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Roma, alla conquista del West. Dalla fornace al mattone finanziario
«Lo spazio occupato non è un recupero, ma il segno di una possibile nuova geografia della città. La resistenza, le forme di rifiuto nascono nello spazio dove si attestano le strutture del potere e dove la vita delle persone entra con queste in relazione. Le storie possono ricominciare con la comparsa di nuove forme di vita quotidiana che si ribellano all'ordine sociale che le vorrebbe indirizzare. Ritrovarsi in un nuovo modo di stare assieme e comportarsi vuol dire rimodulare l'ordine simbolico dello stare nella città che, riportando tutto alla soggettività del progetto, segrega ogni fatto, interrompe il racconto. Per continuare questo racconto, cercarne le fila prima ancora di vedere come tesserle, voltando le spalle al Gianicolo ci siamo spinti nell'ovest di Roma. Per andare a vedere la città che diventerà, facendo i conti con quello che c'è. Con i suoi uomini e con le sue donne. Con le loro esistenze legate in uno sciame poetico con l'abitare. Il libro è composto da capitoli suddivisi in due sezioni. Intrecciandosi tra loro pongono un doppio interrogativo: dobbiamo arrenderci a fronte di un mondo che riconosciamo come insensato? I sogni finiscono? Per noi il mondo insensato è la nostra città e i sogni sono le lotte e i progetti per cambiarlo. Mondo e progetti sono la nostra vita.» -
Il potere ai soviet. L'ombra dell'ottobre '17 e la democrazia diretta
Il 1917, la Rivoluzione sovietica: una pratica di democrazia radicale, diretta e consigliare, che si dà forma espressiva nei soviet. Dagli scioperi di Parigi ai sindacati operai americani, dalla rivoluzione messicana agli anarchici spagnoli, l'esperienza della democrazia espressa agli albori della rivoluzione è ciò che ne ha sancito anche il successo mondiale. Ed è proprio ciò che Lenin requisisce col partito bolscevico, trasformando queste istituzioni politiche in organi inerti. A prevalere saranno così lo Stato, il partito, l'organizzazione militare, la burocrazia e la disciplina, che nei socialismi realizzati annienteranno le forme di autogoverno degli albori della rivoluzione. Ripartire dall'esperienza dei soviet significa immaginare le forme presenti e a venire di una rivoluzione che ha anzitutto cercato un'emancipazione nella pratica della democrazia diretta, tornando a leggere quell'ombra dell'ottobre '17 per contrastare, oggi, le nostalgie reazionarie per Stato e nazione, populismi e forme autoritarie della politica. In questo senso, il fallimento dei comunismi va inteso come il collasso di un potere centralista, statalista, verticista che non smette di riproporsi nel pieno dei sistemi politici neoliberali. Oggi, «potere ai soviet» significa dunque immaginare le forme di autogoverno che animano le richieste di democrazia e partecipazione dei movimenti e delle pratiche del comune emerse negli ultimi decenni. -
Sul fronte del sisma. Un'inchiesta militante sul post-terremoto dell'Appennino centrale (2016-2017)
La serie di eventi sismici che dal 24 agosto 2016 ha colpito l'Appennino centrale, investendo quattro regioni, distruggendo migliaia di frazioni e lasciando decine di migliaia di persone senza casa, è uno dei disastri socio-naturali più significativi della storia recente d'Italia. Alla grave sequenza di scosse è succeduto il caos di un'emergenza che, tra risposte istituzionali equivoche e macerie immobili, ha lasciato segni indelebili sui territori colpiti. Le traiettorie degli sfollati si sono declinate a seconda delle rispettive capacità di accesso ai capitali relazionali, economici e culturali, mentre le aree colpite si sono trasformate in un campo di battaglia. Una battaglia combattuta a mezzo di ordinanze, installazioni temporanee, affitti e container. Una lotta per la sopravvivenza delle aree interne contro speculazione, abbandono e strategie di rilancio economico eterodirette. -
Il secondo avvento. Astrazione, apocalisse, comunismo
Qui si racconta l'attuale divenire del mondo secondo la metafora dell'apocalisse. La brutalità si è impadronita delle relazioni umane e il nazional-socialismo riemerge come forza egemonica all'orizzonte del secolo. Eppure... Eppure il capitalismo non è un dato naturale, ma la proiezione di un processo culturale. Non sappiamo immaginare il suo superamento solo perché la nostra immaginazione è intrappolata da una superstizione. Ma le condizioni del comunismo non si sono dissolte. Sono soltanto nascoste alla nostra visione. E l'apocalisse è il caos oltre il quale la visione si fa possibile. Il ripresentarsi di quella prospettiva lo chiamo qui: secondo avvento del comunismo. -
Alfabeta. Materiali. Almanacco 2019. Cronaca di un anno
Furio Colombo, ""L'accoglienza e il rigetto. Le immagini di Uliano Lucas""""; Vincenzo Ostuni, """"Poesia italiana. Una rassegna""""; Andrea Cortellessa, """"Narrativa. Una cosa impossibile""""; Valentina Valentini, """"Prospettiva teatro""""; Manuela Gandini, """"Arte. La sopraelevata spezzata""""; Mario Gamba, """"Cosa conta la musica oggi""""; Roberto Silvestri, """"Cinema. Avengers, ancora uno sforzo per essere rivoluzionario!""""; Lelio Demichelis, """"Sociologia. Populismo e bullismo come autobiografia del capitalismo (e della rete)""""; Andrea Fumagalli, """"Economia. Ricostruire il futuro dalle macerie della sinistra""""; Giorgio Mascitelli, """"Populismo. I vincitori parlano la lingua dei vinti""""; Letizia Paolozzi, """"Femminismo. Le donne prendono la parola; la censura mette a tacere""""; G.B. Zorzoli, """"Luci sulle scienze e ombre sulle tecnologie""""; Maria Teresa Carbone, """"Editoria senza lettori""""; Nanni Balestrini, """"Perché non ci fanno scendere? Racconto""""."" -
Salute, partecipazione, democrazia. Manifesto per un'autentica casa della salute
«Nato per creare valore nel confronto tra esperienze, il Gruppo interregionale aderente a ""Il Manifesto per un'autentica casa della salute"""" riflette da anni sulla sinergia potente tra salute e comunità. Al centro una salute che non è solo sanità, motore di una nuova identità comunitaria. La Casa della salute è uno strumento di coesione sociale e di benessere oltre le culture regionali, è una sperimentazione collettiva generata da operatori creativi che non temono il connubio tra necessità della cura e sostenibilità»."" -
I giardini di Betz. Ediz. critica
Diverse sono le ragioni che hanno spinto il curatore a tradurre due poemi di Giuseppe Antonio Giocchino Cerutti sui giardini. La prima ragione. I due poemi richiamano l'attenzione sul giardino come spazio del tempo e della pazienza: della cura, cioè, che ogni giardino richiede se non lo si vuole condannare alla distruzione e alla scomparsa, ma restituirlo allo stupore dello sguardo e al fremito del sentimento. Cerutti osserva che camminare in un giardino è come passeggiare nel tempo, che porta con sé uomini e cose, idee e bellezza. È filosofare «sulla instabilità dell'architettura e dell'umanità», «sulle rovine del mondo e della razza umana». È comprendere che «ogni piacere porta in sé il lutto». È vedere (per un istante, fermo negli occhi e nella mente) ciò che è prossimo a trascorrere, e che, proprio per questa sua caducità, merita attenzione e premura. La seconda ragione. Quelli di Cerutti sono due poemi che pensano al giardino come a un meta-spazio che rende possibile réver, termine considerevolmente polisemico. -
L' utopia possibile. Appunti libertari
Un'appassionata rivisitazione delle esperienze di democrazia consiliare, sia storiche (dalla Comune di Parigi del 1871 all'esperienza anarchica in Spagna del 1936-38) che recenti (il World Social Forum, Occupy Wall Street, gli Indignados). Ma anche una puntuale analisi sugli spazi di dibattito e autogoverno assembleare, sulle azioni di resistenza e solidarietà nella lotta contro ogni criminalizzazione dei processi migratori, delle Ong, dell'intellettualità critica. Per l'autore - contro i pochissimi che detengono la gran parte della ricchezza del pianeta, e il potere di determinare il suo destino - un'altra democrazia è concretamente possibile a partire da una gestione collettiva delle risorse pubbliche, dalla fuoriuscita dalle politiche incensate di austerity, dalla riconquista di una decisionalità estranea al potente circuito corrotto e corrompente degli interessi delle banche e delle finanziarie multinazionali. Per rilanciare un piano di massicci investimenti pubblici. Per una convinta ripresa di programmazione di un nuovo welfare. -
Non si ruba sul latte versato. Sullo sciopero dei pastori sardi
Sardegna, febbraio 2019: inizia uno sciopero durissimo dei pastori isolani che non conferiscono più il latte ovino da loro munto agli industriali, i «trasformatori» che detengono il monopolio del mercato caseario. I pastori chiedono che il loro latte venga pagato almeno 1 euro a litro, cioè almeno quanto costa produrlo. È uno sciopero durissimo, il più violento nella storia delle lotte dei pastori sardi. Nasce spontaneo, rompe con le vecchie rappresentanze sindacali, attacca direttamente gli interessi dei padroni, coinvolge intere comunità. Per più di un mese i caseifici dell'isola sono presidiati; ai porti i pastori perquisiscono i camion; ogni strada della Sardegna è battuta dagli allevatori a caccia di autocisterne del latte da assaltare. Questo libro analizza un grande conflitto, e prova a raccontarlo con le parole di chi è stato protagonista ponendo alcuni quesiti fondamentali: c'è stato uno scontro di classe in Sardegna? E se di questo si tratta, quale significato assume nel contesto politico e sociale che stiamo vivendo? Gli autori di questo libro sono militanti di base che partecipano in varie forme al progetto di InfoAut, portale di comunicazione antagonista. -
Oltre Heidegger. Percorsi tra fenomenologia materiale e idealismo
"Oltre Heidegger"""" non è un'illustrazione storica delle posizioni filosofiche attuali, o del recente passato, di altri pensatori che, dopo Heidegger, hanno trattato la questione dell'essere nell'epoca della """"fine della metafisica"""". Si tratta piuttosto di raccogliere l'eredità dell'ontologia fenomenologica per condurla fuori da quell'impostazione che ad Heidegger è debitrice. Spunto per questa lettura è la fenomenologia materiale di Michel Henry. Dispiegata attraverso il confronto con la fenomenologia di Hegel e la """"filosofia berlinese"""" di Fichte, essa costituisce tuttavia solo il primo riferimento per mezzo del quale interrogare e spingere più a fondo il problema dell'""""autonomia dell'essere"""" e del suo concreto """"agire"""": del suo destinarsi nella storicità della prassi. Sotto questo profilo, le difficoltà e le aporie della filosofia di Henry risultano ben più significative della compiutezza del suo pensiero, per pensare oltre Heidegger la soglia di quest'incontro tra fenomenologia e idealismo." -
Critica della ragione razzista
Si fa di tutto per non vedere e non capire che le manifestazioni di intolleranza che accompagnano le migrazioni dall'est europeo e dal sud del Mediterraneo non sono reazioni accidentali; che le eruzioni antisemite - le profanazioni, gli insulti, le intimidazioni, le aggressioni - sono sintomi di una patologia profonda, cronica e grave: segni di una malattia congenita della modernità che va correttamente diagnosticata e ricondotta alla sua genesi. Del razzismo, in quanto figli della modernità, siamo tutti in qualche modo eredi e partecipi e non possiamo chiamarci fuori dalla sua storia solo perché proviamo nei suoi confronti ripugnanza. Né possiamo illuderci che sarà facile liberarcene. Il razzismo risponde a un bisogno etico radicato nella coscienza moderna: sbarazzarsene non è soltanto questione di buon senso o di buona volontà. -
Marx e il conflitto. Critica politica e pensiero della rivoluzione
«Questo residuo del vecchio mondo, la regolazione dello scambio delle merci sulla base dell'eguaglianza del lavoro impiegato a produrle, resta ""nell'angusto orizzonte giuridico borghese"""", e dovrà essere superato nella fase compiutamente comunista della società, quando, accanto all'estinzione dello Stato, saranno """"cresciute le forze produttive e tutte le sorgenti delle ricchezze sociali"""" potranno «scorrere in tutta la loro pienezza». Solo allora la rivoluzione avrà fatto il suo corso. Ciascuno non avrà secondo quanto avrà prodotto: motto dell'umanità sociale sarà """"a ciascuno secondo i suoi bisogni, ciascuno secondo le sue possibilità""""»."" -
Oltre le bande. Saggi sulle culture giovanili
Questo libro raccoglie cinque saggi sulle culture giovanili scritti negli ultimi trent'anni. Dalle «tribù urbane» nella Spagna degli anni Ottanta alle «bande transnazionali» degli anni Duemilaventi, passando per i chavos banda nel Messico e le «bande latine» a Barcellona, il testo fornisce indizi teorici, percorsi metodologici ed esperienze etnografiche per ripensare le culture giovanili contemporanee. In un momento in cui i membri delle bande, soprattutto se giovani e migranti, emergono come il capro espiatorio di molti problemi politici e sociali, lo sguardo antropologico ci permette di leggere questo fenomeno senza pregiudizi e con empatia, favorendo politiche più inclusive in grado di rendere i protagonisti del problema parte della soluzione. -
Ero straniero. Seminare accoglienza, raccogliere futuro
L'immigrazione è la questione sociale che, negli ultimi anni, è emersa con sempre maggiore urgenza nella nostra società. Affrontarla come fenomeno strutturale e non come emergenza o fattore di pericolo offre un'occasione per ripensare ai diritti e alla dignità delle persone, per incidere sulla qualità della vita di tutti e per creare un tessuto sociale nel suo complesso più coeso. «L'accoglienza è un seme di coesione sociale» - si scrive in questo libro, riconoscendo che il valore della solidarietà e dell'inclusione vanno a beneficio non solo dei diretti interessati, ma dell'intera comunità. Le voci raccolte in questo libro, Ero straniera Seminare accoglienza, raccogliere futuro, ci invitano a ricostruire, da angolazioni diverse, il tema dell'immigrazione nella sua complessità. Una lettura che, attraverso autorevoli contributi, aiuta ad acquisire una consapevolezza critica e si propone come strumento per far fronte a una delle sfide più urgenti a cui oggi siamo chiamati a rispondere. -
Bestiario umano. Storie sugli esseri viventi
I bestiari sono dei testi che descrivono animali reali e immaginari, arricchiti spesso da elaborate illustrazioni. Appartengono a un genere molto diffuso nel passato, soprattutto nel Medioevo, che aveva prevalentemente la finalità di celebrare l'onnipotenza di Dio, valorizzando la varietà e la molteplicità dei frutti della sua creazione. Avevano talvolta anche una finalità didattica e usavano gli animali come allegorie per impartire agli uomini lezioni di comportamento. I tre contributi su uomini e animali raccolti in questo libro - le storie di Luigi Ananìa, le illustrazioni di Hitnes, i saggi di Nicola Boccianti - hanno più semplicemente lo scopo di fornire qualche elemento per riflettere su quel dato condiviso dagli uni e dagli altri chiamato realtà. Attraverso la poetica, l'immaginazione e l'analisi scaturite da questo testo i confini di questo dato più o meno comune tra uomini e bestie risulterà meno scontato di quanto si pensi. -
Saggio sulla natura campestre
Il ""Saggio sulla natura campestre"""", poema del 1787 di Claude-François-Adrien de Lezay- Marnésia, è un'opera che tiene insieme la descrittività del saggio e la liricità della poesia. È un trattato di «geografia morale» e un resoconto delle trasformazioni delle forme storiche del giardino. I principi estetici dell'arte dei giardini assumono in Lezay-Marnésia anche un significativo valore etico. Creare giardini permette, infatti, non solo di guidare «le anime vive e sensibili» alla «realtà del bello ideale», ma anche di migliorare l'agricoltura e le condizioni di vita dei contadini che della terra vivono. Dall'arte dei giardini all'utopia, dall'«organizzazione dello spazio naturale» al «sogno di trasformare l'organizzazione dello spazio sociale»: è questo l'itinerario estetico e politico disegnato da Lezay-Marnésia."" -
L' emancipazione a venire. Dopo la fine della storia
È possibile scandire il periodo succesivo alla fine della Seconda guerra mondiale a oggi in tre grandi momenti: i «trent'anni gloriosi» (dal 1945 al 1975); i «trent'anni ingloriosi» della globalizzazione finanziaria e informatica, nonché dell'egemonia mondiale incontrastata dell'ideologia americana neoliberale e democratica (tra gli anni Ottanta del secolo scorso e il primo decennio del secolo in corso); infine, l'epoca del sovranismo, più recentemente rivendicato dalle maggiori potenze mondiali (Usa, Cina, Russia, Turchia, Brasile, Ue e così via). Tre epoche che descrivono un unico ciclo: quello dell'ascesa, poi del declino, infine della scomparsa dall'agenda di tutti governi mondiali del principio universalistico della giustizia sociale. Obiettivo principale di questo libro è provare a riaprire la discussione su come sia possibile ripensare un nuovo internazionalismo proletario, interloquendo con i migranti e con gli ovunque crescenti cittadini declassati. -
La mia prima bicicletta
Vi ricordate la vostra prima bicicletta? Il modello o il colore? Le rotelline e il rumore che facevano quando pedalavate, poi la paura di cadere, la mano di mamma, papà o di un fratello che vi aiutava, la conquista dell'equilibrio, l'aria fra i capelli, la velocità... Tutti hanno la loro prima bicicletta o, se non la prima, una bicicletta cara da ricordare, un frammento di memoria dolce e intenso da rievocare ancora una volta. Un po' come il primo giorno di scuola, il primo bacio, anche la prima bicicletta è una di quelle ""prime volte"""" che segnano uno dei momenti chiave legati alla faticosa conquista dell'indipendenza e della libertà."" -
Francia in bicicletta
Tra voies vertes, strade asfaltate chiuse al traffico motorizzato, e pistes cyclables vere e proprie, i francesi stanno dotando il loro Paese di infrastrutture notevoli per chi va in bicicletta. Un esempio su tutti ""La Loire à vélo"""", la ciclabile della Loira lunga ben 800 chilometri. Partendo da Parigi la guida, come in un'ideale grande randonnée, percorre la Francia da sud a nord, scoprendo gli itinerari ciclabili lungo il Canal du Midi, il tour della Borgogna e le viuzze della Provenza, e ancora la Via Turonensis del pellegrinaggio di Santiago fino al tratto alsaziano della ciclovia del Reno, dove Francia e Germania si osservano dalle sponde opposte del grande fiume."" -
Milano e suoi parchi in bicicletta
Nell'area del Milanese, che in questa guida comprende anche parte del nuovo territorio della provincia di Monza e Brianza, esistono sei parchi regionali, quattordici parchi locali e diversi altri proposti o in via d'istituzione. Con questo volume, completo di pratiche cartine, si potranno scoprire in bicicletta l'incanto di un sobborgo come Buccinasco Castello, le marcite della Cascina Femegro, lo scorrere veloce delle rogge nel Parco rhodense dei Fontanili, le ville del Castellazzo di Rho e di Bollate, di Trenzanesio, di Lainate con i loro giardini, l'immenso Parco di Monza, il tocco anglosassone del Bosco in Città e le visioni acquatiche del Parco delle Cave a Baggio, le geometrie del Parco Nord, la tranquillità del Canale Villoresi e poi ancora curiosità e notizie sulla storia del territorio. Una Milano ritrovata per pedalare nella natura a due passi dalla città e immergersi nel paesaggio agrario lombardo che ancora resiste all'avanzata della metropoli.