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La forza delle formiche. Disturbi alimentari: l'esperienza di un modello che cura
Questo lavoro porta il lettore nella realtà dei disturbi alimentari e propone un modello di cura che vuole coinvolgere non solo chi ne è afflitto ma anche le rispettive famiglie. Quest'ultime, insieme alle persone affette dal disturbo alimentare, sono accolte in uno spazio di calore e di accompagnamento alla cura e diventano parte integrante del processo terapeutico, in cui i nuclei familiari che si trovano più avanti nel percorso aiutano quelli appena arrivati in un'unione di intenti che si rivela sempre efficace. L'innovazione di questo tipo di cura risiede nella scoperta del fattore collettivo, che si dimostra determinante per la sua efficacia. -
Dalla distanza alla relazione. Pedagogia e relazione d'aiuto nell'emergenza
Accade che eventi non previsti, a cui la vita ci pone di fronte, si ritaglino un ruolo non trascurabile, delineandosi come opportunità per riconsiderare la condizione di discontinuità e di distanza tra gli esseri umani. Come emerge dalle ferite dell'emergenza sanitaria, sociale ed educativa, occorre prendere atto di una faglia in noi che in genere rimane nascosta, ma che in quanto tale va attraversata per approssimarsi sempre più a noi stessi e all'altro. In questa direzione si pone la riflessione pedagogica sulla relazione d'aiuto proposta da Marisa Musaio per educatori, consulenti pedagogici e operatori socioeducativi, delineando la specificità di una professione che intreccia relazione e costruzione di prossimità. -
Mary Midgley. Emozione, filosofia, ambiente
Una panoramica divulgativa sulla vita e il pensiero di Mary Midgley, filosofa inglese cresciuta accademicamente nell'ambiente di Oxford a inizio Novecento. Dalla visione della filosofia come disciplina complessa al suo rapporto con il pensiero scientifico, le considerazioni di natura epistemologica aprono la porta a una visione maggiormente complessa della natura umana che produce conseguenze in materia di etica. Infine, in forza di un concetto maggiormente dinamico del pensiero e dell'umanità vengono tratte delle conseguenze di tipo ambientalistico, presentate come il culmine del pensiero di Midgley. -
Il virus dell'Occidente. Universalismo astratto e sovranismo particolarista di fronte allo stato d'eccezione
La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere le contraddizioni delle società capitalistiche, rese sempre più fragili e disuguali da decenni di guerra ai salari e ai diritti delle classi subalterne, dallo smantellamento del welfare e dal prevalere di forme di coscienza ultracompetitive. Certo della propria eternità e incapace di immaginare un modello alternativo di legame sociale, l'Occidente ha creduto che il ""virus cinese"""" colpisse solo i paesi arretrati o ritenuti autoritari e che mai potesse diffondersi nelle nostre efficienti e trasparenti democrazie tecnologiche. Invece di prendere sul serio l'esperienza di altre realtà che hanno gestito meglio l'emergenza grazie alla capacità dello Stato e della politica di guidare l'economia e la produzione, subordinando gli interessi privati a quelli della maggioranza, ha negato a essa ogni riconoscimento, fino a procurarsi da solo un rischio estremo per eccesso di hybris. A questa rinuncia suicida a guardare l'alterità non è sfuggito il dibattito filosofico: di fronte allo stato d'eccezione, sia le posizioni dirittumaniste astratte sia il sovranismo particolarista e populista - che dell'odierna egemonia neoliberale costituisce non l'alternativa, ma una scissione conservatrice - condividono infatti il medesimo atteggiamento suprematista, con il rifiuto di elaborare una forma concreta di universalismo e di pensare una diversa configurazione del rapporto tra individuo, società civile e Stato, ma anche una diversa forma di convivenza tra le nazioni."" -
Annali di meditazione e neuroscienze (2020). Vol. 1
Questo primo volume degli Annali di Meditazione e Neuroscienze include gli elaborati finali degli allievi della prima edizione del Master in Meditazione e Neuroscienze, svolto presso l'Università degli Studi di Udine nell'anno accademico 2017-2018. Gli articoli, alcuni presentati in forma breve e altri in forma estesa, trattano temi di storia delle religioni, di tecniche di meditazione, di medicina e psicologia. Sono il risultato dell'esperienza di un anno e mezzo di lezioni impartite dai maggiori esperti italiani nel campo della meditazione e delle neuroscienze, oltre che di studio personale e di pratica della meditazione di consapevolezza. -
Weimar. Critica di una costituzione. Diritti, politica e filosofia tra individuo e comunità
Pensato per il centenario della costituzione di Weimar (1919), questo saggio affronta il problema del fondamento delle costituzioni analizzando criticamente la genesi, le premesse ideali e i fondamenti filosofico-politici della prima costituzione 'normativa' europea, collocata - tra individualismo e comunitarismo, tecnica e cultura - nel contrasto caratteristico della Germania del primo dopoguerra, erede della Bismarckzeit e inconsapevole prodromo del Terzo Reich hitleriano. In quest'ottica la costituzione di Weimar appare non soltanto una costituzione ""postuma"""" - secondo la definizione di Carl Schmitt -, ma anche incompiuta e """"patetica"""", incapace di organizzare il conflitto politico diventandone anzi preda, prigioniera, specialmente nei suoi ultimi anni, di un proceduralismo incapace di decisionalità. La ricerca costituisce, così, sia un contributo alla storia del diritto costituzionale europeo, sia una critica alle ideologie giuridiche astrattamente """"progressive"""" e promozionali, di cui la costituzione weimariana è per molti aspetti - pur nella sua ambivalenza - un modello ancora meritevole di studio proprio perché foriera di moniti sulla pericolosità epocale dell'ideologia dei diritti e del costituzionalismo puramente normativo."" -
Libertà nelle reti
Sei bambini di uno stesso cortile, ognuno vittima di una diversa forma di violenza familiare. Un medico indifferente ed egoista, che non riconosce come suo prossimo neppure il vecchio marinaio che gli ha salvato la vita. Un anziano poliziotto, uno sceneggiatore fallito e un capomastro sullo sfondo di una Riga in trasformazione. Una casa di campagna in fiamme e una famiglia che va in pezzi, nel disegno d'un destino indecifrabile. Due bambini, fratello e sorella, in viaggio verso una città irreale, forse come loro stessi. Le storie di Osvalds Zebris catturano momenti dell'esistenza spesso invisibili a un osservatore distratto, con una attenzione particolare al linguaggio e una visione originale della realtà. I suoi personaggi paiono legati a un destino inappellabile, eppure a tutti viene data la possibilità di un'ultima scelta, la libertà di decidere della propria vita. Con una figura ricorrente nei racconti, un Mihails sfuggente e misterioso, che sembra tirare le fila della libertà di ciascuno di loro. -
L' epica delle stelle del mattino
In questo romanzo la riflessione di Rudi Erebara si sofferma sull'inutilità e la gratuità della violenza, strumento di oppressione dei totalitarismi di ogni genere e tempo. Ambientato in Albania all'epoca della guerra fredda, racconta la storia di Sulejman, un pittore perseguitato dal regime comunista. La vicenda ha inizio il 16 ottobre del 1978, giorno del settantesimo compleanno del dittatore Enver Hoxha, ma anche dell'elezione al soglio pontificio di Papa Giovanni Paolo II, nato e cresciuto nella Polonia comunista. Nella tarda serata di quel fatidico 16 ottobre una forte pioggia scolora le lettere degli slogan celebrativi commissionati ai decoratori della compagnia di Stato, per la quale lavora anche Sulejman. Conclusi i festeggiamenti, il regime ordina la caccia ai presunti sabotatori che, evidentemente, non esistevano. -
Racconti a orologeria
Racconti a orologeria di Faruk Sehic è un testo in cui echeggia puntuale il suono della nostra epoca, il ritmo cadenzato del battito ora forte, ora tenue. La lingua di Sehic misura ininterrottamente il tempo dell'uomo e il tempo delle stelle, il tempo della guerra e il tempo dell'inquietudine, il passato e il futuro, quello che ci sfugge e quello che abbiamo irrecuperabilmente consumato. La vita è un orologio, ma tra il martello della lirica e l'incudine della dura prosa, lo scrittore ci parla del cambiamento. Nei ""Racconti a orologeria"""" si alternano in maniera vertiginosa le nazioni e i popoli, la storia e la memoria, ma soprattutto l'individuo, il mutante, colui che è attraversato dai cambiamenti. Impercettibile a un orologio comune, la velocità di questa dissoluzione svela la fragilità di ogni identità, ma anche della nostra natura umana."" -
La vita inedita. Diario 1933-1993
Interrogando incessantemente la realtà geografica, umana, culturale, sociale e politica del Portogallo e del mondo senza mai piegarsi ad alcun compromesso in grado di mettere a rischio la sua libertà, Miguel Torga ha tenuto per sessant'anni, dal 1933 al 1993, un diario. Oppositore assoluto, visse da esule in patria le lunghe decadi della dittatura di Salazar, poi la «rivoluzione dei garofani» del 1974 e infine il brusco passaggio del suo paese alla modernizzazione di cui, negli ultimi anni, non smise di descrivere vizi e distorsioni. Sempre in rivolta, indignato da tutto ciò che oltraggia la figura umana e affligge l'autenticità delle sue relazioni, Torga non cadde mai nella trappola della gratificazione o della compiaciuta realizzazione di sé. La parola che ci consegna nelle pagine di questa antologia, con rigore e forza agonica, è un vero e proprio «atto ontologico», lontano da ogni linguaggio criptico e gergo sapienziale, strumenti che, secondo lo scrittore, rafforzano la presunzione e inaridiscono l'anima di chi li utilizza. L'opera diaristica di Torga è, al di là di tutte le sue diagnosi tanto lucide quanto lungimiranti, un ostinato invito a «non abituarsi alla vita», un vademecum di disperata speranza a viverla cercando di non consentire ai nostri sensi e alla nostra mente di banalizzarla. Allo scopo di poter rinascere ogni mattino, inediti. -
Cool, hip, beat. Dal jazz moderno a Jack Kerouac
Alcuni aspetti dell'identità statunitense e la forza del suo soft power hanno concorso a rendere celebre, verso la metà del Novecento, uno stile creativo (tra musica, spettacolo e letteratura) e un atteggiamento sociale e comportamentale espressi da termini sintetici e fortunati come hip e cool. È stato soprattutto il jazz moderno, con personaggi di primo piano quali Duke Ellington, Lester Young, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Dave Brubeck, Chet Baker, John Lewis e il suo Modern Jazz Quartet, a sviluppare musicalmente il concetto di cool, al quale hanno contribuito anche raffinati interpreti vocali quali Billie Holiday e Frank Sinatra, con una sensibilità venata di sottile understatement. Ma il jazz moderno ha a sua volta influenzato la letteratura della beat generation, in particolare l'opera di Jack Kerouac (ispirata da Charlie Parker), il cui ampio lascito risulta ancor oggi imprescindibile. -
Da Graz a Padova. Vittorio Benussi, Cesare Musatti e la via austro-italiana alla psicologia delle gestalt
A partire dal secondo dopoguerra e fino agli anni Settanta del secolo scorso la Gestalttheorie (o teoria della forma) ha rappresentato l'orientamento dominante nella psicologia accademica italiana. Il gestaltismo italiano non rappresenta però una semplice diramazione del gestaltismo classico: le sue radici vanno rintracciate nella pionieristica attività scientifica di Vittorio Benussi (1878-1927) e Cesare L. Musatti (1897-1989), secondo un asse che idealmente unisce le Scuole psicologiche di Graz e Padova, e con esse quelle di Trieste e Bologna. Si tratta di una prospettiva teorica che ha saputo declinare la ricerca percettologica in senso fenomenologico-sperimentale iuxta propria principia e che ha messo progressivamente sullo sfondo alcune delle istanze più radicali del gestaltismo berlinese (in particolare il postulato dell'isomorfismo, che afferma l'identità strutturale tra il piano dell'esperienza diretta o fenomenica e quello degli eventi fisiologici corrispettivi) e che nell'opera di Fabio Metelli, Gaetano Kanizsa e Paolo Bozzi ha trovato un proprio fecondo sviluppo anche a livello internazionale. Dopo aver considerato il milieu filosofico-psicologico nel quale questa tradizione di ricerca austro-italiana ha avuto origine (dalla psicologia brentaniana alle dottrine di Christian von Ehrenfels e Alexius Meinong), il volume offre un'ampia ricognizione storico-critica del magistero di Vittorio Benussi a Graz e a Padova, rintracciandone l'eredità scientifica nell'opera musattiana e nella variegata tradizione percettologica italiana. -
Psicologia e psichiatria come filosofie della persona. Fenomenologia e deontologia della fragilità
Se la psicologia è lo ""studio della psiche"""" e la psichiatria la sua """"cura"""" (secondo l'etimo greco), per millenni la filosofia è stata prima di loro """"medicina e cura dell'anima"""", così da conquistare sul campo la facoltà di occuparsene. Da qui la necessità di un approccio transdisciplinare alla salute mentale che integri il piano scientifico (logica descrittiva e materialistica causa/effetto) col piano della comprensione esistenziale, fenomenologica, personalistica. Oltre i prontuari diagnostici e le linee guida, bisogna acquisire una coscienza critica e ripensare sia la relazione terapeutica sia il rapporto normale/anormale, funzionale/disfunzionale, adattato/disadattato, sano/malato, ragione/follia. Un volume per studenti, operatori professionali e pubblico colto, utile per calibrare quei giudizi con cui stimmatizziamo volentieri la personalità altrui dimenticando di valutare la propria."" -
Virus ex machina. Scritti meta-scientifici al tempo del coronavirus
Mentre si avviava la quarta edizione degli ""Incontri con la macchina"""" è scoppiata la pandemia di Covid-19. Così, agli incontri di Epistemologia della macchina - un corso trasversale della Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino, frequentato da giovani appartenenti a tutte le svariate declinazioni della cultura politecnica (e non solo) - è subito apparsa all'orizzonte una nuova sfida. Come il deus ex machina della tragedia greca, infatti, anche il Coronavirus è arrivato a modificare i nostri comportamenti; ma, poiché viviamo in una società che """"non può non dirsi tecnologica"""", sarebbe stato un errore ritenerne le cause e gli effetti immuni da una dimensione high-tech: saremmo certamente stati diversi, ci saremmo comportati in altro modo, se fossimo vissuti senza le """"macchine"""". Con questa consapevolezza, tra i rigori della scienza e le fantasie più sfrenate, gli scritti qui raccolti si proiettano verso un futuro ormai prossimo."" -
Solemnidad de la civilidad. Vol. 1
Il fenomeno delle periferie testimonia il fallimento della civiltà contemporanea. Esploso con una rapidità virulenta, in pochi decenni ha messo in scena l'estinzione dei valori umani su scala planetaria. Ma più del fenomeno in sé, stupisce l'assenza di un altro fattore. L'inesistenza di una cultura critica di fronte a questo immane processo di disumanizzazione del mondo. -
Linguistica e filologia in Unione Sovietica. Trilogia fra sapere e potere
Il presente volume si snoda su binari differenti e paralleli. Nel primo capitolo vengono presentate alcune questioni filologico-linguistiche alla luce dei cambiamenti radicali che caratterizzarono l'Unione Sovietica nei primi decenni del XX secolo, a cavallo della cesura epocale rappresentata dalla rivoluzione, o colpo di stato, dell'ottobre del 1917. Vi si cerca di mettere in rilievo il contributo del pensiero linguistico russo - e slavo - allo sviluppo della disciplina e, nel contempo, il dilemma della contrapposizione ideologico-epistemologica fra Europa occidentale ed Europa orientale. Il secondo capitolo ha come protagonista eponimo una figura piuttosto controversa della linguistica sovietica, Nikolaj Jakovlevic? Marr, che negli ultimi anni è tornato in auge, non solo come esempio emblematico di perversione ideologica, con il conseguente recupero di alcuni frammenti del suo pensiero non lineare. Il terzo e ultimo capitolo riprende il tema del rapporto fra ideologia e scienza, applicato all'ambito degli studi linguistici e filologici in Unione Sovietica: vi si propone un confronto fra la posizione a lungo indiscussa di Marr come promotore di un nuovo indirizzo linguistico e la figura quasi ieratica di Dmitrij Sergeevic Lichacëv, corifeo degli studi medievistici, qui visto come fondatore di un modello ecdotico alternativo alla critica del testo occidentale. Il basso continuo che soggiace, più o meno percepibile, all'intera narrazione è il complesso e delicato rapporto fra ricerca umanistica - nel caso specifico linguistica e filologica - e potere, fra ideologia e scienza, fra libertà del singolo individuo e presunte o reali esigenze della collettività. -
Homo homini unctor. I paradossi del lockdown
"Durante i lunghi mesi di sofferenza del cosiddetto lockdown, mosso dalla volontà di superare il senso di scissione, Luigi A. De Caro ha composto di getto questo saggio. Con argomentazioni stringenti ma aperte al dibattito, Homo homini unctor pone in questione la ratio del confinamento in casa: non si vieta direttamente il contatto ravvicinato con altri, ma si decide di tagliare alla radice la possibilità di contagio, criminalizzando addirittura chi esce. È l'imposizione, arbitraria, di un nuovo ordinamento sociale ove l'uomo viene ridotto a untore per l'altro uomo.""""" -
Lo Spinoza di Leo Strauss. Un'ermeneutica della teologia politica spinoziana
In prospettiva di una realtà senza prospettiva, la questione della ridefinizione dell'identità ebraica, da cui prende inizio l'opera straussiana, assume l'eco universale di una ricollocazione generale dell'identità umana nell'era contemporanea. Consapevole dell'insufficienza delle risposte fornite sia dall'ebraismo liberale che da quello ortodosso, Strauss comprende che la ""questione ebraica"""" non vada considerata alla stregua di un fenomeno sociopolitico. Il lavoro straussiano s'incastona adeguatamente nella problematicità di tale contesto e tenta di rispondere a quelle esigenze dettate da un'epoca svilita dal nichilismo nietzschiano. Egli si porrà dinnanzi a una sfida molto ampia, che sarà quella di dimostrare che un """"ritorno"""" sarà possibile soltanto se si proverà che l'Illuminismo moderno non sia stato capace di minare le fondamenta stesse della fede. La realizzazione di ciò coinciderà nella confutazione della critica di uno dei più feroci illuministi moderni: Baruch Spinoza."" -
Un salto nell'alto. Vol. 1132: Ascensioni e precipizi. 64 poesie.
"Che poesie sono mai codeste? E sono poi poesie? Ho fatto un lavoro così disincantato, che di sicuro la poesia ho scacciato. Restano righe brevi e secche, qualche volta negate da rime astruse. Non posso far credere di averle scritte convinto di scriverle. Ho piuttosto giocato un gioco rischioso: ho fatto poesie per nulla poetiche, ma fredde come un'operazione di matematica. Non so se qualcuno le troverà gustose. Io so solo che dopo questo libro ne verrà un altro che ce lo farà rimpiangere""""." -
Un salto nell'alto. Vol. 616: proprietà personale, La.
Al culmine della personalità, l'uomo si trova al vallo del mondo, e in questo si introduce come terra tra la terra, umilmente, come il meno prezioso degli ingredienti. Il suo transito avviene a un punto assai elevato nella linea direttrice della personalità, ma questo luogo è infinitamente basso secondo la linea direttrice della mondanità. Il mondo preme sulla persona, che ora deve avviarsi sul nuovo cammino, come terra nella terra. Il nuovo cammino è imperscrutabile, ma urge e incalza in modo violentemente incoraggiante. Avremmo sostato volentieri su quel culmine di accesa personalità, ma tutto si è mosso intorno a noi e la sosta ci è negata. La proprietà ci ha portati così avanti, senza neanche che di proprietà ci accorgessimo di fare esercizio, che ora ci rendiamo conto che l'appropriazione, quando è compiuta, è anche conclusa. Nulla veramente ci appartiene se non quello a cui apparteniamo: nulla ci è proprio quanto il nostro attribuirci; raggiungiamo il raccoglimento, la perfetta congiunzione, quando finalmente ci diffondiamo sul mondo come luce solare. La nostra proprietà, allora, non esiste, poiché la raggiungiamo quando siamo perduti.