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Atti e memorie dell'Arcadia (2012). Vol. 1
«Dopo vari anni riprende la pubblicazione degli Atti e Memorie dell'Arcadia: una illustre e antica tradizione che si rinnova. Infatti essi costituiscono uno dei due filoni in cui si articolerà la Biblioteca dell'Arcadia, l'altro essendo la collana di Studi e testi. Gli Atti e Memorie non si presentano più, come nel passato, in forma di rivista, una tipologia editoriale che negli ultimi anni si è venuta eccessivamente ampliando e specializzando: essi usciranno ora come volume annuale che raccoglierà contributi di studiosi di più discipline, tutte proprie del contesto culturale in cui l'Accademia dell'Arcadia si muove. Tali contributi saranno spesso riconducibili all'attività che l'Arcadia svolge organizzando conferenze rivolte non solo ai soci ma anche ad un pubblico colto e partecipe, che affolla le iniziative proposte nell'anno accademico dalla nostra istituzione. Alla qualità della Biblioteca dell'Arcadia sovraintenderà un comitato scientifico costituito dai membri del Savio Collegio e da altri illustri studiosi ed anche una procedura di revisione paritaria (peer review) alla quale saranno sottoposti tutti i contributi presentati per la pubblicazione. L'Accademia ha anche scelto di riferirsi, per questa sua rinata attività editoriale e scientifica, ad una casa editrice prestigiosa come le Edizioni di Storia e Letteratura.» (Dalla presentazione di Rosanna Pettinelli) -
Felicità pubblica e felicità privata nel Settecento
Il tema della felicità conosce nel XVIII secolo una vera e propria esplosione nell'editoria e nella riflessione degli scrittori in tutti i campi della vita associata e delle conoscenze umane: filosofia, politica, letteratura, storiografia, famiglia e relazioni di genere, diritto, arti, economia... In particolare si impone al centro dell'attenzione il rapporto tra felicità pubblica e felicità privata: la sfida del mondo dei Lumi è quella di riuscire a orientare lo sviluppo economico, le pratiche di governo, il diritto, verso l'obiettivo della felicità per tutti. Si moltiplicano interrogativi cruciali: se il sapere e/o la ricchezza diano felicità, se possano essere felici i pochi nell'infelicità dei più, se i governi o la fede assicurino la felicità, fino alla piena affermazione di un vero e proprio diritto alla felicità. I saggi raccolti in questo volume ripercorrono questi dibattiti in maniera pluridisciplinare, fornendo un contributo innovativo alla storia di un dilemma che periodicamente, e soprattutto oggi, si ripropone nel dibattito politico sulla democrazia, sulle crisi economiche e sui rapporti tra individuo e collettività. -
Svevo e Zéno. Tagli e varianti d'autore per l'edizione francese della Coscienza
Il ritrovamento a Parigi di una copia con interventi d'autore della prima edizione della ""Coscienza di Zeno"""" (1923) rappresenta una novità di grande rilievo nel campo della filologia sveviana. Il saggio ricostruisce la storia della prima traduzione francese del romanzo, che fu l'occasione per la rilettura critica dell'opera da parte dell'autore documentata dal volume ritrovato, che Svevo spedì al traduttore, il giovane italianista e bibliotecario Paul-Henri Michel, il 13 agosto 1926, dopo avervi apportato alcuni tagli nei capitoli centrali (il quinto, il sesto, il settimo), sulla base di un suggerimento di Benjamin Crémieux. Il ritrovamento di questa copia, tuttora conservata in quella che fu l'abitazione parigina di Michel, consente di distinguere i tagli autorizzati dall'autore da quelli, molto più sostanziosi, effettuati in seguito dallo stesso traduttore, in vista di un accorciamento radicale del libro imposto dall'editore Gallimard, ma anche di venire a conoscenza di alcune circoscritte varianti d'autore, lessicali e linguistiche, senz'altro importanti per una aggiornata definizione filologica del capolavoro sveviano."" -
Avventure e osservazioni sulle coste di Barberia. Vol. 2
Il poeta Pananti, in odore di giacobinismo e quindi inviso alle autorità del Granducato di Toscana, agli inizi dell'Ottocento aveva abbandonato la madrepatria e aveva soggiornato dapprima in Francia e poi in Inghilterra. A Londra era diventato membro del rinomato Teatro Italiano. Una volta deciso a far ritorno nello Stivale, era stato raggirato da due lestofanti suoi connazionali, i quali dopo avergli sottratto i risparmi lo avevano imbarcato su un malandato brigantino. Quasi in vista della Sardegna, la nave era stata assalita dai pirati barbareschi e ciurma e passeggeri erano stati tradotti ad Algeri. Dopo un tormentoso periodò di schiavitù Pananti e i suoi compagni erano stati liberati per intercessione del console inglese. In questa seconda parte l'autore riferisce appunto di come, una volta affrancato, si dedicasse all'esplorazione della terra dei Berberi. Nell'esposizione dello scrittore toscano si succedono cammelli, fiere, serpenti e aracnidi, usi e costumi beduini, mauri e di minoranze più o meno integrate o sottomesse. Le osservazioni a carattere naturalistico ed etnologico fanno di Pananti il rappresentante di una memorialistica stilisticamente dinamica e raffinata. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 23: Minora. Scritti latini storici e d'occasione.
Questo volume dell'edizione critica vichiana raccoglie opere minori di Vico di spiccata natura storica d'occasione, come il Panegirico a Filippo V (1702), il distico Per il ritorno in Ispagna di don Francesco Benavides (1697), la composizione funebre del 1707 per i funerali di Carlo di Sangro e Giuseppe Capece e quella per la morte di Caterina d'Aragona (1697), l'allocuzione per Carlo di Borbone (1734). Scritti che tradiscono in maniera eloquente la posizione politica di Vico e l'inserimento del suo cattolicesimo all'interno del dibattito sul giurisdizionalismo. Oltre all'analitico commentario ai testi, vengono presentati dal curatore indici delle fonti, dei termini e dei nomi presenti nel volume. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 22: Le gesta di Antonio Carafa.
La Vita del maresciallo Antonio Carafa fu commissionata a Vico dal nipote Adriano Antonio Carafa, che nel 1696, ricevette da Vienna l'archivio privato del maresciallo e lo mise a disposizione del suo antico precettore come supporto biografico. Di questi documenti che Vico utilizzò per la sua opera storiografica, soltanto un volume si conserva ancora presso l'Archivio di Stato napoletano. Ma fonte ancora più preziosa alla quale Vico attinse per i riferimenti alle vicende della storia ungherese è risultato essere ""L'Istoria della Repubblica di Venezia in tempo della Sacra Lega Contra Maometto IV, e tre suoi Successori, Gran Sultani de' Turchi di P. Garzoni"""", pubblicato a Venezia nel 1705 e presente presso la Biblioteca Nazionale di Napoli."" -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 122: Le iscrizioni e le composizioni latine.
Il volume raccoglie iscrizioni e versi latini di Vico, raccolti per la prima volta in una veste autonoma. Si tratta prevalentemente di epigrammi e composizioni in occasione di nozze di personaggi illustri, di iscrizioni ed altre composizioni latine, cui è allegato anche l'apparato grafico delle immagini allegoriche originalmente apposte ai testi. -
Opere di Giambattista Vico. Vol. 121: Varia. Il De mente heroica e gli scritti latini minori.
Il volume comprende il ""De mente heroica"""" e gli scritti latini minori ed è parallelo a quello dei """"Minora"""", che comprende gli scritti storici minori e d'occasione. Opera capitale nella storia del pensiero vichiano, il """"De mente heroica"""", e i cinque scritti latini, rivelano alcuni aspetti importanti del filosofo partenopeo. Attraverso di essi si potrà meglio comprendere il Vico uomo, chiuso dalle necessitanti esigenze della vita, talvolta iroso e talvolta dolente, ma sublime ed eroico nella consapevolezza del suo genio e della sua dignità di uomo."" -
Del pensiero come principio d'economia pubblica
"Orbene, la capanna, il foco, l'arco, il laccio, la rete, sono doni dell'intelligenza. L'apprestarli, l'adoperarli, richiede inoltre una fatica; e questa è da rinnovarsi in perpetuo; ma l'idea inventrice, concepita da un uomo, può valere per tutti e per sempre. L'esempio suo la svela al suo nemico, e di tribù in tribù il beneficio si propaga per le foreste inospite a conforto di tutto il genere umano"""". Non nella natura come i fisiocrati, non nel lavoro come Adam Smith, ma nell'intelligenza Carlo Cattaneo individuava il più riposto fondamento e il vero motore di sviluppo della ricchezza delle nazioni. Pubblicato per la prima volta nel 1861 sul suo """"Politecnico"""", questo saggio breve ma ancora oggi attraversato dal fresco spirito di una prospettiva non convenzionale, pone di fatto, con un secolo e mezzo di anticipo, le basi dell'odierna economia della conoscenza." -
Metafore e luoghi della filosofia. Scritti teorici e storiografici
Vengono qui raccolti alcuni testi di Enrico Nuzzo che, in ragione della loro dispersione in vari periodici o volumi collettanei, sono divenuti di non facile reperibilità. Sono così stati inseriti studi di natura diversa, legati ora da una prevalente mira teorica, ora da una precisa intenzione storiografica, rivolta ad autori differenti, prevalentemente moderni. Vi si ritroveranno alcune delle principali linee del lavoro di Nuzzo: l'intenso interesse rivolto alla 'metaforologia' e ai suoi possibili rapporti con le ragioni dello storicismo più avvertito; l'attento e innovativo corpo a corpo con i testi vichiani; la riflessione critica su temi quali la 'vita civile', la 'sapienza', le variazioni sincroniche e diacroniche nel linguaggio filosofico. Pur nella loro autonoma configurazione, gli studi contribuiscono, così, a delineare la cifra unitaria che caratterizza la riflessione di Nuzzo, in cui la profonda acutezza teorica si coniuga sempre con la ricchezza delle indagini storiografiche e il rigore metodologico. -
Ricerche patristiche (1938-1980). Vol. 2: Agostino di Ippona.
Vengono qui proposte le 'Ricerche patristiche' di Michele Pellegrino, uno fra i maggiori studiosi di letteratura cristiana e storia del cristianesimo. Questo II volume comprende una serie di articoli tutti dedicati al pensiero e all'opera di Agostino di Ippona, uno dei scrittori che Pellegrino ha conosciuto più profondamente e ha maggiormente amato. Disponibili anche il I volume, Cristianesimo antico, e il III volume, Significato del martirio. -
Storia dell'ordine francescano. Problemi e prospettive di metodo
"La ricerca intorno alla storia dell'Ordine francescano, che qui presentiamo, non è da intendersi quale 'Storia dell'Ordine dei Frati Minori', così com'è valutata nell'accezione comune. Siamo del parere infatti che la stesura di un'opera in linea con questa definizione possa attuarsi solo dopo aver tentato di esaminarne i presupposti. Il nostro saggio mira perciò ad offrire un contributo, che induca ad una riflessione e di conseguenza possa accompagnare una discussione intorno a natura, finalità e limiti di una auspicabile 'Storia dell'Ordine Francescano'. In coerenza con tale ragionamento, il nostro impegno è stato condotto dal desiderio di sciogliere un preciso interrogativo 'Come fare storia di un Ordine religioso?'. È su tale quesito che si snoda lo sviluppo della nostra indagine e del nostro studio."""" (dalla Introduzione dell'autore)" -
L' arte di raccontare
Dopo la pubblicazione del saggio 'Romanzi. Leggerli, scriverli' (2007), l'autore torna a riflettere sul genere letterario romanzo e raccoglie una serie di considerazioni condotte sul duplice versante della lettura e della scrittura. I romanzi, questi oggetti di ""sostanza immaginaria"""", non sono che """"un movimento di parole"""": ogni testo è un movimento verbale, e il movimento specifico del testo romanzesco è narrativo; e dato che la narrazione è sempre narrazione di qualcosa, vi sarà sempre un oggetto fattuale (o piuttosto pseudofattuale) che viene narrato. Questo è l'unico, sottile legame del romanzo con la realtà, la quale, anche quando richiede il sostegno di un'immagine mentale, apre sul mondo """"un occhio linguistico"""". """"Nel romanzo tutto è parola, dal luogo della vicenda alla vicenda e al pensiero"""". Proprio per questo il romanzo è un luogo tutto verbale, che evoca ma non riproduce la realtà, e che per essere letto non richiede, anzi esclude ogni immedesimazione."" -
Opera critica. Vol. 1: Arte, religione, filosofia.
Nel quadro del progetto di pubblicare nelle edizioni del Baretti le opere edite e inedite affidato a Santino Caramella da Ada e dai collaboratori più stretti di Piero all'indomani della morte di Gobetti nel 1926, uscirono in quell'anno ""Risorgimento senza eroi"""" e """"Paradosso dello spirito russo"""" e l'anno successivo i due volumi dell'Opera critica. La raccolta di scritti filosofici, di critica artistica, letteraria e teatrale, e di saggi storico-politici, nella sua varietà, scriveva Caramella nell'Avvertenza, avrebbe messo il lettore in rapporto diretto con l'""""unità viva e intima"""" che """"viene dalla figura di Piero Gobetti critico e giornalista, polemista e saggista"""". L'edizione caramelliana fu un lavoro pionieristico che ebbe influenza anche sui criteri adottati nell'ordinamento del lascito gobettiano nella edizione delle opere complete curata da Paolo Spriano negli anni Sessanta. Dagli scritti, qui pubblicati, emerge come la critica culturale gobettiana abbia una sua autonomia e una mediazione complessa rispetto alla dimensione politica, anche se è innegabile la valenza politica dell'insieme della sua attività."" -
Governare la diversità. Edmund Burke e l'India
Lo studio prende in esame l'opera che Burke dedica all'India lungo tutto l'arco della sua vita parlamentare, passando dall'esaltazione della libertà del mercato indiano e la possibilità di carriera offerta dalle colonie a giovani di talento alla disillusione all'indomani del crack del 1769, quando dilaga la corruzione e il malaffare dei funzionari della Compagnia, indifferenti ai guasti che provocano al tessuto sociale indigeno. Attraverso la lente dell'India l'immagine di Burke riesce finalmente a liberarsi dell'armatura ideologica di pensatore reazionario e antilluminista che certa storiografia italiana gli ha cucito addosso a espiazione dei suoi scritti sulla rivoluzione francese. -
Immagini del Rinascimento. Garin, Gentile, Papini
Sono qui raccolti gli epistolari intercorsi fra tre importanti rappresentati della cultura italiana Giovanni Papini, Giovanni Gentile ed Eugenio Garin. I primi due hanno imparato a conoscersi fin dall'inizio del secolo; più tardi, si aprirà per loro una nuova stagione di confronti che vede coinvolto anche il giovane studioso Garin. Nelle loro interpretazioni, è l'azione umana a risultare un elemento caratteristico dell'età rinascimentale, anche se diversamente modulato. La prassi e la cornice in cui essa è inserita è il problema che sottende le letture dei tre autori: Papini innesta gli esiti migliori del pragmatismo su una forte esigenza religiosa personale per leggere il Rinascimento come età caratterizzata da un determinato tipo di artista che opera attraverso l'imitazione dell'attività creatrice del Padre; Garin vede garantita, nell'intreccio di ermetismo, neoplatonismo e dottrine dei padri, la possibilità di una dimensione attiva dell'uomo caratterizzata dalla libertà e dalla proiezione morale e civile; Gentile invece risolve la prospettiva dell'azione umana all'interno dell'attività creatrice del pensiero come processo di autoformazione e di autoconoscenza. -
Opera critica. Vol. 2: Teatro, letteratura, storia.
Nel quadro del progetto di pubblicare nelle edizioni del Baretti le opere edite e inedite affidato a Santino Caramella da Ada e dai collaboratori più stretti di Piero all'indomani della morte di Gobetti nel 1926, uscirono in quell'anno ""Risorgimento senza eroi"""" e """"Paradosso dello spirito russo"""" e l'anno successivo i due volumi dell'Opera critica. La raccolta di scritti filosofici, di critica artistica, letteraria e teatrale, e di saggi storico-politici, nella sua varietà, scriveva Caramella nell'Avvertenza, avrebbe messo il lettore in rapporto diretto con l'""""unità viva e intima"""" che """"viene dalla figura di Piero Gobetti critico e giornalista, polemista e saggista"""". L'edizione caramelliana fu un lavoro pionieristico che ebbe influenza anche sui criteri adottati nell'ordinamento del lascito gobettiano nella edizione delle opere complete curata da Paolo Spriano negli anni Sessanta. Dagli scritti, qui pubblicati, emerge come la critica culturale gobettiana abbia una sua autonomia e una mediazione complessa rispetto alla dimensione politica, anche se è innegabile la valenza politica dell'insieme della sua attività."" -
Religione e politica. Da Dante alle prospettive teoriche contemporanee
"La questione affrontata - il rapporto fra religione e politica - riguarda un aspetto fondamentale della dimensione religiosa: la richiesta non soltanto legittima ma doverosa della religione di veder riconosciuta la sua dimensione pubblica e l'altrettanto legittima e doverosa pretesa della politica, intendendo con questo termine l'organizzazione complessiva della vita sociale, di veder rispettate le sue specifiche, molteplici prerogative. Con questo obiettivo il volume intende delineare un percorso attraverso momenti storici particolarmente significativi, che propongono all'attenzione figure emblematiche utili alla riflessione sul tema e ad affrontare direttamente le questioni più controverse che esso presenta.""""" -
Le hypotheseis narrative dei drammi euripidei. Testo, contesto, fortuna
Tra i testi di accompagnamento ai drammi euripidei giuntici dall'antichità, le hypotheseis narrative rappresentano una tipologia omogenea e riccamente testimoniata, risalente in ultima analisi a un'opera unitaria di sintesi dell'intera produzione euripidea. Questo lavoro offre per la prima volta un'edizione critica complessiva e un commento perpetuo di tutti i testi riconducibili alla raccolta: si tratta di quarantasei hypotheseis euripidee giunteci su papiro o per tradizione medievale, delle quali si fornisce un nuovo testo critico basato sul riesame dei testimoni e un commento incentrato sull'analisi linguistica e strutturale. L'introduzione offre un inquadramento di questa tipologia testuale nella più ampia categoria dei testi paraletterari, ne definisce i caratteri specifici, analizzando in particolare la tecnica di sintesi e il rapporto tra hypothesis e relativo dramma, e affronta varie questioni ancora aperte, quali datazione, autore, origine della denominazione, finalità dell'opera. -
L' idea di nazione nel Settecento
Il volume affronta il problema della nascita dei concetti di patria e nazione prima della formazione dello Stato unitario e, specificamente, nel Settecento: fu infatti nel secolo dei lumi e degli anti-lumi, che, all'interno di un gioco di dialettiche linguistiche e concettuali, affiorarono percezioni e sentimenti di appartenenza nuovi verso le collettività stanziate su uno stesso territorio, segnate dalle medesime origini e tradizioni, e, soprattutto, sottoposte a uno stesso governo e alle medesime leggi. Ritenendo le distinzioni tra ""nazioni territoriali"""", come la Francia e l'Inghilterra, e """"nazioni culturali"""", come la Germania e l'Italia, alla stregua di strumenti concettuali utili alla ricerca ma non per questo necessariamente dotati di validità ontologica, illustri studiosi hanno scelto di percorrere l'impervio terreno dell'indagine empirica, diretta, delle occorrenze di patria e nazione nei testi e nei linguaggi, noti e meno noti, del XVIII secolo, un'età ancora poco indagata da questa prospettiva eppure centrale per chiarire lo svolgersi di quelle dinamiche che, nell'Ottocento, avrebbero poi portato a più mature consapevolezze.""