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Piero alla guerra
Rievocando Fabrizio De André, che cantava la follia dell'odio nella sua ballata La guerra di Piero, Laura Pariani narra storie che s'incrociano lungo tre conflitti: la Grande Guerra sul fronte del Carso; la seconda guerra mondiale nella ritirata italiana di Russia e il conflitto tra Argentina e Inghilterra nel 1982 per le isole Malvinas. Sono tre giovani Pieri che, come tanti coetanei, partono per una guerra che non hanno voluto. Con tre Ninette che aspetteranno inutilmente il loro ritorno: ""Stasera, finita la commemorazione dei caduti, sono tornata a casa col magone: quanto parlare a vuoto con paroloni altisonanti. Il cielo è terso, brillante di stelle. Quand'ero piccola mi contavano la favola che le stelle sono gli occhi delle persone morte per amore. E chissà che non sia vero che soltanto l'amore, e non l'eroismo, possa concedere l'eternità..."""""" -
Il tuo cuore sa ancora far festa? Le più belle lettere di Natale
"Mi sono alzato per scrivere alla luce del mattino che mi richiama alla mente dei piacevoli ricordi"""" scrive il 25 dicembre 1772 Goethe all'amico che sposerà la ragazza desiderata invano e ispiratrice della donna amata dal giovane Werther. È la più lontana delle testimonianze epistolari qui raccolte per la prima volta e firmate da grandi scrittori come Baudelaire, Joyce, Tolstoj e Rilke secondo il quale """"nella solenne ora di Natale, la più pacata dell'anno, la più misteriosa, i desideri ancora ignari si tendono fino all'estremo e vengono per prodigio esauditi""""." -
Louvre. Le più belle natività. Ediz. illustrata
Itinerario all'interno del Louvre, il museo più visitato e amato al mondo, attraverso le straordinarie opere d'arte dedicate alla natività: da Bernardino Luini a Rubens, da Giulio Romano a Fragonard, ecco celebrità e riscoperte che dal XIII al XVIII secolo offrono una rapida panoramica dell'evoluzione e del modo di intendere la natività, perché come sosteneva Federico Zeri ""l'arte è svelamento di un mistero, soprattutto a Natale""""."" -
Con il testo a fronte. Indagine sul tradurre e l'essere tradotti
Sono trascorsi trent'anni da quando George Steiner con ""Dopo Babele"""" irruppe nel dibattito traduttologico proponendo istanze legate all'ambito estetico in un settore di ricerca allora dominato dai formalismi novecenteschi. Uno dei maggiori studiosi italiani di scienza della traduzione, poeta e direttore dal 1989 del semestrale """"Testo a fronte"""", ripercorre la storia di questi trent'anni di traduttologia in un saggio di grande rigore scientifico, ma anche profondamente aperto al colloquio fecondo coi poeti e al dialogo col lettore. Un lettore immaginato colto e appassionato, ma non necessariamente specialista: certo in grado di cogliere e apprezzare i numerosi testi e avantesti qui presentati a esemplificare i concetti di ritmo e di poetica, di intertestualità e di movimento del linguaggio nel tempo."" -
O Germania
"Può la poesia aiutarci a capire qualcosa di più sull'Europa moderna, dove sembrano dominare solo sterili leggi economiche e l'unità di pensiero è ancora un miraggio? Lo crede Franco Buffoni, che dedica una riflessione in versi e prosa alla nazione oggi più potente del continente, rivelandone difetti nascosti ma anche pregi insospettabili, con riferimenti all'attualità, tra Merkel e Volkswagen. Annota Buffoni: 'più delle mie parole valgano quelle dell'ex ministro degli esteri tedesco Fischer, che nel 2012, valutando l'atteggiamento del suo paese nei confronti dell'unione, sentenziò: 'con queste politiche, e soprattutto con questo approccio solo economico-finanziario ai problemi politici, la Germania rischia di affossare l'intera Europa per la terza volta in un secolo'"""". Franco Buffoni in questo libro cerca dunque la sfida maggiore: quella di volgere lo sdegno in poesia. Con una nota di Helena Janeczeck." -
Il tempo che rimane. Diario di una malattia
"Ho saputo. Finalmente, lo stordimento e la sorpresa combattono con un sottile sgomento e una sensazione di sollievo. Il medico me l'ha detto poco fa, mascherando con la parola neoplasia la brutalità del termine 'cancro'. Adesso so. E sapere fa male e bene insieme..."""" il diario della malattia di un'intellettuale, critica d'arte e televisiva di """"Avvenire"""": sconfitta dopo lunga battaglia, Mirella Poggialini resta ferma nell'idea che grazie all'umanità e alla fede """"la malattia mi ha dato qualcosa di buono"""". Come scrive Alessandro Zaccuri, è un """"diario per interposta persona che appassiona e commuove"""", per capire qualcosa di più di un male della nostra società." -
Vita e viaggi di J. L. Burckhardt. Un incontro con l'Islam dell'Ottocento
Il 18 ottobre 1817 muore al Cairo Johann Ludwig Burckhardt, celebre cittadino svizzero, nato nel 1784. Assistono al rito funebre europei, arabi, turchi, cristiani e musulmani. Con il nome di Sheik Ibrahim, vestito da arabo e con perfetta conoscenza della lingua del paese, egli ha esplorato Siria, Giordania, Egitto, Nubia, Arabia, portando alla luce antichità millenarie, fra cui la città di Petra e il tempio di Abu Simbel. Il volume, basandosi su lettere e scritti di Burckhardt, e con immagini d'epoca, ripercorre la vita, le difficoltà e i successi di questo giovane capace di dialogare con l'islam, mettendo sotto i nostri occhi un mondo di duecento anni fa ancora ricco di fascino. La ricostruzione di Silvana Lattmann ha il sapore dei racconti d'avventura, resa con precisione storica e vivacità narrativa. -
Il viaggio della parola
"Nel tintinnare delle parole è la prova che la lingua cammina"""" scrive Gian Luca Favetto nel nuovo viaggio letterario che fa fare alle parole: è un itinerario dall'autore al lettore, da una scrivania di Torino alle strade di New York, nella consapevolezza che """"l'alfabeto è l'immaginazione del mondo"""". Ogni testo in poesia è un passaggio, una svolta, un frammento del mosaico che compone il mondo dei libri, a partire dall'atto creativo di chi """"semina le parole come briciole"""" usando un computer che """"scrive a penna/anche il silenzio scrive /e non lo dice"""". In ogni momento (pure nel lavoro dell'editore che """"rosicchia le parole... le fa sue in pasto al mondo"""") c'è un cuore che batte lungo questo viaggio ed è il tempo: """"verrà porterà via il mio amore, / ho imparato e lo lascio andare"""". Così Favetto riesce a dare un'anima ai libri e alla scrittura perché in fondo «soltanto la parola custodisce.""""" -
Il tuo Natale di fuoco. Poesie. lettere, pagine di diario, postille e inediti
«Dammi il tuo Natale» chiede Clemente Rebora in un verso dei suoi ultimi anni di sofferenza fisica e spirituale: «Signore, dammi il tuo Natale / di fuoco interno nell'umano gelo». L'anziano poeta implora un segno che scaldi e sconvolga la «notte oscura» dell'esistenza e della sua «passione». Le pagine qui raccolte, con molti nuovi inediti, sono un ventaglio lirico e interiore aperto sul tema del natale che unisce le lettere incandescenti negli anni giovanili dei frammenti lirici (in cui rifiuta «di scarabocchiare gli inchinevoli auguretti di occasione») e le poesie cronologicamente lontane della tarda maturità ma spiritualmente molto vicine: «avrei bisogno di rispondere a domande - insomma qualcosa che investisse d'eterno l'attualità pratica». -
Un sabato senza dolore
«Partire la mattina presto» è l'atto con cui Alberto Nessi, poeta vincitore del gran premio svizzero di letteratura 2016, inizia il viaggio in treno che conduce il lettore lungo paesaggi naturali e incontri umani. Questo libro è come uno scompartimento che offre un campionario di tipi e di sentimenti, di oggetti e di visioni: così capita che «la purezza della neve nel cielo / si scontra con l'oscenità del giornale». Alla ricerca della «parola che non tradisca la sua genesi» l'autore sa raccontare con la semplicità e la saggezza di chi è abituato a vivere in bilico fra attese e delusioni, in una terra spirituale di confine. Gli capita d'incontrare anche migranti clandestini: «quante volte ci morderà la rete ancora il cuore?» e alla fine deve constatare che «non vedrò più la viaggiatrice senza bagaglio / che avrebbe tante cose da raccontarmi» perché «deve scendere». È il destino di tutti, ben racchiuso in poesie scritte «forse un po' come ballare il tango». -
Diecimila. Autobiografia di un libro
Se passando davanti a un oggetto vi domandate quali sono i suoi pensieri, questo racconto è per voi. Protagonista è un libro che parla in prima persona. Questo libro è un romanzo degli anni trenta che ha avuto molti proprietari, diversissimi tra loro, e da qualche tempo sta in uno scaffale di una libreria dell'usato ad aspettare il prossimo acquirente. Una vicenda già vissuta dal libro ma questa volta c'è una minaccia in più: il libraio ha detto a voce alta che dopo qualche settimana i libri invenduti verranno mandati al macero. Così, temendo di essere prossimo alla fine, il libro racconta la sua affascinante storia lunga quasi un secolo, nel tentativo di catturare l'attenzione dei clienti, lettori come chi sta leggendo queste righe... Con ""Diecimila"""" torna un piccolo classico dei libri sui libri, amato da numerosi lettori e tradotto in molte lingue, dal coreano al giapponese, scritto da un celebre bibliofilo come Andrea Kerbaker."" -
«La testa in tempesta». Edoardo Sanguineti e le distrazioni di un cherico
Nella sua costante e fattiva presenza sull'oggi, Edoardo Sanguineti è, contemporaneamente, altrove, capace di uno sguardo complesso e avvolgente che restituisce un giudizio tutt'altro che conciliante e per nulla semplice da decifrare. Il lessicografo fa capolino dietro al Dramaturg, il cinefilologo dietro al romanziere; lo studioso si impossessa dei travestimenti e li trasforma in saggi. In ogni momento il lettore si trova di fronte a un bivio, un'alternativa, un'opzione, una molteplicità di ruoli che avvolgono e sommergono. Qualsiasi strada si prenda, qualsiasi tragitto si voglia percorrere, si assisterà a un moltiplicarsi delle suggestioni, all'interno di un alveo di competenze e di sensibilità che scolorano in continuazione l'una dentro l'altra. -
La foto di Orta
Maggio 1882: Friedrich Nietzsche durante il suo Grand Tour dell'Italia giunge sul lago d'Orta in compagnia della «giovane e affascinante russa» Lou von Salomé, con la madre di lei e il comune amico Paul Rée, che della giovane intellettuale è innamorato tanto quanto il più anziano filosofo. Durante una gita sul Sacro Monte di Orta Nietzsche e Lou si appartano a lungo e di quell'episodio l'autore di Zarathustra conserverà fino alla morte una foglia, uno schizzo su carta e un biglietto con una promessa. Laura Pariani fa rivivere la storia di un amore impossibile e di un'amicizia tradita a partire dalla memoria di una foto... -
Eleanor. Non fummo mai innocenti: dalla Bosnia alla Siria
La protagonista di questa opera epica in versi è una reporter e raccoglie in prima persona tutta la conoscenza che il male, la guerra e il terrorismo possono offrire. La storia passa dal conflitto armato in Bosnia tra il '92 e il '95 agli sbarchi a Lampedusa («Le rive non sono più / il desiderio del mare / dove lasciare le onde»), fino al terrore degli ultimi fatti di Parigi. Eleanor Indossa e smette i panni delle vittime e dei carnefici, del bene e del male, del bello e del brutto della violenza e del sublime nella coincidenza delle cose tra Verità e Bellezza: «Le bombe e le granate a Sarajevo / e le botteghe a Djerba e Marshalam / illuminavano le nuche scure / nelle parabole di primavere». -
Una lettera dal Paradiso. Storie di Natale
«Esco in strade serali con luminarie esitanti, come se le feste fossero già passate e invece devono ancora venire» rnrnrn«Non vi era posto per loro nell'albergo» si chiede il personaggio attuale di un racconto di Giuseppe Pontiggia, proprio come nella narrazione evangelica della natività. Dal resoconto di un viaggio in una Turchia inquietante all'immaginazione di una lettera dal Paradiso scritta da chi di solito ne riceve molte con le richieste di regali, sono molti i modi per vivere un Natale diverso, «fra dovere e libertà» perché «la storia non si ripete, si assomiglia». -
Natività. Ediz. illustrata
In occasione della grande mostra «Dentro Caravaggio» (a Palazzo Reale a Milano) un piccolo libro a colori a cura di un critico cresciuto sotto l'ala di Giovanni Testori, Filippo Maria Ferro. Con testo di Andrea Camillerirnrnrn«Ne li occhi di Maria tutta la malinconia e la pena di me medesimo che pigliami a sera isguardando lo mare da la finestra» immagina Andrea Camilleri che Caravaggio annoti sul suo diario a Messina mentre dipinge l'«Adorazione dei pastori», uno dei suoi capolavori in una Sicilia dove dipinge un'altra «Natività» che sarebbe poi stata trafugata dalla mafia. In occasione della grande mostra «Dentro Caravaggio» (a Palazzo Reale a Milano) un piccolo libro a colori a cura di un critico cresciuto sotto l'ala di Giovanni Testori, Filippo Maria Ferro. Con testo di Andrea Camilleri. -
Primo Levi. Ancora qualcosa da dire. Conversazioni e letture tra biografia e invenzione
Un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d'archivio, tra cui autografi e fotografie. Un ritorno a Levi per appassionati lettori ma anche per insegnanti che vogliono approfondire con i propri studenti la figura di uno scrittore centrale per comprendere gli orrori della guerra e il Novecento, senza dimenticare che «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo». -
Il millennio che muore. Un elogio del libro e della parola
"Questo è il millennio che muore, un canto corale, armonioso, possente, di morte su un universo di individui e di cose che esistono senza essere vivi.""""rnDa un maestro della parola narrata l'elogio del libro e della parola nella storia del mondo in un'opera giovanile provocatoria ma anticipatrice e ancora attuale. La visione del «millennio che muore» segna la fine del movimento del sessantotto in letteratura e spezza l'onda della neoavanguardia cavalcata da Sebastiano Vassalli, travasando nella pagina le inquietudini politico-sociali di quegli anni attraverso furore linguistico e satira culturale. Tra poesia in prosa e gusto per gli aforismi, l'autore della chimera dimostra che «tutto nasce dalla parola» e la società è come un libro universale in cui «miliardi di parole hanno proiettato le loro illusioni» lungo un «millennio che muore» se, grazie alla letteratura, non si ripete «il miracolo delle parole che trattengono la vita»." -
Donne in cerca di guai. Avventure di maternità
Tutto sommato è meglio non abortire. Lo dimostrano qui le testimonianze di tante donne che, aiutate dai centri di aiuto alla vita (CAV) ma soprattutto dal proprio coraggio, hanno deciso di proseguire la gravidanza. E lo dimostra anche lo sconfinato rammarico di altre donne che hanno scelto (o sono state costrette a scegliere) l'aborto. Qui scorrono storie e opinioni di personaggi famosi, come Ornella Vanoni, Alexia e Nek, oltre a Celentano, Andrea Bocelli e a un insospettabile Eminem; e poi registi come Pupi Avati e Franco Zeffirelli; femministe storiche (Lella Costa, Alessandra Kustermann), insieme con la poetessa Alda Merini. Questo libro - al tempo stesso militante ed ecumenico - nasce dalla consapevolezza che ogni vita «abbia in sé la propria giustificazione». Di qui l'idea suggerita da Claudio Magris nella prefazione: «guai a far dipendere il diritto dell'individuo alla sopravvivenza dall'amore o dall'affetto che altri hanno per lui o, peggio ancora, dalle sue capacità e dalle sue prestazioni». Presentazione di Claudio Magris. Postfazione di Marina Casini. -
Vera deve morire
«Strappami la lingua madre poi / avvicina la tua bocca alla mia, / amplificami i lamenti» invita Julian Zhara dal suo locale alla Giudecca dove impasta la lingua della comunicazione quotidiana e della sua formazione (l'italiano) con quella dell'infanzia e dell'inconscio (l'albanese). Il giovane poeta all'esordio distilla «parole semplici, poche, dentro la bocca / come il picchiettìo del rubinetto / chiuso male» e sotto un titolo shakespeariano racconta «il nostro sogno vile: / amarci senza dolore». È un diario teso e palpitante di un amore maledetto che non finisce bene, vissuto e descritto con una temperatura stilistica altissima, quasi febbricitante, che al di là del finale drammatico irretisce il lettore fin dall'appello d'esordio: «ma adesso mi ascolti!»