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Il continente invisibile
"Se l'Africa è il continente dimenticato, l'Oceania è il continente invisibile"""", perché i primi viaggiatori che vi si sono avventurati non l'hanno visto, perché ancora oggi è un luogo senza riconoscimento internazionale, un passaggio, sebbene molti esploratori abbiano rischiato la vita per raggiungerlo e tentare di cartografarne le coste. Quando scopre l'immensità dell'oceano, la miriade di isole, isolotti, atolli di questo continente fatto più di mare che di terra, Le Clézio non immagina fino a che punto il mito possa ricongiungersi con la realtà. In questo racconto invita a scoprire la cultura dell'Oceania, a orientarsi con le stelle, ma anche a non dimenticare la storia dei popoli delle isole, il loro passato di migranti e di schiavi, il loro presente ancora troppo simile al passato. Oltre che viaggio iniziatico dietro le poche immagini note - spiagge, bellezze polinesiane di Gauguin, Naghol - questo libro è una riflessione critica su quella globalizzazione che mette in pericolo l'armonia di una civiltà preziosa ma fragile." -
Quarantatré
Quarantatré è un romanzo articolato in sette capitoli, che prendono ciascuno il titolo da una ricetta di cucina. La protagonista si rivolge alla madre, morta più di trent'anni prima, quando lei era ancora bambina, e le racconta la propria vita, secondo una scansione cronologica che diventa però anche scansione tematica, segnata appunto dalle ricette che rappresentano gli snodi cruciali di un'esistenza. Il colloquio con la madre diventa un percorso alla ricerca di sé in un dialogo continuo tra identificazione e affrancamento dalla figura materna. Ma è anche una sorprendente analisi di come i ricordi si modifichino nel tempo adeguandosi ai nostri bisogni. Solo dopo aver raggiunto e superato l'età che aveva la madre al momento della morte, quarantatré anni, la protagonista riesce a sentirsi davvero autonoma e capisce che il modo più giusto e più bello per ricordarla consiste nel considerare la madre sua pari, una donna adulta come lei, una figura forte, impossibile da dimenticare, il cuore della famiglia, il nucleo da cui prende vita il senso delle cose. -
Le mie cose
In un mondo in cui i figli dei genitori separati vengono gestiti dall'Etcgfgs (l'Ente Territoriale di Controllo e Gestione dei Figli di Genitori Separati), in cui le nonne morte sono caramellate per poter ancora essere baciate dai nipoti, in cui, di notte o a tarda sera, piccoli animaletti chiamati dubby ti assaltano attaccandosi ai capelli, in un mondo in cui per salvarsi dagli ingorghi bisogna essere estratti a sorte e venir recuperati da un elicottero e in cui tossicodipendenti fanno ore di fila per i provini di un reality show ambientato in un centro di disintossicazione, la protagonista, affermata giornalista della rivista cult ""Le mie cose"""", combatte la sua battaglia personale per vedersi riconosciuta nel suo ruolo di mamma. Poäng e Ivar, i due bambini chiamati con i nomi di mobili dell'Ikea, sono contesi dall'ex marito e dalla sua nuova fiamma, America, esperta di dialetto romanesco e provetta trasformista. Intanto, la Chiesa a numero chiuso dei rappresentanti del Cristo del messaggio dell'ultimo giorno, aspetta di completare i propri ranghi in attesa della fine del mondo."" -
Il signor Qualcunaltro
Il protagonista di questo romanzo è un uomo dalle caratteristiche fisiche così comuni che tutti lo scambiano per qualcun altro, mettendo in moto una serie di eventi inquietanti. Rigorosamente senza nome, il personaggio di Egloff si trova a vivere vite non sue, verrà picchiato perché confuso per qualcuno che gli somiglia, avrà delle amanti per lo stesso motivo, sarà addirittura portato in vacanza da una famiglia di sconosciuti che lo scambierà per un parente. Il signor Qualcunaltro sarà al centro di mille storie essendo contemporaneamente se stesso e qualcun altro. Ma alla fine, chi è veramente il signor Qualcunaltro? Qual è la sua vita reale? Ha una vita reale l'uomo destinato a essere simile a chiunque? -
Un amore supremo
Suona nei club di Harlem e di Broadway, all'ombra dei vulcani d'Africa, ma anche a Saturno (Alabama), a Montmartre e in Olanda, nella foschia e negli spazi interstellari. Lo si sente in Canada e in California, a Chicago, New Orleans, nei film polacchi, tra le carovane zingare. Lascia tracce nelle cliniche psichiatriche e nelle sartorie, nel letto di un fiume a New York e sopra un ponte entrato nella leggenda. Si sposta su navi, taxi, aerei, incontra James Joyce e Charlie Brown, è sempre carico di bottiglie perché la sua sete non accetta compromessi. Sotto forma di abito elegante compare al Casinò di Sanremo e fa distrattamente capolino sul palco del Festival. Tutto questo è il jazz, e dietro, in ordine sparso ma non troppo, ci sono i suoi uomini con le loro storie. Sul palco di Luca Ragagnin 64 pezzi che si scambiano le battute alternando assoli e orchestrazioni raffinate. Un ""Amore supremo"""" è un libro jazz."" -
Io non so chi sei
"Io non so chi sei"""", nove storie di amore omosessuale. I personaggi di Pastore si muovono tra solitudini (come nel racconto """"Filippo"""", in cui una madre si confronta con il tempo che passa), scelte decisive (succede in """"'U piscicani"""" dove in una nevosa notte natalizia bisogna decidere da che parte stare), lutti (nello straziante e lucidissimo """"Ghost whisperer""""), storie ironiche e divertenti (come nel caso del racconto """"Finocchi""""), ipocrisie famigliari (nel racconto """"Manca il latte"""" un uomo è alle prese con la propria identità), ricerca di sé stessi (in """"Serpenti"""" il protagonista cerca in tutti i modi di trovare una risposta a ciò che di risposte non ha bisogno). Ma """"Io non so chi sei"""" è anche un libro che si confronta con la società e i suoi pregiudizi, e lo fa soprattutto con l'ultimo racconto, """"Io sono Tommaso""""; nel frastuono di denunce urlate, di violenze mediatiche e non, di falsi e veri moralismi, Giancarlo Pastore mantiene l'equilibrio e scende nell'animo mostrando in tutta la sua vulnerabilità e durezza un mondo spesso interpretato per stereotipi." -
Un anno fa domani
Si chiama Vittorio Congedo il protagonista del nuovo romanzo di Sebastiano Mondadori: una contraddizione in termini, un ossimoro, una serie di guai garantiti fin dal nome. La sua è la storia di un professionista, brillante suo malgrado, che a un certo punto si fa tragica, ma non troppo, densa di incontri quotidiani e sorprendenti. Un po' come potrebbe essere la vita se la guardassimo dritta in faccia. Da un anno è morta la moglie Teresa, il suo amore grande e assoluto, nonostante fosse esigente, imprevedibile, sempre ""altrove"""". Ma proprio per questo molto seducente. Gli ha lasciato una inaudita quantità di quattrini, due figlie e la possibilità di dimenticarla subito. Vittorio, però, non ce la farà, continuando a convivere con il suo ossessionante fantasma, con una giovane ragazza, un'altra figlia e una serie di personaggi, davvero indimenticabili, che compongono la sua famiglia d'origine. Una famiglia simpaticamente sgangherata, proprio come lui. Con l'occhio che guarda un po' a Henry Miller, vitale a oltranza, estremo, e un po' a Italo Svevo, ironico e pietoso con gli inetti, l'autore ci trascina in una commedia sentimentale che ormai non può più essere lieve o glamour, ma piuttosto grottesca e beffarda. Come la vita."" -
Can che dorme
Rabbia, terra, guai, partite di pallone. Libero Schiavi è un agente di polizia municipale a Montuberchielli, in provincia di Pavia. Guida lo scuolabus, legge il giornale e gioca nella squadra di calcio del campionato amatori. Più che altro, è uno che osserva: il modo di stare in campo dei compagni, le traiettorie delle strade, le curve della vallata che si dissolvono nell'indistinto suburbano. È uno che si tiene ai margini, quasi sempre. Anche l'indagine conoscitiva per conto del comune - il medico del paese è stato picchiato, quasi ucciso - la conduce senza protagonismi. Collabora con il maresciallo e si guarda attorno. Poi, a forza di guardare, gli cresce dentro una rabbia malinconica per alcune cose che ha visto, e inizia a sabotare. Libero Schiavi sperimenta la ribellione, qualcosa nella provincia addormentatata si smuove. Svegliare e scuotere dal torpore una provincia apparentemente immobile. Con un misto di ironia e leggerezza prendono vita e si muovono personaggi un po' bizzarri, capaci però di apparire reali nel loro vivere le poche gioie e i (non pochi) dolori della piccola Italia. -
Ci salverà la bellezza
Comincia la collaborazione di Instar libri con la Fiera internazionale del libro di Torino che, ogni anno, pubblica i quaderni con gli interventi degli ospiti più importanti presenti alla manifestazione. L'edizione del 2008 è stata dedicata al tema della bellezza e in questo libro vengono raccolti gli interventi e le lectio magistralis di Boris Pahor, Aharon Appelfeld, Etgar Keret, Giuseppe Betori, Remo Bodei, Luciano Canfora, Franco Cordero, Erri De Luca, Sergio Givone, Giovanni Reale, Domenico Starnone, Raffaele La Capria, Paul Zanker, Francesco M. Cataluccio, Franco La Cecla. -
Alboran
Luca ha cinque anni e un compito ben preciso: controllare le lancette. Quando suo nonno gli allunga il microfono e lo inchioda alla sedia con una trafila di domande, Luca deve non solo rispondere, ma anche verificare che le lancette del registratore si muovano sotto i vetrini. Non è un nonno come gli altri, quello di Luca. Smonta i lampadari e dentro ci costruisce presepi sferici; assembla modellini di cannoni che sparano davvero; allena i pesci dell'acquario a resistere in apnea. Che succede se tutto questo, all'improvviso, si interrompe? Adesso Luca ha trent'anni e lavora in radio, ma al microfono non parla più. Circondato da pareti acustiche, protetto dal vetro della regia, cerca di tenere a bada i suoni, di annullare la possibilità dell'errore. Il rischio è incontrare la ragazza giusta - un amore che si chiama come la notte - e farsela sfuggire. Per evitare che questo accada Luca dovrà tuffarsi in un tempo che per definizione non torna indietro: quello della diretta. Al suo fianco c'è Ezio, il tecnico che in carriera ha sbagliato una volta sola. C'è Bruce Springsteen, con la sua voce ruvida e incandescente. E c'è infine un nastro, il più prezioso tra tutti i tesori che al momento buono tornano a galla e fanno schizzare in alto le lancette. -
Il più bel vizio è la vita
Con un felice connubio tra sguardo di bambina e ironia adulta, sullo sfondo di una Torino che vive gli anni difficili della guerra e del dopoguerra fino al boom economico, si sviluppa una saga familiare in cui personaggi e fatti veri vengono reinventati e in qualche modo completati dalla fantasia e dal ricordo, come nella miglior tradizione di Luigi Meneghello. I confini tra romanzo e mémoire si sfumano e si confondono, ed emergono figure che se non fossero esistite sarebbero state da inventare. Magnifica quella del padre, Riccardo Chicco, indimenticabile la discesa con la bambina nel pozzo di macerie di una casa bombardata; e poi certi cugini, certe zie, che tutti abbiamo avuto e non abbiamo saputo vedere. Una famiglia che ha il vizio della vita. Ma quale splendido vizio. -
Non ci sono pesci rossi nelle pozzanghere
Il mondo di Damian è diviso in due: zingari e non zingari, romane e gagi, dentro e fuori del campo alle porte di Correggio dove ormai da anni è stanziata la sua comunità. C'è Gioele che alleva pesci immaginari nelle pozzanghere, c'è nonno Roman che armeggia con la pipa e, tra un silenzio e l'altro, gli racconta di tempi remoti e luoghi lontani. Quando, un mattino di marzo, Damian si incammina verso il suo primo giorno di scuola, il confine tra le due realtà comincia a incrinarsi; e ci si mette anche la fortuna - la mitica fortuna zingara - che fa sì che due pubblicitari di passaggio scelgano proprio il padre di Damian, Erik, come protagonista della campagna promozionale di una nota marca di trapani elettrici, rendendolo lo zingaro più benestante della zona... Crescere, uscire dal campo e passare sempre più tempo tra i gagi, complici la scuola e il rapporto con la coetanea Elisa, si trasformano in una fuga dalle radici e nella ricerca di una nuova identità, per poi scoprire, a proprie spese, che voler essere altro da ciò che si è rappresenta una scommessa perdente in partenza. È questo il valore dei fogli ingialliti del diario che Roman lascia in eredità al nipote. Perché la memoria è qualcosa da custodire tenacemente dentro di sé: è il peso della nostra storia, e si potrà solamente raccontare. -
La spiaggia dei cani romantici
In mezzo alla pampa, a Lincoln, l'estate finisce quando se ne vanno i chicos piola - i ragazzi all'occhio -, quelli che vestono camicie colorate e ogni anno attraversano la pozzanghera per lavorare in Europa, nei locali notturni della Costa Brava. Un giorno del 1983 da Lincoln se ne va anche Almeja, che ha fatto la guerra delle Malvinas e vuole diventare calciatore: ha origini liguri, andrà in Italia a cercarsi una squadra, e con lui partirà la sua ragazza. Una rotta diversa da quella dei chicos piola, un itinerario nuovo. Una volta in Europa, però, il richiamo di Lloret de Mar sarà ineludibile: la spiaggia dei ragazzi di Lincoln, le notti infinite, la costa dove i giovani si riversano in vacanza, ma anche il luogo dove diversi soldati inglesi trovano una morte violenta. Quante vite si consumano a Lloret, che cosa è stata la convulsione degli anni Ottanta? A distanza di quasi trent'anni una giornalista olandese va alla ricerca di alcuni protagonisti di quell'epoca e, percorrendo un cammino inverso rispetto a quello di Almeja, fa riaffiorare tracce di un passato che sembra inghiottito dai flutti, ma, a tratti, manda ancora bagliori. -
Puoi chiamarmi fratello
Christian viene dal Camerun. Ex promessa del calcio, ex spacciatore, incontra Tiziano in carcere, mentre lavorano entrambi nella torrefazione della prigione, l'uno da detenuto, l'altro da uomo libero. I due diventano amici e quando Christian, scontata una pena durata in tutto sette anni, decide di tornare in Africa, Tiziano parte con lui: inizia il viaggio nell'""altra vita"""" di Christian, tra la vivacissima famiglia allargata che conta centinaia di membri, la passione per il calcio sfogata nei campi di terra battuta sotto il sole cocente, le bellezze e le miserie di un Paese, il Camerun, che mostra slanci entusiasmanti e croniche difficoltà. Un viaggio alle radici della storia di Christian, spirito vitale indomabile, alle prese con un'incerta identità che fa di lui un africano in Europa e un europeo in Africa, ma anche un viaggio alle radici di un'amicizia che si fa più salda nella reciproca diversità."" -
Il Governatore
Il Governatore è colui che presiede la Galassia e i cento miliardi di stelle. Il suo dominio è immortale e distaccato, delle minuzie non si cura: dagli atomi agli astri, tutti seguono le sue leggi. Fino a quando, su uno dei molti pianeti, una strana specie di animali incomincia a progettare macchine per uscire dalla Terra dove vive e avvicinarsi alla Luna. Non è nell'ordine consueto: il Governatore e il suo Segretario si travestono da uomini e scendono a valutare meglio la situazione... Scritto alla fine degli anni Cinquanta, questo racconto inedito di Rinaldo De Benedetti coniuga le capacità narrative e divulgative dell'autore e conserva un valore filosofico immutato. La storia dell'incontro fra umano e divino diventa infatti un pretesto per indurre il lettore a riflettere sulla smania di onnipotenza dell'uomo, che crede di poter controllare la natura e il cosmo, e sulla sua effettiva debolezza rispetto alle forze in gioco. Un apologo che accenna alle grandi imprese spaziali dell'epoca e approfondisce le tematiche su cui da sempre l'uomo si arrovella (la vita e la morte, la materia e lo spirito), rivelandosi quanto mai attuale: il taglio metafisico nasconde in realtà un lucido realismo, come se, dall'alto della città celeste, la condizione umana apparisse più nitida, ridimensionata nella sua finitezza. Gli uomini, da lassù, non sono che bestioline irrequiete alla perenne ricerca di un modo per convivere pacificamente. -
Fatti fuori
La fabbrica dove lavorava Jake, nel Wisconsin, ha chiuso, lui e tutti i suoi concittadini sono rimasti senza lavoro. La sua ragazza se n'è andata al seguito della concessionaria in cui è impiegata e la tivù via cavo ha staccato il collegamento. Quando Ken Gardocki, allibratore e boss della droga locale, offre a Jake di cancellare i suoi debiti di gioco in cambio dell'omicidio della moglie, Jake non può che accettare. E, fedele alla fama di lavoratore scrupoloso che ha sempre avuto, esegue il compito senza sbavature. Anzi, ritrova il piacere del lavoro ben fatto, tanto che la sua carriera di killer conosce un'improvvisa, brillante impennata; acquisita fiducia in sé stesso, Jake ne approfitta per togliersi qualche soddisfazione e fare piazza pulita tra chi gli sta rendendo la vita difficile. In un Midwest spazzato dalla neve e dalla dismissione che ricorda ""Fargo"""" dei fratelli Coen, Iain Levison ambienta una storia nera, popolata dei tipici americani della provincia che non si perdono d'animo nelle avversità, amano i tornei di freccette e sono disposti a uccidere perché qualcuno non gli porti via la loro vita."" -
Se anche tu non fossi il mio
Il padre di Luca è malato e lui, medico, è incapace di curarlo; il padre di Riccarda pretende di dettare legge sulla vita della figlia ben oltre l'età adulta, quello di Martina non ha mai voluto conoscerla. Padri lontani, fisicamente o psicologicamente, ma anche padri amorevoli e responsabili; figli che lottano con la figura paterna e altri che la rimpiangono: tredici padri e svariati figli sono i protagonisti di queste storie che scivolano l'una nell'altra, in un percorso tra le molteplici e spesso tortuose strade che può assumere il rapporto tra un padre e un figlio, o una figlia. Diversi i momenti della vita in cui vengono colti i personaggi, diversi gli scenari famigliari che ognuno di loro ha alle spalle, personali le voci, ma unica l'architettura che le accoglie: padri e figli si incrociano, le loro storie si sfiorano, si parlano, aprono la porta ad altre storie e ad altre vite, indagate con sguardo capace di immergersi in profondità, attento all'umanamente essenziale. Quello che ne risulta, dal primo compleanno di un figlio all'inatteso incontro con un padre in punto di morte, dal ritratto mai eseguito dal genitore artista alla scomparsa improvvisa della ragazza adottata, è un accurato mosaico in cui si compongono, tessere dell'esistenza di ognuno, amore e dolore. -
Fuga dal gulag 47
Nel 1942 Josef Morawietz è uno studente di diciassette anni. Chiamato alle armi dal suo Paese, la Germania, riceve un addestramento da cecchino e viene inviato con l'esercito hitleriano sul fronte russo. Attraversa i terribili mesi della battaglia di Stalingrado, sopravvive al freddo, alla fame, alla decimazione dei compagni; fatto prigioniero dai russi, viene trasferito nel gulag 47, in un punto imprecisato della Russia meridionale. Da qui, dopo mesi di lavoro forzato, organizza un'incredibile fuga assieme a un compagno di prigionia, con il decisivo aiuto di un'infermiera incontrata nel gulag. La rocambolesca storia vera di Josef Morawietz non è finita: una lunghissima traversata a piedi nella steppa russa porterà i fuggitivi in Iran, da dove tenteranno di salpare per l'Inghilterra. Una storia, quella di Josef, sorprendente e terribile, che racconta la tenace volontà di sopravvivenza di un ragazzo investito dal turbine della guerra. La vicenda di un misconosciuto soldato semplice, ricostruita da lui stesso durante la vecchiaia, emerge da un'epoca convulsa, restituendo la cronaca appassionante di una fuga al limite dell'impossibile. -
Non credo al Paradiso
Quando Eleonora si risveglia in ospedale, dopo l'incidente d'auto in cui è morto suo figlio, non cerca che la solitudine e l'annullamento nel dolore. Relegata in una casa di cura sul Lago Maggiore, prova appena una vaga curiosità per la taciturna infermiera, che la accudisce, e non immagina che qualcosa possa accomunarle: Sahar è palestinese, vive da qualche anno in Italia, lontana dai suoi due figli. Della più piccola, Shada, non ha più avuto notizie dopo l'avvio dell'operazione militare Piombo Fuso nella Striscia di Gaza. L'improvvisa sparizione dell'infermiera sottrae Eleonora al suo isolamento. Sfuggendo alla protezione di madre e fratello, decide di partire per Gerusalemme, e da qui per Gaza, determinata a trovare ciò che resta della famiglia di Sahar. Un viaggio che la porta a confrontarsi con la propria storia e con la vitalità ostinata della terra che la accoglie. Non credo al Paradiso racconta le profondità del dolore ma anche la caparbietà della vita, intessendo una trama di forti legami femminili, luoghi fatti vivere nella loro palpitante bellezza, vicende del nostro tempo che riflettono l'universalità dei sentimenti. -
Tre volte invano
La storia di un ragazzo che gioca a pallacanestro praticamente da quando è nato. Nonostante questo non è un fenomeno, anzi, il più delle volte le partite finiscono senza che lui abbia segnato un solo punto. Finché un giorno con una finta sola fa fuori mezza difesa avversaria e la butta dentro. E così l'azione dopo, e quella dopo ancora e probabilmente avrebbe continuato così per tutta la vita, se a due minuti e diciassette secondi dalla sirena di un'altra partita non fosse franato per terra rompendosi un ginocchio. Da lì in avanti, per lui, tutto cambierà e tutto dovrà essere inventato di nuovo. Che sia possibile o no perché il basket, come dice Philip Roth, ""Il basket è un'altra cosa..."""".""