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Falsa partenza
"Falsa partenza"""" (False Dawn) fa parte di una collezione di quattro racconti lunghi, usciti nella raccolta """"Vecchia New York"""" nel 1924. Al centro della vicenda è il viaggio di Lewis Ray, giovane rampollo di un ricco magnate, inviato in Europa per acquistare dipinti di rango per la casa paterna. Il giovane è sotto l'incantesimo di John Ruskin, di cui segue alla lettera il vangelo estetico. Acquista quindi opere dei maestri del Trecento e del Quattrocento, appassionandosi a fondi oro e angeliche madonne, infervorato per la spiritualità dei tempi antichi. Il padre, infuriato perché non ha acquistato grandi tele barocche, che avrebbero dato assai più lustro alla famiglia, lo disereda. Raycie finisce povero, con i capolavori in soffitta... ma il tempo e il gusto riservano imprevisti capovolgimenti. In queste pagine Edith Wharton disegna un """"morality tale"""" sul potere devastante dell'Arte, contro le convenzioni delle mode e le giravolte del gusto." -
Barça. Més que un club. 120 years 1899-2019. Ediz. inglese. Ediz. illustrata
Il libro ufficiale del FC Barcelona in occasione del suo 120° anniversario. 120 anni di passioni ed emozioni illustrate nelle pagine di questo volume commemorativo ufficiale. Un must per ogni tifoso del Barça! -
Barça. Més que un club. 120 años 1899-2019. Ediz. spagnola. Ediz. illustrata
Il libro ufficiale del FC Barcelona in occasione del suo 120° anniversario. 120 anni di passioni ed emozioni illustrate nelle pagine di questo volume commemorativo ufficiale. Un must per ogni tifoso del Barça! -
Thomas Stearns alla Venini 1960-1962. Ediz. illustrata
Alla fine del 1960 Thomas Stearns (1936-2006) giunse a Murano, con una borsa di studio del governo italiano e una Fulbright Travel Grant, per sviluppare le sue ricerche sul vetro, avviate durante gli anni della sua formazione prima alla Vemphis Academy of Art e successivamente alla prestigiosa Cranbrook Academy of Art, Bloomfield Hills, MI. Grazie alla notevole apertura di Ludovico de Santillana - succeduto nella direzione della vetreria a Paolo Venini dopo la sua morte (1959) -, l'artista americano poté sperimentare le potenzialità del vetro soffiato avvalendosi della straordinaria perizia di ""Checco"""" Ongaro, unico tra i maestri che si rese disponibile alla realizzazione dei suoi progetti. Durante i due anni di permanenza alla Venini, dove dalla fine del 1961 fu assunto come guest designer, Stearns ebbe la possibilità di dedicarsi alle sue ricerche artistiche, accanto alle quali sviluppò anche serie di carattere commerciale. Egli realizzò opere estremamente originali, spesso distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e l'impiego di colori opachi di grande matericità, generalmente accostati al vetro trasparente. Nel 1962, in occasione della XXXI triennale di Venezia, la Venini scelse di presentare anche sei pezzi dell'artista giudicati meritevoli della medaglia d'oro, che però non gli venne assegnata quando si seppe che l'autore non era italiano. Il volume illustra per la prima volta l'intera produzione vetraria di Thomas Stearns, che comprende prove, prototipi, pezzi unici, piccole serie, ma anche manufatti entrati nel catalogo della fornace. Si passa da opere come il celebre """"Cappello del Doge"""" alle suggestive """"Facciate di Venezia"""" per arrivare alla """"Sentinella di Venezia"""", straordinaria scultura in vetro di grande ricchezza policroma che rappresenta l'apice della sua ricerca artistica compiuta a Murano."" -
Anri Sala. As you go. Ediz, italiana e inglese. Ediz. a colori
Anri Sala (Tirana, 1974) realizza installazioni filmiche e musicali, sculture, fotografie e disegni che indagano le fratture, gli intervalli, le sovrapposizioni e gli echi attraverso i quali la realtà si snoda nel tempo e gli eventi acquisiscono significato. L'artista utilizza lo spazio architettonico per modulare elementi visivi, sonori e tattili al fine di generare nuove interpretazioni del reale e inedite possibilità percettive. Il riferimento alla musica è parte integrante della sua ricerca e uno degli elementi che accomunano le sue opere più recenti. Questo catalogo approfondisce ""As you go"""", l'inedito progetto ideato da Sala per il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea nella forma di una mostra che si configura anche come un'unica nuova opera, estesa nel tempo e nello spazio espositivo e capace di coinvolgere gli spettatori in un'esperienza percettiva senza precedenti. Oltre che nuovi testi di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, il volume include la più ricca selezione di scritti dell'artista mai pubblicata. Il catalogo è corredato da una cronologia scientifica delle mostre personali e collettive e da un'antologia di saggi critici relativa all'intero percorso di Sala, dal 2000 al presente, con testi di Natalie Bell, Svetlana Boym, Julia Garimorth, Boris Groys, Christine Macel, Edi Muka, Molly Nesbit, Hans Ulrich Obrist, Philippe Parreno, Vladimir Perisic, Nicolaus Schafhausen, Noam Segal, Joshua Simon e Peter Szendy."" -
Chiara Dynys. Ediz. italiana e inglese
Il volume, a cura di Giorgio Verzotti, ripercorre l'intera produzione dell'artista con un taglio critico inedito basato sui concetti di ""Spazi - Luce"""", """"Dualità"""", """"Nord - Sud del mondo"""" e """"Fabula"""". Tutta la più importante produzione di Chiara Dynys è raccontata attraverso le fotografie di still-life e dei grandi allestimenti museali che l'hanno vista protagonista lungo la sua carriera. Il libro (in edizione bilingue italiano-inglese) è in edizione speciale a tiratura limitata di 500 copie inserite in un cofanetto in plexiglass studiato ad hoc dall'artista. Il cofanetto riprende la serie Look at You, tra le più note della Dynys, ed è concepito per vivere separatamente dal volume come una vera e propria scultura: una esclusiva teca in plexiglas con fondo riflettente che, grazie all'argentatura che nasconde un monocromo, inganna la percezione di chi lo guarda. Chiara Dynys è nata a Mantova e lavora a Milano. Sin dall'inizio della sua attività, nei primi anni Novanta, ha agito su due filoni principali, entrambi riconducibili a un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell'anomalia, della variante, della """"soglia"""" che consente alla mente di passare dalla realtà umana a uno scenario quasi metafisico. Per fare questo utilizza materiali apparentemente eclettici, che vanno dalla luce al vetro, agli specchi, alla ceramica, alle fusioni, al tessuto, al video e alla fotografia. Chiara Dynys ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti musei e istituzioni culturali pubbliche e private italiane ed estere."" -
Le civiltà e il Mediterraneo. Ediz. illustrata
Un complesso di oltre cinquecentocinquanta reperti dall'Età Neolitica alla Tarda Antichità è il fulcro di ""Le Civiltà e il Mediterraneo"""", mostra internazionale presentata a Cagliari presso il Museo Archeologico e Palazzo di Città. Un invito a scoprire la centralità della Sardegna all'interno delle millenarie rotte e vie di scambio attraverso le quali, proprio sulle coste del Mar Mediterraneo, si sono diffusi idee, modelli culturali, tecniche e manufatti. I reperti provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, dal Museum für Vor und Frühgeschichte di Berlino, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal Musée National du Bardo di Tunisi, dal Museo Archeologico di Salonicco e dal Polo Museale della Sardegna, con i Musei Archeologici Nazionali di Cagliari, Sassari e Nuoro, danno vita a un racconto dove si intrecciano scoperte e territori, consonanze e singolarità tra culture diverse, che hanno popolato il bacino del Mediterraneo ma anche le regioni del Caucaso, con le quali, in mostra, si evidenziano possibili contatti o sviluppi paralleli. Una storia lunga e spettacolare che attraversa le epoche, un percorso tra manufatti di eccezionale valore e qualità che riportano alle origini dell'uomo e alla conoscenza della sua evoluzione."" -
Antonello contemporaneo
La grandezza dell'opera di Antonello da Messina, artista sommo di straordinaria modernità, scoperto solo a partire dal Novecento. Un pittore misterioso e ancora da scoprire.rnrnIl volume riunisce una selezione di saggi del grande critico d'arte sull'opera di Antonello a confronto con altre opere del maestro siciliano o di altri artisti a lui contemporanei o successivi, fino ad arrivare all'arte dei nostri giorni. Il linguaggio delle mani della celebre «Annunciata» di Palazzo Abatellis a Palermo e del «Cristo benedicente» della National Gallery di Londra, le pieghe del vestito del «Ritratto d'uomo», detto «Ritratto Trivulzio», e i tagli di una tela di Fontana: l'analisi delle affinità tra dipinti dello stesso Antonello o i confronti inusitati e affascinanti con opere di altri artisti antichi e moderni fanno di questo volume uno strumento imprescindibile per una originale rilettura dell'arte di questo grande maestro del Quattrocento.rnrn""Che Antonello da Messina fosse un pittore veneziano, lo si è creduto a lungo, anche in Sicilia, fino all'Ottocento. Che il suo quadro-simbolo, la luminosissima «Annunciata» del museo di Palermo, fosse scambiato per un'opera del pittore tedesco Albrecht Dürer o considerato la copia di un'altra «Annunciata», conservata a Venezia, è successo fino al 1904. Che ci siano nelle pieghe di chissà quali collezioni quadri di Antonello ancora da scoprire lo rivela la «Pietà» acquistata dal Prado di Madrid nel 1966: un Cristo morto, ancora palpitante, sorretto da un angelo di fronte a un paesaggio in cui si riconosce la torre campanaria dell'antico duomo di Messina. Basta perciò contare le opere riscoperte dopo il Novecento, almeno sei, per capire che la grandezza di Antonello («una grandezza che spaura», ha scritto nel 1953 lo storico dell'arte Roberto Longhi) appartiene tutta a questo secolo. Prima, lungo cinque secoli, Antonello era un pittore appena rinomato, famoso come ritrattista e soprattutto abile artigiano: «Fu Antonello che rubò al pittore fiammingo Jan van Eyck il segreto della pittura a olio per rivelarlo agli artisti italiani del Rinascimento», dice, pressappoco, il pittore aretino Giorgio Vasari (l'autore delle «Vite», il primo libro di storia dell'arte italiana) a metà del Cinquecento. A partire da questa data l'immagine di Antonello scolora col passare dei secoli: gli elementi sicuri della sua biografia sono scarsi e lacunosi, le opere datate pochissime, quelle perdute sono molte, almeno quaranta. Il caso Antonello perciò si presenta come un intricato dedalo di ipotesi incontrollabili, tra cui affiora all'improvviso un dato certo, una prova, un documento cui appigliarsi. Insomma, un caso da risolvere abbinando agli strumenti della più raffinata critica d'arte le tecniche più corrive dell'indagine poliziesca."""" (Vittorio Sgarbi)"" -
Bacon Freud. La scuola di Londra. Ediz. italiana e inglese
Due giganti della pittura, Francis Bacon e Lucian Freud, a confronto per raccontare uno dei più affascinanti e significativi capitoli dell'arte mondiale con la ""School of London"""". Sette decenni di arte britannica e lo spirito di un'intera città presentati attraverso le opere dei due maestri e dei loro contemporanei: Michal Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff, Paula Rego. Artisti nati tra l'inizio del Novecento e gli anni Trenta, la maggior parte immigrati in Inghilterra per motivi differenti, che hanno segnato un'epoca, ispirato generazioni, utilizzato la pittura per raccontare la vita."" -
Capolavori rubati
Furti, saccheggi, requisizioni, spoliazioni, mercato nero,rnritrovamenti, sequestri: il grande teatro dell’illecitorne del concesso attorno all’arte.rnrnC’è sempre stata lotta attorno all’arte. Omicidi, furti, razzie, corruzioni,rncontrabbandi, soprusi, roghi, devastazioni, confische hanno contraddistintornla vita di molti capolavori. Da Caravaggio a Picasso, da de Chiricorna Munch, da Renoir a Klimt, fino alle statue della classicità, sono moltirngli episodi, alcuni celeberrimi, altri poco conosciuti, alcuni risolti, moltirnaltri ancora sotto indagine, che ci portano nel cuore dell’illegalità, dellarncriminalità, del mercato nero, della cupidigia, della volontà di potenza,rnche si nasconde dietro ogni ladrocinio.rnPartendo dalla rubrica che l’autore tiene al “Caffè” di Rai Uno, vengonornillustrati i casi più clamorosi di furti di opere d’arte, affrontando anche irntraumi storici di saccheggi e spoliazioni coloniali e imperialiste.rnAttraverso la narrazione e la ricostruzione giudiziaria dei furti, il commentornsullo stile artistico delle opere rubate, l’inquadramento storico, larndisamina museografica sulla sicurezza e sulla protezione dei capolavori, ilrnlibro affronta il grande tema dell’arte nel suo rapporto con la complessitàrndel male. -
Il genio in guerra nell'età Leonardo, Michelangelo, Dürer. Ediz. a colori
Le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci sono state l'occasione per porre l'attenzione su uno degli aspetti meno indagati. dell'attività del maestro, ovvero quello ingegneristico. Perito in idraulica come nella ""ingegneria delle macchine"""", sovente risvolti militari, egli si occupò su scala più ampia anche degli aspetti urbanistico-architettonici atti alla pianificazione difensiva delle città. La mostra inserisce Leonardo in rapporto dialettico con altri ingegneri militari del Rinascimento, evidenziando in particolare i contributi di Michelangelo Buonarroti e Albrecht Dürer allo sviluppo tecnologico della prima metà del Cinquecento."" -
Maria Lai. Olio al pane e alla terra il sogno. Opere e giochi per il Museo dell'olio della Sabina
Sul punto di raggiungere il traguardo degli ottant'anni, al culmine di una vita operosissima ma apparentemente incostante, tra lavoro solitario e azioni collettive ai margini del sistema dell'arte, Maria Lai si è imbattuta in un progetto che le era profondamente congeniale: celebrare la civiltà mediterranea dell'olio in un piccolo museo etnografico del territorio laziale, il nascente Museo dell'olio della Sabina nel borgo medievale di Castelnuovo di Farfa. In quel progetto gran parte delle sue ricerche ha trovato compimento, le sue inquietudini intellettuali una sintesi, i suoi temi poetici una valenza universale. E persino la sua vocazione più profonda all'esercizio di una paideia che, nel corso della sua esistenza, aveva declinato nelle forme più varie e originali, dalla fiaba alle performances condivise, al gioco, ha potuto raggiungervi la più libera espressione. -
Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Capolavori arte giapponese. Ediz. a colori
"Nella seconda metà dell'Ottocento i porti giapponesi, che fino a quel momento avevano limitato gli scambi commerciali alla sola Cina, si aprono all'America e all'Europa esportando la propria cultura e conoscenza dell'arte. Le stampe e gli oggetti diventano subito motivo di collezionismo e di ispirazione anche per molti artisti: nasce così il fenomeno del """"giapponismo"""". Le scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano un'esposizione di stampe ukiyo-e provenienti per la maggior parte dalla Johannesburg Art Gallery, in un percorso storico che va dalla metà del XVII fino al XX secolo coinvolgendo artisti giapponesi noti, tra i quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro, ed esponenti dell'impressionismo e Nabis che ne subirono l'influenza. L'iniziativa, promossa da ViDi, è anche occasione per valorizzare una parte del patrimonio artistico cittadino: una trentina di stampe di Kunisada Utagawa, allievo di Toyokuni, realizzate intorno al 1856 e particolarmente interessanti per la raffigurazione di scene di teatro kabuki, sono infatti conservate nell'importante raccolta di stampe dei Musei Civici, in parte proveniente dal lascito del marchese Luigi Malaspina. L'incontro di queste due collezioni, quella pavese e quella di Johannesburg, è un segno tangibile dell'apertura e della collaborazione che l'arte e la cultura permettono di instaurare tra luoghi così distanti attraverso la storia di un mondo - quello giapponese - che ancora oggi resta avvolto da un'aura di esotismo e fascino particolari."""" (Mariangela Singali Calisti, Assessore alla Cultura, Comune di Pavia)" -
Futurismo. Ediz. a colori
Il 20 febbraio 1909, accompagnato da un clamore internazionale, usciva su ""Le Figaro"""", a Parigi, il manifesto di fondazione del Futurismo, stilato da F.T. Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore. Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura, poiché i manifesti futuristi sarebbero poi stati distribuiti con mezzi """"popolari"""" come volantini stampati in centinaia di migliaia di copie, oppure pubblicati su organi d'informazione non specialistici, o declamati nelle affollatissime serate futuriste, aperte a tutti. D'allora in poi il Futurismo avrebbe adottato questa pratica comunicativa per ognuno dei molti ambiti in cui si avventurò - poesia, pittura, scultura, architettura, danza, teatro, arti decorative, grafica, pubblicità e molto altro -, nel suo sogno di saldare l'arte e la vita, ridisegnando l'intero orizzonte umano. E poiché in ognuno di quegli scritti si proclamavano le basi teoriche cui attenersi nella pratica artistica, per comporre questa mostra ci siamo affidati ai manifesti stesi dagli artisti visivi - da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, a Depero, Prampolini e agli aeropittori degli anni Trenta - esponendo le opere che meglio e più puntualmente illustrano i princìpi teorici esposti in ognuno. Perché, quelle che potrebbero apparire come invenzioni brillanti e curiose, sono in realtà la trascrizione di un vero sistema di pensiero."" -
Adalberto Libera. Tracce per una biografia
Questa ricostruzione a tutto tondo di Adalberto Libera, personaggio di primo piano e di assoluta centralità nella cultura architettonica italiana del XX secolo, è più di una biografia, e aspira a essere il ritratto che più gli corrisponde. Nasce da un'accurata indagine dei diversi e non comuni ambienti e luoghi in cui Libera è vissuto; è frutto di un attento riesame di fatti, date e circostanze che hanno scandito le sue scelte di architetto, e infine è il risultato di uno scrupoloso lavoro sulle carte del suo prezioso archivio. Paolo Melis ripercorre, attraverso una narrazione viva e coinvolgente, l'intero arco esistenziale dell'architetto trentino. I dodici capitoli in cui è suddiviso il volume sono preceduti da una premessa di Giovanni Marzari e accompagnati da uno scritto di Franco Purini. -
I macchiaioli. Storia di una rivoluzione d'arte. Ediz. illustrata
Nella seconda metà dell'Ottocento Firenze è una delle capitali culturali più attive in Europa, vero e proprio punto di riferimento per molti intellettuali provenienti da tutta Italia. Intorno ai tavoli di un caffè cittadino, il Caffè Michelangelo, si riunisce un gruppo di giovani artisti accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere dal vero, secondo nuovi criteri di rappresentazione della realtà: sono Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca, Cristiano Banti, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani, Giuseppe Abbati, Silvestro Lega... i futuri ""macchiaioli"""". Sull'esempio della scuola di Barbizon, i pittori macchiaioli escono a dipingere en plein air, trasformando radicalmente l'idea di pittura di paesaggio e anticipando, per molti aspetti, le ricerche degli impressionisti francesi. Ma la loro azione di rinnovamento dell'arte italiana si estende anche ad altri generi pittorici: loro campi di sperimentazione sono il soggetto storico e quello tratto dalla vita quotidiana. In pieno Risorgimento, in un periodo straordinario per la storia italiana, i macchiaioli sovvertono le consuetudini artistiche, accendendo una rivoluzione che si rivelerà fondamentale per la nascita della pittura moderna."" -
Giuseppe Santomaso. Pittura animata. Ediz. italiana e inglese
Giuseppe Santomaso (Venezia, 1907-1990) è una figura fondamentale nell'arte della seconda metà del XX secolo: nella sua pittura, ha voluto coniugare la millenaria tradizione cromatica e luministica della pittura veneta con le sollecitazioni più radicali delle avanguardie internazionali. Nasce così la sua pittura ""animata"""" da una vibrazione continua, nella quale tutto concorre a restituire l'immagine distillata della vita e dell'esperienza che di essa facciamo attraverso i sensi e le emozioni, purificata dal filtro del pensiero e dell'immaginazione. Questa monografia ricostruisce il percorso creativo dell'artista, tra i più precoci e decisivi interpreti italiani della pittura non figurativa, oltre che tra i principali animatori di raggruppamenti radicali come il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto, ponendo l'accento sulla vocazione internazionale che ha da sempre caratterizzato la sua opera, sia nei dialoghi creativi sia nelle relazioni personali (come quella con Peggy Guggenheim). Oltre a un ampio saggio critico, riporta una significativa selezione di scritti dell'artista, preziose fotografie e documenti d'epoca, una mappatura iconografica selezionata di opere di Santomaso presenti in musei e collezioni di tutto il mondo e un'appendice bio-bibliografica."" -
Gianfranco Zappettini. The golden age. Ediz. italiana e inglese
Gianfranco Zappettini è uno dei più importanti pittori astratti viventi italiani. Negli anni Settanta è stato uno dei fondatori del movimento internazionale della Pittura Analitica (in Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi) e le sue opere sono state esposte in musei pubblici in Europa (Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma, Westfälischer Kunstverein a Münster, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris) e in ""documenta 6"""" a Kassel nel 1977. La monografia, realizzata in occasione della doppia esposizione a Londra e a Torino, presenta per la prima volta opere realizzate dall'artista nel 2018 e 2019: opere che trattano del significato simbolico dell'oro, inteso non come materiale di lusso, ma in un senso metafisico di perfezione spirituale. Le opere hanno il colore oro come fil-rouge e le dottrine orientali come terreno filosofico, essendo Zappettini un profondo conoscitore di esse. Come afferma l'artista, """"se il tempo del mito è ciclico, vi è anche corrispondenza tra passato e futuro, tra fine e inizio, perché ciò che è stato necessariamente si ripeterà. Una nuova """"Età dell'Oro"""" succederà a quella in cui stiamo vivendo, epoca finale, degenerata e priva di spiritualità: questo narra il mito e questo può prefigurare l'arte, capace di custodirne i valori più profondi e, come il mito, di varcare i confini del tempo"""". Introdotto dalla prefazione di Davide e Luigi Mazzoleni, il volume presenta i saggi di Gianfranco Zappettini (L'Età dell'Oro), Martin Holman (Una sorta di azione rituale), Klaus Honnef (Zappettini e la Pittura Analitica) e Paola Valenti (Prima e dopo la Pittura Analitica: il """"nomadismo"""" di Gianfranco Zappettini e la dimensione trans-storica della sua opera)."" -
Mimmo Rotella. Catalogo ragionato. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: 1962-1973.
Il secondo volume del Catalogo ragionato delle opere di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006), a cura di Germano Celant, è parte di un progetto più esteso di schedatura sistematica dell'intero corpus dell'artista. La pubblicazione è realizzata in collaborazione con il Mimmo Rotella Institute, costituito nel 2012 da Inna e Aghnessa Rotella e diretto da Antonella Soldaini, insieme con la Fondazione Mimmo Rotella, presieduta da Aghnessa Rotella. In questo volume l'analisi e la verifica scientifica sono condotte sui lavori realizzati nel periodo tra il 1962 e il 1973, quando l'artista consolida il linguaggio del décollage nel suo aspetto più grafico e pop e transita alle ricerche legate alle tecniche di riproduzione fotomeccanica dell'immagine. Utilizza il riporto fotografico e l'artypo, fino alla definizione di una prassi più automatica e immediata negli effaçages e nei frottages. Attraverso un percorso cronologico il Catalogo mette in luce le varie tappe evolutive che hanno caratterizzato il fare dell'artista, permettendo una lettura ampia e documentata delle opere di questo periodo. Partendo dall'immagine pubblicitaria, sia essa di realizzazioni cinematografiche o di prodotti di largo consumo, Rotella prosegue con le sue sperimentazioni sui décollages, ora non più informali, ma influenzati dalle nuove icone della società di massa. Parallelamente accresce il suo interesse per i processi di stampa: nascono prima i riporti fotografici - ottenuti proiettando l'immagine selezionata su una tela emulsionata -, e poi gli artypos, fogli utilizzati per la taratura delle macchine e scartati dalle tipografie, di cui Rotella si appropria per farne opere d'arte caratterizzate da sovrapposizioni iconografiche casuali. -
Jan Fabre. The rhythm of the brain. Ediz. italiana e inglese
Palazzo Merulana inaugura la stagione espositiva autunnale con una mostra dedicata all'artista belga Jan Fabre, ""The rhythm of the brain"""", a cura di Achille Bonito Oliva e Melania Rossi. Il progetto vede esposte oltre trenta opere dell'artista belga, tra sculture in bronzo e cera, disegni e film-performance, molte delle quali mai esposte in Italia e alcune realizzate appositamente per la mostra. All'interno degli spazi espositivi dell'ex Ufficio di Igiene, l'exhibit si sviluppa in due capitoli: il primo si concentra su un dialogo diretto con la collezione permanente e il suo percorso espositivo; l'altro consiste in una selezione di lavori dell'artista sul tema del cervello e del rapporto tra arte e scienza.Le opere di De Chirico, Donghi, Capogrossi, Janni, Casorati e Cambellotti sono state d'ispirazione diretta sia per Fabre che per i curatori, che hanno ritrovato tra il lavoro dell'artista belga e queste opere del passato connessioni poetiche, che invitano ad una riflessione sull'arte, sull'immaginazione e sul pensiero degli artisti nel corso della storia.Il percorso inizia con due sculture in bronzo, """"To Wear One's Brain On One's Head"""" (2018) e """"De blikopener"""" (2017). Questi autoritratti dell'artista, che porta in bilico il proprio cervello sulla testa e che tiene in mano un apriscatole, saranno una sorta di guida per tutta la mostra, che dispiegherà nei vari spazi del Palazzo l'intimo pensiero di Fabre riguardo all'arte, al pensiero umano, alla fantasia e all'immaginazione.""