità, intenti in tema di riforma educativa, le lettere costituiscono una documentazione di rilievo culturale per arricchire la conoscenza su una felice stagione di rinnovamento educativo e scolastico che possiamo definire la koinè pedagogica del Novecento e della contemporaneità. La sua eredità può essere ancora un riferimento essenziale per la riflessione pedagogica e per la pratica educativa attuale, al fine di cogliere più ampiamente il senso della genesi di una “nuova” cultura dell'educazione. -
L'origine e la storia. Il «Discorso sull'ineguaglianza» di Rousseau
Il ""Discorso sull'ineguaglianza"""" sembra scandito, come una via crucis, in una serie di tappe che dall'aurora dell'umanità condurrebbero direttamente alle tenebre del dispotismo: l'assoggettamento alle comodità della vita domestica, il trionfo della vanità, la strutturazione dei rapporti di dominio, la trappola di un patto iniquo, la concentrazione del potere nelle mani di una casta privilegiata e infine del solo tiranno. Come mostra questo libro, la linearità apparente di questa traiettoria è tuttavia contestata dal contrappunto di una serie di sentieri interrotti, da una temporalità plurale nella quale i tempi si accavallano, si intrecciano, collidono. È la storia dell'affetto e della libertà che cementano la famiglia; la storia del desiderio di stima e rispetto che fissa i primi doveri della civiltà; la storia dell'eroe che in nome della comunione delle terre contrasta la loro recinzione o del brigante che si sottrae alla servitù del lavoro salariato. È la storia dell'uguaglianza che salva chi sa custodirla dal reciproco asservimento di proprietari e nullatenenti e, soprattutto, la storia della democrazia, dei popoli soggetti unicamente alle leggi che loro stessi si sono dati, risollevati dall'avvilimento della tirannide al costo del sacrificio delle comodità e della vita. È la storia delle eccezioni che infrangono la linearità della caduta e rendono visibili le possibilità sepolte ma mai annientate dall'avanzata dell'ineguaglianza."" -
Hegel & Sons. Filosofie del riconoscimento
Il presente volume, che intende rendere omaggio alle ricerche filosofiche di Paolo Vinci, raccoglie ventiquattro contributi di studiosi e studiose che negli anni hanno avuto l'occasione di discutere e collaborare con lui. Il titolo, ""Hegel & Sons"""", richiama volutamente il """"Marx & Sons"""" di Jacques Derrida, rinviando tanto a Hegel quanto alla posterità hegeliana, costellata di filiazioni di ogni sorta e per lo più ribelli (da Marx ad Adorno a Benjamin passando per Heidegger, Kojève, Lacan), ovvero rinviando ai due ambiti principali nel solco dei quali Vinci ha sviluppato le sue riflessioni. Il sottotitolo, """"Filosofie del riconoscimento"""", fornisce, invece, un'indicazione tematica più precisa, valorizzando l'elemento concettuale che è stato a lungo l'oggetto prediletto degli studi hegeliani di Paolo Vinci, in modo indipendente e per certi versi dissonante rispetto all'emergenza del dibattito sull'Anerkennung inaugurato da Ludwig Siep e consacrato più recentemente dai lavori di Axel Honneth."" -
La voce e il logos. Filosofie dell’animalità nella storia delle idee
L’incontro con l’animalità è da sempre un momento chiave del fare filosofia: esso mette infatti la nostra identità di umani (come insieme di biologia e cultura, di corporeità e mente) a confronto con un “diverso” che da un lato stimola la percezione della nostra specificità, dall’altro ci intriga col gioco di analogie e somiglianze che dal piano emozionale risalgono fino al linguaggio. In questo senso, il tema di questo libro si collega a problemi oggi attualissimi non solo in ambito bio- e psicologico, ma anche e forse primariamente dal punto di vista della filosofia e della semiotica. Diciassette studiosi (alcuni noti e affermati, altri giovani ricercatori) aiutano il lettore a scrivere la storia dei modi in cui il pensiero filosofico e filosofico-linguistico ha affrontato “l’animale”, dai tempi di Aristotele e Epicuro fino a Cartesio e alla prima modernità, e poi oltre lungo tutto l’arco del Novecento fino ai dibattiti attuali sulla mente animale, sui risultati della primatologia, sulla misura in cui nozioni chiave come quelle di intenzionalità e di estetica possono essere utilizzate in riferimento agli animali non umani. Il libro (derivante da una ricerca di Ateneo della Sapienza, Università di Roma) è destinato a un pubblico di studiosi, insegnanti, studenti interessati alla storia della filosofia, alla semiotica e alla filosofia del linguaggio. Allo stesso tempo, biologi e psicologi trovano qui un quadro del modo in cui temi importanti del loro ambito di ricerca sono affrontati in alcuni rami dell’odierna ricerca umanistica. -
Marsilio Ficino interprete del «Parmenide»
Un programma di rinnovazione e di restituzione si annuncia nelle pagine dell'In Parmenidem, l'ultimo per composizione e il maggiore per ampiezza e profondità fra i commentari platonici di Marsilio Ficino. La sua filosofia — che si autoconcepisce come una pia philosophia ovvero una docta religio — intende essere una ricerca tanto storica quanto ermeneutica (ovvero interpretativa) in senso originale, volta a mostrare l'accordo della sapienza filosofica con la verità rivelata propria alla religione cristiana. Costituisce una idea peculiare e qualificante di questa filosofia quella della convenienza (nel senso specifico del venire-con) della filosofia platonica con la dottrina cristiana. Propria ai prisci theologi, intravista dal venerando e terribile eleate, quella dell'Uno è verità eminente che si ritrova in Platone e che lo pseudo-Dionigi conferma. Tale idea fondante si manifesta inoltre come un pensiero `architettonico': non solo nel senso che è a partire da questa idea che il filosofo costruisce e sviluppa tutta la sua interpretazione della filosofia di Platone, ma anche nel senso del riconoscimento di una dimensione organizzante il reale. Secondo la traccia profonda sviluppata nell'In Parmenidem è proprio mediante l'individuazione della dimensione strutturale dell'universo che l'anima umana, di per sé commista al molteplice, può fare ritorno all'Uno come al proprio Principio. -
La media education nella scuola multiculturale. Teorie, pratiche, strumenti
Nell'odierna scuola multiculturale la media education può rappresentare un potente strumento di promozione del pensiero critico, dell'espressione creativa e della partecipazione democratica degli studenti. Tuttavia, affinché la media education possa declinarsi concretamente in una pratica significativa di educazione alla cittadinanza sono necessari un maggiore riconoscimento della sua rilevanza sul piano delle politiche educative, un ripensamento dei suoi strumenti in chiave interculturale, una progettazione della didattica mediale particolarmente attenta all'inclusione degli allievi svantaggiati e una formazione sistematica del corpo docente all'insegnamento in classe della media literacy. Attraverso il resoconto analitico dei risultati del progetto ""Media education for equity and tolerance"""" (Erasmus Plus, 2016-19), questo volume offre strumenti teorici e metodologici per la progettazione della media education in contesti multiculturali e indicazioni utili per generare percorsi di apprendimento socialmente situati."" -
Il calcolo estetico di «Cosi parlò Zarathustra»
La grande e discussa questione sul valore filosofico dello Zarathustra di Nietzsche tiene occupata la ricerca nietzscheana da decenni. Secondo Claus Zittel se ne verrebbe a capo andando ad indagare le forme estetiche della sua rappresentazione. E questo non per una pura ragione di forma o di gusto, né per dare ancora una volta la visione di un Nietzsche ambiguo e poco preciso filosoficamente perché “distratto” dalla poesia. Claus Zittel ambisce a collocare con maggiore esattezza la ricerca della rappresentazione estetica del testo forse più controverso delle opere nietzscheane e fonda la sua interpretazione sul fatto che, conciliando considerazioni di tipo letterario e filosofico, gettando luce le une sulle altre, si raggiungono dei risultati che si allontanano da quelli ottenuti dalla ricerca separata delle due discipline. Così parlò Zarathustra non costituisce una ricaduta su posizioni antecedenti a quelle critiche da parte di Nietzsche, bensì ne dimostra la trasformazione riuscita e coerente in una nuova forma estetica. La critica estetica toglie altresì il terreno sotto i piedi a quelle interpretazioni che, in particolare, si dedicano alle presunte dottrine o miti dell’ultimo Nietzsche, come quelle del superuomo o dell’eterno ritorno. -
Les métamorphoses de l'aliment. Les frontières entre les aliments, les médicaments et les cosmétiques
“Les métamorphoses de l'aliment. Les frontières entre les aliments, les médicaments et les cosmétiques” propone un viaggio di esplorazione intorno e a partire dalla nozione di alimento. L'opera s'interroga sulla pertinenza della costruzione di frontiere fra gli alimenti, i medicinali e i cosmetici alla luce delle conoscenze giuridiche e di quelle di altre discipline scientifiche e sui rapporti tra ciascuna delle categorie. L'insieme dei contributi presenti nel volume mostra la dinamica in permanenza instabile del concetto di alimento la cui vera natura risiede in un processo di metamorfosi permanente. Son presenti alcuni contributi in inglese e italiano. -
Intertestualità. Testo e mondo a partire dalle variazioni
Rispetto allo Studio dal ritratto di Innocenzo X di Bacon, il Ritratto di Innocenzo X di Velasquez rappresenta senz'altro una ""fonte"""", tuttavia lo """"studio"""" di Bacon non è una semplice copia a causa di una variazione che è un'interpretazione creativa, tanto che il lavoro di Bacon rappresenta esso stesso un'opera d'arte. Ciò che differenzia l'opera di Bacon da una qualunque riproduzione del Ritratto di Innocenzo X deriva, così, dall'analisi delle variazioni e da ciò che esse hanno di nuovo e creativo. Esse si costituiscono, dunque, come nuova possibilità interpretativa. Quest'esempio, proposto nell'Introduzione, mostra che attraverso l'intertestualità s'intende approfondire la relazione tra linguaggio e realtà, al di là della sfera filologico-letteraria che le è propria verso quella filosofica. Il reale è pensato come testo da interpretare, in una forma del tutto nuova rispetto all'ermeneutica o alla logica. Se, in generale, i paradigmi interpretativi si sono sempre caratterizzati per la ricerca di invarianti e tratti comuni, questo tipo di intertestualità si basa sulla ricerca delle variazioni, di tutti quei tratti che costituiscono l'irriducibile specificità dell'oggetto d'indagine."" -
Tuttomondo di Keith Haring. La nascita della street art a Pisa. 1989-2020
«In questo murale ho disegnato tutto quello che riguarda l'umanità… è fatto di simboli delle differenti attività umane, è una sintesi delle problematiche della vita di oggi. Non mi sono dedicato unicamente alla vita degli uomini ma anche alla vita degli animali, ecco perché vedete delfini, scimmie e altro. È un affresco della Vita in generale». Così Haring descriveva Tuttomondo, il suo testamento spirituale, una celebrazione della vita umanamente gioiosa e un messaggio etico globale rivolto a tutti, nessuno escluso. Grassi e Pasqualetti ci guidano alla scoperta di uno dei più grandi capolavori del '900, un inno alla gioia donato dall'artista alla città di Pisa perché fosse ammirato da tutto il mondo. Testimonianze inedite e interventi autorevoli ci aiuteranno a rivivere quello che è accaduto in quella settimana nel giugno del 1989 e comprendere le sorti successive del murale. -
Il soffitto dell'antico ospedale San Matteo di Pavia. Indagini sulla struttura e sul suo stato di conservazione
Il soffitto dell'antico ospedale San Matteo di Pavia risale al XV secolo. Si tratta di un tipico soffitto a travi e cassettoni tardo medievale, possente nella struttura e arricchito dalla decorazione pittorica nelle tavolette che chiudevano ai lati l'orditura. Nel volume sono raccolti gli esiti delle indagini condotte sulla struttura lignea tra il 2001 e il 2010. -
Le coorti nell'esercito romano di età repubblicana
Le coorti romane di epoca repubblicana costituiscono un vero e proprio enigma storiografico, a propria volta legato a importanti quesiti a proposito dell'organizzazione e della fisionomia militare generale delle armate di Roma. Questo libro riprende in esame la documentazione antica, tentando di risolvere il problema della nascita di questa unità tattica, e di definirne le caratteristiche in rapporto al più ampio contesto delle guerre di Roma dalle origini fino alle campagne di Giulio Cesare. In questo studio, che tenta di offrire un quadro coerente e completo delle coorti romane, alleate e pretorie, le teorie moderne sono rimesse in questione, per giungere alla formulazione di un'ipotesi fondata su una visione di lunga durata, che prevede una grande continuità negli eserciti romani repubblicani, sempre all'insegna della flessibilità tattica. -
Verità e narrazioni. Per una storia materiale del romanzo in Italia
"Verità e narrazioni"""" raccoglie i saggi sparsi di Carlo A. Madrignani dedicati al romanzo italiano. Nell'insieme compone un'indagine coerente, sia pure rapsodica, che privilegia la tensione storiografica a cogliere uno scenario ampio delle vicende letterarie. Così, in questi scritti la «grandezza dei minori» illumina un ambiente culturale e i dati materiali della produzione aiutano a comprendere le tendenze del gusto; allo stesso modo, nelle pieghe di biografie e vissuto privato si rivelano psicologie collettive, mentalità, immaginario. Madrignani opta per uno sguardo laterale e diffuso, dando voce ad autori e scritture di secondo piano: da Bini a Fogazzaro, da Gualdo a un «altro» Collodi, a un insospettato De Amicis, fino alla valorizzazione di epoche e forme trascurate come il romanzo del Settecento o quello parlamentare. Emerge la traccia di una storia del romanzo in Italia che, in sintonia con la specificità del genere, sollecita la discussione e il dubbio sulle verità ufficiali, dalla scomoda irruzione di idee illuminate alle irrisolte tensioni psicologiche di tanta narrativa del secondo Ottocento e del Novecento." -
Misurare la distanza. Note sul rapporto tra sguardo e verità nella filosofia moderna
La questione della vista riveste una particolare importanza in relazione al tema della verità: con la vista ci formiamo una rappresentazione del vero e proprio attraverso il modo in cui vediamo un oggetto, lo giudichiamo vero. Descartes costituisce un momento cruciale di effettivo trionfo di una teoria cognitiva fortemente modellata sul piano oculare, e l'oggetto dell'intelletto si esprime come una verità invisibile in sé in quanto verità mentale. Se davvero ""l'occhio vede senza discernere"""", l'oggetto si moltiplica, si disgrega e, sottoposto alla visione individuale, diventa segno di qualcosa di preesistente e invisibile. E le apparenti qualità dei corpi, distanza grandezza e proporzione, vengono distorte da un'evidenza che non prova la verità di quel che si vede. Gran parte del lavoro della filosofia contemporanea è stato dedicato a rispondere alla questione cartesiana del rapporto dell'immaginazione con il corpo, a partire dall'inquietante lettura foucaultiana delle Meditationes. Il nesso particolare-universale che, da Aristotele alla modernità, scaturisce da una teorizzazione cognitiva legata a categorie visive e rappresentative viene preso a prestito dalla filosofia contemporanea per individuare l'""""errore di Cartesio"""" e la mistificazione da questo ingenerata."" -
La voce remota. La fiaba, l'infanzia, l'eredità delle storie
Il volume si interroga intorno all’intenso legame che coinvolge l’infanzia, la fiaba e la letteratura per l’infanzia, il cui patrimonio riunisce il fiabesco dell’oralità con le grandi raccolte di fiabe popolari e letterarie. In una prospettiva metodologica di scavo ermeneutico si indaga la complessità della fiaba con orientamento interdisciplinare mettendo in rilievo lo spessore culturale, letterario, storico e pedagogico dell’incontro tra fiaba e infanzia. La ricerca rivolge sostanzialmente un invito a porsi in ascolto della voce remota della fiaba, a non dimenticarne il suono e il discorso, a non cadere ignari nell’amnesia dell’antico narrare che risuona nelle fiabe e nei miti, storie che non si è certo concluso di studiare vista la loro origine nella profondità del tempo, dello spazio e del senso di quei significati ontologici che contengono le domande filosofiche racchiuse nel fiabesco. Una voce che giunge da strati di tanti passati di cui l’immaginario è pregno, ed è di questa permanenza nel mutare progressivo delle narrazioni che anche lo studio della letteratura per l’infanzia ha bisogno di occuparsi per non cedere alle malie di un presente assoluto, privo della potenza metaforica dell’Inattuale. Una voce che vuole salvare la forza simbolica di storie inattuali e per questo sempre rivelatrici dei dilemmi umani. Prefazione di Emy Beseghi.