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L' amore inventato
Pietro è un rinomato psicologo completamente dedito alla sua carriera, nella quale si rifugia per eludere una vita privata noiosa e deludente che scorre nella più banale routine. Negli anni sono passati dal suo studio diversi pazienti, ma un giorno l'incontro con Ivan scombina le carte, minando le certezze dello stimato professionista. Attraverso i racconti del giovane, che ripercorrono un passato traumatico e descrivono un presente dove l'amore sconfina nella follia, lo psicoterapeuta mette in discussione se stesso, i rapporti interpersonali, i propri sentimenti. Le due voci narranti si succedono e si accavallano, intrecciandosi in maniera sempre più fitta, fino a giungere a un sorprendente epilogo. Un romanzo psicologico dove tutte le maschere cadono e i personaggi scoprono i loro lati oscuri, la parte peggiore, quella che di solito non si vuole ammettere né tantomeno raccontare. -
Il tesoro di Lucrezia
Un ritrovamento casuale. Un manoscritto che illumina di nuova luce il Medioevo bolognese. Due giovani innamorati che frugano nelle pieghe del passato per scoprire la verità su un favoloso tesoro, di cui nessuno poteva immaginare l'esistenza, che apparteneva a Lucrezia Borgia... Ecco gli ingredienti di questo questo giallo che arricchisce di tinte fantastiche la storia ""ufficiale"""". Per scoprire un capitolo poco conosciuto, ma estremamente affascinante, delle antiche vicende di Bologna."" -
Uccidi il coniglio bianco
Alla soglia dei quarant'anni, a Giulio restano poche cose: fumare hashish, contemplare le macerie della sua ultima relazione sentimentale e inveire contro una società che gli appare sempre più ostile e ingiusta. Sognava di diventare un attore, ma per sbarcare il lunario si ritrova a dover insegnare recitazione, nella noia e nell'insoddisfazione quotidiana. Le persone attorno a lui vivono tutte una vita di successo e di gratificazione. Giulio è invece immerso in un abisso di rabbia e frustrazione: vede il mondo dal fondo della tana del Bianconiglio. Un improvviso sgambetto del fato sarà per lui un'occasione fortuita per risistemare la propria vita, o per affondare con essa. Riuscirà a sconfiggere i propri demoni, a riscoprire se stesso e a uccidere il coniglio bianco? -
Il viaggio della Dandola
Seconda metà del Cinquecento: la Dandola, nave da mercato veneziana a tre alberi e tre ponti, è in navigazione tra le isole della Dalmazia con soste in città importanti come Zara e Ragugia. Trasporta un prezioso carico d'armi la cui destinazione finale è l'isola di Candia. A bordo, una bizzarra congerie di personaggi, in gran parte legati tra loro per ragioni di diversa natura. Tra questi, Nicola Davanzo, ricco cittadino veneziano, finanziatore suo malgrado dell'operazione, partito sulle tracce del suo amore perduto, Stilla, di cui ha ricevuto notizie insperate; con lui, i nobili Vettore Malipiero, sfaccendato e intemperante amico di vecchia data, e Sebastiano Polani, allontanato da Venezia dal fratello senatore per il suo carattere troppo focoso. Tutti hanno un ruolo rilevante nella vicenda di questo carico prezioso che sembra far gola a molti ma soprattutto al sultano Murad, desideroso di dotare di moderne armi da fuoco il suo esercito. All'intreccio di tradimenti, tresche e triangoli che da subito caratterizza il viaggio, si aggiungeranno eventi di ben altra portata: sparizioni, avvelenamenti, navi che si smaterializzano per ricomparire dove non potrebbero essere, corsari, collisioni e altri strani incidenti. Per poter coronare il suo sogno d'amore, Nicola dovrà prima risolvere il mistero di quelle armi, un mistero che si infittisce sempre di più e lo costringerà a passare attraverso prove che mai avrebbe immaginato di dover affrontare. -
Giove Ionico. Storie tra sismi e amori
Nella memoria di ognuno la Storia con la ""s"""" maiuscola si intreccia a quella personale, e così gli eventi cardine della propria genealogia si accostano ai fatti salienti del mondo. Seguendo lo stesso principio l'autore narra le vicende della famiglia d'Asaro e di una terra meravigliosa e difficile come la Sicilia. Ecco quindi che un rapimento d'amore avvenuto agli inizi del Novecento nelle strade di Enna ha come cornice un mondo di tradizioni e valori ormai quasi del tutto scomparso; una rocambolesca visita a un paesino sperduto si rivela il pretesto per riflettere sulla Sicilia tra moti garibaldini, sbarchi degli Alleati e gerarchie mafiose; un viaggio in treno Catania-Palermo fa da eco all'importante riforma agraria di Antonio Segni, Amintore Fanfani e Paolo Bonomi, che negli Cinquanta e Sessanta significò la fine di una secolare sottomissione per migliaia di contadini e l'unica ridistribuzione di ricchezza mai avvenuta dall'Unità d'Italia. Ma questa è anche la storia di un trasferimento a Reggio Calabria, a seguito del terribile terremoto del Belìce, che porterà nella sfera della famiglia d'Asaro una figura straordinaria e indimenticabile come Vito de' Bianchi (Giove Ionico), riservato benefattore, filantropo e deus ex machina della Locride. Un racconto - arricchito da approfondimenti culturali, storici e gastronomici - capace di trasmettere al lettore quell'amore particolare che lega i protagonisti ai luoghi della propria esistenza."" -
Ariadne auf Naxos
Opera in un atto con un Prologo. Libretto di Hugo von Hofmannsthal, nuova versione. Musica di Richard Strauss opus 60. Prima rappresentazione: Vienna, Teatro di Corte, 4 ottobre 1916. Con un saggio di Giangiorgio Satragni. -
Sala da Barba Gino. Almanacco dei cento anni
Era l'ottobre del 2019 quando Francesco Scigliano decise che il 21 aprile 2022 avrebbe organizzato una festa per celebrare il centenario della sua Sala da Barba Gino, inaugurata da Giovanni Luminosi nel 1922 ed ereditata successivamente da Gino Poggi, prima di appartenergli. La Sala da Barba Gino di piazza Santo Stefano per molti bolognesi è sinonimo di taglio perfetto, chiacchiere amichevoli e arredamento tradizionale del locale. È una certezza, quasi una seconda casa, così come lo era anche per i nostri antenati. La testimonianza di Giuseppe Guidicini, infatti, nel quinto volume del suo Cose Notabili della Città di Bologna, pietra miliare della storia cittadina, cita un rogito del 1459 di ""un terreno sotto Santo Stefano confinato dalla via pubblica, da altra via vicinale, del già Bartolomeo Barbieri sopra il qual terreno vi era una casa con metà pozzo, e una bottega di dietro ad uso di barbiere"""". Una storia, insomma, lunga più di cinquecento anni. Questo almanacco, iniziato da un'affascinante ricerca negli archivi bolognesi, ne ripercorre le vicende e gli aneddoti, grazie soprattutto ai ricordi degli affezionati clienti, che da cento anni entrano in questo storico locale."" -
Non isolarsi ma ascoltare
A dieci anni dalla scomparsa di Roberto Roversi esce questa agile antologia di testi, la prima a lui dedicata, che vuole offrire l’occasione per conoscere da vicino una delle voci più significative e autorevoli della cultura e della poesia italiana del Novecento. Con scritti di: Marco Antonio Bazzocchi, Marco Giovenale, Matteo Marchesini, Fabio Moliterni. -
Così si suonava in paradiso. Romanzo dei musicisti italiani
Fabio comincia suonando le pentole di casa e si ritrova dopo tanta gavetta a cantare per oltre duecento volte all’anno, osannato dal pubblico e amato dai gestori dei locali da ballo. Su e giù dai palchi, alle prese con musicisti professionisti e amatoriali, ballerini scatenati, impresari disonesti, dj che si credono primedonne, proprietari di dancing dispotici, fidanzate ufficiali e no, genitori scettici, fan adoranti e colleghi traditori… Una storia vorticosa e altalenante, in cui il rock’n’roll è la colonna sonora principale. Un romanzo che è anche l’occasione per ripercorrere gli ultimi sessant’anni di musica dal vivo a Bologna (e non solo), attraverso le gesta di chi – assomigliando molto al suo autore…– li ha vissuti intensamente, sulla propria pelle. Perché cantare o suonare bene è solo l’inizio di un percorso dove dobbiamo mettere cervello, anima e cuore per scrivere la linea melodica della nostra vita. -
Il libro della Porta
Lo stupore di Ernst Bloch è il nostro stesso stupore di fronte all’attrazione misteriosa che esercita immancabilmente una Porta. Forma variabile ma sempre necessaria, la Porta è simbolo determinato e tuttavia sconfinato, costitutivamente non racchiudibile in un’unica, univoca definizione. Indagata attraverso alcune delle sue infinite “epifanie” letterarie, filosofiche, artistiche, e architettoniche, e suddivisa in base ai suoi stati “fenomenologicamente” determinanti – aperta, chiusa, socchiusa – la Porta si mostra qui non semplicemente bifrons, come Giano che ne è il nume tutelare, bensì addirittura multifrons: molteplice, sfaccettata, “plurale”. Luogo notevole dello spazio fisico come di quello interiore, la Porta sta a segnalare, insieme ad ingressi, passaggi ed esodi del tutto concreti, la presenza di un’inesauribilità, di una vitalità spirituale, che ne fa in qualche modo il simbolo per eccellenza, il simbolo del simbolo. -
Nel gran teatro della natura. Maria Sibylla Merian donna d'arte e di scienza (1647-1717)
Donna, divorziata con due figlie, cinquantaduenne: anche negli ambienti più colti della società europea di fine Seicento, il talento poco valeva a riscattare una condizione femminile inesorabilmente minoritaria. Consapevole del proprio valore di pittrice, illustratrice e naturalista, la tedesca Maria Sibylla Merian ha saputo tramutare a suo vantaggio pregiudizi e costrizioni secolari, in un modo che ancora oggi appare sbalorditivo, grazie a un impegno instancabile, fatto di rigore, pazienza, visione, studio. Si imbarca, alla fine del mese di giugno 1699, su un veliero della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, che da Amsterdam la porterà nella colonia del Suriname, per una spedizione che è al tempo stesso artistica, scientifica e commerciale: per sostenerne i costi ha venduto tutto ciò che possedeva. Nelle terre incognite del Nuovo Mondo raccoglie insetti e altri animali che osserva e disegna, documentando minuziosamente quello che più le sta a cuore, e cioè il processo di trasformazione. Serpenti, iguane, rospi, bruchi e farfalle, con le piante di cui si nutrono, daranno vita a meravigliose tavole di incisioni acquerellate: un corpus prezioso per l’avanzamento delle scienze naturali, che ha saputo catturare l’interesse di collezionisti, studiosi e intellettuali di tutta Europa, da Linneo a Goethe. Dotata, temeraria e determinata, Maria Sybilla Merian ci offre l’esempio di un destino eccezionale, compiuto forzando le convenzioni sociali, reinventando i codici della propria professione, realizzando una felice sintesi di arte e scienza. -
Matti e Angeli. Una famiglia ebraica nel cuore della Linea Gotica. Diario 1943-1944
Presidiata da nazisti e fascisti anche per via della sua posizione strategica nel cuore dell’Appennino, Firenzuola era uno dei luoghi più pericolosi in cui trovarsi nei terribili mesi dell’occupazione tedesca dopo l’8 settembre 1943. Eppure, proprio in faccia agli aguzzini, si svolse tra le sue strade un’incredibile storia di salvezza che ebbe come protagonista una famiglia ebraica. Una vicenda ricca di colpi di scena, ma anche di calore e umanità, ricostruita dalle pagine vive di un diario scritto in presa diretta. -
Vetro e architettura. Progettare sostenibile, confortevole, innovativo
Vetro & Architettura è un binomio virtuoso per la sostenibilità, la salvaguardia dell'ambiente, la qualità della vita, il comfort interno e l'integrazione estetica nel tessuto urbano. Questi devono essere, infatti, i principali obiettivi nella progettazione di piccole e di imponenti realizzazioni. L'architettura degli ultimi tre secoli ha evidenziato la costante e proficua interazione fra la genetica trasparenza di questo materiale e la sua attitudine a integrarsi ad altre tecnologie avanzate, così da garantire un futuro abitativo migliore. Scopo di questo volume è guidare il lettore-utilizzatore - grazie ad un linguaggio immediato, seppur tecnico, e al corredo di immagini - alla conoscenza approfondita e alla selezione del vetro più adeguato. Il tutto per mezzo dell'esperienza di chi questo materiale esclusivo - principale veicolo di luce naturale negli ambienti nei quali viviamo - lo produce, lo trasforma, lo progetta e lo applica. Uno strumento pratico che, oltre a percorrere la millenaria storia del vetro nell'arte e nell'architettura, ci accompagna nella comprensione del suo mercato, dei processi produttivi attuali, delle normative, dei protocolli energetici e delle innovazioni più attuali e prossime. -
Dimoiare
Ci sono anime che, giunte a un punto delle loro esistenze, sentono il bisogno di liberarsi dall’orgoglio rappreso e dai rancori. Siamo come gli alberi, quando negli interminabili giorni di inverno si ritrovano a essere asserragliati e bloccati dalla morsa del gelo. Sembra la fine… Poi, ecco che il gelo si scioglie, si arrende, molla la presa. È, questo, il tempo del dimoiare ed è un tempo che arriva per tutti: alberi e uomini. Maurizio, infermiere sulla cinquantina, reduce dalla prima ondata pandemica di Covid-19, ha un’unica certezza: è un anaffettivo costantemente bisognoso di ricevere attenzioni. Questa “freddezza che sfiora il cinismo” avrà a che fare con il suo passato? La riapparizione di Edith Mayer, dopo mezzo secolo, lo spingerà a ripercorrere la propria vita a ritroso, costringendolo a fare i conti con i fantasmi di un tempo ormai lontano. Il rimorso, si sa, quando riaffiora, fa rumore. Come un brutto male, arriva con prepotenza e ci consuma. Il primo passo per guarire? Il perdono. Sarà un incontro rivelatore e sorprendente che permetterà a Maurizio di apprezzarne il valore. -
Racconti di un ottuagenario
Il tempo della memoria, con le sue malinconie, e con il rendiconto di esistenze faticose, per quanto brillanti, costituisce il filo rosso di questa serie di racconti, che si offre al lettore non solo per accompagnare a un inevitabile bilancio, ma anche per sostenere scelte coraggiose, e per rifuggire, se possibile, il rimpianto. Il distillato di una vita lunga e impegnata sul fronte professionale, come su quello personale, alimenta la narrazione di contesti i quali, sotto l'apparente immobilismo di una routine scandita da studi, lavoro, famiglia, nascondono ribellioni, sconcerti e rassegnazioni, che si stemperano nel movimento del quotidiano, ma non per questo si dissolvono. Con i suoi 80 anni, Franco Carinci dà forza alla propria esperienza, per rinfrancare il lavoro di ricomposizione dei sentimenti e insieme mettere in luce, con franchezza e onestà, i molti possibili, inediti, percorsi di vita. -
La colpevole
Una telefonata dall'ospedale di una città lontana avverte Nanni che sua madre sta per essere dimessa, ma non è in grado di camminare e non c'è nessuno nelle vicinanze a cui possa essere affidata. Nanni cade dalle nuvole, non sapeva neppure che fosse ricoverata. Per lui quella donna è poco più di un'estranea. Una colpa lontana e misteriosa l'ha esclusa dalla sua vita, condannandolo a un'infanzia di solitudine e di buchi neri. Soltanto un felice matrimonio ha posto fine a quel doloroso periodo dal quale ora gli giunge un segnale inaspettato con una richiesta di aiuto. Ma cos'era successo, allora? Nanni conserva nella memoria pochi frammenti della sua primissima infanzia. Ricorda che la madre, durante la guerra, si incontrava con un ufficiale tedesco e che lui, bambino di tre anni e mezzo, veniva affidato a una vicina. Poi, la notte prima della Liberazione, era avvenuto qualcosa di terribile, di cui conserva solamente barlumi confusi. Nanni, incoraggiato dalla moglie, parte per l'ospedale della città lontana. Sarà un viaggio grazie al quale, attraverso una serie di scoperte emozionanti, potrà ricomporre i tasselli mancanti della sua vita. -
Il carillon delle ombre
Una telefonata nel cuore della notte, a Berlino, spalanca una porta chiusa da troppi anni. Per Jacopo Coen, musicologo e direttore d’orchestra di origini italiane, non c’è più scelta: deve oltrepassarla una volta per tutte. Inizia così un lungo viaggio d’inverno attraverso l’Europa e i labirinti della memoria alla ricerca del passato, di musiche, voci e sguardi che affiorano per un attimo, lasciando intuire percorsi oscuri e attimi di felicità travolgente. Insieme a volti che appaiono e scompaiono come statue di un carillon, si ricostruisce l’intera esistenza di Jacopo e di sua moglie Julia: anni di apprendistato, amicizie, sogni, segreti accumulati in Italia e a Berlino, da entrambi i lati del Muro, e condannati a restare ombre – ironiche e straziate come i personaggi di questo romanzo, in cui prende forma l’affresco di un mondo diviso, pulsante di disperazione e di vita che respira insieme alla musica. -
Chissà, domani
Dopo aver trascorso un periodo di dubbi e apprensione sul futuro una volta terminato il liceo, Claudia inizia l’ultimo anno, quello della Maturità, con in testa e nel cuore una potenziale scelta: iscriversi a fisica. A guidarla su questa strada è la grande attenzione, frutto anche di un ingenuo amore adolescenziale, rivolta a una vulcanica professoressa. La docente, grazie all’ardore che solo una forte passione può concedere, riesce infatti a far conoscere alla ragazza e ai suoi compagni un mondo nuovo fatto di quesiti che non hanno risposte immediate e riflessioni fondamentali sulla vita e l’universo. -
Variazioni sul destino
Deuteragonisti: ecco la qualifica che potremmo assegnare ai personaggi che appaiono in questa seducente collezione di racconti saggistici, appellativo dell’antico teatro greco che denota il secondo attore del dramma. Ora: le figure di questa elegante collana di racconti hanno sfiorato l’esistenza di un qualche compositore e sono assurte, se non a secondi attori di tutta un’esistenza, certamente del minuto episodio rivelato da ogni capitolo. Episodio anche marginale, ma capace di provocare la genesi di un’opera o il realizzarsi di un nodale fatto biografico: nulla in questa raccolta è dunque secondario, tutto è complementare alla forma e al colore esistenziale della figura coinvolta, sempre quella di un noto musicista. Il cui volto non viene subito svelato: con scaltra tecnica di scrittura, Giannuzzi ci accoglie nella dolcezza della titubanza, e svela le proprie carte solo nell’epilogo di ogni pezzo, invertendo il rapporto di prestigio tra figura accessoria e primaria. E così alla fine – grazie anche alla struttura dell’opera: cinque racconti per ognuno dei quattro secoli visitati, dal Seicento al Novecento – ci accorgiamo di aver percorso, avvolti da una bella atmosfera melodica, quel che nessuno aveva ancora fatto: una «breve storia di casi singolari coinvolgenti musicisti». -
Gadda insolito. Appigli postille pretesti
Lettera d’amore, documento personale, divertente saggio o inedita analisi? Questo si chiederà il buon lettore, una volta sfogliato il testo di Marco Bortolotti. Profondo amante dello stile di Carlo Emilio Gadda – cui lo lega tangenzialmente l’affetto per un omonimo zio milanese, anche lui Carlo – l’autore, scanzonato esploratore di bancarelle e vecchie botteghe, grazie a inedite scoperte, passioni, memorie e battute, delinea la figura di un Gadda insolito: bordelliere, goliardo e “infatuato dell’iniqua parola petroniana”. Vero fine ultimo è quello di rendere omaggio all’autore-ingegnere, allontanandosi dalla rigida solennità della critica istituzionale per abbandonarsi a una dimensione più leggera, nella quale le parole gaddiane “mutate e metamorfosate” possano di nuovo emergere regalando, a nuovi e vecchi lettori, il brivido di un grande autore capace di far ritrovare la “delizia della lettura”.