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Il Gierusalemme
Composto da un poeta giovanissimo, ""Il Gierusalemme"""" rappresenta il primo tentativo effettuato da Torquato Tasso sul terreno dell'epica. A dispetto dunque della sua incompiutezza, e delle stesse dimensioni contenute (appena 116 ottave), """"Il Gierusalemme"""" è testo di straordinario interesse: vi si possono cogliere le radici dell'apprendistato poetico del Tasso all'ombra del padre Bernardo, il primo emergere di versi che sarebbero sopravvissuti anche nella più matura composizione della Gerusalemme liberata, come anche scelte di poetica (il rapporto con la storia e l'adesione al modello dell'epica classica) poi rivelatesi decisive per la proposta di un moderno poema epico. Il testo viene offerto in edizione critica e provvista di commento per le cure di Guido Baldassarri, che nell'introduzione riflette anche in maniera organica sulla complessa questione filologica della Gerusalemme Liberata."" -
Omero
"Omero"""" di Maria Marchesini (1896-1933), carissima amica di Ada e di Piero Gobetti, sembra quasi scritto di getto, sull'onda di una lettura partecipata e commossa dell'""""Iliade"""", in una volontà di condividere immediatamente e spontaneamente pensieri e impressioni senza la mediazione di riferimenti eruditi. L'autrice sottolinea il grande respiro unitario del poema, identificato in una visione ciclica della giustizia basata su un """"fondamento etico religioso"""", dove gli eroi omerici diventano simboli umani universali e senza tempo. Il libro fu trascurato dagli studiosi, ma, recensendo un'edizione postuma degli studi della Marchesini (""""Omero"""", """"l'Iliade e l'Odissea: due saggi critici"""", Bari, Laterza, 1934), Gaetano De Sanctis invitava a non cercarvi """"l'ardua problematica che travaglia noi vecchi critici di Omero"""" e lo indicava ai giovani per """"la freschezza delle impressioni che la lettura di Omero desta in uno spirito dotato di rara sensibilità artistica e squisita finezza di gusto""""." -
L' indovino Poliido. Eschilo «Le cretesi», Sofocle «Manteis», Euripide «Poliido»
Un fanciullo, Glauco, figlio di Minosse, annegato in una giara di miele; un indovino errante, Poliido di Corinto, che risolve un enigma relativo ad un bovino multicolore e riporta in vita il defunto; un'erba miracolosa ed una coppia di serpi: quesi i protagonisti della singolare vicenda mitica soggetto di tre tragedie greche di età classica di cui sopravvivono solo frammenti, Le Cretesi di Eschilo, i Manteis di Sofocle ed il Poliido di Euripide. Il volume contiene il primo studio specifico dei disiecta membra di questi tre drammi: i frammenti superstiti ed i loro contesti sono presentati in un testo critico autonomamente stabilito ed accompagnati da traduzione italiana, commento esegetico ed ampie introduzioni. Completano il volume uno studio generale sulla figura di Poliido nella letteratura antica e nelle arti figurative e due appendici, dedicate rispettivamente ai frammenti di incerta attribuzione e ad un episodio di ripresa moderna del mito dell'indovino corinzio. -
Lettere. Rime. Carmina. Cronaca di Modena
Ricchissimo di implicazioni culturali, storiche e autobiografiche, il carteggio del filologo e critico modenese Lodovico Castelvetro (1505-1571) restituisce l'impressione di un letterato in fervido dialogo con il suo mondo: giudice severo, benché tutt'altro che hors de la mêlée, del dibattito politico del suo tempo, consigliere premuroso dei numerosi, giovani discepoli che ne idoleggiavano il magistero, attento e spesso polemico osservatore della quotidianità cittadina. Del suo carteggio, che dovette essere vastissimo, ma la cui integrità fu compromessa dalle peripezie dell'ultimo decennio di vita dell'autore, ci restano 66 lettere, un terzo delle quali inedite, che abbracciano un periodo di circa un quarantennio, dal 1530 al 1570, più una decina di missive di corrispondenti. Al carteggio, provvisto di un ampio commento storico, linguistico e filologico, si uniscono i resti della modestissima produzione lirica in volgare di Castelvetro, un frammento di cronaca di Modena e soprattutto una trentina di componimenti latini, quasi tutti inediti, che lo rivelano poeta non infelice, dalla vena prevalentemente elegiaca. -
Scritti teatrali
Gobetti pubblicò nel 1925 gli Scritti teatrali dell'abruzzese Achille Ricciardi due anni dopo la sua prematura scomparsa, con una prefazione di Anton Giulio Bragaglia. In essi c'era una radicale messa in questione del principio logocentrico, che aveva informato il teatro fin dagli inizi in Grecia, con il prevalere della parola sulle altre componenti e possibilità dell'azione scenica. Le regie teatrali di Ricciardi si avvalevano di complessi giochi di luce e di una ricchissima partitura di effetti cromatici (fu teorico e sperimentatore del Teatro del Colore). Bragaglia, anziché al futurismo, lo apparentava «alle scuole russo-tedesche dalle quali è derivato l'espressionismo». Il suo percorso era indirizzato verso esiti di assoluta astrazione, con una posizione di avanguardia eccezionale nel panorama italiano del tempo. -
Guido Gozzano
Gobetti - che in 'Risorgimento senza eroi' dirà della ironia ma anche della ""stanchezza decadente nell'opera di Gozzano"""" in un quadro complessivo, letterario e morale, di """"fallimento dell'eredità alfieriana"""" - accolse nel 1925 nelle sue edizioni il saggio su Gozzano del giovane catanese Vito Marco Nicolosi (1901-1948), frutto della tesi di laurea discussa con Attilio Momigliano. L'autore, che dichiarava le sue simpatie per il futurismo, tracciava dell'opera gozzaniana e dei """"crepuscolari"""" un bilancio negativo. Nel libro, che rimane un documento interessante dell'epoca, Gozzano era visto come il poeta sentimentale delle """"dolcezze vaghe e inafferrabili, così lievi e così indeterminate da essere talvolta anche ebetudine"""", e Nicolosi, pur concedendogli qualche merito letterario, non coglieva l'effettiva consistenza di un laboratorio poetico che molta critica ha rivalutato."" -
Ricerche di storia sociale e religiosa (2013). Vol. 84
Fondata nel 1972 da Gabriele De Rosa la rivista si è da sempre contraddistinta per l'approccio pluridisciplinare e la comparazione fra diversi contesti sociali, in una prospettiva d'indagine all'epoca del tutto inedita. -
Scene della guerra d'Italia
Giunto in Italia nel 1915 a capo della prima sezione della Croce Rossa Britannica, George Macaulay Trevelyan trascorse ben tre anni al fronte nell'area tra l'Isonzo e Gorizia. Le 27 autoambulanze del contingente da lui diretto prestarono soccorso ad oltre 170.000 soldati italiani. Osservatore acuto delle nostre debolezze, quanto ammirato delle nostre virtù, Trevelyan era un profondo conoscitore del Risorgimento italiano, ciò che fin da subito gli consentì di collocare in genuina ottica storica i fatti cui andava assistendo. Ma le Scene sono anche la storia del nascere di una fitta rete di amicizie tra i soldati e gli ufficiali italiani e i loro alleati inglesi, e in definitiva uno dei resoconti più belli e più sinceri del primo conflitto mondiale sul fronte austro-italiano, narrato da un autore certo simpatetico nei nostri confronti, ma sempre sorretto da un'asciuttezza di stile e un senso dell'ironia tutti inglesi. -
Oreste. Cronache di moralità provvisoria a cura di Pelide
Uscito senza indicazione di autore nel novembre 1926 nelle Edizioni del Baretti, 'Oreste. Cronache di moralità provvisoria a cura di Pilade' era opera di Guglielmo Alberti (1900-1964), letterato e cultore di cinema, collaboratore di ""Primo Tempo"""" e del """"Baretti"""", amico fraterno di Alessandro Passerin d'Entrèves. Alberti rivisita il mito di Oreste in chiave moderna e delinea un personaggio gravato da sensi di colpa che, soffrendo della sua inconcludenza e della impossibilità a realizzarsi, si specchia nelle sue creature poetiche, come nell'infelice Taddeo che perde l'amata. Sapegno commentò lo scritto come documento autobiografico della loro generazione e Montale vi trovò """"qualità di finezza letteraria e di humour"""" che anche il lettore di oggi può apprezzare."" -
La France au milieu du monde
L'allievo di Sorel, Édouard Berth (1875-1939) fu in corrispondenza con Gobetti tra il 1922 e il 1925 e collaborò alle sue riviste. Condivise con lui la difesa della rivoluzione d'ottobre, l'interesse per i consigli operai torinesi e l'ammirazione nei confronti di Sorel, che rimase totale in Berth, mentre Gobetti ne vide luci ed ombre. Per tutti e due si trattava di sottrarlo ai tentativi di appropriazione fascista. In 'La France au milieu du monde', pubblicato dall'editore torinese nel 1924, Berth raccoglieva tre articoli comparsi l'anno prima sulla ""Rivoluzione Liberale"""" a proposito di un libro di Pierre Drieu La Rochelle. Per quanto Berth si trovasse allora in sintonia con Drieu, la sua traiettoria negli anni successivi alla pubblicazione del libretto andò in senso opposto alla deriva di destra dello scrittore francese."" -
Archivio italiano per la storia della pietà. Vol. 27
L'«Archivio italiano per la storia della pietà» pubblica saggi che indagano il rapporto che l'uomo ha con l'Assoluto comunque inteso, nelle religioni monoteistiche come nelle altre religioni, dalle epoche più remote fino ai giorni nostri. Il volume 27 ha una parte monografica incentrata sulla storia spirituale e religiosa portoghese in Età Moderna. -
Opere a stampa
Christian Francken (1552-1610?) è un personaggio poco noto tra gli storici italiani. Il presente volume si propone di ricostruirne il pensiero attraverso l'analisi degli scritti, collocandolo nella storia dello scetticismo moderno. Ex gesuita, poi riformato e antitrinitario, spinse fino alle conseguenze più estreme per il XVI secolo la crisi culturale generata dalla Riforma. L'uso sistematico della scepsi lo portò a constatare l'insostenibilità razionale di qualunque forma di religione, nonché dell'esistenza stessa di Dio. Le sue ultime opere propongono alcuni argomenti che saranno accolti nel pensiero dei libertini e nella polemica antireligiosa dei secoli XVII e XVIII. Il libro contiene l'edizione di tutte le opere a stampa attualmente reperibili di Francken. Si tratta di dodici testi per lo più di breve estensione, pubblicati negli ultimi due decenni del Cinquecento, alcuni dei quali si ritenevano conservati in un'unica copia o addirittura perduti. -
I soldi degli altri e come i banchieri li usano
Questo libro, piccolo grande classico del pensiero antitrust americano, esce qui tradotto per la prima volta in italiano. Il suo autore, Louis Brandeis, noto anche come 'the People's Lawyer', l'avvocato del popolo, fu uno dei maggiori giuristi del suo tempo e il rappresentante di quella cultura della concorrenza, che, al di là dei paraventi retorici, non ha mai veramente attecchito nel discorso pubblico del nostro Paese. Il tema di cui tratta è quello della concentrazione del potere finanziario e la sconcertante conclusione che possiamo trarne noi oggi - a cento anni esatti dalla sua prima pubblicazione e nel pieno di una crisi iniziata proprio con le banche e poi dilagata all'economia intera - è che i fenomeni che analizza e discute sono gli stessi nostri, nonché, per chi voglia vederle, buona parte delle soluzioni che offre. -
Crimini e peccati. La confessione al tempo di Amleto
Nell'""Amleto"""" di Shakespeare, la confessione è uno dei motori dell'azione. Prendendo le mosse da questo assunto, l'autrice ricostruisce alcuni nodi nevralgici della storia del sacramento, in primo luogo il confronto politico tra la Chiesa e Lutero, centrato proprio sulla penitenza, da cui deriverà lo scisma dell'Europa cristiana e che costrinse a riformulare concetti secolari come crimine, peccato, pentimento: una riformulazione politica e filosofica alla quale parteciparono gli attori più significativi della scena intellettuale europea."" -
Il mistero Stendhal. Saggi, note, confronti
Massimo Colesanti, esperto francesista, si misura con uno dei suoi autori più frequentati: Stendhal, qui analizzato in una sempre sottesa comparazione con la letteratura italiana, e con gli ambienti italiani in cui Stendhal ha vissuto e amato, soprattutto Roma e Milano. Arricchisce il volume un saggio su Leonardo Sciascia, scrittore italiano di spicco del secolo scorso, che di Stendhal ha fatto un punto di riferimento in quasi tutte le sue opere e che ha fortemente subito il fascino dei piccoli ""misteri"""", dei quali Stendhal si circonda."" -
Giornale del viaggio da Londra a Petersbourg (1739)
È questa la prima edizione del manoscritto autografo del ""Giornale del viaggio"""" di Algarotti, prima stesura di quel """"Saggio di lettere sopra la Russia"""" che vide la luce solo molti anni dopo. L'autore raccolse per iscritto le esperienze e le impressioni di questo viaggio, confermando così l'interesse e la curiosità per la Russia che a quell'epoca si andava diffondendo e lo sviluppo della letteratura di viaggio di tanto successo in tutta Europa nel corso di almeno quattro secoli, dal Cinquecento all'Ottocento."" -
Una storia e un'idea
"Una storia e un'idea"""" di Guido Miglioli, organizzatore delle leghe dei contadini cattolici nel cremonese, sostenitore di una radicale riforma agraria e dell'alleanza politica con i socialisti e poi con i comunisti, uscì nel 1926 dopo la morte di Piero Gobetti presso la Tipografia Carlo Accame di Torino. Era uno studio sulla storia delle lotte contadine in Russia, prima e dopo la rivoluzione sovietica, frutto anche di osservazioni dirette nei sei mesi di permanenza a Mosca nel 1925. """"Dopo la storia del contadino dell'Unione Sovietista, non ve n'è un'altra più completa e suggestiva di quella del contadino italiano"""", scriveva nella presentazione di questo volume l'autore, che perseguì allora e nel successivo esilio l'obiettivo politico di un inserimento del movimento contadino cattolico in un fronte progressista, accanto alla classe operaia, ma nella prospettiva di una autonoma """"Rivoluzione Contadina"""", come avrebbe dovuto intitolarsi inizialmente il volume." -
Uccidi (diario di una recluta)-Eroe svegliato asceta perfetto
"Uccidi e non uccidere, comandano facilmente le leggi. Perché uccidere? Perché non uccidere? Che vale la legge contro la necessità? Chi comanda? Chi è comandato? Queste e altre cose ho ricercato sulla guerra degli uomini"""". Di Tommaso Fiore, insegnante pugliese, assiduo collaboratore della """"Rivoluzione Liberale"""" e firmatario dell'Appello ai meridionali della rivista, Gobetti pubblicò nel 1924 due libri, riproposti insieme nella presente edizione. Essi raccolgono annotazioni e meditazioni filosofico-poetiche sull'esperienza dell'autore, fante in prima linea sul Carso. Soprattutto """"Uccidi"""" è una testimonianza ricca di umanità e di moralità pensosa nel genere letterario dei diari di guerra. Fiore non ha certezze, accumula anzi tormentosi interrogativi, rimanendo costantemente sconcertato dal paradosso che lega guerra (giustificata e """"necessaria"""" per l'interventismo democratico dell'autore) e violenza omicida (che avverte ripugnante e insensata)." -
Studi su Aristotele e l'aristotelismo
La collana è espressione della SISFA (Società italiana di Storia della Filosofia Antica). Si propone di raccogliere, in primo luogo, gli studi italiani in questo ambito e inoltre importanti contributi alla ricerca sul pensiero antico provenienti dall'estero. Vuole rappresentare la voce della nostra ricerca sul pensiero antico nel mondo e dialogare in modo fecondo con le altre tradizioni critiche ed esegetiche. Il primo volume è dedicato al pensiero aristotelico. -
Civiltà indigene d'America. Scritti da «Conoscenza religiosa»
Tornano disponibili i testi più preziosi pubblicati da Elémire Zolla nella rivista ""Conoscenza religiosa"""", che fondò e diresse dal 1969 al 1983 presso la storica editrice fiorentina La Nuova Italia. """"Civiltà indigene d'America"""" accoglie una selezione di saggi che rivelarono oltre quarant'anni fa le conoscenze segrete e i riti sciamanici custoditi dagli anziani delle tribù amerindie sparse nel continente americano e oppresse da secoli. Elémire Zolla, Pietro Citati, Joseph Epes Brown, che negli anni Quaranta del Novecento raccolse le visioni del grande capo sioux Alce Nero, l'etnologo e esploratore Giorgio Costanzo in missione tra gli indigeni colorado in Equador, Léon Cadogan, un bianco """"adottato"""" dagli indiani mbyá guaraní del Paraguay, assieme a sei esperti italiani e di altri paesi, offrono in quest'opera testimonianze storiche e etnologiche arricchite da disegni indigeni originali, e riflessioni sul valore dei saperi arcaici e sulla necessità di scongiurarne l'oblio nel mondo contemporaneo.""