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Cecio, il cece magico
Cecio nasce a Marsiglia, come Dora... La mamma racconta ai suoi bambini prima di addormentarsi le avventure del protagonista. In un barattolo colmo di ceci, un cece scappa. Dove andrà? Età di lettura: da 7 anni. -
La vita è in debito con me. Con gli «interessi»
Il romanzo racconta la mia vita, dalla nascita all'attesa di chiudere l'ultima pagina di un capitolo fatto di sofferenze. Nel libro parlo dei rapporti difficili con la mia madre adottiva prima, con mio figlio poi e infine anche con me stessa. Ho sperato sempre in un futuro migliore, invece a sessantanove anni mi ritrovo ancora a combattere aspettando una fine migliore. -
Scherzi da prete
Con questo libro vorrei sottolineare l'importanza del rispetto dell'essere umano che dovrebbe accompagnare ognuno di noi nel percorso della propria vita. Dal politico allo scienziato, dal coltivatore al costruttore, dal fisico al commerciante; in famiglia, al lavoro, a scuola e in società. Non si dovrebbe ledere la vita altrui. Il rispetto porta a quell'empatia che mai potrà nuocere alla libertà, alla verità, alla lealtà dell'essere umano. La nostra Terra si sta ribellando: ""Ci chiede rispetto!""""."" -
La casa di Seban e i suoi real-sogni
Seban è un ragazzo che dalla vita ha avuto solo il peggio, così si rifugia nei suoi sogni, in loro cerca disperatamente la felicità, che sempre gli sfugge dopo averlo travolto e, allo stesso tempo combatte per soffocare quel onnipresente sentimento che lui chiama Solitudine. Questo piccolo libro è un dono prezioso della fantasia, una volta letto sarà difficile da dimenticare, c'è gioia, tristezza, paura, passione, rassegnazione, dolcezza, timidezza, curiosità, un mix di sensazioni e di situazioni che lo aiutano a vivere la realtà viaggiando nella fantasia, come capita ad un bambino con un giocattolo nuovo. -
Ricerca sull'atomo fattore «C»
"Da padroni della materia fare da domani tutto quello che fino a ieri non si poteva fare. Controllare atmosfera, buco dell'ozono, meteoriti, vulcani, bombe d'acqua, grandine, nebbia, la fame nel mondo, CO, CO2, smog, rifiuti, inquinamento, rumore, incendi, l'anno zero del teletrasporto."""" (Dalla recensione dell'autore)" -
Ultima dies
"Ultima dies"""" è il racconto del ricordo e del rimpianto di un marinaio che rivive con emozione un amore breve ma intenso, vissuto in giovinezza. Ritornando dopo anni nel luogo che vide nascere e sbocciare quell'amore, ritrova e rivede antichi posti noti, insieme a persone e luoghi nuovi; la magia dei ricordi l'avvolge, ma non ritrova più le cose care, che il tempo inclemente ha spazzato via o trasformato. Il lettore rimane sorpreso leggendo come egli apprenda il crollo definitivo di ogni sua speranza e come riviva nella memoria il sogno infranto dell'""""ultimo giorno"""", diventato ormai per lui """"una ferita riaperta"""". """"Ultima dies"""" è una storia d'amore e di ricordi rivissuti in una località misteriosa e quasi fiabesca, ma è anche un'indagine su sentimenti come rimpianti, desideri, sogni, interrogativi, speranze, che da sempre avvolgono l'animo umano, al di fuori dello spazio e del tempo. Alla fine del racconto un senso di malinconia invade il lettore: gli sembra scorgendo l'orizzonte di trovarsi su una passerella senza fine sul mare. Un clima incolore di quiete e di silenzio lo avvolge e gli consente di sperimentare sentimenti di speranza e di infinito." -
«... Per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre...»
Parlare di medianità, con tutto ciò che ""contiene"""" questa parola, in un contesto sociale oramai secolarizzato e scristianizzato può sembrare fuori luogo o anche un discorso da bigotti appena sbarcati dal passato medievale. Dovremmo riflettere, invece, sul fatto che molti cristiani praticanti non credono affatto nell'esistenza del Nemico di Dio e non riescono a discernere la sua azione dietro a determinati eventi e pratiche. Se un nemico agisce di nascosto e senza attirare l'attenzione su di sé, riesce più facilmente a colpire ed uccidere l'avversario. È ciò che il diavolo attua in molte persone, la potremmo definire """"anestesia dello spirito"""", con la conseguenza che la vittima non solo non si rende conto di essere """"sotto attacco"""", ma non prova il minimo senso di colpa o rimorso per i propri peccati e per le cose sbagliate che compie."" -
Pietre di Margnier. Una montagna da vivere e da amare
Un racconto che inizia con la nascita sotto una tenda ad Orta Nova, causa il terremoto del '48, prosegue a nove anni, con l'emigrazione nelle fitte nebbie di Torino. Nel 1970 conosce Antonietta, sua futura sposa e grazie a lei, scopre Margnier, piccola frazione valdostana, che ai suoi occhi, gli pare incastonata alla montagna come un diamante al suo anello. Si innamora della gente semplice e speciale che vive in casette di pietra, addossate una contro l'altra, i suoi vicoli stretti, le mucche, il pane nero d'inverno, il vino di montagna, la grappa fatta in casa, le piccole cantine tutte voltate ed in pietra e nell'85 intraprende la sua ""impresa impossibile"""". Incoscienza giovanile, ostinazione, delusioni, ostacoli, avversità della vita e la fortuna di aver trovato un aiuto invisibile, ma sempre percepito ed infine la soddisfazione per aver concluso un grande intervento di restauro. Sentimenti ed emozioni che forgiano il carattere di questo sessantaseienne, innamorato delle sue pietre che """"riconoscenti e silenziose, lo riparano e lo proteggono dagli umori del tempo""""."" -
Il canto liturgico
Cos'è il canto, attraverso la sua pratica è possibile entrare in relazione e dialogare con l'Assoluto? E vi è una dimensione che la favorisce? Le risposte a questi interrogativi sono alla base di questo cammino spirituale che attraverso brevi riferimenti storici, filosofici, psicologici, antropologici e biblici evidenzia come tramite il canto liturgico e nella liturgia si realizza una vera e propria ""relazione"""" tra Dio e l'uomo in cui, con un preciso itinerario ed un particolare atteggiamento individuale, si dialoga e soprattutto si dona e si riceve amore."" -
Romolo il grande
Roma, quinto secolo dopo Cristo. L'impero romano è allo sfascio. Romolo Augusto, erede suo malgrado dei fasti del passato, sembra quasi compiacersi della marcia trionfale che accompagna la calata dei germani verso Roma, sotto la guida di Odoacre. Sta alla larga da Roma, e si dedica serenamente all'allevamento dei polli, che portano i nomi dei grandi imperatori: Tiberio, Augusto, Domiziano... Invano la moglie Giulia e l'imperatore d'Oriente, tentano di chiamarlo alla ragione. Invano, il ricchissimo Cesare Rupf fabbricante di calzoni - gli offre un'occasione d'oro per salvare l'impero. I germani espugnano Roma. Eppure, proprio nel momento della massima disfatta, Romolo e lo stesso Odoacre prenderanno tutti in contropiede. Romani, germani e lettori. Romolo scaglia saette valide e attuali per qualsiasi governo, qualsiasi potentato, in qualsiasi frangente della storia umana. -
Dalla ginnastica antica allo sport contemporaneo. Lineamenti di storia dell'educazione fisica
Nella ristrutturazione dei curricoli universitari, le disciplinari, le discipline di base dei bienni dei vecchi corsi quadriennali sono state nella maggior parte dei casi 'compresse' nel primo anno dei nuovi corsi triennali, e per molte di esse difficilmente vi sarà spazio nei corsi di laurea specialistici. Per il corso di laurea in Scienze Motorie, la storia dell'educazione fisica e sportiva costituisce indubbiamente una disciplina formativa di base per eccellenza, certamente da integrare con altre discipline di area psicopedagogia, ma non da eliminare. Questo manuale vuole essere adatto ad un corso di base, agile nei contenuti per costituire un ausilio nello studio, ma anche completo dal punto di vista dell'arco temporale considerato, per essere il più possibile esaustivo. L'educazione fisica e sportiva come oggetto di indagine storiografica inizia dunque dalla comparsa della specie Homo Sapiens, e proprio da lì parte per poterla successivamente riconoscere nelle sue peculiarità strutturali in età successive: l'antichità classica greco-etrusco-latina, l'età tardo-antica e medievale, il periodo umanistico-rinascimentale, l'età moderna e la contemporaneità. Questa ampia ricognizione è indispensabile per aiutare non solo il futuro laureato in Scienze motorie, ma chiunque sia seriamente interessato alla disciplina a conferire significato sociale e culturale alla loro pratica professionale. Uno sguardo storico alle tematiche dell'educazione fisica e sportiva è sempre un buon antidoto contro le tentazioni tecnicistiche e contro la pratica agonistica esasperata, dato che costringe a confrontarsi con una dimensione ideologica e culturale che non può mai essere data per scontata, ma che risulta costruita socialmente mediante esperienze di educazione pedagogicamente guidate. -
La pedagogia verso la società polisemantica, il realismo dell'educazione
Quattro dimensioni formano la struttura di questo studio. Pensate in modo da dare lo scheletro ad un corpo che vive in un contesto sociale in continua trasformazione, le dimensioni sono chiamate argomenti, situazioni, ambienti, persone, come dire che i significati sono uniti ai fenomeni e che i contesti sono associati ai soggetti e, come dire ancora, che il corpo di questo scheletro linguistico è quello dell'essere umano che nella società immagina di vivere e vive se stesso sempre, sia quando sta in solitudine, sia quando si unisce ad altri in gruppo, sia quando aderisce ad una comunità. -
Imitazione creativa. Evoluzione e paradossi del desiderio
La teoria mimetica di René Girard come chiave interpretativa di testi letterari è al centro di questa raccolta di saggi. I diversi contributi sono stati selezionati dal curatore partendo da una premessa teorica specifica: le opere d'arte e della letteratura hanno un valore cognitivo, sociale e pedagogico, la cui peculiarità è in grado di rendere visibile la complessità delle dinamiche del desiderio mimetico. Emergono così, attraverso questo percorso ragionato, una critica all'applicazione riduzionistica della teoria mimetica di Girard all'analisi di testi e un'originale lettura antropologica della creazione letteraria e del mondo dell'immaginario. -
Cuori spezzati. Guarire dalla perdita di un amore
Il dolore del lutto e del crepacuore è neurologicamente simile all'essere sottoposti alla tortura. Sembra esistere un unico modo per mettere fine a quel tormento e limitare il danno somatico: la neurobiologia lo chiama salto evolutivo, e gli psicologi aumento di consapevolezza. Le teorie del passato sulla terapia del dolore consideravano il recupero dal punto di vista di stadi: si pensava che ci volesse un ciclo di lutto di un anno per guarire il cuore. Non è così! Una vera liberazione del cuore è un processo di neurogenesi e al tempo stesso un processo d'individuazione; il che significa che l'intero cervello deve riconfigurare le sue connessioni e il suo pensiero riguardo all'amore e alle relazioni. La buona notizia è questa: se si ama, a un punto o all'altro della vita il cuore dovrebbe spezzarsi. Se così non fosse, l'amore rimarrebbe l'amore innocente di un bambino. Questo libro aiuta a capire, per evitare il vittimismo che deriva dagli aspetti traumatici del crepacuore e del lutto. Una concezione più ampia dell'amore e una comprensione più profonda della sua psicologia è in grado di liberare dall'ossessione per la perdita del partner, insegnando, inoltre, ad amare in un modo più saggio. -
Ariele
Il poeta che qui leggete, e che cammina per le vie del mondo sotto il nome di Silvio Aman, sa bene - come sa bene anche il lettore avveduto - che non si scrive per parlare di sé, semmai per dar vita a parole calde come i fili di paglia di un nido, severe come i legni di una casa custodita dal tempo. Come un acquarellista sublime, intento a salvare nei suoi piccoli e cerimoniosi quadri le minime cose della vita, il loro simbolismo più segreto, e sia pure intinto di un'angoscia da cui neanche la più luminosa e più pura bellezza ci può preservare, anche Aman tenterà dunque - in virtù di ""un lavoro lungo e quieto"""" - di dipingere i suoi """"mobili in ciliegio,/ I vasi colmi d'acqua con le dalie,/ I piatti azzurri appesi/ E dentro l'aria argentea, l'ombra"""" (Aliénor)."" -
Labirinto veneziano
Con ""Labirinto veneziano"""", Marina Gasparini Lagrange ci induce a meditare su ciò che noi effettivamente siamo; sul """"mistero"""" che la nostra persona - ben al di là di ogni apparenza - cela tra le sue intricate vie. È nostro compito, ci segnala l'autrice, spingerci oltre lo spazio fisiopsichico che ci trattiene e - affidandoci di volta in volta alla scalarità logica o al balzo emozionale incontrare finalmente noi stessi, quel """"mistero"""", che ci affascina e insieme ci sgomenta. L'esperienza del labirinto non può essere elusa dalla sensibilità umana. E l'autrice ce lo dimostra in questo suo viaggio """"veneziano"""" che conosce brevi soste, mai permanenze. Un viaggio che ci stimola all'interrogazione ininterrotta con esiti sorprendenti. Annota con precisione Marina Gasparini Lagrange: """"L'esperienza del labirinto è un errare tra le ombre con un fragile filo tra le mani"""". Quel """"fragile filo"""" a cui aggrapparsi lungo il tortuoso e tenebroso percorso è di volta in volta la poesia, la narrazione, l'arte, l'architettura... Ce lo indicano le figure reali, mitiche o immaginarie che l'autrice convoca nel suo libro: Piranesi, Tiziano e Marsia, Watteau e Pierrot, Rilke e Malte, Lotto e Guardi, Brodskij, Orfeo ed Euridice. Queste figure hanno il compito di rivelarci che tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere liberi è dentro di noi."" -
La seconda nascita
Sono qui raccolti in un unico volume tre libri di Aldo Giorgio Gargani, scritti tra il 1987 e il 1991 presso il Wissenschaftskolleg di Berlino: ""Sguardo e destino"""", """"L'altra storia"""", """"Il testo del tempo"""". Tale volume, con il nuovo titolo """"La seconda nascita"""", è stato ideato e progettato dallo stesso Gargani, pochi mesi prima della sua scomparsa, nel corso di diversi colloqui con Flavio Ermini. L'autore propone con questa sua opera un nuovo genere letterario che nasce dalla stretta connessione tra riflessione teorica ed esperienza esistenziale, dando vita così non solo a un nuovo modo di scrivere, ma anche a un nuovo modo di pensare: un modo di pensare che vuole condurre a una seconda nascita; un evento che richiede, come precisa lo stesso autore, un'altra storia, ovvero """"la narrazione di ciò che non è stato detto e non è stato fatto, ma che ha aleggiato sospeso sulle nostre parole e sulle nostre azioni, ed è tutta la storia che ci fa trepidare"""". Questo nuovo modo di pensare agisce nell'estrema vicinanza con ciò che maggiormente è sconosciuto: la nostra realtà, e indica che il destino degli uomini sopravviene da un tempo lontano, come lo sguardo non intenzionato dell'infanzia che da lontano si fa continuamente presente nei nostri gesti, nei nostri discorsi. """"La seconda nascita"""" muove un passo là dove le procedure linguistiche conosciute appaiono sempre più inadeguate a illuminare il destino degli uomini."" -
Memoria e cecità. Letture, sconfinamenti
"Da quanti anni Riccardo Emmolo, l'autore malinconico e meditativo di """"Ombra e destino e altre poesie"""" (Moretti & Vitali 2002), una delle personalità più appartate e autentiche della nostra poesia, lavorava a questo libro di saggi? Forse da sempre, o almeno da quando, giovane studente appena trasferito dalla sua Sicilia a Firenze, aveva cominciato a riflettere sullo stato della nostra cultura e della nostra poesia. E vi aveva trovato formule (spesso pericolose), abbaglianti esposizioni di sapere; raramente verità persuasive. Da allora, molte cose sono mutate, ma Emmolo sembra rimasto fedele a quel suo assunto lontano, a quella sua giovanile pretesa di conciliare il rigore del pensiero con la bellezza sovrana di un verso. La sua poesia, intanto, si nutriva dello splendore aspro e fisico della sua terra: le gole dirupate di Cava d'Ispica, le valli iblee popolate di vitigni e di mandorli, di fichi, di odorosi aranceti, di gelsomini e di carrubi; le rive battute dalle onde d'Africa; il soffiare del vento, scandito sui versi della grande Ode al vento occidentale di Shelley. All'amore per la natura, che Emmolo sentiva - e sente - insidiata da una civiltà aridamente utilitaristica, si accompagnava una meditata, spesso aspra, vena civile. La stessa pazienza lucida e appassionata che troviamo nella sua poesia, la stessa sensibilità nutrita di una vocazione alla verità, ritroviamo ora in questo suo libro di saggi, in cui vengono raccolti quasi trent'anni di pensieri e di studi."""" (Paolo Lagazzi)" -
Voci di confine. Il limite e la scrittura
"A Delfi, quando Apollo si rivolge a colui che visita il suo tempio intimandogli: """"Conosci te stesso!"""", ciò significa: considera che sei un uomo e non dimenticare i limiti imposti al genere umano. Ed è proprio a questi limiti - e alle loro figure e alle loro traduzioni - che Lucio Saviani dedica """"Voci di confine"""". Le figure del limite (la soglia, il labirinto, lo specchio, lo sguardo, la trasparenza, l'altro, la definizione...) e le sue traduzioni (l'intervallo, l'intermittenza, la sospensione, la crisi, la frattura, il confine...) si richiamano vicendevolmente in questo libro attraverso le """"voci"""" di una scrittura di confine che si muove tra diversi stili e generi, incrocia più discipline, si espone a gradi diversi di lettura. Pensare, scrivere, vivere al limite significa confrontarsi col senso dell'impossibile, rappresentare ciò che non può essere rappresentato: l'essere uomo dell'uomo. Pensare, scrivere, vivere al limite. Siamo qui: proprio dove finisce l'apporto della coscienza. Siamo nell'inabitualità. Qui, le frasi che lo straniero pronuncia rivolgendosi a noi non sono pronunciate per noi. Dev'esserne profondamente consapevole Saviani se nell'incipit che pone alla fine dell'opera scrive: """"Pronunciata, la frase non pronuncia che i suoi limiti, e in questo limite del suo dire non può essere detta. Io mi sono già tradito."""" (dal saggio di Flavio Ermini)" -
La buona fede. Memoria e letteratura
Soltanto da Silvio Ramat, uno dei poeti più limpidi e ispirati dell'ultimo mezzo secolo, tra i pochi cui dovremmo guardare come si guarda a un maestro di moralità e di stile, e al quale, per giunta, dobbiamo alcune delle pagine critiche fondamentali sulla poesia italiana del Novecento, poteva venire un libro come La buona fede. Memoria e letteratura, un libro in cui si fondono la prospettiva critica, l'autobiografia intellettuale, l'autoritratto, le memorie familiari, le passioni segrete, il ricordo affettuoso dei maggiori poeti del secolo scorso. Con la discrezione e il pudore che gli riconosciamo, Ramat intesse un libro che non ha precedenti, non solo per la vastità dei temi che vanno a costituire un vero e proprio affresco, umano e culturale, del nostro tempo, ma anche per la sorprendente naturalezza con cui l'autore sa passare dalla prosa al verso, dalla severità del giudizio critico alla commozione, dalla pietas privata a quella pubblica. E tutto con la misura, il nitore, la precisione che da sempre contraddistinguono le sue pagine, poetiche e saggistiche, e che Ramat sa anche applicare alla propria opera, con suggerimenti e definizioni che resteranno da oggi non eludibili per chi voglia affrontare la lettura - e lo studio - della sua opera poetica.