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François Spierre. Un incisore lorenese nella Roma barocca. Ediz. illustrata
Allievo a Parigi dei fratelli de Poilly ed erede a Roma del ruolo che era stato di Claude Mellan, François Spierre (Nancy, 1639 - Roma, 1681), finissimo ""incisore di traduzione"""", svolse per oltre un ventennio, in perfetta intesa coi maestri del primo Barocco - da Pietro da Cortona a Gian Lorenzo Bernini - un compito fondamentale nella diffusione di invenzioni grafiche che una singolare sfortuna postuma non gli ha invece ancora riconosciuto. Impegnato in imprese collettive come l'ambizioso progetto editoriale dedicato agli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Pitti, che lo vide collaborare con Cornelis Bloemaert, fu poi tra i massimi traduttori dei capolavori di Correggio, Domenichino e Ciro Ferri in una Roma divenuta alla metà del Seicento capitale artistica vivacemente internazionale. Ma il campo in cui eccelse fu quello dell'illustrazione libraria, con splendidi frontespizi o tavole per volumi prestigiosi, eseguite su disegno dei più autorevoli artisti coevi, sebbene la sua vera vocazione fosse incidere proprie creazioni, spinto da quello che Francesco Baldinucci, stendendone la biografia nel 1686, definì un «acceso desiderio d'inventare». Attraverso un'ampia disamina critica e la ricostruzione del catalogo ragionato della sua imponente produzione incisoria il volume dà conto dell'evolversi della vicenda artistica di Spierre, rivelandocelo un caso esemplare delle inesauribili capacità divulgative insite nelle stampe nell'intreccio tra editoria calcografica, propaganda, committenza e mercato nella Roma cosmopolita del secondo Seicento."" -
Roma 1629. Una microstoria dell'arte. Ediz. a colori
Il volume è un esperimento metodologico, che vuole provare ad applicare alla storia dell'arte i notevoli progressi acquisiti nel campo della microstoria. Ciascuno degli undici saggi raccolti in questo libro tratta di una vicenda culturale o artistica avvenuta a Roma nel 1629. Tutt'altro che un anno straordinario nella storia della città papale, il 1629 ci mostra infatti il ""business as usual"""" nella vita artistica dell'Urbe. La scelta di un quadro geografico e cronologico limitato, d'altronde, offre l'opportunità di mettere a fuoco i dettagli delle singole vicissitudini. Inoltre, letti insieme, i saggi dipingono un'immagine pluriforme della vita culturale della Roma moderna. Essi consentono infatti di incontrare gli attori principali della vita romana nel 1629 (dai Barberini e Cassiano dal Pozzo a Sandrart e Giulio Mancini), così come di comprendere le dinamiche delle reti familiari, sociali (i Bentvueghels) e professionali (l'Accademia di San Luca) e di aprire una finestra di ricerca sulle pratiche della vita quotidiana nell'atelier (Antonio Bosio davanti alla sua scrivania e la dimora-museo di Filippo Napoletano), nei cantieri (Ciampelli nella Fabbrica di San Pietro e Valentin a palazzo Barberini) e nella strada (Duquesnoy che studia le antichità o i fiorentini che celebrano un loro nuovo santo)."" -
Villa il Vascello. Ediz. a colori
La Villa ""il Vascello"""" rappresenta una delle più singolari ville romane, eccentrica per significato e per tipologia di arredi, ricercata da visitatori illustri. Sorge in un luogo privilegiato, alle porte del Vaticano, prescelto da celebri famiglie per grandi ville barocche. Elpidio Benedetti, abate al servizio della corona francese, scelse questo spazio proprio per la sua posizione dominante sul colle Vaticano e per entrare a pieno titolo in un'area in splendida ascesa. A un modesto progetto iniziale, redatto dal direttore dei lavori, l'""""architettrice"""" Plautilla Bricci, segue un'altra soluzione ben più innovativa e originale, che si ipotizza sia dovuta a Gian Lorenzo Bernini. La villa diviene scenario di episodi eroici durante i combattimenti che segnano la fine della Repubblica Romana del 1849, durante i quali il Casino, quasi distrutto, viene difeso strenamuente da Giacomo Medici e dai suoi soldati, divenendo così un emblema degli ideali di libertà e democrazia. Oggi la villa è di proprietà del Grande Oriente d'Italia. L'autrice Carla Benocci, con la ripresa degli studi su Plautilla Ricci (in autunno ci sarà una grande mostra a Roma) ha completamente aggiornato le sue ricerche storiche sul tema; il fotografo d'arte Antonello Idini ha condotto una specifica campagna fotografica."" -
La mia pelle d'elefante è la terra. Pitture 2001-2003. Catalogo della mostra (Roma, 28 novembre-12 dicembre 2003)
Il volume è il catalogo della mostra di Roma (Galleria Officina, 28 novembre 12 dicembre 2003). Giorgio Manacorda (Roma 1941) insegna letteratura tedesca presso l'Università della Tuscia (Viterbo) e l'Università di Roma ""La Sapienza). Autore di raccolte di poesie e saggi di critica letteraria, collabora anche a vari giornali e riviste. La mostra, che espone i dipinti realizzati dal 2001 al 2003, è curata da Federico Mazzoni."" -
Palazzo Venezia. Pavimenti maiolicati
Le raffinate decorazioni dei pavimenti maiolicati di uno dei grandi palazzi nobiliari di Roma splendono adesso più che mai dopo il recente sapiente restauro eseguito da una equipe di architetti, storici dell'arte e restauratori. Il volume, di grande formato e rilegato, dà conto dello stato dell'opera con fotografie storiche, rilievi dei disegni a colori, reintegro finale di tutte le sale interessate; le tavole stampate a colori e verniciate tentano di dare una verosimile rappresentazione della cultura visiva del tempo, dello sfarzo e dell'eleganza di elementi, che se non primari, si integrano a meraviglia con le magnificenze delle grandi sale affrescate di questa dimora papale, oggi museo nazionale. L'autore è Maria Selene Sconci, responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, oltre che esperta molto nota di arti applicate e sopratutto di arte della ceramica. -
Cantiere Gibellina. Una ricerca sul campo
Questo volume nasce dall'esame sul territorio del più importante esperimento architettonico e urbanistico degli ultimi decenni: Gibellina. Scritti di Enrico Crispolti, Massimo Bignardi, Paola Mantovani, Giuseppe Rizzo, Marco Rafaniello, Giovanna Gozzi, Paola Floris, Tiziana Marchesi, Carlotta Sylos Calò, Federica Chezzi, Cristina Marinelli, Angela Ilenia Adamo, Sara Tagliagamba, Claudia di Feo e Luigia Lonardelli. -
La scuola tedesca dell'esilio. Riviste e letteratura della migrazione tedesca
Il discorso critico avviato con ""L'esperienza dell'esilio nel Novecento tedesco"""", riprende con il presente volume indagando specificamente la produzione affidata dagli esuli a riviste pubblicate fuori dalla Germania. Vengono così riproposti all'attenzione del pubblico odierno gli interventi appassionati di Heinrich Mann sulla """"Neue Weltbühne""""; il dibattito sull'Espressionismo ospitato dalla rivista 'moscovita' """"Das Wort"""" con gli interventi di Lukàcs, Klaus Mann, Brecht e altri; la protesta di Klaus Mann contro la barbarie nazionalista lanciata sulle colonne della """"Sammlung""""; il dibattito attorno alla Migranten-Literatur pubblicato sulla rivista """"Das Neue Tagebuch"""". Il tema dell'esilio viene quindi approfondito indagando la produzione specifica di autori del rango di Benjamin, Th.Mann, Anna Seghers e Carl Zuckmayer, senza trascurare le voci minori di Gabriele Tergit o di Ruth Klüger. Il volume dedica infine una sezione alla lirica generata dall'esilio, nonché un capitolo in cui si dà voce al linguaggio della migrazione contemporanea, che vede scrittori e scrittrici in transito dalla patria orientale alla scrittura in lingua tedesca."" -
Il caso Fava. Tra poesia e verità
"Credo davvero che, sia pure con le migliori intenzioni, si faccia un torto a Giuseppe Fava classificandolo tra i giornalisti uccisi dalla mafia. Con Fava è stato ucciso un intellettuale, uno specifico modo di intendere la funzione dell'intellettuale nella Sicilia degli anni Ottanta"""". Così Nando dalla Chiesa, a pochi anni di distanza dalla morte (5 gennaio 1984), rendeva giustizia alla figura di Giuseppe Fava (nato a Palazzolo Acreide il 15 settembre 1925). Stretto il ruolo di giornalista, bisognava ampliarlo col ruolo dello straordinario intellettuale che Fava impersonò nella Sicilia del suo tempo. Oggi, con la distanza degli anni, è il caso di ampliare ulteriormente quel giudizio e di misurare più adeguatamente la perdita inflitta dalla mafia alla cultura italiana. Giacché nessuno tra i massimi giornalisti intellettuali della nostra scena può vantare la produzione letteraria di Giuseppe Fava, che spazia dalla narrativa (romanzi e racconti) al teatro (drammi e commedie). Nell'insieme è un'opera di prim'ordine alla quale è venuto il momento di rendere un appropriato riconoscimento. Questo volume vuole essere una prima lettura critica della figura letteraria (e non solo sociale e politica) di Giuseppe Fava." -
Savelli. Storia e catalogo della casa editrice 1963-1982
Questo libro è una ricerca di Francesca D'Elauteris per la sua tesi di laurea del 2012 in Archivistica, bibliografia e biblioteconomia alla Facoltà di Lettere e filosofia di Sapienza Università di Roma, sotto la guida della professoressa Tiziana Pesenti. Due sono le parti principali che costituiscono lo studio. La prima ricostruisce la storia della casa editrice attraverso le interviste ai tre editori principali Giulio Savelli, Vincenzo Innocenti Furina e Dino Audino e si pone l'obiettivo di mostrare come la casa editrice, che in origine si prefiggeva un limitato programma politico – la diffusione nella sinistra del pensiero trotskista – abbia invece in seguito interpretato le nuove esigenze dei giovani, colto gli umori della sinistra più libertaria e in definitiva abbia contribuito a creare la storia culturale del Paese. La seconda parte è costituita dal catalogo storico delle edizioni che elenca i circa 800 libri pubblicati dalla casa editrice dal 1963 al 1982. -
Il linguaggio dell'incisione
"Il linguaggio dell'incisione"""" propone un punto di vista sulla grafica inedito e trasversale. A differenza di altri volumi sull'argomento, che riguardano la tecnica o la storia dell'incisione, questo libro, pur non trascurando questi aspetti, affronta lo sconfinato tema della grafica dal punto di vista del suo specifico """"linguaggio"""". L'autrice, oltre a utilizzare la lunga esperienza d'insegnamento, scrive da artista immersa nella materia, filtrando necessariamente i contenuti attraverso la sua personale visione. Il volume si compone di tre parti. La prima è dedicata alle tecniche: calcografia, xilografia e, in misura minore, litografia; essa è corredata da incisioni di artisti contemporanei e di studenti dell'Accademia di Belle Arti di Roma, che serviranno a illustrare e a chiarire le tecniche con l'ausilio di schemi e fotografie. La seconda parte è costituita da un sintetico excursus cronologico sulla grafica, dal '500 ai giorni nostri, che approfondisce l'analisi del linguaggio in relazione al contesto storico-culturale. La terza parte, infine, raccoglie una serie di approfondimenti su artisti o situazioni artistiche: questi piccoli saggi permettono uno scandaglio più approfondito grazie all'analisi delle opere e possono offrire alcuni esempi di approccio metodologico." -
Il senso del decoro. La scultura in pietra nell'Abruzzo angioino e aragonese (1274-1496)
Lo studioso Francesco Gandolfo, già molto noto per i suoi studi puntuali sulla scultura medievale in Abruzzo, ripercorre qui la storia, anche minuta, delle emergenze artistiche del territorio abruzzese con le chiese, i palazzi, le fontane e i monumenti religiosi e civili arrivati fino a noi. Oltre duecento anni di architettura e di scultura lapidea esaminata minuziosamente e documentata in oltre trecento immagini, per molta parte inedite, che l'autore ha personalmente selezionato nel corso dei suoi lunghi studi in loco. -
Impressum est. Libri d'artista fra Private Press e Accademia di Roma. Ediz. illustrata
«Se pensiamo ad un libro, pensiamo istintivamente al suo contenuto, il testo in esso racchiuso: parole che compongono un racconto, espongono concetti, trasmettono contenuti, producono idee ed emozioni. D'altronde, un libro è anche un oggetto, composto da elementi materiali, come la carta e l'inchiostro, la legatura, la copertina, e ha una sua forma, sostanzialmente standardizzatasi nel corso del tempo, perché pensata in relazione alla sua funzione primaria, la lettura. Il libro è, dunque, il luogo del verbale, il supporto fisico e tradizionale della parola scritta. E, se l'atto stesso del leggere produce un percorso immaginativo e genera immagini mentali, il libro d'artista - o libro d'arte, ma, la terminologia è ancora oggi molto scivolosa - si colloca in una zona di confine tra parola e immagine, ribaltando e suturando vecchie dicotomie tra diversi, quanto complementari, sistemi di segni e apre lo spazio per nuove possibilità dialettiche, sperimentazioni che coinvolgono tanto l'aspetto oggettuale del libro stesso - ma non parliamo certo del libro oggetto che appartiene, sia concettualmente che operativamente, a un dominio lontanissimo da quello che qui ci interessa - quanto le interpretazioni visive della parola stessa. I libri raccolti in questa mostra si dividono in due gruppi, ma, nonostante l'appartenenza a contesti storici o culturali molto diversi, sono intimamente collegati tra loro, al di là del tempo che li separa: così a una selezione di libri d'artista provenienti da collezioni private succede, quasi naturalmente, una scelta delle edizioni realizzate, negli ultimi anni, dagli studenti del Biennio di Illustrazione ed Editoria d'arte dell'Accademia di Belle Arti di Roma; un movimento in due tempi che lega una campionatura variegata, ma quanto mai rappresentativa, di esemplari storici agli esiti più recenti e ""freschi di stampa"""" della stessa tradizione, quella che condensa nel libro tutte le possibili forme del fecondo e ininterrotto dialogo tra immagine e parola scritta. Una pratica antica, con una storia nitida alle spalle, e straordinari esempi nell'arte dell'Ottocento e del Novecento, ma oggi sempre Più alla ribalta come nuovo ambito di ricerca artistica, dalle possibilità virtualmente illimitate. [...]» (Beatrice Peria)."" -
La consolazione della chimera. Parole e immagini negli autografi di Boezio
Molti pensano che il libro sia solo il contenitore di un testo di cui non si deve perdere neppure una lettera cancellata. Ma il libro non è solo il testo: è il con-testo, la linfa vitale che fa sbocciare le parole, vestendole di luce, di colori, di ombre. Senza il con-testo il testo è un'immagine sfocata. Da più di 150 anni studiosi di ogni genere si sono chiesti invano se nel codice palinsesto della Biblioteca Capitolare di Verona XL (38), di difficile lettura, ci fossero i frammenti di un'opera perduta di Boezio, la traduzione degli Elementi di Euclide. La soluzione era lì, davanti agli occhi, come nella Lettera rubata di Poe. Il nome di Boezio non era nel testo quasi illeggibile: era nei margini ben visibili del testo, pieni di disegni, di macchie fatte ad arte in cui affiorano profili. Era nei calligrammi, negli anagrammi, nei monogrammi disseminati sulla pergamena, sotto i ritratti del filosofo, della moglie Rusticiana, del suocero Simmaco, del re Teodorico. In prigione, aspettando la morte, per reagire alla melanconia, il filosofo aveva riempito i pochi libri che aveva in mano di annotazioni e di figure che rivelano le sue ossessioni, accompagnate da sigle e abbreviazioni del suo nome. Si può dire che attraverso i suoi disegni Boezio ha visualizzato i suoi pensieri e le sue emozioni. E questo rispecchiamento delle idee nelle figure, simile a un sogno, ci fa conoscere il volto segreto di un autore più complesso ed ambiguo di ciò che si potrebbe credere. -
L'immagine alla lettera. La letteratura illustrata e il caso Balzac
Pochi lettori sanno, o ricordano, che alcune delle edizioni originali, e un considerevole numero di riedizioni, delle opere di Balzac contenevano delle illustrazioni. La stessa prima edizione de ""La Comédie humaine"""" era stata pensata da subito in forma di libro illustrato dove i più celebri illustratori del momento – tra cui Honoré Daumier, Henry Monnier e Paul Gavarni – erano stati chiamati a dare un volto ai personaggi del grande scrittore. Eppure, ad oggi non esiste una monografia, né in italiano né in francese, dedicata a questo aspetto della produzione balzachiana. Il libro vuole quindi colmare questo vuoto e dare una visione d'insieme alle edizioni illustrate delle opere di Balzac, mettendo in primo piano una riflessione sulla relazione tra testo e immagine. L'analisi condotta sul caso Balzac è infatti un modo di ripensare il rapporto tra parola e immagine, di proporre nuovi strumenti critici e metodologici per un'interpretazione del libro illustrato come frutto di questa ibridazione tra i due linguaggi, dove l'illustrazione non è solo l'ornamento estetico ma un vero e proprio testo """"parallelo"""" che contribuisce alla costruzione del senso narrativo. Grazie al suo essere un punto di convergenza di discipline diverse, critica letteraria, studi culturali e visuali e la storia del libro, l'illustrazione tocca diversi ambiti e potrebbe aprire a nuove prospettive critiche e teoriche interdisciplinari. Il libro illustrato si iscrive nel quadro di una rinnovata attenzione alla """"materialità della letteratura"""", che ripone la questione dei supporti soprattutto alla luce dell'avvento del digitale."" -
I Monti Parioli e il «Nuovo Campo Marzio» della cultura internazionale. Ediz. illustrata
Il sistema urbano tra Pincio e Ponte Milvio, includente i Monti Parioli e Villa Glori, si qualifica come un palinsesto di sistemazioni e progetti che dall’età antica (con l’estensione piranesiana del Campo Marzio) arriva ai progetti di passeggiate moderne e di magnificenza civile dell’età napoleonica. Dopo le memorie antiche (Annia Perenna, Catacombe di S. Valentino), a partire dal ‘500 si perviene allo spettacolare sistema di ville papali e nobiliari, da Villa Giulia a villa Borghese, e più tardi a parchi urbani come Villa Glori e il Giardino Zoologico. Villa Glori si pone come belvedere panoramico: una terrazza sul fiume che conclude il sistema di colli e terrazzi intorno al Tevere, sul lato opposto ai colli del Gianicolo e dell’Aventino (a cui sono dedicati altri due volumi di questa collana editoriale). Accanto al valore della memoria storica, i Parioli e l’area Flaminia costituiscono un tessuto diffuso di eccellenze, residuo di un sistema villereccio, di un abitare la campagna come luogo di delizia, di rappresentanza e di produzione agricola, che oggi, pur travolto dall’urbanizzazione, resta leggibile per frammenti, incastonati nel tessuto di palazzine moderne ed eleganti che ha trasformato fra le due guerre i Parioli nel colle dell’alta borghesia romana. Ruotando intorno ai grandi eventi dell’Esposizione del 1911 e delle Olimpiadi del 1960, il Novecento ha registrato il sorgere della “Valle delle Accademie” e della Cittadella dello Sport. Questo prestigioso “Quartiere delle arti, della scienza e della cultura” si avvale oggi dei nuovi poli della Moschea, dell’Auditorium di Renzo Piano e del MAXXI. E si susseguono programmi lungimiranti per realizzare a cavallo del Tevere il “Nuovo Campo Marzio della Cultura inter- nazionale”, il “Parco del miglio d’oro” e il “Distretto del Contemporaneo”. Saggi e contributi di M. Letizia Accorsi, Antonia Rita Arconti, Marco Biraghi, Daria Borghese, A. Federico Caiola, Alberta Campitelli, Anna Coliva, Alessandro Cremona, Gaia Dammacco, Giuliano De Marco, Massimo de Vico Fallani, Rudolf Dinu, Marcello Fagiolo, Simone Ferretti, Agnese Livia Fischetti, Laura Francescangeli, M. Cristina Gasperini, Andreas Gottsmann, Maria Barbara Guerrieri Borsoi, Ulf R. Hansson, Marco Impiglia, Marta Lembo, Ruggero Lenci, Claudio Listanti, Maria Vittoria Marini Clarelli, Stefania Massari, Alessandro Mazza, Ettore Mazzola, Valentino Nizzo, Harriet O’Neill, Cinzia Palombi, Paolo Portoghesi, Luigi Prestinenza Puglisi, Elisabetta Procida, Simone Quilici, Stefania Renzetti, Luca Ribichini, Denis Ribouillault, Ingrid Rowland, Bianca Maria Santese, Steven Semes, Sabine van Sprang, Ariane Varela Braga, Giorgio Zacutti, Maria Adelaide Zocchi. -
Salviati a Venezia. Un artista immigrato nell'Italia del Cinquecento
Cosa significa essere un pittore migrante nell'Italia frammentata e cosmopolita del Cinquecento? Questo libro cerca di fornire una risposta a una domanda tanto insolita quanto attuale, ricostruendo le vicende biografiche e professionali di Giuseppe Porta, il pittore garfagnino meglio noto col nome di Giuseppe Salviati (1520-1575). La sua carriera riflette molte di quelle urgenze di mobilità e formazione che furono proprie di una generazione di artisti cresciuti col mito di Raffaello e Michelangelo, in incessante movimento tra i principali centri della penisola alla ricerca di occasioni di lavoro e di crescita professionale. Dalla natia Garfagnana, egli si portò prima a Roma, per poi volgersi nuovamente verso nord per raggiungere Venezia passando per Firenze e Bologna. Nella Serenissima decise di fermarsi in pianta stabile, di prender moglie e metter su famiglia, entrando nelle grazie dei committenti locali. Pittore prolifico e abile disegnatore, Salviati diede prova di sé anche nella scrittura, elaborando un originale progetto di catalogazione universale dei suoni rimasto in forma manoscritta. Attraverso un'attenta ricostruzione delle sue vicende artistiche e intellettuali, questo libro fa dunque luce su uno dei protagonisti della pittura veneziana del Cinquecento, rimasto ingiustamente fino ad oggi ai margini della storia dell'arte. -
I metalli islamici. La Collezione del Museo delle Civiltà Museo d'Arte Orientale «Giuseppe Tucci». Ediz. a colori
Il volume presenta la Collezione dei 260 metalli islamici del Museo delle Civiltà - Museo d'Arte Orientale ""Giuseppe Tucci"""" di Roma (MAO-MuCiv). Realizzati in rame, ottone, bronzo e argento, sono stati prodotti soprattutto nell'area medio-orientale (Iran, Afghanistan, Asia centrale, Pakistan, India), ma anche in Siria, Turchia, Yemen, Egitto, fra l'VIII e il XX secolo. La prima parte, a cura di Gabriella Di Flumeri Vatielli, è costituita dal catalogo degli oggetti, preceduto da testi sulla storia del Museo e della Collezione, e sulle tecniche di manifattura e decorazione; la seconda parte, a cura di Roberta Giunta, è dedicata alla lettura delle iscrizioni presenti su molti esemplari, generalmente in lingua araba (delle quali vengono riportate la trascrizione e la traduzione), a cui fa seguito una disamina sui principali stili di scrittura e gli aspetti peculiari dei testi. Nell'annesso sono presentati i risultati delle campagne di analisi di fluorescenza di raggi X eseguite da Anna Candida Felici e Margherita Vendittelli su 45 oggetti della Collezione."" -
La Chiesa di San Domenico a Monopoli. Ediz. illustrata
La chiesa e il convento di San Domenico a Monopoli costituiscono il risultato di interventi susseguitisi dal Cinque al Settecento che attestano il mutare dei gusti e gli incroci di culture propri della tradizione artistica pugliese; sia nella forma dello spazio architettonico sia nelle decorazioni plastiche e pittoriche, si confrontano esperienze salentine, veneziane, romane, napoletane. La costruzione dell'insediamento domenicano, avviata negli anni Trenta del Cinquecento, rappresenta anche un interessante episodio di storia urbana poiché costituì l'occasione per ripensare in chiave rinascimentale una porzione di spazio pubblico. Già dal XIII secolo la comunità domenicana aveva costituito un importante polo culturale di rilevanza regionale. Nel primo insediamento esterno alle mura urbiche (distrutto nel 1529), visse Reginaldo Pirano il celebre miniatore attivo tra Napoli e la Puglia; nella chiesa spiccava la tavola di Giovanni Bellini raffigurante San Pietro martire, oggi conservata presso la Pinacoteca Metropolitana di Bari. Frutto del lavoro di un'équipe di specialisti, alcuni impegnati ad indagare i documenti d'archivio, altri ad interrogare la fabbrica che è stata interamente rilevata, la monografia ricostruisce in maniera organica le vicende storico-artistiche di uno dei complessi architettonici più affascinanti dell'età moderna in Puglia. -
La pittura a Gaeta tra Seicento e Settecento. Ediz. a colori
Vivacizzata sin dall'epoca medievale da una classe mercantile intraprendente e da un clero tanto orgoglioso quanto ambizioso, in età moderna Gaeta continuò a giocare sempre in prima linea nelle dinamiche che animarono il Regno di Napoli, privilegiata anche da una posizione geo-politica straordinaria che la rese successivamente uno dei luoghi più emblematici del potere borbonico. Patria di astri di assoluta grandezza nel firmamento della pittura italiana come Scipione Pulzone (1544 circa-1598) e Sebastiano Conca (1680-1764), il centro litorale seppe consolidarsi come uno dei poli più attrattivi per i maestri attivi nel Viceregno e nell'Urbe, impreziosendo il proprio patrimonio artistico attraverso testimonianze pittoriche sempre al passo con i fatti più significativi andati in scena tra Roma e Napoli. Il volume ricompone le vicende della pittura gaetana con un impianto di tipo monografico, analizzando le espressioni artistiche manifestatesi in città nell'arco di due secoli, e proponendosi così come un aggiornato strumento critico. -
Montescaglioso restituzioni e nuovi studi
Il volume rappresenta un approfondito studio monografico sul patrimonio artistico di Montescaglioso in epoca moderna, e prende le mosse dalle benemerite azioni di recupero che, negli ultimi dieci anni, sono state promosse nel centro lucano da un impegnato gruppo di cittadini. Raccogliendo dunque i risultati offerti da una vera e propria campagna di restauro che nel tempo ha interessato una trentina di dipinti circa, e mettendo a frutto le novità emerse da mirate ricognizioni archivistiche e bibliografiche, il libro intende porsi come un sicuro punto di riferimento per la conoscenza della cultura figurativa dell'intera Basilicata, sia nei suoi rapporti con le vicine terre pugliesi, sia nei suoi scambi con Napoli. Oltre al catalogo delle opere restaurate (XVII-XIX secolo) e a un inedito apparato fotografico, il volume raccoglie sei saggi, dedicati, nell'ordine, alla fortuna degli studi di tipo territoriale nella più recente storiografia artistica; alla circolazione nell'antica provincia lucana delle incisioni d'Oltralpe; alle impronte lasciate da Mattia Preti e dai suoi epigoni a Montescaglioso; agli sfavillanti arredi in argento custoditi nella chiesa dell'Immacolata Concezione; ai sontuosi altari di gusto barocco che impreziosiscono i templi cittadini; ai progetti ottocenteschi realizzati per il rifacimento della chiesa madre dei Santi Pietro e Paolo. Saggi di: Mauro Vincenzo Fontana, Tania De Nile, Sandro Debono, Giovanni Boraccesi, Christian de Letteriis, Giuseppe Damone. Schede di: Christian Bonaventura, Rossana Bratta, Mariella Monteleone, Rita Padula, Mario Paolicelli, Alessia Pignatelli, Jennifer Simeone, Marta Spinelli, Maria Immacolata Tarantino. Presentazioni di: Vittorio Martinelli, Gabriele Chiruzzi, Paolo Petrozza, Gloria Asselta, Antonio Petrozza.