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Il giorno del diluvio. 4 novembre 1966. L'alluvione a Pisa e provincia
Un libro scritto per ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subìto da Pisa dopo la fine della guerra. E anche per far sapere ai più giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nei giorni successivi. Dal mancato allarme, alle opere di difesa lasciate colpevolmente incompiute. Dalla difficile ripresa dell'economia nelle zone della provincia più danneggiate, Pontedera, Santa Croce, Castelfranco, fino alla cicatrice mai rimarginata dei Lungarni pisani privati del ponte Solferino, il più bello della città. Un libro arricchito da una documentazione fotografica in buona parte inedita, oggi riproposto in una seconda edizione aggiornata fino alle piene dell'Arno del 2014 e con la presentazione di Erasmo D'Angelis, responsabile della struttura di missione creata a palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico. In appendice un testo dell'ingegnere Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell'Autorità di Bacino del fiume Arno, sulle opere compiute e da compiere, e un intervento di Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa con delega alla Protezione Civile. -
«Aristotele fatto volgare». Tradizione aristotelica e cultura volgare nel Rinascimento
Quando nei primi anni Quaranta del Cinquecento Sperone Speroni rivendica l'urgenza di rendere accessibili nelle lingue volgari le opere della tradizione filosofica antica, l'idea stessa di un ""Aristotele fatto volgare"""" continua a generare reazioni controverse, animate da posizioni contrastanti sui rapporti tra lingua e cultura, forma e contenuto. La traduzione del corpus aristotelico come strumento di divulgazione del sapere, fenomeno non estraneo ai secoli precedenti, si conferma nodo cruciale negli sviluppi delle culture linguistiche volgari. I saggi raccolti in questo volume, nati nell'ambito del progetto di ricerca """"Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy"""" (University of Warwick e Warburg Institute di Londra), affrontano aspetti diversi dell'Aristotelismo in volgare tra Medioevo e prima età moderna: dai complessi intrecci che caratterizzano la tradizione testuale dei volgarizzamenti due e trecenteschi di Aristotele alla riflessione del Rinascimento maturo sulla possibilità di una traduzione """"umanistica"""" in volgare del corpus aristotelico; dalle implicazioni storico-linguistiche del fenomeno alla dimensione ideologico-politica del fare filosofia in volgare. Nell'ottica di una più completa messa a fuoco dei problemi affrontati, il volume include contributi sulle vicende dell'Aristotelismo volgare in Francia e Spagna tra Quattro e Cinquecento."" -
Lo livero de l'abbecho. Vol. 1: Introduzione e testo critico
Il ""Livero de l’abbecho"""" e il """"Primo amastramento de l’arte de la geometria"""", conservati nel manoscritto 2404 della Biblioteca Riccardiana, sono in buona parte un volgarizzamento dell’opera di Fibonacci, il """"Liber abaci"""" (1226), redatto in volgare perugino agli inizi del secolo XIV. Il manoscritto rappresenta in maniera emblematica lo sforzo (e le difficoltà) di tradurre in un linguaggio diffuso non solo le parole ma anche le concezioni e le tecniche presentate nel gran libro di Fibonacci: insomma ritrae la concreta fondazione di una matematica pratica (e dunque volgare) finalizzata in primo luogo alle necessità di gestione e rendicontazione di un’impresa commerciale e finanziaria del Trecento. Di fatto, il testo documenta una fase precocissima della formazione di un linguaggio tecnico sia matematico sia commerciale, rappresentando bene la complessità del volgarizzamento: il confronto con i passi del """"Liber abaci"""" – trascritti nella seconda fascia di apparato – consente di misurare lo sforzo e anche i rischi dell’operazione, che fonda di fatto un nuovo linguaggio tecnico (destinato a costituire un incalcolabile vantaggio per l’espansione commerciale italiana in aree meno attrezzate) ma al prezzo di radicali semplificazioni e di diffusi errori. La presente edizione fornisce una analitica introduzione alla complessità dei dati codicologici, paleografici, notazionali e testuali, il testo completo e annotato del Livero e dell’Amastramento e, nel secondo volume, un esame linguistico di questo importante documento."" -
Andata e (non) ritorno. La letteratura dello sterminio fra storia e narrazione
La letteratura dello sterminio mostra impietosamente che per sopravvivere ogni uomo è pronto a superare tutti i confini: conduce inevitabilmente a confrontarsi con temi storici e riflessioni psicosociali che si interrogano sulla presenza del male nell'uomo. Travalicando i canoni della letteratura e della filosofia contemporanee, narra esperienze di sconfinato dolore, insieme singole e comuni a tutti gli autori. I grandi scrittori europei che qui ascoltiamo cercano un modo di esprimere l'oscillazione impazzita fra vita e morte: fame, freddo, istanti senza fine di una macabra danza disperata. Sono voci intrise di carne e sangue di esseri umani ormai ridotti a bestie: dopo il vissuto di un orrore propriamente assurdo, riescono a trasformalo in scrittura, in un ultimo, estremo sacrificio. La letteratura dello sterminio è il corpo vivente delle grandi questioni: quale è la natura dell'uomo? Dove si situano i confini fra bene e male? Cerchiamo risposte e vacillano le nostre certezze. -
La cultura politica britannica tra Ottocento e Novecento. Scenari interpretativi
Dagli scritti della prima maturità di Coleridge agli scritti che fanno da cornice allo svolgimento della Grande guerra: le riflessioni contenute in questo volume coprono un secolo di storia del pensiero politico inglese, se non un ""secolo lungo"""", un secolo che corrisponde all'estensione dei tempi dell'età vittoriana oltre gli anni del regno della Regina Vittoria (1837-1901). In questa estensione c'è il senso di una realtà intellettuale complessa come il disegno di un mosaico fatto di molte tessere: non solo (ultra)liberalismo e (ultra)utilitarismo ma facce diverse della tradizione liberale e utilitaristica destinate a confrontarsi e intrecciarsi con una diversa tradizione di pensiero, che da Carlyle ad Arnold, dalle riflessioni sul rapporto tra religione e politica alle varie anime della letteratura socialista, fa dell'organicismo i tratti necessari di una nuova cultura di società."" -
Salvatore di Giacomo. La letteratura e le arti
Conforme all'orientamento e al gusto di lettura maturati in anni non troppo lontani, il proposito del presente studio è quello di scrutare (si parva licet...) le peculiarità dello scrittore napoletano ragguagliando il piano della sua scrittura in prosa e in versi ai percorsi di una più ampia interrogazione dell'arte - sia pittorica che teatrale o musicale. Trasparirà che il suo complesso laboratorio di forme e linguaggi lo rende a tutti gli effetti una delle personalità più rappresentative del panorama letterario della nuova Italia. Non per nulla il drammaturgo spagnolo Cipriano Rivas Cherif, suo traduttore, ebbe a dire di lui: ""l'eminente qualità del suo stile letterario è tale da renderlo grande e universale nel suo apparente particolarismo"""". Le presenti pagine argomentano d'altronde che di Giacomo raccoglie, sia pure in parte, modelli della tradizione, ma non senza esperire contestualmente altre istanze. Con l'esito che i suoi scritti raggiungono la suddetta universalità letteraria proprio grazie al continuo ricorso a specifiche pratiche di ibridazione tra vari generi e diverse arti. La pubblicazione di alcuni inediti e un'ampia bibliografia delle opere corredano il lavoro."" -
Per una scienza critica. Marcello Cini e il presente: filosofia, storia e politiche della ricerca
Marcello Cini, fisico ed epistemologo, è tra coloro che negli anni Settanta del XX secolo aprono in Italia una nuova strada per riflettere sulla scienza. Emerge un pensiero critico e autocritico sul ""testo"""" e sul """"contesto"""" della ricerca, che mette in discussione nientemeno che il dogma della neutralità scientifica. L'opera di Cini ha sollevato polemiche di larga portata in quanto sembrava intaccare l'oggettività scientifica e la fiducia nella razionalità sovraindividuale. Da allora la scienza non fu più neutrale. Ma senza nessun relativismo e mai ridotta al rango di opinione: la corroborazione e la coerenza delle spiegazioni e delle sperimentazioni erano fuori questione, perché ben altra era la posta in gioco. Si trattava di fare della scienza (e del suo uso) qualcosa di aperto, maturo e capace di critica: riconoscendone i nessi con la società, l'economia e la politica e, al tempo stesso, disvelando le connessioni, nei metodi e negli obiettivi, con gli interessi e le ideologie dominanti. A tre anni dalla scomparsa di Marcello Cini è sorta l'esigenza di raccontarne la vita e le opere e insieme di riprendere il filo del suo pensiero e delle sue idee. I saggi raccolti in questo volume si tendono figurativamente tra due poli: parlano di Cini e parlano con Cini. E a volte fanno le due cose insieme, attraversando questioni che si intersecano sui piani della riflessione sociale, dell'epistemologia, della storia e delle politiche della ricerca..."" -
Clavigero nostro. Per Antonio V. Nazzaro
Intelligenti, vivaci, talvolta trascinanti, le lezioni di Antonio V. Nazzaro, immancabilmente seguite da discussioni e dibattiti animati e fecondi, hanno costituito da sempre un appuntamento fisso nelle attività didattiche del dottorato di ricerca in Poesia e cultura greca e latina in età tardoantica e medievale. È venuto dunque spontaneo offrirgli, in occasione del settantacinquesimo compleanno, una raccolta di studi scaturiti, tutti, da seminari svoltisi, spesso con la sua partecipazione, nell'ambito del dottorato. I saggi proposti, che riflettono interessi e competenze dei singoli autori, riguardano temi di letteratura cristiana antica, greca e latina. Un omaggio affettuoso alla cultura, alla curiositas, all'appassionata e appassionante ricerca di Antonio V. Nazzaro. Contributi di Maria Grazia Bianco, Clara Burini De Lorenzi, Maria Pia Ciccarese, Marinella Corsano, Carmelo Crimi, Donato De Gianni, Giuseppe Flammini, Antonino Isola, Cesare Magazzù, Gilberto Marconi, Marcello Marin, Claudio Micaelli, Maria Grazia Moroni, Antonio V. Nazzaro, Roberto Palla, Anna Maria Piredda, Teresa Piscitelli, Paola Santorelli, Kurt Smolak. -
La gestione dei costi nei progetti di costruzione
La stima e il controllo dei costi di un'opera edilizia è un passaggio fondamentale ai fini delle decisioni economiche da assumere nell'ambito di un progetto ed è alla base della scelta delle soluzioni strutturali, funzionali, tecnologiche ed urbanistiche da adottare per lo stesso. Il controllo economico e finanziario nella realizzazione e nella gestione delle opere edilizie è un importante elemento di supporto per il promotore immobiliare, per il progettista e per l'imprenditore edile nei diversi momenti di sviluppo del progetto e della sua realizzazione, nonché durante l'intera vita dell'opera edilizia. Il libro, partendo da un excursus sulla evoluzione storica della contabilità dei costi nel settore industriale, affronta la problematica dei costi nel settore edile, al fine di individuare le tecniche di controllo volte a razionalizzare lo svolgimento delle attività costruttive anche dal punto di vista economico-estimativo. Le metodologie individuate, pur presentando una certa aleatorietà legata specificatamente alle caratteristiche del settore edile, mirano a diminuire la divergenza tra i costi preventivi e i costi consuntivi, contribuendo a migliorare l'accuratezza della stima e del controllo dei costi nei progetti di costruzione. -
Il riciclaggio come pratica virtuosa per il progetto sostenibile. 1ª Giornata di Studi «Riduci, ripara, riusa, ricicla»
Il volume è il risultato della Giornata di Studi ""Il riciclaggio come pratica virtuosa per il progetto sostenibile"""" tenutasi a Roma il 27 marzo 2015, su iniziativa di Adolfo F. L. Baratta, del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Roma Tre, e di Agostino Catalano, del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell'Università degli Studi del Molise. La pubblicazione raccoglie i contributi di studiosi afferenti a diverse sedi universitarie con l'obiettivo di diffondere alcune delle esperienze di ricerca e didattica più significative svolte negli ultimi anni."" -
La vetrina magica. 50 anni di Bologna Ragazzi Awards, editori e libri per l'infanzia. Ediz. italiana e inglese
Grafica e illustrazione sono da sempre due elementi fondamentali dell'editoria. Esse hanno dato colore, forma e rappresentazione alle avanguardie estetiche, alle mutazioni sociali, alle trasformazioni culturali che si sono succedute nel corso del tempo. Questo libro, frutto di una rigorosa ricerca storico-critica, entra nel rapporto tra grafica, arte e cultura, analizzando il prezioso e cospicuo patrimonio di titoli per l'infanzia premiati dalla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna negli ultimi cinquant'anni. La ""vetrina magica"""" in cui vengono posti da mezzo secolo i libri selezionati da ogni parte del mondo, quali vincitori o meritevoli di menzione speciale, dalle attente e internazionali giurie della Fiera, non è solo una testimone importante delle evoluzioni che hanno contraddistinto l'editoria, la letteratura e la grafica per ragazzi, ma è anche un punto di vista privilegiato per osservare i mutamenti della Storia e dell'immaginario collettivo."" -
Twitter e la filosofia
A scanso di ogni equivoco questo è un libro di filosofia: una filosofia che si confronta con le forme di comunicazione più recenti e trendy, ma in cui le vecchie tematiche, dibattute per secoli, tornano comunque a riproporsi. Il libro parla di uno specifico prodotto culturale, Twitter, costituito dal mondo delle interazioni brevi e dei ""cinguettii"""" in rete. Analizza i suoi molti usi, prende in esame il modo in cui cambia le nostre vite, dà conto di un esperimento filosofico che su Twitter è stato realizzato. La domanda a cui si vuole rispondere è se e in che modo, oggi, è possibile fare filosofia, vera filosofia, anche attraverso le nuove tecnologie. Lo scopo di questa ricerca, in sintesi, è di capire se la rete sia in grado di favorire le nostre possibilità espressive o non finisca invece per inchiodarci, sempre e di nuovo, a comportamenti omologanti."" -
Universicorti II. Immagini da altrove
L'altrove, l'altro e l'alterità sono sempre sottoposti allo sguardo implacabile del ""noi"""", che ne fagocita e ne digerisce la diversità per assimilarli. Ma che succederebbe se le immagini da altrove contenessero uno sguardo altrettanto implacabile degli """"altri"""" su di """"noi""""? È a partire da questa scomoda domanda che gli autori del libro commentano i tre corti vincitori """"La lampe au beurre de yak"""" (Hu Wei, Francia/ Cina, 2013), """"Los Retratos"""" (Ivan D. Gaona, Colombia, 2012) e """"Odysseus' Gambit"""" (Alex Lora, Spagna/USA, 2011)."" -
Textura rerum. Parvenza apparenza appariscenza
Contestare una tradizione intellettualistica che insiste a leggere apparenza e rappresentazione come ""parenti miserabili"""" della grande famiglia del logos, è lo scopo dei due saggi del libro. Presentate da prospettive teoriche differenti, il pensiero di Walter Benjamin e l'eterodossa fenomenologia di Michel Henry, esse si danno come pratiche di pensiero (abiti) e forme di esperienza (modi) peculiari di un vivente che s'ingegna a dire e a restituire, con l'""""imperfezione"""" del proprio logos, l'incanto e il disegno della textura rerum."" -
L'equivalente morale della guerra e altri scritti
"La guerra alla guerra non sarà una gita della domenica o una scampagnata"""", scrisse nel 1910 William James (1842-1910), uno dei più importanti filosofi americani. Che fare, allora? La risposta è in questi suoi scritti, proposti in traduzione al lettore italiano. Trovare un """"equivalente morale della guerra"""" con cui convogliare l'aggressività e il bisogno di azione e sacrificio verso scopi pacifici e socialmente utili può sembrare una posizione ingenua, idealistica o angusta, ma non si può negare che impone di riflettere sulla natura umana, cioè su quel qualcosa che sta al fondo di tutte le guerre e di tutte le esplosioni di violenza collettiva, qualunque siano le cause economiche, sociali, politiche, ideologiche contingenti di questa o quella." -
Luci peregrine, sospese, diffuse (e soffuse). Letteratura e formazione
Perché questo titolo? Perché in questo lasso di tempo storico che stiamo vivendo, ci si accorge che stiamo attraversando un periodo di trasformazioni epocali, e non ci sono più punti di riferimento, ma solo luci, se si è capaci di scorgerle. Luci peregrine, soffuse, sospese (anche diffuse) che possono indicare una direzione, ma senza un'affermazione perentoria. Si è provato a scorgerle nei capolavori della nostra tradizione letteraria e culturale, che hanno tuttavia risonanza universale. Si tratta di una rilettura, pedagogica, di diversa risonanza, di opere o romanzi di Arguedas, Kristof, Bellow, Mari e Morante. Sono luci che esplorano la condizione umana in tutta la sua genuinità ma anche brutalità ed eccessi: si tratta di una variegata rappresentazione, lucida, amara e talvolta paradossale; varietà a volte apparente perché dietro ad essa è riconoscibile la riflessione costante ed etica su conflitti, disagi, tensioni ma anche intorno a speranze, gioie e pulsioni. Luci che si possono incontrare in uno sguardo di un amico o nella persona amata, in un personaggio di un film, nel santo idioto di Dostoevskij, ma anche in uno studente a lezione, in un libro, in una persona incontrata per caso in autobus o alla stazione, in un compagno di strada: luce che fa luce, ma anche rischiara bivi, verso nascoste nostalgie e dichiarati futuri. -
Etnie e guerra fredda. Una storia dell'Africa dei grandi laghi
Il colonialismo ha distorto i processi di adattamento continuo dei popoli africani all'ambiente e alle relazioni interetniche, e la guerra fredda ha poi consentito il prolungamento del rapporto coloniale ben oltre quello che ci si aspettava fosse il termine naturale della sua sopravvivenza, cioè la vittoria delle democrazie nella seconda guerra mondiale. L'ultimo genocidio del Novecento, quello dei tutsi del Rwanda, condivide con quello degli ebrei d'Europa la motivazione razzista, ma se ne differenzia per la sua esogenesi. Le sue radici stanno nella storia della tratta schiavista e nella storia coloniale, in particolare nelle vicende del secondo dopoguerra che hanno condizionato i processi di decolonizzazione, le lotte anticoloniali e il ruolo delle etnie in quell'ambito. Ma dove nascono, in quali sfere culturali, e con quali motivazioni, quei particolari razzismi - prima genericamente ""anti-bantu"""" e, a partire dalla seconda metà dello scorso secolo, """"anti-tutsi"""" - che segnano il destino contemporaneo delle popolazioni dei Grandi Laghi?"" -
Giulio di Alessandro un Medici a Pisa
"Giulio di Alessandro de' Medici! Chi era costui?"""", si chiederanno tra sé i lettori. Questo libro è stato pensato per rispondere a questa domanda e portare all'attenzione degli studiosi e del più vasto pubblico degli appassionati questo membro della casata Medici, meno noto di altri. Giulio, figlio naturale di Alessandro de' Medici, primo Duca di Firenze, rimasto orfano ancora bambino, escluso dalla successione al padre, fu cresciuto da Cosimo I e da Eleonora de Toledo. Giulio, scarsamente presente nella pur vasta bibliografia sulla dinastia Medici, è frequentemente attestato nelle fonti documentarie. Egli visse gran parte della sua esistenza a Pisa, instaurando con la città un legame così profondo da eleggerla luogo della sua sepoltura. Anche il figlio Cosimo fissò la sua residenza a Pisa e la figlia di quest'ultimo, Angelica, fino al matrimonio, visse a Pisa. Giulio fu un personaggio di spicco nella Pisa cinquecentesca. Cavaliere dell'Ordine di S. Stefano, primo Ammiraglio della flotta stefaniana, proprietario di molti immobili in città e di vasti possedimenti nella campagna circostante. Beni che egli lasciò in eredità al figlio Cosimo e da quest'ultimo passarono alla figlia, Angelica, ultima discendente di questo ramo della casata. Da Angelica, sposatasi con Pietro Altemps, Duca di Gallese, residente a Roma, le proprietà di Giulio, a partire dal 1625, passarono alla famiglia Altemps che le amministrò sino alla metà del XIX secolo quando furono alienate." -
Guerre islamiche. Dalla rivolta siriana alla nascita del Califfato
Cronaca di una cruda realtà della nostra epoca, periodo di genesi di una ideologia religiosa totalitaria, alla pari di quella del Nazismo di Hitler e del Comunismo di Stalin. Gli attori sono uomini, vittime di una profonda ignoranza confessionale, combattenti islamici in nome dell’odio per il vicino, cristiano, ebreo o miscredente, come lo sciita secondo il sunnita o viceversa. Pensavamo di aver conosciuto con i talebani dell’Afghanistan l’aspetto oscurantista, medioevale dell’Islamismo, ma con i jihadisti dell’ISIS, ora Califfato, la barbarie promana, con sanguinosa ferocia, dai versetti del Corano. Frances, Fukuyama, con La fine della Storia e l’ultimo uomo, si chiede dove andiamo e cosa saremo, e non saranno sufficienti la libertà, l’uguaglianza a garantire una condizione sociale stabile, una convivenza pacifica. L’Islamismo radicale del Califfato va ben oltre. Nega il passato dell’uomo, come si è sviluppato dalla nascita di Cristo in poi, cultura, arte, codici umanitari di tolleranza e rispetto reciproco. Il mondo nasce con Maometto ed il Corano è la regola universale, l’unica somma conoscenza. Così si sviluppa il terrore dal Medio Oriente al Mediterraneo, all’Africa, toccando con attentati criminali e minacce le capitali del mondo occidentale: Parigi, Bruxelles, Ottawa e Sydney. Ma l’Occidente cosa fa? Lo Stato Islamico non è una potenza militare da temere, è una escrescenza, un bubbone istituzionalizzato dalla pavidità degli Stati europei, forse imbelli di fronte ad una sfida che un’adeguata campagna militare potrebbe mettere a tacere in poche settimane. Ben più pericoloso l’espansionismo della corrente fondamentalista islamica nel mondo giovanile, legata ai temi del Califfato, che si sta sviluppando nelle coste mediterranee ed in Africa. Un mondo occidentale, quello del 21° secolo, dove gli uomini devono definire la loro identità in base alla propria lingua e religione, alle proprie tradizioni e costumi, difendendo le radici culturali ed i codici etico-morali naturali, prima ancora che confessionali. Dalla Bosnia alla Cecenia, dalla Siria all’Iraq, dallo Yemen all’Egitto, dalla Tunisia alla Libia, al Centro e Corno d’Africa, lo sviluppo demografico e l’islamismo combattente sul campo, propagandato sui Social Network, confonde e sommerge il mondo occidentale e i suoi valori. A quando il rinascimento umanistico, religioso e politico dell’Occidente? -
Impossibilità nel diritto
Nonostante il brocardo ad impossibilia nemo tenetur, l'impossibilità è presente ed agisce nel diritto. In ""Impossibilità nel diritto"""" si indagano il ruolo e la valenza dell'impossibilità all'interno dei fenomeni giuridici. La prima parte, Concetti preliminari e teoria dell'impossibilità, di carattere teorico, esamina gli aspetti concettuali dell'impossibilità. Sono esposte le distinzioni presenti in letteratura e alcune nuove proposte, discutendo esempi di norme impossibili sia nella trattazione di filosofi e filosofi del diritto sia nella giurisprudenza, e viene mostrato in che modo l'impossibilità interagisca coi temi classici della teoria dell'ordinamento. La seconda parte, L'impossibilità alla prova dell'esperienza giuridica, mette alla prova l'analisi concettuale svolta in precedenza in diversi ambiti del diritto: l'impossibilità nella teoria dell'obbligazione, il rapporto dell'impossibilità sia con il reato sia con il tentativo e il rapporto tra l'impossibilità morale e testimonianza nell'ordinamento italiano. Nelle conclusioni sono presentate cinque nuove proposte per lo studio dell'impossibilità nel diritto.""