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Dopo la guerra
Cosa lega, in questo romanzo-mosaico, le vite dei protagonisti? Un nome, una fotografia, un ricordo spalancato su una fossa comune, un pittore che non vuole più dipingere? La risposta potrebbe essere, per usare le parole di Claudel, «La guerra, che è la più volgare incarnazione del caso». Siamo in Germania, guardiamo le cose dalla parte degli sconfitti, la guerra è finita e rimangono le macerie, nei profili delle città distrutte e nelle storie dei sopravvissuti. Mentre riecheggiano i temi della memoria, della colpa e della storia, lo scrittore si fa strumento, egli stesso più o meno consapevole, di un dispiegamento di destini, e chiama noi lettori a parteciparvi, per diventare scrittori noi stessi. E noi lo facciamo sapendo di approfittare di una scrittura magistrale, di un dominio assoluto dei registri narrativi, di una capacità di calarsi nei personaggi e poi, con un improvviso colpo di reni, di guardarli da fuori: un invito a leggere in questa chiave «le nostre vite, che a noi pare di conoscere ma che padroneggiamo malissimo e che possono, secondo l'angolazione della luce con cui le illuminiamo, prendere molteplici riflessi». -
Dolce introduzione al caos
Dani e Marta stanno insieme da un paio d'anni. Giocano, ridono, intrecciano passi e ambizioni in un'allegria limpida, senza pensieri, avvinghiati a una giovinezza ingannevole e lieve come la stellina che si sono tatuati dietro l'orecchio. Finché non scoprono di aspettare un bambino. La notizia, che cala improvvisa su di loro a scompaginare ogni priorità, li precipita in un limbo di dubbi che li porterà a metters in discussione, come persone e come coppia, e a stravolgere per sempre i contorni entro cui erano vissuti. Lei, impermeabile al desiderio di maternità, vuole trasferirsi a Berlino per realizzare i propri sogni d'artista. Lui, orfano di padre, è costretto ad affrontare la promessa fatta da adolescente di non abbandonare mai un figlio. Ma come si dissipa il futuro? Come si riscrive il copione della vita? Quali sono i punti cardinali capaci di orientare in questo nuovo, indomabile caos? Mentre l'ago della loro bilancia oscilla impazzito tra le aspirazioni del lavoro e quelle di una famiglia, l'ansia del controllo e la paura di perderlo, l'essenza ambivalente dell'amore, del dolore, della libertà, Marta Orriols scardina, pagina dopo pagina, ogni pregiudizio semplicistico intorno alla gravidanza per esplorare dal di dentro le emozioni, le proiezioni, le contraddizioni che porta con sé. -
Qohelet
I grandi classici della poesia di tutti i tempi. In effetti, che ne è, per l'uomo, di tutto il suo impegno, dell'affanno di cuore che dura sotto il sole? -
Dalla parte di Alba
Un'anziana scrittrice riceve nel suo appartamento parigino una studentessa di Lettere e nel dialogo con lei riaccende le stanze dell'infanzia, le avventure della giovinezza, le pagine della maturità. Figlia di un diplomatico cubano e di un'ammirata donna della borghesia romana, Alba de Céspedes ha trascorso una vita in bilico tra continenti e rivoluzioni, all'inseguimento dei suoi genitori, alla ricerca dei suoi personaggi, alla conquista di una stanza tutta per sé per dedicarsi a ciò a cui si sentiva destinata fin da bambina: scrivere, scrivere, scrivere. Carica di storia — il nonno, poeta e combattente, è stato il primo presidente in armi di Cuba — ha attraversato il Novecento in prima persona, prestando la voce alla Resistenza e il cuore a uomini che non potevano capirla fino in fondo. Intrecciati a zie e maggiordomi, amanti e conoscenti, amici e cartomanti, fanno la loro comparsa tra le righe Natalia Ginzburg e Simone de Beauvoir, Thomas Mann e Fidel Castro, Benedetto Croce e Italo Calvino, ma soprattutto le ombre letterarie dei suoi personaggi femminili. Alba de Céspedes diventa qui a sua volta protagonista di un romanzo che è anche una riflessione sul senso della scrittura come eredità di una vita. -
Le conseguenze del capitalismo. Disuguaglianze, guerre, disastri ecologici: resistere e reagire
Quali effetti comporta l'organizzazione della società secondo i dettami del realismo capitalista, «senso comune» prevalente oggi in buona parte del mondo? È presto detto ed è sotto gli occhi di tutti: imperialismo e militarismo, catastrofe ambientale, neoliberismo sfrenato con lo smantellamento di qualsiasi rete di sicurezza sociale, una mostruosa disparità di ricchezza e di reddito, distruzione del concetto stesso di «bene comune», tutto in nome della fede nei principi di mercato come regolatori assoluti di ogni aspetto della vita. In ciascun capitolo di questo libro, Noam Chomsky e l'economista Marv Waterstone affrontano un argomento cruciale per il nostro tempo, con lo specifico obiettivo di collegare tra loro fenomeni storici, politici, economici, sociali all'interno di un unico sistema e a partire da un'indagine sul nostro modo di percepire la realtà. Entrambi tendono poi al medesimo obiettivo, espresso negli ultimi capitoli: l'analisi non è fine a sé stessa bensì il presupposto dell'azione. Perché agire è oggi più che mai necessario. Il risultato è un libro fondamentale per comprendere la nostra epoca e destinato a rimanere a lungo un punto di riferimento. -
La buona fortuna
Cosa spinge Pablo, architetto affermato e benestante, a scendere all'improvviso da un treno in una minuscola stazione per comprare uno squallido appartamento e andare a viverci in incognito? Vuole ricominciare la sua vita oppure finirla? Forse sta fuggendo da qualcuno, da qualcosa, o anche solo da sé stesso, e il destino lo ha portato a Pozonegro, un vecchio centro carbonifero che sta morendo. In questo posto dimenticato, Pablo trova un lavoro umile e incontra la selvaggia e pazza Raluca, che cambierà completamente la sua vita. La donna lavora nel piccolo market del paese, è allegra e libera, dipinge quadri di cavalli, e ha un segreto, come tutti d'altra parte. È la storia di un nuovo inizio, della verità che viene a galla quando abbiamo il coraggio di assumerci i rischi di una trasformazione radicale, di un denudamento, di un ritorno improvviso e gioioso a noi stessi. Un romanzo che parla delle seconde occasioni che ci capitano quando abbiamo la forza di cambiare vita. Perché dopo ogni sconfitta si può ricominciare, e perché la fortuna è buona solo se noi decidiamo che lo è. -
Il dono di Cadmo. L'incredibile storia delle lettere dell'alfabeto
Perché la A è la prima lettera dell'alfabeto? Forse perché il bue era considerato dai fenici il più importante fra i beni? Perché la D, fra i numeri romani, significa 500? Come si può vedere nella M il volto di un uomo? Perché davanti a U usiamo Q? Questo libro è una storia dell'alfabeto. La storia di una delle più straordinarie invenzioni umane, di quei «venti caratteruzzi» che ci permettono di «parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni», per usare le parole di Galileo. (E perché per Galileo le lettere sono venti, e non ventuno?) Alessandro Magrini ci accompagna in un viaggio affascinante, un capitolo per lettera, dall'antico Egitto alla Fenicia alla Grecia a Roma (con lo zampino degli etruschi). E lo fa con la rara capacità di tenere sempre viva l'attenzione, complici la sua contagiosa curiosità e un'esposizione limpida e avvincente. Grazie anche al ricco apparato d'immagini, ""Il dono di Cadmo"""" è uno di quei rari libri in cui il rigore scientifico convive con una genuina abilità divulgativa. Venite a scoprire la storia delle lettere: ogni scarabocchio sul muro, ogni insegna pubblicitaria non vi parrà più la stessa. Quando vedrete una N, penserete d'ora in poi a un antico serpente di mare."" -
Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel'stam con i suoi fantasmi
Ventisette dicembre 1968: Nadežda Jakovlevna Khazina, vedova del grande poeta Osip Mandel'štam, ricorda. È il suo compito, ricordare. Da quando, trent'anni fa, suo marito Osip è stato definitivamente inghiottito dal gulag; da prima, da molto prima, quando pubblicare le opere dell'autore «sgradito» era diventato impossibile, farle circolare pericoloso, e solo alla memoria di Nadja era già affidata la sopravvivenza di quei versi proibiti. Ricorda, Nadežda, e dialoga con i fantasmi che sempre, per sempre, la circondano... Dando voce alla compagna di vita, arte, confino di Osip Mandel'štam, Giovanni Greco crea uno straordinario monologo che diventa spesso un coro, quando al canto della donna si uniscono, oltre al suo Osja, i tanti compagni degli anni terribili delle purghe staliniane, un'intera generazione di scrittori e di artisti soffocata, esiliata, trucidata (talvolta suicidatasi o «suicidata»): da Pasternak ad Achmatova a Cvetaeva e tanti altri ancora. E restituisce il dramma di un'epoca, nel passaggio dall'entusiasmo rivoluzionario all'angoscia quotidiana di una vita isolata, trascorsa nel terrore che il vicino, l'amico, ti possa tradire o che il Sistema, colpendo a casaccio, prenda proprio te. Eppure, dal ricordo ostinato di Nadja emerge qualcosa: la poesia, oltre a essere in grado di far tremare i potenti, è anche in grado di sopravvivere alla loro furia. E a loro stessi, destinati, loro sì, a svanire dalla memoria degli uomini.Proposto da Francesco Maselli al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:rn«È un monologo ininterrotto, un canto notturno con ospiti, ma anche una lunga lettera d’amore, il romanzo di Giovanni Greco Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel’štam con i suoi fantasmi. Un canto per voce femminile, quella di Nadja Mandel’štam che dalla tragica scomparsa del marito, il grande poeta russo Osip Mandel’štam, “dissipato” come tanti della sua generazione dalle epurazioni staliniane, non smette di parlare, di ripetere senza sosta i versi proibiti e impronunciabili che sopravviveranno anche grazie alla sua memoria prodigiosa. Gli ospiti, i fantasmi evocati dalla scrittura immaginifica di Greco nella lunga notte insonne di Nadja (Pasternak, Achmatova, Cvetaeva, Majakovskij e tanti altri) sono i protagonisti dell’epoca della Rivoluzione tradita in cui la dittatura si scaglia contro la parola e il diritto ad essa. Un’epoca in cui si può morire per una poesia “sbagliata” come succede a Osip. Nella rievocazione di una storia d’amore e di resistenza che si nutre di poesia, la voce ventriloqua di Greco si fonde con quella di Nadja, che a sua volta si era fusa con quella di Osja, in una dichiarazione d’amore per la parola poetica incontenibile, che salva e sopravvive agli orrori della Storia.» -
Storia di un comunista
La storia di Toni Negri, uno dei filosofi italiani più noti nel mondo, raccontata dalla viva voce del protagonista, attingendo a una vasta documentazione e a una memoria che la restituisce alla sua verità umana, storica e politica. -
Luoghi per guarire. Il potere curativo della natura
Dal Virgilio delle Bucoliche ai giorni nostri, l'umanità si è sempre rivolta alla natura per curare le ferite dell'anima, trovare ristoro e pace, ispirazione ed esempio. Passeggiare in un bosco, tuffarsi nelle acque del mare o di un lago, trascorrere qualche ora in un parco cittadino o percorrere un sentiero di montagna, rifugiarsi in campagna: in questo libro Samantha Walton indaga, con il piglio del ricercatore che verifica di persona ciò che già attestala scienza, in cosa consista questo potere curativo della natura, in una disamina in cui ognuno di noi potrà riconoscersi. E fin qui nulla di nuovo: basterebbe allora affidarsi a quelle versioni dell'«immersione nella natura» che appaiono simili a prodotti come tanti altri, ricette preconfezionate con le quali acquistiamo la nostra dose di natura per tornare, una volta esaurita l'«esperienza», quello che eravamo prima. Ma ecco che, proprio analizzando gli ultimi ritrovati della tecnologia, l'autrice individua ciò che nessuna realtà immersiva, nessun prodotto preconfezionato può restituire dell'esperienza terapeutica della natura: la sua ricchezza intrinseca, fatta anche di condivisione, di nostalgia, a volte persino di lutto e di perdita, in un percorso davvero catartico, che rende ogni esperienza un arricchimento, qualcosa che è destinato a durare, perché è diventato per sempre parte di noi. -
Il codice d'amore. Antologia dei trovatori
Poesie di Guglielmo IX d'Aquitania, Jaufre Rudel, Marcabru, Bernart de Ventadorn, Giraut de Bornelh, Azalaïs de Porcairagues, Bertran de Born, Arnaut Daniel, Comtessa de Dia, Uc de Saint Circ, Uc de la Bacalaria, Guiraut Riquier. -
L' ultima ora. Scuola, democrazia, utopia
In difesa della scuola pubblica e democratica. Insegnanti precari, continue riforme, il taglio costante dei fondi, una popolazione studentesca dei cui diritti pochi sembrano curarsi: per giunta, un anno e mezzo di DAD che ha reso ancora più evidenti le difficoltà della scuola pubblica. Quante volte abbiamo sentito dire che la scuola italiana è in crisi? Si vorrebbe sostituire la «scuola del Novecento», ossia la scuola per tutti, gratuita e democratica, con nuove forme di didattica «individualizzate», «adatte alle esigenze delle famiglie», come fosse un'operazione ditarget marketing. L'ultima ora nasce dall'urgenza di difendere la scuola pubblica dai suoi critici, dai suoi detrattori e perché no, anche da sé stessa, senza fare sconti sui problemi e i limiti di un'istituzione per molti versi affaticata e fragile, ancora autoritaria e classista. Ma Raimo ci ricorda anche che per difendere la scuola pubblica occorre innovarla, e per innovarla bisogna studiare nella storia italiana e nei modelli internazionali quelle esperienze d'avanguardia che hanno saputo ripensarla radicalmente, seminare in essa nuove idee di futuro, restituirla alla funzione vitale di officina della democrazia. -
Le sacre sponde
I grandi classici della poesia di tutti i tempi. O bella Musa, ove sei tu? Non sento spirar l'ambrosia, indizio del tuo Nume, fra queste piante ov'io siedo e sospiro il mio tetto materno. A cura di Giuseppe Conte -
Si cade anche da fermi. Storia di amore e mototerapia
Nel 2009 Vanni Oddera, star del Freestyle motocross, è all'apice del successo. La sua motocicletta, passione di una vita, lo fa letteralmente volare: ad acclamare i suoi salti spettacolari, una folla osannante, e tutto intorno feste, ragazze, lusso. Ma è un incontro casuale in un taxi a cambiargli il destino: il momento magico in cui due uomini dalle opposte fortune si guardano dritto negli occhi e afferrano lo stesso brandello di felicità. Da quell'incontro prende avvio la sua avventura più bella, che oggi ripercorre dialogando con la piccola figlia Alma. Il sogno che la ispira è far sentire a ragazzi malati o disabili quanto è bello il vento in faccia anche quando non c'è. Rombando lungo i corridoi degli ospedali, entrando con l'allegria dei motori nelle loro case e nelle loro vite, saltando sotto le loro finestre e sui loro letti, portandoli in sella per boschi e prati, sfidando le regole, le convenzioni, le quarantene, Vanni, con la sua tribù di freestyler, regala a questi bambini assetati di vita l'ebbrezza della libertà, la forza della normalità, il futuro che non avranno e perfino il passato che non hanno avuto. E con alcuni di loro – Lorenzo, il primo, e poi Luca, Jacopo, Giorgia e molti altri – sperimenta la grazia dell'amicizia, che nasce sulla terra, sconfigge il tempo, porta fino al cielo. Perché da soli si va veloci, ma in due si va molto più lontano. -
Il bacio della vertigine. Un'ascensione esistenziale
Il richiamo dei picchi alpini e del sole accecante d'alta quota è forte, una passione che accompagna Arthur Lochmann sin dai suoi vent'anni, parallelamente agli studi in Filosofia. In questo libro, il racconto del suo ritorno in montagna in compagnia dell'amica Juliette è scandito da spazi di riflessione che dilatano e approfondiscono il rapporto con la pratica dell'alpinismo. Il sentiero che porta al rifugio Alberto 1° - itinerario del percorso narrativo di Lochmann - culmina con una vista vorticosa sulla cima dell'Aiguille du Tour (del gruppo Chardonnet-Tour) sul versante francese del Monte Bianco: è quella la salita che lui e Juliette dovranno affrontare. I riferimenti alla filosofia permettono all'autore di accostarsi alle intense sensazioni che dominano il suo corpo durante lo sforzo dell'ascesa, acuito dagli agguati della vertigine - di cui l'autore soffre. La separazione fra mente e corpo che si è prodotta con Cartesio, il sublime di Kant, l'esistenzialismo di Sartre e l'angoscia di Kierkegaard, le voci di questi pensatori risuonano sulla roccia al punto da confondersi con essa e - grazie alla scrittura limpida e vivace di Lochmann - diventano parte integrante della scalata, fornendo ulteriori punti di appoggio per proseguire. Ciò che troveremo una volta raggiunta la vetta sarà il senso di una profonda unità con il mondo sensibile, il gusto inestimabile di ogni minimo passo e inaspettatamente, una trasformazione della vertigine da ostacolo in risorsa. -
Il mistero della camera gialla
«Tenete» continuò Hercule Poirot, prendendo un volume, Il mistero della camera gialla. «Un vero capolavoro». Così scriveva Agatha Christie di questo libro di Gaston Leroux, ""capolavoro"""" di un genere che aveva visto cimentarsi maestri del brivido come Arthur Conan Doyle e Edgar Allan Poe: i gialli costruiti intorno all'enigma di una stanza ermeticamente chiusa, nella quale viene commesso un delitto. Qui la vittima è una giovane donna, aggredita e ferita nella sua stanza, la """"camera gialla"""", appunto, all'interno di un tetro castello nei pressi di Parigi dove il professore, padre della giovane, si è ritirato per studiare certi fenomeni di dissociazione della materia che potrebbero mettere in discussione la scienza ufficiale... Un classico del 1907 di cui, a partire dal cinema muto fino a oggi, esistono numerose versioni cinematografiche, un fortunato esordio dell'autore che diventerà famoso in tutto il mondo con Il Fantasma dell'Opera. Così lo descrive un entusiasta Alessandro Robecchi nella prefazione: «È il molo da cui un grande autore salpa per scrivere tutto ciò che scriverà, e al tempo stesso un punto fermo, uno snodo imprescindibile, piazzato al confine tra romanzo popolare, enigma, sciarada, sfida al lettore, divertimento e mistero»."" -
Oceano. Filosofia del pianeta
La crisi ecologica che colpisce il nostro pianeta è una crisi cosmologica che ci obbliga oggi a ripensare l'idea stessa di pianeta e di vita al di là di quel costrutto culturale a misura d'uomo che abbiamo chiamato «pianeta Terra». Per fare questo serve una nuova filosofia della natura che guardi a ciò che, agli albori del pensiero, venne chiamato Okeanós: il flusso primordiale da cui tutto ha origine e che tutto avvolge come un enorme grembo materno. È quanto si propone Simone Regazzoni in questo libro di filosofia naturalistica che è al contempo un corpo a corpo con la filosofia presocratica, i miti orientali della creazione, il Moby Dick di Melville, l'arte del surf, i quadri di Turner e il racconto del soggiorno dell'Autore sull'isola di Maupiti, un atollo corallino della Polinesia Francese dove il libro è stato scritto. La riflessione filosofica si mescola con le sensazioni che attraversano il corpo del filosofo mentre nuota o affronta le onde su una tavola da surf in questo sperduto angolo di mondo, nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, poco distante dall'isola in cui, nel 1842, Melville soggiornò per un mese dopo aver disertato dalla baleniera Acushnet. Qui «Il rumore sordo delle onde lontane che frangono sul reef» sembra indicarci la via per un'altra dimensione dell'abitare, che rompe con la chiusura della Terra, dei territori, dei confini, e si apre a un pianeta Oceano come flusso, costante divenire che attraversa e accomuna tutti i viventi. Filosofia e Oceano si incontrano così in una scrittura autobiografica che appare limpida sulla pagina come se fosse attraversata dai riflessi blu del mare. -
Righe. Una storia culturale
A lungo, in Occidente, righe e tessuti rigati sono stati visti come espressione di marginalità se non addirittura di infamia: ne erano vestiti dai musici alle prostitute, dagli eretici alle persone affette da malattie e quindi emarginate e, nel mondo delle immagini, il diavolo in persona e in tutte le sue espressioni. A un certo punto, però, senza che questo significato negativo scompaia del tutto, le righe iniziano a simboleggiare anche valori positivi: libertà, giovinezza, progresso, persino igiene e salute, in un ribaltamento di valori che si mantiene ancora adesso. Come tutto questo sia avvenuto, e perché, sono le domande alle quali, con la competenza del maggior esperto vivente del colore in tutte le sue espressioni, risponde Michel Pastoureau in questo libro, esplorando i significati delle righe in tutte le loro declinazioni, dalle più colte alle più popolari, in un viaggio attraverso il tempo, la moda, le usanze, l'arte, l'arredamento. -
Le ragioni dell'arte. Un'iniziazione all'arte dalla preistoria ai giorni nostri
L'arte contemporanea è una lingua cui occorre essere iniziati, esattamente come l'arte di qualunque altro secolo. Per esempio, se non conosciamo la simbolica dell'epoca, non riusciamo a interpretare correttamente il ritratto di Luigi XIV realizzato da Hyacinthe Rigaud; e analogamente, se non sappiamo quanto Jeff Koons sia oggi impegnato nella battaglia a favore dei diritti LGBTQ+, non riusciamo a capire il significato del suo famoso mazzo di tulipani. Percorrendo il cammino che, dalle prime tracce artistiche di Chauvet risalenti a quarantamila anni fa, porta fino al mazzo di Jeff Koons del 2019, vorrei riuscire a vanificare i discorsi di tutti quegli uccelli del malaugurio che pensano che l'arte sia morta, che il Bello non sia più in grado di imporre le proprie regole come ha sempre fatto, e che l'arte contemporanea nella sua totalità meriti di finire nella spazzatura. La verità è che il Bello è un cruccio assolutamente recente nella storia dell'arte e ha pure smesso di esserlo abbastanza in fretta; è durato insomma lo spazio di pochi decenni: tra il 1750, anno in cui Alexander Gottlieb Baumgarten canonizza l'uso moderno del termine «estetica», e il 1826, anno dell'invenzione della fotografia. Sostenere che l'arte contemporanea, avendo smesso di puntare al Bello, non sia più legittimata a considerarsi arte, si rivela quindi una totale sciocchezza. -
Quel che la marea nasconde. Un'indagine di Valentina Redondo
Judith Pombo, facoltosa imprenditrice e presidente del più esclusivo tennis club di Santander, viene ritrovata morta nella cabina della goletta di proprietà del circolo, quando a bordo sta per svolgersi una cena di gala. È stata pugnalata al cuore, ma la cabina era chiusa dall'interno, non c'era nessuno oltre al cadavere e dell'arma del delitto non v'è traccia... Così alla tenente della Guardia Civil Valentina Redondo tocca affrontare il caso più complicato della sua carriera proprio mentre cerca di ricuperare un equilibrio e un senso nella vita privata, segnata da un recente dramma. Lei e la sua variegata squadra si immergeranno nei più torbidi segreti dell'alta società, imparando a conoscere la vittima, donna potente e prepotente, e gli invitati presenti a bordo nella sera fatale: ognuno di loro potrebbe credere, a torto o a ragione, di avere qualcosa da guadagnare dalla morte di Judith. María Oruña rende esplicitamente omaggio ai classici gialli della «camera chiusa» in un romanzo moderno e originale. Con grande maestria, costruisce personaggi credibili e capaci di evolversi − fra cui spiccano le due figure della protagonista e della vittima, diversissime ma entrambe forti, indipendenti, ossessionate dal controllo − e un intreccio appassionante che, senza lasciare un attimo di tregua, pone sfide continue alle capacità deduttive del lettore.