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Mammiferi terrestri d'Italia
Con circa 5500 specie a livello mondiale, i mammiferi sono presenti in tutti i continenti e in tutti gli ambienti, acquatici e terrestri. Tra i mammiferi ci sono specie erbivore, frugivore, carnivore, onnivore, specie in grado di correre in ambienti aperti, inerpicarsi tra i dirupi, scavare sotto terra, nuotare e persino volare. Ci sono mammiferi che ci inteneriscono, altri che incutono terrore o ripulsa e molti altri di cui quasi non ci accorgiamo. Ci sono specie allevate in milioni di esemplari per la nostra alimentazione, o per il nostro benessere materiale, e altre che sono allevate per diletto e, in alcuni casi, sono considerate tra i migliori amici dell'uomo, coccolate o quasi idolatrate, come ai tempi dell'antico Egitto. Nei primi capitoli del volume Mammiferi Terrestri d'Italia sono descritte ben 111 specie e trattate 12 specie occasionali, segnalate poche volte, o aliene e non ancora acclimatate. Seguono poi elementi di tricologia e l'atlante dei peli. Gli ordini trattati sono introdotti da brevi note di sistematica, anatomia o distribuzione. Le numerose illustrazioni riguardano sia i caratteri esterni, sia quelli craniali, trattati in una specifica, successiva sezione. -
Paolo Villaggio. Kafka? Qui siamo all'apice della piramide nevrotica
I consigli di lettura del ragionier Ugo Fantozzi. L'intervista del 12 ottobre 1975, realizzata da Arturo Chiodi per la Radiotelevisione svizzera e finora inedita in volume, è straordinaria per diversi aspetti. Intanto, accade nell'anno in cui esce al cinema il primo ""Fantozzi"""", per la regia di Luciano Salce, che con sorpresa diventa un fenomeno 'da botteghino'. Da qui, ribadita la fratellanza con il tragico ragioniere (""""Io sono al 90% Fantozzi e per la restante parte un altro personaggio, Fracchia, anche lui nevrotico""""), Villaggio, uomo dalla cultura multipla, improvvisa una lezione sull'arte dell'umorismo di aurea leggerezza, che tiene insieme Plauto, Mark Twain, Ennio Flaiano, Totò, De Filippo e Alberto Sordi, redigendo una specie di genealogia che sfocia nel """"mondo di Fantozzi, cioè l'austerity improvvisa, l'inquietudine e, soprattutto, l'insicurezza per il futuro""""."" -
Il grande incontro. Ediz. speciale
L’incontro segreto - e diabolico - tra Pio XII e Stalin. -
L'economia del carnefice. Ediz. speciale
Piero Manzoni, artista noto per l’eccezionale creatività leonardesca che lo porta ad esprimersi con opere catalogabili come idee e non come oggetti, e con gesti spiazzanti che vanno oltre la pittura e la scultura, sin dai tempi del liceo dimostrò di possedere una dimensione intellettuale ancora oggi da scoprire e venuta alla luce anche grazie a un testo politico-filosofico (mai pubblicato prima in volume) dal titolo “L’economia del carnefice”, scritto quando a Milano frequentava il liceo presso l’Istituto Leone XIII, la scuola della Compagnia di Gesù. Oltre ai divertimenti tipici del giovane scapigliato, il liceale Manzoni si impegna nel volontariato e si entusiasma per la politica, intesa però come momento di riflessione culturale e filosofica. Redattore del bollettino del Leone XIII, “Giovinezza nostra”, Manzoni aderisce ai G.P.S. (Gruppi di Preparazione Sociale), strutture degli istituti di istruzione cattolica che avevano dato vita ad una sorta di movimento studentesco impegnato nel sociale. Collabora alla rivista gipiessina “Gioventù Sociale”, dove pubblica “L’economia del carnefice”: un’analisi ponderata sull’essenza totalitaristica del Socialismo e sugli errori dell’economia pianificata. Le parole di Manzoni scatenano una polemica tra i gipiessini alla quale lo stesso replica con intelligenza ricordando che le vittime dei roghi medievali, dei campi di concentramento, dei lavori forzati e delle ingiustizie sociali, sono «conseguenza delle leggi degli uomini e non delle leggi dell’economia». L’impegno politico sui generis di Piero ha la durata di un lampo, e in seguito, senza mai identificarsi in uno schieramento, da artista evoca la liberazione dell’Arte in nome di una rinnovata “etica di vita collettiva”. -
Aut libri aut liberi. Otto racconti al tempo della peste
Un libro da leggere indossando la mascherina - o da usare come mascherina. Otto racconti come antidoto al tempo presente, inseguendo il prodigio. Gli autori dei racconti raccolti in questo libro ""con la mascherina addosso"""" sono: Davide Brullo, Clery Celeste, Michele Ciacciofera, Giuseppe Conte, Angelo Crespi, Gabriele Lavia,Nicolò Locatelli, Linda Terziroli."" -
L' eco del silenzio
Marcel è un violinista di strada. Ogni sera, dopo essersi esibito per gli indifferenti ricchi di Manhattan, torna nel suo infimo alloggio, trascinando la sua vita nel vuoto un giorno dopo l'altro. Fino a quando nella sua esistenza non irrompe la bella Helène, ragazza dal passato misterioso ansiosa di conoscere le vicende che lo hanno reso ciò che è. Marcel ripercorre così le tappe della propria vita: da cronista di guerra in crisi a viandante senza meta, da umile uomo di fatica a insegnante, incontrando sulla sua strada i personaggi più svariati, ognuno col proprio carico di perdite, illusioni, sofferenze, sogni infranti, certezze o domande sulla vita (e sulla morte). Un affresco di un'umanità allo sbando, dove i falliti e gli sconfitti balzano prepotentemente in primo piano, tutti alla continua ricerca di qualcosa che dia un significato a una vita altrimenti incomprensibile e priva di scopo. -
Strada in salita
Il passo esitante di un adolescente, Massimo, percorre, a fatica, una vita tormentata verso la maturità. Tanti gli ostacoli che gli impediscono di andare avanti sicuro, nonostante abbia una famiglia affettuosa al fianco. La realtà del bullismo, a tutte le età, lo perseguita a lungo, in questo cammino. Ignoranza, debolezza, malcostume, grettezza, cosa sarà mai che rende l'uomo così crudele con i suoi simili? Come ci si può opporre, da soli, a tutto ciò? Tanti gli interrogativi e poche le risposte. E quanta forza, coraggio e fede si chiedono a chi è bersaglio di tanta crudeltà, per andare avanti e vivere. -
Cristo non tornerà. Per questo il tempo si è fatto breve
Il libro di Nicola Giampaolo, prendendo le mosse dagli ultimi istanti della vita terrena di Gesù Cristo, raccontati dall'evangelista Matteo, offre una serie di spunti e riflessioni, a cuore aperto e senza ""mezze misure"""" se non quella """"infinita"""" dell'Amore di Dio, che toccano le """"grandi questioni"""" della Chiesa dei nostri tempi: la Dottrina della Fede, la figura di Maria, il sacrificio umano di Cristo, l'Anticristo, la tutela della vita nascente; e che culminano in una certezza inequivocabile, ossia quella che """"Cristo non può e non potrà tornare"""" non solo perché lo ha già fatto, ma proprio perché, avendolo già fatto, ci ha lasciato, a partire dal suo esempio, tutti i mezzi e gli strumenti per fare in modo che sia l'Uomo a tornare, o meglio, ritornare da Lui, e non viceversa: il Vangelo, la Croce, la Chiesa, la figura di Maria e dei Santi. Prefazione del Cardinale José Saraiva Martins."" -
Donne della Rive Gauche. Parigi 1900-1940
"Donne della Rive Gauche"""" è la traduzione italiana del testo della studiosa americana Shari Benstock """"Women of the left bank"""" del 1986. È un testo nel quale sono raccontate, nei dettagli, le vite delle donne che popolarono la Parigi della prima metà del '900, dando vita a un fermento culturale senza eguali. Con questo libro scopriamo che quella che è stata definita l'""""era di Pound"""", o la """"generazione di Auden"""", è stata in verità l'era e la generazione anche e soprattutto di donne americane, francesi, inglesi che tra il 1900 e il 1940 abitarono sulla riva sinistra della Senna a Parigi. Così le battezza Shari Benstock: """"le donne della Riva Sinistra"""". E le nomina una per una: si chiamano Gertrude Stein, Djuna Barnes, Natalie Barney, Sylvia Beach, Colette, Nancy Cunard, H.D., Alice B. Toklas, Mina Loy, Anaïs Nin, Adrienne Monnier, e Jean Rhys e Crosby e Flanner e Solano e Vivien e Boyle e Anderson e Wharton e Bryher e Heap e Jolas." -
Sai che tornerò. Tre grandi scrittrici ad Auschwitz: Irène Némirovsky, Gertrud Kolmar, Etty Hillesum
Se nel suo fondamentale libro ""Por las fronteras de Europa"""" (Galaxia Gutenberg, 2015), un """"atlante spirituale"""" nelle parole di Claudio Magris, Mercedes Monmany ha fatto una rassegna esaustiva della letteratura europea del XX e XXI secolo, in """"Sai che tornerò"""" si concentra sulla letteratura, sia narrativa che memorialistica, della Shoah. Per farlo, sceglie tre grandi autrici morte ad Auschwitz: Irène Némirovsky, Gertrud Kolmar e Etty Hillesum.Attraverso i destini delle tre scrittrici, diversi in origine ma, alla fine, legati dalla barbarie, Monmany ricostruisce la scomparsa di gran parte dell'intellighenzia europea e della tradizione della civiltà ebraica che tanto ha plasmato l'identità del continente da Spinoza fino all'irrompere del totalitarismo. Ma, allo stesso tempo, descrive la loro invincibile volontà di vivere, la loro preoccupazione per gli altri, il loro ottimismo che si riflette nel titolo del volume, """"Sai che tornerò"""", come hanno scritto più volte nelle lettere ad amici e familiari. Le tre autrici si erano date una missione: preservare l'umanità nella sua interezza."" -
L' anno dell'ambiguo materno: note, appunti, illuminazioni da un seminario al Centro Culturale Virginia Woolf 1982
"L'anno dell'ambiguo materno"""" è l'insieme di pensieri e riflessioni fatte da Alessandra Bocchetti durante il seminario che tenne nell'anno '82-'83 al Centro Culturale Virginia Woolf di Roma. Il """"Virginia Woolf"""", fondato nel 1978 e attivo fino al 1996, fu uno dei luoghi più autorevoli del femminismo italiano. """"Riattraversare la cultura, produrre politica e libertà femminile"""", questo è quello che le donne facevano in quel luogo, cioè, a partire dalla loro esperienza, rileggere, salvare o rigettare quello che erano i pensieri, le filosofie, le interpretazioni, le scienze. Era lo spazio per eccellenza del pensiero critico femminile. A frequentarlo erano donne diversissime tra loro, questo è stato il miracolo. Iscritte allo stesso seminario potevano trovarsi, gomito a gomito, donne con tre lauree con donne che avevano solo la quinta elementare, un insieme magico che ha sempre portato dei grandi risultati. In comune: la passione del pensiero, la voglia di rispondere alla domanda """"Che cosa è una donna"""" solo con la propria testa, fare pulizia dei pregiudizi, sentirsi pensare insieme ed essere audaci. A partire dall'anno '82/'83 venne introdotto il tema unico, una ipotesi di ricerca comune per i vari seminari. Il primo fu appunto """"L'ambiguo materno"""". """"Il tema dell'ambiguità del 'materno', inteso come amore, come passione e insieme come un modo di stare al mondo, la nostra adorata Virginia Woolf l'aveva messo a tema a suo tempo, invitandoci noi tutte figlie, prima che madri, alla complicità criminale; perché con gesto niente affatto irresponsabile, noi figlie uccidessimo la madre -quella madre 'angelo del focolare' che contribuiva giorno dopo giorno a creare il padre e il figlio e il fratello. Perché questo aveva capito Virginia; e cioè, quello che sempre diceva mia madre, rievocando un luogo comune, che senz'altro a lei aveva tramandato sua madre: """"ci vuole una donna per fare un uomo."""" Cioè a dire, le nostre madri erano state complici nel coltivare una certa idea di 'uomo'. E una certa idea di mondo. Ma si poteva, acquistando coscienza della nostra potenza, 'cambiare': cambiare il mondo, cambiare gli uomini - figli, padri, compagni. Smettere di sentirsi vittime, smettere di obbedire - noi lo stavamo facendo."""" (dalla prefazione di Nadia Fusini)." -
Crespi. Origini, fortuna e tramonto di una dinastia lombarda. Ediz. illustrata
Viene qui ripubblicato un testo del 1985 che può essere considerato un piccolo ""classico"""" sulla storia della famiglia imprenditoriale che ha dato origine a Crespi d'Adda. Condotto per la prima volta su un'ampia e inedita documentazione d'archivio, il libro ripercorre anno dopo anno la faticosa ascesa dei Crespi dall'anonimato delle fabbrichette della Busto Arsizio ottocentesca, al successo imprenditoriale di Cristoforo, ai trionfi di Silvio (che fu anche ministro durante la I guerra mondiale), sino al tracollo negli anni '30 del Novecento che coinvolge l'ultima generazione dei Crespi. Scavando nel """"privato"""" della famiglia e introducendo il lettore nelle sale sontuose dei palazzi dei Crespi, l'A. ricrea la vita quotidiana e la mentalità di certa alta borghesia lombarda tra '800 e '900, incline ad assumere modi aristocratici che possono entrare in in conflitto con le responsabilità imprenditoriali proprie della borghesia industriale. Un'autentica """"saga"""" familiare italiana, e nel contempo un'opera importante per la conoscenza dei meccanismi di crescita, di sviluppo e di crisi delle imprese industriali e delle famiglie che le guidano."" -
Eugenio Cozzi il prete per caso
Sullo sfondo della Milano del secondo '800 e del primo '900, dall'Unità d'Italia ai Moti di Milano, passando per la Rerum Novarum, si snoda con ritmo incalzante la vita tormentata di don Eugenio Cozzi perennemente assalito da dubbi e incertezze. Una storia appassionante in cui don Eugenio, che associa in sé lo spirito tenace di fra Cristoforo con il carattere debole di don Abbondio, si lascia turbare e condizionare da eventi importanti come, tra gli altri, gli incontri con Ada prima e con Cecilia poi. La sua l'esistenza passa attraverso i cambiamenti di una città in cui la questione sociale si mescola prepotentemente con la spinta verso il progresso. C'è un momento in cui propende verso le operaie che scioperano per rivendicare condizioni di lavoro più umane, o un altro in cui si lancia in soccorso degli operai colpiti da fucili e cannoni degli uomini di Bava Beccaris. Una vicenda d'altri tempi con personaggi che molto hanno di attuale quanto a etica e morale e che scorre veloce attraverso dubbi, ripensamenti, abbandoni, rimpianti e scelte quasi mai veramente tali. -
Incontro e altri racconti-Il figliastro-Diane. Testo francese a fronte. Ediz. bilingue
Bove, apprezzato da Rilke, pubblicato per la prima volta da Colette, amato da Max Jacob, Beckett, Handke (che ha tradotto in tedesco tre sue opere), è oggi autore di culto in Francia e fuori dalla Francia. È stato definito il più grande degli autori francesi misconosciuti. Il cofanetto a lui dedicato da Edizionidellassenza include il volume ""Incontro e altri racconti"""", il romanzo """"Il figliastro"""" - d'importanza centrale per la comprensione dell'autore, e """"Diane"""", il suo più compiuto tentativo drammaturgico. Il racconto """"La meditazione interrotta"""" (""""La méditation interrompue"""") e la commedia """"Diane"""", ad oggi inediti anche in Francia, sono stati reperiti presso l'Institut Mémoires de l'Édition Contemporaines (IMEC) e vengono qui pubblicati per la prima volta, con testo francese a fronte."" -
Incontro e altri racconti. «La meditazione interrotta». Testo francese a fronte
"Incontro e altri racconti"""" raccoglie sei prose brevi di Emmanuel Bove. C'è tanto, del grande autore francese, in questo sparuto numero di racconti: i personaggi - contorti o esulcerati, senza difese o emarginati, incautamente pretenziosi o ambiziosi; la lingua, che, mantenendo costante l'inconfondibile suo tono, muta, si dilata e si contrae, quasi a distinguere il dicibile dall'indicibile; alcune tematiche ostinate - desiderio e timore della solitudine, smania di riuscita e voluttà di perdita, fallimento dell'ordinaria comunicazione umana, ipocrisia e abbandono insidiosamente annidati nelle relazioni amorose e coniugali - affrontate ora con compassione, ora con raffinata crudeltà, ora con un umorismo che genera il sorriso o strappa la risata. In alcuni di questi racconti è quanto mai evidente quel senso del dettaglio toccante rilevato da Samuel Beckett nell'opera di Bove. Il racconto """"La meditazione interrotta"""" (""""La méditation interrompue""""), rimasto incompleto alla morte dell'autore, è qui pubblicato per la prima volta, con la riproduzione del testo originale dattiloscritto a fronte, testo riportante le correzioni di pugno dell'autore." -
«Diane». Opera teatrale. Testo francese a fronte
"Diane"""" è il più compiuto tentativo drammaturgico di Emmanuel Bove. L'opera gli venne commissionata dal grande attore francese Louis Jouvet. Diane, commedia d'impianto tradizionale, è stata reperita presso l'Institut Mémoires de l'Édition Contemporaines (IMEC) ed è qui pubblicata per la prima volta, con testo francese a fronte. La padronanza nella costruzione dei dialoghi, lo svelto inseguirsi delle battute dei personaggi, ci dicono quale straordinario drammaturgo avrebbe potuto essere Emmanuel Bove. Bove, apprezzato da scrittori quali Gide, Rilke, Beckett e Handke, e da cineasti quali Wim Wenders e Jean-Pierre Darroussin, oggi è un autore di culto." -
Delle Palme-Il medico degli incurabili e altri racconti-Tre insonni-Teatro
I quattro volumi qui riuniti ripropongono molte delle opere di Luisa Stella. La traversata cui invitano le pagine qui raccolte, poco meno di mille, è di quelle che, raggiunta la meta, si è subito pronti a ricominciare alla scoperta di preziosità, citazioni nascoste, motti di spirito che alla prima lettura potrebbero essere sfuggiti. La sua prosa, rimbalzando con acrobatica levità dai toni drammatici ai toni umoristici quando non sarcastici, irretisce e seduce. Colpa e sensi di colpa, malattia e morte, fallimenti delle relazioni umane e naufragio del pensiero, vengono interrogati e indagati dall'autrice con uno stile di rara potenza. A ragione, al tempo delle prime pubblicazioni, la sua scrittura venne accostata a quella della grande tradizione letteraria siciliana e di tanta letteratura russa. Il cofanetto comprende: il romanzo ""Delle Palme"""" (prima edizione 1997, Edizioni dell'Oleandro), la raccolta """"Il medico degli incurabili e altri racconti """"(due dei quali ne """"Le incurabili"""", Edizioni Cronopio 2001), il romanzo inedito """"Tre Insonni"""" e un volume con cinque opere teatrali dell'autrice (""""Lamìa"""", nata come racconto, venne adattata per la scena da Licia Maglietta; """"Euthalia"""" venne portata in scena, con altro titolo, da Lucia Ragni, e nella sua più recente versione integrale ha debuttato a Palermo nel febbraio 2020."" -
Delle Palme
In un quartiere che va in rovina c'è un edificio che imputridisce. Là, alla sera, attraverso i vetri chiusi di un balcone, Matteo Delle Palme, un uomo stanco, che si lascia vivere e ha rinunciato a ogni signoria sulla propria vita, per anni e anni scruta nell'appartamento di fronte, aspettando di poter vedere Adele, creatura che, dacché lui ne ha incrociato gli occhi e lei non era che una bambina, l'ossessiona. Quegli occhi, dai quali lo sguardo si ritrae, denunciando assenza e fuga, diventeranno per lui un tormentoso enigma da decifrare. (Con una presentazione di Franco Rella). -
Il medico degli incurabili e altri racconti
Diversi tra questi racconti esplorano la sponda comica dell’inferno. Da Il medico degli incurabili a Incidenti domestici, da Il paravento a Caro, da Nipoti a Il pittore, da Lina a Hotel Patria… i racconti di Luisa Stella percorrono un mondo in cui dolore, orrore e comicità si alternano a ritmo serrato. Un mondo in cui tutto si muove, si agita o si ribalta − spesso per intervento della follia del caso, di rado per deliberata scelta umana. Drammaticità e umorismo, prosa di volta in volta asciutta, tagliente o vivace, capace di modellarsi alla materia che si trova innanzi, ma che sempre ci conferma l’inconfondibile stile dell’autrice. -
Tre insonni
Antonio, Ivo e Tea sono esseri devastati da una persistente e grave insonnia, un male che, anche per l'antico e sotterraneo rapporto con la colpa, si fa sempre più ambiguo e intollerabile. Tre vite e tre percorsi differenti, a dire quanto, nella malattia, affiori l'individuo. Dunque tre differenti modi di viverla e pensarla. Alternando pianto e riso, partecipazione e distacco, Luisa Stella ci conduce dentro un mondo di veglianti a oltranza.