Sfoglia il Catalogo ibs023
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3761-3780 di 10000 Articoli:
-
Sui libri malvagi
La potenza di fuoco dei libri è altissima ed è capace, rendendo possibile la conoscenza e il confronto d’idee, di modificare inveterate convinzioni, sovvertire istituzioni politiche e religiose, ed anche sbaragliare eserciti. Per questo, in ogni epoca, tutti i governanti hanno esercitato severe forme di controllo sulla pubblicazione e diffusione dei libri. Oggi, censura e intolleranza vengono praticate, oltreché – in forma violenta – da alcuni Stati islamici, anche, e paradossalmente, da Stati cristiani “democratici, pluralistici e laici” d’Occidente: ciò a dispetto del diritto alla libertà di pensiero e di espressione proclamato solennemente in tutte le Carte costituzionali dei nostri giorni. Infatti, con la medesima logica con cui i vecchi regimi reprimevano le idee ad essi ostili, oggi gli ordinamenti nazionali e comunitari reprimono la manifestazione di idee malvagie adottando e applicando norme che perseguono il “reato d’opinione”. Questo libello raccoglie alcuni esempi di tale percorso storico, il quale evidenzia nuove in-concepibili contraddizioni del tempo presente e nuovi-vecchi pericoli che dovrebbero non solo farci riflettere, ma metterci in allarme. -
L' uomo dalle orecchie a punta è diventato buono
Età di lettura: da 5 anni. -
Regole semplici per un mondo complesso
La complicazione dei sistemi giuridici contemporanei sembra la risposta ineluttabile alla complessità delle relazioni sociali odierne. Ma l'intricato groviglio di regole, tessuto per far funzionare la nostra società, ha finito invece per ingessarla fino a renderla un vero e proprio campo minato. In questo lavoro Epstein propone una ricetta di semplificazione estrema nella sua linearità e convincente nella sua audacia: non c'è altro modo di regolare un mondo complesso se non adottando veramente poche regole semplici. Esse si contano sul palmo di una mano: autonomia, proprietà, libertà contrattuale, stato di necessità e risarcimento del danno contrattuale o extracontrattuale. L'autore esamina queste regole attraverso l'analisi di una ricca casistica giurisprudenziale che ha fatto scuola nel mondo. -
Arcipelago liberale. Una teoria della diversità e della libertà
"Arcipelago liberale"""", tra le opere di filosofia politica degli ultimi decenni, è quella sicuramente più innovativa e in controtendenza rispetto a gran parte degli esiti consolidatisi dopo gli autorevoli contributi di John Rawls e Will Kymlicka. In questo lavoro Kukathas conduce all'estrema coerenza il principio della tolleranza, al punto da contestare la pretesa di voler individuare un'unica, condivisa concezione di giustizia, giungendo a ridimensionare il valore della coesione sociale e rifiutare l'eguaglianza come ideale primario della politica. Una società multiculturale che riconosca il pluralismo non può non accettare al proprio interno la presenza di comunità illiberali e il diritto di dissociazione-secessione come conseguenze logiche ma al tempo stesso originali del liberalismo politico. L'autore disegna l'affascinante prospettiva di una società fino in fondo liberale, indicando le condizioni in cui modi diversi di vita possano coesistere, e non quelle in cui essi debbano essere sintonici; tolleranza dell'intolleranza e possibilità di dissociazione-secessione." -
Racconti
Nove racconti che ogni assennato pedagogo vieterebbe ai suoi discepoli. Nove racconti molto poco edificanti che possono far perdere anche al più disincantato lettore adulto ogni residua speranza che nella natura degli esseri umani prevalga il bene. Solo il feroce candore della narrazione condotta funambolicamente - e cinicamente - sull'incerto confine tra il plausibile e l'assurdo riesce ad esorcizzare la disperante incomprensibilità della vita. -
Donogoo
Quando il sipario si apre, Donogoo è un nome di fantasia segnato a caso sulla carta geografica, quando si chiude è una vera città. In mezzo c’è un vivace film d’azione, come scrive Goffredo Fofi, «in cui convergono lo spirito d’impresa e lo spirito d’avventura, il calcolo e il caso». Con questa commedia, scritta da Jules Romains nel 1930, entrata nel repertorio della Comédie-Française e portata al successo da Louis Jouvet, lo spettatore assiste al trionfo di una truffa colossale, ordita da tre personaggi senza scrupoli. Il banchiere Margajat che fiuta affari d’oro e il professor Le Trouhadec, che manipola la verità pur di essere eletto all’Accademia di Francia, raggiungono i loro scopi grazie all’intraprendente Lamendin. Questi, da aspirante suicida si ritrova dapprima regista per caso del grande bluff geografico-finanziario, poi addirittura padrone assoluto del nuovo regno, fondato una sera da un gruppetto di poveri diavoli in cerca di una città inesistente. «D’altra parte» scrive Romains «tra la verità e l’errore scientifici non c’è mai stato altro che una differenza di data». E tutti vissero felici e contenti perché, conclude Fofi, «Non ci sono vittime, … ma solo complici: anzitutto banchieri e finanzieri, poi scienziati e giornalisti e altri “uomini di cultura”, e di seguito gli avventurieri, che sono i poveri che smaniano di arricchire». -
Quant'erano belle le mie guerre!
«Caro Félix, caro Phuoc, caro Amokrane, io provo, quando paragono la mia sorte alla vostra, un profondo sentimento d’ingiustizia nei vostri confronti, nel vedere come la morte, impaziente con voi, sia paziente con me. […] La morte è per me un’amica, non un ghoul come lo fu per voi. Mi ha tenuto compagnia durante la Seconda guerra mondiale e poi nel corso della Guerra d’Algeria, e più tardi ancora, ma ha rispettato la mia indipendenza. Essa sa che un giorno ci ritroveremo, e mi fa credito.» È questa forse la più intensa e toccante opera di Jacques Vergès, nella quale l’irriducibile, destabilizzante Difensore dei “Già Dannati dal Grande Tribunale d’Occidente” (e, proprio per questo, della dignità di ogni essere umano), in sequenze play-back solo tessute dalla libera associazione della memoria si rivolge agli amici caduti nelle guerre contro la tirannia e l’oppressione. Ma ideali interlocutori di Maître Vergès sono anche alcuni celebri personaggi storici, crudeli dittatori, fanatici rivoluzionari, criminali di guerra, terroristi, e criminali comuni. Un palcoscenico affollato da carnefici e vittime, da vincitori e vinti, da accusatori e accusati, da giudici e rei. E in questo drammatico copione, qual è dunque lo spazio che resta al Difensore? «Se egli riesce a far capire quanto di pericoloso c’è nell’uomo, se fa ammettere al giudice e ai giurati che anche in loro esiste tale minaccia, essi non tratteranno il criminale come qualcuno venuto da un altro mondo, come un marziano, come un essere nocivo: lo tratteranno come un loro simile passato agli estremi.» -
Disquisizione sul governo
"Disquisizione sul governo"""" (A Disquisition on Government , 1850) è un gioiello della scienza politica e il prodotto più sofisticato scaturito dall'esperienza della repubblica americana dopo i suoi primi sessant'anni di vita. In questo saggio, nel quale gli insegnamenti del modello americano vengono analizzati a beneficio del mondo intero, John C. Calhoun individua negli effetti del principio maggioritario semplice una vera piaga, destinata a minare ogni società democratica. E indica anche una soluzione: il principio della maggioranza concorrente, secondo il quale la ricerca del consenso sulle questioni cruciali deve tener conto dei grandi interessi del Paese. L'autore avanza anche una teoria liberale della lotta di classe: la fonte dei privilegi ingiustificati va ricercata nei meccanismi del potere politico e non nel modo di produzione della ricchezza. I veri padroni sono coloro che dominano non i mezzi di produzione, ma l'apparato governativo. Dopo oltre un secolo e mezzo, la critica calhouniana al concetto di maggioranza semplice e la sua contrapposizione fra produttori e consumatori di tasse si presentano sorprendentemente attuali. I problemi derivanti dall'applicazione del principio della """"sovranità popolare"""" e il fenomeno del parassitismo politico - che assillano oggi tutte le società libere - erano già stati messi a nudo durante la prima infanzia delle istituzioni democratiche." -
Il peccato. La sua storia nel mondo giudaico-cristiano
Che cosa è il peccato nella tradizione giudaico-cristiana? In che modo i suoi effetti perdurano e possono estinguersi attraverso il tempo? Come è possibile espiare le azioni peccaminose? In questa acutissima e brillante analisi storico-filologica dei testi biblici l’Autore documenta il processo attraverso cui il peccato, concepito negli strati più antichi della Bibbia come un fardello caricato sulle spalle di chi ha commesso una colpa, o una macchia sulle sue mani, si modifica significativamente a partire dal periodo del Secondo Tempio e via via fino al II secolo a.C. Il peccato assumerà nel Nuovo Testamento, in tutta la letteratura rabbinica e nella cristianità aramaica, la metafora commerciale-finanziaria del debito che deve essere ripagato. L’idea della macchia resterà, ma a quella del fardello si sostituirà l’idea che nel gran libro contabile di Dio, nella banca celeste, verrà registrato un debito: il peccatore diviene il debitore che potrà estinguere il suo debito con la pratica costante dell’elemosina. L’uomo virtuoso e caritatevole diventa invece un creditore il quale accumula un tesoro in cielo che frutterà interessi. Una nuova concezione che subì un tormentato ripensamento all’insorgere della Riforma protestante. -
Costituzione egiziana 1923
«Lungi dal rappresentare una mera curiosità di “antiquariato istituzionale”, la Costituzione egiziana del 1923 appare come uno snodo fondamentale nella storia del rapporto tra autorità e libertà nei paesi arabi. Rileggerla oggi, cercando di collocarla nel suo contesto storico e insieme in una prospettiva di lungo periodo, significa non soltanto proporre una opportuna investigazione sull’esperienza storica del liberalismo egiziano, ma anche porre le basi per una più ampia riflessione sul costituzionalismo nei paesi arabo-musulmani. […] Nella sua genesi e nella sua formulazione, come nella storia delle sue concrete modalità di funzionamento, la Costituzione del 1923 rappresenta in realtà un documento-simbolo delle speranze e dei limiti di quella che è stata definita “l’età liberale” in Egitto e nel mondo arabo-musulmano. Un’età troppo spesso sottovalutata in sede storiografica fino ad anni recenti.»rn(Dall’Introduzione di Giuseppe Cecere) -
Pensieri sulla libertà civile
Nell’anno 1759 il ventisettenne Peter Forsskål pubblica a Stoccolma Pensieri sulla libertà civile. Un pamphlet che, nella Svezia ancien régime di Adolfo Federico, doveva apparire sedizioso perché contestava la sacralità dei sovrani, i privilegi di classe, ed esaltava la libertà di pensiero e di espressione.rn rnIl libello, tirato in 500 copie, subì i fulmini dell’Autorità, che ne ordinò il sequestro. E toccò proprio al grande Linneo, di cui Forsskål era discepolo, l’ingrato compito di recuperare il corpo del reato. Impresa che riuscì solo in minima parte poiché l’autore, con mossa tempestiva, aveva provveduto a ritirare tutti gli esemplari dallo stampatore.rnE poiché, come sappiamo, prima o poi le idee agiscono sulla realtà politica, sociale e giuridica dei popoli, a distanza di soltanto sette anni, nel 1766, anche grazie a questo coraggioso scritto, la Svezia, prima fra le nazioni d’Europa, ebbe la sua legge sulla libertà di stampa. Legge che visse effimera vita ma che rappresentò una miccia d’innesco per future esplosive conquiste. -
Il golpe bianco di Edgardo Sogno
Nel cuore degli Anni di piombo capitò pure che un partigiano liberale, eroe e medaglia d'oro al valor militare della Resistenza, antifascista e anticomunista, fosse incriminato per cospirazione politica da un magistrato, poi deputato del Pci, Pds, Ds, Pd. È la vicenda politica, processuale, umana del leggendario ""Comandante Franchi"""", Edgardo Sogno, e del giudice che lo inquisì, Luciano Violante, poi assurto a presidente della Camera dei deputati. Processo penale e processo politico, accusa e difesa, inquisito e inquisitore si intrecciarono in un coacervo di fatti che fu molto più di un errore giudiziario. Violante mandò in carcere Sogno per cospirazione politica mediante associazione e Sogno denunciò Violante per falso ideologico, un processo, questo, collegato ma poco noto, sebbene il primo si capisca meglio leggendo la sentenza del secondo. Sotto essenziali aspetti, il caso Sogno fu il nostro affaire Dreyfus."" -
Non giudicate. Conversazioni con i veterani del garantismo
«Quando ci siamo conosciuti, Vitiello mi ha fatto una proposta a un angolo di strada, sulla via del caffè: parlo con quattro grandi garantisti, vecchi d’età e a dominante meridionale, e ne riferisco in altrettante pagine di giornale. È un talento assoluto, mi sono detto pensando all’età degli interlocutori che aveva scelto, ai Verri e Beccaria dell’Italia di giù, compassata e filosofica ma incazzata, all’inattualità e alla stranezza perfetta del tutto. Non ho più cambiato idea. Lo stile di Guido Vitiello è fresco, principesco, qualunque testo scriva viene come deve venire una cosa bella quando nasce da una buona scuola dell’esistenza.» - (Dall’Introduzione di Giuliano Ferrara) -
La resa dell'usignolo
La bellezza giace nuda, ha le formiche negli occhi e il corpo avvelenato. Tutto è ignoto – vittima, movente, omicida – come ignoto è il cammino che dovrà compiere Michele, un uomo di scienza e di tecnica che fino alla scoperta apparentemente casuale del cadavere vive «una vita sferica, priva di spigoli, scivolante, senza scosse, ogni oggi verso ogni domani»; egli si troverà a cercare la verità assoluta guidato da un usignolo (reale o immaginato?) in un mondo dove giocano a rincorrersi scienza e magia, il terrestre e il celeste e dove ciò che inizialmente appare dominio del raziocinio si sgretola di fronte a un indefinito nulla. Un racconto poetico e psico-onirico, sospeso, che vuole essere metafora di un’epoca priva di stelle polari. -
La musica medievale e l'arte della memoria
È un'audace sfida alla visione tradizionale della musica medievale quella lanciata in questo libro: l'immagine di una cultura puramente alfabetizzata scolora a favore di una visione più complessa in cui scrittura e oralità interagiscono. Interrogandosi su questioni fondamentali, come ad esempio in quale modo i cantori riuscissero a memorizzare una così grande quantità di musica, e in quale modo la musica composta mentalmente anziché sulla pergamena informasse lo stile musicale, Anna Maria Busse Berger indaga l'impatto dell'arte della memoria sulla composizione e sulla trasmissione della musica medievale. Il suo studio innovativo mostra che l'avvento della scrittura non solo non soppiantò la consuetudine dei compositori di elaborare i brani a mente, ma - al contrario - offrì addirittura nuovi strumenti mnemonici. Gli studiosi hanno creduto per lungo tempo che la musica medievale fosse composta e trasmessa in forma scritta semplicemente perché dal XII secolo buona parte della produzione polifonica fu fissata sulla pergamena. La musica medievale e l'arte della memoria, invece, dimostra con chiarezza che, anche se un brano fu messo per iscritto, non necessariamente fu concepito e tramandato attraverso la scrittura. Il nuovo modello proposto dalla Busse Berger esalta l'interazione fra scrittura e oralità nella composizione e nella trasmissione, approfondendo e arricchendo l'odierna concezione della musica medievale, e aprendo altresì la strada a nuove interpretazioni. -
Armonia e condotta delle voci. Quaderno di esercizi. Vol. 2
Questo quaderno di esercizi, insieme a quelli presenti nel manuale, dovrebbe fornire materiale più che a sufficienza per i compiti da svolgere a casa, le esercitazioni in classe e i ripassi periodici. Inoltre, offre anche un'ampia selezione di passi tratti dalla letteratura per i compiti di analisi. Il loro proposito è quello di portare lo studente, il più rapidamente possibile, alla padronanza delle scale, delle armature di chiave, degli intervalli e degli accordi. -
L'illusione monarca
Cosa accadrebbe se le porte di un carcere fossero aperte dando ai detenuti l'illusione di poter evadere e se l'unico ostacolo che impedisse la loro fuga fosse l'incertezza unita alla paura? Ne ""L'illusione monarca"""" di Marcelo Cohen, uno dei grandi maestri della letteratura argentina contemporanea, il carcere è una spiaggia delimitata da alti muraglioni che si inoltrano per centinaia di metri nel mare e lì si interrompono, lasciando uno spazio aperto all'immaginazione dei reclusi. Il mare diviene così orizzonte di possibile fuga, ostacolo da superare che si frappone al mondo reale, ma anche limite che si trasforma in morte perché quanti provano a scappare affrontandolo vengono per lo più restituiti alla spiaggia senza vita, alimentando i timori di quelli che restano. Di fronte a un mare che confonde e ispira, abbandonati """"tra la libertà dell'ozio e l'equivoca frustata di un orizzonte libero"""", i detenuti oscillano tra rassegnazione e speranza, follia e ragione."" -
La dimensione oscura
Finalista Premio Terzani 2019rnrnIl 27 agosto del 1984, in piena dittatura cilena, un uomo alto, magro, moro, con folti baffi neri arriva negli uffici di una rivista di opposizione. È un agente dei servizi segreti. Voglio parlare, dice, e la giornalista accende il registratore per ascoltare il racconto agghiacciante e inedito di chi ha eseguito sequestri e sotterrato cadaveri, una testimonianza che aprirà la porta verso una dimensione fino ad allora sconosciuta. Messaggero dell'altro lato dello specchio, con la sua confessione l'""uomo delle torture"""" confermava e rendeva irrefutabile l'esistenza di un universo parallelo e invisibile dominato dall'orrore e dal sopruso del potere. Prendendo le mosse da questa scena reale, Nona Fernández entra nella vita dei protagonisti di quella sinistra testimonianza, recupera le storie di quanti negli anni Settanta e Ottanta furono vittime della dittatura e attiva i meccanismi dell'immaginazione per accedere là dove documenti e archivi non sono stati in grado di arrivare, perché a volte l'""""immaginazione è più nitida della memoria"""". Tra cronaca, letteratura e diario personale, """"La dimensione oscura"""" parla di colpa, pentimento e delle emozioni di un intero paese, il Cile, di fronte a un passato fosco e brutale."" -
Il problema dei tre corpi
Sicari e prostitute, uomini perseguitati da povertà, malattia o disagio sono alcuni dei protagonisti di questo volume, funamboli alla ricerca di un difficile equilibrio, sempre compromesso da inevitabili passi falsi, che diventano emblemi di alcuni dei fenomeni sociali che caratterizzano il Messico contemporaneo: narcotraffico, religiosità popolare, cattive condizioni di lavoro. Illuminate dallo sguardo attento, spesso caustico, dell'autrice, le loro storie parlano di intima fragilità e disperazione endemica. Con questi racconti suggestivi e diretti, Aniela Rodríguez rende omaggio alla grande tradizione letteraria del suo Paese, rinnovandola attraverso uno stile vigoroso e personalissimo. -
Fuenzalida
Comincia tutto con una fotografia, una vecchia polaroid che la narratrice trova per caso una sera, a terra, tra i rifiuti vicino al cancello di casa. È una foto sbiadita che ritrae un uomo con indosso un kimono nero, un praticante di kung fu. In quell'immagine consunta dagli anni la donna crede di riconoscere il padre, Fuenzalida, che non vede da quando era bambina e che ormai si è trasformato nel ricordo di un padre, privo di fattezze e lineamenti definiti. La donna inizia così a tessere la storia del suo rapporto col genitore scomparso, ricordi confusi, frammenti di memorie che affiorano e si mescolano alla tragedia della dittatura militare cilena, in un gioco di specchi e di finzioni nel tentativo di stabilire una ""mitologia Fuenzalida"""" in cui credere, una """"storia delle origini"""" che funga da mappa; questo mentre l'improvvisa e inspiegabile perdita di conoscenza del figlio piccolo non la costringerà a fare i conti con un presente irrisolto.""