Sfoglia il Catalogo ibs012
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5721-5740 di 10000 Articoli:
-
Tom of Finland. Made in Germany. Ediz. inglese e tedesca
Nato Touko Laaksonen nel 1920, la sua iconica rappresentazione di una sessualità sicura di sé e che afferma la vita ha dato impulsi decisivi ai movimenti gay internazionali dagli anni '60 in poi. Anche se associamo chiaramente i suoi ritratti di cowboy sensuali e potenti, braccianti, soldati e pellettieri con gli Stati Uniti, l'ascesa di Tom di Finlandia a icona gay ha ricevuto lo slancio rivoluzionario né nella sua nativa Finlandia né negli Stati Uniti. È stata, tra tutti i luoghi, la città di Amburgo e l'amicizia di Tom con i principali esponenti della scena gay locale nei primi anni '70 che lo hanno aiutato alla sua prima mostra in assoluto. Ha persino creato un grande murale per il leggendario ""Tom's Bar"""", fino ad oggi l'unico legittimamente intitolato a lui. Le commissioni regolari per progettare poster e annunci per eventi gay ad Amburgo gli hanno permesso di avviare la sua carriera artistica dopo aver lasciato il suo lavoro quotidiano come dirigente pubblicitario e hanno portato alla creazione della più vasta collezione privata di suoi disegni fino ad oggi. Il libro include testi di Juerg Judin, Pay Matthis Karstens, Kati Mustola e Alice Delage, conversazioni con Durk Dehner e Michael P. Hartleben e un facsimile del diario di viaggio tedesco dell'artista del 1955."" -
Almo Collegio Borromeo
L'Almo Collegio Borromeo è il collegio universitario di merito più antico d'Italia, e uno dei palazzi più belli della Lombardia. Fondato nel 1561 da San Carlo Borromeo, è nato con l'intento, che da allora ha sempre perseguito, di offrire agli studenti particolarmente meritevoli, privi di mezzi economici, la possibilità di studiare all'Università di Pavia. Oggi è una Fondazione privata riconosciuta a livello internazionale; è socio fondatore della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito accreditati presso il Ministero dell'Università e della Ricerca e dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia confederato con la Scuola Normale e Scuola Sant'Anna di Pisa. L'Almo Collegio Borromeo accoglie quasi 200 alunni e alunne (tra laureandi, masteristi e ricercatori) provenienti da tutto il mondo. Offre una ricca proposta formativa organizzando corsi, seminari, workshop, concerti, spettacoli teatrali, attività sportive e conferenze con importanti personalità del mondo accademico, politico, culturale e imprenditoriale, e ha attivi numerosi scambi internazionali. Contenuti di realtà aumentata Questo volume ha dei contenuti in realtà aumentata che consentiranno ai lettori di visitare virtualmente le più belle sale del Collegio Borromeo. -
Collezionisti e valore dell'arte in Italia
"Collezionisti e valore dell'arte in Italia"""" è la prima edizione di una serie di studi dedicati al mercato dell'arte promossi, da Intesa Sanpaolo Private Banking, banca del Gruppo Intesa Sanpaolo che da molti anni fa dell'arte e della cultura parte integrante del proprio modo di """"fare banca"""". Il mercato dell'arte e dei beni da collezione è considerato, ormai da più di un decennio, un settore economico consolidato, oggetto di crescenti attenzioni da parte di analisti, studiosi, istituti di credito e investitori istituzionali. Se prima i collectables erano percepiti come """"beni rifugio"""", sebbene pochi collezionisti acquistassero per investire, ora sono reputati strumenti finanziari e investimenti autonomi, alternativi - o per meglio dire complementari - a quelli più tradizionali, in rappresentanza di una distinta asset class. Il volume si divide in cinque capitoli, ciascuno dedicato a un argomento del collezionismo: con la prima indagine sui collezionisti tricolori, esemplata sulle principali ricerche condotte all'estero sul tema, Intesa Sanpaolo intende testare un metodo di rilevazione, ottenere dati affidabili e analizzare informazioni inedite riguardanti il collezionismo di arte moderna e contemporanea in Italia. Nel volume testi di: Guido Guerzoni, Università Bocconi; Flaminia Iacobucci, Studio DCAI; Alberto Fiz, Silvia Anna Barrilà, Eikonos Arte; Paola Musile Tanzi, SDA Bocconi e Università di Perugia; Francesca Bacis, Andrea de' Mozzi, Enrico Maria Mancuso, Federica Menga, Edoardo Pedersoli, Mattia Pivato, Pedersoli Studio Legale; Michele Coppola, Intesa Sanpaolo." -
La Vittoria Alata. «Non ho visto nulla di più bello». Ediz. illustrata
Dopo quasi due anni di lavori di restauro, la Vittoria alata, una dellernpiù straordinarie statue di epoca romana, sarà ufficialmente restituitarna Brescia a novembre 2020.rnLa grande statua in bronzo, amata da Giosuè Carducci che la celebròrnnell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da NapoleonernIII che ne vollero una copia, che per composizione, materiale ernconservazione è una delle opere più importanti della romanità, avràrnuna nuova collocazione nella cella orientale del Capitolium, in un allestimentornmuseale curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldewegrnnella cella orientale del Capitolium.rnÈ proprio presso il Capitolium che nel 1826, durante gli scavi archeologicirncondotti dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti dirnBrescia, venne ritrovata all’interno di un’intercapedine dell’anticorntempio romano, insieme a sei teste imperiali e ad altri reperti, forsernper preservarla da eventuali distruzioni.rnDedicato a quest’opera d’arte di straordinaria bellezza, il volume nernracconta la storia e il recente restauro da parte di numerosi professionistirnche a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sonornstati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazionerndel bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla puliturarndella scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materialirnche riempivano la statua e della struttura interna a cui si agganciavanornle ali e le braccia della Vittoria, sulla progettazione del sostegno internorna garanzia della statica del bronzo, e sulla stesura di un materialernprotettivo, scelto anche in base alle caratteristiche dell’ambiente espositivo.rnNel volume presenti i seguenti testi: La statua e la sua storia dirnFrancesca Morandini; La Vittoria Alata e il nuovo Capitolium di JuanrnNavarro Baldeweg, intervista di Pierre-Alain Croset; Viaggio iconografico,rnmodelli, e fortuna -
Le signore dell'arte. Storie di donne tra '500 e '600. Ediz. a colori
Sulla pittura italiana tra Cinquecento e Seicento tanto è stato scritto ma sulle artiste di quel periodo molto è ancora da svelare: si tratta di figure femminili straordinarie con storie personali incredibili, spesso misconosciute. Il catalogo della grande mostra milanese, vuole affrontare il tema e raccontare l'arte e la vita di 34 diverse artiste attraverso le 150 opere esposte. Oltre alle più note, l'incredibile lavoro di ricerca svolto dai curatori dà la possibilità di ammirare artiste italiane meno conosciute al grande pubblico e nuove scoperte, le cui opere vengono esposte per la prima volta. Insieme ad Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, pittrice lombarda apprezzata da Van Dyck, Lavinia Fontana, Fede Galizia, Marietta Robusti, detta ""la Tintoretta"""" e tante altre. Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 diversi prestatori, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell'Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia). Nel catalogo i seguenti testi: """"Se Pablo fosse stato Pablita"""" Artiste italiane del Rinascimento e del Barocco, tra storia e mito di Gioia Mori; Le signore del barocco tra ritratto e autoritratto. La trasgressione dei generi di Alain Tapié; Giovanna Garzoni alla corte sabauda: i ritratti di Emanuele Filiberto e di Carlo Emanuele I attraverso la diagnostica per immagini; Giovanna Garzoni a Torino di Annamaria Bava; Una lettura per immagini attraverso le indagini diagnostiche: i ritratti dei duchi Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I di Marco Gargano, Matteo Interlenghi, Tiziana Cavaleri, Christian Salvatore e Isabella Castiglioni. Le opere in mostra come nel catalogo sono divise nelle seguenti sezioni: Artiste del Vasari, Artiste in convento, Storie di famiglia, Le accademiche, Artemisia Gentileschi """"valente pittrice quanto mai altra femmina""""."" -
Trisha Baga. The eye, the eye and the ear. Ediz. italiana e inglese
Primo volume monografico dedicato a Trisha Baga, realizzato in occasione della mostra personale in Pirelli HangarBicocca, Milano. La pubblicazione è una occasione per approfondire il lavoro dell'artista, tra le maggiori filmmaker americane contemporanee. Pubblicato in occasione dell'omonima mostra ""The eye, the eye and the ear"""" presentata in Pirelli HangarBicocca, il catalogo è concepito come un racconto fantascientifico nell'universo personale dell'artista. Realizzato come una sorta di meta-libro, il volume di mostra alterna frammenti di scritti provenienti dal mondo scientifico, letterario e artistico. Il libro presenta diversi contributi critici: un testo di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, curatrici della mostra, un visual essay in collaborazione con Trisha Baga, a cura di Herb Tam, curatore del Museum of Chinese in America (MOCA) di New York, un saggio di Pavel Pys, curatore presso il Walker Art Center di Minneapolis, una conversazione tra Trisha Baga e l'artista Lucy Raven e un testo di Elisabeth Sherman, assistente curatrice al Whitney Museum di New York. Il catalogo contiene inoltre un'ampia documentazione fotografica dell'esposizione milanese e la filmografia completa dell'artista. Trisha Baga (Venice, Florida, 1985, vive e lavora a New York), americana di origini filippine, è tra le artiste e filmmaker più innovative della sua generazione. Nelle sue opere combina linguaggi e media differenti e attinge dall'immaginario televisivo, cinematografico e da filmati amatoriali per trattare temi come l'identità di genere e il rapporto tra mondo reale e digitale, facendo emergere una diversa prospettiva della contemporaneità."" -
A cosa serve la storia dell'arte
La storia dell'arte ha bisogno non soltanto di studi specifici su singoli artisti, movimenti, stili, secoli, geografie, tendenze, ma anche di libri che meditino sulle fondamenta, sulle questioni fondative, sulle domande prime: a cosa serve la storia dell'arte? Qual è il compito dello storico dell'arte? Perché si conservano i manufatti e le opere? Che cosa muove le comunità e i popoli quando preservano o distruggono i simboli e le testimonianze ricevuti dal passato? Nel libro, approfondendo il rapporto tra patrimonio storico artistico, persona e comunità, Luca Nannipieri riflette sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d'arte, mettendo a confronto il suo pensiero non solo con i fondatori o punti di riferimento della disciplina, da Johann Joachim Winckelmann a Arnold Hauser, da Alois Riegl a Erwin Panofsky, da Max Dvor'ák a Bernard Berenson e Heinrich Wölfflin, ma anche con i direttori storici di alcuni dei più autorevoli musei italiani ed europei, come Palma Bucarelli, Franco Russoli, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens, e con figure, come il soprintendente Pasquale Rotondi, che sono rimaste nella storia per i capolavori che hanno salvato dalle distruzioni e dalle guerre. Dunque un libro di teoria dell'arte e di militanza. -
Leggere Corrente a Casa Museo Boschi Di Stefano. Nuovi studi su Corrente
La mostra ""Leggere Corrente a Casa Museo Boschi Di Stefano"""", realizzata in occasione degli ottant'anni di fondazione della rivista milanese, ha costituito un momento di riflessione su quello snodo importante delle vicende artistiche italiane, generalmente accreditato come elemento di transizione dal problematico decennio degli anni Trenta al periodo della Ricostruzione. Al progetto espositivo è seguito il convegno Nuovi studi su Corrente, le cui relazioni sono pubblicate in questo volume. I contributi raccolti hanno inteso superare indirizzi interpretativi scontati per lasciare spazio a una sempre maggiore articolazione della conoscenza che connette l'esperienza di Corrente ai temi del collezionismo, del mercato dell'arte, dell'editoria, delle politiche culturali, dell'architettura, della fotografia e della storiografia. Il volume vuole diffondere la conoscenza della collezione Boschi Di Stefano rendendo manifesto il ruolo del museo quale centro di ricerca aperto al sapere delle università, delle fondazioni e delle istituzioni culturali del territorio che trovano nello spazio pubblico il luogo per una condivisone libera e costruttiva del sapere."" -
Villa Fogazzaro Roi. Visita alla casa di Oria tra storia e letteratura
Poche case possono vantare tanto affetto e dedizione come Villa Fogazzaro Roi. In quella che era la dimora materna lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro passò innumerevoli e gradevolissime estati, crebbe i suoi figli e ospitò amici e nipoti, ambientando proprio nelle sale della casa di Oria le vicende del suo intramontabile capolavoro, ""Piccolo mondo antico"""". Questa agile ma approfondita guida vi aprirà le porte di salotti, gallerie e biblioteche, conducendovi allo stesso tempo negli studi e nelle camere da letto, e ricostruendo, grazie a numerosi arredi e opere originari, l'appassionato mondo - tutt'altro che """"piccolo"""" - degli affetti e degli impegni letterari e civili dell'autore. Si scoprirà anche il valore del passaggio dei successori, tra i quali spicca la figura di Giuseppe """"Boso"""" Roi, che nel 2009 ha destinato la proprietà al FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano in legato testamentario. Una volta varcata la soglia in uscita, una sezione del volume vi condurrà tra percorsi e monumenti del placido e variegato territorio locale, ancora miracolosamente preservato. La Guida presenta i contributi di Lucia Borromeo Dina, Emanuela Borio, Oscar Ganzina e Francesco Soletti. Villa Fogazzaro Roi è stata abitata dalle famiglie Barrera e Fogazzaro a partire dal XVIII secolo fino alla morte di Antonio Fogazzaro, avvenuta nel 1911. Passata in proprietà ai Roi, diretti discendenti dello scrittore, nel 2009 la dimora è stata lasciata come legato testamentario al FAI - Fondo Ambiente Italiano da Giuseppe Roi. Da allora il bene è aperto al pubblico grazie al lavoro della Fondazione, che regolarmente ne cura la conservazione e la valorizzazione."" -
Razionalismo emozionale per l'identità democratica nazionale 1945-1966. Eretici italiani dell'architettura razionalista
La guerra e la caduta del regime fascista sono una falsa cesura nei processi creativi dell'architettura italiana. Certo, gli avvenimenti furono tali da produrre una faglia negli orientamenti che si erano delineati a partire dalla seconda metà degli anni venti per poi affermarsi nel corso degli anni trenta e imporre come peculiare, nel panorama internazionale, il razionalismo italiano. Sin dagli anni quaranta le varie posizioni culturali assunte dai protagonisti e le loro stesse opere stanno a dimostrare il tentativo di ricondurre le particolari condizioni economiche e politiche del dopoguerra nel quadro dello sviluppo teorico e figurativo che precedeva la caduta del fascismo, e profittare di quelle condizioni per spogliare l'architettura dalle contraddizioni in cui era stata costretta durante il regime dovendo obbedire, o comunque reagire, alle strategie politiche imposte dai gerarchi, dal duce e dal potere esercitato dai vari accademici. -
Razionalismi esaltati nostalgici radicali 1967-1973. Eretici italiani dell'architettura razionalista
Le varie contaminazioni dell'ossatura sperimentate negli anni dopo la fine del conflitto bellico non fugano il dubbio che l'architettura italiana abbia intrapreso una generosa discesa nei territori della cultura tecnica e figurativa locale, artigiana e popolare, al fine di espiare la collisione prodottasi tra il razionalismo e il fascismo. Dopo che il razionalismo ""retorico"""" ha subito il processo di redenzione all'insegna di un realismo costruttivo e locale, all'inizio degli anni sessanta si assiste all'inattesa rinascita di alcune sue forme originarie che tutti ritenevano scomparse e relegate nelle pagine dei libri di storia di Zevi e Benevolo. Il riapparire di quelle forme attraversa la fase del giudizio critico di coloro che si erano allontanati da quelle origini perché compromesse con il regime. In certi casi il giudizio arriva ad attribuire un carattere fascista alla nuova razionalità, non cogliendo il moto ideale che sospinge gli autori di quella sorprendente mossa del cavallo da cui prende il via l'ultima fase novecentesca delle vicende del razionalismo italiano, quella del """"razionalismo esaltato"""". Soltanto un'assunzione critica del razionalismo, meditata in termini storici, critici e poetici, consente a Giorgio Grassi e Aldo Rossi di procedere oltre i vari realismi costruttivi e di inoltrarsi in quell'ultima fase."" -
Paladino a Piacenza. Ediz. illustrata
L'installazione dell'artista Mimmo Paladino, con la curatela di Flavio Arensi e Eugenio Gazzola, trova spazio nel cuore di Piacenza, in quella piazza dei Cavalli che è luogo simbolo della città, in un confronto diretto con le statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese realizzate dal maestro Francesco Mochi nei primi decenni del XVII secolo. La piazza dei Cavalli è caratterizzata da una stratificazione di epoche e di stili artistico-architettonici e proprio qui, tra i due gruppi scultorei mochiani, si concentra l'intervento che Mimmo Paladino ha pensato per la città. Un'opera densa di simboli, ""un'apparizione fugace che non cerca il dialogo con il passato o con altri autori ma che assembla gli ingredienti per realizzare un'architettura, ossia l'arte di formare spazi fruibili ai fini dei bisogni umani"""". Disposti su una base quadrata di 12 metri per lato, con un'altezza di 170 centimetri, diciotto parziali cavalli si stagliano dal disegno geometrico, che non è solamente un basamento, ma struttura linguistica portante da leggere insieme a tutti gli altri elementi. Nel catalogo che accompagna e descrive l'installazione di Mimmo Paladino, sono presenti i seguenti saggi: Classico e contemporaneo di Massimo Toscani; Piacenza """"crocevia di culture"""" di Patrizia Barbieri; Apparizioni di Flavio Arensi; La mossa del cavallo. Monumento equestre e microcosmo urbano di Marcello Spigaroli; La lunga marcia di Piacenza verso l'arte del nostro tempo di Eugenio Gazzola e Giorgio Milani; Un profilo biografico di Mimmo Paladino di Eugenio Gazzola. Completano la pubblicazione le sezioni fotografiche: Paladino a Piacenza, Allestimento Piazza Cavalli, Recupero restauro. Le fotografie pubblicate nel catalogo sono opera di Lorenzo Palmieri."" -
La collezione Rosella e Carlo Nesi. Un amore infinito. Ediz. italiana e inglese
Ciò che ha portato Rosella e Carlo Nesi a dedicare la loro vita a ricercare e a collezionare opere d'arte moderna e contemporanea scaturisce da un trasporto emotivo capace di superare ogni barriera. Un sentimento che li ha accomunati e che ha fatto di loro due complici che condividono lo stesso obiettivo e lo stesso trasporto. Quando si chiede loro cosa li abbia spinti a intraprendere questa strada, Rosella e Carlo usano termini come ""passione"""", """"amore"""" e """"desiderio"""", che sono gli stessi che si impiegano in un codice amoroso. Questo volume si presenta come uno strumento di ricerca che, oltre a fornire una testimonianza dell'operato dei Nesi e a dare un senso compiuto alla loro collezione, permette al lettore di allargare la prospettiva fino a comprendere la scena storica e culturale in cui ha preso vita e forma la loro raccolta d'arte. Da un progetto di Germano Celant."" -
Mario Pinton. Gioielli, sculture, poesia-Jewels, sculptures, poetry. Ediz. illustrata
In occasione del centenario della nascita di Mario Pinton, artista e intellettuale padovano, l'Associazione Amici del Selvatico propone al Comune di Padova la realizzazione di una Mostra a lui dedicata che permetta di illustrarne, non solo agli addetti ai lavori ma anche al grande pubblico, la valenza artistica e teorica, la dimensione internazionale e come il suo pensiero seppe dare nel nostro Paese una svolta radicale al concetto tradizionale di gioiello. ""In Mario Pinton il lavoro artistico ha seguito un percorso originale, ha superato la tradizione recuperando i saperi antichi, usando l'oro, che è il simbolo delle trasformazioni continue. Alle forme elaborate e splendenti egli oppone superfici sofferte, i segni dell'utensile, la sbavatura della fusione. La sua ricerca è organicamente legata con l'attività scolastica che lo ha fatto diventare capostipite indiscusso in quanto ideatore di un nuovo modo di intendere l'oreficeria che da Padova si è irradiato in Europa, intrecciando il gioiello con l'arte contemporanea e con le sue incessanti sperimentazioni. La """"sua"""" scuola, fondata saldamente su una semplicità quasi ascetica, su pazienza, tenacia e apertura così grandi da riconoscere la reciprocità nel dare e nell'avere degli allievi, ha lasciato un segno indelebile sul quale si dovrà ancora riflettere, tante sono le sementi diffuse. La figura di Mario Pinton sarà protagonista del museo padovano del gioiello, di cui si auspica l'apertura in un prossimo futuro, in parallelo con la monumentale sede storica del """"Selvatico"""" in largo Meneghetti, restituita alla sua rinnovata funzione educativa e culturale."""" (Elio Armano Presidente """"Amici del Selvatico"""")"" -
L' Arca di Vetro. La Collezione di animali di Pierre Rosenberg. Ediz. illustrata
Il Novecento ha dato vita a un gigantesco bestiario di vetro proveniente da quasi tutti i settori della produzione artigianale internazionale. Quella di Murano, la cui ricchezza e varietà ci vengono rivelate grazie alla mostra in programma a Venezia e al catalogo realizzato per l'occasione, proviene dalla collezione di Pierre Rosenberg, una delle più ampie, incredibili, a volte piene di umorismo, tecnicamente spettacolari raccolte di questo genere. L'incremento della produzione di animali in vetro è da collegare alla moltiplicazione di piccoli formati scultorei in bronzo e ceramica che a partire dall'Ottocento si sono diffusi sempre più nelle abitazioni borghesi. Questi ""ritratti"""" di animali più o meno realistici o estremamente stilizzati sono infatti recenti su scala millenaria della storia del vetro, ma oggetti e ornamenti in vetro zoomorfo sono stati presenti fin dall'antichità. Oltre alle produzioni regolari delle fabbriche, la fine del XX secolo ha visto anche il mondo degli artisti del vetro aggiungere i loro contributi a questo ramo relativamente recente della scultura animale. La collezione Pierre Rosenberg contiene alcuni straordinari esempi e diverse tipologie di vetri zoomorfi che vanno a comporre questa moderna """"arca di vetro"""". Lo storico dell'arte e conservatore Pierre Rosenberg, presidente onorario del Musée du Louvre, membro della prestigiosa Académie française ha recentemente fatto quest'incredibile donazione a beneficio del Département des Hauts- de-Seine. La vasta collezione, creata pazientemente negli anni da Rosenberg, specialista di dipinti e disegni francesi e italiani del XVII e XVIII secolo, comprende 670 dipinti, 3.500 disegni, 45.000 volumi, oggetti in vetro di Murano, per un valore complessivo che si aggira intorno a i 30 milioni di euro."" -
Identity men. Gli uomini e le donne che hanno difeso il patrimonio culturale italiano (1943-1951)
Ricostruendo le biografie dei componenti britannici e americani della sottocommissione Monuments, Fine Arts and Archives (i noti Monuments Men) che operarono nella Penisola e le vicende dei tanti funzionari che si preoccuparono di mettere in salvo monumenti e opere d'arte, colpisce che a tutela del nostro patrimonio artistico fossero impegnati in quegli anni persone che ricoprivano ruoli e responsabilità diverse. Dai funzionari dello stato fascista che temevano le conseguenze della risalita in Italia degli Alleati, ai funzionari che opponendosi al regime cercavano di ostacolare le razzie, dagli studiosi anglosassoni spinti dall'amore per la storia dell'arte della nostra Penisola, agli alti prelati della Santa Sede, fino alle donne, ausiliarie delle forze armate angloamericane o funzionarie delle sovrintendenze e dell'amministrazione pubblica italiane: la pletora delle personalità impegnate nella salvaguardia del nostro patrimonio artistico e culturale durante e dopo la seconda guerra mondiale, è davvero vasto. E questo volume ne racconta la storia. Persone che sono andate ben oltre i compiti loro assegnati e le mansioni previsti dal loro lavoro, perché avevano interiorizzato il valore dell'Arte e a tale valore hanno corrisposto con i loro comportamenti. -
Il Rinascimento di Bergamo e Brescia. Lotto Moretto Savoldo Moroni. Ediz. italiana e inglese
Il volume che accompagna la rassegna di Palazzo Marino a Milano punta i riflettori su due città che in età rinascimentale hanno visto nascere civiltà artistiche originali. Nonostante Bergamo e Brescia fossero entrambe dominio della Serenissima, i loro principali pittori hanno sviluppato una parlata diversa, autonoma, segnata da una vivace attenzione al vero e alla natura. Sono autori del Cinquecento di primaria grandezza: Moretto, Savoldo Moroni, con l'aggiunta del veneziano Lorenzo Lotto, documentato tramite un capolavoro della sua stagione bergamasca. Quattro le opere presentate: il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria, san Francesco d'Assisi e un devoto in preghiera di Giovanni Battista Moroni conservato alla Pinacoteca di Brera, le Nozze mistiche di santa Caterina d'Alessandria, un angelo e Nicolò Bonghi di Lorenzo Lotto, prestato dall'Accademia Carrara di Bergamo e, provenienti dalla Pinacoteca Tosi Martinengo di Brescia, l'Adorazione dei pastori di Giovan Girolamo Savoldo e la Pala Rovellio di Alessandro Bonvicino detto il Moretto. Si tratta di opere di grande impatto, che ben rappresentano l'originalità del Rinascimento bergamasco e bresciano in cui trovarono espressione e sintesi influenze locali e milanesi, accanto quelle veneziane e romano-fiorentine. Incentrate sul tema della Natività e della Madonna con il Bambino, queste quattro opere dialogano tra loro per l'inedita immediatezza delle scene, il vibrante realismo dei personaggi e lo studio degli effetti chiaroscurali. Tutti ingredienti che saranno ereditati e condotti alle estreme conseguenze, alla fine del secolo, da Caravaggio. -
Bobo Piccoli
Un volume che raccoglie gli studi su uno dei maggiori protagonisti della scena artistica milanese del '900. Nato dall'importante collaborazione tra Accademia di Brera e Fondazione Stelline, il volume, a cura di Cloe Piccoli, vuole approfondire l'arte di Bobo Piccoli (Milano, 1927-1981), figura rilevante del Novecento italiano. Piccoli fu autore della pavimentazione a mosaico del Palazzo delle Stelline e di altre opere, di cui sei conservate presso la collezione del Museo del Novecento e la Casa Museo Boschi Di Stefano. Il volume parte dagli esordi dell'artista milanese e dagli anni all'Accademia di Brera; si passa alle opere cubiste conservate nella collezione Boschi di Stefano; si approfondisce il suo passaggio all'architettura e il ritorno alla pittura, fino al dibattito estetico negli anni '70. A raccontare l'artista Bobo Piccoli alcuni fra i più interessanti studiosi, storici e critici dell'arte, tra cui Clara Bonfiglio, Paolo Campiglio, MariaVittoria Capitanucci, Maria Fratelli, Francesco Librizzi, Francesca Pola, Cloe Piccoli, Elena Pontiggia, Francesco Tedeschi, Angela Vettese, Giorgio Zanchetti. -
Christian Boltanski. Shay Frisch. Ediz. italiana e inglese
L'ampio e articolato progetto ha posto al centro dell'indagine il tema della ""luce"""" come archetipo simbolico, metafisico, ar tistico e ha dato vita ad una nuova riflessione sulle opere di Christian Boltanski e le ha messe in dialogo con le opere di Shay Frisch. Il risultato di questo gioco di rimandi contrapposti è un percorso espositivo che si snoda al piano nobile del Museo RISO a Palermo. Un progetto che si dispiega su linee diverse, parallele ma autonome, che analizza lo stesso rapporto da più angolazioni, legate all'esperienza estetica ma anche ai linguaggi della contemporaneità. È un dialogo diretto tra la luminosa non-luce di Christian Boltanski carica di valori mnemonici, che diventano ombre, fantasmi, simboli forti ei campi elettrici di Shay Frisch con la loro carica energetica, le forme evocative e le declinazioni concettuali derivanti dal suo linguaggio archetipico. Luce come pura energia, un flusso di memoria unico che riceve significati dall'oscurità. Mentre Boltanski amplifica il valore emblematico degli oggetti nella sua riflessione, Frisch piega l'iconografia traendone un nuovo significato."" -
Nespolo. Ovvero il pretesto del funzionale
Il sodalizio Baj-Nespolo ha origini lontane che risalgono alla metà degli anni sessanta in una Milano attraente e promettente. L'incontro è innanzitutto dovuto al riconoscimento reciproco di atteggiamenti culturali molto affini: stesso gusto colto dell'ironia fino al sarcasmo, pratica del gioco e dell'irriverenza e del comune desiderio di violare i margini frigidi imposti dal sistema dell'arte. Un gioco e un riconoscimento tété-béche testimoniati da questi scritti quasi riflettenti fatti di testi colmi di rimandi, narrazioni sghembe, memorie cinematografiche, cronache d'incontri, viaggi. Su tutto brilla la stella del Premiato Studio d'Arte Baj & Nespolo luogo di pitture e d'insofferenze, di teorizzazioni e di non poche meditazioni. Non un testo di ricordi conclusi ma ancora vive scintille di un'energia e di un clima che pretende saper rivendicare l'appartenenza alle radici delle più autentiche avanguardie e mai rassegnarsi ai futili e interessati giochi di superficie di cui dispone l'odierno, confuso Artworld.