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Carlo Sgorlon. Scrittore e intellettuale friulano
Il presente volume contiene gli interventi della giornata di studi organizzata dall'Università degli Studi di Udine in occasione dei 10 anni dalla scomparsa di Carlo Sgorlon. Tutti i contributi sono stati rivisti dagli autori e in qualche caso ampliati rispetto alla presentazione. Il risultato è un insieme multiforme ed estremamente ricco di saggi e approfondimenti, che consente di esplorare la poetica dello Sgorlon narratore epico, m anche saggista e fine letterato. Questa iniziativa intende contribuire all'analisi e alla diffusione delle opere e del pensiero di Carlo Sgorlon, uno dei più grandi autori della letteratura friulana e italiana contemporanea. -
Le trasformazioni della science de l'homme. Anna Maria Battista e la psicologia politica
Da Montaigne a Hobbes, da Mandeville a Bayle, il pensiero filosofico-politico moderno attraversa una fase di profonda revisione del suo statuto epistemico. La forte crisi della politica classica nel suo rapporto con l'etica si manifesta in questi autori nella forma di un'analisi spregiudicata e lucida dell'agire umano e delle sue motivazioni e nel tentativo conseguente di rifondare su basi completamente nuove l'ordine e la convivenza sociali, resi precari dalla diffusione del conflitto politico-religioso in Europa tra Cinque e Seicento. A questo tema la storica del pensiero Anna Maria Battista, scomparsa ancora giovane più di trent'anni fa, aveva dedicato un capitolo importante della sua ricerca, evidenziando la nascita, in quell'analisi e in quel tentativo, di una nuova scienza dell'uomo, la psicologia politica. Attraverso il confronto con quei protagonisti del pensiero politico moderno, gli autori dei saggi contenuti nel volume - tra i più importanti studiosi del settore - ripercorrono le tesi di Battista, verificandone oggi la potenzialità euristica e l'attualità e rievocando così la sua figura intellettuale e umana. -
La trappola delle emozioni. Dal caso Phineas Gage (1848) alla terza guerra (2048)
Perché la trappola delle emozioni? Senza il loro ""colore"""" non si può scegliere in modo adeguato. Phineas Gage è un caso emblematico, indagato dal grande neuroscienziato A. Damasio. 1848, un incidente sul lavoro e una lesione cerebrale impediscono al ragazzo di adattare le emozioni al contesto sociale. L'assenza di una consapevolezza emotiva, ormai collettiva, ci conduce al 2048. L'esplosione nucleare pone fine alla Terza Guerra, e un Progetto dal Centro del Sistema-che-è-Tutti-i- Sistemi impiega cavie umane per i test. Una di loro, Elène, usa le sue abilità e fugge. L'evasione scardina le consuetudini degli scienziati e affiorano memorie. David, il neuroscienziato protagonista, malgrado ignavia e narcisismo, pianifica una fuga con i ribelli. Incontrano Irradiati e l'Uomo della Palude. Poi il Centro esplode. Dopo un lungo viaggio si accampano in una piana. Scoprono messaggi in bottiglia di filosofi, scrittori, poeti, scienziati. Li proteggono con cura perché solo la memoria del passato costruisce il futuro."" -
Contro il realismo e altri saggi
I periodi di crisi sono spesso caratterizzati da un ritorno alla tradizione più acritica e superstiziosa e a concezioni filosofiche, religiose e politiche che ispirino certezza e sicurezza. L'uomo, disorientato e insicuro, non aiutato da un'adeguata istruzione scolastica né da una preparazione culturale critica, incapace di crearsi da solo una propria identità, cerca sicurezza ovunque capiti: droga, violenza, religione. In ambito filosofico si cerca la sicurezza nella metafisica, che, in qualunque sua accezione, è sempre una forma di realismo. Il presente volume raccoglie otto saggi critici, che, argomentando contro il realismo nelle sue forme più recenti, si confrontano con gli autori più rilevanti del pensiero del Novecento: Russell, Wittgenstein, Carnap, Quine, e altri ancora. Autori oggi quasi dimenticati, ma che vale invece la pena di riprendere in mano per la robustezza delle loro argomentazioni e per la profondità delle loro analisi. Attraverso un percorso critico personale, l'autrice propone una prospettiva che, riconoscendo nella dialettica tra teoria e prassi la funzione costitutiva di linguaggi, fa appello alla responsabilità dell'uomo per orientare la scienza verso nuove possibilità di azione umana sul mondo e per la realizzazione di una razionalità, non già data, ma possibile. -
D'amore e d'arte. Le lettere a Eleonora Duse di Aleksandr Volkov nel lascito Thun-Salm e Thun-Hohenstein
Le lettere, quasi del tutto ignorate per più di novant'anni, raccontano la storia d'amore di Volkov e della Duse, che si alimentò di arte e vita. Questo epistolario diventa un giacimento prezioso per ricostruire quello che Hofmannsthal ha definito ""il mistero della sua arte irripetibile"""", ci svela le ragioni che determinarono quei mutamenti formali che furono incisivi nella recitazione più matura di Eleonora Duse."" -
Disincanto della religione. Ingenuità della ragione? Dall'esclusione, al riconoscimento, alla correlazione
Il campo di ricerca nel quale si inserisce questo lavoro è quello del dibattito intorno alla collocazione della religione in rapporto all'altra componente dell'umano, la ragione. Religione e ragione hanno attraversato un lungo e non semplice percorso di confronto: sono passate dalla fase dell'esclusione al riconoscimento, per approdare alla ricerca di una correlazione reciproca. È la situazione nella quale ci troviamo a dibattere oggi. Da questa premessa prenderà avvio la proposta di una condizione originaria e fondamentale che abbiamo chiamato unità-totalità ""sostantiva"""". Sarà la ricerca storico-antropologica di Julien Ries a dare avvio e forma alla """"novità"""" nello studio dell'antropologia umana: """"la nuova antropologia religiosa fondamentale"""". L'homo religiosus come chiave di lettura della ricerca sulle religioni e sulle culture. La narrazione filosofica proposta da Charles Taylor farà emergere il cammino, la validità e il rapporto reciproco tra religione e ragione. Emergerà con forza la proposta di unità-totalità """"sostantiva""""; unità, perché inscindibile è l'essere; totalità, in quanto complementarietà di differenze; """"sostantiva"""", in ragione della sostanza individuale dell'essere umano."" -
Il sognatore sveglio. Alberto Savinio 1933-1943
Intellettuale proteiforme e caleidoscopico, Alberto Savinio si è mosso con intelligenza e arguzia tra le maglie camaleontiche della cultura italiana in una delle fasi più drammatiche della storia del nostro paese, e cioè il periodo che intercorre tra gli ""anni del consenso"""" e l'inizio della guerra civile. In questo libro Lucilla Lijoi ricostruisce l'itinerario dell'artista nel decennio 1933-1943, attraverso l'analisi dell'attività letteraria, critica e giornalistica di un uomo in bilico tra coazione e consenso, autonomia ed eteronimia della figura dell'intellettuale. Il lavoro, affrontato mediante l'indagine del materiale d'archivio e lo studio della collaborazione di Savinio ai periodici di epoca fascista, è altresì corredato di un'appendice bibliografica per gli anni in oggetto. A emergere è la fisionomia di un percorso che, avviatosi nell'alveo della """"nuova civiltà italiana"""" immaginata da Mussolini, sfocia in un sostenuto e programmatico antifascismo, che Savinio interpreta alla luce di un originalissimo """"neoumanesimo surrealista""""."" -
Nicodemo a San Pietroburgo. Dostoevskij, due donne e la laicità della grazia
Osservando e ascoltando i personaggi di Delitto e castigo - Sonja e Lizaveta, soprattutto, ma anche Raskol'nikov, Marmeladov e Katerina Ivanovna - l'autore ne coglie i legami con alcune tematiche attuali, in una riflessione tanto intima e personale quanto radicata nei temi portanti della ""mitobiografia"""". Sonja sembra delineata da Dostoevskij a partire dal Cristo giovanneo e dal """"Cantico del servo sofferente"""" di Isaia; il dialogo tra lei e Raskol'nikov riecheggia quello tra Gesù e Nicodemo; Lizaveta e il Vangelo che proprio lei ha donato a Sonja (Lizaveta è la seconda vittima di Raskol'nikov, che nemmeno ricorda di averla uccisa) sono il cuore della narrazione di Dostoevskij. Ne emergono la possibilità di una piena libertà dalla colpa e dal male come destino, il superamento dell'immaginario paterno legato al divino, la concretezza quotidiana del bene e del perdono. Una grazia """"laica"""" appare come sostanza del mondo, o meglio: come sua e nostra modalità di esistenza possibile."" -
Conflitti di cittadinanza. Jürgen Habermas e il problema del «soggetto rivoluzionario»
Attraversiamo una crisi di sistema – ambientale, economica, sociale, politica – che minaccia le democrazie costituzionali e la stessa umanità. Eppure la nostra capacità di apprendere dalle catastrofi è assai limitata: abbiamo bisogno di una nuova teoria critica della società per capire che fare e, soprattutto, per individuare chi può fare ciò che andrebbe fatto. Esistono oggi, e come agiscono, soggettività collettive capaci di realizzare un progetto di trasformazione radicale? La filosofia di Jürgen Habermas può fornire una risposta, a condizione di essere “rimessa sui piedi” delle lotte sociali da cui derivano le sue categorie fondamentali. L'alternativa al neo-liberalismo e al nazionalismo emerge così nei conflitti di cittadinanza: i cittadini e le cittadine, attuali o potenziali, usano la forza del diritto per contrapporsi ai poteri capitalistici, burocratici e autoritari, allo scopo di estendere la titolarità e il godimento dei diritti a vantaggio di chi ne è stato escluso. -
Scrivere di sé ai tempi del Coronavirus. @caraluatiscrivo
La Libera Università dell'Autobiografi a di Anghiari ha voluto esserci quando, a causa del Coronavirus, molti si sono trovati a dover ripensare le proprie giornate e, in certi casi, l'intera architettura della propria esistenza. Oltre ottocento persone hanno aderito al progetto compiendo un gesto antico quanto nuovo: scrivere di sé. Ciò che è venuto fuori dalle penne e dai cuori di chi ha raccolto l'invito della LUA è contenuto in questo libro, che propone una panoramica delle diverse forme di scrittura pervenute quotidianamente a caraluatiscrivo@gmail.com e raccolte durante il periodo del confinamento e della successiva ""fase 2"""". L'analisi dei testi vuole restituire il percorso di attraversamento della solitudine, della paura e del dolore che ha reinventato la vita di chi ha scritto e le ha restituito significati inediti. È il racconto di una crescita in cui la scrittura è stata strumento essenziale per ritrovarsi e scoprire dentro di sé le risorse per affrontare una circostanza difficile. Prefazione Paolo Di Paolo."" -
Verso Ponente. Viaggio nelle periferie della Superba
Con il presente volume si è inteso affrontare la problematica delle periferie urbane e in particolare quella genovese che, in virtù della conformazione affatto particolare del territorio, si presenta nella sua unicità rispetto ad altri modelli coevi. Ci si riferisce al Ponente genovese, ossia a quella striscia di terra lunga 15 chilometri e parallela al mare su cui si concentrano gli ex comuni rivieraschi inglobati nella Grande Genova nel 1927, cui si aggiunge la direttrice valliva lungo l'asse del torrente Polcevera, dove oggi si succedono in sequenza ben quattro quartieri periferici di antico sedimento, intervallati da infrastrutture commerciali e industriali o gasometri spesso in stato di abbandono. Il volume, pur presentandosi come un saggio strutturato, in realtà è il viaggio di uno scrittore e studioso della città attraverso una delle aree più urbanizzate e popolate, ma al tempo stesso, meno conosciute. Per sua specificità, la letteratura di viaggio possiede una libertà sconosciuta alla narrativa di finzione, comprendendo, infatti, la scrittura letteraria, quella saggistica e quella autobiografica. Tale libertà si andrà a poco a poco scoprendo nella lettura di queste pagine. -
La cura delle radici. Corpo, bambini, futuro
Le parole umanità, essere umani, restare umani sono sempre più frequentemente pronunciate in tutti i canali di comunicazione. Forse tutti cerchiamo proprio quelle radici comuni che ci stanno sfuggendo, ciò che ci tiene insieme, al di là delle nostre idee, fedi e convinzioni politiche? In questo libro si propone una via, una prospettiva di ricerca, un'ipotesi di lavoro: occuparsi dei bambini con sguardo aperto porta a occuparsi dell'umano in generale. In loro possiamo riconoscere un senso per il nostro esistere, la dimensione originaria e autentica di quel che siamo; attraverso di loro possiamo misurare, valutare quanto la nostra storia personale e quella dell'umanità abbiano rispettato o snaturato quella originaria identità e accingerci a fornire la cura necessaria per rigenerare le nostre radici. Il quadro in cui la riflessione si dipana è quello presente, nasce da ciò che sta avvenendo attorno a noi oggi, si rivolge a ciò che ci caratterizza senza distinzioni. Per interrogare le nostre comuni radici umane. -
L' inesistenzialista di Ca' Mantica
L'inesistenzialista di ca' Mantica è il diario 1959-1960 di uno studente liceale che documenta come le dinamiche psicologiche, che portano tutti al desiderio di superare se stessi e alla sicurezza personale, assumano in ognuno peculiari e imprevedibili modalità di espressione. I passi dell'inesistenzialista per raggiungere questa meta si sono diretti su sentieri diversi da quelli che avrebbero potuto essere percorsi insieme agli altri. Questi ultimi, invece, sono stati usati come termine di paragone e come rivali in una sterile esibizione di potere che avrebbe potuto condurre a delinquenza, dissocialità, tossicodipendenza. L'inesistenzialista non ha consapevolezza di cosa lo faccia sentire incompleto e di quale sia stata la causa del suo non esistere, ma questo vuoto avrebbe potuto essere colmato solo sentendo di appartenere a una comunità con cui condividere obiettivi e modalità per perseguirli, come appare dalle puntuali notazioni psicopedagogiche del curatore. Non si tratta di un'opera di carattere analitico, ma le riflessioni quotidiane, che documentano lo stile di vita dell'inesistenzialista, fanno intravedere in filigrana in cosa consista il suo sentimento d'inferiorità rimosso e come a questa originaria rimozione si sia collegata tutta una serie di ""rimozioni derivate"""". L'ampio spazio dato agli eccezionali insegnanti del liceo e al loro ruolo permette, infine, di stabilire quale fosse la trama su cui essi hanno intessuto il loro progetto educativo e come questo possa essere ottimizzato per meglio inserire e far realizzare nella comunità ogni ragazzo. Introduzione Luigi Marasco."" -
Sotto queste forme quasi infinite. La narrazione tra letteratura, filosofia, teatro e cinema
Sotto queste forme quasi infinite, espressione di Roland Barthes presa in prestito per titolare la presente raccolta di saggi dedicati al tema della narrazione, equivale a una dichiarazione d'intenti: gli studi qui riuniti - accomunati da un'aspirazione euristica, analitica e investigativa di ampio raggio nel campo della narrazione - sono stati selezionati puntando all'eterogeneità delle discipline, delle metodologie e delle forme narrative indagate. Si accostano così fra loro saggi di letteratura, filosofia, teatro, cinema: dal confronto fra le specifiche narratologie e dal dialogo fra i metodi di ricerca emerge un panorama composito, fervido, che proprio nella dimensione interdisciplinare trova occasione di essere restituito nella propria complessità. -
Decolonizzare il museo. Mostrazioni, pratiche artistiche, sguardi incarnati
Il museo è lo specchio colossale in cui l'Europa si è costruita e rappresentata, anche attraverso il riflesso dell'immagine di altre culture: culture esposte mentre se ne costruiva, parallelamente, l'invisibilizzazione. Museo, nazionalismo e colonialismo parlano la stessa lingua. Oggi il colonialismo cambia forme e modalità di espressione, ma la sua potenza non si è ancora esaurita. Sopravvive anche nei musei contemporanei, in particolare nei musei etnografici, e in tanti altri ambiti del vivere sociale, perché oltre la messa a fuoco museale che questo libro propone, la questione riguarda tutto quello che c'è intorno, a perdita d'occhio. Una colonialità eclatante e millimetrica, pubblica e domestica, che abbiamo interiorizzato nel nostro ordinario, e che abbiamo la necessità di comprendere e trasgredire in tutti i luoghi in cui si esprime. Il museo può diventare un luogo cruciale: a partire da un'analisi riflessiva e critica delle sue radici coloniali, può trasformarsi in un vero e proprio laboratorio di pratiche di decolonizzazione. Il libro propone alcune tracce possibili di questo processo, attraverso la rimediazione delle arti contemporanee. -
Altri mondi. Tra geografia e letteratura
Il volume, che raccoglie sei contributi di studiosi di varie discipline sul tema dei mondi immaginari, perduti e ritrovati, si discosta dalle prospettive legate a specifici ambienti della realtà fisica (oggetto dei precedenti numeri della collana) per proporre indagini sulle modalità delle rappresentazioni fantastiche, in cui alla componente spaziale si accompagna quella temporale. Poesia, narrazione, storia e geografia hanno spesso esplorato le valenze simboliche di un motivo giocato su registri eterogenei, ricco di suggestioni e sollecitazioni, nutrito di elementi classici, mitologici e leggendari e, nello stesso tempo, orientato all'invenzione di universi alternativi e di altre categorie dell'esistenza, essenziali per riflettere sulle questioni cruciali dell'identità e dell'alterità. -
Insularità. Una metafora per l'opera d'arte
A partire dai primi anni del XX secolo, anzitutto in area germanofona e poi in Italia e in altri contesti, all'interno delle concezioni che hanno insistito sull'autonomia come carattere distintivo dell'arte, si è fatto ricorso a più riprese alla metafora dell'insularità. Le particolarità di un'isola - l'essere separata dalle altre terre e ""incorniciata"""" dal mare, l'avere contorni ben definiti, il distinguersi per particolari elementi autoctoni - sono state adattate all'opera d'arte per rivendicarne l'autosufficienza semantica e la conseguente esigenza di essere compresa e interpretata secondo principi a essa immanenti. Di qui l'impiego di vocaboli quali il tedesco Inselhaftigkeit e il suo corrispettivo italiano """"insularità"""". Alla storia di questi termini in ambito estetico e storico-artistico, che coinvolge personalità come Simmel, Lukács, Dessoir, Ortega y Gasset, Schlosser, Croce, Betti, Pareyson e altri studiosi, sono dedicate le pagine di questo volumetto."" -
Gli anni della rivolta. Il '68 a Milano e nell'hinterland raccontato da alcuni suoi protagonisti
Il '68 nel racconto autobiografico di chi, giovane in quegli anni, è stato diretto protagonista delle lotte e dei sogni dei tanti - studenti e operai - che scandendo slogan e parole d'ordine scendevano in piazza, occupavano le aule universitarie o i reparti delle fabbriche. Storie di amicizie, di scontri e incontri, di crescita culturale, di rivendicazioni sociali e rivalse politiche, rivissute con gli occhi dell'attualità di ieri diventata oggi storia. -
Transiti. Percorsi di scrittura femminile tra Iran e America
Negli anni che precedono e seguono la rivoluzione iraniana, il crescendo di atti di restrizione libertaria motiva tentativi di fuga e volontà di autodeterminazione. Le ondate diasporiche, perlopiù verso Europa e Stati Uniti, lentamente tramutano le estraneità vissute in patria in un posizionamento instabile, contrassegnato da ""stati del tra"""" e definizioni confuse. Questa narrazione a più voci vorrebbe abbattere almeno una parete delle mura invisibili sollevate attorno alle opere letterarie di autrici irano-americane di differenti retaggi e generazioni. Poesie, racconti, romanzi e memoir sono la mappa di un'indagine che raccoglie tracce di straniamento e le esamina come prove di riscrittura del sé. Oscillazioni e spaesamenti sembrano predisporre ogni scrittura a essere strumento di revisione di una condizione identitaria incerta, trame e composizioni sono rilette come drammatizzazioni visibili di un transito."" -
Sinestesie e anamorfismi. Tra filosofia e letteratura
Il volume si propone di cogliere alcuni motivi centrali, alcune tracce, spesso carsiche, alcune zone in penombra, dell'immaginario poetico di autori come Borges, Montale, Pozzi, ma anche del laboratorio filosofico di pensatori contemporanei, come Heidegger, Husserl, Jaspers, Zubiri, costeggiando ormeggi nascosti, insenature profonde, azzardando avventurosi approdi, nel tentativo di scoprire, così, qualche inedita pista nei loro straordinari atlanti riflessivi. Emergono, in primo piano, tra altri, i temi del labirinto, del tempo, della parola poetica, dell'estasi mistica, del confine tra alterità e medesimezza, attraverso una rilettura dell'uso delle sinestesie e soprattutto dell'anamorfosi come facoltà di rappresentare un'immagine, un oggetto, un concetto attraverso una lente prismatica che non riproduce l'oggetto nella sua ""oggettività"""", bensì """"ricreandolo"""", in una ulteriore proiezione, che conferisce ad esso una diversa natura ontologica.""