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Una vita tranquilla. La Resistenza liberale nelle memorie di Cristina Casana
La Resistenza presenta degli aspetti storiograficamente per molto tempo rimasti nell'ombra. Tra di essi, sicuramente, il ruolo svolto dalle grandi famiglie aristocratiche e quello ancora più importante della partecipazione femminile. Questo libro, tratta proprio di questi aspetti attraverso la figura di Cristina Casana. Una giovane donna dell'alta società dell'Italia del Nord, una cattolica - liberale, che nella sua villa brianzola di Novedrate, raccolse, organizzò e diede ospitalità, complice il fratello Rinaldo, tutte le anime della lotta clandestina sia civile che militare, costituendo il principale punto d'appoggio dell'Organizzazione Franchi. -
L' istituzione del disordine. Regole del gioco e giocatori nella politica italiana dal 1946 al 2018
Tra studiosi e esperti c'è largo consenso sul fatto che la politica in Italia è meno efficiente e più corrotta che nella maggior parte dei paesi europei. I più incolpano di ciò i politici e le loro scelte autoreferenziali. Il presente lavoro sposta l'attenzione a un livello più basilare di inadeguatezza, e sostiene che la suddetta situazione dipende dalle regole istituzionali che guidano i comportamenti degli attori che agiscono nel sistema rappresentativo e nell'amministrazione dello stato. Con tale premessa l'origine dei problemi è individuata nella cruciale rinuncia dell'assemblea costituente a fissare un definito assetto dei rapporti di potere entro lo stato, lasciando tale compito alla futura azione dei partiti. Da ciò consegue che le scelte dei governi non esprimono l'interesse generale ma interessi di parte. In questo senso la nostra costituzione è divenuta suo malgrado l'istituzione generatrice dell'attuale disordine nella società, nello stato e nei conti pubblici. -
La guerra alla gente e la politica innominabile. Potere, possibile sociale, etnografia del pensiero
Viene qui proposta una riflessione teorica per rinnovare la razionalità delle scienze sociali, rendendola finalmente compatibile con due tra le discontinuità maggiori del Novecento, che esauriscono l’epoca moderna e danno inizio alla nostra contemporaneità: la dimensione innominabile della politica e la rivoluzione quantistica. Entrambe sperimentano un’irriducibilità assoluta: la prima tra il potere e la gente; la seconda tra l’oggettività e il possibile. Il testo presenta l’etnografia del pensiero come disciplina in grado di identificare la duplicità del sociale, aprendo a nuove forme di pensabilità della politica e della democrazia. -
Le fondamenta della Costituzione. Pietro Nenni e il Ministero per la Costituente
"La domanda che più intriga oggi è sapere quanto di quello che fu pensato in quei laboriosi mesi di attività di Pietro Nenni ministro per la Costituente abbia trovato collocazione, e se sia accaduto, nella Carta Costituzionale e quanto sia stato efficace l'operato di quel Ministero. È lo spirito della Ricerca e degli approfondimenti intorno a quello che può ritenersi un pontile concettuale tra le aspettative di risorgenza democratica maturate nella fase precedente e in quella successiva alla costruzione dell'impianto costituzionale. È impossibile negare che vi è uno scarto, registrato dalla coscienza civile del Paese e dalla storiografia, tra """"spirito"""" e """"materia"""" della Costituzione; una differenza che il Paese ha pagato in termini di adeguamento del proprio modello politico alle esigenze sempre più contraddittorie della """"governabilità"""" ma che ha superato, perché guidato da uno straordinario gruppo dirigente e da forze politiche cresciute in una dura lotta per le libertà. Non casualmente, al venir meno di quella """"risorsa"""" politica generale che, pur nella conflittualità anche aspra tra i partiti, si può definire unitaria per il suo riconoscersi in un quadro costituzionale condiviso, sono entrati in crisi tutti i fattori che, guidati con perizia e saggezza dai partiti, hanno costruito il nuovo tessuto costituzionale dell'Italia repubblicana. Ripensare, rileggere, ricostruire con gli opportuni strumenti scientifici quei momenti di storia nazionale ha l'ambizione di rappresentare un contributo, assai utile per quanto rispettosamente modesto, alla ripresa di quel sentimento nazionale senza il quale la nostra Costituzione perderebbe l'anima, oltre che lo spirito."""" (Dalla presentazione di Gianvito Mastroleo)" -
La strage silenziosa. Genova e i morti d'amianto, storia di una battaglia operaia
Il libro racconta la storia di una lunga battaglia operaia per ristabilire giustizia su un'amara realtà: la strage silenziosa dell'amianto a Genova. A partire dal 1994, in Liguria si sono ammalate di mesotelioma oltre 3.200 persone (più della metà nel capoluogo), ogni anno si aggiungono 130 nuovi malati e i decessi provocati dall'asbesto sono quasi 3.000. Nonostante questo, ad essere processati a Genova sono stati gli operai e non i veri responsabili. Tutto inizia nel 2008 quando un ex dipendente di un piccolo patronato autonomo denuncia un sistema di mazzette nel riconoscimento dei benefici previdenziali legati all'esposizione all'amianto. Da qui parte una inchiesta che durerà 10 anni con 1.400 avvisi di garanzia agli ex dipendenti delle principali fabbriche genovesi tra cui Ilva e Ansaldo Energia, la revoca di centinaia di pensioni e di migliaia di certificazioni di esposizione. Dall'inchiesta non emergerà nessuna ""grande truffa"""", ma per invertire questo assunto e per ristabilire i diritti dei lavoratori, ci vorranno anni di manifestazioni e un esposto presentato nel 2014 da Cgil e Fiom alla Procura. Prefazione di Ivano Bosco. Introduzione di Marco Imarisio."" -
Costanza D'Altavilla. Biografia eretica di un'imperatrice
Personaggio fascinoso, che la letteratura ha contribuito a mitizzare, Costanza d'Altavilla, regina di Sicilia e imperatrice del Sacro romano impero, deve molta della sua fama al figlio, quel Federico II protagonista, nel duecento, delle lunghe e sanguinose lotte fra impero e papato. La sua storia è carica di tanti interrogativi e di altrettanti misteri ai quali, anche per pregiudizi ideologici, si sono date delle risposte spesso approssimate. A tali interrogativi e ai relativi misteri l'autore, seguendo un rigoroso percorso di ricerca, in questa biografia offre delle risposte e delle chiavi interpretative che ci restituiscono un'immagine nuova e non convenzionale di una donna, tradizionalmente raccontata come capace di dominare gli eventi ma, in realtà, estremamente fragile che, suo malgrado, è stata costretta a essere attore non secondario della storia del Meridione d'Italia. -
Zero al Sud. La storia incredibile (e vera) dell'attuazione perversa del federalismo fiscale
Per quindici decenni si è discusso della Questione Meridionale. Ma con il federalismo fiscale il quadro è cambiato. Lo Stato ha misurato, Comune per Comune, fabbisogni, costi e servizi con l'obiettivo di attribuire a ciascun territorio le risorse corrette. I conteggi hanno dato un risultato inatteso: si pensava di far emergere la cattiva spesa del Sud e ci si è trovati davanti al dettaglio del profondo divario tra le due Italie. L'uguaglianza ha un costo miliardario e così si è imboccata la scorciatoia di piegare le regole in modo da attribuire al Sud meno diritti e meno soldi. Lo Stato invece di costruire gli asili nido o i binari dove mancano ha stabilito che, nei territori di tipo ""B"""", il fabbisogno è zero. Ha dimezzato la perequazione dove la Costituzione garantiva che fosse """"integrale"""". Si è aperta la strada al federalismo differenziato, con maggiori autonomie, risorse e diritti nelle Regioni ricche. Il saggio offre gli elementi per aprire, finalmente, il dibattito pubblico. Prefazione di Gianfranco Viesti."" -
La spugna d'oro. La storia politica siciliana e le origini della mafia
"La spugna d’oro"""" è il frutto di una ricerca durata dieci anni tra gli archivi siciliani e alcune tra le più importanti biblioteche europee, in particolare la BNF di Parigi. rnL’autore arriva a delineare l’oggetto sfuggente del suo studio solo dopo aver percorso una lunga - e non frequentata - strada, quella della storia politica della Sicilia. Tutto comincia con un sovrano, Federico III d’Aragona, che nella turbolente fase post-Vespri per mantenersi al potere è costretto ad offrire ai feudatari siciliani buona parte delle competenze e dei beni che appartenevano alla corona: da qui comincia una dinamica di continuo logorio del potere centrale da parte dei poteri periferici rappresentati dai feudatari, legittimati dalle ‘costituzioni’ di Federico, i quali diventano (e permangono nel corso di secoli) signori assoluti di buona parte del territorio isolano. In Sicilia nasce quindi una pratica politica che non si trova da nessun altra parte, in cui al centro del confronto pattizio tra la classe dirigente locale e il sovrano (che dal 1400 circa in poi risiederà fuori) c’è il demanio regale: si verifica il paradosso di sovrani che nel parlamento siciliano - il luogo di ogni compromesso pattizio - mettono in vendita parte dello ‘Stato’ per avere il denaro che consenta loro di riacquistarne parti vendute precedentemente. In Sicilia si sviluppa un’ideologia originale che l’autore chiama con un neologismo nazionalautonomismo, che consiste in una concezione flessibile della nazione che è tale solo nella misura in cui garantisce pattiziamente le prerogative autonomistiche, cioè gli interessi dei potentati locali. Nel meccanismo di funzionamento e di riproduzione del sistema vicereale-parlamentare che per secoli governa l’isola, un ingranaggio essenziale era costituito da quelle strutture adibite alla violenza e al controllo dell’ordine pubblico, con una storia tutta a sé stante di Palermo, centro della dinamica pattizia da cui partivano e in cui confluivano le diramazioni politico-amministrative-economiche dall’intera isola. La fine del parlamento nel 1816 crea un vuoto che viene riempito dalla polvere del crollo delle suddette strutture che nel corso dell’Ottocento si rideposita creando un nuovo aggregato: la mafia. Un aggregato composto da una strana caratteristica mistura di vecchio, anche molto vecchio, e nuovo." -
Giovanni Amendola. Una vita in difesa della libertà
Nel volume viene ripercorsa la vita culturale e politica di Giovanni Amendola a partire dagli anni giovanili del periodo «romantico». Collaboratore del «Leonardo» e de «La Voce», combatté la battaglia antipositivista avvicinandosi a Croce che offriva a quella «gioventù ribelle» un sistema completo di teoria della conoscenza. Completata la sua formazione al contatto con la filosofia classica tedesca, si avvicinò all’idealismo immanente fino a sviluppare una morale autonoma mutuata da Nietzsche. Passato al giornalismo professionista divenne uno dei più autorevoli commentatori politici da Roma per «Resto del Carlino» prima e del «Corriere delle Sera» poi. Comportatosi valorosamente in guerra come ufficiale di artiglieria, nel 1919 abbracciò la vita politica. Deputato della Democrazia Liberale si batté per riportare la crisi politico-sociale del paese nel quadro di una rinnovata vita democratica. Sottosegretario alle Finanze nel 1920, nel 1922 fu ministro delle Colonie nell’ultimo governo liberale. Rappresentante della nuova frontiera della «democrazia italiana» s’impegnò nella lotta antifascista ponendosi a capo della secessione parlamentare dell’Aventino nel tentativo di contrastare l’armatura totalitaria impressa dal regime. Fondatore del partito dell’Unione nazionale delle forze liberali e democratiche combatté il fascismo in nome di quella tradizione del Risorgimento in cui l’affermazione delle libertà civili e politiche erano definite come diritti dell’uomo e del cittadino nel quadro di uno Stato di diritto che si basava sul sistema parlamentare a salvaguardia del diritto delle minoranze. Più volte vittima della violenza politica, aggredito una prima volta a Roma nel 1923, subì a Montecatini il 20 luglio del 1925 l’ennesimo attentato che gli provocò gravissime ferite causa della morte sopraggiunta in esilio, il 7 aprile del 1926, a Cannes. -
Scomunica ai mafiosi? Contributi per un dibattito
«Quando le violenze (delle mafie) divennero omicidi e stragi [...] ci si avvide che l'identità criminale [...] usurpava volto e funzioni di una contro società [...]; il contrasto condotto fino all'omicidio, come nel caso del parroco don Pino Puglisi, rivelava un giudizio antagonistico contro la fede cristiana» (dalla prefazione). L'autore che è anche postulatore della causa di canonizzazione di don Puglisi, connette diverse discipline (diritto civile, penale e canonico, teologia sistematica, morale), con l'invito a leggere la Chiesa come popolo peregrinante, che vive nel mondo per annunciare il Vangelo e lottare contro il mysterium iniquitatis. Inoltre, ricostruisce l'inconciliabilità tra mafia e Vangelo, soffermandosi sulla scomunica e sul suo significato pedagogico e medicinale. Le strategie sociali e pastorali di contrasto alla zizzania mafiosa vanno radicate nel martirio di Puglisi e nelle parole di papa Francesco: «Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!». Prefazione di Francesco P. Casavola e postfazione di Marcello Gallo. -
L' uomo a piu dimensioni. Alfred Schütz e le realtà multiple
Il volume affronta la questione delle realtà multiple nel pensiero del filosofo e sociologo Alfred Schütz (1889-1959). Lo scopo è evidenziare come il reale e il sociale siano strettamente interrelati, poiché la deiscenza del sociale si ha solo se vi è la possibilità di un accordo intersoggettivo su ciò che crediamo sia reale. Al tempo stesso, si cercherà di mostrare come, da un lato, la teoria delle realtà multiple proposta da Schütz implichi un passaggio dall'idea del soggetto come entità monolitica che vive in un'unica dimensione a una nuova concezione in cui l'individuo abita contemporaneamente in più realtà, configurandosi, quindi, come un uomo a più dimensioni e, dall'altro lato, come tale teoria possa costituire una valida alternativa ai modelli filosofici contemporanei incentrati sulla ricerca di una realtà perduta e sulla ri-definizione di un concetto forte di realtà. -
Lavoro e civiltà
Alla base della civiltà dei popoli è l'attività lavorativa dei loro componenti. Il lavoro è espressione di un diritto di libertà, che negli ordinamenti moderni è costituzionalmente garantito. Il lavoro è anche un dovere - oltre a essere indispensabile a ciascuno per sopravvivere -; perché tutti devono contribuire, nei limiti delle proprie possibilità, al progresso della collettività alla quale appartengono. L'attività lavorativa deve essere compiuta secondo quelle regole morali che la rendono utile alla collettività. Queste regole morali sono parte integrante delle norme costituzionali, che le hanno rese giuridicamente coattive. Tutelare la libertà e il lavoro deve essere l'obiettivo fondamentale dello Stato moderno. La negazione della libertà lavorativa, così come il mancato rispetto delle regole morali che la concernono, hanno effetti rovinosi per la società. -
Gli internazionali. Diplomatici in carriera
La sede di una rappresentanza diplomatica internazionale in Albania negli anni del post-comunismo; un ambasciatore depresso perché tradito dalla sua giovane amante; alcuni addetti, di varie nazionalità, che sgomitano per primeggiare. E Rosh, giovane impiegato albanese, che osserva e registra i paternalismi, le invidie, i carrierismi e le ipocrisie di questo variegato circo. Una commedia dolceamara che svela i dietro le quinte di una delle tante missioni cosiddette ""umanitarie"""", dove ci si domanda come può l'Occidente essere d'aiuto ai Paesi in via di sviluppo se ancora vi si accosta con presunzione e superiorità, e come può un Paese in difficoltà accettare aiuto da chi nei fatti irride la sua identità. La sagace e sferzante ironia di Aliçka - che da ex diplomatico ben conosce il mondo di cui racconta - colpisce tanto gli zelanti soccorritori internazionali quanto i remissivi e sventurati autoctoni. Un romanzo satirico fresco e allegro da ascrivere alla migliore tradizione balcanica di questo genere."" -
All'ombra del «Principe». La politica dalle origini a Machiavelli. Problemi attuali e prospettive
Nel corso della storia, pur cambiando i sistemi, la vita politica è divenuta sempre più complessa. Con Machiavelli si è liberata dalla retorica e dal moralismo e ha rinunciato a darsi una direzione etica per divenire una scienza autonoma. La lettura gramsciana del ""Principe"""" nelle fasi postbellica, post '89 e ancora oggi ha dato spessore culturale alla """"conquista e al mantenimento del potere"""", ma in mancanza di una bussola di orientamento i diversi leader e i partiti nei sistemi democratici hanno finito con l'assecondare rivendicazioni e desideri dei cittadini. Ha prevalso l'esaltazione del consenso a ogni costo e di conseguenza il conflitto tra le parti e la decomposizione del tessuto solidale. L'opposizione del """"popolo"""" alla """"casta"""" ha favorito neopopulismo e sovranismo e sollecitato la trasformazione della democrazia rappresentativa nell'utopia della democrazia diretta, in cui il popolo detta le scelte attraverso i social in assenza di principi regolativi condivisi. Postfazione di Flavio Felice."" -
Il paese senza legge? Idee per cambiare la giustizia
L'Italia è davvero un Paese senza legge? Siamo veramente un paese senza giustizia o che appare come tale a chi guarda e giudica dall'estero? E, soprattutto, meritiamo questa considerazione per quello che non sappiamo fare per cambiare il sistema giustizia italiano? Dare risposta, non facile, a tali quesiti dovrebbe coinvolgere coscienze e conoscenze di tutti gli ""addetti ai lavori"""" per dire, con parole di verità, ciò che non va e quello che deve farsi. Tanto per cambiare in meglio una giustizia e un sistema, che appare - come mai - impazzito a partire dall'aspetto legislativo. E ciò nel più generale contesto di un paese al bivio della scelta, non rinviabile, fra effettivo cambiamento ed irrefrenabile declino. Frutto dell'attività ultratrentennale di un giudice, che ha fatto anche altri """"mestieri"""", questo libro vuole essere un contributo per dire, senza comode omissioni, quello che va detto sulla nostra giustizia malata. Un libro differente, per scelta, da quelli - spesso pretenziosi - """"di diritto"""", ma che, pur senza dotte enunciazioni, non è meno giuridico di tanti altri volumi. È un saggio per riflettere sul nostro """"paese senza legge"""" e senza giustizia giusta ed efficiente e per esprimere """"idee di giustizia"""" che diventano, con analisi serie e concrete proposte, """"idee per la giustizia""""."" -
Diariotre con Giulio Carlo Argan. La città, le arti e il progetto
Diariotre Con Giulio Carlo Argan - La città, le arti e il progetto - Archivio Miglietta, è il racconto di una straordinaria esperienza umana e professionale di Fernando Miglietta con Giulio Carlo Argan (Torino 1909- Roma 1992), studioso, intellettuale, politico, tra i più importanti storici e critici d’arte del Novecento, in un confronto illuminante nell’arco di un decennio (1977-1988) tra interrogativi, progetti e utopie. rn“Il tema arte-città, quel rapporto tra le arti e il progetto, in grado di esprimere forme identitarie di una cultura, – scrive Fernando Miglietta – era l’orizzonte primario del pensiero critico di Giulio Carlo Argan, speciale compagno di viaggio nei complessi rapporti tra politica e cultura e illuminato testimone critico della mia ricerca in arte e in architettura. In più occasioni abbiamo dialogato, confrontandoci sull’idea di futuro e di memoria, di arte e città, consapevoli della necessità di un progetto, azione e forma politica”. “Per chi ama l’arte e la sua storia ed ha condiviso la necessità dell’impegno politico come partecipazione alla responsabilità del cambiamento, – osserva Paolo Portoghesi nell’introduzione – Argan rimane una testimonianza indimenticabile. Per lui la storia dell’Arte non era cronaca filologica di ciò che è stato, ma un modo per indagare criticamente il presente e le prospettive del futuro”. -
1° atlante delle esperienze di riutilizzo dei terreni confiscati e delle realtà di agricoltura sociale in Campania
L'Atlante restituisce una fotografia analitica delle esperienze di riutilizzo e mancato riutilizzo dei terreni sottratti ai clan e delle realtà di agricoltura sociale in Campania. Per la prima volta in letteratura, sono raccolti e sistematizzati dati ed esperienze che, insieme alla ricognizione storico normativa dei fenomeni analizzati, permettono di indagare e comprendere le difficoltà e i paradossi di legalità di un universo nel quale oltre l'80% del patrimonio confiscato non viene ancora riutilizzato, ma anche le potenzialità legate a innovative forme di economia sociale quali antidoto all'economia criminale. Si definisce la possibilità di un modello di riutilizzo sostenibile e replicabile dei fondi agricoli appartenuti alle mafie attraverso teorie e prassi di agricoltura sociale, capace di determinare uno sviluppo territoriale sano ed inclusivo. Insieme ad Antonio Esposito, che ha coordinato il progetto ""Ru.S.H. - Rural Social HUb"""" da cui la stessa scaturisce, la ricerca è realizzata da Tonino Pellegrino, Paola Perretta e Pasquale Gaudino. Il volume, con la prefazione di Giuseppe Acocella, è arricchito da interviste a referenti istituzionali (Umberto Postiglione e Giampaolo Capasso per l'Anbsc, Giovanni Allucci per """"Agrorinasce"""", sindaci delle diverse province campane) e dagli interventi di don Luigi Ciotti, Tina Cioffo, Valerio Taglione, Filippo Ianniello, Angelo Righetti, Yvan Sagnet, Francesca Giarè, Ilaria Signoriello, Niccolò Zavattoni, Fabio De Bernardo, Italo Santangelo, Giuliano Ciano."" -
Lazio-Inter 2-3. Saper vincere, saper perdere, ma soprattutto saper imparare
Il bello di assistere a momenti epocali, al di là della solita dose di spettacolo che contengono per loro stessa natura, è che si possono ricordare ed usare da pietra di paragone, da metafora per interpretare altre cose nella propria vita. Allora, lo spareggio-thriller che nell'incerta nottata dello Stadio Olimpico del 20 maggio ha chiuso la stagione calcistica 2017-2018 definendo l'ingresso in Champions, al di là del mero verdetto del campo ha almeno un pugno di buone lezioni da tenere a mente per chiunque, tifoso o meno. La prima: che esiste una cosa che nel calcio (ed in molti sport in senso più generico) si chiama maglia, e ha la funzione (e la responsabilità!) non solo di distinguere una squadra dall'altra, ma di racchiudere e portare con sé un modo di vedere il mondo, di identificarsi, di reagire di fronte a ciò che ci accade. Seconda: che quello conseguito sul campo è solo uno dei risultati possibili, il più matematico e forse il più semplice. Ce ne sono altri, più o meno nascosti tra le righe dell'ufficialità: risultati di caratura anche più profonda, che aritmetica a parte vanno oltre i semplici numeri del tabellone. In campo si vince o si perde, punto. Perfino dietro il pareggio c'è sempre una vittoria o una sconfitta. Proprio come nella vita. ""È il football, baby!"""" direbbe qualcuno, ma il senso di questo libro è molto più di questo. È tirare fuori dallo scontro dell'Olimpico un parallelo importante con la vita che tutti noi viviamo ogni giorno. Di più: è far questo prendendo a prestito e a modello, perché no, impressioni ed emozioni di chi la partita l'ha vista e vissuta dal vivo, tra gli spalti dello stadio romano per eccellenza. Non ultras ma persone come noi, tifosi, certo, che prima, durante e dopo i fatidici 90minuti+recupero si sono confrontati un'esperienza ingombrante e ne hanno fatto un pezzo, bello o brutto, amaro o frizzante, deludente o colmo di speranza del bagaglio da portare con sé. Con quel monito, calcistico ma terribilmente vero nella vita di tutti i giorni, per cui al di là del risultato sul campo, l'importante è e rimane saper imparare."" -
Arrivano i barbari
Sono arrivati, i barbari. Sono fra noi. Ma chi sono? L'imbarbarimento è stato lungamente incubato, anche da quanti oggi lo subiscono. Non è l'invasione di questo o quel Paese, ma un sentimento diffuso, capace di scuotere le democrazie occidentali. Nato al loro interno. Allevato da una falsa, ma continua e vincente rappresentazione della realtà. Concimato da risentimenti che ciascuno coltiva verso altri, dalla convinzione che a ciascuno sia stato tolto qualche cosa e si abbia diritto ad avere di più. Dalla certezza che peggio di così non si potrebbe andare, che è poi il modo migliore per finire male. Troppo facile dire: i barbari sono questi o quelli. Invece le tracce d'imbarbarimento si vedono nella vita di ogni giorno, non solo nella sua rappresentazione collettiva o istituzionale. Nella convinzione che esistano diritti e non doveri. Che siano lecite le pretese e da scansarsi le responsabilità. Che sia possibile cercare il meglio senza riconoscere il bene e il benessere in cui si vive. Pagine che faranno arrabbiare molti. Urticanti e fastidiose. Contro il vento luogocomunista, lontane dalla bubbola sovranista. Utili solo se aiuteranno a vederli, i barbari. Magari allo specchio. -
Senza è peggio. Perché l'Europa serve
Energia, telecomunicazioni, ambiente, sicurezza alimentare, salute, trasporti, ricerca, stabilità monetaria, mercato unico, facilitazioni nei commerci e molto altro. Ecco tutti i motivi per cui l’Unione europea è stata ed è un ausilio indispensabile alla vita quotidiana di tutti noi. Un po’ in controtendenza rispetto alla vulgata dei nostri giorni che tende ad addebitare tutte le colpe all’Europa, questo libro vuole rimarcare come “Senza è peggio”. Alla vigilia delle elezioni europee, nel mezzo di un rinnovato dibattito sull’opportunità o meno di restare nell’Unione e con la consapevolezza che solo un’Europa rinnovata possa reggere l’impatto con il futuro e con i forti venti sovranisti che si alzano, il libro intende spiegare i motivi per cui per i cittadini italiani l’Europa è, semplicemente, un guadagno oggi e un’opportunità domani. Senza l’Europa staremmo molto peggio di come stiamo adesso.