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Prigioniero del blu. Dalle memorie di Giovanni Capanna, reduce di Cefalonia
Cefalonia, settembre 1943. La divisione Acqui viene sterminata. Le vie della splendida Argostoli che si specchia nell'azzurro del mare, le verdeggianti distese dell'interno sono ingombre di cadaveri di soldati italiani. Giovanni Capanna viene risparmiato perché è autista e sa condurre i mezzi militari. Di qui il suo coinvolgimento in situazioni drammatiche e inimmaginabili. La rigorosa preparazione storica, la cartografia originale, basata su rilevamenti effettivi, garantiscono nello svolgimento avvincente della trama, la puntuale ricostruzione dei fatti. -
Storia di un guastatore
Il racconto è una storia che va dagli anni '20 agli anni '70. Dal paesino di Campo di Giove (AQ), che vive di povera pastorizia e agricoltura, Antonio riesce a uscire grazie a un concorso di leva volontaria. Sottufficiale del Genio Guastatori, si sposta da sud a nord dell'Italia, affascinato da ragazze più libere delle sue compaesane. Segue l'inferno della guerra in Africa, dove Antonio viene decorato due volte per azioni di incredibile coraggio. Il libro è particolare perché, come in una matrioska, nel racconto del guastatore si inserisce un secondo percorso narrativo di minuziose ricostruzioni attraverso piacevoli racconti della vita paesana e soprattutto documentate interviste sulle tecniche di allevamento e coltivazione dei primi anni del novecento per noi oggi assolutamente sconosciute e affascinanti. -
Figure della Mitteleuropa e altri scritti d'arte e di architettura
Vengono qui raccolti per la prima volta gli scritti di Marco Pozzetto, da tempo ormai introvabili perché sparsi tra riviste, cataloghi e pubblicazioni di settore. Storico e critico dell'architettura fra i più importanti d'Europa, Pozzetto ha profondamente influenzato la nostra comprensione dello spazio architettonico e artistico della Mitteleuropa. Il volume si articola in tre principali filoni di ricerca: Vienna e gli architetti della Scuola di Wagner, il Razionalismo e l'architettura tra le due guerre in Italia, Trieste e la regione del Friuli-Venezia Giulia. Emerge in tutta la sua originalità l'appassionata indagine di Pozzetto sul significato civile dell'architettura nelle opere dei grandi ideatori che, tra la fine dell'Ottocento e lungo tutto il Novecento, hanno configurato, grazie ai loro progetti urbanistici, il paesaggio e il territorio circostanti. -
L'altra collina
Un'indomabile e crudele ambivalenza attraversa ogni pagina, quasi ogni riga, di questo romanzo di formazione fino a sfociare in un assurdo gioco di seduzione e ripulsa. Dove due amanti compiono a turno i rituali imposti loro dall'onnipotenza di un solipsismo che li imprigiona. Zoderer sembra quasi sdoppiarsi in spettatore imparziale dei propri interiori naufragi: è il passato, non il futuro, che prende forma di volta in volta nelle pieghe di un corpo e nella rapace intensità di uno sguardo. Con un linguaggio freddo e ossessivo, incalzante e a tratti visionario, l'autore dà voce al fatale intreccio di fantasmi e conflitti, di intenzioni impedite e ripetuti smarrimenti, che si nasconde nei bui recessi del nostro ""sottopelle"""". L'aspra forza espressiva, che è la peculiarità di uno stile ormai inconfondibile, riesce ancora una volta a trasformare frammenti di realtà quotidiana in piccoli specchi in cui il mondo onirico può riflettersi e baluginare dinanzi ai nostri occhi."" -
I latitanti
"Il latitante è qualcuno che deve tentare di sopravvivere sforzandosi di non esistere deve imparare la lezione degli animali e accantonare quella degli uomini, anche dei più sapienti. Negli animali, credo, c'è una naturale accettazione del destino, ma anche una naturale inclinazione a difendersi fino all'ultimo prima che il destino si compia. La fortuna, poi, è arbitra per gli animali come per i latitanti."""" Così, nel racconto che dà il titolo a tutta la raccolta, Gilberto Forti ci restituisce in pochi tratti la misura vincolante a cui la guerra riduce persone e cose. La dimensione della sopravvivenza non coincide con quella della vita, tuttavia ha il pregio di non nasconderne la precarietà, come ben sanno i latitanti che si ritrovano sospesi, nella loro sub-esistenza, tra una """"morte apparente"""" e una tumultuosa vita interiore. Di questo sfasamento, così come del tormentato rapporto fra memoria e oblio, testimonianza e silenzio, si nutre la scrittura di Forti che nei suoi momenti di asciutto lirismo non si esaurisce mai in un esercizio - seppur alto - di rievocazione storica o biografica. Anzi, da queste storie di giovinezza e di latitanza, ambientate per lo più fra le montagne dell'Appennino emiliano e durante la guerra partigiana, promana un alone di atemporalità che sta a indicare quanto la memoria, individuale e collettiva, sia intaccata da una rimozione necessaria." -
La camera bianca
È una donna che parla. Suo marito era sul punto di lasciarla. Ogni sera, sotto gli occhi dei figli, le scenate e i litigi, le urla e gli insulti. Lui aveva un'altra e lei lo sapeva. Lui stava per andarsene e lei non poteva fermarlo. Poi all'improvviso il colpo di scena, un incidente d'auto e il marito immobilizzato in una stanza d'ospedale. L'altra scompare. È solo la moglie a prendersi cura di lui, a sperare in un nuovo futuro insieme. Ma ora che lui sta meglio, che è tornato a camminare, dove sono tutti i sentimenti che nutrivano i pensieri di lei? Nulla. A poco a poco non è rimasto più nulla. Quell'uomo è diventato un estraneo. Per lei quell'uomo è morto. Dopo tanta sofferenza, il dolore del tradimento e l'angoscia della morte, adesso lei scopre di essere forte, scopre di non aver più bisogno di lui. E può dire la parola fine. -
Lontano da loro
Luc ha vent'anni. Ama il cinema, soprattutto i vecchi film e gli attori di un tempo, e detesta la realtà che lo circonda. È duro imparare la propria parte nel mondo, soprattutto se si è figli di un operaio e di una casalinga dediti a un rassegnato conformismo, e si vive in una cittadina di provincia, specchio di quella ""France profonde"""" di cui Mauvignier disegna qui un ritratto impietoso. Per questo Luc ha deciso di andarsene """"lontano da loro"""", lontano dalle loro presenze e dai loro sguardi, nell'intento di ricominciare tutto da capo. Per un po' sembra crederci, ma ben presto, imprigionato in una solitudine sempre più radicale, smetterà di sperare che la fine di qualcosa preluda a un nuovo inizio. Uno struggente racconto a più voci, in cui ciascuno dei protagonisti - davanti a un gesto che coglie del tutto impreparati e fa crollare ogni certezza - aggiunge le inconfondibili note del proprio dolore a una composizione straordinariamente cadenzata e di grande intensità ritmica."" -
Sanguisughe
Può un semplice schiaffo scompaginare l'intero ordine dell'universo? Può un enigmatico ""manoscritto vivente"""" contenere le risposte a tutte le domande possibili? Sono due tra i tanti interrogativi che all'improvviso sconvolgono l'esistenza anonima e solitaria di un giornalista belgradese, involontario spettatore, una domenica di marzo sulle rive del Danubio, di un episodio apparentemente banale: un tizio prende a ceffoni una ragazza, poi entrambi scompaiono nel nulla. La presenza, nello stesso luogo, di un misterioso uomo vestito di nero e di uno strano segno esoterico destano la sua curiosità e lo spingono sulle tracce della donna. Ben presto, con l'entrata in scena di un manoscritto intriso di misticismo ebraico - un """"libro di sabbia"""" di borgesiana memoria, il cui contenuto cambia ogni volta che viene aperto -, la vicenda si tinge di giallo e l'inquietudine cede lentamente il passo alla paranoia. Il protagonista si ritrova così intrappolato in un'inestricabile rete di simboli cabalistici, apparizioni spettrali ed esperimenti metafisici, fino a diventare vittima sacrificale dei cupi e violenti rigurgiti di antisemitismo e sciovinismo che scuotono la società serba di fine anni novanta. Affilato e ossessivo monologo dai contorni kafkiani e le claustrofobiche atmosfere alla Hitchcock, """"Sanguisughe"""" è un intrigo in bilico tra realtà e finzione, sempre sul filo dell'ironia, che riesce a dar voce ai demoni della grande letteratura mondiale."" -
Ludwig
Due scrittori belgradesi, un tempo amici inseparabili, sono ora avvinti da un odio incontenibile. Il primo, Ludwig, un vanaglorioso ex autore di best-seller di fama internazionale, in pieno declino fisico, continua a essere idolatrato dal pubblico e dalla critica, e a calcare come una star la scena letteraria e mediatica. Il secondo è l'anonimo io-narrante di questo sofferto e incalzante monologo, un perdente di talento ma in profonda crisi creativa, quasi predestinato al ruolo di cavalier servente dell'amico, più istrionico e spregiudicato di lui. Un morboso gioco delle parti che culmina nell'acquisto di una pistola e in un inganno dalle tinte paradossali: l'appropriazione indebita di un libro mai scritto, il plagio di un'opera soltanto immaginata. E una città come Belgrado, provinciale regina del kitsch e della stampa scandalistica, feroce e umanissima al tempo stesso, è la cornice perfetta di questo grottesco intrecciarsi di verità e finzione. Chi è il traditore e chi il tradito? -
Sfinge
Immersa nelle luci notturne di Parigi e New York ""Sfinge"""" è la storia di una passione divorante e anomala in cui molto viene occultato: dalla prima all'ultima pagina, infatti, il lettore non sa se i due amanti siano un uomo e una donna, oppure due uomini, o ancora due donne. E questo imprime al libro uno stile folgorante e raffinato - a tratti quasi oracolare - che consente ad Anne Garréta di sfoderare la sua stupefacente dimestichezza con gli enigmi dell'eros e una perfetta padronanza del gioco letterario. È difficile non finire irretiti da queste pagine cariche a un tempo di sensualità e di morte: quel che la carne unisce, l'incerta identità dei due protagonisti separa, lasciandoci senza difese dinanzi alle abissali domande suscitate in noi da una divinità inconoscibile, quella sfinge che è l'amore."" -
I fiumi del Sahara
Nell'Albania socialista un giovane studente fa ritorno nella sua piccola città natale in riva a un lago. L'inerzia degli amici d'infanzia, la sonnolenza dei luoghi, la consueta, implacabile curiosità con cui la gente spia le vite altrui non possono che alimentare la nostalgia per la donna amata e il desiderio di essere altrove. Uno smottamento improvviso del terreno blocca la ferrovia - unica via di fuga - e la breve visita si trasforma in un soggiorno prolungato che assume i tratti di un incubo. Così, mentre la neve cade copiosa dal grigio cielo invernale e la realtà pian piano perde i suoi contorni naturali, una fugace storia d'amore e un cruento omicidio fanno sprofondare il protagonista nel gorgo delle sue più segrete ossessioni. Lirico e visionario, ironico e violento, il romanzo di Kycyku ci trascina in un vorticoso susseguirsi di voci e apparizioni, passioni divoranti e febbrili attese, in un processo di disgregazione psichica solcato dai bagliori di un arcano erotismo. Fino a tradursi - come sottolinea Elvira Dones nella sua Presentazione - in un ""generoso invito alla bellezza sublime""""."" -
Suppliziario salgariano
Tra coraggiosi ribelli, intrepidi capitani di navi in burrasca e combattenti formidabili, la fantasia di Salgari ha generato personaggi destinati a sedurre generazioni intere di lettori, e a diventare icone, quando non di moralità, almeno di una certa attitudine nei confronti dell'esistenza. Ebbene, è proprio di tali eroi senza macchia e della loro allure che il Suppliziario rifiuta di dar conto - salvo qualche rara eccezione - con rigorosa fermezza. I protagonisti di questi settantotto impressionanti episodi, infatti, sono poveri sventurati e feroci criminali, tronfi sovrani e umili servitori, comparse spesso anonime accomunate da una parentesi di agonia o da una fine straziante. Dopo oltre un secolo di assoggettamento ai più noti compari, essi ricevono un meritato tributo qui, in questo catalogo di spaventevoli supplizi, selezionati tra le pagine sahariane più truculente ed efferate. È a loro, oltre che alla memoria del ""re dell'avventura"""", che questo repertorio della crudeltà umana è dedicato, nella speranza che il sovrano distacco del suo indimenticato autore possa rappresentare un valido antidoto all'imperante voyeurismo. Con un'introduzione di Santi Urso."" -
Pezzettino mio. Una voce per la vita
Una donna di fronte a una maternità non programmata: paura, dolore e poi.. la decisione. Leggere questo libro è importante per capire quali terribili difficoltà, soprattutto morali, deve affrontare una donna quando è sola e senza lavoro... -
Favole mostruose e non per Pietro
Età di lettura: da 4 anni. -
La poltrona del re
Un giallo che trae origine dalla guerra civile del '44, combattuta nel contado fiorentino con piena vittoria dei partigiani, tra i quali trova posto anche qualche evaso dal carcere di Santa Teresa di Firenze. Un antefatto che ha i colori della storia, ma che si sviluppa negli anni '50. Delitti ben mascherati e classificati come suicidi non convincono i due protagonisti che con tenacia e testardaggine cercano l'assassino o gli assassini... -
La vita nell'osmosi del tempo
"Lenio Vallati, poeta e scrittore, ne 'La vita nell'osmosi del tempo' ha raggiunto la giusta maturità d'espressione, sia emozionale che introspettiva, mai prosaico, attento al mondo circostante dove da diligente osservatore, ne rileva i numerosi riflessi fatti di incanti, difficoltà, gioie e sogni, esponendo il tutto con l'eleganza poetica che lo contraddistingue. Un autore che sa esaltare, attraverso la parola, quel miracolo che si apre ogni giorno, il prodigio che si ripete ogni istante, l'incanto eterno dove ogni vibrazione, ogni palpito ogni pulsazione sono nostra eredità: la vita stessa."""" (Marzia Carocci)." -
La congiura di Catilina
Le torbide vicende della congiura, ordita da Catilina per imprimere una svolta autoritaria allo Stato romano, rivivono, a più di venti secoli di distanza, in un'Italia contemporanea solcata da profonde tensioni politiche e sociali. Liberamente tratto dall'omonimo capolavoro di Sallustio, il romanzo dipinge un affresco cinico e impietoso di una nazione alla ricerca della propria identità, chiamata a una drammatica scelta tra la difesa di una democrazia corrotta e l'incognita di un rovesciamento violento dell'ordine costituito... -
I dolci colori d'autunno
Un oscuro evento si aggira e si protrae nel tempo intorno a una famiglia, che improvvisamente viene a trovarsi immersa nella inspiegabile e tragica morte del capofamiglia, precipitato misteriosamente da una impalcatura. Luca, il figlio maggiore, è il protagonista principale del romanzo. Si laurea in architettura, come il padre, ed entra nel mondo del lavoro, accettando un compromesso che poi lo trascinerà in situazioni sentimentali scabrose e dolorose, perché combattuto tra una passione indomabile e un grande amore, i cui valori reali riuscirà a recepire solo quando... sentirà di aver perduto per sempre la donna amata. -
I migranti tra eroismo e utopia. I flussi migratori visti da Sud
Il saggio tende a dimostrare che verso i nuovi flussi migratori bisogna mettere in pratica teorie che operino tentativi di soluzioni di ampio respiro, permeati di sentimenti di grande umanità e rispetto per sensibilità diverse molto profonde, di cui gli stessi soggetti sono portatori. I migranti oggi rappresentano un fenomeno composito e drammaticamente complicato che, accanto al bisogno e alla ricerca di benessere, contiene altri fattori operanti, di natura politica, economica, sociologica e psicologica. Si guarda al fenomeno migratorio come a un ""atto di rivoluzione e di libertà"""", mirante a costruire una identità nuova e condivisa, frutto delle relazioni tra autoctoni e immigrati. Il fenomeno andrebbe affrontato con linee-guida già sperimentate e con assetti legislativi, che prevedano la creazione di un clima generale di civile umanità e di accoglienza solidale. Le associazioni preposte operano in tutto il territorio nazionale e, per Statuto, non hanno scopo di lucro e racchiudono in sé un patrimonio di sensibilità di natura culturale e comportamentale."" -
Ciarle di un vecchio medico curioso. Sessantacinque anni di democratica folle
L'autore, Salvatore G. Vicario, con le ""Ciarle di un vecchio medico curioso"""" vuole trasmettere l'esperienza, maturata nel corso di tre generazioni, mai travisata da interessi particolari. Dedica il libro agli odierni politici quarantenni convinti di riportare onestà e progresso nel Paese. La fortuna di avere trascorso trentasei anni accanto a Federico Zeri, quale medico personale e come allievo attento, ha rafforzato l'etica della sua vita, indirizzata alla rettitudine e alla verità a ogni costo. Rettitudine e verità collocarono Zeri fra i retrivi, poiché nemico della casta faccendiera e questa non lo ha perdonato neppure da morto. Tuttavia ciò non fa paura al Vicario, confortato dalle prime parole di papa Francesco che, sin dalla sua prima apparizione sul soglio pontificio, ha incoraggiato a non avere paura di stare dalla parte della verità! Queste lezioni morali spingono l'autore, come esempio, a offrire ai nuovi politici alcune delle storture nelle quali si è imbattuto, documentandole con dati inconfutabili. Le malefatte che denuncia nelle sue """"ciance"""" e tante, tante altre, sono alla base dello stato lacrimevole nel quale si dibatte attualmente la Patria Italia.""