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Il film della propria vita
Le vere scoperte degli inizi del XXI secolo riguardano, più di ogni altra cosa, l'identità dell'uomo. Il volume argomenta come la creazione della propria unicità, in quel processo denominato di individuazione, possa avvenire seguendo anche i sentieri della cultura, servendosene invece di lasciarsi sfruttare dalle sue manifestazioni di massa e dal consumismo. È un libro-guida sulla ricerca di se stessi attraverso l'immedesimazione e la riflessione sulle storie rappresentate nei film, ossia sul rapporto della storia personale di ognuno con quella rappresentata sullo schermo. Molti film pongono le domande giuste, quelle che aiutano a coltivare la propria originalità e a esprimere l'unicità di ognuno. Alcuni hanno svolto un ruolo fondamentale nella vita dell'autore, e il perché di tale influenza diventa in questo libro una modalità di guardare dentro se stessi. Seguendo il proprio mito personale. -
La violenza domestica. Testimonianze, interventi, riflessioni
La violenza domestica è un fenomeno sociale e familiare di cui solo di recente si sono riconosciute l'estensione e la gravita. Infatti, in Italia, ma anche in altri paesi occidentali, questa forma di sopraffazione non scompare con l'avanzare del cosiddetto progresso; è solo divenuta più subdola e multiforme. Il volume è una riflessione sul costo sociale e psicologico, non solo per le donne, ma per l'intera società della violenza in famiglia. Una violenza che trascende i tempi storici e le condizioni socio-culturali, che si esprime quotidianamente nell'ambito di tante mura domestiche e ha come vittime non solo le donne ma anche i bambini, con conseguenze devastanti per tutti, poiché la violenza si trasmette e si apprende. Vengono rievocati e illustrati il percorso e i motivi culturali, sociali e politici che hanno portato alla nascita dei Centri antiviolenza in Italia e in molti paesi europei e non europei, attraverso le testimonianze di chi ha contribuito alla nascita di questi centri e di chi vi ha lavorato o tuttora vi lavora. -
Il mito del denaro
Invenzione delle più straordinarie nella storia dell'uomo e strumento dei più essenziali nella vita, il denaro costituisce un autentico mito che tanta parte giocò e ancora gioca nello strutturare l'identità degli uomini. Disconoscendone la natura autenticamente mitica o lo spessore primariamente simbolico, molti uomini idealizzano il denaro, facendone ordinariamente ""un mito"""". Il denaro scade così dal piano simbolico a quello letterale e cessa di essere mezzo, per diventare fine. Le argomentazioni dell'autore dimostrano fino a che punto questa sia un'azione impropria. Il denaro che queste pagine riconsegnano è una vicenda dello spirito prima che dell'economia e una proprietà della psiche prima che della finanza. In un duetto costante tra queste due dimensioni, il denaro si svela essere energia individuativa che, attivando propensione ad arricchire, di fatto invoca l'arricchimento di sé. Solo chi riesce ad assumerlo a valore, e non come misura dei valori, si può servire del denaro in maniera davvero redditizia."" -
Le terapie immaginative
Questo volume costituisce un'ampia e documentata rassegna delle psicoterapie immaginative; ricostruisce l'origine, l'evoluzione e le modalità operative di scuole e correnti diverse. La storia delle terapie immaginative ha radici remote. Fin dall'antichità - in Egitto, in Grecia, nell'estremo Oriente, nell'America precolombiana - fu chiaro che fantasie, visioni e immagini dell'inconscio possiedono un potenziale curativo. Secoli più tardi, la nascente psicologia strutturò una varietà di approcci all'immagine mentale e una conseguente diversità di tecniche: allucinosi ipnotiche, sogni a occhi aperti, immaginazioni libere, visualizzazioni guidate, meditazioni immaginative e altro ancora. Inizialmente questi procedimenti immaginativi condivisero una stessa finalità: estendere il potere dell'io per contenere la potenza dell'inconscio. Ma, agli inizi del XX secolo, metodi come l'immaginazione autogena di I.H. Schultz o l'immaginazione attiva di C.G. Jung introdussero un'innovazione radicale: l'atteggiamento verso l'inconscio non fu più unicamente di controllo e di contrasto, ma di rispetto e di collaborazione. Il mondo immaginale divenne, allora, lo sfondo psichico da cui le immagini affiorano a configurare e a plasmare l'individualità. Attraverso la forza dei simboli s'imprimono sulla vita psichica e scandiscono ogni passaggio esistenziale e ogni involuzione patologica. -
Nulla di troppo. Il linguaggio verbale nel Reflecting
Nel vasto panorama comunicativo che nel reflecting viene utilizzato per accompagnare la persona nel suo iter riflessivo, la comunicazione verbale ridotta all'essenziale in quanto finalizzata esclusivamente a sollecitare la riflessione - ha il delicato ruolo di attore non protagonista. La peculiarità di questa disciplina che bandisce la parola-farmaco, il parlare per fare domande, giudicare, criticare è, infatti, quella di ricorrere alle parole il meno possibile e di farlo in modo mirato e funzionale. Ma parlare senza dire ""nulla di troppo"""" e saper comprendere correttamente il narrato della persona che si ha di fronte in tutte le sue sfumature, comporta per il reflector una conoscenza approfondita e globale del linguaggio verbale. Il presente volume, soffermandosi a illustrare dapprima le regole della comunicazione verbale e poi quegli elementi fonetici, semantici e morfosintattici della lingua utili nel reflecting, corredandoli di esempi pratici, si offre quale prezioso vademecum per chi accompagna la persona nel lungo e impegnativo cammino interiore alla scoperta di sé."" -
Sulle tracce di un cappello. La drammatizzazione nella Scuola dell'infanzia
Giochi di ruolo e tecniche di rilassamento, giochi mimici e di travestimento che accompagnano processi di invenzione di piccole storie, di drammatizzazione di immagini e di situazioni, si concludono in questo libro con la narrazione, particolarmente documentata, di un laboratorio teatrale realizzato dai bambini di una Scuola dell'Infanzia. La cura, il dettaglio nel presentare le attività e l'attenzione al processo attraverso il quale si sviluppano, qualificano questo testo come un vero e proprio manuale di giochi. La dimensione immaginale, centrale nella relazione con il bambino, è uno degli assunti di base sottesi a tutto il lavoro con il piccolo protagonista, a partire dalle sue competenze, da ciò che egli è e non da quello che si vorrebbe che fosse. L'adulto, libero da fini narcisistici e da riferimenti teorici rigidamente strutturati, si pone come colui che facilita, che accompagna, che di volta in volta offre vari stimoli e, nel rispetto del tempo interno del bambino, valorizza ciò che il bambino fa proprio e porta avanti di sua iniziativa. I contenuti qui proposti, contrappuntati con sensibilità dai disegni originali di Chiara Fatti, vanno dal gioco spontaneo alle esperienze di «teatro» dei bambini. Attraverso spazio, corpo, colore, suono e rumore e dall'azione con burattini, pupazzi, maschere e l'uso creativo di oggetti «speciali» di uso quotidiano, si creano le condizioni affinché il piano cognitivo e quello emozionale possano emergere e manifestarsi in contemporanea, favorendo lo sviluppo armonico della personalità, in linea con un apprendimento attraverso l'azione, quel learning bydoing teorizzato da Fichte a Dewey, da Moreno a Munari. -
Non starò a guardare. Storia di una rinascita
Titti ha 46 anni, una bella famiglia, una promettente carriera e un grande amore per l'Africa. La sua vita frenetica non le lascia spazio per dedicarsi al volontariato, come faceva da ragazza. Nel 2006 un incontro casuale la porta a Toroma, un villaggio del nord-est dell'Uganda, dove entra a far parte di un progetto volto a garantire l'istruzione ai bambini orfani e più bisognosi. Qui Titti ritrova la sua identità più profonda e matura il sogno di cambiare vita. Torna a Toroma nel 2007 e nel 2008, con la promessa di fare molto di più per i bambini ugandesi. Attraverso un percorso personale impegnativo, spesso anche doloroso, torna sui banchi di scuola e, fra Master e Diplomi, riesce ad acquisire le competenze necessarie per cambiare lavoro e approdare nel settore umanitario. Durante un congresso, rimane impressionata dall'elevato numero di decessi per cancro in Africa. Decide così di fondare una sua Onlus per combattere i tumori nei paesi africani, in particolare in Uganda dove ha lasciato il cuore. Nel settembre 2009 arriva il momento decisivo: lascia l'Azienda dove è stata per 14 anni, coinvolge nella sua nuova avventura alcuni degli oncologi con cui aveva lavorato e nel maggio 2010, insieme a loro, dà vita ad AFRON Oncologia per l'Africa Onlus, oggi realtà solida al punto da meritare due importanti onorificenze. In questo libro l'autrice racconta la potenza di un sogno, il coraggio necessario per viverlo, la tenacia per perseguirlo, la gioia nel realizzarlo. Ripercorrendo la storia della sua vita e quella di AFRON, ci offre una concreta testimonianza di come l'impegno e la determinazione possano condurci lontano e consegnarci non solo a opere grandi e importanti, ma a una vita interiore più ricca, rendendoci migliori di quello che eravamo. -
Il gioco della sabbia e la sua azione terapeutica
In questo libro, che rappresenta il primo testo sul metodo terapeutico denominato il Gioco della Sabbia, la sua creatrice, Dora Kalff, racconta le proprie esperienze di terapia con bambini, adolescenti e giovani adulti. Descrive come, in un’atmosfera protetta, invita il paziente a costruire, adoperando le variegate figurine messe a sua disposizione, scene all’interno della cassetta di sabbia e come tale raffigurazione costituisce la rappresentazione tridimensionale di una situazione psichica. All’interno della sabbiera, narra l’Autrice, viene inscenato un problema inconscio e il gioco della fantasia esplicato agisce sulla psiche del paziente, influendo sulle dinamiche inconsce, mentre l’interpretazione dei simboli , che emergono in corso di intere serie di sabbie, permette al terapeuta l’acquisizione di importanti informazioni per il prosieguo del trattamento. «L’esperienza è la cifra distintiva del Gioco della Sabbia e della sua creatrice», sottolinea Marco Garzonio nella sua Introduzione a questa nuova edizione italiana del libro pubblicato per la prima volta nel 1966. «Dora Kalff non teorizza, nel senso che non scrive un testo in cui enuncia, argomenta, mette a confronto tesi diverse, cerca validazioni. Fa alcuni riferimenti, principalmente a Jung, ma il suo intento è quello di restituire al lettore il proprio lavoro di terapeuta: quale persona ha accolto, che emozioni ha provato nell’incontro, nel seguire quelle piccole mani nella sabbiera, i passi, gli sguardi agli scaffali degli oggetti, la disposizione di questi, quali domande si è posta a composizione ultimata e poi, dopo aver fotografato il quadro di sabbie, nel rivedere l’immagine, contemplarla, commentarla». -
Danze in cerchio nella formazione degli insegnanti
Queste pagine ci raccontano di una nuova possibilità di considerare la formazione degli insegnanti e di tutti coloro che prendono parte a un'esperienza di apprendimento che coinvolge e integra ogni parte di sé e che si realizza grazie alla relazione con gli altri. Ci raccontano, quindi, della necessità di una trasformazione culturale e lo fanno a partire dalla narrazione di un'avvincente ricerca centrata su percorsi di danze circolari condotti presso un'università brasiliana. Si tratta di un approccio originale, in cui creatività, poesia, arte e spiritualità si intrecciano. Ma come mai proprio la danza e, in particolare, le danze in cerchio? Come ci ricorda l'Autrice, il danzare circolarmente, proprio di molte danze popolari, è testimoniato in ogni latitudine e fin dai tempi antichissimi e originariamente aveva un profondo significato di relazione con il sacro e con la trascendenza. Ancora oggi mantiene la sua valenza simbolica e rimanda all'idea di danza come pratica collettiva che connette i danzatori tra loro e, parallelamente, li riconnette all'universo. Nella forma, nel gesto, nella musica, invita a entrare in contatto con dimensioni sconosciute e apre all'incontro con l'altro, con la molteplicità fuori e dentro di sé. -
Sé corporeo e sé psicologico. Psicoterapia espressiva integrata alla danza movimento terapia
La Psicoterapia Espressiva integrata alla Danza Movimento Terapia accoglie nella stanza di lavoro, insieme alla parola, il corpo e le sue forme espressive, utilizzando movimento, danza, pittura e scrittura. La fiducia nella risorsa creativa e relazionale contenuta nei processi basilari del corpo permette di sostenere e accompagnare anche pazienti difficili da coinvolgere nel setting tradizionale basato sulla parola. L'attitudine creativa del «dare forma» prima di quella del «dare significato» offre un modello capace di collegare, come auspicava Winnicott, la dimensione infantile del gioco con quella adulta dell'esperienza culturale. -
Abili, disabili, ma tutti diversamente abili. Cosa sta cambiando nell'ottica dei diritti umani
A trent'anni dall'approvazione della legge 104 e a 15 anni dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, si sentiva il bisogno di ripensare in termini nuovi questo grande tema. Percorrere la strada dei diritti per le persone con disabilità significa scoprire come le parole inclusione e integrazione possono assumere nuovo valore e nuovo significato, permettendo di archiviare definitivamente termini ormai obsoleti come quello di discriminazione, anche se la realtà ogni tanto ci rimanda a episodi sgradevoli, che occorre denunciare con fermezza. Il libro analizza il passaggio dal paradigma strettamente sanitario a quello socio-sanitario, prima di approdare al paradigma dei diritti umani, in cui la diversità è un diritto e non può essere trasformata nello stigma della discriminazione. Nel testo, una volta scelto il Capability Approach come schema di riferimento, anche l'annoso problema delle classificazioni diventa più semplice da mettere a fuoco, se la prospettiva si capovolge e ciò che interessa non è più ciò che non sai o non puoi fare, ma esattamente il contrario. La sfida ha profondi risvolti di natura etica e biogiuridica ed è diventata una delle manifestazioni che più e meglio esprimono la cultura e la civiltà di un Paese. -
Il libro rosso di Jung per i nostri tempi. Cercare l'anima nella postmodernità. Vol. 1-2
Gli autori dei saggi raccolti in quest’opera riconoscono unanimamente che la pubblicazione postuma del “Libro rosso” di C.G. Jung, avvenuta nell’area anglosassone nel 2009 e in Italia nel 2010, è stata un dono oltremodo prezioso per il nostro mondo contemporaneo. Similmente ai tempi instabili in cui si trovò Jung quando creò quest’opera un secolo fa (1913-1930), anche noi oggi ci troviamo di fronte a condizioni altamente turbolente e incerte e siamo travolti da un malessere spirituale, individuale e collettivo. Manca del tutto una narrazione capace di guidarci nel mezzo di una crisi mondiale caratterizzata da disastri ambientali, rapide innovazioni tecnologiche, guerre incessanti, sfruttamento delle risorse e assoggettamento dei popoli. Stiamo fronteggiando, malamente, uno stato generale di esaurimento e burnout, di confusione a livello personale e nell’ambito collettivo. Studiosi e pensatori guardano sempre più alla monumentale opera di Jung come a una guida in grado di incantare nuovamente il mondo e di offrire una nuova e più profonda comprensione dell’homo religiosus. Ognuno dei contributi ospitati in questi due volumi si muove, in maniera del tutto peculiare e originale e focalizzandosi su temi diversi, alla ricerca dell’anima nella postmodernità. -
Psicologia dei miracoli. Le guarigioni miracolose tra mistica, psiche e materia
Cos'è che rende Gesù, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui capaci di guarire miracolosamente? Cosa hanno in comune queste tre figure poliedriche appartenenti a contesti culturali e sociali così diversi e lontani tra loro? In che cosa consiste un miracolo? La psicologia analitica interpreta la figura di Gesù come un'immagine prettamente simbolica, che rappresenta «il mito» dell'incarnazione di Dio, dell'unione tra spirito e materia. In altre parole, è un'immagine archetipica. In tale ottica, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui sono invece personificazioni concrete, nel mondo reale, di tale mito e di tale archetipo. Questo libro coniuga, basandosi sulle ultime scoperte nei campi della psicologia, fisica quantitstica e neuroscienze, il fisico e il materiale, la mente e il corpo, il divino e l'umano. Considerando l'uomo, nella sua totalità di psiche e corpo, come ponte mediatore tra il mondo trascendente e quello immanente, il fenomeno del miracolo di guarigione è visto dall'Autrice come l'espressione dell'interconnessione tra il livello psichico e fisico dell'archetipo e il livello psichico e fisico dell'individuo, che coinvolge anche la dimensione transpersonale, per arrivare a quella che nel mito del miracolo appare quasi come un'evidenza: la spiritualità ha una sua concreta carnalità e lì si manifesta. -
Senza madre. Storie di figli sottratti dallo Stato
Sono storie reali, crudeli e assurde. Storie, portate alla luce da giornaliste che da anni indagano sull’argomento, che avvengono quotidianamente in tutte le città, a ogni ora, di cui quasi nessuno sa, di cui quasi nessuno parla. È la Sindrome di Alienazione Parentale (Pas) ad accomunarle: una dinamica psicologica disfunzionale che porterebbe uno dei genitori, a seguito di una separazione coniugale, a manipolare il figlio minore, alienandolo da altri affetti e producendo odio e rancore verso l’altra figura genitoriale. È una teoria, però, che è definita quantomeno controversa e screditata dalla comunità scientifica internazionale, poiché si basa su diagnosi spesso inefficaci e arbitrarie, ma nonostante ciò, regna ancora sovrana nei tribunali italiani. Le modalità con cui i figli vengono allontanati dalle madri (ritenute le principali figure alienanti) danno la misura di quanto il benessere dei bambini sia l’ultima delle preoccupazioni di operatori e servizi sociali. Le madri, che sono spesso donne che hanno chiesto la separazione da uomini violenti, si vedono sottrarre i figli; bambini che vengono affidati a Case-famiglie o ad altre famiglie o a quei padri già denunciati o persino condannati per violenza famigliare, mentre la quasi totalità delle madri è giudicata idonea, non violenta, accudente, ma questo non basta e molte di loro rischiano di non rivedere per anni, o addirittura mai più, i loro figli. Le autrici sono madri, giornaliste, attiviste, femministe, che per le più svariate ragioni, personali o professionali, sono state coinvolte nelle storie di figli sottratti dallo Stato. -
Relazioni. Nell'architettura di Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa. Ediz. italiana e inglese
Un piccolo omaggio allo studio di architettura più interessante e atipico degli ultimi anni, quello formato da Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa: curatori della prossima Biennale di Architettura di Venezia e Pritzker Prize 2010. Florian Idenburg, fondatore di Solid Objectives e associato per SANAA dal 2000 al 2007 a Tokyo, affronta l'architettura di SANAA dal punto di vista dell'estetica relazionale e del vuoto creato dalle nuove tecnologie, l'uso degli spazi verdi, oppure, come suggerisce la stessa Kazuyo Sejima ""In un'epoca di non comunicazione fisica è compito dell'architetto fornire spazi reali per la comunicazione diretta tra la gente""""."" -
Film oggetto design. La messa in scena della cose
Gli oggetti, come gli attori, contribuiscono ad arricchire la messa in scena di un film, l'evoluzione drammatica o comica di una trama. Film oggetto design è uno studio sistematico su come le cose, grazie alla messa in scena cinematografica, acquistano un ruolo da protagonista e spesso restituiscono il senso più autentico e profondo della realtà. Cosa rappresenta l'oggetto in un film, un video, oppure in un'installazione? Questo libro tenta di rispondere alla domanda, attraverso un percorso articolato in quattro capitoli, dove la teoria si intreccia con l'analisi dei testi filmici. Dagli esperimenti dell'avanguardia storica (Duchamp, Léger) ai film realizzati dai designer (Eames, Munari), da 2001: Odissea nello spazio a Hollywood Party, dal cinema di Jacques Tati ai film italiani degli anni Sessanta e Settanta in cui l'arredo riveste un'importanza particolare, dai giocattoli viventi della Pixar agli oggetti perturbanti dell'universo di David Lynch. -
Sensi tempo e architettura. Spazi possibili per umani e non
Se l'architettura dello scorso secolo era dedicata alla progettazione delle forme dello spazio, si potrebbe pensare che quella del XXI è già operativa nella progettazione delle forme del tempo. Si tratta di architetture temporali dentro architetture spaziali esistenti che attraverso la progettazione architettonica temporale vengono rifunzionalizzate, re-inventate, ri-costruite per contenere tutti i tempi dell'abitare. Una parte di futuro è già in corso nei modi in cui abitiamo gli spazi usando i nuovi media che includono simultaneità, ubiquità o i nuovi mezzi di trasporto sempre più veloci in grado di deformare le coordinate dello spazio. -
Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta
Gli italiani tendono a sottovalutare le proprie capacità, anche nell'arte ci sono interi capitoli inesplorati. Raffaella Perna è andata alla ricerca di artiste spesso dimenticate che hanno segnato una stagione importante con lavori che volevano evidenziare l'ideologia sottesa ai rapporti di potere che segnano la relazione tra uomo e donna, mostrando l'illusorietà di qualsiasi visione neutra della realtà. Il libro ripercorre l'esperienza della militanza artistica femminista partendo dall'analisi delle opere e dei contesti espositivi, ponendo in luce storie spesso rimaste ai margini del sistema dell'arte. Con un testo di Silvia Bordini. -
Sandro Martini. Catalogue raisonné. Ediz. italiana e inglese
Questo volume, oltre a raccogliere il lungo percorso della mia esistenza artistica, testimonia quattro anni di paziente e professionale lavoro di indagine, vaglio e raccolta di documenti e immagini dei curatori Luigi Sansone e Matteo Zarbo. Sono certo: mi mancherà quell'appuntamento settimanale con loro, legato anche a silenziosi, privati rituali. Quello che a me era sembrato un buon archivio si è rivelato una raccolta informale di materiali bio-bibliografici a cui è stata data una sistematicità scientifica. (Sandro Martini) -
Franco Angeli e Tano Festa. Pittori con la macchina da presa
Ripercorrendo le vicende biografiche di Franco Angeli e Tano Festa, ricostruendo i loro soggiorni americani e contestualizzandoli nell'orizzonte culturale romano, il volume propone la prima riflessione sulla sperimentazione cinematografica di Angeli e Festa e un'inedita rilettura della loro produzione pittorica che evidenzia, sin dagli esordi, un interesse per le questioni percettive connesse al cinema e alla fotografia. In contemporanea al lancio dell'Arte Povera, in un diffuso clima di messa in discussione del sistema dell'arte e di ""crisi della pittura"""", si racconta la diversa volontà dei due artisti di avviare - attraverso il ricorso al ritratto pittorico, fotografico o filmico - una riflessione sulla figura del pittore e una ridefinizione del suo ruolo.""