Sfoglia il Catalogo ibs001
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8121-8140 di 10000 Articoli:
-
Mémoires. Anne et Patrick Poirier
Da sempre insieme, sulla scena del contemporaneo, Anne e Patrick Poirier continuano a stimolare il pubblico con le loro sperimentazioni. Nelle loro opere risuona fortemente l'esigenza di sentire la forma, lo spazio e il tempo. -
Brasil! Focus sull'arte brasiliana contemporanea. Me Two. Collezione Ernesto Esposito
Brasil! è una ricognizione all'interno dell'arte contemporanea brasiliana degli ultimi vent'anni e ne documenta il vasto panorama artistico, ricco ed effervescente. -
Michael Rotondi. Ca piogg' dint' 'o cor'. Ediz. illustrata
Michael Rotondi è innamorato di Napoli, dei suoi contrasti e del suo assoluto, monumentale splendore. Questo giovane artista, che ama pittura, musica e disegno, che usa materiali e media disparati, ha dentro di sé tante anime quante ne ha Napoli, e ha la forza di dar voce a tutte loro, attraverso un corpus ricco di opere, sonore e visive, a volte romantiche, a volte punk, a volte nostalgiche, ma sempre piene di vita, come la città che le ospita. -
Utarit Natee. Dèjà vu
L'artista thailandese Natee Utarit utilizza figure, figurazioni, narrazioni, metafore e stili appartenenti a momenti storici differenti. Per quanto nelle sue opere le fonti iconografiche e le narrazioni di origine siano esplicite, nei cicli pittorici, che guardano soprattutto all'arte europea che va dal XV al XVIII secolo, egli ha ricondotto il contenuto alle ripercussioni del colonialismo europeo sui Paesi del Sudest asiatico. -
L' arte in gioco. Premio di arte contemporanea
Il titolo del premio suggerisce la sfida che la Fondazione lancia ai giovani artisti con L'Arte in gioco: qual è o quale potrebbe essere il ruolo dell'arte e dell'artista in contesti sociali difficili in periferie nel cuore delle città.La Fondazione Made in Cloister persegue attraverso l'arte la valorizzazione dell'area di Porta Capuana, quartiere San Lorenzo-Vicaria, in un progetto in cui gli artisti chiamati a realizzare progetti site specific dialogano con i cittadini e gli artigiani, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti, ritenendo che, proprio dove vi sono condizioni di vita difficili, l'arte e la visione degli artisti riescano ad innescare processi virtuosi. -
Ausiliare
Il progetto è un invito a riflettere sulla posizione che decidiamo di prendere rispetto alla percezione delle cose, e di quanto, e di come, ci serviamo delle percezioni sensoriali per decifrare la realtà nel quotidiano. Sapere con consapevolezza lo spazio che occupiamo, come lo occupiamo, e che conseguenza ha il nostro comportamento nel tempo, è il punto su cui riflettere. -
The golden harp. Opere 2009-2019
Nebojsa Despotovic? appartiene a una generazione di artisti che, senza problemi, accomuna e assomma i grandi capolavori della storia dell'arte ad anonime immagini di Instagram. La tecnica della citazione non è presente nel suo lavoro, quella dell'appropriazione sì. Nel suo operare è intrinseca l'idea di impossessarsi di altre immagini che provengono da mondi e sistemi estremamente differenti. -
Bello. Storia di un capello
Età di lettura: da 4 anni. -
Il gran balùn
Età di lettura: da 5 anni. -
Seb e la conchiglia
Finalista Premio Andersen 2019 - Categoria miglior libro 6/9 annirnUn amico immaginario, un fratello volato via, unrnamico partito per un posto lontano: tutto questornè, o potrebbe essere, Seb. Un legame profondo,rnindissolubile, come solo quelli tra bambini: vicini,rnlontani o persino mai incontratisi. Una corsarnsfrenata in cui le lacrime pizzicano gli occhi,rnma la notte e la sua musica nutrono, rafforzanorne mettono al sicuro. Una storia in cui ClaudiarnMencaroni mostra uno spazio di elaborazionerndell’assenza, a metà tra sogno e realtà, e che trovarncompimento nelle illustrazioni di Luisa Montalto,rnrealizzate con la tecnica della pittura cineserntradizionale a pennello di bambù, trasferendornal Libro da Parati le originarie intenzioni dirnquesta arte antichissima, forma di meditazione,rncontemplazione e conoscenza di sé attraverso larnbellezza. -
Il centro del mondo
Sara ha dieci anni e vive a Roma: è vivace, piena di idee, più sveglia di tanti coetanei. Il suo senso di giustizia e la sua sensibilità la portano però a provare le cose in modo diverso, più intenso e a volte anche più doloroso. Come a scuola di fronte a Emanuele, il compagno che non smette di prenderla in giro per via della voglia che la ragazzina ha sul collo sin dalla nascita. E non è questa l'unica fonte di inquietudine e di tristezza: anzi, presto tutti i brutti pensieri le si accumulano dentro e sembrano poter prendere il sopravvento. Per fortuna Sara non è sola: attorno a sé ha due amiche fantastiche, i suoi genitori (pur con tutti i loro difetti) e soprattutto la sorella maggiore Livia, studentessa di filosofia. Sarà lei a parlarle per la prima volta di Giordano Bruno, un antico pensatore che non ha mai taciuto di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Riuscirà a infondere a Sara un po' del suo coraggio? Una cosa è certa: l'incontro col pensiero di Bruno, e con la filosofia, potrà portarla lontano, molto lontano... con Livia al suo fianco, nemmeno le stelle sembreranno più irraggiungibili. Età di lettura: da 8 anni. -
L' ascensore. Ediz. a colori
Primo, secondo, terzo, di piano in piano l'ascensore di casa sale. Tutta la famiglia sembra impegnata in qualche attività. E Iris? Cosa starà cercando? Età di lettura: da 5 anni. -
Ritratto incompiuto del padre
Ritratto incompiuto del padre (Ebauche du père), Sénac lo immaginava come creazione di lungo respiro, che doveva essere composta da più volumi, nutrita da tutto quello che aveva modellato la sua sensibilità, forgiato il suo essere dolente, appassionato, assetato di tenerezza e di assoluto: da Orano, la città della sua infanzia, alla patria di Lorca della quale portava le scottature del cuore; dalle amicizie illuminanti ai fragili e occasionali, quanto rischiosi, incontri del desiderio; da sua madre, eccessiva nei gesti come nei sentimenti, per quanto silenziosa sull'assenza del padre, a Camus che chiamava hijo mio (figlio mio). Quale che fosse il suo desiderio, Sénac si fermò al primo volume, Per finire con l'infanzia (Pour en finir avec l'enfance) che, cominciato nel febbraio 1959, non fu completato che nell'ottobre 1962, data del ritorno del poeta nel suo paese natale nuovamente indipendente. -
Carcere e fede. Il padre libera i prigionieri
Interrogarsi sulla spiritualità in carcere significa essere capaci di cammino e di ascolto. Nel dialogo cerchi di dire qualcosa di quello che vivi e che credi, ma capisci che in modo inatteso e sorprendente nell'animo dei prigionieri si apre lo spazio per riconoscere la paternità di Dio. Sentire la presenza del proprio Dio rigenera come persone degne della propria dignità. Non sei abbandonato a ciò che accade dentro e fuori di te. Vinci le paure che ti assalgono. Senti una forza che non ti abbandona, un dono di figliolanza prima misconosciuta e poi riaccolta. Anche se nella vita hai sperimentato nella tua famiglia rapporti burrascosi e anaffettivi ora puoi contare su un Padre accogliente, misericordioso. Questo racconta don Virgilio Balducchi, che ha dedicato la sua vita di sacerdote al servizio dei detenuti. Per vent'anni è stato cappellano del carcere di Bergamo e dal 2012 ricopre il ruolo di ispettore generale dei cappellani carcerari italiani. Suor Annuccia Maestroni aggiunge qualche tratto dell'esperienza femminile. -
Siberia
"La bellezza ci può trafiggere come un dolore"""", disse Thomas Mann, e Luciana Vagge Saccorotti ne è convinta, tenendo tra le mani oggetti meravigliosi creati con zanne di tricheco dalle popolazioni che ci presenta in questo libro e che vivono negli sterminati spazi siberiani. Leggendo, ci soffermiamo curiosi sulle acque nordiche dove nuota, ridendosene bellamente del gelo, il beluga dalla bianca livrea e dal grosso """"melone"""" adiposo sulla fronte. O sul bianco tappeto della tundra dove pernici candide, come la buona porcellana, con gli occhietti scuri ci guardano curiose. L'autrice ci parla della storia attuale e delle antiche leggende di quei popoli aiutata da un mitico personaggio che scende dal cielo sulla terra, entra nella tenda coperta di neve, si acquatta, guarda, ascolta, e poi riferisce, a chi sa ascoltare la voce della tradizione, che essa non serve a conservare le ceneri ma a mantenere viva la fiamma." -
Il confine settentrionale. Austria e Svizzera alle porte d'Italia
Il filosofo Zygmunt Bauman ha detto che “i confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano”. Il confine settentrionale italiano non fa eccezione in questo senso. È linea di separazione ma allo stesso tempo è sempre stato luogo di passaggio, di incontro-scontro tra uomini, lingue, culture e tradizioni. Allo stesso tempo si presenta come un confine duplice per storia e realtà attuale, diviso, come è sempre stato e come è ancora, tra due mondi, quello della Confederazione elvetica e quello dell’Austria nelle sue diverse forme. Inoltre, lo studio del confine settentrionale italiano obbliga a confrontarsi con due ordini di problemi: l’esistenza, o meno, delle frontiere naturali, poiché le Alpi per secoli più che separare unirono le popolazioni di montagna in quanto luoghi di incontro, scambio, comunicazione; e l’esistenza, questa indubbia, di frontiere linguistiche che hanno inciso anche nel processo di costruzione degli Stati e nella quotidianità di queste aree culturali. In questo libro Roberto Roveda e Michele Pellegrini provano a indagare le peculiarità del confine settentrionale, partendo dalla sua storia più antica fino ad arrivare ai giorni nostri, e cercando di mettere in risalto il processo di formazione della linea di confine, le sue trasformazioni ma anche le sue caratteristiche durature nel tempo. Prefazione di Fabrizio Panzera. -
Non ne sapevo niente. Serbia 1995, Danube Mission le rivelazioni di un Basco Blu
Era il 1995. Con pusher e navi, sul Danubio si tentava ancora di violare l'embargo contro l'ex Jugoslavia in guerra. Gli unici controlli erano fatti dai Baschi Blu della UEO. Ed Ernesto Berretti era uno di loro. E, come racconta, non sapeva niente della guerra nei Balcani, al pari di altri suoi commilitoni. La base della Missione era a Calafat, a sudovest della Romania appena uscita dalla dittatura di Ceausescu. Lì si viveva a ritmi slabbrati come elastici di vecchie mutande. Se Calafat fosse stato un pugile, sarebbe stato stretto alle corde (il Danubio) dal suo avversario (i Rom); sarebbe finito al tappeto malamente; e l'arbitro (lo Stato) non avrebbe iniziato la conta. Solo i secondi al suo angolo (i soldati della Missione) avrebbero potuto salvarlo, gettando la spugna. Calafat era destinato a vivere una vita senza vittorie. Come Dana, Adrian, Florin, Agatha, Magda e Whiter: vite senza vittorie, le cui figure sono ben tratteggiate dalla penna dell'autore, che ben s'immerge, con grande forza e resa emotiva nella situazione del tempo, così anche raccontando la vita, il lavoro, i rischi dei soldati in missione all'estero, lontano da casa. Lo fa a tutti noi, che non ne sappiamo niente. -
Anestesia letale
Qualcuno si diverte con un bisturi ad aggredire e colpire di sorpresa il personale dell'ospedale centrale di Nottingham. Il primo ad essere colpito, fuori dell'ospedale, è un medico internista che da qualche tempo ha una relazione con un'infermiera. I sospetti cadono sul precedente fidanzato di quest'ultima, un giovane praticante al secondo anno di università. Interrogato dalla polizia il giovane, ricco e viziato, se la cava con arroganza e avvocati di famiglia. Ma fino a quando? Il caso è in mano all'ispettore Charlie Resnick della polizia di Nottingham, il personaggio creato dalla penna dello scrittore inglese John Harvey. -
Io mi chiamo Miguel Enriquez
Il più classico degli inizi per una storia che classica non è. Una stazione dei carabinieri, una notte di temporale, un uomo che sembra ricordare Il proprio nome. Un mistero crescente attraverso il quale la storia di un paese martoriato come il Cile, bussa, con le sue mani insanguinate, alla porta del maresciallo Massimo Alatri, Max per gli amici e svela i retroscena di un delitto dimenticato. La ricerca, la caccia e L'uccisione da parte della DINA, la feroce polizia segreta di Pinochet, di un uomo che credeva nelle proprie idee e nella liberazione dell’umanità. Un fatto di sangue epico, dove cacciatore e preda, per uno scherzo del destino, portano lo stesso nome: Miguel. Con una narrazione fatta di salti temporali e sequenze cinematografiche, Tagliaferri assolve quello che per Derek Raymond, il maestro inglese del noir, è uno dei compiti principali dello scrittore: “misurare ciò che è stato dimenticato”. Il racconto porta la prefazione di Emilio Barbarani, Segretario di Legazione presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile al momento dei fatti attinenti “Io mi chiamo Miguel”, che lo stesso ha raccontato nel suo libro ""Chi ha ucciso Lumi Videla"""" (Mursia, 2012). Barbarani, successivamente, è stato Ambasciatore italiano presso la stessa Ambasciata. Corredano e integrano il romanzo, tanto da potersi considerare due precedenti capitoli dello stesso, i racconti Al Amara e La linea; in essi il protagonista, Max Alatri, muove i suoi primi passi tra assassini, criminalità organizzata e colletti bianchi. Alla ricerca della sua personale idea di giustizia, inscindibile da quella, troppo spesso relativa, di verità. Prefazione di Emilio Barbarani."" -
Una vita in secca
"Una vita in secca"""" racconta un breve viaggio di un medico veneziano, di origini istriane, sparito in un incidente aereo. Un medico che ama la letteratura e approccia la scienza medica con spirito filosofico, come trapela dal suo diario romanzato che viene trovato fra le cartelle cliniche dei suoi pazienti e recapitato ad un suo amico negli Stati Uniti. Lo sfondo della storia di Davide Santin, questo il nome dell'alter ego inventatosi dal medico, è la frontiera. Il mondo di Davide non può esistere senza la frontiera, così come non può esistere senza la morte. Ti ci imbatti ovunque, a qualsiasi latitudine geografica o temporale. Dentro una stravolta roccaforte di frontiera ex-jugoslava e ora slovena, che l'autore chiama Castello-Kastel, o nelle paludi della Louisiana. Ma il vero filo conduttore del libro è l'acqua. Il mare con le sue maree e i disagi di chi vive l'attrito con il diverso che caratterizza tutte le frontiere."