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La locanda della rosa gialla
Luna è una donna positiva e solare; insieme al marito gestisce da anni la locanda della Rosa Gialla. La sua infanzia passata in orfanotrofio le ha trasmesso una rara e profonda spiritualità, ma le ha anche permesso di creare legami fondamentali. Nel suo passato però c'è l'ombra di una tragedia straziante; per superarla, dovrà riflettere sulla propria vita e conoscere le storie di chi le sta accanto. Spinte dall'affascinante motore dei ricordi, le vite dei personaggi prenderanno forma fino a far emergere verità inaspettate, provenienti da un luogo remoto e da un tempo lontano. -
La ragazza che voleva viaggiare
Spesso non è semplice essere una ragazza e avere desiderio di viaggiare, e meno che mai lo era nell'Alto Medioevo. Nel Piemonte del Decimo secolo Alda è una ragazzina di buona famiglia con un percorso già tracciato davanti a sé, destinata a un matrimonio deciso fin dalla sua nascita. Ma il destino, con eventi imprevedibili, la porterà ben lontano da casa sua, prima nel paese dei Franchi, poi nella terra dei Vichinghi. Attraverso avventure ed esperienze anche molto dolorose la ragazzina diventerà una donna, e con lei anche un altro personaggio conquisterà una nuova maturità... -
Miss Meredith
Amy Levy (1861-1889), poetessa, saggista e narratrice femminista dell'età vittoriana, apparteneva a una famiglia della borghesia ebraica di Londra. Lasciata l'università, viaggiò a lungo in Europa, in Germania, Svizzera e Italia. Nella sua breve esistenza scrisse tre libri di poesie (Xantippe and Other Verse, A Minor Poet, A London Plane-Tree), saggi e novelle, tra le quali Cohen di Trinity e Wise in her Generation, e tre romanzi, The Romance of a Shop; Reuben Sachs: A Sketch e Miss Meredith. Morì suicida, all'età di ventisette anni, nella casa londinese dei suoi genitori. Con ""Miss Meredith"""", pubblicato appena un anno dopo """"Il carteggio Aspern"""" di Henry James, Amy Levy affronta in modo assai personale e con uno scioglimento inaspettatamente felice il 'tema internazionale' così caro al grande scrittore americano. """"Miss Meredith"""" è tradotto in italiano da Elisabetta Parri."" -
Gli ebrei di Colonia
"Die Juden zu Köln"""", opera giovanile di Wilhelm Jensen, fu pubblicata nel 1869, a tre anni dalla battaglia di Königgrätz, più nota in Italia come Sadowa, e dall'esclusione definitiva dell'Austria dalla Mitteleuropa germanica egemonizzata dalla Prussia. Theodor Herzl, il fondatore del Sionismo, apprezzò il libro e definì Jensen """"il poeta della mia giovinezza"""". È una appassionata denuncia e un grido di allarme contro il risorgere dell'antisemitismo in terra tedesca, qui nelle fattezze dell'antigiudaismo cattolico. Siamo alla metà del XIV secolo. Il giovane ebreo Hellem torna, dopo sette anni di lontananza e nel momento peggiore, nella sua Colonia. Favorita dalle pessime condizioni igieniche, la peste infuria mietendo centinaia di vittime. Il male si manifesta in forme meno virulente nel Ghetto, che può contare su una sapienza medica e su una migliore pulizia. La repentina diffusione del contagio fa tuttavia nascere un diffuso sentimento di imminente Fine dei Tempi, per placare il quale serve un colpevole che viene identificato nell'ebreo, """"uccisore di Nostro Signore Gesù Cristo"""" e """"avvelenatore dei pozzi"""". Di qui l'assalto al Ghetto e la distruzione pressoché totale di quella che era allora la maggiore comunità israelitica della Germania. Tra la Ghettoliteratur e il romanzo storico, ne """"Gli ebrei di Colonia"""" gli eventi sono rivissuti anche con una coloritura fantastica e chiaroscurale, nella dimensione dei sentimenti. L'amore e la solidarietà, l'odio e la violenza determinano il comportamento dei diversi personaggi, che talvolta riescono a valicare gli steccati che la Storia ha innalzato tra di loro, nel riconoscimento di un destino comune, illuminato dalla Luce della Ragione." -
L' incontro. Quando Tolstoj salvò Lombroso da sicuro annegamento
Settemila chirurghi, patologi, biologi, anatomisti, istologi, antropologi, psicologi, psichiatri, criminologi, studiosi di varie altre discipline parteciparono nell'agosto del 1897 a un fastoso Congresso medico internazionale che si svolse a Mosca. Tra questi vi era anche Cesare Lombroso, presidente della sezione dedicata alle malattie mentali. Lo scienziato italiano approfittò di quel soggiorno per far visita, il 23 agosto, a Lev Tolstoj, recandosi nella sua tenuta di Jàsnaja Poljàna. Da anni Lombroso desiderava quell'incontro, voleva confrontarsi con lo scrittore russo, prova vivente, secondo lui, della ""psicosi epilettoide del genio"""". Fu un faccia a faccia deludente: Tolstoj sul suo diario descrisse Lombroso come un """"vecchietto ingenuo e limitato"""", Lombroso sottolineò di """"aver sciupato il fiato a vuoto"""". Ma che si dissero i due, così radicalmente diversi? Questo dialogo teatrale, per gioco, prova a immaginarlo. Introduzione di Silvano Montaldo."" -
Mio demone forsennato!. Testo russo a fronte
"Fiore dell'ispirazione! Rose di Pieria! Saffo, sorella mia! Accomuna gli spiriti Attraverso i secoli - la stessa fede. Anche se abbiamo raccolto le nostre ceste In giornate diverse, - sono le stesse, Le rose di Pieria che ci hanno lusingato! Amore mio! Mio demone forsennato! Sei così ossuta, che, forse, Mangiandoti a pranzo, Un cannibale si spezzerebbe i denti Ma io non sono di quella specie rozza (Inoltre sono un po' sdentata), E perciò, senza strappare, Ti mangerò con le labbra!""""" -
Id e l'uomo dei ricordi
Nel Mondo Nuovo, per garantire pace e progresso, sono stati cancellati i ricordi, negate le emozioni, scoraggiati i legami tra la gente. Leone raccoglie e racconta storie, diventa custode della memoria, testimone delle emozioni, intreccia relazioni tra le persone. Iddimer Bat Benasi Yussu lo incontra nel viaggio che intraprende verso le Terre Dimenticate. Id è giovane, inesperto e straniero. Apprenderà dal compagno e maestro come sciogliere la diffidenza, come tradurre in parole le emozioni che non si possono dire. Nel loro viaggio incontreranno diverse persone, stabiliranno dei legami, ritroveranno se stessi, le proprie paure e contraddizioni, e ad ogni incontro riconosceranno un comune, umano, sentire. -
Vis viva. Gli argomenti super trascendenti e le loro conseguenze critiche
Nel XVII secolo, il dibattito sulla meccanica galileiana ha enucleato numerosi elementi non incontrovertibili. Ciononostante, i protagonisti della vicenda hanno preteso di aver dimostrato la soluzione di problemi che invece sono stati risolti solo in parte. Peraltro, anche quando gli scienziati e i filosofi sono riusciti ad ottenere risultati determinati, quanto attualmente sembra ridotto ad una espressione algebrica sintetica ha richiesto lunghe polemiche annose. In questo sistema di argomenti spesso contraddittori e nemmeno convincenti è stato messo in discussione e riformato anche il criterio di riconoscimento della scientificità della legge. Il canone dimostrativo formale della geometria greca è stato surrogato dal modello speculativo trascendentale ed è iniziato l'interminabile dibattito filosofico intorno alla natura delle scienze. -
Il fiume dell'eros. Canti della seduzione
Eros che ci conquista, che ci accarezza, che ci succhia e ci bagna come un fiume che scorre in noi lambendoci la pelle e cospargendola di brivido blu. Eros che acceca lo sguardo mentre crescono desideri, voglie, sogni ardenti, abbandoni divini e orgasmi infiniti. -
Suffleus. L'invenzione montata a neve
Non è un saggio, non è un poema. Non è autobiografia né fantasticheria. Non è un tentativo di filosofia né di gastronomia e tantomeno di morfologia o estetica del paesaggio. Non è nemmeno una raccolta di fotografie o di aforismi, di fotomontaggi, di giochi di parole o di gattologia comparata. Allora cos'è? È un nodo ibrido, generato da un sottile filo conduttore: il sapore della creatività. Un'euristica onirica e ironica, grottesca e polipesca, dunque, con la vita di montagna sullo sfondo. In altri termini, un libro che non smette mai di cessare di essere un libro e che, proprio per questo, giunge tranquillamente alla parola: Fine. -
Viviana del lago
Viviana è una pittrice brillante e affermata, ma ignorata dalla critica; Alessandro, laureando all'Accademia delle Belle Arti, decide di scrivere la tesi su di lei e trasferirsi nel suo paese, bagnato dalle acque di un lago. Donna acuta e problematica, Viviana si dimostra una buffa diva mancata dal carattere forte e imprevedibile, al contrario di sua sorella Chiara, che diventa un supporto indispensabile per il ragazzo. Così Alessandro si trova incastrato tra le due donne, con una tesi che va a rilento e le difficoltà da aspirante critico dell'arte. Giorno dopo giorno, la tensione si accumula ma Alessandro non ha intenzione di arrendersi, soprattutto quando Viviana decide di preparare nuove opere da esporre a una mostra che sarà teatro dell'ennesimo colpo di scena. Come reagirà Alessandro di fronte a una disarmante rivelazione? -
Scìo no pàpa
Marco e Luca: due fratelli molto diversi, ma legati da un comune passato sportivo e da un legame affettivo profondissimo. Due punti di vista sullo stesso evento, quello che ha stravolto irrimediabilmente la vita di Marco e di cui si fatica a mettere insieme i pezzi. Una storia di passione per lo sport, di sacrifici fisici finalizzati alla realizzazione di un sogno, di legami affettivi in precario equilibrio e di sentimenti mai compresi fino in fondo. Un giallo sportivo con l'intento di condurre il lettore a una profonda riflessione su quanto una scelta individuale possa influenzare il destino collettivo. Un romanzo che racconta di come un sogno cullato fin da bambino possa diventare un'ossessione e trasformarsi in un incubo. -
Roma moderna
"Il fascino di Roma non è soltanto nelle sue rovine: è nei tesori dell'arte che i secoli hanno accumulato; è nella severa, nobile, armoniosa bellezza del suo aspetto pittoresco e del suo paesaggio; è infine nello spirito di religiosità che esalta i cattolici di tutto il mondo quando possono varcare le porte della Città Santa. Ma il visitatore non può non essere un poco disgustato dalle cose nuove che si sovrappongono alle vecchie. Colui che vien da lontano a vedere questa città dei suoi sogni, il cui nome per tanti anni ha nutrito ed esaltato la sua cultura o i suoi ideali d'arte o la sua religione, vede necessariamente con dolore tutte queste «modernità» che turbano la sua ammirazione e attentano al suo entusiasmo. Che importa a lui che ci sia il Parlamento del regno d'Italia, quando ci son le rovine della Curia Giulia? E che si apra la Via Nazionale o il Tritone, quando c'è la Via Appia? In queste considerazioni è tutta la polemica, italiana e straniera, sulla nuova edilizia romana. La capitale d'uno Stato di trentacinque milioni d'abitanti non può restar un museo o un luogo di scavo: i seicentomila cittadini che vivono entro la città di Roma hanno pur diritto di avere le comodità che la vita moderna offre ai cittadini di tutto il mondo; e non hanno né possono avere soltanto l'ufficio di custodi di rovine e di opere d'arte. Roma, capitale d'Italia, ha saputo nobilmente temperare i doveri che le venivano dalla sua storia e dal suo nome, con quelli, non meno alti e certi e precisi, che le imponevano il suo ufficio e la sua dignità di Sede del Governo italiano. E come Roma l'abbia fatto noi verremo esponendo in questo libro, in cui, non senza ricordi di cose antiche o mal note o generalmente dimenticate, si fa menzione appunto di quello che di più degno e importante Roma ha fatto dal 1870 fino ad oggi (1911), per la sua edilizia, per la sua monumentalità, per lo sviluppo della sua multiforme vita di capitale d'Italia."""" (A. C.)" -
L'uomo che si perse
In questo breve e rocambolesco romanzo è racchiusa l'essenza di un'epoca. Di fatto, il testo di Trabal riesce nell'impresa di combinare in un vortice dai risvolti avanguardisti la malinconica risata di Charlie Chaplin e l'ironica tragicità di Franz Kafka. Lluís Frederic Picàbia, un giovane e ricco imprenditore abbandonato all'improvviso dall'amata, non sa come affrontare l'abisso di solitudine e inedia a cui sembra essere destinata la sua esistenza. Solo la perdita fortuita di un portasigarette d'oro gli offre una soluzione inattesa. A partire da quel momento dedicherà tutte le sue energie all'intrigante passatempo di smarrire e ritrovare oggetti: ombrelli, orologi, spazzole, macchine fotografiche, bastoni, monocoli, impermeabili, pipe... Il fascino di un'attività così insolita, però, consiste nell'alzare continuamente la posta in gioco e arriverà a perdere una dattilografa, un edificio sulla 5th Avenue, milleottocento Ford, varie gabbie con leoni, bare con i rispettivi cadaveri, il palazzo della Presidenza svedese, cinquemila bambini cinesi, ecc. in una fuga dalla realtà e da se stesso che condurrà il protagonista all'amore e alla follia, ridotto a un burattino vittima dei propri demoni personali e dell'umorismo disperato di un autore che sorride mentre affonda la penna nell'insoddisfazione perenne dell'essere umano. -
Carolina. Dentro c'è la strada per l'amore
Questa è la storia di Carolina, una donna che ha cavalcato due secoli di storia, affrontando con orgoglio e fierezza gli eventi che hanno stravolto completamente il corso della sua esistenza. Ma è anche la storia di tante persone che, private delle proprie radici e della propria identità nelle terre martoriate di confine durante gli ultimi scampoli dell'impero austro-ungarico, hanno saputo riscattarsi e ritrovare se stessi. -
Poesie dal bar
"Sul passato, sulle donne che non ho mai avuto, sulla mancanza dell'amore, su ciò che rappresenta l'amore nella vita. Un libro su ciò che ci fa rimanere vivi: la ricerca di un infinito amore."""" (L'autore)" -
La sposa occidentale
Con la fuga a Raqqa inizia un'avventura che segnerà così profondamente i personaggi di questa storia da trasformarli per sempre. Lo scontro tra Occidente e islamismo si esprime in queste pagine attraverso la voce confusa e viscerale dell'italiana Lara e quella appassionata di Nadir, giovane foreign fighter. Ne scaturisce un libro capace di raccontare l'orrore della guerra, del fondamentalismo e della sottomissione e allo stesso tempo di sorprenderci con una storia d'amore, d'amicizia e di legami recisi. ""La sposa occidentale"""" è anche un romanzo sul passaggio brusco e forzato dall'adolescenza all'età adulta, dal sogno al risveglio, dall'illusione al disinganno."" -
La ruota del pavone
La scomparsa del signor Paradiso è stata appena denunciata dalla scaltra consorte, Maddalena. Ma si tratta davvero di semplice paura e gelosia? “You never can tell.” Santulli dovrà ricordarsi di non sottovalutare mai nessuna situazione. Intanto, un altro caso di omicidio si intreccia a questo: un'infermiera è stata uccisa e su di lei incombe l'ombra di un serial killer. Mille personaggi e mille voci si uniscono in un coro di fili da districare. Riuscirà il commissario a scoprire la verità? -
Rosso fumo
Sogno o veglia? Esistenza o illusione? ""Rosso fumo"""" è una raccolta di poesie che affonda le sue pagine in un vortice solipsista dalla forte sfumatura psichedelica. Composta da versi liberi alternati a brevi frammenti di prosa, la seconda opera poetica di Simone Plozzer si presenta al lettore in una cornice ben definita, data da un poeta che intrattiene un duetto con il tanto declamato principe dei demoni: Beelzebub. Stratagemma dell'autore, questo, per alternare un linguaggio aulico - o quasi - a un registro di ben più bassa leva, che a tratti sfocia in espressioni di natura prettamente gergale. Dal sentimentalismo autobiografico, alla critica socio-politica, alla morte, i temi trattati sono diversi, raggiungendo il loro apice in vere e proprie fotografie della vita quotidiana, ambientate nella Milano industriale, ma anche in paesaggi più bucolici, descritti con immagini effimere e fuggevoli. Le pagine di testo vengono spezzate poi a cadenza regolare dalle illustrazioni dell'autore, anch'esse caratterizzate da un'anima noir e un che di allucinogeno, che di certo rimane e si conferma la firma d'arte che Simone Plozzer ha voluto dare alle sue pagine."" -
I thriller sconosciuti: V. V. Trappole e tradimenti-Dietro la maschera o il potere di una donna-Un moderno Mefistofele
Louisa May Alcott dedicò (per gli amanti delle sorelle March, forse, “sacrificò”) buona parte del suo talento letterario a inventare trame violente e morbose. Lo fece per necessità economica (erano ben pagate dalle riviste), per indole femminista (le protagoniste dei suoi racconti sono donne che gli uomini li usano, in barba al maschilismo vittoriano) e per divertimento (era appassionata lettrice di storie gotiche e anche la cronaca nera del tempo la incuriosiva). Alla giovane scrittrice di Concord – piccola cittadina del Massachusetts assordata dagli echi puritani della troppo vicina madrepatria inglese – non mancavano i motivi per cercare rivincite. Il ferreo moralismo e il maschilismo che si annidavano dietro una facciata di buone intenzioni progressiste avevano smorzato sul nascere la rincorsa al successo letterario di Louisa, che si definiva “una triste vittima delle rispettabili tradizioni di Concord”. Stanca di “sfornare letteratura amena come pappa morale per i giovani”, prese a scrivere per suo diletto opere minori imbastendo trame da far invidia a Stephen King. Droghe, ipnotismo, frodi, patti col diavolo, persino un genio del male che manipola vite umane come se fossero pedine su una scacchiera. Alcuni romanzi furono pubblicati sotto pseudonimo, alcuni erano troppo audaci perfino per il più coraggioso dei tabloid dell’epoca, il Frank L Leslie’s Illustrated Weekly, e non sono mai stati stampati. Scrisse racconti gotici e thriller psicologici fitti di immagini di vendetta e violenza e spesso disseminati di elementi soprannaturali in clandestinità, usando un altro nome, fino al 1868. Ma, raggiunto il successo con storie permeate di buoni sentimenti, tutto questo finì. A. M. Barnard non sarebbe stata d’accordo. Se invece di un incorporeo pseudonimo fosse stata una scrittrice in carne e ossa non avrebbe accettato di essere messa da parte per lasciare spazio a un’interminabile saga popolata da ragazzine e ragazzini perbene. Non per niente la scrittrice, nel 1862, annotava nel suo diario: “Anche quando appaiono sciocchi, i miei racconti non sono male!”.