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Il battito della pendola
Le note stonate, le stecche, i tasti toccati per errore. Si radunano tutte intorno alla nave. Penetrano nelle cabine e si mescolano ai naviganti. Vengono cacciate dai suoni giusti e si allontanano in cerca di un luogo lasciato libero da altri suoni sbagliati per occupare il loro posto. Vanno a dar voce agli strumenti di lavoro, agli ingranaggi, agli scoppi, allo stridore, al frusciare, al rantolare. Ma poi, alla fine dei loro viaggi, ritornano sempre qui, a Venezia, e si mescolano nelle acque. Quei piccoli, infimi tonfi sordi nei canali e nei rii che lei sente richiamarsi senza posa, sono loro che si agitano come anime senza pace. E poi aumentano e crescono con l'alzarsi dell'acqua e allora cercano di sommergere Venezia, di affondarla nel ricordo di se stessa che Venezia già ora è. -
Breve storia antropologica sulle origini della medicina. Mali antichi e antichi rimedi
Ripercorrere la storia della medicina significa posizionarsi su un tempo ""lungo"""", coincidente con quello dell'Homo sapiens. Un modo di percorrere la vicenda umana, che non si ferma ad un racconto frettoloso, drammatico, di breve respiro ma che guarda invece a ricostruire """"una storia di respiro più sostenuto, di ampiezza secolare la storia di lunga, addirittura di lunghissima durata"""". Questo libro ripercorre la lunga storia delle malattie che hanno afflitto l'umanità e delle relative terapie, nell'ottica della lunghissima durata e indaga in proprio intorno ad una (cospicua) quantità di attività umane, che spaziano dalla dimensione familiare a quella sociale e politica; dalla magia alla religione, alla scienza; dai vari tipi di meccanismi di produzione economica alle diverse forme di ordinamento statale. Quindi una ricerca interdisciplinare costruita per vedere agire, lottare e pensare gli uomini in carne e ossa nella loro dura e rischiosa quotidianità."" -
Pinocchio. La città, il paesaggio, la casa, l'oggetto
Il testo critico, qui proposto, intende confutare le convinzioni di chi ha creduto di vedere nelle pagine di Pinocchio connotati e caratteri di luoghi abitati, paesaggi, edifici, e oggetti prevalentemente contrassegnati dal marchio della toscanità. Per dimostrare quanto siano fallaci tali presunte certezze sono state specificamente rivisitate alcune entità' topiche come la cittadina di Acchiappa-citrulli, il paesetto sulla spiaggia del mare, il Paese dei balocchi, quello nell'isola delle Api industriose, e la casa della Fata con i capelli turchini. Nella lettura che ne risulta non compaiono aggettivazioni regionalistiche, bensì è consentito l'apprezzamento delle Avventure di Pinocchio nella loro deliberata rinuncia a riconoscitivi riferimenti, ovvero nella loro significativa offerta dei più ampi e corretti parametri di interpretazione. Alle evanescenti immagini ambientali che si incontrano nella narrazione, è stato volutamente contrapposto il corredo delle fervide immaginazioni iconografiche degli illustratori che per rendere maggiormente attraente il capolavoro collodiano hanno creato artistiche identità figurative del burattino di legno e dei compartecipi alle sue peripezie. -
Lode della città di Firenze di Leonardo Bruni
Perché riproporre la lettura di Leonardo Bruni? Le risposte potrebbero essere tante, quella dell'autore è chiara. Dare senso alla propria tradizione e scommettere sui valori di quell'umanesimo fiorentino che irrinunciabilmente appartengono alla storia della città. La domanda è allora un'altra: serba ancora valore quel mondo e merita ammirarlo? Che senso ha parlare di tradizione, a cosa può servire oggi questa antica lode? Qui la filologia fa da protagonista, e scommette su se stessa: cercare il volto dell'anima, il respiro dei tempi. E l'autore vuole fare caro l'insegnamento di Giorgio Pasquali: chi non ricorda non vive. -
Firenze e il suo fiume a 50 anni dall'alluvione. Displuvio
II Belpaese, si sa, è tanto bello quanto fragile: se queste due parole avessero costituito nella storia del nostro territorio i riferimenti di una politica attenta avremmo saputo far crescere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità collettiva e individuale verso l'ambiente e il patrimonio culturale italiano. Come conseguenza, in questa ottica, avremmo potuto far fronte agli eventi eccezionali con una programmazione che è il contrario di risposte - quali sono invece state - dettate dall'emotività e sull'onda dell'emergenza. Una logica dal respiro corto. Quegli eventi avrebbero potuto, altresì, essere colti come un'opportunità per costruire una linea di demarcazione - quel Displuvio, appunto - che separa e distingue la risposta all'emergenza da un progetto di prevenzione. Dall'alluvione di Firenze, dalle quali partono le riflessioni di questo libro, agli ultimi e recentissimi eventi disastrosi in altre parti d'Italia i fatti dimostrano che una cultura della prevenzione dei rischi non ha a tutt'oggi messo radici nel nostro Paese. E quanto mai attuale è - purtroppo - ancora il richiamo di Luigi Einaudi. Era il 1951. -
Una semplice lezione di composizione musicale
"Non abdicherò mai alla regola del mio orecchio"""" Igor Stravinsky. Sono pienamente d'accordo con queste parole di Stravinsky. Ma che cos'è """"l'orecchio""""? C'è bisogno solo di """"orecchio"""" o c'è qualcosa in più da scoprire riguardo alla composizione musicale? Come posso comporre una melodia se non mi viene niente in mente? C'è sempre una via per raggiungere le proprie mete. Se queste mete abbracciano una scienza, una tecnologia o un arte, conoscere bene tutti i loro aspetti fondamentali equivale, in un certo modo, ad un possibile raggiungimento di tali mete. Quello che mi spinse a cercare le risposte alle mie innumerevoli domande, in relazione alla teoria musicale, può solo paragonarsi ad un assetato nel deserto con un disperato bisogno di acqua per la propiria sopravvivenza. Quando sai esattamente quello che stai cercando sai anche dove cercare. Quando stai cercando una risposta e fai una domanda otterrai un'esatta risposta e quando questa risposta frantuma le barriere alla tua conoscenza sai esattamente che è quella giusta. Come funziona la composizione? Che cosa devo sapere e dove devo cercare? Che cos'è l'ispirazione e che cosa ha ispirato alcuni dei grandi composizione." -
Neoavanguardie e controcultura a Firenze. Il movimento Radical e i protagonisti di un cambiamento storico internazionale
Il Radical Design nasce a Firenze negli anni Sessanta in un clima di revisione dei linguaggi e di contestazione politica dello status quo. In maniera più o meno consapevole vengono avviati una serie di ""cambiamenti radicali"""" che riguardano l'esistenza nella sua infinita teatralità: dal modo di sentire al modo di vestire, dal modo di abitare al modo di fare arte, teatro, letteratura, musica... In campo progettuale il principale imputato è il Movimento Moderno e i suoi principi razionali livellanti i bisogni di ciascuno e di tutti con uno stile di vita pratico ed economico, inizialmente una vera rivoluzione, poi diventato mero strumento per l'edificazione di paesaggi urbani disarmanti nella loro omogeneità. I radical fiorentini, come molti altri artefici di critiche singolari al Movimento Moderno (da Venturi ad Hollein), mettono a frutto le sollecitazioni provenienti da altri ambiti disciplinari facendole diventare teoria, dichiarazione d'intenti, trasformandole in visioni utopiche molto """"acide"""" perché testimoniano, senza alcun sentimentalismo, tutto quello che sarebbe potuto scaturire se il progetto della """"modernità"""" fosse andato ancora avanti nelle sue logiche."" -
L' architettura del Battistero fiorentino di San Giovanni. Progetto, appalto, costruzione, vicende
Dopo essere stato oggetto di una serie interminabile di studi, il Battistero fiorentino di San Giovanni viene esaminato in questo saggio partendo da un'angolazione inconsueta, che è quella da cui ha inizio ogni opera di architettura: il progetto. Seguendo alcune tracce che ci vengono dalle antiche cronache fiorentine, la ricerca si è sviluppata esplorando le vicende legate all'appalto dei lavori, all'edificazione e poi alle trasformazioni avute dall'edificio, con un continuo riferimento al contesto storico. Le indicazioni così ricavate convergono nel confermare che l'attuale San Giovanni non è nato come battistero: esso è un monumento romano del V secolo, costruito in circostanze straordinarie, e che, come è avvenuto in molti altri casi, solo in un secondo momento è stato adattato per il culto cristiano, prima per essere cattedrale e poi battistero. Ha perciò fondamento la leggenda del cosiddetto 'Tempio di Marte': anche se essa va interpretata, il senso degli antichi racconti fiorentini è conforme alla verità dei fatti e trova pieno riscontro nella realtà costruita. -
Accademie, salotti, giochi di società e amori segreti nella Firenze del Settecento
Il libro ricostruisce il milieu sociale e culturale esclusivamente dell'aristocrazia fiorentina; quindi potreste chiederci conto della gente ""delle case basse"""", come il ministro delle Finanze del Granducato di Toscana, conte Giovanni Baldasseroni (1795-1876), indicava il popolo minuto. Ebbene, l'epoca da noi analizzata, quella che che va dal primo Settecento al suo volgere al termine, non contemplava per i signori di antico e alto lignaggio l'esistenza di tale classe. Erano villani, poco più che servi, i quali trovavano il loro corrispettivo nei mugiki russi, come alcuni viaggiatori li descrivevano nelle loro memorie: ancora il loro respiro e la loro anima erano muti per i blasonati. Presto però anche il popolo prenderà sempre più coscienza di sé, aiutato spesso in questo percorso dai cadetti di quella aristocrazia consapevoli del valore umano, senza più distinzioni di classe."" -
Arti visive e decorative nella stazione di Santa Maria Novella a Firenze
Le opere e gli arredi della stazione di Santa Maria Novella testimoniano ancora oggi il clima fiorentino degli anni Trenta, in cui il dibattito sull'architettura moderna si intrecciava con quello sulla pittura murale e sull'insegnamento delle arti applicate. I saggi delle studiose analizzano il ricco apparato decorativo predisposto a compimento della celebre impresa del Gruppo Toscano, proponendo una riflessione sul complesso contesto storico, artistico, politico di cui le opere sono immediata espressione, attraverso la rilettura del vivace milieu culturale del dopo-concorso, in cui le aspettative nei confronti dell'assegnazione dei lavori si intrecciarono con le scelte iconografiche e con le dinamiche legate alla committenza. -
La medicina a Firenze nella seconda metà dell'Ottocento
Non ci possono essere dubbi che la salute sia il bene più prezioso di cui può godere l'essere umano ed è altrettanto indubbio che nell'arco dei millenni l'uomo abbia cercato continuamene i mezzi per sanare tutto ciò che minava il benessere. La realtà igienico-sanitaria del centro storico di Firenze, nuova Capitale del Regno, era a dir poco desolante. Questa viene descritta molto ruvidamente da Errico Alvino, architetto: ""Firenze, la bella, la gentile Firenze, la Città delle arti e del gusto, ha nel suo centro una tale accozzaglia di sudiciume e di vituperio... un tal labirinto di vicoli oscuri, schifosi ove la miseria e la prostituzione stanno in pubblica mostra... le antiche torri dell'antica Firenze si sono cangiate in postriboli e in miserabili tuguri dove la scrofola miete le sue vittime... ed il Mercato? È mai possibile immaginarsi cosa più sudicia, più indecente, più incomoda, più indegna della civiltà fiorentina."""""" -
Art Nouveau e altri modernismi
Scritti e immagini vogliono offrire il godimento dei significati di valore e degli aspetti di seduzione dell’Art Nouveau, e di altri Modernismi (Sezessionstill, Jugendstil, Modern Style, Modernismo Catalano, Liberty), felicemente impressi in opere grafiche, pittoriche, scultoree e architettoniche. -
Profumi, incensi e piante nel mondo antico
Le piante nel mondo antico affacciato sul Mediterraneo - Vicino Oriente, Egitto, Grecia, Italia - sono state da tempi remoti oggetto di molteplici usi, tra i quali quello di sorgenti di materie prime per essenze odorose e profumi. Questa produzione, sorta forse originariamente a lato delle ritualità religiose, dove si ricorreva ad incensi per inviare un'offerta agli dèi per fumum, ovvero attraverso i fumi odorosi della combustione, fu largamente destinata all'unzione rituale dei cadaveri, divenendo in seguito - o in parallelo - anche un costume della vita quotidiana dei vivi riservato soprattutto alle élites, che ricorrevano, per l'unzione cosmetica del corpo di uomini e donne, a materie prime e a prodotti finiti spesso importati da luoghi lontani. Alcune di queste stesse essenze avevano anche usi terapeutici e curativi; non va infatti dimenticato che Eschilo definì gli Etruschi all'inizio del V sec. a.C. ""popolo produttore di farmaci"""", venendo echeggiato da Teofrasto alla fine del IV sec. a.C., e che la farmacopea e la medicina etrusche avevano contatti con scuole greche e magnogreche contemporanee."" -
Misure romane
Quale evoluzione ebbe, quali passi segnò, il classicismo che aveva illuminato il nostro Rinascimento, nei vicini paesi europei, specie in quelli dove i resti della romanità, pur numerosi, suscitavano talora, perifericamente, immagini e interessi paralleli se non divergenti rispetto a quelli che agivano nelle arti italiane? Questo breve dialogo offre l'opportunità per riflettere su come lo spirito degli antichi potesse essere abbracciato da un architetto dilettante spagnolo allo scadere del primo quarto del Cinquecento. Diego de Sagredo (Burgos, 1490 - Toledo, 1528 ca.) fu cappellano della primaziale di Toledo e soprintendente ai cantieri cattedralizi della città, allora capitale di Spagna, per conto dell'arcivescovo De Fonseca. Le sue Medidas del Romano sono il primo trattato di decorazione architettonica scritto in spagnolo e pubblicato fuori d'Italia, nel 1526. Il volumetto in forma di dialogo, basato principalmente sullo studio di Vitruvio attraverso l'edizione latina di Fra' Giocondo da Verona, quella italiana del Ciseriano, e il De re aedificatoria dell'Alberti, è una sorta di manuale per riprodurre proporzioni, ordini e modanature degli edifici classici. -
Emilio Salgari architetture raccontate
Le architetture raccontate da Salgari, ossia le forme e le strutture di cupolate pagode, moschee, minareti, palazzi di principi indiani, di sultani d'Arabia, di faraoni, di regine caraibiche, e altre costruzioni esotiche, che il sedentario romanziere veronese non ebbe mai occasione di vedere nel corso della sua vita, furono descritte servendosi delle notizie raccolte nelle pubblicazioni di tipo divulgativo consultate in silenziose confortevoli biblioteche costituenti il reale, unico 'territorio' delle immaginarie, fragorose avventure narrate. -
Firenze e la cioccolata. Storia, cultura e piacere dai Medici al Duemila
Una delle piacevolezze che ci arriva da lontano, nel tempo, è senza dubbio la cioccolata. La storia del suo successo è appassionante e ""transita"""" anche da Firenze, la città che grazie alla dinastia Medici sin dall'inizio del XVII secolo ne ha sperimentato gli innumerevoli pregi. In questo libro si ricostruiscono le fasi salienti della storia della cioccolata che corrono parallele a quella della città del fiore, ovvero dalle sue origini e dalla prima conoscenza sperimentata dai viaggiatori fiorentini, fino ai giorni nostri. Si tratta di una sorta di viaggio sensoriale attraverso il tempo, per rammentare, ad esempio, che in un solo anno - il 1728 - a Firenze la cioccolata fu al centro di un'accesa polemica che portò alla pubblicazione addirittura di quattro testi, tre favorevoli e uno contrario, così come per scoprire la misteriosa ricetta della cioccolata di Francesco Redi che per primo sperimentò l'unione tra l'aroma del cacao e il profumo del gelsomino, riuscendo a far perdere la testa a Granduchi e Gran Principi. Nel libro sono indicati anche i luoghi dove, attraverso i secoli, a Firenze ci si deliziava con la cioccolata."" -
La Cavalcata dei Magi Benozzo Gozzoli. Storia, ermetismo e antiche simbologie
Questo volume di Costanza Riva rappresenta un entusiasmante viaggio tra i simboli della Cavalcata dei Magi di Gozzoli. L'autrice non si limita a ripercorrere la simbologia di uno degli affreschi più suggestivi presenti nei palazzi pubblici fiorentini, ma ripercorre tutto un pensiero, quello neoplatonico. Durante il Quattrocento il grande interesse per l'antichità classica spinse umanisti al recupero e alla rilettura delle opere più significative del mondo classico in ambito filosofico, politico, scientifico e letterario. (Dalla prefazione di Eugenio Giani) -
I Medici da Piero II «lo Sfortunato» ad Alessandro, primo duca di Firenze «Il potere»
Alla morte di Lorenzo il Magnifico gli succedeva Piero, il maggiore dei suoi figli maschi. Di temperamento incurante e poco interessato agli affari di Stato, questi sembrava essere perseguitato da uno strano destino. Infatti bastava semplicemente che prendesse parte ad un progetto perché lo stesso non andasse a buon fine. Per le innumerevoli sventure fu soprannominato ""Piero lo Sfortunato"""". Egli dovette contrastare, ma inutilmente, Carlo VIII, re di Francia che, superati i confini della Toscana, giungeva a Firenze per proseguire poi per Napoli, su cui il re rivendicava antichi diritti della Casa Angioina. In quell'occasione Piero dimostrava la sua incapacità a governare e i fiorentini. Considerandolo un traditore, lo cacciarono mandandolo in esilio con tutta la sua famiglia. In questo libro si parla inoltre di fra' Girolamo Savonarola, priore nel convento di San Marco, che predicava contro la scostumatezza dei Medici e dei fiorentini e sul comportamento indecoroso del clero romano per cui sollecitava la riforma della Chiesa; dichiarazioni che lo portarono ad essere impiccato e arso nella Piazza della Signoria."" -
Una facciata per la basilica di San Lorenzo a Firenze 1515-1905
Le facciate rimaste incompiute costituivano e ancora costituiscono una costante relativa ad importanti e antiche chiese fiorentine: si pensi a Santa Maria del Fiore, Santa Croce, Santo Spirito, San Lorenzo, e il Carmine. Nel corso dell'Ottocento vennero completate le facciate di Santa Croce e di Santa Maria del Fiore, ma continuarono e ancora continuano a mostrarsi disadorne le fronti di San Lorenzo, Santo Spirito e il Carmine. Le vicende progettuali mirate a condurre a compimento la facciata della basilica di San Lorenzo sono qui raccolte, con corredo di particolari, a cominciare dai tentativi del 1515 fino ai disattesi esiti delle competizioni concorsuali del 1901 e 1905. -
La facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze
Quando il 12 maggio 1887 la facciata di Santa Maria del Fiore, disegnata dall'architetto Emilio De Fabris, veniva solennemente inaugurata, si concludeva una vicenda secolare iniziata, nel gennaio 1587, con la distruzione dell'incompiuto prospetto trecentesco, e protrattasi attraverso le esecuzioni di modelli in legno nel 1588, 1596, 1634, le esercitazioni progettuali 'neogotiche' del 1822, 1842, 1843, e quelle presentate nei tre risolutivi concorsi del 1862, 1864, 1866, connotate, quest'ultime, da ipotesi di coronamenti monocuspidali, tricuspidali, basilicali. La realizzata facciata non ha goduto di fortuna critica, ma quale vistoso esempio, ormai storicizzato, di architettura dello storicismo, costituisce pur sempre, nonostante le suscitate perplessità, un traguardo non indifferente nel percorso verso il linguaggio della 'modernità' architettonica.