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Conversazioni su Tolstoj
Il libro raccoglie gli interventi dedicati all'opera di Lev Tolstoj, nel centenario dalla morte, in una giornata di studi organizzata a Siena il 23 novembre 2010 dalla cattedra di Lingua e letteratura russa. Alla conversazione, aperta dalle parole di Paolo Nori, autore di una nuova traduzione di ""Chadzi-Murat"""" in occasione del giubileo, partecipano docenti della facoltà di Lettere e filosofia come Antonio Prete, Giacomo Magrini, Guido Mazzoni, Duccio Colombo, a cui si aggiungono le voci di allieve del dottorato e della laurea magistrale. Un interrogarsi sul lascito di Tolstoj che sceglie alcune invarianti della sua opera, dal senso della storia, che quasi oppone l'Oriente di """"Chadzi-Murat"""", la sua epica, all'Occidente figurato nella guerra napoleonica di Guerra e pace, modello del romanzo novecentesco, alla domanda sulla """"Felicità domestica"""", con il ruolo del caso cui sottostanno destini individuali e trame nazionali; fino allo stile di Tolstoj, con l'uso dello straniamento indagato da Sklovskij nella """"Teoria della prosa"""". Spiccano i """"Racconti"""" brevi, qui definiti """"di gravidanza """", che esigono una riflessione teoretica sul genere, niente affatto minore."" -
C'era una volta il muro. A vent'anni dalla svolta tedesca
Quando, nella notte del 9 novembre 1989, l'ormai celebre passaggio di frontiera sulla Bösebrücke come una diga cede alla piena stupita e festante di migliaia di cittadini dell'Est, la storia è già leggenda. Quella notte è divenuta ormai la data simbolica di una trasformazione epocale. La fine del Muro, la dissoluzione dell'impero sovietico, lo sgretolamento degli altri regimi comunisti, insomma la famosa ""svolta"""" tedesca, hanno segnato una cesura indelebile, risolutiva eppure non conclusiva, uno straordinario risveglio, ma anche un mutamento dagli strascichi intricati e drammatici nello stesso tempo. A poco più di vent'anni da quell'emozionante esperienza il giudizio è ancora aperto e molti rimangono gli interrogativi da sciogliere. Nella cornice unificante del Muro hanno trovato espressione interventi sul crollo del sistema, ma anche saggi su aspetti letterari e artistici, sulle forme di iconizzazione e musealizzazione del Muro, fino ai più inquietanti fenomeni di marketing emersi dopo l'unità. È una ricerca ad ampio raggio. Spazia dalla fase del crollo alla Germania unificata e al nuovo assetto europeo, abbraccia sia l'elaborazione culturale della svolta sia le sue ricadute nella storia delle relazioni internazionali e, in particolare, dei paesi dell'est senza trascurare gli ambiti più specificamente giuridici e politici con cui si conclude l'articolato percorso critico di questo libro."" -
La porcellana e i colori. La tecnica e la scuola Mileto
Un volume didattico sulle tecniche - in particolarte il terzo fuoco utilizzate nel laboratorio artigiano L'Arte della ceramica Mileto e sui 30 anni della scuola portata avanti dalla capostipite Agatina, con approfondimenti di specialisti del settore sui materiali e la loro lavorazione, la storia della porcellana, le attrezzature e le differenti tipologie di cottura; il volume è arricchito da una galleria degli oggetti più originali prodotti dalla ""scuola Mileto""""."" -
Artifizi della metafora. Saggi su Andrea Pozzo
I saggi raccolti in questo volume, relativi al convegno internazionale di studi tenutosi nell'arco di tre giornate sulla figura e l'attività di Andrea Pozzo, la cui realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e con l'Istituto Storico Austriaco a Roma nel 2009, confermano quali furono in Italia, in Europa e addirittura al di là di questi cionfini, l'importanza e l'influenza dell'architettura e della pittura realizzate da Andrea Pozzo con apporti davvero significativi. Documentano l'influsso dell'arte italiana nell'Europa del XVII e XVIII secolo. -
Simone Pomardi (1757-1830) e la Roma del suo tempo. Ediz. illustrata
Simone Pomardi, pittore romano, è stato finora ignorato dagli studi sebbene sempre ben apprezzato dal mercato dell'antiquariato. Con quest'opera l'autore ha inteso riscoprirne e valutarne il ruolo nella storia della pittura di veduta così fiorente a Roma tra Sette e Ottocento, incrociando la ricostruzione analitica, finora inedita, della biografia, insieme a quella della Roma coeva, con le varie fasi della sua vicenda artistica: quest'ultima imperniata soprattutto sulle intriganti vedute di Roma all'acquarello e l'intensa produzione di disegni per i più celebri bulini del tempo. Personalità versatile, negli anni 1805-1806 Pomardi compie un viaggio in Grecia al seguito del noto archeologo ed erudito inglese Edward Dodwell per commissione del quale esegue oltre seicento vedute della Grecia che saranno poi utilizzate per illustrare i due volumi del Tour di Dodwell (1819) così come quelli del Viaggio nella Grecia dello stesso Pomardi (1820). Si può dunque affermare che Pomardi fu, insieme a Giovanni Battista Lusieri, il primo pittore italiano a dipingere i luoghi della Grecia classica oltre che descriverli nel suo Viaggio. -
Voci dal margine. La letteratura di ghetto, favela, frontiera
Quando una società relega al margine parte del suo corpo, finisce irrimediabilmente con l'originare categorie dell'esclusione. Questo processo può delegittimare l'individuo. Il territorio fisico della città è forse il campo di azione dove queste pratiche si rendono più palesi, tanto da creare una sorta di frattura fra una collettività ""normalizzata"""" e un'altra obbligata dalle contingenze a costruire la propria esistenza oltre il limite a cui corrisponde il perimetro occluso e quasi sempre degradato del ghetto. La letteratura ci aiuta a comprendere lo spazio e le sue ramificazioni più infelici, a descriverlo e soprattutto ad amplificarne la voce, divenendo il terzo momento di un trittico: appropriarsi dello spazio, abitarlo, raccontarlo. La letteratura e più in generale i linguaggi della cultura hanno instaurato un dialogo con il margine: da esso scaturiscono processi di riflessione, di mediazione e di consapevolezza politica. Il margine, dunque, resiste e sovverte la norma: dalla letteratura dei favelados brasiliani agli artisti di strada in Argentina; dai poeti marginali russi, portoghesi o peruviani al confine spaziale nel mito della frontiera nordamericana; dalla tensione, dalla periferia al centro dei nuovi soggetti politici in Costa d'Avorio alle pratiche di potere ed emarginazione nei confronti del femminile nel discorso giornalistico italiano."" -
Pietro da Cortona e la Villa di Castel Fusano dai Sacchetti ai Chigi. Architettura, pittura, giardini, paesaggi
Primi committenti della villa sono i fiorentini marchesi Sacchetti, banchieri che si affermano a Roma consolidando il loro patrimonio ""all'ombra dei Barberini"""". Ad essi succedono i Chigi, che apportano novità nell'impianto della proprietà, e dotano il complesso di nuove fabbriche. Protagonista di questa esperienza artistica totale come architetto e pittore, è il giovane Pietro da Cortona; egli avvia qui il suo percorso, fino a giungere ai vertici della cultura barocca. Le pitture di grande novità (qui documentate in centinaia di tavole), illustrano i valori delle famiglie Sacchetti e Chigi e danno l'avvio alla grande pittura di paesaggio dell'età barocca. Questo primo studio completo dedicato alla prestigiosa dimora di Castel Fusano, ancora oggi abitazione dei principi Chigi, è pubblicato con il sostegno di Fondazione Roma-Arte-Musei."" -
Argilla. Storie di terra cruda
All'alba della civiltà, delle civiltà, e se civiltà è un termine ancora compreso dalla nostra modernità, l'argilla, nel ""pensiero creatore di miti"""" mesopotamico, è la materia della creazione. Materia non in senso lato, ma l'elemento che Enki, il saggio, manipola e plasma per dare vita all'uomo. Da qui, ovvero dall'esegesi antico-testamentaria della creazione, che ha trasformato l'argilla in polvere e la manipolazione in alito vitale, parte l'esplorazione prima, la prima storia di """"terra cruda""""."" -
Piante di Roma dal Rinascimento ai catasti
Nel corso della storia l'immagine cartografica della città eterna non conosce eclissi. Se nel basso Medioevo Roma viene raffigurata in modi schematici o ideogrammatici, con la cultura dell'umanesimo si afferma una nuova immagine della topografia di Roma antica e moderna. È Leonardo Bufalini, nel 1551, a realizzare il primo rilevamento cartografico, base per tutta la produzione successiva, straordinariamente ricca e influente nei secoli del Rinascimento maturo, del barocco, dell'illuminismo, aprendo la strada alla rigorosissima pianta di G. B. Nolli e ai nostri catasti. Vengono qui esposti i diversi e spesso suggestivi modi di costruzione cartografica, che includono restituzioni immaginarie, come quelle di Ligorio e Piranesi, e tecniche scientifiche come la bussola, il canocchiale, la tavola pretoriana e la camera ottica. -
Il trono della regina di Saba. Cultura e diplomazia tra Italia e Yemen. La collezione sudarabica del Museo nazionale d'arte orientale. Catalogo della mostra
La mostra presenta la raccolta sudarabica del Museo, formata tra il 1933 e il 1971 da medici e studiosi italiani di letteratura araba, presenti in Yemen. La sezione Documenti presenta una scelta di fotografie e documenti che testimoniano la presenza italiana in Yemen dal 1877 al 1939. Il materiale, concesso in prestito dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente e dalla Società Geografica Italiana, si sofferma in particolare sulle figure di Jacopo Gasparini e di Renzo Manzoni. Di quest'ultimo sono esposti per la prima volta il manoscritto originale del suo volume ""Tre anni nell'Arabia Felice"""". Escursioni fatte da Renzo Manzoni dal settembre 1877 al marzo 1880, una scelta di fotografie e la pianta della Capitale disegnata nel gennaio 1879. La sezione Da Sana a Roma presenta le raccolte museali completate da una scelta di manoscritti portati in Italia da C. Ansaldi, E. Rossi e L. Caetani, oggi conservati presso la Biblioteca dell'Accademia dei Lincei e Corsiniana. La terza ed ultima sezione """"Il trono e la Regina di Saba"""" presenterà due ricostruzioni di troni sudarabici di diversa tradizione e datazione, alcuni dipinti etiopici raffiguranti """"La leggenda della Regina"""" di Saba e alcuni oggetti prodotti in Europa tra il 1920 e il 1940 a testimonianza del fascino esercitato da tale figura femminile, archetipa prima ancora che storica nell'immaginario collettivo dell'Occidente."" -
Bronzi islamici. Sculture zoomorfe medievali nei musei italiani
In questo volume si parla di relazioni tra i paesi islamici e latini, con una riflessione sulla circolazione di prodotti artistici quali tessuti, metalli, avori, cristalli di rocca, legni e ceramiche. I temi decorativi in essi presenti furono spesso imitati nei luoghi in cui questi transitavano. buona parte degli oggetti riferibili all'industria artistica islamica di epoca medievale è giunta fino ai giorni nostri grazie al collezionismo e alla vigile custodia di monasteri e fondazioni ecclesiastiche che tuttora rappresentano preziosi contenitori. In particolare è oggetto di analisi la storia del collezionismo italiano relativo all'arte islamica, la storia degli studi e l'esame dei singoli bronzi zoomorfi presenti nei musei italiani. -
Prospettiva, luce e colore nell'illusionismo architettonico. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca. Ediz. illustrata
Un fenomeno quanto mai affascinante, nella fase più intellettualistica del Manierismo cinquecentesco, fu la moltiplicazione dei livelli di realtà per via d'inganno pittorico, inaugurata su grande scala da Michelangelo nella volta della Sistina (1508-12), dove all'intelaiatura architettonica proposta come verosimile si giustappongono ""al di qua"""" gl'ignudi e """"al di là"""" le scene bibliche negli sfondati. Tra gli altri Francesco Salviati, Taddeo e Federico Zuccari, Bernardino Barbatelli detto il Poccetti adattarono alle pitture murale profane in palazzi e palazzetti virtuosismi ottici e prospettici, così da combinare l'impressione di sporgenza delle figure e delle finte statue in primo piano con l'impressione contraria di sprofondamento verso la lontananza delle scene narrative, proposte però talora come """"quadri riportati"""" o addirittura panni dipinti con tanto di galloni frangiati e finti arazzi, sovrapposti a strutture seminascoste e tuttavia visibili. Toccato un vertice altissimo dai Carracci nella Galleria di palazzo Farnese a Roma (1597-1600 circa), la pittura murale con intenti illusionistici si sarebbe sviluppata ulteriormente in varie direzioni. E in questo processo che si sviluppa e si consolida la specificità del """"quadraturismo"""", tipologia pittorica evidentemente collegata dal punto di vista etimologico con il """"lavoro di quadro"""" o la """"quadratura"""", operazioni tanto grafiche quanto plastiche."" -
Immagini e arte sacra nel concilio di Trento. «Per istruire, ricordare, meditare e trarne frutti»
La prima parte di questo volume è dedicata alla teologia dell'immagine, con i contributi di Franc?ois Boespflug, Le manteau des saints, ou comment le concile de Trente a placé les images sous leur protection; di Michelina Tenace, All'origine del Decreto sulle immagini di Trento, il Concilio Nicea II, e di Alessandra Bartolomei Romagnoli, Rappresentazioni della santità mistica prima e dopo il Concilio di Trento. La seconda parte riguarda, invece, l'identità e la genesi del decreto, a cominciare dal contributo di Paolo Prodi, Storia, natura e pietà: il problema della disciplina delle immagini nell'età tridentina. Altri tre saggi sono incentrati sulla presenza al concilio del teologo gesuita Diego Laínez e sul suo ruolo nella genesi del decreto sulle immagini: Paul Oberholzer SJ, Diego Laínez come teologo del Concilio e la presenza gesuita nel concetto della sua identità; Lydia Salviucci Insolera, La formulazione del Decreto sulle immagini nei manoscritti di p. Diego Laínez, e Mirella Saulini, Diego Laínez e l'elaborazione della scrittura del Decreto. La terza parte riguarda la ricezione del decreto, con alcuni esempi storici e artistici chiarificatori: Roberto Pancheri, La raffigurazione del concilio di Trento come ""historia sacra""""; Cristina Mandosi, Istruzione del cardinale Gabriele Paleotti per la Costruzione delle Cappelle nei Palazzi, e Anna Eleanor Signorini, Le cappelle gentilizie a Roma dalle norme tridentine ai primi trattati di fine '500: il caso dell'agostiniana Cappella Cavalletti (1603-1605). L'ultima parte è dedicata alla pala d'altare dell'Assunzione della Vergine di Scipione Pulzone nella cappella Bandini, in S. Silvestro al Quirinale, la cui iconografia deriva da una consultazione avuta dai committenti direttamente con il cardinale Gabriele Paleotti. L'analisi di questa famosa pala serve a rimarcare la complessità dell'incontro concreto tra il significato teologico dell'immagine e la sua effettiva elaborazione in un'opera d'arte. I contributi sono di Luigi Mezzadri CM, San Silvestro al Quirinale fra rinascimenti e riforme; di Lydia Salviucci Insolera, L'Assunzione della Vergine di Scipione Pulzone tra stile e teologia, e di Cristiana Bigari, Gli stucchi cinquecenteschi e la pala d'altare della cappella Bandini in S. Silvestro al Quirinale. In appendice, a cura di Mirella Saulini, le trascrizioni latine e le relative traduzioni del decreto tridentino, con una selezione di brani di p. Laínez."" -
Il capolavoro e il suo doppio. Il ratto di Elena di Guido Reni e la sua replica tra Madrid, Roma e Parigi
Nel 1627 il re di Spagna Filippo IV commissionò a Guido Reni un Ratto di Elena destinato ad ornare, accanto ad altri capolavori della pittura italiana, spagnola e fiamminga, il Salon Nuevo dell'Alcàzar di Madrid. Reni, confidando nella magnificenza del sovrano, si rifiutò di fissare un compenso, ingaggiando una prova di forza con la monarchia spagnola. Il risultato fu la rottura: il dipinto venne quindi offerto a Maria de' Medici, regina madre di Francia, che lo acquistò subito prima del fallimento della congiura da lei ordita contro Richelieu. La regina dovette lasciare la Francia nel 1631, e del Ratto di Elena si persero le tracce per oltre dieci anni. Ma un suo 'doppio', realizzato da un allievo nella bottega del maestro, comparve a Roma nel 1632, e fu come se si trattasse dell'originale del 'divino'Guido. Solo dopo la morte di Maria de' Medici, nel 1642, l'originale ritornò sulla scena; e fu un ritorno trionfale. La storia del Ratto di Elena, il dipinto più noto e costoso del secolo, subito celebrato da letterati e intendenti d'arte, non è solo illuminante del diverso e sempre mutevole concetto di originale e copia, ma deve anche essere letta sullo sfondo storico della guerra dei Trent'anni: il mancato arrivo nella Madrid di Filippo IV e il suo successivo approdo nella Parigi di Luigi XIV costituisce quasi una metafora dei cambiamenti dei rapporti di forza in atto tra le due maggiori potenze dell'epoca. -
Ajanta e oltre. La pittura murale in India e Asia centrale.
In questo volume confluiscono la maggior parte degli interventi presentati al Convegno ""Ajanta e oltre: la pittura murale in India e in Asia Centrale"""", tenutosi presso il Museo nazionale d'arte orientale """"Giuseppe Tucci"""" il 25 e il 26 settembre 2009. La prima parte del volume è dedicata alla pittura murale del subcontinente indiano dal V secolo fin quasi ai nostri giorni, con un saggio sull'ideale estetico della figura umana nelle arti dell'India, seguito da articoli che espongono i risultati delle indagini compiute nella grotta 17 di Ajanta, da studi condotti sulle pitture parietali dei templi-grotta di Ellora, del tempio Rajarajesvaram di Tañjavur, del Palazzo Reale e delle magioni di Udaipur, del Palazzo Reale di Jhalavar, delle case di villaggio della regione di Mithila. La seconda parte del volume comprende interventi dedicati alla pittura parietale dell'Asia centrale e del Tibet tra il III-IV e l'XI-XII secolo: sono qui approfonditi alcuni temi figurativi caratteristici delle pitture murali di Tepe Shotor, in Afghanistan, di Kara Tepe e Fayaz Tepe, in Uzbekistan, di Pendzikent, in Tajikistan, del sito di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, nel Gansu, di Samye, nel Tibet orientale, e Lhalung, nel Tibet occidentale, oggi nello stato indiano dello Himachal Pradesh."" -
Salve a tutti. Corso di lingua cinese. Vol. 1
La lingua cinese è la più parlata al mondo ma ancora si stenta a percepirla come una delle lingue alla portata di tutti. Questo manuale parte dall'assunto che il cinese non vada studiato come una lingua 'di difficile accesso' e chi lo utilizza è chiamato a praticare una forte interattività. Ogni elemento lessicale e grammaticale è presentato nelle sue linee essenziali, con esercizi pratici da completare per tenere sotto controllo il percorso linguistico e integrarlo con i propri ambiti di maggior interesse (lavoro, studio, viaggi, amicizie). In questo primo volume sono forniti gli elementi grammaticali indispensabili per la costruzione di frasi semplici d'uso quotidiano, utili per una prima comunicazione e un piccolo ma significativo patrimonio lessicale. In due elenchi distinti sono presentate le 150 parole la cui conoscenza è richiesta negli esami di primo livello della certificazione internazionale HSK tenuti dagli Istituti Confucio, e le 300 parole del secondo livello della certificazione HSK. -
La biblioteca dei vecchi ragazzi. Impressioni di un giovane lettore
Le impressioni di un giovane lettore ripensate sessant'anni dopo in una narrazione piana e coinvolgente. Verne, Defoe, Stevenson, London, Salgari, Conrad, Hemingway, Duma, Conan Doyle, Scott, Poe, Mark Twain, Melville, Vamba, Hoffmann... e poi i giornalini, i fumetti, il cinema. -
Poeti all'opera. Sul libretto come genere letterario
Un gruppo di professori di letteratura, i loro allievi, alcuni musicologi illustri si confrontano in queste pagine su un tema oggetto di dibattito da più di tre secoli. Qual è il rapporto tra testo e musica? Qual è, se esiste, lo ""statuto"""" letterario del libretto d'opera? Senza pretendere di dare risposte definitive, l'occasione di un corso di lezioni dottorali sul libretto, culminato in un seminario di tre giorni tenutosi a Siena nel maggio 2012, ha prodotto questa serie di interventi. L'intenzione è quella di contribuire a illuminare lo stato attuale delle relazioni tra i due ambiti e di provare a misurare il grado di sensibilità per questi temi da parte della generazione di studiosi di letteratura che va oggi inoltrandosi sul sentiero in Italia sempre più impervio, ma non per questo certo meno affascinante della ricerca."" -
Rimozione e memoria ritrovata. La letteratura tedesca del Novecento tra esilio e migrazioni
L´eredità dolorosa e traumatica dell'esilio è al centro di dinamiche memoriali complesse in cui il ricordare è spesso segnato dalla volontà dell'oblio. I saggi contenuti in questo volume si muovono sul filo di quest'alternanza: nella prima sezione sono dedicati a scrittori che hanno vissuto in prima persona l'esilio sotto il nazionalsocialismo (come Thomas Mann, Anna Seghers e Hans Sahl) e ne hanno scritto nell'immediato. Una seconda sezione è riservata alla 'memoria ritrovata', ossia a quegli scrittori, come Martin Walser, Günter Grass e Uwe Timm, che solo dopo molti decenni hanno sentito il bisogno di indagare la scena pubblica e privata del dodicennio nero, cercando di sanarne le ferite per il tramite della scrittura. Un'ultima sezione è dedicata alla letteratura transculturale, cioè a quegli autori provenienti da paesi come Bosnia, Iran e Turchia, che non hanno più voluto o potuto vivere nella patria originaria e sono emigrati in Germania. Qui Sudabeh Mohafez, Emine Sevgi Özdamar, Marica Bodrozic', Fatih Akin e altri artisti hanno dato al mondo letterario e cinematografico tedesco contributi che si muovono tra due culture, quella originaria e quella attuale, facendo della Germania un paese-cerniera tra mondo orientale e mondo occidentale. -
Paolo Veronese. Tra riforma e controriforma
Nel ripercorrere la vicenda umana e artistica del Veronese, il libro ricostruisce il suo percorso culturale concentrandosi sulla complessità delle controversie religiose che videro l'artista interessato, almeno in una fase, a posizioni eterodosse. Si parte quindi dall'interesse verso i primi temi sacri, come ""La resurrezione della figlia di Giairo"""" per la cappella Avanzi in San Bernardino a Verona e il bel """"Compianto sul Cristo morto"""" del Museo di Castelvecchio, sempre a Verona, per giungere a quella sorta di testamento spirituale che è la Pala di San Pantalon. Di tutte le opere prese in esame, Biferali approfondisce la personalità dei committenti per evidenziarne l'eventuale adesione a movimenti eterodossi e si sofferma sulla cerchia di personaggi facente capo alla chiesa di San Francesco della Vigna appartenente ai francescani osservanti. Nei diversi livelli di lettura proposti da Biferali, saldamente ancorati alla vasta bibliografia veronesiana, il libro offre gli strumenti analitici per ripercorrere in chiave storica e storico-religiosa l'avventura artistica di Paolo Caliari e arricchisce di un nuovo tassello la letteratura critica sull'argomento.""