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Generazione nerd. Gioco, tecnologia e immaginario di una subcultura mainstream
Dagli ideatori dei primi computer nel secondo dopoguerra ai capitani d'industria come Bill Gates, Mark Zuckerberg e Steve Jobs, Generazione nerd descrive ed esplora una cultura che sta cambiando le nostre vite. Con interviste ad autori, addetti ai lavori, giornalisti e gente comune, tutti legati a vario titolo a questa cultura e ai suoi settori (giochi di ruolo, giochi da tavolo, LARP, wargame, letteratura di genere, tecnologia, ecc.), il libro presenta uno spaccato attuale, dinamico e articolato di cosa significa essere nerd in Italia. Una ricostruzione prima nel suo genere, significativa eppure snella. Uno degli obiettivi: comprendere come dal pregiudizio del ""goffo occhialuto"""" si è passati all'intellettuale di grido, fino alla fama del nerd, protagonista dei videoclip delle grandi popstar o personaggio dei cataloghi di moda. Un racconto tra sociologia e vita quotidiana, utile anche per una accesso al mondo dei figli o nipoti che dietro un monitor, con un click, aprono nuovi portali sul mondo."" -
Silenzio profetico. In ascolto mistico dell'Islam
L'Islam è avvolto oggi da una barriera di violento rumore, ma è anche una spiritualità piena di silenzio. Profondi interpreti dell'Islam, i Sufi ci fanno accedere a una dimensione dell'Oriente islamico che ci costringe piacevolmente a fermarci e riflettere. Tacere, guardare, considerare o semplicemente contemplare sono azioni dello spirito cui dedichiamo troppo poco tempo e poche energie. Questo libro è una piacevole e poetica introduzione al regno del silenzio sufi. Alberto Fabio Ambrosio c'insegna a nutrirci di questo silenzio, del suo segreto e dei suoi favori. -
Sul buon uso del silenzio
Silenzio è il nome di un fantasma che spaventa e insieme meraviglia l'uomo. Quale silenzio ci è dato in realtà? Come un inno al tempo interiore, questo libro evoca le tante voci del silenzio. Immaginiamo silenzi luminosi, di pudore e rispetto, di umiltà e prudenza, di mitezza e pazienza o silenzi oscuri di disprezzo e rancore. Silenzi violenti di bocche cucite, di chi manda giù veleni. Ogni parola ha il suo silenzio e la biblioteca universale ne è piena. Questo libro è una occasione d'ascolto e poesia. -
Il dramma del Mediterraneo. Malta e Lampedusa, frontiere liquide, confini solidi
Il testo esamina le modalità attraverso le quali la frontiera liquida mediterranea si ricompone all'interno di territori paradigmatici d'emergenza, quali le isole, secondo le logiche solide della territorialità moderna. L'idea che sottende il lavoro è che la frontiera sia un luogo (o un non-luogo) che manifesta o nega se stesso, a seconda di chi e come decide di attraversarlo. Da spazi utopici o spazi dell'ideale, le piccole isole di Malta e Lampedusa oggetto di una ricerca etnografica condotta dall'autrice tra il 2011 e il 2013 - divengono spazi distopici, di messa al margine dell'Altro, del diverso, dell'errato. L'Altro è il migrante, attore dell'attraversamento, colui che agisce la frontiera e ne sperimenta le sue ricadute, una volta approdato ""sulla terraferma"""". Ed è qui che la frontiera si ricompone, secondo distinzioni chiare, binarie e di mutua esclusione (dentro/fuori), attraverso quelli che l'autrice individua come: confini di significato, confini spaziali, confini di cittadinanza. Prefazione di Emilio Cocco."" -
Paul Celan. La dimensione romena
Questo libro-testimonianza di Petre Solomon sull'amico Paul Celan è di fondamentale importanza per gli specialisti del più grande poeta di lingua tedesca del XX secolo. In questo libro vengono ripercorsi i momenti salienti degli anni 1946-1947, quando il poeta originario della Bucovina, traduttore dal russo in romeno, esordisce come poeta a Bucarest con lo pseudonimo Paul Celan, consegnando alle stampe la prima versione della ""Todesfuge"""" in lingua romena (Todestango) con il titolo """"Tangoul Mortii"""" (Il Tango della Morte) e pubblicando le sue prime poesie in lingua tedesca sulla rivista """"Agora"""". In questo volume la figura di Paul Celan è presentata dall'amico in tutta la sua complessità e in tutte le sue ambivalenze, a partire dagli eventi cruciali della vita del poeta: la morte dei genitori, vittime dello sterminio nazista, l'esperienza del lager, l'auto-esilio dalla capitale Bucovina sovietizzata verso una Bucarest vivace e libertaria, non ancora completamente assoggettata al regime comunista, la fuga verso Vienna, lo stabilirsi definitivo a Parigi, l'accusa di plagio, l'angoscia intollerabile per le recrudescenze antisemite e neonaziste in Europa, la malattia mentale e la morte tragica nella Senna. Questo libro, composito ed eterogeneo, mette insieme memorialistica, analisi poetica, sociologica e prosa letteraria, documentando l'atmosfera bucarestina di quella che Paul Celan definiva in francese """"cette belle saison des calembours."""" Postfazione di Mircea Tuglea."" -
Gli animali e l'etica
Agli animali è dovuta una qualche considerazione morale? È legittimo mangiarli, indossarli, utilizzarli nella ricerca, metterli in mostra (negli zoo) o farli esibire (nel circo e negli spettacoli acquatici)? Subiscono un danno da una morte indotta anticipatamente? La loro sofferenza ha un peso? E, in caso positivo, quanto vale? Conta anche quando confligge con gli interessi umani? Il libro di Francesco Allegri tratta il tema dell'attribuzione di status morale agli animali da un punto di vista non militante né pregiudizialmente avverso, servendosi degli strumenti dell'etica filosofica. Nel testo vengono presentate tutte le principali posizioni sviluppate al riguardo nella storia del pensiero occidentale, con particolare attenzione per il fitto dibattito contemporaneo. Il responso conclusivo a cui approda questa disamina è che gli animalisti hanno in gran parte ragione: molti dei nostri comportamenti verso gli altri esseri senzienti che con noi popolano la Terra non trovano alcuna giustificazione di fronte a un'analisi rigorosa. -
Rappresentazione e realtà. Psicologia fenomenologica dell'immaginario e degli atti rappresentativi
I limiti di ciò che possiamo immaginare sono anche limiti del nostro mondo? Ciò che è rappresentabile definisce l'ambito di ciò che è possibile? E, se sì: in che senso? Questi sono gli interrogativi di fondo che supportano e motivano la scrittura di questo libro. Il percorso che conduce dalle domande alle tesi conclusive passa attraverso tre principali nuclei argomentativi. Il primo nucleo concerne il rapporto tra immaginazione e percezione. Si tratta qui di capire in che misura la sfera dell'immaginario sia in grado di ricreare, ed anticipare, la sfera della realtà sensibile. In seconda istanza viene esaminata la transizione tra immaginario di tipo sensibile e rappresentazione concettuale. Questo punto viene affrontato attraverso un'analisi della genesi e delle potenzialità della significazione linguistica. Il terzo nucleo argomentativo riguarda il rapporto tra gli apriori della rappresentazione (ciò che è rappresentativamente necessario o rappresentativamente impossibile) e la sfera dei possibili (ontologici, epistemici e metafisici). Queste analisi confluiscono nell'illustrare le condizioni per una rappresentazione dotata di senso, e nel chiarificare il senso dell'attività rappresentativa in quanto tale. Su questa base si profilano le conclusioni del lavoro, che ridefiniscono il rapporto tra rappresentazione, realtà e verità. Tale ridefinizione porta a rivendicare un senso ed una funzione essenzialmente differenti per l'uso scientifico delle rappresentazioni rispetto all'uso filosofico delle medesime. -
Fra diagnosi e peccato. La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione
Questo testo propone un approfondimento del legame fra la disciplina psichiatrica e gli ambiti religiosi. Emerge una pianificata incoerenza fra gli intenti dichiarati e una prassi, sia storica che attuale, legittimata nell'amministrare un'esclusione sociale edificata sul controllo e sul profitto. Attraverso il labile concetto di ""norma comportamentale"""" viene sancita ogni devianza, declinandola sui peccati e sulle diagnosi. Fra senso di colpa, paura, emarginazione, conformismo, paradossi filosofici, punizioni e sofferenza si collocano le esperienze eccezionali di chi ha saputo resistere, di chi non ha accettato l'annientamento della propria libertà. La volontà di ricostruire una memoria cancellata dai timbri maschili darà voce a un coro femminile che ridipingerà contesti storici e pensieri scomodi. Se l'umanità non temesse l'imprevedibilità, potrebbe non delegare le soluzioni a elaborazioni totalitarie. L'analisi è completata da un'intervista a un esorcista e dalle conversazioni con il medico Giorgio Antonucci e con l'antropologa Michela Zucca."" -
Victorien Sardou. Polifonie della rappresentazione. Ediz. multilingue
"Io non ho cambiato mestiere, ho cambiato ruolo, ecco tutto"""", così Sardou descrive la sua Teodora, divenuta imperatrice di Bisanzio dopo essere stata una cortigiana e una famosa attrice di spettacoli licenziosi. Opera del 1884, la """"Théodora"""" di Victorien Sardou si presenta immediatamente agli spettatori dell'epoca come un'opera ricca, quasi maestosa. La ricchezza si riscontra nella scenografia, nella recitazione, ma anche nella sua ricezione e nella sua diffusione. La """"Théodora"""" può essere, quindi, considerata come una via privilegiata d'accesso non soltanto alla produzione di Sardou ma anche a quel contesto, particolarmente vivo, che è il mondo teatrale francese della seconda metà del XIX secolo. L'intento del presente volume è allora quello di riflettere la ricchezza che contraddistingue quest'opera teatrale e raccogliere differenti letture che si collocano non soltanto nella storia del teatro o nell'ambito dell'estetica, ma anche nella storia del cinema e dell'arte, negli studi di genere e nella storia dei media. Nel testo saggi, in italiano e in francese, di: Maddalena Mazzocut-Mis, Maria Ida Biggi, Isabelle Moindrot, Olivier Bara, Raffaele De Berti, Elisabetta Gagetti, Carla Castelli, Gemma Beretta, Claudio Toscani, Mariagabriella Cambiaghi, Aline Marchadier, Guy Ducrey." -
Reportage dal silenzio. L'India, lo yoga, i guru e altre cose che ci sfuggono
Piuttosto che scrivere e parlare del silenzio sarebbe meglio praticarlo, quindi tacere. Si potrebbe poi evitare l'India, e tutto il caos che comporta. Tuttavia qualche parola la si può anche spendere per elogiarne l'assenza, e per descrivere come nella tradizione dello yoga si sia conservata la memoria di una serie di pratiche psicofisiche che sono in relazione con gli effetti positivi di una rinuncia che oggi appare curiosa, anacronistica. Così l'idea di questo libro nasce quando il maestro indiano Swami Veda Bharati comunica la decisione di voler entrare in un periodo di silenzio di cinque anni accompagnato dal silenzio praticato collettivamente per nove giorni da quattrocentocinquanta persone. Alla descrizione di questo evento centrale si affiancano notazioni sull'India e i suoi guru carismatici, sullo yoga e i suoi fasti originari (e sulle confusioni odierne che circondano questa disciplina in Occidente). Un immenso paese visto da vicino e raccontato con uno stile a metà fra cronaca e racconto, un luogo esotico sulla carta geografica che somiglia più a uno spazio immutabile dell'anima, e che non sempre è facile riconoscere e comprendere. -
L' idolo. Teoria di una tentazione. Dalla Bibbia a Lacan
Il giudizio sulla figura dell'idolo e sulla pratica dell'idolatria è unanime e costante: si tratta, sempre e per tutti, di qualcosa di negativo, di pericoloso, di una realtà con la quale è bene non avere nulla a che fare. La parola d'ordine è dunque sempre la stessa: gli idoli devono essere distrutti. Eppure gli uomini, della nostra come di ogni altra epoca, siano essi credenti o non credenti, ricchi o poveri, colti o ignoranti, non smettono un istante di fabbricarli e adorarli. Come spiegare l'universalità di tale legge? Perché ""il bisogno di comunione nell'adorazione è il più grande tormento di ogni uomo singolo, come dell'intera umanità, fin dal principio dei secoli"""" (F. Dostoevskij)? Perché """"vi sono nel mondo più idoli che realtà"""" (F. Nietzsche)? Il volume cerca di rispondere a queste domande elaborando una teoria che pone la figura dell'idolo e la pratica dell'idolatria non in relazione con una determinata scelta del soggetto, ma più essenzialmente con il suo stesso modo d'essere. Nell'ultima parte dello studio si propone un'originale interpretazione della società dei consumi la cui natura più profonda viene individuata nell'essere ultimamente """"una comoda idolatria per le masse a basso costo"""". Una stimolante opera filosofica alimentata dal costante e fecondo dialogo con la psicoanalisi, l'esegesi biblica e la letteratura."" -
La democrazia diretta vista da vicino
Il sistema politico svizzero fa parlare di sé l'Europa intera, per esempio quando i cittadini impongono di rinegoziare gli accordi di libera circolazione, oppure quando abrogano la decisione di acquistare 22 aeroplani da caccia. La democrazia diretta moderna, di tipo svizzero, affianca e non sostituisce la democrazia rappresentativa. Essa abolisce il monopolio del potere legislativo e questo contribuisce a creare un dialogo tra rappresentanti e cittadini e a tenere sana ed effettivamente ""rappresentativa"""" la democrazia. In questo piccolo paese, pieno di montagne, l'unica risorsa naturale estraibile dal sottosuolo è l'acqua. Negli indici sulla competitività industriale svetta però al primo posto nel mondo. Ho scoperto che, nei secoli, si è sedimentato qui un ricchissimo """"giacimento di democrazia""""."" -
Architettura della conoscenza e ontologia
Nell'attuale dibattito filosofico il tema della rinascita dell'ontologia è molto presente. Troppo spesso prescinde però da un'esigenza basilare nella determinazione di un'ontologia: esprimere con chiarezza i modi in cui gli esseri umani pensano il proprio mondo. E questo il denominatore comune dei capitoli di questo volume, ciascuno dei quali applica tale esigenza basilare a un diverso ambito conoscitivo. E si tratta anche del fondamento dell'architettura della conoscenza, ossia della disciplina che consente di spiegare e giustificare la scelta di una determinata modellazione ontologica. -
Nella distanza della luce-In the distance of light
Nell'incontro fra scrittura e pittura si snoda una ricerca estetica sulla linea, il tratto e lo sfondo che resiste alla sua trasposizione in immagine. Riflessione teorica e pratica artistica si intrecciano; segno scritto e segno pittorico si stagliano dal fondo che li accoglie e li comprende, fondo che l'occhio e la mano cercano di mettere in figura. Le parole e le immagini raccolte in questo libro si propongono come un tentativo di realizzare icone, senza trasformarle in idoli: iconostasi della lontananza, luogo in cui riuscire a sopportare e a custodire la distanza della luce. -
Spazi e tempi del capitale
La geografia economica di ispirazione marxiana fornisce una ricostruzione teoricamente illuminante delle configurazioni spaziali del capitalismo. Questa antologia raccoglie ed integra le riflessioni sullo spazio con quelle sul tempo. Gli autori qui presentati, sia pure con accenti diversi, ritengono che, nel modo di produzione capitalistico, il rapporto centrale e conflittuale capitale-lavoro si ""traduca"""" spazialmente nel rapporto centro-periferia, estendendosi a tutte le scale geografiche: da quella internazionale (primo vs. terzo mondo) a quella locale (città vs. campagna); e, dal punto di vista temporale, in una pluralità di ritmi e velocità che si relazionano in termini conflittuali. Ne è un esempio il conflitto odierno tra le temporalità del mercato e quelle della politica. Spazio e tempo vengono qui trattati come costruzioni sociali che svolgono un ruolo attivo nella generazione dei profitti e, dunque, nella dinamica capitalistica. Per questo il capitale deve incessantemente modellare e rimodellare lo spazio, come un serpente deve cambiare pelle per sopravvivere. In questo processo, lo spazio viene anche temporalizzato, cosicché il capitale mette a profitto tempi e velocità diverse della valorizzazione nel mercato mondiale. I testi raccolti in questa antologia non si limitano a un discorso su categorie astratte, ma si rivelano una valida bussola per comprendere l'attuale fase di accumulazione capitalistica."" -
L' infinito intreccio. Esempi ed esperienze di geografia umana
La Geografia umana si occupa delle forme che gli spazi assumono per effetto dell'azione umana sulla superficie terrestre ma anche del modo in cui l'uomo fruisce e si relaziona con i luoghi in cui vive. L'ambiente, in questo modo, diviene ""territorio"""" le cui forme visibili si creano e si trasformano continuamente nel tempo, in risposta ad un infinito intreccio di stimoli demografici, economici, culturali, sociali e geopolitici che non solo agiscono verso l'esterno ma che, contemporaneamente, reagiscono tra loro in un complesso sistema di connessioni e relazioni causa-effetto. Il presente volume intende esplorare come, in diversi contesti temporali e a differenti scale, alcuni di tali intrecci agiscano per dare vita a realtà che conosciamo e rappresentiamo."" -
Narrare la grande crisi. Tempeste finanziarie, paure e rovine sociali nella letteratura e nel cinema
Molti romanzi e film furono ambientati nelle grandi crisi: la recessione che segna questo nuovo millennio, ma assai più la depressione degli anni trenta, con la tragedia di grandi masse impoverite, con le inquietanti svolte politiche che ne seguirono. E che in qualche forma parrebbero ancora ripresentarsi. Alcune opere riguardano quanto ha preceduto e in parte prodotto gli eventi in questione: le tempeste finanziarie, le rischiose scelte dei loro protagonisti, i crolli delle borse, le emozioni (specie la paura) che pericolosamente segnano un gran numero di azioni individuali e di comportamenti collettivi. Postfazione di Lelio Demichelis. -
Berlino. Tra ostalgie, muro e città socialista
Nel 1914 in Germania solo coloro che daranno vita al movimento spartachista si oppongono alla guerra e ai crediti pretesi dall'imperatore per finanziarla. Le ragioni dell'internazionalismo proletario sono tradite dai socialdemocratici europei, sarà allora la Rivoluzione d'Ottobre a raccogliere la rossa bandiera. Berlino nel tempo di Weimar, tra crisi e contraddizioni, diventa luogo di fermenti culturali e di lotta politica, i comunisti diventano protagonisti, primo partito con il 33% dei voti nel 1930 in una città in cui la rivoluzione sembra alle porte, tra modernità, innovazione, trasgressione. Tina Modotti qui arriva dal Messico, stringendo amicizia con gli scrittori proletari tra cui Anna Seghers, con Bertolt Brecht, che mette in scena le sue opere al Volksbühne, il teatro del popolo, il primo al mondo ad avere palcoscenici girevoli, col regista Slatan Dudow, autore del film operaio Kuhle Wampe, coi giornalisti comunisti dell'AIZ, Arbeiter Illustrierte Zeitung, inventori del fotogiornalismo. Dopo il '45 una parte di Berlino diventa capitale della DDR, Seghers, Brecht, Dudow e molte e molti altri insieme a loro cercano di costruire il socialismo nella terra di Karl Marx, riprendendo con slancio il lavoro violentemente interrotto dal nazismo e dalla guerra. Quest'esperienza si chiude nell'89 con la caduta del Muro, ma i luoghi capaci di conservare la memoria del tempo socialista vincono ogni revisionismo, alimentano l'Ostalgie del tempo dell'eguaglianza e diventano parte della nuova identità. -
L'anarca. La libertà del singolo tra anarchia e nichilismo
L'interrogativo che sottende questo libro è se sia possibile pensare l'anarchia, non tanto o non solo come una prassi politica, quanto come un'ontologia che, abbandonata ogni nostalgia di un'età dell'oro e ogni speranza di salvezza messianica, sia capace di affrontare la distruzione di ogni fondamento valoriale messa in atto dal nichilismo. La figura dell'anarca, esplicitamente ripresa dall'opera di Ernst Jünger, diviene l'emblema del singolo, del contemplatore solitario, che osserva le ceneri del mondo contemporaneo cercando di ricollocarle all'interno di un più vasto ciclo cosmico nel quale il nulla di principio (l'an-arché) diviene una sorta di motore immobile dell'intera esistenza. Questo cambiamento di unità di misura, questo cambiamento di scala, tanto nello spazio quanto nel tempo, mostra sotto una prospettiva inedita lo spettacolo di decomposizione di una civiltà, a cui assistiamo da più di cento anni. Attraverso una scrittura a tratti aforistica e prossima a una prosa poetica, come in una gigantesca anamorfosi, l'immagine spettrale del nichilismo assume una nuova fisionomia, i cui contorni, pur restando inquietanti, divengono allo stesso tempo evanescenti e, nel loro svanire, aprono spazi di libertà riservati al singolo e alla sua ricerca di una felicità qui e adesso. -
Arte e socialismo
In questi quattro brevi saggi pubblicati sul finire del XIX secolo, William Morris, di fronte alla crisi dell'arte dovuta alla commercializzazione, propone un'arte per tutti, un'arte popolare, fonte e indizio di vero benessere. Prefazione di Roberto Bertoldo.