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Work in progress. Opere. Ediz. italiana e inglese
Due collezioni d'arte di Spoleto, quella della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Collicola e quella della Fondazione Marignoli di Montecorona, hanno voluto mettere a confronto, creando una linea storica senza soluzione di continuità, dal XVI secolo all'epoca contemporanea, una serie particolare di opere: bozzetti, modelli, schizzi preparatori, studi. Le due collezioni offrono la possibilità di indagare in modo organico e di riflettere sul senso del work in progress e quindi sull'idea stessa di opera d'arte, di non finito, sul rapporto tra dimensioni immaginate e reali di un'opera, dipinto o scultura che sia. In sintesi, un'occasione che permette di chiarire, attraverso un tema comune a più epoche, la natura fluida, dinamica e sempre in divenire (di qui il titolo Work in progress) del processo artistico e della creazione di un'opera d'arte. L'occasione espositiva ha permesso di articolare il concetto di work in progress in un catalogo arricchito di approfondite schede delle opere in mostra e di alcuni autorevoli contributi critici che fanno il punto metodologico e storico artistico su una situazione più generale. Sono riprodotte 70 opere tra disegni, dipinti, sculture, maquette in legno, modelletti, alcune delle quali recuperate dai depositi di Palazzo Collicola o esposte per la prima volta in pubblico dalla collezione conservata a Palazzo Marignoli. Un modo per valorizzare collezioni della città che presentano opere e artisti conosciuti in tutto il mondo, come Federico Barocci, Anton Raphael Mengs, Jean-Léon Gérôme, Bernard Boutet de Monvel o Alexander Calder, Henry Moore, Domenico Gnoli, Sol LeWitt. -
La vita di Goethe attraverso la musica. Emozioni, incontri e riflessioni
In quasi ottant'anni della sua vita Goethe ha vissuto le più diverse esperienze musicali, gestito il teatro di Weimar per 26 anni, incontrando, e a volte frequentando, alcuni tra i principali musicisti, compositori e cantanti di quel periodo. Questo libro, concepito per essere letto come un racconto e anche consultato nei numerosi personaggi ed eventi che descrive, ricostruisce tale percorso di vita musicale attraverso le parole dello stesso Goethe. L'autore ha esaminato il corpus delle opere di Goethe, così come le testimonianze - siano esse lettere, memorie, o altro - di coloro che hanno avuto occasione di condividere con lui le più diverse esperienze musicali. Tutto questo materiale, che va dai primi ricordi di ascolti musicali casalinghi all'età di 4 anni fino a pochi giorni prima della sua morte, è presentato in ordine cronologico con molte note e numerosi testi volti alla migliore comprensione di questo percorso. Il libro è corredato anche da numerose illustrazioni e da un'appendice dedicata alle massime sulla musica. Con la cronologia degli eventi musicali nella vita di Goethe, trovano anche posto una bibliografia ragionata che raccoglie più di 800 titoli, l'indice dei nomi e cose notevoli, le genealogie della famiglia Goethe e della casata ducale di Weimar. -
La prospettiva di Palazzo Spada. Ediz. illustrata
Opera dal carattere unico, alla confluenza tra architettura propriamente detta e divertissement ottico-scientifico, la Prospettiva di Palazzo Spada ha sempre suscitato stupore unanime ma apprezzamento discorde, finendo per diventare una sorta di caso a parte nell'attività di Francesco Borromini e nel panorama del barocco romano. Esempio emblematico dei gusti e dei desideri del suo committente, il cardinal Bernardino Spada, la Prospettiva è anche una manifestazione della portata e delle estreme conseguenze dello sviluppo della pittura illusionistica lungo il corso di almeno un secolo. ""Meraviglia"""" a tutti gli effetti, il breve colonnato si guadagnerà imitazioni e citazioni nel corso del tempo, senza che il suo congegno, pur comprensibile in pochi passi, cessi di sorprendere. Questo libro affronta l'opera da varie angolazioni, dall'impatto della committenza, al carattere del linguaggio architettonico nella complessa sovrapposizione di figure, ai problemi di conservazione; nuove disamine degli antefatti e delle ripercussioni in tutta Europa portano ulteriori contributi alla conoscenza di questa enigmatica struttura. Presentazione di Mariastella Margozzi."" -
Gli ultimi principi Mario Chigi Albani della Rovere e la dimora di Castel Fusano. Ediz. illustrata
Il testo è il frutto dei numerosi incontri con gli ultimi discendenti dei principi Chigi. I ricordi e le voci dei protagonisti si intrecciano continuamente con le vicende delle opere d’arte da secoli attentamente custodite in una delle più belle dimore del Lazio, il Castello Chigi, oasi di pace e di natura e scrigno dei capolavori di Pietro da Cortona. Le più illustri famiglie dell’aristocrazia italiana ed europea hanno preso parte a questa storia: dai Sacchetti ai Torlonia, dai Savoia ai Borbone, in un dialogo “illuminato” da materiale fotografico in gran parte inedito, proveniente dall’archivio di Francesco Chigi. -
La Gipsoteca Vico Consorti dell'Università di Siena. Ediz. illustrata
La Gipsoteca Vico Consorti raccoglie 115 gessi donati dagli eredi dello scultore al Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell'Università di Siena. Si tratta di gessi di piccole, medie e talvolta grandi dimensioni che permettono di ripercorrere per intero gli oltre cinquanta anni di attività di Vico Consorti (Semproniano, Grosseto 1902 - Siena 1979): dal periodo di formazione senese negli anni Venti all'affermazione a livello nazionale a Roma negli anni Trenta e Quaranta; dal soggiorno in Colombia negli anni Cinquanta all'ultimo ventennio trascorso tra Roma e soprattutto Siena. La tipologia dei gessi consortiani è assai diversificata: alcuni sono opere compiute e autonome, vere e proprie sculture presentate dall'artista in diverse occasioni espositive; molti sono bozzetti di opere rimaste allo stato di progetto o viceversa realizzate in marmo o bronzo; alcuni sono modelli al vero di opere realizzate; diversi altri, infine, sono piccole sculture a carattere ""libero"""", svincolate dalla prospettiva di un'immediata traduzione in materiali """"nobili"""" e duraturi. In ogni caso, al di là della finalità per le quali i gessi sono stati realizzati, si tratta di un corpus omogeneo e non di rado fortemente caratterizzato, in cui i singoli pezzi vanno letti come tappe autonome del processo creativo e, in taluni casi, come il suo esito finale. Ciò vale in linea di massima per ogni gesso d'artista, soprattutto novecentesco, ma assume un significato ancora più stringente nel caso di Consorti, il cui modus operandi trascorre direttamente dall'ideazione alla modellazione: l'immaginazione di Consorti, sempre aderente al vero, ha un carattere eminentemente plastico che necessita di tradursi immediatamente in concreta tridimensionalità, senza il passaggio intermedio del disegno. La Gipsoteca Consorti dell'Università di Siena si inserisce in un articolato sistema museale cittadino relativo alla scultura senese tra Otto e Novecento, che comprende la Gipsoteca Giovanni Dupré nel Museo della Contrada dell'Onda, la Gipsoteca Tito Sarrocchi al Santa Maria della Scala e la Gipsoteca Patrizio Fracassi in Palazzo Pubblico. Con l'apertura della Gipsoteca Consorti, Siena potrà quindi offrire un pregevole percorso museale su centocinquanta anni di scultura locale, coerentemente e quasi ostinatamente sviluppatasi in continuità con la tradizione, attraverso l'opera di alcuni dei suoi maggiori protagonisti e attraverso un materiale povero e fragile, strumentale e transitorio ma, al contempo, sensibile e ricco di molteplici indirizzi di lettura come il gesso."" -
L' ombra della giovinezza. Federigo Tozzi e le arti figurative
Federigo Tozzi (Siena 1883 - Roma 1920) è oggi riconosciuto come uno dei massimi narratori italiani del primo Novecento: le sue novelle e i suoi romanzi (Con gli occhi chiusi, Tre croci e Il podere, in particolare) spiccano per temi e originalità di stile sul panorama letterario di quegli anni, e fanno parte ormai della cultura letteraria del modernismo europeo. Meno noti sono invece l'attività di critico d'arte e, più in generale, l'interesse di Tozzi per la pittura, la scultura e l'illustrazione del suo tempo. Un interesse nato nelle aule dell'Istituto d'Arte di Siena e poi nutrito, negli anni, da rapporti di sincera amicizia con lo scultore Patrizio Fracassi (morto suicida ventottenne nel 1903) e, sempre nel periodo senese, con gli incisori Ferruccio Pasqui e, soprattutto, con Gino Barbieri, allievo cesenate di Adolfo de Carolis, gran maestro della nuova xilografia italiana e illustratore di d'Annunzio. Negli anni senesi, poi, conosce anche Lorenzo Viani, Ercole Drei e Armando Spadini, che ritroverà anni dopo a Roma. Ed è proprio nella capitale, dove si trasferisce nel 1914, che la cultura figurativa di Tozzi si apre ai linguaggi ""secessionisti"""" ed espressionisti, per giungere a ipotizzare, negli ultimi anni, un precoce """"ritorno all'ordine"""". In una recensione all'importante Mostra d 'arte giovanile alla Casina del Pincio del 1918, dimostra straordinarie capacità critiche e una precisa conoscenza della situazione artistica della capitale nel commentare le opere di Armando Spadini, Pasquarosa, Ferruccio Ferrazzi, Attilio Selva, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Socrate, Deiva De Angelis, Leonetta Cecchi Pieraccini e Alfredo Biagini. Altri articoli invece hanno carattere monografico, e testimoniano un'evidente consonanza, per tematiche e linguaggi, con gli artisti trattati, da Fracassi a Barbieri, da Viani a Drei. Un capitolo a sé, di grande interesse e del tutto sconosciuto anche agli specialisti, è poi quello che lega Tozzi a una pratica editoriale oggi quasi dimenticata: quella dell'illustrazione libraria e periodica. Se nel 1913, dopo aver partecipato all'esperienza della rivista """"L'Eroica"""", Tozzi pubblica il poema La città della Vergine con le incisioni di Barbieri e Pasqui, negli anni romani saranno invece Tommaso Cascella, Cipriano Efisio Oppo, Attilio Selva e Bepi Fabiano, tra gli altri, a illustrare le prose brevi e le novelle che lo scrittore andava pubblicando sulle più importanti riviste dell'epoca. Il titolo della mostra, L'ombra della giovinezza, riprende quello di una delle molte novelle che Tozzi dedica al tema della gioventù come malattia e come paralisi della volontà."" -
Piranesi's earliest drawings-I primi disegni di Piranesi. Ediz. a colori
Gianbattista Piranesi (1720-1778) è stato uno dei più grandi incisori del XVIII secolo in Europa. Questo è il primo studio coordinato di tutti i suoi primi disegni giovanili, databili tra l'estate del 1740 e l'inizio del 1742. I disegni, sia che si tratti di vedute o fantasie architettoniche, rivelano l'iniziale impronta veneziana, e permettono di seguire il viaggio dell'artista da Venezia a Roma e la crescente maturazione della sua arte. Anche i disegni di più piccole dimensioni mostrano la reazione entusiasta di Piranesi di fronte all'architettura e alle antichità di Roma. Da questi disegni vi sono anche i primi realizzati per essere riprodotti in incisione, e il loro trattamento dimostra quanto Piranesi stesso apprezzasse le sue prime opere. Il volume presenta inoltre otto disegni pubblicati e riprodotti per la prima volta. -
Artemide 35. Catalogo storico della casa editrice (1985-2021). Ediz. illustrata
Un catalogo storico non è soltanto un arido elenco di libri pubblicati, una fredda vetrina di autori e di prodotti da esporre per finalità puramente commerciali o di promozione della propria immagine. È anzitutto uno strumento per descrivere e mettere in luce un percorso professionale e umano delle persone che vi hanno lavorato. È il modo più obiettivo per raccontare una storia, anzi un intreccio di storie, che coinvolge autori, collaboratori, istituzioni e organismi che le hanno rese possibili e le hanno sostenute, oltre ovviamente allo stesso editore che le ha materializzate in un prodotto editoriale sempre di grande qualità. Questo catalogo desidera essere anche un libro il cui contenuto, si spera, possa non essere indifferente ad alcuni lettori. Piccola storia di una piccola iniziativa culturale, sempre condotta con metodi artigianali e familiari, può, crediamo, essere un esempio tra tanti di diffuse iniziative analoghe su tutto il territorio nazionale, iniziative presenti in vari campi della cultura e della produzione che si intrecciano tra loro e costituiscono una apprezzata caratteristica del nostro Paese. -
Goffredo Gaeta. Arte sacra a Bologna. Rastignano. Ediz. illustrata
Costruita a partire dal 2007 su progetto dell'architetto Renato Sabbi, la nuova chiesa dei Santi Pietro e Girolamo sorge a Rastignano, sulle prime colline bolognesi, comune di Pianoro. Gli apparati sacri e liturgici realizzati da Goffredo Gaeta hanno impegnato l'artista dal 2008 al 2021 e comprendono vetrate istoriate, opere in marmo, bronzo, mosaico, pittura e ceramica. Un ricco ed articolato complesso tematico ed iconografico, denso di significati teologici, con la rappresentazione di numerosi episodi biblici, oltre alle immagini dei santi titolari e di quelli della tradizione felsinea, -
Prince Henry Benedict Stuart, cardinal-duke of York by Hugh Douglas Hamilton-Il principe Enrico Benedetto Stuart, cardinale duca di York di Hugh Douglas Hamilton. Ediz. bilingue
«Il 14 aprile 2011 a Londra, Sotheby's mise all'asta tre ritratti di un'importanza maggiore di quanto non si fosse compreso all'epoca, benché ""Country Life"""" si fosse espresso sulla loro elevata qualità. Erano tutti realizzati dal pittore irlandese Hugh Douglas Hamilton. Il lotto 207 era il ritratto del principe Charles Edward Stuart (1720-1788). Il lotto 208 era il ritratto di Charlotte Stuart, duchessa di Albany (1753-1789), unica figlia ed erede di Charles e unico membro dell'ultima generazione della famiglia reale in esilio. Il lotto 209 era il ritratto del fratello minore di Charles, il principe Henry Benedict, cardinale duca di York (1725-1807). Tutti e tre conservano l'originale cornice dorata tipica delle opere del periodo in cui Hamilton si trovava a Roma. Il pubblico li ammirò per l'ultima volta nel 1911, quando vennero esposti alla Kelvinside Art Gallery and Museum di Glasgow in Scozia. Il ritratto del cardinale Henry fu acquistato dalla Fondazione Marignoli, ma esistono altre versioni; quindi, qual è il motivo che rende questi tre ritratti così speciali? Per rispondere a questa domanda è necessario considerare diverse questioni: quali erano la tradizione e la finalità politica della ritrattistica commissionata dagli Stuart in esilio? E come si collocano questi tre ritratti in un tale contesto? Chi era Hugh Douglas Hamilton? Quali erano le circostanze significative nella vita degli Stuart quando furono dipinti questi ritratti? Quali erano le origini, le tecniche e la provenienza di questi ritratti e come possono essere paragonati alle altre versioni delle medesime immagini?»."" -
Intorno a Hofmannsthal. Contributi 1982-2022
Nel 1995 la Artemide Edizioni inaugurava la collana Proteo con il volume di Andrea Landolfi Hofmannsthal e il mito classico. Agli oltre 140 titoli pubblicati in questi ventisette anni viene ad aggiungersi oggi questo Intorno a Hofmannsthal, nel quale Landolfi ha raccolto tutti i saggi, le introduzioni, le note e gli interventi dedicati all'opera di Hugo von Hofmannsthal (1874-1929) nel corso di quarant'anni. Divisi in tre sezioni e ordinati cronologicamente, gli scritti - pur sottoposti a un processo di editing volto a emendarne i refusi e a uniformarne il più possibile i criteri - vengono riproposti nella loro versione originaria, così da mantenerne inalterate le caratteristiche formali, diverse a seconda degli anni, dei contesti, delle occasioni; viceversa sono stati tradotti in italiano gli interventi pubblicati in Germania, anche in questo caso cercando tuttavia di conservarne intatti stile e contenuti, e sempre resistendo alla tentazione di aggiornarli sulla base dei progressi nel frattempo compiuti dalla Hofmannsthal-Forschung. L'ambizione del volume non è infatti quella di ""fare il punto"""" sull'autore, quanto piuttosto di documentare un lungo percorso di partecipe attenzione critica ai grandi temi del suo pensiero."" -
Inside the exhibition. Temporalità dispositivo narrazione. Ediz. multilingue
Il libro considera l'allestimento di esposizioni temporanee tra il XVI e il XXI secolo come un complesso fenomeno culturale, prendendo in esame dodici casi studio. Attraverso l'analisi di documenti inediti e approcci metodologici diversificati, i saggi esplorano il fenomeno espositivo nelle sue molteplici declinazioni e come esso abbia prodotto dei cambiamenti significativi nel modo di guardare l'arte, dalla Firenze ducale del Cinquecento al Canada francese contemporaneo. Al centro dell'indagine è il rapporto tra teoria, dispositivo, spazio e pratica curatoriale. Il quadro d'insieme che il volume restituisce permette di riflettere in senso diacronico sul concetto di ""esposizione"""", dimostrando i limiti applicativi di questo termine e proponendo una riflessione fondata su un’analisi storica della pratica espositiva, ponendo l'accento sul ruolo cruciale delle mostre nelle (ri)scritture della storia dell'arte."" -
Capogrossi. Il segno nei musei e nelle istituzioni italiane. Ediz. illustrata
«La Fondazione Archivio Capogrossi nella ricorrenza dei 50 anni dalla morte dell'artista, avvenuta a Roma il 9 ottobre 1972, ha fortemente voluto organizzare una rete di iniziative per restituire al pubblico la complessità e la coerenza dell'opera di una delle maggiori personalità del secolo scorso. Il percorso artistico, umano e, in particolare, i rapporti istituzionali intessuti da Capogrossi nel corso della sua vita vengono analizzati attraverso l'allestimento di una mostra personale alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, curata da Francesca Romana Morelli, oltre ad un grande e singolare evento del c.d. Museo ""diffuso"""", curato da Patrizia Rosazza Ferraris, e lo studio delle collaborazioni con alcuni dei maggiori architetti dell'epoca...» (dalla Presentazione di Guglielmo Capogrossi)"" -
La chiesa di Santa Maria della Pace in Roma. Storia urbana e vicende artistiche tra XV e XVII secolo. Ediz. a colori
Il volume è il frutto del lavoro di ricerca multidisciplinare (finanziato dall'Ateneo Sapienza Università di Roma nel 2017) sul complesso architettonico-urbano di Santa Maria della Pace in Roma, definito tra XV e XVII secolo grazie all'opera di numerosi celebri architetti e artisti per conto di committenze prestigiose. I saggi dei singoli autori offrono significativi approfondimenti, anche inediti, su diversi aspetti tematici: sulla costruzione e successiva trasformazione della fabbrica, sulle opere artistiche che ne completarono e ne qualificarono l'aspetto nel corso dell'età moderna, sulla sua consistenza materiale attestata attraverso le attuali tecniche di acquisizione dei dati e indagata, ove possibile, mediante analisi dirette. Contributi di Simona Benedetti, Eliana Billi, Annalisa Brancasi, Lorenzo Cappelletti, Laura Carlevaris, Paolo Castellani, Maria Celeste Cola, Marco Corsi, Maria Grazia Ercolino, Elisabetta Giorgi, Sara Parca, Francesca Parrilla, Francesca Porfiri, Luisa Salani. -
Pietro Bracci architetto del «Buon governo»
All'indomani delle guerre napoleoniche, il cui travagliato svolgimento aveva portato per la prima volta nella sua storia alla destituzione dello Stato della Chiesa, il governo pontificio cercò di avviare un integrale processo di modernizzazione della nazione: una decisione spinta tanto dal desiderio di rilanciare la produzione interna, quanto imposta dalla necessità di placare i diffusi malumori sociali. A sovrintendere alle opere ad usum publicum – ovvero strade, ponti, porti, mura cittadine, porte urbiche, dogane, prigioni e grandi sistemazioni idrauliche – venne istituito il Consiglio d'Arte quale ufficio di consulenza permanente al servizio dei dicasteri papali. In questo rinnovato rapporto di stretta sinergia fra politica e professione, centrale si pose dunque il ruolo di alcune figure di raccordo che, al soldo degli uffici curiali, svolsero mansioni alle dipendenze di entrambi gli organi direzionali. Tale fu il caso di Pietro Bracci iuniore (1779-1839), figlio di Virginio (1737-1815) e nipote dell'omonimo celebre scultore (1700-1773): un intendente che, «Architetto della Sagra Congregazione del Buon Governo» e poi anche ingegnere sotto-ispettore «al servizio straordinario» del Consiglio d'Arte, coordinò una enorme quantità di opere fra la fine del Settecento e i primi decenni del XIX secolo, redigendo una moltitudine di relazioni utili per ricostruire la dialettica allora esistente fra potere centrale e realtà periferiche precisamente sotto il profilo dell'architettura. -
Testo, corpo, forma, colore. Su alcuni motivi nelle avanguardie storiche tra Francia e Germania
«Vedo con occhio che sente, sento con mano che vede». Questo verso dalle Elegie romane di Goethe sembra anticipare la prassi poetica e artistica delle avanguardie storiche al centro delle analisi di questo volume: i tre testi che lo compongono affrontano principalmente il surrealismo francese e il dadaismo tedesco, e intendono ripercorrere alcune fasi e alcuni autori di tali movimenti, seguendone le persistenti tracce sinestetiche, che rendono le avanguardie storiche del primo Novecento un momento importantissimo non solo per quanto riguarda le specifiche prassi artistiche, ma anche per l'originale costituzione – non di rado una vera e propria radicale destituzione – del soggetto moderno alle prese con il mondo delle esperienze nella loro globalità. In tal modo, la visualità della parola, il sentimento ""tattile"""" della performance o della composizione poetica, l'intrinseca dinamicità delle opere diventano preziosi indici gnoseologici di rinvenimento di un altro statuto dell'Io moderno, all'insegna delle sue linee di fratture e di ricomposizione, in cui il corpo, il gesto, lo stile dell'artista assumono valenze filosoficamente centrali. Il colore assume, in questa ricognizione, una posizione determinante: esso diventa cioè un vero e proprio """"indice di realtà"""" attraverso cui l'artista d'avanguardia – di nuovo, grazie alla mediazione goethiana – riarticola il nesso tra il mondo e le diverse declinazioni """"fantastiche"""" delle sue forme."" -
Lettere a Pam-Pam letters. Ediz. bilingue
«La mia generazione è cresciuta con Guido Strazza come Maestro: un grande artista che ha fatto del segno la propria cifra distintiva. (...) Mi sembra allora che render pubbliche le Lettere a Pam, intese come una guida a una giovane artista che si voleva cimentare con l'incisione, sia il modo più giusto di festeggiare e celebrare Guido proprio perché ne evidenzia il ruolo di Maestro: maestro inteso del senso antico del termine, come colui che va seguito come modello ma anche la persona che ti insegna materialmente a realizzare nel modo giusto, offrendoti con i suoi suggerimenti — in questo caso ben sette lettere — la possibilità di vedere, indagare e realizzare oltre il visibile.» (dall'introduzione di Barbara Jatta) -
Piranesi 300. Terzo centenario dalla nascita di G.B. Piranesi
I saggi presentano ricerche inedite sull'artista, il collezionismo internazionale delle sue opere, la sua profonda e duratura influenza in Europa e nel mondo, dall’età del grand tour fino ad oggi. -
Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea di Carlo Magnoni-Constantine burning the arian books at the first Council of Nicaea by Carlo Margnoni. Ediz. bilingue
«Nel 1624 Urbano VIII Barberini decise di avviare il restauro del Battistero Lateranense per ripristinare l'organicità che era andata perduta con i vari interventi cinquecenteschi, promossi a partire da Giulio II della Rovere. L'incarico di supervisionare i lavori fu affidato ad Adriano Ceva che nel 1632 fu sostituito da Angelo Giori, mentre il restauro architettonico fu eseguito da Domenico Castelli e, successivamente, da Gian Lorenzo Bernini che vi lavorò sino al 1635. Nel 1636 fu commissionata ad Andrea Sacchi la decorazione interna – terminata soltanto nel 1649 – che prevedeva la suddivisione degli spazi con due serie di storie: nel tamburo della cupola furono collocati otto dipinti con episodi della vita di San Giovanni Battista, mentre le pareti laterali furono affrescate con cinque scene della vita di Costantino. A queste lavorarono Andrea Camassei, Giacinto Gimignani, Carlo Magnoni e Carlo Maratti, che eseguirono rispettivamente la Battaglia di Ponte Milvio e il Trionfo di Costantino, la Visione della Croce, il Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea e la Distruzione degli idoli pagani. Il bozzetto [Costantino brucia gli scritti di Ario al primo Concilio di Nicea, Spoleto, Fondazione Marignoli di Montecorona], non menzionato nei contributi più recenti dedicati a San Giovanni in Fonte, mostra delle differenze con la redazione finale dell'episodio e quindi non può essere né una copia né una memoria eseguita successivamente. Il recupero del dipinto è un'acquisizione importante per la conoscenza di Carlo Magnoni». -
Le cose che sappiamo
Una storia di anime in vendita, e di una rivoluzione che comincia. La vicenda si svolge su un'isola vulcanica in Nicaragua, negli anni '80. L'eroe del libro, un rivoluzionario internazionalista, sta conducendo un'indagine sulla deforestazione quando scopre un'insolita leggenda e un abile truffatore che la sfrutta a suo vantaggio. Affascinato, parte alla ricerca delle origini mitiche delle storie del Charco Verde.