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Giorgio Gaslini. L'uomo, l'interprete, il compositore. La musica raccontata da una voce «fuori dal coro»
Giorgio Gaslini: un dialogo intorno alla musica con un interprete ribelle dei nostri tempi. L'ultimo libro di Davide Ielmini apre nuove porte sull'esperienza didattica e musicologica del maestro milanese. Uno fra i massimi protagonisti dell'Arte di questa nostra epoca si racconta ed esce allo scoperto con grinta e simpatia. Il jazzista e l'autore colto - ma anche una vera voce ""al di fuori dal coro"""" - si presenta senza cedere ai compromessi del mercato e delle istituzioni. Gaslini parla di se stesso, delle sue esperienze nel campo dell'educazione musicale, di quanto l'Italia sia in ritardo nell'accompagnare i giovani nel raggiungere la piena coscienza nell'ambito dei conservatori, della composizione e dell'interpretazione. Del pianoforte """"amico-nemico"""". Di come si possa cambiare alla soglia degli ottant'anni e dei sessanta di carriera ininterrotta. Una chiacchierata aperta, incondizionata, libera da qualsiasi pregiudizio o timore. Pungente anche nei confronti della critica musicale. E della politica. Un incontro che mette a nudo un musicista coraggioso come altri non avevano mai fatto prima. La testimonianza di un grande artista refrattario ai clientelismi ed ai favori delle """"caste"""" italiane. Un manifesto di buonsenso e numerosi affondi su ciò che è la musica oggi, e come potrebbe essere."" -
Il pedale di Chopin
Del complesso di azioni che compongono l'esecuzione pianistica, l'impiego del pedale di risonanza è quella che più di tutte viene tradizionalmente lasciata all'istinto e alla sensibilità personale dell'interprete. Questo atteggiamento è stato condiviso da molti compositori, ma non da Fryderyk Chopin, che nelle sue partiture mostra una fiducia nel segno del pedale forse superiore a quella di chiunque altro. Nonostante ciò, le sue indicazioni originali riguardo a dove mettere in pedale, dove toglierlo, e dove non usarlo vengono costantemente rilette alla luce di una tecnica di pedalizzazione moderna, o tranquillamente trascurate nei casi in cui non coincidano con ciò che l'esecutore considera un ""bel pedale"""". In pratica, nei confronti della musica di Chopin, l'idea che alle indicazioni di pedale si debba la stessa fedeltà che si ha verso il resto del testo originale è tutt'altro che scontata, e in pianisti e didatti prevale la convinzione che i pedali indicati debbano comunque essere aggiustati. L'ipotesi su cui indaga il volume è invece diametralmente opposta. Il saggio vuole dimostrare che i segni di Chopin sono nella grande maggioranza dei casi perfettamente logici e realizzabili. Essi rispondono semplicemente ad una tecnica di pedalizzazione diversa da quella tardo-ottocentesca, e ancor più da quella moderna: diversa, ma in sé perfettamente compiuta. Presi alla lettura, i pedali di Chopin svelano la concezione estetica dell'autore più di molti altri segni della partitura."" -
Carlos Kleiber. Il tramonto dell'Occidente
Carlos Kleiber, ovvero l'Enigma. Sul podio emanava una gioia fisica incontenibile; ma, sul podio, ci andava il meno possibile. Il suo approccio viscerale, dionisiaco, alle partiture, nasceva da una concertazione millimetrica, fatta di revisioni del testo e innumerevoli segni di arcate ed espressione apposti di suo pugno sulle parti. Schiacciato dall'ombra di un padre gigantesco, il celebre Erich, ripropose per tutta la vita quasi solo le partiture nelle quali egli aveva trionfato. Più cresceva l'entusiasmo del pubblico di tutto il mondo, più lui si sentiva perplesso: incerto, sempre, dei risultati. La sua paura del successo lo trasformò in un mito. Il suo disinteresse per gli aspetti pratici, ne fece il direttore più pagato del mondo. La sua tecnica istintuale, di una perfezione irripetibile, lo faceva sentire un eterno principiante. Ma soprattutto, Kleiber sentiva su di sé il peso etico della musica. La responsabilità di essere depositario: testimone di un mondo in declino. Fu l'ultimo umanista della musica: nella sua aspirazione all'Ideale, il tramonto dell'Occidente divenne festa e, insieme, banchetto funebre. -
Viaggi di note, note di viaggi. L'Italia vista dai musicisti stranieri dal Grand Tour al Novecento
È da mettere in luce un singolare primato dell'Italia per quel che concerne il fenomeno turismo. Nessun altro paese ha mai manifestato una così potente e tenace attrattiva per i musicisti provenienti da altre terre. L'Italia era un destinazione ineludibile, il coronamento, molto spesso, di una formazione iniziata altrove e che tuttavia senza il passaggio fra le braccia della grande madre mediterranea sarebbe rimasta lacunosa e monca... Erede naturale, per ragioni storiche e per la sua felicissima collocazione geografica nel cuore del Mediterraneo l'Italia ha saputo sviluppare nei secoli un vero e proprio culto del gusto e della cultura artistica e musicale. Tornare in Italia significava vedere con i propri occhi, sentire con mano, vivere quelli che erano stati gli estremi sviluppi e le metamorfosi della civiltà greca e romana; significava vedere l'arte medievale, rinascimentale, moderna; significava, insomma, compiere la propria formazione umana prima ancora che artistica. Dal Rinascimento alla fine del Settecento, l'Italia era uno dei centri o piuttosto il centro, dell'arte musicale, nonché delle arti figurative e dell'architettura. -
Con gli occhi di Rezarta
"La vita quotidiana, nella sua semplicità, può diventare occasione di incontri inaspettati, nei quali il creato e le creature diventano mezzi per avviare un sereno dialogo con le nostre radici e il nostro mondo interiore. E ci si stupisce nel vedere quanta sia la bellezza rivelata e fin troppo spesso nascosta negli angoli dell'esistenza umana. Servono però occhi nuovi, pieni di speranza, per guardare al mondo e coglierne le sfumature di luce. Rezarta e i suoi occhi così belli aprono un percorso che può essere alla portata di tutti. Basta lasciarsi accompagnare.""""" -
El Camì. Storia di un cammino qualunque
Percorrere l'intero perimetro dell'isola di Minorca, incurante delle intemperie e del sole battente, da soli, con un piccolo equipaggiamento da trekking e con un'organizzazione sostanzialmente approssimativa è avventura che qualsiasi guida escursionistica vi sconsiglierà. Viene da chiedersi anche come sia possibile farlo. Per Walter il momento è arrivato nell'Agosto del 2015 quando ha percorso il Camì de Cavalls passo dopo passo. O almeno ha provato a farlo. Armato di uno zaino ultra pesante, di nuovissime pedule e una guida in spagnolo, ha fatto tanti incontri lungo il cammino che hanno modificato i suoi programmi di viaggio nei suoi 185 km previsti, grazie anche alle persone con cui sin dal primo giorno ha condiviso intere giornate di sofferenza e gioia. L'esperienza è stata una grande impresa personale, alla fine di un viaggio inatteso ed imprevedibile. -
Bandito. Augusto Marini partigiano
Augusto Marini (1925). Soldato italiano di stanza a Venezia, l'8 settembre va sulle montagne del Valdobbiadene; incontra i badogliani, intenti ad aiutare i prigionieri inglesi e a trascurare quelli russi; Augusto si prende i russi e li accompagna verso il confine orientale italiano; incontra i primi partigiani ""bianchi""""; non convinto della loro posizione, prende i russi e li porta alla Garibaldi """"Friuli"""", poco distante; riesce intanto a consegnare i russi ai partigiani sloveni. Decide, poi, di aggregarsi alle formazioni slovene della Benecija. Nel febbraio '44 viene fatto prigioniero dai fascisti, bastonato ripetutamente, non parla (riceverà un riconoscimento dalla Repubblica di Jugoslavia). Internato a Treviso, durante un bombardamento fugge; cerca di costituire una cellula partigiana ma dopo una delazione viene ripreso dalle Brigate Nere e internato a Venezia. Con l'avvicinarsi delle truppe anglo-americane il carcere viene aperto. Augusto partecipa alla difesa della città dai tedeschi. Nel periodo partigiano incontra personaggi incredibili: Opocher, Cencig, Solari, Foschiani, Comessatti, Calligaris, Karis, Lizzero, Mercandel, Redelonghi, Jakopic, Ghidetti, Biancotto, Perat."" -
Una vicemamma per la principessa Martina
C'era una volta la principessa Martina che aveva un problema. Il problema era la sua mamma, ammalata di tristezza. Per fortuna Manina aveva un amico di cui si fidava. E fu a lui che un giorno chiese aiuto... Una fiaba può raccontare cose importanti e difficili con parole leggere. Può aiutare grandi e bambini a parlare. La fiaba della principessa Martina è dedicata ai bambini e alle bambine lontani dalle loro case ma vicini con il pensiero e con il cuore ai loro genitori. È dedicata anche a tutte le vicemamme e i vicepapà che li aiutano a crescere sereni. Età di lettura: da 4 anni. -
Spruzzi e bolle. Un divertente risveglio nella savana
Vasco è un insolito e curioso coniglio viaggiatore che gira il mondo in cerca di nuovi amici. Ogni storia, semplice e divertente, si svolge in un ambiente naturale diverso, dove Vasco Coniglio incontra gli animali che vivono in quel luogo. Con loro fa le cose semplici di ogni giorno: le stesse che fai anche tu con la mamma e con i tuoi amici! Età di lettura: da 3 anni. -
Il non-compleanno di Hänsel e Gretel (un lunedì, prima di sera)
Il Cappellaio Matto, 16 litri di tè bollente, Barbablù attaccatissimo alla nonna, l'aspirapolvere di Superman, il computer di Cenerentola: tutti insieme in una storia, ovviamente scombinata. Età di lettura: da 4 anni. -
Biancaneve bella sveglia e principi di tutti i colori
Una bambina ficcanaso, un Principe Azzurro che perde il colore, un Drago a colazione con Biancaneve, la torta di castagne dell'Orco: tutti insieme in una storia, ovviamente scombinata. Età di lettura: da 4 anni. -
Yasmin e le mele d'oro. Una storia rom. Ediz. italiana e romanès
Yasmin, fragile come un pettirosso e ingenuo come un asinelio da fatica, sarà l'unico capace di superare le faticose prove imposte dal re conquistando così il cuore della bella principessa. Il particolare formato del volume - piegato a fisarmonica - permette una duplice lettura: da una parte le pagine si sfogliano come un vero e proprio libro dove il testo è presente nelle due lingue, dall'altro lato la storia è visualizzata attraverso un'unica grande immagine, lunga 138 cm. Età di lettura: da 6 anni. -
Il piccolo e il gigante feroce. Una storia dall'albania. Ediz. italiana e albanese
Il viaggio ai piedi della montagna è in balia di un gigante feroce e i coraggiosi che hanno osato sfidarlo sono stati trasformati in animali. Un giorno, il ragazzo più piccolo del villaggio si fa avanti. Il particolare formato del volume - piegato a fisarmonica - permette una duplice lettura: da una parte le pagine si sfogliano come un vero e proprio libro dove il testo è presente nelle due lingue, dall'altro lato la storia è visualizzata attraverso un'unica grande immagine, lunga 138 cm. Età di lettura: da 6 anni. -
Il sale e lo zucchero-La sal y el azúcar
Qual è l'ingrediente che rende speciale l'affetto di una figlia per il padre o l'amore di un principe per una fanciulla misteriosa? Nella risposta a questa domanda troverai il prezioso segreto di Esmeralda... Un libro bilingue, riccamente illustrato, una fiaba peruviana per viaggiare attraverso i confini dello spazio e tuffarsi nell'immaginario collettivo di una realtà diversa e lontana come quella del Perù. Il particolare formato del volume - piegato a fisarmonica - permette una duplice lettura: da una parte le pagine si sfogliano come un vero e proprio libro dove il testo è presente nelle due lingue, dall'altro lato la storia è visualizzata attraverso un'unica grande immagine, lunga 138 cm. Età di lettura: da 5 anni. -
La capra e i tre capretti-Capra cu trei iezi. Una storia dalla Romania
Le fiabe hanno ""le gambe lunghe"""", viaggiano attraverso i confini di spazio e di tempo colorandosi qua e là di immagini, sfumature e riferimenti. La fiaba è un genere narrativo universale presente nella tradizione orale di ogni popolo, capace di mostrare le specificità che connotano un Paese e di stimolare confronti tra culture. La storia qui raccontata è stata raccolta nell'ambito del progetto """"Storievasive"""", in laboratori tenuti con ragazzi italiani residenti presso comunità e istituti minorili. Il progetto si propone di far circolare le fiabe dei diversi Paesi perché tutti i bambini possano conoscerle e così """"tuffarsi"""" nell'immaginario collettivo di realtà più o meno lontane. I racconti prenderanno ancora più forza perché originati da differenti esperienze umane e culturali, si confronteranno tra loro e con la storia di ogni bambino per modificarsi e trovare nuove e espressioni e nuove immagini. Le royalties sulle vendite di questo volume andranno a finanziare borse di studio per i giovani coinvolti nel progetto. Età di lettura: da 6 anni."" -
Al lupo! Al lupo!-There's a wolf! There's a wolf! Ediz. bilingue
Nel villaggio ai piedi dei Monti della Luna è tornata la primavera e tutti sono indaffarati. Solo Giacomino se ne sta con le mani in mano, architettando burle. Un giorno però... Una storia dalla tradizione italiana con testo inglese a fronte. Età di lettura: da 6 anni. -
La coda della volpe-Bishti i dhelprës. Ediz. a colori
Nella foresta c'è un gran fermento, tutti gli animali sono in agitazione per la gara di bellezza indetta dal re leone: durante la sfilata della sera si saprà chi di loro ha la coda più bella. Ma a sorpresa, il vincitore sparisce... Una storia dall'Albania con il testo originale a fronte. Età di lettura: da 6 anni. -
La donna è un animale stravagante davvero. 80 ritratti ingiusti e capricciosi
Il volume riporta i ritratti di alcune donne note dei nostri giorni. L'autrice trasfigura le sue compagne di secolo in personaggi di un poema umoristico e serissimo. Le mette in scena in uno scherzo teatrale, spesso in compagnia di Don Giovanni. E le munisce di un biglietto da visita amoroso, anche quando ne parla male. Così si susseguono ritratti di pura simpatia o antipatia: Mara Venier, ovvero Pelle d'Asino; Catherine Spaak, il più bell'uomo d'Italia; Ida Magli, la nemica del Papa; Margaret Mazzantini, la strega: Sabina Guzzanti, la figlia di Ovidio. E poi le grandi dissidenti, come Luce D'Eramo, Adele Faccio o le grandi sconosciute, come la ribelle del Camerun in guerra con l'ipocrisia del linguaggio (""chiamatemi negra"""")."" -
Contropelo
L'autore del libro, giornalista che dell'accostamento al mondo animale ha fatto una scelta di vita e di professione, invita il lettore a un gioco intrigante, quello di divertirsi con la ""diversità"""" degli animali, attingendo - dalle informazioni offerte dalla scienza così come dalle osservazioni della vita quotidiana - stimoli di arricchimento per un rapporto di strana amicizia che, nel passaggio al nuovo millennio, si rivela fecondo di vivacità e di promesse."" -
Giovanni XXIII. Il ritratto segreto dell'uomo
Il libro si ripropone di ricostruire la personalità di Angelo Roncalli, osservandola al di fuori degli schemi ufficiali; una personalità complessa, ricca di umanità e tolleranza, ma anche, se necessario, di severità e ironia. L'autrice si cimenta in un gioco di specchi, disegnando un doppio ritratto. Il primo nasce dalle testimonianze che la giornalista raccolse dopo la morte di Giovanni XXIII percorrendo i luoghi legati al nome del papa e incontrando personaggi di ogni tipo: dallo scultore Giacomo Manzù al ragionier Edoardo, amico di una vita; da monsignor Capovilla, suo segretario particolare per più di dieci anni, alla telefonista di Sotto il Monte. Il secondo ritratto è frutto di una ricerca tra gli scritti di Giovanni XXIII.