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Cartoline in franchigia
Sbarbaro e la guerra: incanti, arguzie e disgusti di un antieroe mite, impietoso testimone della ferocia e della stupidità umana. Con, in appendice, l'inedito carteggio con l'editore Vallecchi. -
Trasparenze (2019). Vol. 4-5: Numero doppio monografico dedicato ai naufragi.
Il naufragio declinato nei suoi vari significati, da quello personale e metafisico a quello reale, in varie epoche storiche. -
Leggendo te, mi pareva di leggere dentro di me. Lettere 1937-1976
Dalla frequentazione quarantennale nasce questa pubblicazione, che offre il corpus della discontinua corrispondenza tra Carlo Betocchi e Diego Valeri. Dal suo insieme, oltre ad emergere una storia segreta di contatti, scambi, rapporti culturali che illuminano il retroscena di vicende artistico-letterarie note e meno note, risultano infatti alcuni costanti che documentano un comune e inconfondibile sentire. -
Rrosa la vita. Ediz. italiana e francese
La poesia come gioco di parole, il gioco di parole come poesia: la più irriverente e gioiosa sperimentazione surrealista di Desnos nella resa italiana di Nicola Ferrari. Con il saggio introduttivo ""Il sogno della lingua ovvero la traduzione surrealista"""", Nicola Ferrari introduce l'autore con un approccio onnisciente di tentacolari comparazioni. Tornano accessibili ai lettori italiani le parole di Desnos, """"parole che, in gioco, fanno l'amore"""". L'adattamento italiano accompagna la versione originale a fronte."" -
Lettere a Giovanni Giudici (1955-1962)
Ad apertura di libro, ad occhio nudo, appare evidente come ai pochi, tutto sommato, documenti epistolari pubblicati, senza purtroppo il conforto delle responsive, corrispondano annotazioni abbondanti e particolareggiate. Non è un gioco accademico. Penso abbia fatto bene Francesca Colombi ad esercitare con scrupolo l'arte del commento, forse sfidando un po' il lettore, ma certamente a fin di bene. Perché un poeta esordiente ed ancora confinato in una 'couche' intellettuale periferica, come Giovanni Giudici, decide di scrivere nel 1955 ad un poeta che ha inciso le sorti di un tempo per lui remoto, cioè il primo Novecento? Un tempo che Giudici, nato nel 1924, dieci anni dopo l'uscita di 'Pianissimo', non ha vissuto con coscienza letteraria. Perché ritiene che Sbarbaro possa dargli consigli e indicargli percorsi? Sono domande che possono farci riflettere sulle linee della poesia del secondo dopoguerra italiano, ma che soprattutto ci invitano, come lettori, ad essere subito consapevoli di un percettibile disallineamento implicito nelle lettere, di una sensazione di disarmonia o, per usare una parola di Giudici, sfasamento che le accompagna. -
Sei miliardi di favole da Jean de la Fontaine. Ediz. illustrata
Il primo della collana ""I libri possibili"""" pensato per festeggiare i 40 anni della casa editrice. Tirato in 100 esemplari e riccamente illustrato con disegni appositamente eseguiti dal maestro Guido Zibordi Marchesi, su un'idea di Raymond Queneau. Destinato ai sostenitori della Fondazione Giorgio e Lilli Devoto."" -
La verità nelle lettere. Opere letterarie dimenticate del Secondo Dopoguerra
Diverse opere letterarie e saggi di pregio non solo spariscono dalla circolazione, non figurano neppure nelle storie della letteratura moderna, né compaiono nelle antologie. Soltanto una ricerca in certe biblioteche o in rete (vendite di libri usati) permette di trovare i pregiati autori. Soltanto editori anticonformisti possono riempire tuttora quel vuoto con ristampe. Il fatto non è nuovo. I motivi dell'emarginazione dipendono dalle simpatie della critica di ieri e di oggi e dal politicamente corretto, che ignora o denigra gli scomodi, senza tanti riguardi. Il caso vuole che la narrativa e la saggistica censurate o cacciate nel dimenticatoio siano sovente le più sincere e veridiche, quelle che non rivestono di belluria artistica le menzogne o il pessimismo nichilista. Con le presentazioni di scelti letterati e con i sunti di loro lavori notevoli, questo libro offre l'occasione per scoprire gioielli della narrativa e del pensiero, prodotti nel secondo dopoguerra. Qualcuno potrà rifare l'incontro con un autore della propria elezione, altri godranno semplicemente della nuova compagnia di scrittori galantuomini e di scrittrici gentildonne. -
Osservazioni sul lavoro intellettuale
Con la parola ""intellettuale"""" si indicano un sostantivo e un aggettivo. Il problema degli intellettuali, ossia di coloro che usano professionalmente il loro intelletto, è ambiguo e inesauribile. Dalla concezione levitica dell'intellettuale come il grande sacerdote e sentinella dei valori nobili a quella del gruppo liberamente sorvolante al di sopra degli interessi materiali di classe e a quella dell'intellettuale come """"lupo della steppa"""", in questo discorso a braccio si tenta una tipologia dell'intellettuale come agente sociale libero e nello stesso tempo portatore d'opera, come difensore dello spirito critico e ideatore di nuove prospettive e nello stesso tempo come volgarizzatore, non necessariamente volgare, di dottrine e punti di vista acquisiti. Nell'epoca della cultura di massa, che tende a farsi massificata, e della sbornia elettronica, in cui si comunica non più """"con"""", ma """"a"""", cioè a tutti e quindi a nessuno, la presenza di questo guastatore intellettuale, estranea e nemica naturale di ogni ortodossia, appare più che mai necessaria."" -
A bocca chiusa
Sullo sfondo della piazza rinascimentale di Roccabruna e nei vicoli medievali che da lì si dipartono, la storia di due donne si muove, intrecciando fili alle loro vite, creando spazi per altri personaggi ma occultando dettagli misteriosi che alla fine sono costretti ad emergere dall'ombra e dal ghiaccio. Fra Giuditta e Magda, la colta insegnante di francese e la ragazza popolana e folle, c'è un abisso, che tuttavia le accomuna. I giochi di luce e buio creano fantasmi ovunque e li fanno giocare a uno strano gioco che alterna realtà e apparenza, in un mondo dove i desideri si avverano a pagamento e si lasciano dietro una preziosa collana di perle barocche con una vespa incastonata nel fermaglio. -
Già vinti nel cuore. Un carteggio famigliare (1936-1944)
"Le vicende di una famiglia e di uomini della terra d'Abruzzo, nella loro chiara filigrana, ci permettono di scorgere, comprendere meglio e amare di più - perché la percepiamo reale e precisa, proprio nei dettagli unici e irreplicabili della vita di ogni persona - quella che è stata la storia dell'intero Paese durante gli anni finali del fascismo e in quelli della costruzione della democrazia italiana."""" (dalla Presentazione di Lorenzo Ornaghi). La famiglia di cui si parla è quella dei fratelli Mancini, partiti dalla campagna abruzzese allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Gli autori principali del carteggio sono Giovanni Armando e Antonio; del fratello Luigi rimangono purtroppo poche lettere, insufficienti per una biografia giovanile." -
Storie di lettere. Alla scoperta di carte e carteggi più o meno celebri
Nella pur lunga e travagliata storia delle relazioni umane e degli scambi di pensiero tra le persone, uno dei mezzi che ha contribuito ad accordare dignità al pettegolezzo, è senz'ombra di dubbio, la corrispondenza epistolare. Non c'è dato sapere quando, dove e da chi ha avuto origine tale forma di comunicazione, né mio intendimento è tracciarne una storia, anche se pur sommaria, ché il tempo mi sarebbe nemico. È fatto innegabile, tuttavia, che la fortuna della corrispondenza epistolare è sottoposta a variabili: il buon funzionamento dell'ordinamento postale, una grafia decifrabile, la tassa d'affrancatura. A tal proposito, vale la pena ricordare che Charles Robert Darwin, iscrittosi ad un corso di Scienze Naturali per corrispondenza, dovette rinunciarvi per l'improvviso rincaro dei francobolli. Un'ultima, ma non per questo meno trascurabile, variante nella fortuna della corrispondenza epistolare è costituita dall'improvviso decesso del destinatario o del mittente o, peggio ancora, di entrambi. -
Ritorno alla letteratura. Saggi e testimonianze su «Retour à Zanzibar»
La fine della letteratura e la morte del romanzo, sentenziate con grandi contraddizioni dall'avvento del Surrealismo e con la pubblicazione dell'Ulisse di James Joyce, vanno oggi sicuramente intese non come atto finale, bensì come indispensabile necessità di rinnovamento. I curatori di quest'opera, François Proïa e la scrivente, hanno scelto, come esempio canonico, il romanzo Retour à Zanzibar (Éditions du Rocher/""Littérature"""") di Gabriel-Aldo Bertozzi, raccogliendo, in guisa di tesi, una silloge di saggi e testimonianze, molti di grande rilievo come i loro autori, per indicare tale innovazione. Non si tratta pertanto di un tentativo di recupero (sempre sterile come tutti i neo-, post-), ma, in un'epoca assopita dal silenzio delle ideologie e utopie, di un ritorno iniziatico."" -
Il pellegrino spagnolo
Il 7 ottobre 1571 è il giorno della battaglia di Lepanto, ma è anche il giorno in cui un misterioso pellegrino spagnolo arriva a Montefalco, un piccolo borgo umbro da cui si gode la vista di tutta la vallata. Gli occhi del pellegrino sono però offuscati dalla malattia e dalla sofferenza. Magro, stremato, dopo aver attirato su di sé la malevola attenzione di Gesuina, una vecchia pettegola con fama di menagramo, l'uomo trova accoglienza nella chiesa di sant'Agostino, dove avverrà il primo di una serie di avvenimenti all'apparenza inspiegabili. Il destino di questo spagnolo dall'oscuro passato si intreccia con quello di una giovane modella veneziana, dei briganti, dei frati, del papa, degli eroi di Lepanto e di alcuni pittoreschi abitanti del borgo, ciascuno con i suoi tic, le sue stramberie, le credenze superstiziose, la generosità e le debolezze dei cuori semplici ma nitidamente, squisitamente umani. La narrazione si fa corale e diventa un'arguta, vivace commistione di sacro e profano, con esiti a volte commoventi e a volte comici. -
La stanza buia
Sulle alture che delimitano il corso dell'Hudson, nei dintorni di New York, sorge l'antica dimora di Mordance Hall. Strani personaggi vi abitano: Richard Pride, un aristocratico settantenne, la moglie Miriam, avida lettrice di Baudelaire e appassionata di astrologia, Janet, la giovane figlia irrequieta, Wilfred Hough, lo stralunato segretario, due serve adepte del vudù e Tod, il sinistro cane da guardia. È in questa cornice decadente che appare all'improvviso il musicista trentenne Oscar Fitzalan, incaricato di assistere il padrone di casa nelle sue misteriose ricerche. Pride, difatti, è convinto che con l'aiuto della musica e di altri stimoli psico-sensoriali sia possibile far riemergere dalla ""stanza buia"""" della memoria tutti i ricordi e i singoli momenti dell'esistenza di un individuo. Egli, inoltre, ha raccolto in un archivio labirintico un'immensa documentazione sui vari momenti del proprio passato. Oscar verrà coinvolto ben presto in un'ambigua relazione sentimentale con Janet e Miriam e nella rete di intrighi che lega l'uno all'altro gli abitanti di Mordance Hall."" -
L'atto creativo in Baudelaire
Con un taglio filosofico inedito l'autrice si propone di rimeditare qui la ricezione dei ""Fiori del male"""" scavalcando la dicotomia di Spleen e Idéal su cui tanta critica ha incentrato le proprie analisi. L'indagine stringe il fuoco sui modi di creare in Baudelaire e ne ricostruisce, a suo modo, la fenomenologia. A segnare i margini estremi del dualismo nativo di Baudelaire non sono, come sembra, i due poli che pur intitolano la prima e più lunga sezione del suo canzoniere. Dietro quelle due celebri istanze, secondo la filosofa, è possibile ravvisare un'altra """"polarizzazione"""" che fa filare l'anima baudelairiana da un capo all'altro del telaio artistico: quella tra essere e divenire, tra stabilità e alterazione, tra esistenza costruita, perfetta ma impersonale, ed esistenza vissuta, imperfetta ma personale."" -
Girandole sui balconi
Una stupida ramazza, insulsa irruzione di concretezza nella realtà, sembra approdare a un significato e un messaggio per la vita di Bianca. Nel breve delirio di amor panico che attraversa Francesco prima della sua morte improvvisa c'è un'immagine estremamente concreta e apparentemente avulsa dalla storia. Le girandole sui balconi. ""Perfino questo sembra voler significare qualcosa,"""" si dice Francesco, ed è una delle ultime cose che ha avuto il tempo di dirsi. Le girandole di Francesco e la ramazza di Bianca sono il contraltare materiale della loro astrattissima scelta di amare, il parallelismo simbolico di un loro inevitabile, atavico percorso umano, come l'immagine finale del fiume che non può essere deviato dal suo corso, o quella della stessa ramazza che di fase in fase nella vita di Bianca converge ineluttabilmente verso un significato ultimo, finale."" -
In bilico tra filosofia e letteratura
Con riferimento principalmente all'area italiana e francese del Novecento e facendo perno di volta in volta su un libro mirato, questa raccolta di saggi mette in comunicazione filosofia e letteratura, alla ricerca di un dialogo che non ibridi l'autonomia delle due discipline. Scandite nei primi quattordici capitoli introdotti dalla Presentazione, sfilano così riflessioni su temi che vanno dal destino del paradosso tragico quando la sua dimensione letteraria venga riletta in chiave filosofica all'ironia logica di un autore come Achille Campanile. Dalla reversibilità del tempo in un racconto di Gianni Rodari alla provocazione di un elogio estetico dell'ipocrisia. Dal linguaggio del ""dispendio"""" del filosofo e narratore Georges Bataille, approfondito poi quale interprete di """"Cime tempestose"""", al rapporto tra essere ed esistere lambito nel Cavaliere inesistente di Italo Calvino e in un saggio del critico e conteur Maurice Blanchot. Dalla bontà """"politica"""" di poter morire, attraverso il grottesco di José Saramago, al commento di due romanzi di Umberto Eco, uno dei quali ha indotto a uno scandaglio del grado di autonomia dei personaggi letterari all'interno della diegesi."" -
Paesaggi con figure (Chieti e Francavilla al mare)
Ogni evento, anche minimo, di questo libro è arricchito da una messe di notazioni paesistiche, filtrate dall'occhio attento e partecipe dell'autore. Il tempo degli eventi è dilatato, una sorta di musica accompagna l'andare del Nostro, nella cui mente il pulsare di un treno diventa un susseguirsi armonioso di battiti e sussulti, di dattili e di spondei, di rime, allitterazioni, assonanze. Il gioco tra stimoli sensoriali e immaginazione crea empatia tra l'autore e la realtà che descrive, ma anche con il lettore, il quale sta al gioco, si lascia condurre dalla propria immaginazione, crea in sé spazi di pensiero per poi tornare alla pagina scritta con rinnovato interesse. L'autore scopre dietro le immagini della realtà banale e quotidiana valenze segrete, insospettate quasi. -
Gabriele D'Annunzio nelle lettere a Giancarlo Maroni (1936)
1936. È l'anno della guerra d'Africa, dell'Agro redento, dei Littoriali e degli Agonali, mentre si celebra il decennale dell'Opera Barilla e il 13° della costituzione della Regia aeronautica. Due premi Nobel - Pirandello e la Deledda - muoiono; ad Arequipa in Perù nasce Vargas Llosa, che riceverà il Nobel nel 2010. Mussolini annuncia il piano regolatore dell'economia e la riforma costituzionale. Galeazzo Ciano è ministro degli esteri, Lessona delle colonie, Lantini delle corporazioni. Alla stampa e propaganda va Dino Alfieri, cui d'Annunzio invia tramite il fidato Maroni alcuni ""messaggi"""". Un altro messaggio il fante carsico pescarese invia proprio al fante rivano GianCarlo Maroni, """"magister de vivis lapidibus"""", collaboratore e fratelmo, il """"custode del fuoco"""" in grado di parlargli delle vie terrestri e di quelle celate. A maggio, tramite un medium, la Duse rassicura il poeta dall'aldilà: gli spiriti non soffrono la gelosia. Il Giro d'Italia fa tappa a Gardone. Vince Bartali, premiato da d'Annunzio senza entusiasmo. """"Io stimo questa pubblicità - scrive - una Calamità."""""" -
Ragione e fede dopo le mitologie intorno al progresso
"Per diventare leggibile dagli allarmati spettatori della presente crisi spirituale e civile, la definizione del pensiero postmoderno deve essere aggiornata ossia tener conto dell'evidente derivazione del tenebroso pessimismo d'oggi dall'illuminato ottimismo di ieri. Incombe infatti il rischio che una critica anodina al catastrofismo imperante nelle leggi abortiste, eutanasiste ed omofile, suggerisca al clero cattolico di cercare sostegno nelle idee del mondo moderno e perciò impedisca di vedere la discendenza del regressismo thanatofilo dal progressismo dei filosofi illuminati, che hanno perfezionato l'eresia di Lutero e di Enrico VIII. L'ostinazione con cui i teologi modernizzanti proclamano e incensano le immaginarie ragioni del dialogo con gli eredi dell'errore luterano e anglicano e con i continuatori delle spente ideologie, testimonia la gravità del danno causato al pensiero cattolico dall'inavvertenza della continuità dell'errore moderno nel nichilismo oggi trionfante""""."