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Una vita in cooperazione. Una guida al tempo e al lavoro ritrovato
Medici, psicologi, cuochi, preparatori sportivi, educatori, animatori sono alcune delle nuove figure professionali che, accanto a agricoltori, agronomi, veterinari e altre consuete figure del mondo agrario costituiscono la grande ""galassia"""" del nuovo universo dell'agricoltura italiana. Le profonde modificazioni normative apportate negli ultimi anni dall'UE al settore agricolo stanno determinando cambiamenti strutturali che consentono di ripensare la """"terra"""" come un luogo in cui tornare a piantare le radici della propria esistenza e del proprio lavoro. Per questo è stata ideata una """"guida"""" di rapida consultazione, in grado di fornire informazioni utili per imparare a costituire una cooperativa, trovare la terra, reperire i contributi e individuare le istituzioni a cui rivolgersi. Un'appendice telematica, ricca di formulari, modelli e una rassegna delle principali normative, gratuitamente consultabile sul sito della casa editrice, facilita i lettori a risolvere problemi e dubbi."" -
Determinazioni della «modernità» nel pensiero di Agnes Heller
La fascinazione per il concetto di modernità permea insieme la vicenda umana ed intellettuale di Agnes Heller. A partire da questa premessa, vengono colti qui i principali snodi di un pensiero che si sottrae allo stereotipo riduttivo della formazione e della militanza politica, per privilegiare il confronto aperto, squisitamente filosofico-pratico, con le antinomie sottese al nostro tempo. La riflessione di Heller emerge nella sua freschezza inimitabile, nella misura in cui, per quanto malfermo possa apparire il piano e precari siano gli approdi, è questo lo sfondo su cui si staglia il ""modo"""" plausibile di vita di un particolare soggetto di responsabilità - la """"persona buona"""" - alla cui pervicace e al contempo disarmante determinazione è demandato il compito di occupare gli interstizi morali che ancora si rintracciano nella modernità."" -
Fra Gerusalemme e Tebe. L'ebraismo utopico di Else Lasker-Schüler. Ediz. italiana e tedesca
"Nata a Elberfeld lungo la Wupper, idealmente in cielo, governo la città di Tebe e sono il suo principe Jussuf. Non ho né diciassette né settanta anni, non ho orologi e non ho tempo. I miei libri se ne vanno in giro da soli e una volta o l'altra annegheranno in mare. Denaro ne ho a volte tanto, a volte per nulla. Prima capitava che non ci credessi, ora invece lo so: sono Else Lasker-Schüler - purtroppo"""". Combinando la riflessione saggistica con la traduzione di un'ampia scelta di versi, il volume ripercorre l'itinerario creativo di una delle voci più intense della tradizione ebraico-tedesca del Novecento, dotata di un suo timbro originale """"come pochi da Goethe in giù""""." -
Giovanni Palatucci un giusto e un martire cristiano
"Nel mare magnum della Shoàh - espressione radicale e immedicabile, lato sinistro e notturno del 'secolo degli orrori', con la sua indiscernibilità e misteriosità imperscrutabili - il giovane questore reggente di Fiume ancora italiana, dottor Giovanni Palatucci, dopo aver sistematicamente e ininterrottamente soccorso perseguitati di ogni genere, in primis ebrei, per almeno sette anni, dalla promulgazione delle nefande leggi razziali del 1938 fino al suo arresto il 13 settembre 1944, sottraendone almeno 5000 ai rastrellamenti dei nazisti, com'è comprovato da testimonianze univoche e incontrovertibili, il 10 febbraio 1945 veniva falcidiato nel lager di Dachau, ove era stato ristretto circa tre mesi prima, da un'infezione di tifo petecchiale, o direttamente ucciso con una iniezione letale, come testimonia Giuseppe Gregorio Gregori, compagno di baracca di Giovanni nei suoi ultimi cento giorni di vita""""." -
Ricrodi di Schopenhauer privato
Schopenhauer amico dei bambini! Chi l'avrebbe detto? Giovanissimo, nel 1813, scrisse: ""È giusto ma duro che, per aver gridato noi un paio d'anni, dobbiamo sentire gridare bambini per tutta la vita"""". Eppure sappiamo che nel suo ultimo anno di vita ebbe affezioni quasi paterne per Julius Frank, un bambino di otto anni, che Schopenhauer aveva salvato dall'annegamento: a lui regalò anche un proprio ritratto. Da questi ricordi di Lucia Franz, scritti cinquant'anni dopo la morte di Schopenhauer, lo stereotipo del filosofo bizzarro, scontroso, misantropo esce alquanto modificato: con la piccola Lucia e l'amatissimo cane Atma, il vecchio Arthur gioca come un nonno qualsiasi. Quando la Franz descrive Schopenhauer che lancia in alto le salsicce perché Atma le prenda al volo, non possiamo fare a meno di sorridere e di pensare che il filosofo che aveva definito la maggior parte degli uomini merce di fabbrica della natura è ricordato con affetto da uno di quei bambini divenuti adulti."" -
Madunina di Milano. La copia al vero del simbolo ambrosiano. Tradizione e innovazione nel cantiere dell'arte
Il volume espone alcuni dei risultati conseguiti durante il lavoro di ricerca scientifica allestita in collaborazione tra la Fonderia Nolana Del Giudice e il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale ""Luigi Vanvitelli"""" della Seconda Università degli Studi di Napoli, d'intesa con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano nell'opera di riproduzione della Copia a vero della statua della Madonnina sulla guglia più alta del Duomo di Milano, offerta dalla Fonderia Nolana Del Giudice alla Veneranda Fabbrica per il Progetto 'La Protezione' che l'autorevole Istituzione lombarda ha promosso con il cadere di Expo 2015, sotto la Direzione Scientifica del prof. arch. Saverio Carillo. L'iniziativa di studio si inserisce nell'ambito delle attività di ricerca svolta da un gruppo di docenti della Seconda Università di Napoli (Saverio Carillo, Danila Jacazzi, Pasquale Argenziano, Maria Carolina Campone, Pasquale Petillo, Riccardo Serraglio) sui temi di una maggiore attenzione alle potenzialità di sviluppo delle attività connesse alla conoscenza e ad una fruizione appropriata dei Beni Culturali."" -
Regards sur la Hollande du siècle d'or
Alcuni dei saggi che Paul Dibon ha voluto riunire in questo volume sono già noti a una cerchia ristretta di specialisti; altri, non meno ricchi d'intuizione e dottrina, concorrono qui per la prima volta a formare con quelli un originale disegno. Ispirati al magistero ideale di Johan Huizinga, scritti nuovi ed antichi si configurano come altrettanti episodi d'autonoma forza interpretativa: ""sguardi"""", talora prolungati e talora insistenti, rivolti dall'autore alla cultura olandese del Seicento. Scorci prospettici che danno rilievo, da angolature diverse, a un tratto fondamentale: la giovane Repubblica delle Province Unite come crocevia della vita intellettuale e spirituale europea nel secolo XVII. L'Olanda, grazie alle sue figure di filologi e storici, di filosofi e teologi, di editori e scienziati di medici e giuristi, fu in Europa il luogo privilegiato della ricezione e della trasmissione delle idee."" -
Rationalisme analogique et humanisme théologique. La culture de Thomas de Vico «Il Gaetano»
L'attuale rinnovamento degli studi di filosofia scolastica non può essere confuso con un nuovo scatto d'ambizione della neo-scolastica. Nel presente volume, dedicato a uno dei più grandi interpreti di Tommaso d'Aquino, Tommaso de Vio, il Gaetano (1469-1534), si è tentato di riflettere le diverse tendenze delle ricerche in questo campo, situato tra la storia della filosofia medievale e l'analisi dei sistemi del pensiero classico. Architettonica della metafisica, logica dell'analogia, ritorno ad Aristotele, umanesimo teologico, reazione romana alla crisi luterana costituiscono i passaggi essenziali di questo percorso. Al di là di queste nuove prospettive storiche, l'opera affronta questioni che sono ancora fra quelle del nostro tempo: che cos'è l'esegesi, che cos'è il magistero della Chiesa, come si costituisce l'ortodossia, qual è la validità razionale che si annette all'esposizione logica di una rivelazione religiosa, e quale ne può essere il significato spirituale? La fondazione teologico-politica della nostra cultura si chiarisce alla luce di questa sapienza che è fatta al tempo stesso di ragione e di autorità. -
L' età del Risorgimento italiano
Apparso, in prima redazione nel 1925 col titolo ""Età moderna e contemporanea"""", questo libro rappresenta l'inizio, per Omodeo, di quella fase di approfondimento dei grandi temi della Rivoluzione, dell'epopea napoleonica, dei moti risorgimentali in Italia e in Europa. Fu la suggestione che sempre più vivamente esercitavano sull'autore """"le primavere storiche, le grandi età creative"""", nonché l'esperienza da lui vissuta nella prima guerra mondiale a creare le premesse perché lo studio del Risorgimento italiano significasse """"dominare col pensiero anche il momento presente""""."" -
Discorsi sull'Europa (1982-1995)
"Io mi permetterò due raccomandazioni. La prima: non separate mai la libertà e l'uguaglianza. Sono ideali difficili da realizzare, ma stanno a fondamento di ogni democrazia. La seconda non scindete mai la grandezza della Francia dalla costruzione dell'Europa. È la nostra nuova dimensione, la nostra ambizione per il secolo che va ad iniziare. Per l'Europa, due scadenze ci attendono: anzitutto l'attuazione del trattato sull'Unione europea. Poi l'allargamento dell'Unione all'insieme delle democrazie europee. Quanta energia ed entusiasmo sarà indispensabile se si vuol mandare ad effetto questa impresa così coraggiosa! Allargare l'Europa, sì, ma senza indebolirla. Voi lo vedete, abbiamo lavoro per gli anni a venire.""""" -
Dante vivo
Pochi anni dopo la firma dei Patti Lateranensi, il convertito Papini dà alle stampe un libro sul più illustre dei fiorentini, ""più moderno di tanti moderni, più vivo di tanti morti che si credon vivi"""". A settecento anni dalla morte, Papini trova che le aspirazioni e le speranze di Dante sono le medesime dei cattolici moderni del ventesimo secolo: una Chiesa non implicata nella politica e negli affari, ma impegnata ad insegnare """"agli uomini ad essere perfetti sì da meritare la pace sulla terra e la beatitudine in cielo"""". Chiesa e Impero debbono cooperare per """"il trionfo della pace"""". Negli anni in cui Papini scrive il secondo conflitto mondiale non era all'orizzonte, ma il timore per la pace in bilico era di certo sentito. Ai suoi occhi di convertito ed ex interventista la pace può essere garantita soltanto dalla restaurazione di un Impero, non nel senso dantesco, ma nel senso di un """"organismo molteplice, retto da una legge unica, da una medesima autorità"""": tale impero dovrebbe mettere fine alle mai sopite rivalità fra gli stati. Nel 1933 Papini, sulle orme del suo grande concittadino eletto a guida spiritale del proprio secolo, auspica l'unità politica almeno dell'Europa. Quattro anni dopo, nel 1937, si farà promotore in un celebre discorso per l'appunto di un'Europa unita."" -
Partenope o l'avventura a Napoli
Felix Hartlaub (Mannheim 1913-Berlino 1945) sceglie di raccontare non le audacie di uno scugnizzo o gli astratti furori di uno studioso, ma l'ambigua avventura di un tenente francese che, nei mesi della Rivoluzione del 1799, incontra al San Carlo una giovane napoletana. ""Partenope o l'avventura a Napoli"""", portata a termine nel maggio 1934 e pubblicata solo nel 1951, è l'unica novella di uno scrittore a cui il destino della Germania non ha permesso di continuare ad esserlo, ma che è considerato forse il più grande ingegno letterario della generazione dei """"sommersi"""" dall'uragano della guerra. La sua prosa, nella tradizione della novella romantica, rifiuta ogni colore sentimentale e si serra nella scabra superficie oscurata da inquietudini e presagi come nei racconti di Hermann Broch e Robert Musil. In Italia sono state tradotte le sue note di diario """"Nell'occhio del tifone"""" (Milano, 1961), i disperati frammenti che il semplice caporale, cronista al Quartier Generale di Hitler, sparito nella Berlino del 1945, scriveva sui fogli di ufficio, documenti tra i più lucidamente sovversivi sul terrore e la miseria del Terzo Reich."" -
In partibus clius. Scritti in onore di Giovanni Pugliese Carratelli
Nella certezza della fondamentale unità del sapere, Giovanni Pugliese Carratelli dà luminosa testimonianza dell'attualità e del vigore del canone storico ispirato alle conquiste intellettuali della grecità e al loro singolare potere di penetrazione e di magistero, dal mondo classico e orientale all'Europa del Medioevo e del Rinascimento alla cultura dell'età moderna e contemporanea. Questo volume rappresenta, nella scelta dei temi e nell'ideale vincolo di continuità, l'affettuoso omaggio d'un gruppo di più giovani amici ed allievi che da lui e dai suoi scritti hanno avuto, in tempi e luoghi diversi (tra Napoli e Roma, Pisa e Venezia), lume e incoraggiamento esemplari. E desiderano esprimergli gratitudine per il vivo sentimento di amicizia che egli ha saputo suscitare in quanti lo hanno incontrato, non meno che per la straordinaria novità ed eleganza dell'opera sua di studioso e maestro ""nei giardini di Clio"""", la musa della Storia."" -
Il Risorgimento filosofico nel Quattrocento (rist. anast. 1885)
La ristampa anastatica del Risorgimento filosofico nel Quattrocento di Fiorentino, con l'analisi del materiale manoscritto che accompagna il testo compiuto da Fabiana Cacciapuoti, non solo permette di ritrovare un testo raro, ma soprattutto offre materiale e motivi di riflessione su quello che è un nodo centrale delle origini del Rinascimento e della 'circolazione' spaventiana della filosofia italiana. Il testo ripercorre i Concili (Costanza, Basilea, Ferrara-Firenze) mostrando il fiorire della tematica etico-politica dell'Umanesimo, per abbracciare la pax fidei cusaniana, la prisca teologia e l'ermetismo del Ficino platonico, il sogno della 'concordia' e l'eredità 'cabalistica' di Pico della Mirandola, fino a Egidio da Viterbo e i Pontaniani di Napoli. ""Nel nostro Risorgimento - scrive Fiorentino - l'esordire specialmente, si può dire Risorgimento europeo: perché tutte le direzioni s'incrociano in Italia [...] La coltura greca torna in Italia, e la coltura germanica ci viene per la prima volta: qui sorge una nuova forma di civiltà, e quindi di filosofia""""."" -
Onofrio Tataranni. Teologo della rivoluzione napoletana del 1799
Le Logge napoletane, cui erano affiliati molti di quelli che saranno i protagonisti del '99, erano il centro di diffusione degli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza universale che erano alla base dei principi rivoluzionari del tempo e che minavano alle fondamenta il potere regale basato sul diritto divino. A questi ideali aderisce, in maniera più o meno palese, anche parte del clero, soprattutto quei religiosi che nella Capitale avevano frequentazioni con gli ambienti intellettuali da tempo legati a scambi culturali con i savants francesi e con la miglior cultura illuminista europea. -
Il patriota e il «vaudeville». Teatro, pubblico e potere nella Parigi della Rivoluzione
Il libro affronta un settore fondamentale della produzione culturale nella Francia rivoluzionaria: il teatro. I dati disponibili vanno utilizzati tutti insieme per giungere a un quadro storico complessivo non inficiato da pregiudizî, e perciò anacronistico, della vita teatrale e dei problemi politici, sociali, economici, culturali, umani ad essa connessi. Ne segue la necessità di conoscere in tutte le sue articolazioni il dibattito sulla funzione del teatro che si è svolto nei decenni precedenti la rivoluzione. Questa conoscenza permette di mettere a fuoco e valutare in maniera adeguata il modo in cui durante la rivoluzione vennero affrontati i problemi dell'emancipazione civile degli attori e delle attrici, del rinnovamento della vita teatrale, della censura. -
Memorie
Fu Benedetto Croce, nel centenario della Repubblica napoletana, a richiamare l'attenzione su Giuseppe De Lorenzo, pubblicando nel 1899, con tagli e omissioni, la prima parte delle sue Memorie, rimaste fino a quel momento inedite, e augurandosi ""prossima la pubblicazione"""" anche della seconda parte. Sono passati altri cento anni e quell'auspicio viene ora finalmente realizzato con questa edizione integrale curata da Paola Russo. Colpisce in questo testo, rispetto ad altra memorialistica coeva, la pacatezza del racconto, [...] ma è soprattutto sulla reazione popolare seguita al 13 giugno 1799 che le pagine di Giuseppe De Lorenzo sono suggestive e illuminanti. Si tratta di pagine di grande umanità, in cui descrive le esitazioni sue e dei suoi compagni sul da farsi, gli espedienti messi in atto, e poi i saccheggi, le grida, la paura, le delazioni, lo spirito di rivalsa ma anche i piccoli tratti di generosità."" -
Histoire de la Révolution de Naples (rist. anast. 1807)
Alla fine del 1807, Bertrand Barère de Vieuzac (1755-1841) pubblica a Parigi l'Histoire de la Révolution de Naples, traduzione francese della seconda edizione del Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli di Vincenzo Cuoco apparsa a Milano nel 1806. L'amore per la lingua italiana, la condizione del proscritto, la difesa del ruolo pedagogico e politico della scrittura, il bisogno di riflettere sulle cause e sugli effetti della rivoluzione per poterne realizzare gli obiettivi incompiuti, un patriottismo inteso come amore della libertà e del bene pubblico: queste alcune delle ragioni che spinsero Barère a tradurre il saggio di Cuoco, consegnandolo alla cultura francese ed europea. -
Il «pubblico convocio». Stato e cittadini nella Repubblica napoletana del 1799
Nella prima quindicina di marzo del 1799, il Governo provvisorio napoletano emanava il seguente comunicato: ""il pubblico convocìo avendo avvertito il governo che la sua buona fede era stata sorpresa nella distribuzione degli impieghi [...] è venuto a creare una commissione [...] per la deposizione di tutti gli indebitamente intrusi ed il severo scrutinio di chiunque debba ammettersi in seguito"""". La situazione che emerge da questo comunicato è unica (a quel che mi risulta) nel variegato mondo delle repubbliche cosiddette giacobine: da essa si ricava che i cittadini napoletani anziché sudditi abulici, come sotto la Monarchia, erano i partecipi solerti della attività del governo che ascoltava e faceva propri i loro suggerimenti. Si è detto e ripetuto più volte che la Repubblica napoletana è una repubblica di élite che un gruppo di astratti filosofi aveva creato."" -
Repubblica e controrivoluzione. Il 1799 nella Calabria cosentina
Il lavoro di Addante riapre con coraggio e determinazione il dossier della Calabria del 1799, sia pure in riferimento alla sola Calabria cosentina, interrogando le fonti per rispondere a questioni cruciali non per la sola Calabria ma per l'intera vicenda della Repubblica napoletana. Molti spunti importanti si potrebbero segnalare di questo lavoro, accolto in questa collana anche per i vari significativi richiami agli argomenti che vi si dipanano da un volume all'altro: dal rapporto fra politica e immagini etnotipiche al tema del linguaggio e della comunicazione; dalla plurisecolare riflessione sulla resistenza al tiranno che irrompe e riesplode nella temperie rivoluzionaria del 1799 a quello delle relazioni fra Italia e Francia: fino alle più generali questioni della lotta politica nella Repubblica napoletana, nell'indissolubile confronto tra rivoluzione e antirivoluzione, repubblicanesimo e insorgenze antirepubblicane.