Sfoglia il Catalogo ibs011
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1421-1440 di 10000 Articoli:
-
La narrativa di Corrado Alvaro. Tra sperimentalismo, denuncia e profezia
I romanzi di Corrado Alvaro, riletti oggi, alla luce delle più recenti acquisizioni della critica (psicanalitica, semiologica, ermeneutica) e della filologia, appaiono estremamente convincenti sia sotto il profilo tematico (per la vocazione a trascendere il puro dato autobiografico in un'ottica storico-sociale), sia a livello strutturale e stilistico (per il superamento dei canoni ottocenteschi del racconto). Il grande calabrese si autentica come il narratore italiano che ha esaltato, più d'altri, la funzione conoscitiva del romanzo e come il più formidabile inventore di macchine narrative del ventesimo secolo. Tappa fondamentale, invero, la sua narrativa, nell'accidentato percorso che ha fatto del romanzo il luogo privilegiato per l'interpretazione e la rappresentazione del mondo nel tempo. -
Perché è nata la dottrina sociale della Chiesa? Tra magistero e pensiero
Dopo ben oltre un secolo, e con tutti i nuovi elementi che sono emersi, si può sicuramente affermare che la dottrina sociale della Chiesa non è nata solo per motivi di ordine sociale ed economico. Questi furono sicuramente importanti, ma, accanto a questi, non vanno trascurati quelli di natura teologica, politica e pedagogica. In un secolo, come l'Ottocento, segnato da quelle che, poi, verranno chiamate ideologie o ""religioni terrene e secolarizzate"""", Leone XIII intendeva ribadire che il cristianesimo è l'unica possibilità di un'autentica salvezza mentre tutte le altre opportunità sono solo contraffazioni. Dopo l'evento epocale della """"presa di Roma"""", che fu vissuto nel mondo intero con profonde riflessioni e interrogativi, anche e soprattutto da parte di intellettuali non cattolici, mons. Gioacchino Pecci, con il nome di Leone, succede a Pio IX al soglio pontificio, dopo essere stato nel 1843 nunzio apostolico a Bruxelles, città per tanti versi in fermento e dove erano confluiti intellettuali e rivoluzionari di varie estrazioni, dai liberali ai socialisti. Da qui prende le mosse l'insegnamento sociale cristiano del nuovo Pontefice. Questo insegnamento consente di affrontare con serenità ed efficacia le problematiche terrene senza generare frustrazioni e degenerazioni già insite nelle ideologie. Il loro fallimento - sembra già preannunciarci Leone XIII - avrebbe comportato le aberrazioni che tutti vediamo: da una parte un individualismo sfrenato ed egoistico tipico di un liberalismo che approda al libertarismo, dall'altra una rassegnazione priva di speranza che approda al nichilismo. È da tutto ciò che la Dottrina sociale della Chiesa intende metterci in guardia."" -
L' altra storia del sindacato. Dal secondo dopoguerra agli anni di Industry 4.0
«Un libro anticonformista, un contributo serio per una discussione aperta sul movimento sindacale in cui non prevale la retorica e non domina il patriottismo di organizzazione. La globalizzazione, la finanziarizzazione dell'economia e il mercato hanno messo fuori gioco il sindacato. È un declino inarrestabile? Non ci sarà futuro? Giuliano Cazzola e Giuseppe Sabella non ne sono convinti, vedono delle opportunità. Sono molto interessanti gli stimoli, a volte le provocazioni, le proposte, i cambiamenti che propongono». Così scrive nella sua introduzione Giorgio Benvenuto, tra i più importanti protagonisti dell'Italia repubblicana, nel presentare ""L'altra storia del sindacato"""", una storia mai raccontata prima, lontana dai teoremi della """"vecchia sinistra"""" e utile a capire presente e futuro. Ciò soprattutto in una fase di grande sconvolgimento economico e politico, sia a livello nazionale che internazionale. L'industria e il lavoro sono oggi al centro della grande trasformazione: laddove c'è innovazione ci sono accordi sindacali. La contrattazione di secondo livello, il welfare aziendale, la conciliazione vita-lavoro e, più in generale, il piano industria 4.0 sono sempre più al centro della vita delle imprese: ecco perché il sindacato ha davanti a sé una strada aperta e non scomparirà. Se cambierà pelle. Introduzione di Giorgio Benvenuto e postfazione di Alberto Brambilla."" -
Danubiana. Percorsi storico-letterari fra Italia e Ungheria. Vol. 1
"Danubiana 1"""" raccoglie una serie di saggi, frutto di anni di studio e di ricerca del loro autore, volti a far conoscere al lettore italiano non solo la cultura magiara nei suoi aspetti storico-letterari, ma l'intenso e duraturo rapporto dell'Ungheria con la cultura italiana. I saggi sono stati scritti """"sotto l'ombra di scuri rosmarini"""", ovvero l'Italia nella surreale rappresentazione fantastica del poeta nazionale magiaro Sándor Petofi, con lo sguardo rivolto al Paese dove, come canta l'inno ungherese di Ferenc Kölcsey, """"mormorano le onde del Tibisco e del Danubio"""", la """"beata Ungheria"""" della famosa definizione dantesca del Paese dei Magiari seguita dalla altrettanto nota raccomandazione del Sommo Poeta che invitava gli ungheresi a non lasciarsi fuorviare da una cattiva conduzione politica, problema con cui l'Ungheria si è in seguito incontrata e scontrata nel corso della sua storia millenaria. Con il presente lavoro l'autore ha inteso rendere omaggio al Paese della cui cultura si è occupato con dedizione, ammirazione e affetto in oltre quarant'anni di attività. A questo volume di saggi italo-ungheresi l'autore intende far seguire un'antologia della poesia ungherese dalle origini ai nostri giorni: si intitolerà """"Danubiana 2"""" per sottolineare la continuità del progetto." -
Emarginazione della storia e nuove storie
"Una certa crisi della storia - nel senso corrente della parola - è reale. Se ne è più volte parlato anche a livello giornalistico. Ma in che cosa consiste questa dichiarata, e spesso deprecata, crisi odierna della storia? Innanzitutto - si può dire - in una certa insicurezza circa l'identità e le funzioni della storia nel contesto culturale e civile in cui gli storici si muovono. Una seconda ragione è che questa crisi non è affatto immaginaria o poco evidente: basta pensare, per rilevarla, alla continua emarginazione della storia nei programmi scolastici."""" (Giuseppe Galasso)" -
Immagine e interpretazione
Il volume racchiude dei saggi che riprendono la prospettiva ermeneutica inaugurata da Gaston Bachelard e da diversi altri teorici, focalizzando l’attenzione sullo statuto ontologico dell’immagine. Nello specifico, coniuga un approccio di tipo retorico con la mito-analisi, intesa come esplorazione dei simboli e delle strutture antropologiche dell’immaginario. La maggior parte degli studi è dedicata alla letteratura romena (Mihai Eminescu, Fundoianu, Mircea Eliade, Angela Marinescu) e alla letteratura romena migrante, in particolare francofona (Gherasim Luca, Lorand Gaspar, Benjamin Fondane), mentre i restanti altri prendono in considerazione – in un’ottica imagologica – la tematica della donna e quella del balcanismo e fanno emergere i valori e le funzioni comuni alla configurazione dell’immagine, principalmente della metafora, e al simbolo, promuovendo nuove e affascinanti possibilità interpretative. -
Devianza e adolescenza. Atti del Convegno (Cariati, 9 giungo 2017)
Le manifestazioni di devianza tipiche del periodo di transizione per eccellenza, quello adolescenziale, come ad esempio le radici dell'illegalità e il fenomeno del bullismo scolastico ed extrascolastico, vengono qui analizzate proponendo innovative strategie di prevenzione e di intervento. Il testo si rivolge sia a chi intenda formarsi come professionista dell'educazione e della formazione nell'ambito della pedagogia della devianza, sia a genitori e ragazzi. -
Suocera e nuora. Istruzioni e avvertenze
Guardato con un certo distacco quanto viene narrato in questo libro, attraverso i racconti di molte donne - suocere e nuore -, succede in tutte le famiglie, da sempre e ovunque. La commedia familiare impone di volta in volta di interpretare diversi personaggi, il conflitto che può scaturirne non va sottovalutato né irriso, il giuoco dei ruoli è una questione serissima tanto che non c'è modo di far parte di una famiglia rifiutandone le regole bisogna, invece, imparare a fronteggiare le situazioni più pericolose. -
Prima Repubblica, una storia di frontiere
È una storia politica, non una biografia. A volte la storia politica di un personaggio, nel nostro caso Rino Formica, dirigente politico e ministro della Repubblica, va oltre il racconto biografico, è piuttosto lo svolgersi di un movimento di uomini e di idee. Il movimento e le idee sono quelle del socialismo italiano e, per dir meglio, del socialismo che si ricostruisce nell'immediato dopoguerra e di quel gruppo dirigente che si raccoglie in quegli stessi anni attorno alla Federazione giovanile socialista. Una storia che da quella esperienza di gioventù e di entusiasmo antifascista, antitotalitario e libertario si snoda fino ai giorni nostri. ""Sbloccare"""" la nostra democrazia, liberarla dalle maglie rigide del """"patto di Yalta"""", portare il revisionismo fin dentro l'area inviolabile del compromesso costituzionale, raccontare l'altra storia della democrazia italiana, la storia di un Paese di frontiera, con troppi confini """"caldi"""" al cui interno sopravvive un sistema che può darsi un avvenire di modernizzazione solo attraverso l'uso forte e consapevole di quella semplice e primordiale categoria, l'""""autonomia"""", da applicarsi in primo luogo alla sinistra. Introduzione di Marco Gervasoni e con un'intervista di Marco Damilano."" -
Una vita per i diritti. La cultura e lo sviluppo locale
In questo volume sono raccolte e raccontate le storie e le memorie più significative di una vita spesa per i diritti e per la coesione sociale in una terra difficile. A partire dai ricordi di giovane militante comunista e corrispondente de L’Unità e di Paese Sera. Si passa poi per gli anni di fine secolo scorso, caratterizzati da una lunga stagione di militanza e di lavoro nella CGIL provinciale e in quella regionale. Di questi anni, nel volume, si ricordano non solo le fasi salienti, ma anche piccole vicende, veri e propri aneddoti che ci possono aiutare a capire il contesto politico, sociale e culturale in cui l’autore è vissuto e si è formato. Infine, viene raccontata la fase più recente del percorso di Pasquale Iorio: la ricca esperienza delle Piazze del Sapere e l’impegno sociale a sostegno di vere e proprie battaglie di civiltà per i beni comuni e culturali, a partire dal progetto di Aislo per un “Distretto culturale evoluto” in Terra di Lavoro. -
La terra dei due fiumi allo specchio. Visioni alternative di Iraq dalla tarda epoca ottomana all'avvento dello «Stato islamico»
Spazio liminale e crocevia di popoli e culture differenti, la terra dei due fiumi ha da sempre avuto nella diversità una delle sue principali cifre costitutive. A partire dai primi anni del ventesimo secolo questa complessità di fondo si è tradotta in una serie di progetti di articolazione del potere spesso apertamente divergenti rispetto all'assetto prevalso nel 1921. Pur con forme, intensità e modalità differenti, queste ""visioni alternative di Iraq"""" hanno continuato a esercitare un'influenza profonda nei decenni successivi, non solo nel nord a maggioranza curda, ma anche nelle province centro-meridionali. Oggi, con la liberazione di Mosul dalla presa del sedicente """"Stato islamico"""", esse sono tornate a giocare un ruolo di primo piano e a influenzare in profondità gli equilibri di un Paese che, ancora una volta, appare in bilico tra promesse di rinascita e rischi di dissoluzione."" -
L'ape furibonda. Undici donne di carattere in Calabria
Il temperamento di undici donne coraggiose che con le loro azioni si sono distinte per audacia e intraprendenza, a volte pagando con la vita le loro scelte. Donne emancipate, donne di carattere dentro nove storie ambientate in Calabria. Il coraggio, la passione e la tenacia di ciascuna di loro, come l’ape furibonda di Alda Merini. Maria Oliverio, Maria Teresa De Filippis, Anna Maria Peduzzi, Ada Pace, Giuditta Levato, Giuseppina Russo, Serafina Battaglia, Rita Pisano, Caterina Tuferalli Palumbo, Rosa Graziano, Maria Elia De Seta Pignatelli. Prefazione di Susanna Camusso. -
Vita di Europa. La nascita e il declino della coscienza europea attraverso l'opera di Vittorio de Caprariis
Che cos'è l'Europa e quando nasce? Questo interrogativo, che ha assillato storici di diversa cultura e formazione, per Vittorio de Caprariis ha una risposta ben precisa: l'Europa è una costruzione ideale e morale che ha avuto luogo nella modernità, sullo sfondo dei valori liberali dell'umanesimo e delle guerre di religione che ne hanno minato i fondamenti. Considerata in una simile prospettiva, appare evidente come l'Europa non si possa circoscrivere a uno spazio fisico, ma possegga una capacità estensiva teoricamente illimitata. Ciò aiuta a comprendere un fenomeno come quello dell'atlantismo, che per de Caprariis rappresenta il compimento a livello istituzionale di una «koiné etica», la cui origine risiede nel concetto di Magna Europa. Il saggio prova a descrivere la vita di questa creatura, quasi fosse «un organismo biologico in costante evoluzione, soggetto a stadi alterni di maturità e in condizione di reinventare il proprio status anche a costo di una violenta e radicale metanoia». -
La poetica della libertà in Macdara Woods
Ripercorrendo la pluralità delle tradizioni letterarie dei maggiori autori irlandesi del Novecento, ci soffermiamo sul poliedrico Macdara Woods (1942) e sulla sua produzione poetica. Woods è un inarrestabile globetrotter e un outsider: incentrati sul mito del viaggio, inteso come libero vagabondare alla ricerca di spazi sempre nuovi, i versi di Woods non conoscono staticità, trasportandoci lontano sulle onde del loro ritmo. Questo tendere verso «nuove frontiere» diventa non solo esaltazione di quel tipo di libertà che le grandi distanze sanno infondere, ma soprattutto la ricerca drammatica di una verità esistenziale: si compie così l’archetipico viaggio di ricerca verso la conoscenza di sé per approdare alla scoperta di un’insospettata alterità. È un peregrinare che termina in Italia, in Umbria, la sua Itaca, dove il poeta si sente libero e dove può lavorare indisturbato trasformando i suoi pensieri in versi. Il paesaggio umbro, evocato nella sua pace, è infatti il luogo mentale di riconciliazione delle differenze e dell’incontro tra eredità storica e presente. -
Il mondo senza fini. Lo spirito ha abbandonato l'Occidente
André Malraux, riferendosi all'Europa, lanciò una profezia testamentaria: ""Il secolo XXI sarà spirituale o non sarà affatto"""". La furia iconoclasta decostruttiva ha portato a termine il suo compito, ora però tutto sembra chiedere un'opera di ricostruzione. Lo chiede la necessità, la voce ineludibile del nostro scontento. Lo spirito è la """"grande dissidenza"""", sempre latente, dissente da tutte le nuove forme di alienazione e reificazione. Dopo il dispiegamento di tanta intelligenza senza umiltà è possibile pensare una forza spirituale senza fede, qualcosa che resiste e ricostruisce? L'esistenza tiene nascosto alla mente tutta la sua grandezza, proprio in quanto incognita rivela che il suo stesso consistere non si esaurisce in ciò che sa di se stessa ma è cosa ulteriore. Annuncia che esiste un oltre. Non è inutile soffermarci su quell'abisso logico, poiché solo quando l'io ha cognizione del vuoto-nulla nel centro metafisico di tutto il discorso sull'essere può scoprire che il particolare della sua propria esistenza è esattamente l'universale del genere umano. Poiché proprio in ciò che è mistero sta ciò che ci unisce. L'umanità è una sassaia se è pensata come un automatismo efficace, come sembra essere; essa è invece quella misteriosa unità di immanenza e trascendenza che da sempre interroghiamo, come tutti intimamente sanno e che nessuno ascolta. Sul piano storico siamo solo spettatori in un mondo dato per definitivo; sul piano esistenziale siamo già spossessati da quell'insuperabile dispositivo planetario che è la tecnica. Fuori dalla luce zenitale del presente non sappiamo né vogliamo vedere. Vogliamo vivere senza idee."" -
Globalizzazione asimmetrica. L'instabilità e le sfide della postmodernità
Comprendere e governare la globalizzazione asimmetrica è la nuova sfida per tutti gli Stati nel terzo millennio. Viene comandata solo da chi ha una vision precisissima del proprio Paese, ha accesso a informazioni molto riservate, da quelli poi che ne sanno sfruttare rapidamente e sapientemente le sue continue asimmetrie, da quei Paesi infine che impongono il loro gioco con una vasta gamma di ""strategie indirette"""". L'autore analizza i principali fenomeni legati a questa nuova globalizzazione e gli scenari in cui si muove: dall'Europa della Brexit al nuovo ruolo dell'Italia nel g7; dalla diplomazia muscolare di Trump e Putin alla prossima Cina di Xi Jinping; dal Mediterraneo e il mondo arabo alla diplomazia Vaticana."" -
Fugaci ritratti
Questo libro raccoglie diversi articoli pubblicati su riviste e quotidiani; trattano di mitologia, letteratura, filosofia, storia, costume, attualità, tematiche curate con passione dall'autore, lettore assiduo di molteplici quotidiani e di tantissimi volumi. Sono stati apprezzati da un notevole pubblico, attraverso i social, che ha reclamato un vero e proprio libro. Prefazione di Vittorio Sgarbi -
«Learning city» e diversità culturale
Il volume presenta due temi cruciali, ""learning city"""" e """"diversità culturale"""", al centro dell'Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, delle politiche e delle prospettive scientifiche e culturali più innovative. Nella cornice di un'attività di ricerca, intrapresa dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi Roma Tre, su apprendimento permanente tra diversità e inclusione, la """"learning city"""" è proposta, in prospettiva nazionale e internazionale, con un approccio diversificato e multidisciplinare. Le città, metafora ed espressione territoriale, sociale, politica e culturale, possono essere mobilitate per un utilizzo efficace delle loro risorse, al fine di promuovere e arricchire il loro potenziale umano, sostenere la crescita personale lungo l'arco della vita, dare impulso allo sviluppo dell'uguaglianza e della giustizia sociale, insieme con il mantenimento di una coesione armoniosa. La learning city contempla la human security, la buona governance, la tutela della salute e dell'ambiente, lo sviluppo autopropulsivo, quali valori fondanti di una nuova costituzione civile."" -
Democrazia e contenuti di vita. Riflessioni di filosofia politica
La democrazia sembra riassumere in Europa la promessa di un’umanità immediata e completa, finalmente consapevole delle illusioni collettive della nostra lunga storia. Le crepe spirituali e materiali delle società in cui il suo principio non incontra oggi più limiti sollevano però delle questioni politiche che fatichiamo ad affrontare direttamente. La giustizia del movimento irresistibile di cui parlava Tocqueville resta ancora evidente per coloro che hanno ricevuto in eredità i crimini della menzogna totalitaria. Tuttavia, la pulsione inattesa di popoli esterni e interni all’Europa svela il ritorno di un altro rimosso, di una questione che parrebbe ineludibile ma che sembriamo considerare democraticamente sospetta. Il nostro principio collettivo sembra infatti prescindere da ogni contenuto nazionale, da ogni proposta religiosa, dagli stessi criteri naturali della filosofia. L’indeterminazione collettiva europea appare allora anche l’effetto volontario di una concezione della democrazia che tendiamo a vedere come l’immagine, non più del tutto credibile, del processo autonomo dell’umanità. Le riflessioni di questo libro affrontano alcune ambivalenze della «democratizzazione » che attraversa l’Europa dal caso eminente del 1968. Accettano di porsi nel vortice del suo circolo vizioso: la democrazia permette di porre la questione delle forme e dei contenuti di vita che il suo movimento rischia di dissolvere. Attraverso un confronto con alcuni filosofi che hanno esplorato le condizioni e i fini della vita politica contemporanea, questo libro continua l’interrogazione della «cosa comune» che sembra in Europa illimitata e sterile. -
Il cammino della libertà. Storia della società aperta dal mondo antico alla modernità
Per troppo tempo, anche nella modernità, l'Occidente ha percorso i sentieri tracciati dal pensiero utopico e di matrice costruttivista, che costituiscono una negazione delle società aperte. Dopo il drammatico risveglio avvenuto alla fine dello scorso millennio, è giunto il momento di riconsiderare analisi meno pretenziose, che non hanno immaginato società perfette, ma semplicemente sistemi possibili e migliorabili. Questo studio ripercorre un itinerario a lungo dimenticato, quello dei diritti, la cui prima formulazione risale a quel mondo latino che, non a caso, sarà alla base delle speculazioni di Montesquieu, Vico, Hume e di quanti gettarono le basi di quei sistemi politici nei quali, pur tra tanti difetti e problemi, abbiamo la fortuna di vivere. Il testo ripercorre il tormentato cammino delle società aperte che, nonostante difficoltà e resistenze, sono riuscite ad affermarsi in alcuni paesi, mostrando a coloro che le osservano con attenzione quanto sia delicata la libertà e come sia necessario e arduo difenderla. Il presente studio affronta poi nel merito il dibattito sulla modernità, considerando su quali presupposti essa si fondi e come sia frutto di un faticoso e non sempre lineare cammino. Con lettere di K.R. Popper, I. Berlin e H. Putnam.