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Luminoso vuoto. Ultimi scritti
Gli scritti qui raccolti appartengono agli ultimissimi mesi, in certi casi agli ultimissimi giorni, della vita di padre Turoldo; un manoscritto in prosa, quello che qui compare come ultimo rispettando la cronologia dei testi, porta in tal senso la certificazione autografa dell'amico e confratello padre Camillo de Piaz. Le strutture portanti di molti di questi testi sono da ricondurre alla riflessione biblica, con anche momenti di straordinaria tensione linguistica. Già pubblicati nel quaderno n. 84 (novembre-dicembre 1992) di Servitium, sotto il titolo ""David M. Turoldo, frate dei Servi di santa Maria"""", sono stati ripresi dall'amico e massimo conoscitore della poesia turoldiana Giorgio Luzzi per un volume pubblicato da Rizzoli nel 2002 con il titolo: Nel lucido buio, da molti anni però indisponibile. La presente nuova edizione, mutato il titolo con un'altra espressione poetica turoldiana, """"Un luminoso vuoto"""", intende perciò colmare una lacuna, e particolarmente nella ricorrenza del centenario della nascita del poeta."" -
L' altra riva
L'altra riva raggruppa diversi testi, tra cui alcune traduzioni e relativi commenti di Upanisad, e un articolo dedicato al monachesimo hindu, alla condizione di sannyasa, scritto alcune settimane prima della morte. Con questo libro Le Saux ci offre la possibilità di seguire il suo percorso di cristianomonaco occidentale che vive in India l'esperienza dell'advaita (la non-dualità). Nessuna sua opera precedente pare aver toccato una tale profondità: il percorso infatti riferisce l'attraversamento dell'abisso che separa il mondo dell'atman da quello del brahman, il transito, appunto, sull'altra riva: quella del risveglio. In verità, non vi è nulla di quanto Le Saux ha scritto che non sia stato da lui vissuto e realizzato in se stesso. Proprio in ciò sta la bellezza dei suoi scritti, frutto del suo silenzio. Sannyasa è stata la sua ultima parola prima di essere trasportato nel suo risveglio finale fino alla ""grande Luce"""" oltre tutti i mondi."" -
Il fuoco della parola. David Maria Turoldo (1916-1992)
Turoldo indaga nel profondo e senza sconti l'esistenza propria e quella di tutti gli uomini, cercandone l'identità, la grandezza, la qualità. Chiama in giudizio la storia, certo tuttavia che solo Dio è in grado di giudicarla con giustizia. Non cerca in Dio o da Dio risposte; Dio non è ""la risposta"""", """"Dio è la domanda"""", specie di fronte a quei mali di cui noi uomini vorremmo attribuirgli la responsabilità. Nel volume, in occasione del centenario della nascita, parlano anche voci nuove di docenti nelle Università e Centri di ricerca di Houston, Mantova, Milano, Pordenone, Roma, Udine, Venezia e Verona e ci si accorge che il pensiero di Turoldo è davvero attuale, voce profetica, libera e fedele. La raccolta comprende saggi di: L. Bruni, M. Campedelli, P. Di Piazza, M. Ferrari, F.M. Geremia, G. Goisis, M. Garzonio, R. La Valle, M. Maraviglia, M. Marcolini, P.M. Orlandini, S.M. Perrella, E.M. Ronchi, A.M. Santini, S. Scifoni, P. Stefani, F. Turoldo, G.M. Villalta."" -
Ogni cuore un roveto. Profezia, preghiera, poesia
Tre parole in particolare emergono dagli scritti di padre David Maria Turoldo, che costituiscono la nervatura del suo pensiero, della sua esperienza e attività; che ne hanno sorretto la ""tenuta"""" nelle molte prove e difficoltà; parole che hanno dato forma non solo alla sua capacità espressiva e all'incisività del suo linguaggio, ma anzitutto al suo modo di essere credente, di vivere cioè la fede e con fede, e la sua volontà di sperare anche """"contro speranza"""": esse sono la profezia, la preghiera e la poesia. Il libro raccoglie testimonianze scritte da Turoldo (e custodite nel """"fondo Turoldo"""" presso l'archivio del Priorato di S. Egidio in Fontanella) su figure """"profetiche"""", particolarmente significative nella recente storia civile ed ecclesiale; preghiere rivolte a santa Maria, in particolare, e altre scritte in forma drammaturgica, specie sul tema della pace; poesie inedite nella loro stesura, alcune delle quali sono state in parte riprese nelle raccolte pubblicate."" -
Mia chiesa pentecoste vivente. Mistero, presenza, segno
Le tre parole ""mistero, presenza, segno"""" che originano il contenuto di queste pagine hanno il sapore conciliare, non solo per la contemporaneità di alcune con quello storico evento, ma soprattutto perché ci offrono una panoramica eloquente del pensiero e del sentire turoldiano a riguardo della chiesa. Sono infatti espressione di idee intuite profeticamente e frequentate con passione e speranza da Turoldo insieme ai tanti che le hanno soffertamente e coraggiosamente anticipate. I testi qui raccolti, riproposti per la lettura sotto l'espressivo titolo «mia chiesa» intendono dare testimonianza dell'appassionato amore che padre David ha nutrito per la chiesa, il cui mistero ispirava i suoi interventi, il desiderio che ne auspicava una presenza storica più rispondente alla sua natura e la speranza che splendesse come segno visibile di unità, di pace e di giustizia."" -
Lungo il migrare dei giorni. Liturgia, ricorrenze, santa Maria
Larga parte dei testi riportati in questo volume datano del travagliato decennio ""migrante"""" di padre David, a partire dal trasferimento obbligato a Firenze, nello storico """"archicenobio"""" dei Servi alla ss. Annunziata. La raccolta è suddivisa in tre sezioni individuate da parole-chiave esprimenti motivazioni e interessi coltivati con passione da Turoldo, quali appunto l'attenzione alla liturgia, all'urgenza di una riforma di essa, anche estetica, dei linguaggi; la forza trainante delle ricorrenze che offrono spessore d'ispirazione e bellezza al """"migrare dei giorni"""". La terza sezione infine sosta in maniera contemplativa sulla Vergine santa Maria, la """"via della bellezza"""", riferimento molto amato da Turoldo, dato anche il suo legame con la prima tradizione dell'Ordine dei Servi di Maria, di cui era frate."" -
La composizione del racconto dell'infanzia di Gesù in Matteo. Persone e struttura, tempi e luoghi, riscontri e messaggio (tracce per una lettura tematica)
Il proposito della presente ricerca sul racconto dell'infanzia nel Vangelo di Matteo è di offrire al lettore l'occasione di farne una lettura, con cui riconoscere, in qualche modo, a luoghi e persone, a tempi e messaggi un ruolo. Le ""madonne"""" che animano la genealogia, infatti, conservano e trasmettono le promesse fatte da Dio ad Abramo e culminano con la nascita dell'Emanuele. Il dramma vissuto da Giuseppe conferma al lettore come Dio abbia agito in Maria con la forza creatrice, che è lo Spirito santo. Nella sua veste di narrante Matteo intende dunque riferire eventi e fatti che si pongono, per un aspetto, sul limitare del genere storico e, per un altro aspetto, sono avvolti da quel misterioso evento teologicamente definito """"la venuta in persona del Figlio di Dio nella storia dell'uomo""""."" -
Testimonianze bibliche su Maria di Nazareth
"Con questo mio libro, non intendo ripetere quanto ho scritto in altri volumi segnalati specialmente nella bibliografia. Semmai vorrebbe essere una guida ai miei studi di base. Mi rendo conto che il campo biblico-mariano, come ogni altro tema della Divina Scrittura, è sterminato. Non mi illudo di aver detto tutto: sarebbe una presunzione imperdonabile! Semplicemente voglio condensare in queste pagine i contenuti dei miei 55 anni di insegnamento al """"Marianum"""" e altrove. E così sottopongo i risultati del mio lavoro al doveroso discernimento di fratelli e sorelle, con me chiamati al servizio della Parola nell'assemblea ecclesiale.""""" -
Quell'oscura chiarezza
L'""oscura chiarezza"""" di cui ci parla Colette Nys-Mazure non è tanto l'evocazione di un celebre verso di Pierre de Corneille quanto una meditazione sull'esperienza personale di invecchiare ancorati alla quotidianità del passaggio dalla terza alla quarta età tramite una scrittura che le è propria. Molti romanzi oggi mettono in primo piano profili di persone anziane, ma pochi si soffermano sulla dimensione esistenziale e spirituale. Questo libro dunque mette in evidenza l'""""oscura chiarezza"""" che sgorga dalla quarta età. Senza timore di evocare le limitazioni imposte dall'usurarsi della macchina umana, del corpo e a volte dello spirito, sotto lo sguardo malevolo di un'epoca in preda al giovanilismo e al consumismo, senza tuttavia idealizzare nemmeno un tempo di riposo decantato da riviste e crociere. Si tratta piuttosto di dedicarsi a ciò che cambia, si muove, evolve in sé e intorno a sé. Il rapporto con il tempo, la coppia, la famiglia, l'amicizia, la società, il mondo a ferro e fuoco... Ma anche per stare in ascolto delle voci di speranza verso e contro tutto, ridire il sapore della vita."" -
Il transito
Con il titolo ""Il transito"""" l'autore ha inteso riassumere il significato della sua e nostra esistenza: """"dal cielo alla terra, dalla terra al cielo"""". In un quadro così ampio l'autore si è fatto ascoltatore, talvolta anche deluso, di tanti insegnamenti, e hanno prevalso infine alcune figure di maestri che lo hanno guidato nel suo cammino di ricerca, a partire dal Gesù narrato dai Vangeli che è il Cristo di Dio. Con gratitudine ha quindi accolto riflessione dal libro Dialoghi con l'angelo, sentenze dello sciamano don Juan di Castaneda, illuminazioni di Rudolf Steiner e approfondimenti di Massimo Scaligero (per riferire gli autori più citati nel testo); ma è soprattutto dall'incontro con fra Giovanni Vannucci che ha ricavato un incisivo indirizzo di ricerca, confacente alla sua struttura interiore e alla sua sensibilità e collegato, in particolare, al simbolismo delle lettere dell'alfabeto ebraico e al pensiero mistico che ne è derivato."" -
Il grande «rivolgimento». La genealogia di 'Adam oggi
A 97 anni, Annick de Souzenelle, autrice de ""Il simbolismo del corpo umano"""", affronta il capitolo quinto della Genesi, quello della genealogia di Adamo, e quindi dei patriarchi, da Caino e Abele fino a Noè. Dalla lettura dei testi ella ricava un'avvincente descrizione della posizione reale e simbolica occupata da questi grandi antenati. Ognuno infatti risulta essere un momento, un """"mese"""" della gestazione del feto adamitico all'interno della nostra matrice cosmica. Spiega l'autrice: «Torniamo perciò a quei sei primi patriarchi, inizialmente attenti a quanto essi ci rivelano della nostra umanità. [...] Ne darò conto finché ne ravviserò la ricchezza meditando sulla seconda parte della genealogia dell''Adam, offerta nel quinto capitolo della Genesi»."" -
Brigantaggio: storia e storie
Un accattivante titolo per due agili saggi nei quali Francesco Saverio Nitti, contestando il fatalismo e i limiti di certi stereotipi, offre al lettore stimolanti chiavi di lettura di personaggi ed eventi storici, in una prospettiva insolita di valenze e significati. ""L'Italia è la terra degli eroi"""" così nella storia eroica quale noi insegniamo e quale abbiamo imparata, afferma l'autore. Ma l'eroe non è che l'espressione di un male, della bassezza collettiva che dà luogo alla diffusa convinzione sulla soluzione delle criticità mediante la presenza e l'azione di uomini speciali, di eroi; in un paese dove ognuno abbia il sentimento della propria responsabilità, l'eroe non è possibile; dove l'educazione popolare sia elevata, e elevata la coscienza collettiva, dove tutti facciano il loro dovere non vi sono eroi, non c'è bisogno di eroi perché gli eroi si hanno quando non si è raggiunto che un debole grado di sviluppo, di solidarietà e di valore sociale."" -
Paolina mia. Lettere alla sorella
Le lettere che Giacomo Leopardi invia alla sorella Paolina dal 1822 al 1835, reticenti sui sentimenti che lo legano a lei, perché a suo avviso sono così evidenti da non avere bisogno dell'inadeguatezza delle parole, tendono ad esprimere una complicità intellettuale e un riconoscimento di valore tanto più interessante quanto più raro, in quegli anni e oltre, nei discorsi maschili sulle facoltà femminili. Giacomo, sin dalle prime battute, si ritaglia un ruolo di precettore a distanza, affinché l'esperienza personale dell'""altrove"""" - un disinganno, una verifica delle illusioni dell'immaginazione - possa funzionare anche per Paolina, costretta alla clausura recanatese, per porre argine ai sogni e invito a non aspettarsi improbabili risarcimenti oltre i confini delle Marche. Introduzione di Mariella Muscariello. Nota di Franco Foschi."" -
Diario del primo amore
La descrizione dei ""momenti cari e dolorosi"""" costituisce il tema di questa operetta, presentata in una raffinata, elegante edizione e in formato speciale. Il Diario del primo amore è del tutto funzionale a dare """"isfogo"""" a un cuore """"tenero"""", e, contemporaneamente, permette di indagare le rea¬zioni del soggetto, i suoi atteggiamenti di fronte all'assalto che egli sta subendo. Ne nasce, uno studio dei meccanismi stessi della """"passione"""" (parola chiave di un'intera cultura), illustrata attraverso gli effetti che essa produce: """"inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza, molto affetto"""", e soprattutto un desiderio indefinito, nutrito di ricordi, alimentato da visioni parziali, frammentarie, della donna amata, e destinato inesorabilmente a non potersi mai appagare. La vicenda che il giovane Leopardi analizza, si presenta come emblema di ogni possibile avventu¬ra sentimentale; non tanto con i caratteri di una precisa e circoscritta esperienza, ma, piuttosto, come l'emblema di ogni possibile avventura sentimentale."" -
Il vello d'oro
Nel chiuso di un salotto, Pippo e Irene, marito e moglie, si rincorrono e si incalzano in una sequenza di battute apparentemente incongrue , in realtà di una spietatezza che toglie il respiro e che apre varchi su inconfessabili scenari di vita vissuta, eppure esibiti con la più sconcertante naturalezza. La soluzione, imprevista e imprevedibile - un vero e proprio ""colpo di scena"""" - è tutta in sintonia con il conflitto tra i due personaggi. Un conflitto non senza spunti di surreale comicità, che invita tuttavia a riflettere sulla crisi di un rapporto e, più in generale, sul crollo di ogni illusione circa la possibilità di un genuino costruttivo dialogare."" -
Paolino e Polla. Commedia del secolo XIII. Testo latino a fronte
Il recupero di uno dei testi più significativi - e meno noti - della letteratura del 1200, fiorita presso la corte di Federico II di Svevia. Una commedia, rivoluzionaria per più aspetti, che mette in scena le trattative di un contratto nuziale fra due vecchi, Paolino e Polla, affidate a un maldestro paraninfo. -
Torre di Satriano I. Il santuario lucano
Dalla primavera del 2000, la Facoltà di Lettere e Filosofia e la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera (Università degli studi della Basilicata), hanno intrapreso una attività di ricerca scientifica sul territorio lucano, rivolgendo l'interesse all'importante insediamento antico del potentino, ubicato sull'elevato picco di Torre di Satriano, tra i due comuni di Tito e di Satriano di Lucania, avviando lo scavo sistematico presso il versante meridionale dell'altura per l'esplorazione complessiva del santuario e la conoscenza approfondita dell'insediamento arcaico, documentato dalle poche tombe già portate alla luce. La complessa attività di ricerca, o scavo, è stata condotta nel corso di quattro campagne - concluse nel dicembre 2003 -, che hanno portato alla luce, nuovi rilevanti dati sia sul complesso sacro, sia sull'abitato pre-lucano. È stata inoltre condotta, in tutto il territorio circostante l'altura di Torre di Satriano, una ricognizione di superficie finalizzata alla comprensione delle dinamiche insediative sviluppatesi nel comprensorio. Dell'attività di ricerca, Torre di Satriano I riporta puntualmente gli interessanti esiti. -
Ceramica attica da santuari della Grecia, della Ionia e dell'Italia
L'esame speciale e sostanzialmente mai spinto in profondità relativo alla ceramica più pregiata del mondo antico, quella attica; in particolare la descrizione della circolazione di quelle ceramiche che raggiunsero i santuari della Grecia, della Ionia e dell'Italia e l'analisi delle implicazioni commerciali, ideologiche e storico-artistiche che da quei flussi sono derivate. A questa fondamentale opera, che si sviluppa attraverso quarantuno contributi distribuiti in circa ottocento pagine, concorrono archeologi di tutta Europa. -
Prima delle colonie. Organizzazione territoriale e produzioni ceramiche specializzate in Basilicata e in Calabria settentrionale ionica nella prima età del ferro
Nella prima età del ferro, in Basilicata e nella Calabria settentrionale ionica si avvertono forti segni di cambiamento rispetto all'epoca precedente: accanto allo sviluppo di sistemi insediativi già esistenti sono documentate, infatti, nuove forme di occupazione del territorio, con scelte che privilegiano terrazzi pianeggianti in prossimità dei letti fluviali. Tali fenomeni sono connessi ad una notevole crescita demografica e ad un generale sviluppo economico.In questo quadro si inserisce, attorno alla metà dell'VIII sec. a.C., l'arrivo dei primi Greci sulla costa, i quali sicuramente ebbero un'influenza fondamentale nei decisivi processi in atto. L'analisi della ceramica matt-painted, attraverso la definizione di aree di produzione, circuiti di circolazione, modalità di consumo, consente di comprendere dinamiche socio-economiche proprie delle comunità indigene ma anche di rintracciare e interpretare complessi rapporti che iniziano ora ad instaurarsi tra centri locali ed elementi esterni. Sono i primi passi di un lungo processo che terminerà, nel secolo successivo, con la fondazione di colonie lungo tutto l'arco ionico. -
Alla ricerca del maestro. Occasioni di pedagogia e di letteratura
Dalla Presentazione: ""Nelle inquiete spire contemporanee è necessario tornare alla ricerca di un maestro, del 'nostro' maestro. Perché per crescere, per amare, per sapere, per acquistare il passo della nostra libertà, il maestro è necessario. Il maestro dei nostri giorni deve essere testimone! Agostino, Orazio, Epicuro, Virgilio, Leopardi, ma anche don Milani, Pasolini, Pessoa: la ricerca del maestro si trasforma in trama narrativa dell'esistenza, nella quale ogni uomo può insegnare all'altro uomo e da lui apprendere"""".""