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Parole nostre. Le diverse voci dell'italiano specialistico e settoriale
Lo studio della lingua italiana ha a lungo privilegiato la dimensione letteraria. Eppure la riflessione sui linguaggi specialistici e settoriali tocca questioni fondamentali per la società, quali l'accesso di tutti alle diverse forme del sapere, il predominio dell'inglese nell'era della globalizzazione e, in taluni settori, il pericolo per la sopravvivenza stessa dell'italiano come lingua di cultura. Anche in prospettiva diacronica lo studio di tali linguaggi offre risposte inedite, ad esempio sulla questione del ruolo unificatore e nella diffusione dell'italofonia svolto da linguaggi quali quello aziendale-industriale, tecnico-scientifico o burocratico-amministrativo. A distanza di quasi mezzo secolo dalla pietra miliare del libro curato da Gian Luigi Beccarla («I linguaggi settoriali in Italia», 1973), questo volume si propone come una nuova messa a fuoco di questioni sorte negli ultimi decenni: la disseminazione delle diverse forme del sapere, il colmarsi del divario tra cultura umanistica e scientifica, i mutamenti nelle lingue del diritto, della medicina, dell'economia ecc., il nuovo prestigio assunto dai linguaggi specialistici come modello di comunicazione formale, il confronto con le altre lingue europee. Premessa di Gian Luigi Beccaria. -
Dati e algoritmi. Diritto e diritti nella società digitale
Quale impatto hanno sul mondo del diritto la sempre maggiore disponibilità di enormi quantità di dati e gli algoritmi utilizzati per la loro elaborazione? Come regolare l'uso delle tecnologie emergenti nel settore dell'intelligenza artificiale per tutelare i diritti dell'individuo? Quale contributo può offrire la riflessione dei giuristi all'elaborazione di strumenti di gestione e analisi dei big data? Queste sono alcune delle questioni affrontate negli scritti raccolti in questo volume, che trae origine dalla XVIII conferenza «Law via the Internet» svoltasi a Firenze. L'intento è non solo di presentare lo stato attuale del dibattito, ma anche di offrire nuove prospettive di riflessione su temi - quali big data, machine learning, intelligenza artificiale, data analytics, protezione dei dati personali - oggi centrali nel dibattito sul rapporto tra diritto e tecnologie. -
Il diritto penale totale. Punire senza legge, senza verità, senza colpa
Il diritto penale «totale» è invocato in ogni situazione come intervento salvifico e, soprattutto, quale preteso rimedio –politicamente e mediaticamente remunerativo – a vari mali sociali. Una simile espansione del sistema penale comporta il sacrificio dei principi fondamentali di garanzia, con l’aiuto del vigente clima di populismo e giustizialismo. Il diritto penale totale è senza legge: all’opera di definizione dell’illecito partecipano fonti non solo normative o giurisprudenziali, ma anche di natura sociale e perfino legata a formule algoritmiche. Emergono nuovi paradigmi punitivi quali discriminazione, minoranza, vittime del passato, vittime del futuro. È senza verità: la verità assoluta su cui si costruisce una norma penale condivisa dai consociati è sostituita da tante verità relative che danno origine a sistemi penali differenziati, accentuando così le divisioni sociali e i connessi conflitti. Prescinde dalla colpa individuale: una sanzione è meritata non tanto per ciò che il soggetto ha fatto colpevolmente, quanto piuttosto per ciò che il soggetto è, per origini e storia, per il suo ruolo nella società, per la sua pericolosità sociale. Da qui, il binomio puro/impuro che oggi ha sostituito il binomio innocente/colpevole. In una simile situazione, lo sviluppo dell’attività di normazione privata (protocolli, linee guida, modelli organizzativi, codici di condotta) può essere una soluzione per cercare di recuperare il valore di civiltà dei principi basilari di responsabilità colpevole individuale e di certezza del diritto. -
Storia dell'Adriatico. Un mare e la sua civiltà
Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione Saggistica Una storia millenaria di rotte e traffici, guerre e convivenze, che compone il ritratto di una civiltà che si è fatta sul mare, grazie al mare.rn«Bellissimo» – La LetturarnrnUn mare chiuso, un mare di passaggio, una frontiera tra Oriente e Occidente; un mare che ad un tempo unisce e divide; nell’Adriatico si sono intrecciate e sovrapposte molteplici vicende di natura politica, culturale, religiosa, nazionale. Anche i mari hanno una storia, come ci ha insegnato Braudel con il suo grande Mediterraneo. Questo libro ci racconta la storia dell’Adriatico dall’antichità a oggi: storia dei popoli che vi si sono affacciati, che da sponda a sponda hanno commerciato e navigato, hanno imposto il loro dominio, come Bisanzio e poi Venezia e gli Ottomani; e volta a volta hanno convissuto o si sono scontrati, come l’Impero asburgico e l’Italia, il mondo occidentale e il mondo comunista, i paesi generati dalla ex Jugoslavia. -
Il codice del tempo. Cervello, mente e coscienza
Il tempo è qualcosa di tanto impalpabile quanto centrale nella nostra vita e del nostro essere, e non solo dal punto di vista filosofico, ma anche, e soprattutto, da un punto di vista psicologico. In questo libro Georg Northoff ci accompagna nelle pieghe del tempo e ci fa scoprire come esso sia lo strumento più importante per la definizione di noi stessi e si collochi all'origine della nostra coscienza e della relazione tra mente e corpo. Un libro dove filosofia, psicologia e neuroscienze si alleano e fondono insieme per spiegare la natura umana e la differenza tra noi, gli animali e le nuove macchine guidate dall'intelligenza artificiale. In un mondo così avanzato in cui la tecnologia sembra non solo sovrapporsi, ma addirittura sostituirsi all'uomo in quelle qualità come pensiero ed emozioni che fino a poco tempo fa ci sembravano uniche, l'autore ci recupera all'essenza della nostra umanità. Una risposta a cosa è il tempo e perché il tempo ci rende unicamente umani. -
Violenza e politica. Dopo il Novecento
Il fenomeno della violenza è un fattore di particolare rilievo nell'esperienza umana, una costante storico-sociale le cui forme e i cui nomi sono soggetti a continui mutamenti. Anche per questo, la sua interpretazione - il modo in cui la violenza accade e viene nominata, definita, rappresentata - incarna una sfida complessa e sempre aperta per le scienze sociali e per quelle umane. Una sfida che diviene tanto più attuale dal momento che, rispetto agli ultimi decenni del secolo scorso, pare possibile inscrivere uno dei tratti salienti della nostra epoca in una rinnovata presenza della violenza nello scenario politico-sociale e nelle rappresentazioni del mondo contemporaneo. Questo volume presenta un dialogo programmaticamente interdisciplinare sul mutevole pluriverso della violenza, su alcune delle sue fattispecie più rilevanti, dei suoi significati più attuali, e sulle trasformazioni del suo rapporto con la politica innescate dalla fine del Secolo breve. Lo spettro delle fattispecie osservate spazia così dal genocidio alla tortura, dalla guerra al terrorismo, dalla violenza simbolica a quella rivoluzionaria, dalla criminalità organizzata alla violenza strutturale, dalle forme della coercizione sovrana alla violenza di genere fino al controllo delle migrazioni. -
La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992
Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992rnrnQuesto libro ricostruisce i rapporti fra la sinistra italiana e gli ebrei, dal 1892, quando nacque il Partito socialista, alla crisi della cosiddetta prima Repubblica. I protagonisti sono le donne e gli uomini che, in nome del socialismo di matrice marxista, aderirono ad alcune delle più importanti organizzazioni di massa del Novecento. E gli interrogativi a cui l’autrice cerca di rispondere sono i seguenti: chi sono stati e chi sono gli ebrei per i socialisti? Sono oppressi, e quindi insieme a tutti gli sfruttati del mondo partecipano alla lotta per l’avvento di una nuova civiltà, oppure ostacolano la realizzazione del socialismo? Accanto alla storia dei partiti, nella trattazione hanno ampio spazio gli intellettuali che vissero a stretto contatto con la politica. Da questo punto di vista, la rappresentazione dell’antisemitismo, del sionismo e del conflitto arabo-israeliano, negli scritti degli storici, dei filosofi e dei sociologi, ma anche nel cinema, nei romanzi e nella produzione della cultura di massa, aiuta ad approfondire la ragione delle scelte politiche. Nell’arco di un secolo, a delinearsi è una storia di relativa sottovalutazione della questione ebraica. -
Critica della ragione empatica. Fenomenologia dell'altruismo e della crudeltà
L’ideologia corrente esorta all’empatia confondendola con l’altruismo o persino con la bontà. È un errore fatale. Attraversando arte, filosofia e psicologia, questo libro smonta la connessione semplicistica e falsa tra morale ed empatia e ne costruisce una, più complessa, tra empatia e umanità. Tutti siamo empatici, ma non tutti siamo buoni. L’empatia, infatti, è necessaria anche ai torturatori, ai sadici, a chi – e il mondo contemporaneo, con i suoi muri e le sue derive securitarie ne fornisce innumerevoli esempi – contrappone il «noi» agli altri. Noi non siamornbuoni perché siamo empatici ma possiamo diventare migliori conoscendo l’empatia, la sua forza, le sue strategie, i suoi segreti. -
L' economista utile. Vita di Giorgio Fuà
Giorgio Fuà ha visto la propria vita intrecciarsi con alcuni tra i fatti e i processi più importanti del Novecento. Il secondo conflitto mondiale, la Shoah, la Guerra fredda, il «miracolo economico », la crisi del sistema fordista, il crollo del modello sovietico e l'erompere della globalizzazione hanno costituito lo sfondo di un'esistenza che lo ha condotto a collaborare, assumendo ruoli di grande re spon sabilità, con uomini come Adriano Olivetti, Ernesto Rossi, Gunnar Myrdal ed Enrico Mattei. Anche grazie a queste esperienze, Fuà ha tratteggiato e sostenuto il profilo dell'«economista utile», uno scienziato sociale cioè che all'accurata analisi della realtà è chiamato ad aggiungere proposte per la soluzione dei problemi indagati. -
Evoluzione del settore dell'energia. Trend e opportunità
Tra progresso tecnologico, domanda di energia e fonte utilizzata vi è un forte intreccio, che fa di volta in volta emergere diverse tendenze di mercato e diverse opportunità di business. Se il progresso tecnologico rende possibile un cambiamento della fonte energetica, cambierà anche il contesto tecnologico-organizzativo della trasformazione, trasporto, stoccaggio e, infine, distribuzione di questa specifica e nuova fonte energetica. Il volume affronta proprio questi problemi. Dopo un primo capitolo che ripercorre il contesto internazionale ed europeo del quadro regolatorio, e che esamina la filiera del mercato nazionale dell'energia elettrica e del gas, il secondo capitolo approfondisce le evoluzioni e i trend del settore energetico, esaminandone in particolare alcuni che spaziano nei più diversi ambiti tecnologici e economici: dal tema del bilanciamento, a quello della circular economy, fino a quello più industriale della mobilità sostenibile e a quello più trasversale della digitalizzazione nel mondo dell'energia. Il terzo e ultimo capitolo esamina infine le opportunità di business che tali evoluzioni possono determinare, cercando di accoppiare a ogni trend, una o più di tali opportunità. -
Quale reddito di cittadinanza? Criticità e prospettive delle politiche di contrasto alla povertà
Tra il 2017 e il 2019 sono stati approvati due interventi normativi che nelle dichiarate intenzioni dei legislatori proponenti, avrebbero dovuto costituire la prima misura universalistica di contrasto alla povertà realizzata nell'ordinamento italiano, dopo le sperimentazioni di RMI, Social Card, Carta acquisti, Sia. I due provvedimenti (l'uno introduttivo del Reddito di Inclusione, l'altro del Reddito di Cittadinanza) esprimono effettivamente, come si è detto da alcune parti, una alternanza di «visioni» e di «approcci» al tema della povertà e del contrasto alle diseguaglianze? Quali sono le prospettive che questa evoluzione normativa suggerisce? Quali le domande sociali e istituzionali cui il legislatore non ha offerto ancora risposta? Il volume propone una riflessione di carattere interdisciplinare condotta da studiosi di diritto, scienza politica, sociologia, economia che da anni analizzano gli interventi di contrasto alla povertà in Italia e all'estero: obiettivo del lavoro è di proporre riflessioni che consentano di individuare soluzioni capaci di coniugare efficacia e sostenibilità, coerenza con i principi costituzionali, e perciò capacità perequativa e redistributiva sociale e territoriale. -
Una questione nazionale. Il Mezzogiorno da «problema» a «opportunità»
A distanza di più di 150 anni dall'Unità d'Italia, la questione meridionale resta questione non risolta e determinante della tenuta sociale e istituzionale del Paese. Sebbene tuttora in ritardo dal punto di vista economico e industriale, il Mezzogiorno è tutt'altro che fermo e presenta importanti potenzialità, come ha dimostrato nel triennio 2015-17: nonostante fosse stato colpito dalle conseguenze della crisi del 2008 in maniera più dura del Centro-Nord, è stato in grado in quegli anni di agganciare la pur limitata ripresa del nostro Paese in tutte le variabili rilevanti, in particolare PIL, occupazione, investimenti ed esportazioni. Il gruppo di studio di Astrid sul tema ha affrontato la questione meridionale da tre punti di vista, distinti ma fortemente interrelati: il tessuto produttivo e le politiche per lo sviluppo; il divario nei servizi, nelle infrastrutture e nelle condizioni di vita; la tenuta della qualità istituzionale. Ne è nato un volume frutto di riflessioni corali e coordinate sui principali problemi del Mezzogiorno d'Italia. L'esplosione della crisi conseguente all'emergenza sanitaria non cambia i problemi ma rende più urgenti e indifferibili le politiche necessarie ad affrontarli. L'ispirazione di questo lavoro è «risorgimentale», essendo convinzione degli autori che la questione meridionale sia questione nazionale e che sia specifica responsabilità dello Stato affrontarla. Solo nell'appartenenza alla collettività nazionale con i propri diritti e doveri si può porre la questione dell'intervento per ridurre e alla fine chiudere il divario. Il recupero del Secondo dopoguerra è avvenuto in maniera integrata col processo di unificazione reale del Paese, con la sua industrializzazione e infrastrutturazione, con le grandi reti di trasporto e di energia e con la promozione di standard uniformi nella scuola e nei servizi. Senza vagheggiare impossibili ritorni al passato, la tesi centrale è che sia arrivato il momento di enfatizzare maggiormente il senso dell'appartenenza alla comunità nazionale, che così limpidamente si è manifestato durante l'emergenza sanitaria. -
Il diritto privato e i suoi confini
Quali sono gli attuali confini del diritto privato? A che livello si collocano le sue fonti? Che tipo di interessi sono oggi sottesi all’applicazione della regola privatistica? Sono questi alcuni degli interrogativi da cui muovono i saggi raccolti nel volume, accomunati dall’ormai ineludibile presa d’atto della perdita di centralità dello Stato nazionale, non più centro esclusivo di regolazione dei rapporti tra consociati, e del progressivo dissolvimento dei rigidi confini che, secondo le più tradizionali dogmatiche, hanno nettamente marcato le distinte aree del diritto pubblico e del diritto privato. Tutto ciò ha ricadute operative di estremo rilievo, per la cui comprensione s’impone all’interprete un rinnovato sforzo critico. -
La legge che non c'è. Proposta per una legge sulla libertà religiosa in Italia
La Costituzione dell'Italia repubblicana offre, a livello europeo, una delle più complete protezioni della libertà religiosa, ma l'attuazione legislativa del progetto costituzionale è parziale. L'Italia è conosciuta per il suo modello concordatario, esteso dalla Costituzione anche alle confessioni diverse dalla cattolica, ma non tutti sanno che, per le comunità religiose prive di accordi con lo Stato, l'unica legislazione fruibile risale al 1929. Una normativa così datata e così fuori asse rispetto ai principi costituzionali, per quanto corretta nel tempo dalla Consulta, si è rivelata sempre più inadeguata a soddisfare le crescenti e nuove istanze, sia individuali che collettive, di libertà religiosa. I vari tentativi di approdare a una nuova legge generale sulla libertà religiosa non hanno avuto, a oggi, esito positivo. Restano così in larga misura inevase molte delle domande di libertà che emergono da un contesto religioso e culturale sempre più caratterizzato, anche in Italia, in senso pluralistico. A tali domande prova a rispondere la «Proposta» di legge pubblicata in questo volume, elaborata da Sara Domianello, Alessandro Ferrari, Pierangela Floris e Roberto Mazzola, con il coordinamento di Roberto Zaccaria. La «Proposta» prende in carico più istanze di libertà, individuali e comunitarie, investe diverse tematiche (tra le quali l'assistenza spirituale, l'associazionismo religioso, l'uguale libertà di tutte le confessioni) e scaturisce da un ampio confronto del Gruppo di lavoro con comunità religiose, associazioni non confessionali, giuristi, politici e rappresentanti istituzionali. -
Storia percorsi e politiche della sussidiarietà. Le nuove prospettive in Italia e in Europa
Dopo il dibattito eminentemente giuridico degli anni Novanta, seguito all'inserimento e alla regolamentazione del principio di sussidiarietà nei trattati europei, e dopo che questo ha esordito nella Costituzione italiana nel 2001, il volume si interroga sulle conseguenze di quell'innesto normativo e sulle problematicità emerse. Ma si incarica anche di indagare sulle opportunità che esso ha apportato in termini teorici - di ripensamento del principio stesso in chiave storico-filosofica e socio-politico-evolutiva - ed empirici - di attuazione «visibile» e trasformativa del principio, specie sul piano orizzontale -, registrando cioè la sua applicazione sul terreno concreto in ambiti non meramente giuridici. Tale impostazione, che non può che avere un respiro multidisciplinare, ha facilitato l'emergere di alcune inedite connessioni tra interpretazioni differenti della sussidiarietà a seconda del settore disciplinare chiamato in causa. Il volume, che raccoglie i contributi di numerosi esperti, fa emergere uno scenario in cui le autonomie sociali e il potere pubblico hanno trovato, grazie alla sussidiarietà, nuove modalità di cooperazione, funzionale anche alla risoluzione dei conflitti pubblico-privato. Nel volume sono inoltre presentati percorsi alternativi nel campo delle relazioni politico-sociali e politico-istituzionali, sia a livello nazionale sia a livello europeo e dell'Unione europea. -
Pensare la vita. Saggio su Hegel
A lungo il concetto di vita, nella sua accezione biologica, è parso per lo più estraneo alla riflessione di Hegel. E tuttavia il filosofo istituisce tra vita e pensiero una relazione particolarmente forte e suggestiva in grado non solo di rovesciare molti luoghi comuni della storiografia a lui consacrata, ma anche di stimolare la riflessione filosofica in un'epoca, come la nostra, che riscopre in vario modo le radici biologiche del pensiero. Ponendo l'accento sul concetto di vita, questo volume ci invita a una rilettura originale della filosofia hegeliana, intesa come una vera e propria ontologia vivente cioè non solo come una ontologia del vivente, ma come una trasformazione delle forme stesse di conoscenza della realtà. individuando nella mutazione della vita il paradigma della forma del pensiero, il saggio svela un altro, misconosciuto volto della dialettica hegeliana legato ai saperi positivi, all'epistemologia del Settecento e ai coevi sviluppi della sperimentazione scientifica. -
Casa dolce casa? Italia, un paese di proprietari
Se l'Italia è un paese di proprietari di case non è per benessere diffuso, ma per la debolezza di politiche pubbliche che, trascurando di pianificare un diverso accesso all'abitare, hanno spinto i cittadini a congelare i propri risparmi nel sistema bancario e hanno consentito che l'indebitamento diventasse uno strumento di ulteriore vantaggio per i più agiati. Alla proprietà è ancora oggi anacronisticamente collegata una serie di rappresentazioni sociali positive (reputazione, inclusione, radicamento) che la rendono non solo desiderabile - creando perciò una domanda costante di case che consuma il suolo e deteriora il paesaggio - ma anche strategica per garantire il passaggio di ricchezza tra le generazioni, in una società che così si fa sempre meno mobile. -
Missione fallita. La sconfitta dell'Occidente in Afghanistan
Il 7 ottobre 2001 gli Stati Unitirnattaccarono l’Emirato Islamicorndell’Afghanistan, allora recente creazionerndel movimento dei talebani che avevanornospitato e protetto il gruppo estremistarnal-Qa’ida e il suo capo Osama binrnLaden, responsabili dell’attacco contrornle Twin Towers. Oggi, la guerra sta perrnconcludersi. Le speranze di costruire unrnpaese stabile, democratico, capace dirnintegrarsi nell’economia globale sonorntramontate da tempo. Gli Stati Uniti e irnloro alleati della Nato non soltanto nonrnsono riusciti a piegare la resistenza deirntalebani e a produrre ordine e sicurezzarnin Afghanistan, ma hanno perso buonarnparte della loro credibilità militare ernpolitica. -
La ragione e il buonsenso. Conversazione patriottica sul'Italia
Nella storia del nostro paese il finale non è ancora scritto. Si può fare ancora molto. Come? Con il «volontariato della ragione»: intervenire, spiegare, anche educare, passando alle nuove generazioni il testimone della responsabilità collettiva.rnrnCaro Salvatore… caro Ferruccio… rnDue «credenti nella ragione», testimoni d’eccezione dei grandi cambiamenti economici e politici degli ultimi decenni, impegnati in una riflessione fra personale e civile sui travagli del paese, sulle loro cause remote e recenti, sui modi per uscirne. Un dialogo per conoscere e capire, parlando di temi che vanno dal possibile declino dell’economia italiana al rapporto con l’Europa, madre o matrigna, dal concetto di austerità nelle pubbliche finanze agli antichi difetti italiani nel diritto, nell’istruzione, nella concorrenza, nella finanza, dallo sviluppo sostenibile agli elementi di forza che l’economia italiana comunque conserva, dalle convulsioni del nostro sistema politico al circolo vizioso dell’informazione. Modesti nella normalità, eccezionali nell’emergenza: l’Italia si salverà ma la strada ricca di futuro apparterrà a cittadini consapevoli, non a moltitudini vocianti. -
Rivoluzione globotica. Globalizzazione, robotica e futuro del lavoro
Automazione, intelligenza artificiale e robotica stanno rimodellando le nostre vite a ritmi travolgenti. Con quali effetti? Quando la tecnologia consentirà a una marea di talenti di rovesciarsi direttamente sui buoni, stabili, posti di lavoro che sono stati alla base della prosperità delle classi medie nei paesi ricchi, permettendo a persone in diverse parti del mondo di essere compresenti in modo virtuale in uno stesso ufficio, la vita di milioni di lavoratori qualificati ne verrà sconvolta, molto più di quanto è accaduto sia con l’industrializzazione sia con la globalizzazione. È la rivoluzione della globotica. Quali misure adotteranno persone e governi per far fronte a tale cambiamento economico e culturale? Come si può evitare che le basi stesse della prosperità ne siano minate? Di quali strategie di adattamento possiamo disporre? Una risposta possibile ci viene dalle abilità indispensabili che nessuna macchina può duplicare: creatività e pensiero indipendente.