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Depressione post-partum. Una questione di famiglia
Il libro propone un nuovo inquadramento diagnostico della Depressione post-partum promuovendo uno sguardo clinico che abbandona l'epistemologia positivista orientandosi verso l'epistemologia della complessità che considera l'essere umano come un sistema auto-eco-organizzato che interagisce attivamente con l'ambiente in cui vive. Pertanto la depressione post-partum non è riconducibile al mondo intrapsichico della donna, così come non è assimilabile in modo assoluto al contesto circostante; è l'espressione di queste due esperienze. Da qui è nata l'esigenza di ripensare l'intervento terapeutico, introducendo la tecnica del video-intervento, quale strumento di osservazione dell'interazione triadica in atto. Il video dona la possibilità di auto-osservarsi nell'interazione con l'altro, per riflettere non in corrispondenza a una propria ricostruzione narrativa degli eventi, quanto sulle informazioni tratte dalla visione diretta della registrazione del proprio comportamento e dell'effetto che questo ha sul comportamento altrui e viceversa. Non possiamo pensare di comprendere il post-partum, scomponendo la triade nei suoi ""elementi costitutivi"""", perché il """"sistema famiglia"""" non è riconducibile a una delle singole parti che lo compongono, bensì è frutto dell'intreccio di chi abita quel legame. Solo così può essere colto il significato della sofferenza quale passaggio da un livello di coerenza ad un altro. Famiglia è tessere la propria presenza con quella dell'altro, in uno scambio tri-direzionale volto alla co-costruzione del proprio esserci. Se perdessimo di vista questo, non riusciremmo a comprendere la sofferenza quale espressione di cambiamento."" -
L' attesa: un percorso trasformativo per la salute. Incoraggiamo nuovi modi di utilizzare e prendersi cura del tempo e dello spazio di attesa
C'è un luogo unico all'interno dell'ospedale che prende il nome non da una categoria medica ma dal tempo che in esso si vive: è la sala d'attesa, denominatore comune di tutti i reparti e di tutti gli ospedali, nodo di passaggio di ciascuna cura a volte trascurato. Situazioni di attesa accompagnano e scandiscono la nostra vita quotidiana, tempi sospesi proiettati verso il futuro prossimo, dimora di emozioni diverse. Ma che tempo è il tempo dell'attesa in ospedale e che tempo può diventare? Se l'anticipazione di eventi temuti e l'ansia di raggiungere risultati sperati possono rendere non attraversabile lo spazio del limbo, è importante ridefinire l'attesa come attività, processo di cambiamento, come quel raro momento in cui è possibile fare esperienza della sorpresa e del nuovo, in cui tollerato il disagio del non-ancora si accede alla scoperta dell'inatteso. È possibile abitare l'attesa? Rendere il tempo di transito un'articolazione del presente in cui prendersi cura del futuro? Cos'è la cura se non il processo trasformativo in attesa e teso alla guarigione? È pensabile un terreno d'incontro tra l'ansia anticipatoria del paziente sofferente e il ritardo difensivo dell'istituzione di cura? Attraverso il dialogo tra pazienti, familiari, medici, psicologi, operatori sanitari e volontari dell'ospedale Fatebenefratelli di Roma coinvolti nel progetto ""sala d'attesa sala in-attesa"""", questo libro esplora lo spazio e il tempo di attesa in ospedale per aprire nuove possibilità di cura. Un lavoro di ricerca condivisa per lasciarsi spaesare alla scoperta di nuovi significati e incontrare una realtà che non sempre è quella attesa."" -
Il romanzo familiare di Freud
"All'inizio dell'estate del 1872 il giovane Sigismund (all'epoca era ancora questo il suo nome) aveva appena compiuto 16 anni ed era un brillante studente liceale, ammirato da tutta la sua famiglia. Perché potesse fare una breve vacanza, lui che raramente ne faceva, si decise che Sigi Freud si recasse a Freiberg, la cittadina dove egli era nato, accettando così l'amichevole invito della famiglia Fluss..."""". Potrebbe essere questo il promettente incipit di un letterario romanzo dell'800 se, realisticamente, la cronaca e l'ambientazione non facessero parte di alcuni personali capitoli del romanzo familiare di Freud. Il 1872 era stato un anno cruciale per Sig(is)mund Freud, per il suo destino personale e per quelli che saranno i suoi indirizzi speculativi e le scelte professionali; dobbiamo risalire a quell'anno se vogliamo comprendere le originali motivazioni che hanno alimentato il suo genio. Capiremo meglio ciò che lo spinse a studiare la natura profonda degli esseri umani, avendo intuito la natura complessa delle relazioni familiari. In questo libro la psicoanalista Gabrielle Rubin ha raccolto e analizzato - con rigoroso metodo freudiano - tutti gli elementi disponibili, sparsi negli scritti di Freud, nella sua corrispondenza e nelle numerose biografie a lui dedicate, per cercare di far luce su alcune parti del romanzo familiare di Freud che sembrano poter alludere all'esistenza di segreti nella sua famiglia di origine. Il libro è costruito minuziosamente, l'autrice procede sulla base di tracce e di indizi tornandovi più volte, come farebbe un bravo detective, per comporre il puzzle che ci darà infine una brillante visione a sostegno di sorprendenti significati. Leggendo questo libro si comprenderà chiaramente perché i grandi interrogativi conoscitivi di Freud abbiano fatto di lui un personaggio emblematico e geniale del '900 e, con sorpresa, si scoprirà come alcune delle sue spinose questioni personali possano oggi apparire straordinariamente vicine alle problematiche che investono le attuali 'realtà familiari'." -
La psicologia del rock. Crescere con la musica in adolescenza
Cosa c'entra la psicologia con il rock? Quali motivazioni psicologiche ci spingevano all'ascolto di un genere musicale a 15 anni? E cosa accade quando il mondo della musica incontra quello dell'adolescenza? A queste e altre domande cerca di dare risposta questo volume, accompagnando il lettore lungo un percorso che conduce in territori inesplorati, attraverso una nuova prospettiva. La musica è per l'adolescente un linguaggio per conoscere e conoscersi. Come attivatore e contemporaneamente recipiente di sentimenti ed emozioni, è una delle espressioni attraverso cui l'adolescente cerca risposte al bisogno di affermazione e costruzione della propria identità. Nel passaggio da ascoltatore passivo ad attivo (heavy music user) emerge la funzione e l'importanza che la musica ha nella crescita e nello sviluppo psico-sociale dell'adolescente: non una realtà lontana e distante, ma uno spazio personale di riflessione rispetto ai tanti quesiti che affiorano in questa fase evolutiva. Così in un gioco d'onda rock, il mondo dell'adolescenza e quello della musica si compenetrano evolvendo in una tensione armonica. Introduzione di Zbigniew Formella e prefazione di Romeo Lippi. -
Attaccamenti a scuola. Lo psicologo nel delicato rapporto tra i protagonisti del percorso educativo
La scuola è il luogo dell'apprendimento e rappresenta una parte importante del progetto educativo. A scuola si lavora per lo sviluppo delle potenzialità personali e collettive ed è importante costruire condizioni di benessere insieme ai suoi protagonisti. Genitori, figli, educatori e insegnanti devono conoscersi, familiarizzare e comprendersi per realizzare il progetto educativo comune. Il libro è composto da una parte introduttiva dedicata alle teorie di riferimento che guidano le autrici (J. Bowlby, V.F. Guidano, C. Rogers), e da cinque capitoli, ognuno dedicato ad un periodo scolastico, dal nido alla scuola superiore. L'opera, che è il racconto della scuola fatto dagli psicologi che ci lavorano, apre una finestra sul delicato rapporto tra scuola e famiglia. Per l'ampio spazio dedicato alle esperienze scolastiche di ogni ordine e grado e per la particolare attenzione posta sulle diverse fasi evolutive e sulla genitorialità può essere considerato una guida per i genitori e un valido riferimento per educatori e insegnanti, oltre a fornire spunti per progetti scolastici. È anche un valido modello di riferimento per giovani psicologi che si avvicinano al mondo della scuola. Prefazione di Maurizio Dodet. -
Scacchi speciali per bambini piccoli. Attività ludico-scacchistiche nella seconda infanzia (2-6 anni)
Questo volume nasce dalle esperienze di oltre vent'anni vissuti nelle scuole dell'infanzia di Roma (Ostia) e Provincia (Ardea, Pomezia, Anzio, Ariccia) da un maestro insegnante di ""scuola paterna"""" ed esperto scacchista, con la collaborazione di due tecnici dell'età evolutiva che da anni propongono il gioco degli scacchi nella formazione didattica e nella ricerca clinica, con particolare riferimento alle diverse patologie dell'apprendimento. Le attività educative ed anche rieducative, con la scacchiera gigante da pavimento, sono qui proposte eccezionalmente anche a bambini piccolissimi (29-42 mesi): dal caos all'ordine, dall'individualità alla gruppalità, dall'angoscia di separazione al gusto del divertimento, è questo il percorso di crescita, in quelli che sono i primi prerequisiti per un sano sviluppo della personalità. Sono conquiste che anticipano quei prerequisiti più specifici degli apprendimenti, che peraltro vengono assai sollecitati in questo curricolo; si tratta di una vera e propria spinta evolutiva per la crescita, perfino dirompente, nei risultati osservati, nella sollecitazione linguistica, sempre presentata in chiave ludica: i bambini hanno imparato, infatti, un uso del linguaggio ben integrato con l'azione, una comunicazione più consapevole, più creativa e pragmatica, """"esportando"""" la crescita oltre la scacchiera e la scuola. Con un approccio mutuato da principi di Reuven Feuerstein sulla mediazione adulta e la modificabilità cognitiva, i piccoli, giocando, sperimentano un percorso di riconoscimento di sé stessi, come menti che sanno agire e, mediante l'azione, sanno pensare la propria mente in funzione, ed anche quella altrui: un percorso complesso, che è nel contempo emozionale, cognitivo e metacognitivo."" -
Il rovescio della biopolitica. Una scrittura per il godimento
La biopolitica asservisce i corpi a colpi di immagini e di slogan. Ma il corpo sfugge sempre alle identificazioni prête-à-porter. Il godimento lo deborda, lo sorprende, lo ""traumatizza"""". La psicoanalisi accoglie questo corpo proprio perché di questo trauma, a partire da questo trauma, parla. L'ultimo insegnamento di Lacan, nel modo in cui Jacques-Alain Miller lo delucida, affronta il godimento al contrario rispetto ai miraggi dell'edonismo. Nell'esperienza di un'analisi si parte dal sintomo che fa soffrire. Si tende a ridurlo tramite il suo senso, la sua storia, la sua logica. Esso può dunque scriversi diversamente, produrre degli effetti di creazione, artistici o meno. È così che Lacan legge Joyce, concependo una lingua atta ad alloggiare il godimento e mostrandone la logica. Una volta situata l'impasse del conformismo e della sua ombra di segregazione, rimane da supportare il corpo che si ha, facendo valere questo avere primario che oltrepassa l'essere, i suoi sortilegi e gli ultimi prestigi del padre."" -
Il giocatore di scacchi. Una metafora per le relazioni interpersonali
In stanza di terapia ”si gioca” su più piani con i pazienti, si va dall’utilizzo del gioco (dei giochi) in seduta alla scoperta del gioco familiare (al tipo di gioco che giocano i membri della famiglia), delle trame familiari e della danza della coppia. Questo è l’esercizio che ho cercato di portare avanti in questo libro attraverso la terapia di un mio paziente: un buon giocatore di scacchi, professionale ed esperto. È il racconto di una terapia individuale condotta con un approccio relazionale ed interpersonale, tesa alla ricerca di una teoria che connettesse la messa in atto dei modi di fare problematici di Fabio al desiderio di prossimità psichica con le sue figure di attaccamento. Il paziente è riuscito a bloccare i suoi modi di fare disfunzionali solo quando ha potuto rinunciare alle antiche lealtà con “la famiglia che si portava nella testa” e per raggiungere questo risultato c’è stato di grande aiuto il gioco degli scacchi, attraverso i continui riferimenti alle sue “partite relazionali”. Da questa terapia e “rileggendo” le regole degli Scacchi ho tratto poi altre considerazioni, utili nel lavoro con le coppie e le famiglie e di cui parlo nell’ultimo capitolo. -
Lungo i sentieri di una psichiatria antropologica. Antologia di saggi
Jürg Zutt, psichiatra e psicopatologo di fama mondiale, è annoverato tra i più alti esponenti dell'orientamento fenomenologico. L'assenza di una traduzione italiana dei suoi principali scritti è considerata da sempre una grave lacuna. La presente raccolta, che include i saggi maggiori tra quelli selezionati dall'autore per un'antologia complessiva pubblicata in tedesco, offre quindi per la prima volta il completo accesso a concezioni di grande interesse clinico e concettuale. Saggi come quello, giustamente celebre, dedicato all'atteggiamento interno, o gli altri riguardanti la corporeità vissuta, l'analisi differenziale di sguardo e voce, la schizofrenia e i vissuti estetici, la corporeità degli animali, e via proseguendo, nonostante l'apparente eterogeneità disegnano, nel loro coinvolgente susseguirsi, un modello preciso. Rivelano così le coordinate della cosiddetta antropologia comprensiva, profonda modalità di pensare l'essere umano, dalla normalità alla psicopatologia. -
I bimbi crescono. Favole e computer
I genitori sono per i bambini un modello ed i loro comportamenti, le loro azioni e ciò che dicono condizionano la loro crescita. Ma non esistono paradigmi: la dinamica delle relazioni interpersonali è spesso imprevedibile e le reazioni possono essere a volte determinate anche dall'urgenza di una scelta. Il libro invita a riflettere su questi problemi, sulla capacità di ascolto, di riflessione e di incontro tra genitori e figli. Prefazione di Nina Delicato. -
Cultura e psiche. Saggi scelti
"Cultura e psiche"""" è fondamentale per lo studio del rapporto tra contesti culturali e dinamiche psichiche. Kakar ha raccolto in questo libro i suoi più significativi approfondimenti sulla relazione tra l'esperienza clinica e gli assunti teorici della psicoanalisi, che hanno origine nella tradizione scientifica occidentale, e le strategie culturali attinenti ai modi di fronteggiare il disagio psichico nelle società non occidentali, con una particolare attenzione alla cultura indiana. Per la sua esperienza diretta nell'attività clinica psicoanalitica con i pazienti indiani e la sua formazione come psicoanalista di origine indiana in occidente, Kakar propone un'analisi sofisticata sui temi riguardanti l'articolazione tra inconscio e cultura definendone i limiti e le potenzialità esplicative. A differenza di altri approcci al problema, che attribuiscono una preminenza o all'inconscio o alla cultura, Kakar, attraverso l'analisi dei contesti psichici e culturali dei suoi pazienti, del complesso delle mitologie induiste e dei modelli di relazione tra allievo e guru nella mistica induista, sostiene che l'inconscio sia espressione tanto di tratti ricorrenti sul piano psichico sia culturale. Prefazione di Alfredo Lombardozzi." -
Fine delle fenici
"Storie del tempo iniziale di media stravaganza: i guai di Adamo con le bestie dell'Eden, le pigrizie degli angeli, le perplessità del Giudice Celeste sulla gestione delle colpe accumulate, le sieste chiaccherate di Eva tra le spire del Serpente, il compagno di Ulisse che se la svigna e resta a rimbecillirsi tra i lotofagi, le due anime uscite di placenta che si detestano... Per il tempo finale un'umanità ridotta a sferette disidratate, un essere che striscia su un colossale atollo di rifiuti sbucato dall'oceano... Mentre la seconda parte è una contemplazione e indagine sui vegetali, fino all'ipotesi di una lor anima parziale.""""" -
Il divino egoista
Le prime prove, gli incontri più significativi, l'insegnamento, il trasferimento da Parma a Roma, il lavoro saggistico, il fare poetico, i figli Giuseppe e Bernardo, la propensione pedagogica, le predilezioni (letterarie, cinematografiche, musicali), le considerazioni sull'oggi: questo e altro ancora riaffiora e s'intreccia nella voce di Attilio Bertolucci (""il divino egoista"""", come lo definiva Vittorio Sereni) che si racconta amichevolmente a Doriano Fasoli, il quale lo sollecita con domande, che di volta in volta, vengono contratte in un titolo. Un sottrarsi, il suo, con il preciso intento di voler lasciare maggior spazio alle parole del poeta, affinché possano essere ascoltate in tutta la loro intensa luminosità. Prefazione di Franco Cordelli. Presentazione di Paolo Lagazzi."" -
I totem delle emozioni
Il Virus dell'Indifferenza colpisce la città e colora di grigio le case, le piante, la pelle e perfino l'anima delle persone. L'incontro tra un ragazzino e una statua stranamente ancora colorata porterà a scoprire il mistero di quella terribile epidemia. Scoprirà anche la magìa di un luogo dove l'indifferenza non ha attecchito grazie a delle persone il cui credo è che la vita debba essere vissuta come un'opera d'arte. Riescono così a riportare il colore in città e confinare le Azioni Brutte nella buia Foresta limitrofa che diventa il covo del risentimento dove spira forte il vento della Paura. La Regina della Foresta, padrona del vento, ordina alle sue tre belve di rubare l'occhio dei Sogni di un Totem. Ma un cavaliere alato simbolo della Speranza protegge i cittadini che attraverso il Dialogo riescono ancora una volta a spezzare l'offensiva, a convertire una delle belve e lenire il sentimento della Umiliazione. Uno scontro tra le Emozioni del nostro mondo globalizzato. -
La dipendenza amorosa. Da Orfeo alle nuove dipendenze
Nella monografia vengono messi a fuoco gli aspetti dipendenti all'interno delle vicende della passionalità amorosa. Di questi vengono indagate le dimensioni fisiologiche ed ubiquitarie che fanno della dipendenza una tappa strettamente connaturata al ciclo vitale umano. Il fenomeno è seguito con un costante riferimento alle tre componenti strutturali: un ""oggetto"""" da cui dipendere (in questo caso l'altro amato), un contesto socio ambientale che modula le spinte verso la dipendenza e naturalmente il contributo dei diversi tipi di personalità. Tre componenti che reciprocamente interagiscono e insieme definiscono la complessità del fenomeno. Il filo di Arianna che organizza la modalità di approccio al problema è bifocale. Punto di arrivo di un processo che ha origine nella stessa struttura dell'esperienza passionale amorosa. Ma anche punto di partenza per evoluzioni verso declinazioni cliniche e talvolta anche criminali."" -
Giornale storico del centro studi di psicologia e letteratura (2017). Vol. 24: Visioni e visionari
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: ‘Non c’è altro da vedere’, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” (José Saramago) -
Eleanor. L'ultima paziente di Freud
"'Mi dica pure...', disse quindi il padre della psicoanalisi. 'Forse è troppo tardi per fare qualcosa... non so... è un problema che ho da tanti anni...', rivelò Eleanor con un filo di voce, e poiché Freud continuava a fissarla senza dire nulla, ebbe un attimo di smarrimento. Poi riprese a parlare. 'Avevo 15 anni la prima volta che mi è successo... ero nel retrobottega del negozio di spezie e tè di mio padre... con Davesh, il figlio dei commessi indiani, sa anche mia nonna Amala era indiana... e lui mi aveva baciato, cioè, prima mi aveva infilato in bocca un pezzo di frutta candita, di nascosto di mia nonna che non voleva che toccassi mai nulla nel negozio... così mi aveva fatto mangiare un pezzetto di frutta che aveva preso da una cesta... e poi mi aveva baciato. Io non me lo aspettavo e comunque, nel momento in cui ho allungato la mano per toccare il suo viso, mi si è irrigidita... tanto che mi sono spaventata e sono scappata via. E da allora ogni tanto mi succede. Non so se riesco a spiegarmi, dottore...', disse Eleanor fermandosi per capire se egli poteva comprendere quello che le era successo. Cominciò così la sua analisi con Sigmund Freud. E la sua rinascita.""""" -
La fuoriuscita
Finalmente una storia che affronta in modo particolarmente accurato il tema della psicoterapia e dei suoi eccessi. In dodici capitoli, un viaggio nel mondo delle emozioni, degli affetti, delle dinamiche interpersonali. Una trama profonda e affascinante, che conduce nelle aree cruciali di un percorso che molte persone ormai praticano o hanno praticato. Lo scenario ha qualche punto di contatto con la serie tv In Treatment, ma se ne distingue per la linea narrativa che presenta una vicenda complessa e avvincente, la quale nel finale si tinge di giallo e di risvolti inaspettati. -
L' esperienza ipnotica in psicoterapia. Manuale pratico di ipnoterapia cognitiva
La conoscenza dell'ipnosi aiuta gli psicoterapeuti a riconoscere gli stati di trance spontanea che il paziente vive non solo durante l'emergenza sintomatica, ma anche nella sua vita quotidiana e all'interno delle sedute di psicoterapia. Queste trance rappresentano un canale di accesso privilegiato al mondo tacito del paziente. Le esperienze ipnotiche indotte in psicoterapia, invece, hanno una qualità relazionale a cui il paziente non è abituato e per questo possono avere un'intrinseca qualità curativa. L'esperienza ipnotica terapeutica consiste infatti in una particolare sospensione dall'orientamento conscio abituale che dà al paziente la possibilità di arricchire e articolare ""la sinergia tra mente conscia e mente inconscia"""". Per questi motivi, conoscitivi e applicativi, le esperienze ipnotiche possono avere un grande valore in psicoterapia. Questo Manuale pratico di Ipnoterapia Cognitiva traccia le linee guida per una loro efficace utilizzazione."" -
Discorso interno e auto-comunicazione. Cinque saggi sulle forme del discorso verbale
Una ricerca nel campo delle scienze del linguaggio composta da cinque saggi che, pur avendo un’interdipendenza di fondo, possono essere letti autonomamente. Analizzano cinque diverse forme del discorso verbale (orale, scritto, gestuale, testuale, interno) e le tecnologie attraverso cui sono espresse (fonìa, grafìa, gestualità, testualità, endofonia). Affrontano a diversi livelli il tema piuttosto inconsueto della comunicazione interna che rappresenta il segmento più vasto di tutto l’universo comunicativo umano. Ispirandosi alle teorie del grande psicologo Lev S. Vygotskj e a quelle del noto filosofo Emilio Garroni, il lavoro muove da un'idea centrale secondo cui il discorso verbale, nelle sue diverse forme, è il luogo attorno a cui si coagula tutta la sfera comunicativa umana e propone un’indagine sul discorso interno quale via maestra per restituire alle teorie linguistiche e semiotiche alcune ipotesi importanti e produttive, ma spesso trascurate.