Sfoglia il Catalogo ibs028
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2281-2300 di 10000 Articoli:
-
Raccontami la storia del Padule. La strage di Fucecchio del 23 agosto 1944: i fatti, la giustizia, le memorie
174 morti, la più piccola di quattro mesi, la più vecchia novantenne. E poi spose, contadini, sfollati. 174 italiani, massacrati dai tedeschi nel Padule di Fucecchio il 23 agosto 1944. Una strage sconosciuta, eppure è la quinta in Italia, la terza nella tremenda estate di sangue in Toscana. Tre ufficiali tedeschi processati nel 1947, poi tutto nascosto nell'armadio della vergogna sino al 1994, infine riemerso, per il processo del 2012 agli ultimi nazisti in vita. Un giudice torna sui luoghi, intervista i superstiti, dà voce a chi non l'ha mai avuta. E riscopre i ricordi della sua famiglia. Dopo generazioni, il sangue sepolto scorre, la vita palpita, sono ancora tutti qui. Ecco i mezzadri e i casolari, l'incendio, lo stupro, i fascisti mascherati, il tedesco buono, l'amore e l'adulterio, i partigiani e le spie, le armi e i nascondigli, la baronessa e il bambino, il cantastorie e le maghe, i sogni e il profumo del pane. Sullo sfondo incantato della palude interna più grande d'Italia. A settant'anni dalla Liberazione, il senso della memoria si specchia nell'ingiustizia, per rimettere alla prova la verità e l'autostima degli italiani. Ci ripete che le stragi percorrono la storia di questo paese, e che il sangue è sempre lì, a chiamarci a un'oscura bellezza. La memoria è il presente. -
La Germania e la crisi europea
L'Europa è un continente incagliato e in declino, colpito da una crisi iniziata nel 2008 e non ancora terminata, con sempre minor peso economico e influenza internazionale rispetto ad altre aree del mondo (non solo la Cina). La situazione attuale è frutto di politiche economiche che, ossessionate dalla stabilità, hanno fissato vincoli insostenibili, da Maastricht in poi. L'Italia è il paese che con più zelo ha fatto propri questi vincoli, tanto da avere inserito nella Costituzione un principio come il pareggio di bilancio. A cosa si deve tutto questo? All'introduzione dell'Euro? No, o comunque solo in parte. Il fattore chiave è il ruolo della Germania. Il paese economicamente più forte esercita infatti la sua leadership dividendo, anziché unendo (come il caso greco ha dimostrato), rafforzando esclusivamente il proprio sistema produttivo e lavorando per creare attorno a sé una corona di paesi periferici (tra cui l'Italia) a basso salario e fortemente indebitati. Il frequente richiamo del ministro Schäuble a un'Europa che dovrebbe ispirarsi al ""Sacro Romano Impero della Nazione Germanica"""" è eloquente. Da locomotiva d'Europa, la Germania di Merkel-Schäuble si sta trasformando in un fattore di freno per il continente. Come il libro evidenzia, la Germania di oggi utilizza la grande forza costruita nei periodi precedenti per imporre scelte miopi e fallimentari, che distruggono la solidarietà tra i paesi, riducono la democrazia e finiranno per indebolire la stessa Germania."" -
Saccheggiate il Louvre. William S. Burroughs tra eversione politica e insurrezione espressiva
Un bagaglio inesauribile di suggestioni, provocazioni, scandali, premonizioni. È nella dimensione scioccante della sua opera eretica che William Seward Burroughs continua a interrogare il presente e pungolare il futuro. Nel tentativo di afferarne la potenza transdisciplinare, questo volume ne indaga, da molteplici prospettive, la dirompente e vasta produzione visionaria. Dalle propaggini di una corrispondenza problematica tra biografia e arte, agli antagonismi e alle sovversioni che originano dal suo rapporto con i poteri e i saperi della politica e della pedagogia, fino alle polimorfe, risonanti e impreviste influenze sulla produzione culturale del secondo Novecento (tra letteratura, teatro, cinema, suoni elettronici, pittura). Burroughs come limite e scandalo, come icona e maestro del dissenso e, ancora, come frontiera su cui orientare, oggi come nel passato, una piattaforma di ricerca sulle forme del dominio e della ribellione. Prefazione di Gino Frezza. -
R/esistenze precarie. Lavoratori universitari e capitalismo cognitivo
Questo libro inserisce l'università nel più vasto scenario di trasformazione del lavoro intellettuale. Un lavoro in cui relazioni, emozioni, passioni sono mobilitate e trascinate in una logica di mercificazione pervasiva. Frammentazione dei singoli interessi, de-sincronizzazione ed espansione dei tempi di lavoro, denormazione delle garanzie, da un lato, richiami alla produttività, all'efficienza e all'innovazione continua, dall'altro lato, incastrano i lavoratori precari nelle ""trappole"""" che caratterizzano oggi il capitalismo cognitivo. Sottrarsi a tale logica è davvero difficile, non soltanto a causa dei sofisticati meccanismi di """"promessa"""" impastati di retoriche meritocratiche, ma anche perché il sistema di produzione si fonda sempre più su reti collaborative, relazioni """"agevoli"""", presunta valorizzazione delle """"qualità superiori"""" del lavoratore, e in qualche modo sembra rispondere al desiderio di riconoscimento ingigantito dalla condizione precaria. Eppure anche l'adesione a questa logica non è scontata. Tracce di resistenza attraversano le biografie di chi a questo libro ha voluto collaborare, partecipando a una serie di incontri centrati sulla narrazione di sé e divenuti occasione per una """"autoanalisi"""" del lavoro universitario."" -
Vita, politica, rappresentazione. A partire dall'«Italian Theory»
Quando si parla di Italian Theory ci si riferisce a un canone, a un paradigma, a un contro-canone, a uno stile di pensiero? È legittimo l'accostamento di autori tanto diversi e, talora, in polemica opposizione? Ha un fondamento il sospetto secondo cui l'Italian Theory non sarebbe altro che l'ennesimo (e prevedibilmente effimero) trend filosofico condannato al medesimo destino di altre tendenze un tempo altrettanto à la page? Oppure la riapertura del dossier sul pensiero radicale italiano è operazione che consente feconde letture del presente? I saggi qui raccolti muovono da tali interrogativi e tentano di esplorare le istanze poste dalla differenza italiana sul piano specifico della (bio)politica e delle corrispondenti forme di rappresentazione, proponendo un rinnovato confronto fra le armi della critica e la crisi, a un tempo determinante e determinata, dei modelli. Il problema resta quello, annoso e antico, del rapporto fra teoria e pratica. Se il pensiero italiano contemporaneo è estroflesso e conflittuale, allora non dovrebbe esso, se non guidare e orientare, quanto meno intrattenere una stretta relazione con il campo della prassi politica? -
Le reti del lavoro gratuito. Spazi urbani e nuove soggettività
Il lavoro della conoscenza - inestricabilmente connesso a pratiche di lavoro free, libero e insieme gratuito - vive e si intreccia con le relazioni della città, che attraggono i flussi finanziari globali e catturano lavoratori e lavoratrici in cerca di un riconoscimento economico e identitarie, presente o futuro. La centralità del ""mondo urbano"""" - composto di rendite oltre che di profitti - e il paradigma emergente della smart city - basato su creatività, conoscenza, crescita intelligente e sostenibilità - sottendono infatti ambivalenze e processi di inclusione selettiva, che rivelano asimmetrie e nuove forme di disuguaglianza. In tale contesto, che per l'Italia ha il suo evento simbolo nell'Expo 2015, le forme del lavoro sono investite da inediti processi di precarizzazione, di cui il lavoro gratuito è una delle manifestazioni più estreme. Nelle aree metropolitane ciò che viene messo a valore gratuitamente è sempre più spesso la rete delle relazioni e la qualità dei rapporti. Ai knowledge worker viene richiesto di essere sempre raggiungibili negli spazi on line così come in quelli materiali della città, all'interno di dinamiche reticolari in cui l'interazione diretta intreccia la sfera digitale, e le vite e gli spazi vengono messi a valore. Il volume, nel proporre diverse e originali chiavi di lettura per approfondire questi snodi critici, restituisce lo stato attuale del dibattito e individua alcuni elementi cruciali per rilanciarlo."" -
L' uomo neoliberale. Capitale globale e crisi della democrazia
Dal 2008 imperversa una crisi economica e finanziaria che da temporanea e circoscritta, come pensavano o cercavano di farci credere governanti ed economisti accecati dal dogma neoliberista, si è presto generalizzata e divenuta permanente, tanto da imporsi come un nuovo sistema di governo e di regolazione dell'accumulazione capitalistica. Una crisi che sta producendo devastanti conseguenze anche sul piano delle forme democratiche e delle conquiste sociali del Novecento. L'impotenza della politica, o meglio, la sua assoluta subordinazione alle regole di un'economia che si è finanziarizzata, è infatti riccamente illustrata dalla cronaca di questi ultimi anni, dove la tragica vicenda della Grecia è solo l'espressione più evidente del ruolo che in questo scenario giocano anche le politiche dell'Unione europea. I movimenti sociali che in questi anni hanno cercato di porre un argine alla valanga neoliberista sembrano in affanno e impotenti di fronte a una composizione sociale completamente trasformata e facile preda della paura per un futuro assolutamente incerto. Come uscire, allora, da questo labirinto infernale tracciato dalle politiche dell'austerità e da istituzioni sovranazionali impermeabili ai principi della democrazia? Come rompere la gabbia neoliberista e invertire una rotta che punta inesorabile alla distruzione di quanto resta dei già esangui diritti sociali? -
Politiche del disastro. Poteri e contropoteri nel terremoto emiliano
Che cos'è un disastro e come si manifesta? Quali poteri emergono e vengono alimentati nei contesti colpiti? È possibile un dialogo tra istituzioni e cittadini sui modi di affrontare le conseguenze? È possibile elaborare forme di autorganizzazione in risposta alla catastrofe volte a rigenerare l'esistenza di fronte alla violenza degli eventi e offrire anche soluzioni alternative rispetto a quelle istituzionali? Attraverso l'analisi etnografica, il lavoro di Silvia Pitzalis si propone di rispondere a queste domande, assumendo il terremoto dell'Emilia del maggio 2012 come caso di studio utile a ricavare indicazioni di carattere generale. Indagato nelle sue diverse fasi (emergenza, riallocazione e ricostruzione), il sisma, da accadimento fisico con effetti distruttivi e destabilizzanti sulla comunità, emerge come evento capace di generare mutamenti e, insieme, vettore e rivelatore di crisi sociali, politiche e culturali più ampie. Nel caso in esame il sisma ha offerto alle persone coinvolte l'opportunità di prendere coscienza della propria condizione non solo di terremotati, ma anche di cittadini inascoltati, che in risposta pongono in discussione l'ordine, le istituzioni dominanti e le loro politiche di intervento. Presentando un carattere trasformativo, il terremoto può così rivelarsi motore di meccanismi di rigenerazione sociale, politica e culturale, che investono e sono resi possibili da un ""lavoro"""" che coinvolge tanto la dimensione individuale quanto quella collettiva."" -
Geografie dell'informe. Le nuove frontiere della globalizzazione. Etnografie da Tangeri, Napoli e Istanbul
Come sono mutate e come si stanno trasformando alcune delle più importanti città euromediterranee nell'era della globalizzazione? È la domanda cui questo volume intende rispondere, frutto di una lunga ricerca realizzata tra Tangeri, Napoli e Istanbul. Il volume ripercorre un insieme di esperienze di ricerche etnografiche realizzate nel corso degli ultimi anni in alcune città del Mediterraneo attraversate da processi di globalizzazione, gentrificazione, delocalizzazione e riconversioni produttive, ma anche resistenze e dispiegamenti di dispositivi repressivi. Il testo rivela la capacità dell'autore di praticare la ricerca nelle pieghe e negli interstizi di campi etnografici multi-situati, raccogliendo voci e testimonianze nascoste, tenendo insieme processi e strutture in modo originale, posizionandosi sempre distante dal discorso dominante nelle scienze sociali e nelle cerchie più ampie dell'opinione. -
Metropoli. eEstetica, arte, letteratura. Saggi in memoria di Francesco Iengo
La pubblicazione di questo volume risponde a diverse esigenze. Prima fra tutte quella di stimolare un dibattito interdisciplinare intorno a uno fra gli argomenti che maggiormente suscitarono l'interesse di Francesco Iengo: il concetto di metropoli, o meglio la sua macroarea concettuale, a cui si collega la riflessione sulla società e sulla civiltà moderne e sull'idea stessa di modernità. Ulteriore preoccupazione è stata quella di evitare il classico omaggio ""alla memoria"""" confrontandoci con i lavori scientifici di Iengo in modo interlocutorio, eludendo malinconiche rimembranze e sterili piaggerie accademiche. Il risultato è un quadro collettivo movimentato e ampio che spazia storicamente e geograficamente, in una varietà di approcci e di spunti, tra estetica, filosofia, letteratura, antropologia, cinema."" -
Essere, tempo, bios. Capitalismo e ontologia
Essere, tempo, bios rappresenta l'ambizioso tentativo di costruire un'ontologia storica all'altezzza del capitalismo globale contemporaneo, capace di rendere conto delle sue trasformazioni e degli elementi che lo caratterizzano profondamente. Fondandosi sulle intuizioni di Spinoza, Marx e Lacan, e sviluppandole in modo originale, l'autrice abbozza un'ontologia che fa dialogare la riflessione biopolitica di derivazione foucaultiana con la psicoanalisi lacaniana, due campi del sapere che, pur avendo come oggetto la soggettività umana presa nelle maglie del potere, non comunicano, rimanendo isolati l'uno dall'altro. L'analisi di Kordela, condotta con rigoroso more geometrico, ci suggerisce una comprensione del capitalismo contemporaneo radicalmente nuova, dove l'incertezza, il sacrificio, l'illusione dell'immortalità e un nuovo insidioso razzismo biopolitico sono meccanismi centrali al suo funzionamento. Rifuggire da ogni dualismo e teleologia nella storia, intersecare biopolitica e psicoanalisi, leggere i classici in maniera innovativa, preparare il campo dell'azione politica forti di un impianto teorico in grado di leggere il presente, sono i punti centrali del lavoro di questa pensatrice così spinoziana. Lavoro teorico di prim'ordine, ""Essere, tempo, bios"""" ha in sé tutte le caratteristiche per diventare un testo di riferimento per una feconda riflessione politica e filosofica all'altezza dei nostri tempi."" -
Il soggetto delle norme
Che cosa significa essere soggetto delle norme, per le norme e all'interno delle norme? Fino a che punto la questione del soggetto è legata a quella delle norme? Quali sono le strutture che definiscono il modo in cui si diventa soggetto? A partire da questi interrogativi, Pierre Macherey intraprende una puntuale analisi della ""società delle norme"""", che fa dipendere la propria organizzazione """"razionale"""" dall'intervento di tecniche e discorsi disciplinari che invadono e colonizzano il campo della soggettivazione. In un continuo confronto con il pensiero di Michel Foucault, Macherey collega il concetto di """"norma"""" al carattere produttivo del soggetto, individuando uno scarto fra norma e ragione, e istituisce un serrato confronto tra Marx e Foucault allo scopo di """"rileggere Marx alla luce di Foucault"""". Intrecciando letture e riletture di Sartre, Althusser, Deligny, Fanon, Canguilhem (e Billy Wilder), Macherey costruisce ponti fra sistemi ritenuti finora incompatibili, e ci invita a una passeggiata filosofica e politica per mettere in luce i meccanismi ideologici e disciplinari della società delle norme di cui liberarsi."" -
Il governo della povertà ai tempi della (micro)finanza
Nei confronti di coloro che il linguaggio dominante identifica e definisce come ""poveri"""" vige ancora oggi un atteggiamento ambiguo, spesso compassionevole e talvolta persino pieno di ammirazione. E tuttavia, a seconda delle esigenze del caso, la pietà si trova a cedere continuamente il passo alla forca. Certo è che, a dispetto della narrativa che li colloca ai margini, i poveri hanno storicamente assolto molte funzioni: da capro espiatorio su cui si abbatte, proietta e riproduce il dominio delle classi egemoni, a monito mediante il quale incentivare l'auto-attivazione produttiva dei soggetti, a base sociale e carne per la riproduzione della ricchezza dei ricchi e del potere dei potenti. L'autore mostra come oggi, attraverso la leva retorica della """"lotta"""" alla povertà, quote crescenti della popolazione mondiale vengano immesse direttamente nel cuore delle nuove catene spaziali e sociali di comando, drenaggio e accumulazione globalmente strutturate dalla finanza. Vi è un nuovo paradigmatico modo di """"governare"""" la povertà - di cui la microfinanza è emblematica - che fa leva sul debito, quale strumento di soggettivazione e di assoggettamento che supera di gran lunga, in quanto a pervasività, sia l'elemosina medioevale che il salario. Spaziando all'interno di vari campi del sapere, l'autore mette in luce la relazione che intercorre tra il divenire del capitale, le trasformazioni della cooperazione allo sviluppo e l'imporsi di un peculiare ordine discorsivo che, spingendo gli individui ad assumere uno sguardo introspettivo sulla propria condizione, funge da meccanismo di legittimazione delle crescenti disuguaglianze che caratterizzano l'economia-mondo contemporanea."" -
Rispondere alla crisi. Comune, cooperazione sociale e diritto
La crisi economico-finanziaria esplosa nel 2008 è stata anche, almeno in Europa e sicuramente in Italia, una crisi di ciò che restava del Welfare State. Alla catastrofe di uno Stato incapace di erogare servizi secondo il principio dell'universalità e di un mercato inadatto a rispondere efficacemente a bisogni sociali tanto urgenti si è opposta una fitta, differenziata e ambigua batteria di ""pratiche di resistenza"""". Gruppi informali e spontanei di attori hanno cominciato a dare vita a nuove pratiche di solidarietà e a sperimentare l'autorganizzazione per rispondere a bisogni fondamentali individuali e collettivi. La cooperazione sociale - istituendo processi collaborativi e di condivisione, mescolando esperienza, diritto, affetti, ingegno - è diventata la premessa e l'operatore di una diversa distribuzione di costi e benefici e di una nuova organizzazione di bisogni e servizi. I saggi raccolti nel libro cercano di tracciare, da prospettive disciplinari diverse e formulando diagnosi non necessariamente convergenti, una prima cartografia critica di tutte quelle """"pratiche, invenzioni e istituzioni"""" che la cooperazione sociale inventa e istituisce ogni giorno dentro e contro la crisi. Si tratta, in ultima istanza, di riconoscere - e valutare criticamente - quanta e quale politica è prodotta dal e nel sociale."" -
Il misterioso eliotropismo. Filosofia, politica e diritto in Walter Benjamin
La liminare e poliedrica filosofia benjaminiana viene qui presentata come una costellazione di rimandi il cui orizzonte di senso è costituito dalla critica dei principi identitari impropriamente presenti a ogni livello (filosofico, politico, giuridico, storico, ecc.), dalla denuncia genealogica del ""mito"""" nelle sue diverse forme e concrezioni. Il mito, configurandosi come concettualizzazione di ogni datità, costituisce un continuo e immediato discorso che naturalizza l'essere delle cose fabbricando narrazioni e legittimazioni relative a una condizione di immutabilità. La prospettiva mitico-destinale innesca e consolida determinazioni ideologiche, politiche e normativo-simboliche a cui attengono sempre rapporti di necessità. Le varie tematiche presenti in Benjamin - tra cui la questione della lingua, la duplice concezione dell'esperienza, la dimensione della violenza, la critica dello storicismo, dell'evoluzionismo riformistico socialdemocratico e del fascismo, la dottrina della sovranità, la tradizione degli oppressi, lo stato d'eccezione, l'impero della merce - vengono analizzate nella loro matrice identitaria a cui fa da contrappunto l'elaborazione di orizzonti in cui, suggestivamente ma produttivamente, possono germogliare mai sopiti spazi di differenza: """"come i fiori volgono il capo verso il sole, così, per un eliotropismo di natura misteriosa, ciò che è stato tende a rivolgersi verso quel sole che sta per sorgere nel cielo della storia""""."" -
L' economia politica del lavoro. Mercato, lavoro salariato e produzione
In questo volume, che raccoglie alcuni dei lavori più recenti di François Vatin, la sociologia economica costituisce un campo di analisi ampio e originale nel quale l'autore, oltre a riflettere sulle origini della disciplina, si interroga più in generale su alcune tematiche tradizionali come l'interpretazione del mercato, le attività economiche, il concetto di valore e altre ancora. Queste riflessioni sono svolte in modo innovativo, e talvolta anche molto critico nei confronti di alcuni recenti paradigmi della nuova sociologia economica, sulla base di riflessioni teoriche che risalgono a studiosi di discipline diverse del XIX secolo e sulla base di ricerche contemporanee particolarmente attente al tema della misura. In questo ambito, l'apporto della tecnica nella definizione delle attività economiche, la diversa concezione del pensiero tecnico, la questione della misurazione appaiono come temi di riflessione del tutto originali rispetto all'attuale letteratura disponibile nell'ambito della sociologia economica. Da questo punto di vista, la stessa riflessione sul tema del lavoro salariato, attraverso la ricostruzione che l'autore compie circa l'evoluzione e i contenuti del dibattito intorno al tema della subordinazione, restituiscono più di qualche sorpresa. In questa direzione, le riflessioni di alcuni pensatori francesi meno noti del XIX secolo contribuiscono non solo ad arricchire il dibattito, ma anche a ricostruire le origini di una disciplina il cui obiettivo è di mantenere unite la ""sociologia del lavoro"""" e la """"sociologia economica"""". Ecco perché, ad esempio, guardando al tema della misura, particolarmente caro all'autore, il richiamo al """"laboratorio segreto della produzione"""" di marxiana memoria costituisce uno snodo essenziale e per certi versi obbligatorio per comprendere la natura delle attività economiche e dell'organizzazione del lavoro che le presiede."" -
Il veleno del commediante. Arte, utopia e antisemitismo
Richard Wagner: la bibliografia sul compositore è sterminata, ma solo di recente si è aperto un dibattito sul rapporto tra i suoi scritti teorici e la sua arte, e sulla loro relazione con la cultura tedesca ed europea dell'Ottocento e del Novecento. Gli scritti di Wagner, avendo uno stretto e indissolubile legame con la sua produzione artistica, gettano luce sul suo senso e scopo ideologico, e sul ruolo che essa ha svolto nello sviluppo culturale del suo tempo. L'antisemitismo di Wagner, in particolare, lungi dall'essere un elemento secondario e marginale della sua opera, risulta invece strutturale e organico al suo pensiero. L'antisemitismo del compositore, in particolare, risulta strutturalmente connesso al sistema artistico e mitologico dai lui ricreato, e chiarisce numerosi aspetti della sua parabola creativa. E dunque urgente una migliore e più approfondita comprensione della sua influenza e del suo utilizzo nell'ambito dell'ideologia nazista e della politica culturale del III Reich. Il libro propone, quindi, le linee di un generale ripensamento del ruolo che Wagner, anche tramite i suoi eredi, seguaci e ammiratori, ha avuto nella catastrofe culturale e politica tedesca ed europea tra Otto e Novecento, segnate dalla transizione dall'ideale di arte totale all'avvento dell'arte totalitaria. -
Il Comune come modo di produzione. Per una critica dell'economia politica dei beni comuni
Che cosa è il Comune? Quali sono i suoi fondamenti? Si tratta di un insieme di risorse ben delimitate - i cosiddetti beni comuni - o, invece, di un principio generale d'organizzazione sociale della produzione? La necessità di ripartire da tali interrogativi nasce dalla ricchezza, ma anche da una certa confusione, che caratterizza il dibattito sul Comune. Da un lato, nozioni come Comune al singolare, commons, beni comuni, proprietà comune, common-pool resources ecc., sono utilizzate talvolta come sinonimi, talvolta opposte le une alle altre, senza darne una definizione precisa. Dall'altro, si tende spesso a dimenticare come dietro l'uso di questi termini si celino approcci molto differenti, sia sul piano teorico, sia su quello del ruolo politico che il Comune potrebbe svolgere in un progetto di trasformazione sociale. Il proposito di questo saggio è di contribuire a fare chiarezza su tali questioni attraverso un approccio multidisciplinare che combina teoria e storia. L'obiettivo è duplice. Il primo è di fornire al lettore una guida per un'analisi critica delle principali teorie economiche e giuridiche dei beni comuni. Un'attenzione particolare sarà data agli apporti e ai limiti del contributo di Elinor Ostrom e al dibattito sulla cosiddetta tragedia dei beni comuni. Questa rassegna della letteratura ci permetterà anche di mostrare ciò che il Comune non è o, perlomeno, ciò a cui non deve essere ridotto. Il secondo obiettivo è di proporre un approccio alternativo a quello dell'economia politica. In questo quadro, il Comune è pensato come un vero e proprio ""modo di produzione""""."" -
Sfruttamento e resistenze. Migrazioni e agricoltura in Europa, Italia, Piana del Sole
Questo libro parla di lavoro e fatica, di vite alla ricerca di un futuro migliore: di vite e lavoro di persone che producono ciò che mangiamo. I processi di produzione del cibo sono sempre più nascosti da pubblicità, brand, marchi, racconti, che fanno dimenticare a che prezzo e dentro quali rapporti sociali i beni agricoli diventano disponibili. Questo ricerca mette al centro, invece, proprio il lavoro vivo nei campi, negli allevamenti, sotto le serre, guardando ai migranti, sempre più protagonisti a livello mondiale dell'industria agricola capitalistica, e a un insieme di territori, quelli del Sud Europa, del Mezzogiorno e dell'enclave della Piana del Sele, nella provincia di Salerno. È il lavoro, con le sue caratteristiche e modalità di svolgimento, a costituire il punto di vista privilegiato di questa ricerca. Il mondo dell'agricoltura viene osservato dal lato del lavoro vivo, concentrandosi sui rapporti sociali di produzione vigenti prima che tutto venga assorbito dal marketing e subordinato ai superprofitti delle grandi imprese internazionali e multinazionali finanziarizzate. Per questo motivo, la ricerca si è avvalsa soprattutto di interviste e colloqui con una molteplicità di lavoratrici e lavoratori, condividendo con loro ore e ore di vita quotidiana. È con questa densità - la densità della vita, dei progetti connessi alle migrazioni e dei rapporti di produzione fondati sullo sfruttamento - che la ricerca ha cercato di entrare in comunicazione, per restituire un quadro delle relazioni di potere che governano l'agricoltura capitalistica e delle strategie che i lavoratori mettono in atto per non farsi sopraffare e proteggere sé stessi, rivendicando diritti e dignità. -
Contro la frammentazione. Movimenti sociali e spazio della politica
Da oltre due decenni, i movimenti sociali, sorti ovunque nel mondo, stanno ridisegnando, con un'ampiezza e una forza che ha pochi precedenti, molte delle categorie tradizionali del conflitto politico. Il loro ruolo però si inserisce in un quadro molto più grande, in un profondo processo di mutamento della stessa presenza umana sul pianeta che comporta la fine della sovranità moderna e il pesante ridimensionamento delle forme della democrazia. I nuovi tipi di conflitto, soprattutto quelli ambientali, esprimono direttamente quel processo di cambiamento e concorrono a destrutturare un sistema sociale che affronta ormai una crisi irreversibile, dopo aver ridefinito l'intero sistema vivente. Uno dei risultati più evidenti è la progressiva nascita di un nuovo spazio della politica, che nei prossimi anni diventerà probabilmente il luogo privilegiato del confronto sulle possibilità di trasformazione. Una delle tesi di fondo di questo volume è che una parte consistente di ciò che potrà essere la nuova società globale si trova in quelle rivendicazioni che sono accomunate dall'opposizione ai processi di accumulazione, perché difendono biomi, culture, aree urbane dalla spoliazione ai fini di arricchimento e iniziano a rappresentare una possibilità alternativa che potrebbe essere costruita su un'etica politica del vivente.