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Bambina
"Non la rividi più, non seppi più nulla di lei, e, così, sotto quelle bombe caddero anche i nostri giorni, quei giorni meravigliosi che avevamo trascorso in quelle strade, in quei luoghi. Si chiuse per me il periodo di Elena e i nostri incontri, i nostri baci, le nostre parole, perfino quelle più stupide, furono cancellati e inghiottiti dalla nube di polvere che in quella mattina di agosto avvolse e soffocò d'improvviso la nostra città...""""" -
Il labirinto
"Il labirinto non è una prigione, è il luogo dell'attesa, dove si elaborano sfide e strategie di sopravvivenza e dove si gioca una partita a scacchi (la scacchiera è un labirinto) con la propria vita, «anche quando i giocatori se ne sono andati» (J.L. Borges, Scacchi). È il luogo della solitudine, la via d'uscita è infatti una sola e non ci sono tappe intermedie a sollevare l'animo se si è smarrita una strada grande. Non ci sono metafisiche provvidenziali ad aiutare nel labirinto il Minotauro di Dürrenmat, ma il suo dimenarsi incessante e innocente, diventa una danza, una """"ballata"""" (come nella poesia che ispira il titolo di questa raccolta). È la parabola dell'esistenza, della vita e della morte, è la disperanza, non la disperazione. Nel teatro del labirinto sgorgano, dal suo urlo e dalla consapevolezza, il canto e la musica della parola"""". G. Russo" -
Grembo
Con l'edizione di ""Grembo"""" si completa la trilogia di poesie dedicate al corpo organico e metafisico dell'essere, in un ambiente surreale e quantistico. Questa trilogia è iniziata con """"Carne cruda"""", una serie di poesie in cui la carnalità ci fa viaggiare attraverso la sensualità e le emozioni. Poi, ha seguito """"De sang / di sangue"""", poesie che riaffermano la percezione del mondo interiore. La silloge """"Grembo"""" è la fine di questo viaggio poetico attraverso un universo trascendente in un mondo onirico e sensoriale... Postfazione di Davide Rocco Colacrai."" -
Sushi Marina
"Sushi Marina"""" è un romanzo breve, nato sviluppando un soggetto di Peppino Crea, reggino anche lui e sceneggiatore. È ambientato nella Reggio Calabria di oggi, protagonisti due ragazzi neolaureati (in chimica e in architettura) senza lavoro che vorrebbero riuscire a non emigrare, e finiscono per cacciarsi in una serie di disavventure. Dopo aver escluso una a una, non senza peripezie, le altre possibilità, si decidono a creare il proprio ristorante con l'aiuto non disinteressato di un vecchio compagno di scuola che li mette nelle grinfie di un criminale. Il tutto è un pretesto per raccontare, in una tragi-commedia, la realtà della """"città metropolitana"""", da sempre paradigma di quella italiana." -
La galera come casa
"Anni di attività letteraria non sono riusciti a indebolire lo slancio narrativo di Pat Porpiglia [...]. Come altre volte egli continua a parlare al lettore attraverso lo stilema della confessione diretta, nel senso che è il protagonista a raccontare in prima persona la sua vicenda biografica, colorando di passione ed emotività i fatti, imprimendo su di loro lo stigma della verità, della partecipazione sentita e spesso dolorosa. Già il titolo si presenta con un'espressione paradossale, che va contro il senso comune: 'La galera come casa'..."""" (dalla postfazione di Sandro Mario Giambelluca)" -
Il prato sotto la neve
La voce della montagna diventa più forte e più avvertibile al tramonto, quando il sole ha un ultimo bagliore sulle vette più alte, lentamente si incupisce il verde dei prati e si leva il vento là in alto, tra le cime degli abeti. La senti come un distacco, una premonizione e poi come un'ondata improvvisa di richiami verso altri tempi e altra vita. In quel momento la voce della montagna è triste e solenne, e ti assale con una fitta al cuore e ti fa ripensare a ricordi, affetti, abbandoni... ""Il prato sotto la neve"""" ha ricevuto la Menzione speciale per la sezione di narrativa inedita del Premio Letterario Internazionale """"Gaetano Cingari"""" 2017."" -
Lo specchio dell'anima
"[...] romanzo, costruito sulle ombre accoglienti dei sentimenti che crescono e riempiono i vuoti d'animo degli attimi assunti come interminabili perché colmi del senso di solitudine: senza la presenza di almeno un altro che sappia darti fiducia e amarti per come sei, piccolo e fragile di senso, senza un vero scopo d'esistenza definito; ma in fondo pieno di caparbietà nel volerlo cercare. [...] Che occhi ha il principe azzurro? O forse azzurro è l'orizzonte della speranza di una vita piena d'amore? Spesso l'orizzonte è un chi che si moltiplica in tanti nomi di persone che fanno la tua vita e ti danno speranza, anche quando pensi d'averla persa"""". Dalla prefazione di Attilio Gorassini." -
Quell'ineludibile respiro dell'anima
"Sei libero quando giungi alla comprensione che sei tu l'autore della tua sofferenza e della tua schiavitù. Allora le catene cadono senza neanche che tu lo voglia"""". Nisargadatta Maharaj" -
Il venditore di fazzolettini
"Numeri degli sbarchi, numeri dei migranti, numeri dei morti, dei bambini, dei sopravvissuti. Solo numeri. Non uomini. Tutto si riduce a un mero calcolo di entrate. Senza nulla di umano. Senza storia. Senza identità. A dare un volto all'invisibilità di queste persone è il dott. Giovanni Macrì che nel suo nuovo racconto """"Il venditore di fazzolettini"""" traccia tutta l'assurda banalità di una storia drammatica, fatta di uomini e donne, e non di migranti ed extracomunitari"""". Dalla prefazione di Francesca Romeo." -
Ingeniarius
Un giovane ingeniarius, Sebastiano Secondo Severo, parte da Roma per andare in Grecia. Desideroso di appropriarsi dei segreti dell'arte e della cultura di quella civiltà. Durante il viaggio però molte cose accadono e tutto prende una strada imprevista. La sua professione diverrà il pretesto per scoprire i preparativi della grande guerra di ponte Milvio tra i due imperatori: Massenzio e Costantino. -
Di porta in porta. Il venerabile Giuseppe Marchetti, un santo patrono per i minori migranti
Il Venerabile Giuseppe Marchetti (1869-1896), missionario scalabriniano, dedicò la vita ai piccoli orfani che approdavano in Brasile con i flussi migratori che, a cavallo tra i due secoli, portarono via dall'Italia più di cinque milioni di persone. Il giovane sacerdote consumò tutte le sue energie bussando ""di porta in porta"""", prima per dare una famiglia ai suoi piccoli orfani, poi per chiedere delle sovvenzioni in favore delle opere per i minori migranti e, nello stesso tempo, per farsi vicino ai """"lontani"""", cioè a tutti coloro che l'avventura migratoria aveva disperso nei vasti territori del Brasile. Al vescovo Giovanni Battista Scalabrini scrisse di «non avere da fare altro che pregare, confessare, predicare e andare di porta in porta a chiedere». Il carisma scalabriniano e l'esempio di Giuseppe Marchetti hanno ispirato il Progetto """"Artefici del nostro futuro sulle orme del Beato Giovanni Battista Scalabrini""""."" -
Il candore del fango
«Leggerezza, profondità e sensibilità caratterizzano la produzione poetica di Mirella Putortì. Espressioni di un animo delicato che, proteso verso un'accurata e intensa ricerca interiore, riesce a sublimare emozioni e sentimenti che da esso scaturiscono.» Dalla Prefazione di Antonella Arcidiaco. -
Parole inutili e dintorni
"... di te ho amato pure il male che mi hai fatto"""" significa che chi è dentro il mio cuore è al di sopra di ogni cosa." -
Stidduzzu 1908. Il figlio delle stelle
Questa è una storia di amici e d'amicizia, la storia di una banda di scalmanati... È la storia di un pacco di strane lettere, lettere misteriose, maledette, che un giorno d'agosto S. trova in una casa abbandonata, bruna di fuliggine e coperta di muschio. È la storia di un'avventura straordinaria (quantunque insana e sregolata), di una pericolosissima ""caccia al tesoro"""". Sullo sfondo la Pellaro dei tempi andati, quando ancora aveva una sua identità culturale ed esisteva al netto dei palazzi, del catrame, del pattume malavitoso (e non) che ne infama il nome. Ma, soprattutto, questa è la storia di Stidduzzu, un bizzarro personaggio della tradizione popolare pellarese, coperto dal mistero e sommerso dal tempo..."" -
C'era una volta un paese. Storie di vite dimenticate
L'autore ci narra storie accadute in un paese del Sud, in un tempo in cui si viveva in modo semplice, prima che il progresso fagocitasse la naturalezza della sua genuina freschezza. Le vie e i vicoli erano ancora in terra battuta, ci si faceva luce con fiaccole di rami di pino, l'anziana maestra era anche la levatrice, il barbiere era anche il sarto, e il dottore, venuto di sua spontanea volontà dal Nord, era l'unico ad avere un'automobile... Di questo paese e delle storie dei suoi abitanti oggi non rimane che un ricordo. Ce ne rendiamo conto solo quando parlando di loro diciamo: c'era una volta un paese... -
Cuori tra le zagare
"Ho compreso che esistono amori capaci di restare sospesi nel tempo. Passioni indissolubili, che sopravvivono al passato e ai terremoti della vita. A volte per ritrovarli occorre qualcuno che ci spinga a ripercorrere i nostri passi, magari là, tra le arance e le zagare, dove tutto ha avuto inizio...""""" -
A 16 anni in Cina
"Un programma di studio ci conduce in un viaggio in cui, accanto alle descrizioni di luoghi e usanze di un Paese sconosciuto, si percepiscono esperienze, fatiche ed emozioni di una ragazza che, a soli 16 anni, sfida se stessa scegliendo di trascorrere un intero anno scolastico in Cina. Attraverso le sensazioni di un'adolescente che assorbe tutto quello che ascolta e vede, conosciamo la famiglia cinese e le sue dinamiche, un sistema scolastico tanto datato quanto all'avanguardia e un mondo di colori, odori e gusti nuovi. La difficoltà di comunicazione e la necessità di pragmatico adattamento si affiancano, con lo scorrere delle stagioni, allo studio di una lingua diversa, artistica, musicale ed estremamente difficile che le entrerà nel cuore segnando un capitolo molto importante della propria vita. Quando mi domandano com'è la Cina io non so mai rispondere. Sono sempre costretta a chiedere di farmi domande più specifiche. Sarebbe impossibile, altrimenti, raccontarla...""""" -
Status quo. In equilibrio sulla vita
"In Status quo io dialogo col tempo. Lo faccio direttamente, sperando in un improbabile ascolto, ma più spesso in modo indiretto, osservandomi dentro, mentre la mia vita scorrendo mi porta ad oggi. Il tempo è una dimensione con cui ogni giorno mi incontro e mi scontro. Ora inesorabilmente veloce, ora irritabilmente lento. Sempre accanto a me e in me lo percepisco, come il più silenzioso e discreto dei compagni, la mia migliore risorsa, ma anche il più terribile e impossibile dei tiranni, pronto a trascinarmi sempre oltre, ad impaurirmi o a regalarmi a sorpresa la speranza in una dolce e illusoria sensazione di poter aspirare all'eternità"""". Dall'introduzione dell'autrice." -
Questo tempo
La testimonianza che Muzzopappa premette alla raccolta ci svela quantomeno la sua visione, il suo sguardo, il ritmo del suo respiro poetico: «Questo tempo è nelle mani dell'uomo che ha il dovere di custodire i sani affetti, i momenti significativi e i riflessi di un'esistenza protesa incessantemente al rispetto del Creato». È una dichiarazione di poetica che si apre come il boccio di un fiore alla luce per mostrare i suoi stupefacenti colori, la sua estetica e il suo profumo. (Dalla prefazione di Nicola Rombolà) -
Barbagli
Un barbaglio di luce, qua e là, a cercare un'assenza.