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Il metodo e la via
Maestro della scuola filosofica di Milano, Carlo Sini ha formato le menti di diverse generazioni di giovani che gli devono la passione per la bella fatica del pensiero. In questo libro denso di teoria e poesia Sini spiega l'essenza di ogni riflessione. Il pensiero è carne e forma di se stesso. La distinzione tra il contenuto e il metodo della riflessione filosofica è artificiosa, oltre che dannosa. In un percorso a tutto tondo nella filosofia, da Platone a Nietzsche, Sini fa toccare con mano le alte vette della teoresi, dove l'aria pungente diventa la materia stessa del pensiero. Un itinerario che ci restituisce a noi stessi, cresciuti e forti della capacità di pensare con mente indipendente. -
La ragazza del cinematografo. Mary Pickford e la costruzione della diva internazionale
Quali sono le pratiche di costruzione e comunicazione del divo? Qual è l'impatto del divismo americano nel contesto europeo e italiano degli albori? Dall'attore al divo, dall'America all'Europa, uno dei primi testi che si interroga sull'immagine divistica in relazione al processi di promozione e vendita del film negli anni Dieci e Venti. Attraverso uno studio di caso esemplare, Mary Pickford, il libro ci guida attraverso la costruzione di un modello divistico sfaccettato e complesso, che impara strategicamente a rivolgersi a target molto differenti e quindi a pubblici geograficamente distanti in contesti stranieri. Dopo aver indagato il ruolo sempre più cruciale del divo nel processi di promozione e distribuzione della pellicola nel nascente scenario industriale hollywoodiano, la ricerca affronta la colonizzazione dei mercati stranieri, con particolare attenzione all'Europa e all'Italia. Da un lato si analizza il necessario smussamente dell'immagine del divo internazionale, dall'altro si indagano i processi di recezione e appropriazione degli spettatori europei e la trasformazione indelebile impressa dall'arrivo delle stelle americane nel vecchio continente. -
Che cos'è la filosofia?
Il celebre corso, ""Che cos'è la filosofia?"""" (1929) - svolto in un teatro a causa delle contestazioni studentesche alle quali partecipò anche Ortega costituisce il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey, Husserl e soprattutto Heidegger. L'occupazione filosofica, di indole rigorosamente teoretica, non è priva di audacia ed é caratterizzata da una dimensione ludico-sportiva, a cui si dedicano gli uomini liberi; perciò essa è un'attività superflua dell'uomo 'nobile' che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana ed all'altezza del tempo."" -
Zagreus. Studi intorno all'orfismo
"Zagreus"""" di Vittorio Macchioro è un'opera innovatrice nella storia della cultura italiana dei primi del Novecento. Questa edizione, ricca di documenti inediti, è frutto di una ricerca appassionata, che intende riportare in vita la voce di uno dei più brillanti - e rimossi - studiosi della Scienza dell'Antichità. Al centro dell'ispirazione di """"Zagreus"""" è il motivo salvifico: la palingenesi dell'uomo, lungo uno sviluppo storico che trova nell'orfismo e nella teologia di Paolo di Tarso i due momenti decisivi. Il tipo di approccio ermeneutico si ascrive all'impostazione fenomenologica, facendo di """"Zagreus"""" un esempio ante litteram di quella """"filologia esistenziale"""" che ha tra i suoi esponenti principali Walter Otto, Karl Kerényi e Leo Frobenius. La voce del mondo antico e delle sue religioni si ascolta, in questo saggio, all'interno di una prospettiva storica radicale: capace di ricondurre la percezione di un evento del passato alla dimensione ontologica presente. È questo il senso che attirò a Macchioro le giovani menti di Mircea Eliade e di Ernesto de Martino, futuri discepoli di un maestro che avrebbero poi saputo dimenticare. È tuttavia destino delle grandi opere additare, a distanza di decenni, una possibile via di rigenerazione: via che dovrebbe prendere in carico, ogni volta, i motivi più profondi della storia umana e culturale che l'hanno preceduta e determinata. In appendice lettere inedite di Aby Warburg." -
Il teatro dell'Elfo (1973-2013). Quarant'anni di teatro d'arte contemporaneo. Con CD-ROM
"Il libro di Alberto Bentoglio, Alessia Rondelli e Silvia Tisano racconta così l'Elfo e Milano: gli anni Settanta e l'inizio dell'avventura degli Elfi, la recitazione itinerante per le vie e nei Teatri autonomi, le dirette su Radio Popolare, l'approdo alla sede comunale di Via Ciro Menotti, l'esperienza di Teatridithalia con il Portaromana fino ad oggi. Una storia complessa, ricca e insieme unitaria: perché i ragazzi di allora, che a vent'anni con Gabriele Salvatores, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni ci hanno regalato l'Elfo sono cambiati rimanendo se stessi: come fa Milano, che oggi continua a camminare con loro."""" (Dalla prefazione di Giuliano Pisapia)" -
Genealogie del presente. Lessico politico per tempi interessanti
Viviamo oggi in tempi politicamente interessanti: tempi in cui vecchie parole d'ordine, significanti di appartenenze precise, vengono rimbalzate da un campo all'altro, svuotate di senso e di significato, appiattite su una dimensione astorica e acritica, in nome del mito della fine delle ideologie, oppure strumentalizzate ai fini della ragione neoliberale. In questo scenario, ""Genealogie del presente"""" intende riaprire lo spazio di un pensiero critico in grado di svelare la profondità semantica e ideologica delle parole del discorso politico, bucando la superficie della retorica ufficiale, portando alla luce le sue ambiguità ed esasperando le sue aporie. Diciotto interpreti acuti del presente, uniti in un comune percorso di ricerca che si snoda lungo un lessico di diciotto voci, bene comune, costituzione, crisi, democrazia, destra/sinistra, eccellenza, eguaglianza, governabilità, legalità, movimento, popolo, povertà, precarietà, responsabilità, sacrificio, società, trasparenza, futuro, la cui analisi critica appare fondamentale per una comprensione delle poste in gioco della nostra epoca. Con saggi di: Pierandrea Amato, Adalgiso Amendola, Laura Bazzicalupo, Lorenzo Bernini, Sandro Chignola, Lorenzo Coccoli, Marianna Esposito, Bruna Giacomini, Federica Giardini, Maria Rosaria Marella, Ugo Mattei, Cristina Morini, Valeria Pinto, Francesco Remotti, Maurizio Ricciardi, Michele Spanò, Marco Tabacchini, Gianfrancesco Zanetti, Federico Zappino."" -
«Noi buoni europei». Herder, Nietzsche e le risorse del senso storico
Prima che sorgesse la domanda se l'Europa possa essere qualcosa di più di un'unione economica e monetaria, Friedrich Nietzsche (1844-1900) ha proposto l'affascinante ideale culturale del ""buon Europeo"""". Vi è giunto - questa l'ipotesi fondamentale del volume - riprendendo un'impostazione di pensiero sorprendentemente vicina a quella di Johann Gottfried Herder (1744-1803). Sia l'ideale del """"buon Europeo"""" sia quello herderiano """"dell'Umanità"""" acquisiscono infatti plausibilità solo al seguito di un articolato percorso in cui la riflessione sull'origine del linguaggio si collega non solo ad un'antropologia filosofica d'ispirazione naturalistica, ma anche a un radicale esercizio del senso storico. In tale prospettiva, """"buono"""" è l'Europeo che non rinnega le sue molteplici origini e provenienze, ma, confrontandosi criticamente con esse, vi riconosce gli elementi vitali di una mobile e problematica identità."" -
Il segreto all'opera. Pratiche di riguardo per un'educazione del silenzio
Il silenzio, se accade ed è evento di cui è possibile parlare (ovvero se si esclude dal panorama del nostro ragionamento il silenzio assoluto), è luogo di margine e di possibilità. È territorio inquieto di un crinale di scambio tra ciò che si dice e non si dice, tra il pensabile, l'eventuale e la libertà di ogni altrimenti. Imparare ad educare sguardo ed ascolto al silenzio sviluppa pratiche di conversazione con la retorica segreta dell'altro, in quello spazio che il tacere ci insegna ad abitare. Il silenzio, infatti, dischiude la dimensione difficile del segreto, creando occasioni di dialogo con l'imprendibilità propria e altrui e come pratica delicata e attenta di ospitalità per il mistero. Attraverso parole e immagini - artistiche, cinematografiche e fotografiche - il testo percorre le tentazioni della traduzione del silenzio, proponendo di bonificare il terreno di visione e ascolto dalle urgenze della definizione, mediante i gesti e le cure di una ""pedagogia del senso sospeso""""."" -
Asia-Pacifico: regione emergente. Luoghi, culture, relazioni
Il tema di ""Asia-Pacifico: regione emergente. Luoghi, Culture, Relazioni"""" sottolinea la crescente importanza acquisita dalla regione cosiddetta """"Asia-Pacifico"""" negli equilibri demografici, economici, politici e socioculturali del nostro pianeta nel terzo Millennio. Le potenzialità di quest'area geografica e il suo nuovo ruolo di perno degli equilibri globali hanno spinto i numerosi autori di diverse discipline a interrogarsi e a discutere intorno a questo argomento. I temi approntati nel volume sono molteplici e spaziano dalle principali caratteristiche geopolitiche dell'Asia-Pacifico alla storia regionale; dal ruolo dell'Asia-Pacifico nel passato, nel presente e nel futuro, dall'analisi dei principali attori interni alla regione (Cina, Australia, Corea del Nord ecc.) alle più rilevanti tendenze politiche, economiche, sociali o culturali presenti nell'Asia-Pacifico. Questi temi, cruciali per gli attuali e i prossimi equilibri mondiali sono declinati anche in chiave didattica, attraverso l'apporto di docenti ed esperti operatori nel campo della scuola italiana."" -
Il mio corpo estraneo. Carni e immagini in Valerio Magrelli
L'opera in prosa di Valerio Magrelli, inaugurata nel 2003 da ""Nel condominio di carne"""", ma preannunciata già quasi dieci anni prima negli """"Esercizi di tiptologia"""", è una macchina minuziosa che si innesta su altre due macchine: quella del corpo da una parte, quella della tradizione letteraria e artistica occidentale dall'altra. E processando pezzi di queste macchine, e attraversando modi diversi come la malattia, la metamorfosi, l'instabilità dei confini identitari, ma anche la memoria, personale e non solo, di un uomo sempre più tecnicizzato e artificiale, produce immagini e le combina in paesaggi insieme visivi e sonori. Questo libro, analizzando soprattutto i due esiti maggiori della prosa magrelliana, il """"Condominio"""" e il recente """"Geologia di un padre"""", ma con frequenti agganci alla scrittura in versi, cerca di sottolineare la portata sia letteraria sia concettuale di uno degli autori più importanti della letteratura italiana contemporanea; lo fa scegliendo come territorio di indagine uno dei procedimenti che Magrelli ha saputo portare ad un altissimo livello di complessità e di peso, ossia quello delle citazioni. Sempre, ma in Magrelli più che mai, le citazioni sono interventi, molto imparentati con la chirurgia e la clinica: selezioni e prelievi da corpi propri e altrui, reimpianti, adattamenti e rigetti. Perché Magrelli continua ad autocitarsi, cambiando sottilmente, ad ogni intervento, il senso del suo prelievo?"" -
Teatri di confine. Il postdrammatico al carcere di Bollate
I detenuti non sono persone fuori dalla società, ne hanno fatto parte e ritorneranno a farne parte. La Costituzione italiana prevede il reinserimento sociale di chi ha sbagliato, ha cioè fiducia nella possibilità di cambiamento e di evoluzione degli individui. A tale proposito il teatro in carcere rappresenta una delle espressioni più efficaci di un modello educativo ""non formale"""" che può stimolare il percorso rieducativo nei luoghi di detenzione. Questo volume si propone come sintesi di una delle molteplici esperienze teatrali in Italia, l'attività della cooperativa e.s.t.i.a. al carcere di Bollate, dove da dieci anni è presente una compagnia formata in larga parte da detenuti. Attraverso la drammaturgia, i laboratori, le esperienze e le performances che ivi sono nate, è possibile capire il valore pedagogico del teatro al fine di fronteggiare l'isolamento e la marginalità socioculturale propria dei luoghi di pena e creare un senso di appartenenza e una prospettiva destinati a durare ben oltre la breve parentesi di una messinscena."" -
Un'archeologia personale. Biografie di figure carismatiche e discusse del Novecento
Il volume raccoglie una serie di ritratti di studiosi dai cinque Continenti e dai più disparati ambiti di ricerca, che hanno profondamente segnato i percorsi dell'archeologia del Novecento. Gli itinerari della vita personale di ognuno emergono sullo sfondo della compagine sociale e politica dell'epoca e si incrociano con le scelte di pensiero che ne hanno contraddistinto le teorie, le inclinazioni metodologiche, le soluzioni speculative. Il concetto di biografia scientifica viene qui rivisitato in chiave umana ed esperienziale, con la finalità di restituire tridimensionalità alle singole stature, affiancando alle personalità più celebri e note alcune figure meno conosciute, ma di altrettanta rilevanza, per l'evoluzione dell'archeologia mondiale. -
A teatro negli anni Settanta. Scritti per l'«Avanti!» (1969-1976)
Nel 1968 Ugo Intini, allora caporedattore dell'edizione milanese dell'""Avanti!"""", è alla ricerca di un critico teatrale per il giornale. Si rivolge per un consiglio a Paolo Grassi, il teatrante più autorevole, che suggerisce un nome: Carlo Fontana. Nella Milano degli anni Settanta, palcoscenico di una stagione teatrale assolutamente irripetibile, il poco più che ventenne Fontana diviene così titolare della rubrica di critica teatrale dello storico quotidiano socialista e, nonostante gli studi universitari e la collaborazione con il Piccolo Teatro, trova tempo e energie per esercitare con grande serietà la professione di critico. Non limitandosi mai alla """"cronaca"""" degli spettacoli ai quali ha assistito, Fontana, da buon operatore culturale, fa di ogni sua pagina l'occasione per discutere di cultura, società e politica, affermandosi come uno fra i talenti critici più lucidi e originali nel panorama del giornalismo teatrale nazionale."" -
Conoscenza e linguaggio. Frammenti II
Sono qui raccolti i frammenti e gli appunti di Walter Benjamin che affrontano i temi della critica della conoscenza e della filosofia del linguaggio. Essi coprono un arco di tempo che va dal 1916 al 1926 e sono stati pubblicati nel VI volume delle ""Opere complete"""" edite da Suhrkamp nel 1985. Questi appunti frammentari ci permettono di comprendere meglio opere importanti di Benjamin quali """"Sulla lingua in generale e sulla lingua dell'uomo"""" (1916), """"Sul programma della filosofia futura"""" ( 1917-1918) e la """"Premessa gnoseologica"""" a """"II dramma barocco tedesco"""" (1925). La curatrice indica nel suo saggio introduttivo alcune possibili strade d'accesso ai frammenti ponendo l'accento sulla ricezione benjaminiana di Kant, del neokantismo e della fenomenologia, e sull'influenza del rapporto con Gershom Scholem nell'elaborazione di temi in cui cultura ebraico-cabbalistica, matematica e filosofia si legano in modo inestricabile."" -
Charis. Essai sur Jankélévitch
Filosofo ""inimitabile"""", secondo le parole di Levinas, Jankélévitch si staglia sul quadrante del Novecento come un pensatore volutamente inattuale - perché diversamente orientato rispetto ai vettori caratteristici di esso. Proprio in ciò risiede la sua attualità, racchiusa nella cifra di una riflessione intensa e originale. Alla individuazione delle nascoste e non consumate potenzialità di tale riflessione è rivolto questo saggio. In un momento in cui diverse strategie teoriche paiono esaurirsi e viceversa il pensiero torna ad interrogarsi su quel flusso mobile che è la vita stessa, Jankélévitch, da sempre infaticabile esploratore dell-inquieto fascino del reale, della misteriosa """"grazia"""" (charis) da cui prendono forma le cose - e proprio perciò attento alla responsabilità dell'agire pratico -, si rivela un interlocutore col quale oggi, forse più che mai, è importante confrontarsi."" -
Il progetto che è l'io. Studi su identità, sguardo, scrittura
In questo libro di saggi, Micla Petrelli esplora il tema dell'identità riscoprendo esperienze esemplari di spersonalizzazione biografica, stilistica, estetica che nel corso del Novecento hanno contribuito a reinventare le forme della scrittura e dell'immagine. In tal senso, l'autrice mostra come taluni processi espressivi, nel momento in cui vengono affidati alla parola - alla lingua -, ""progettano"""" il nostro io, orientano la percezione di sé, la memoria, e attivano la capacità tutta visiva della scrittura di allestire spazi interiori, di produrre immagini diffratte dell'io, dislocare lo sguardo, figurare il proprio volto. Gli autori indagati, per i quali le """"prese di distanza"""" e i """"ricongiungimenti"""" sperimentati sulla pagina si confondono con quelli vissuti nelle storie personali di migrazione e di dépaysement psicologico, alimentate, queste ultime, dal sentimento del pudore, della noia, o della nostalgia per ciò che non è mai stato, sono: Fernando Pessoa, Clarice Lispector, Luis Cernuda, Antonio Delfini. Gli apporti teorici provengono dalla fenomenologia, dalla psicologia della percezione, dagli studi di linguistica e retorica, e dalle voci eterodosse di filosofi-scrittori come José Ortega y Gasset, María Zambrano, Octavio Paz, Paul Valéry, Édouard Glissant."" -
Pasolini filosofo della libertà. Il cedimento dell'essere e l'apologia dell'apparire
Come disse Moravia al suo funerale, Pasolini fu probabilmente l'ultimo grande poeta (e profeta) italiano. Franco Ricordi, che in questo solco interpretativo lo avvicina a Dante, Foscolo e Leopardi, ne rileva insieme anche la forte autorità filosofica. Ma quella di Pasolini fu una saggistica intuitiva delle condizioni di verità e libertà in cui si trovava, e ancora si trova, il nostro paese. Egli ha per primo denunciato il ""Potere dell'Apparire"""" che, soprattutto a ridosso del fenomeno televisivo, si è imposto in maniera totalitaria e devastante al di sopra di ogni parte politica e ideologica. Più che mai vicino alle tesi di Heidegger, della Arendt e di Gunther Anders, il suo pensiero poetico si sforza di recuperare quella """"Parola"""" (e il suo Teatro si rivela essenziale viatico) che distingue in maniera categorica la diversità dell'essere dall'omologazione dell'apparire nella nostra epoca."" -
Chi ha ucciso il PD (e cosa si può fare per salvare quel che ne resta)
Una lucida analisi della crisi dei Partito Democratico, promessa non mantenuta del panorama politico italiano. Un testo appassionato e arrabbiato, critico ma propositivo. Un diario in pubblico, anche. Le parole di un osservatore partecipante, che le vicende democratiche le ha vissute da dentro e dal basso. Che analizza con progressivo scoramento il fallimento di un ceto dirigente, il suo progressivo allontanarsi dall'idea fondativa del PD, lo sfaldamento dall'alto di un progetto: accompagnando la frustrazione a una non spenta motivazione verso un cambio di direzione, di visione, di metodo. Per far tornare il PD quello che aveva dichiarato di voler essere, e non è stato. -
La filosofia degli U2. Il conflitto tra «eros» e «agape»
Un problema filosofico innerva di sé gran parte della produzione degli U2: il problema del conflitto tra eros e agape, le due facce dell'amore. Si può rinvenire, album dopo album, un percorso abbastanza chiaro che un lui (la cui concezione dell'amore è incentrata su agape) e una lei (discepola di eros) compiono riguardo all'amore: un percorso tragico, poiché tragica è la necessità di scegliere tra due opzioni apparentemente inconciliabili, che vengono entrambe riconosciute come dotate di valore e che reclamano con forza la loro autorità sugli individui. La lotta principale dell'io cantante degli U2 consiste allora nel tentativo, sempre rinnovato, di tenere insieme quelle due parti del sé e di poter celebrare l'amore - eros e agape insieme - come fondamento e senso della vita. Forse si può stare stanotte in una bugia, sapendo che è tale, e che è necessaria per sentirsi a casa, senza però essere spinti troppo lontano tramite la pretesa che la bugia sia invece la verità, il centro intorno al quale far ruotare tutto. -
Il paese dei giusti. Roncobello 1943-1945: un'intera comunità salva un gruppo di ebrei dalla deportazione
Settembre 1943. Nei giorni successivi la firma dell'armistizio, mentre le forze tedesche d'occupazione consolidano il loro controllo sul territorio dell'Italia settentrionale, centinaia di ebrei abbandonano le loro case per scampare alla violenta persecuzione scatenata contro di loro. Una famiglia, quella degli Israilovici, due anziane sorelle jugoslave e due vecchi coniugi viennesi, in tutto nove persone ebree internate a Ferramonti nel 1940 poi costrette a residenza coatta in provincia di Bergamo, vagano per i boschi dell'Alta Val Brembana alla disperata ricerca di un possibile rifugio. Incontreranno il geometra Isacco Milesi che si offre di ospitarli a Roncobello, il piccolo borgo montano del quale lui è il podestà. Grazie al suo gesto generoso ma anche all'indispensabile rete di attiva solidarietà, alle iniziative personali e al silenzio complice di tutti gli abitanti del borgo, i profughi si salveranno. Una vicenda straordinaria ricostruita attraverso una raccolta di documenti, interviste ad abitanti di Roncobello, testimoni diretti dei fatti accaduti, e attraverso i ricordi e la testimonianza di Isacco Israilovici, uno dei salvati. Il libro è un omaggio a tutti coloro che, superando la paura di venire scoperti, negli anni bui della dittatura e dell'oppressione nazi-fascista coraggiosamente dimostrarono di rifiutare la logica razziale e le leggi inique che autorizzavano la persecuzione, la deportazione e la morte di innocenti nei campi di sterminio.