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Expo show. Milano 2015. Una scommessa interculturale persa
Le Esposizioni Universali fin dalla loro fondazione nel XIX secolo sono state fiere dove le moderne nazioni mostravano i prodotti, commerciali ma anche culturali, del capitalismo nascente. Nate nell'era moderna, figlie dell'Europa delle ""nazioni"""", hanno rappresentato il palcoscenico della messa in scena della superiorità del pensiero occidentale coloniale sul resto del mondo. Dai cosiddetti """"zoo umani"""" all'esposizione delle merci e delle nuove scoperte, le Esposizioni Universali hanno reso concrete e visibili le teorie universaliste, di stampo positivista, base del pensiero etnocentrico dell'Europa, e poi degli Stati Uniti. L'Expo di Milano del 2015 non poteva contraddire questa """"tradizione"""". La scelta del tema """"Nutrire il pianeta energia per la vita"""", così urgente e politically correct, aveva fatto sperare in una Expo in grado di discutere l'impostazione coloniale ed etnocentrica del passato. L'Expo 2015 ha rinunciato alla possibilità di essere un evento interculturale, che abbattesse qualsiasi eredità egemonica, e ha invece prodotto una visione neo-coloniale e ancora universalista. Il libro partendo dall'analisi della struttura espositiva visuale e dalle scelte di allestimento, e dei testi ufficiali prodotti prima e durante l'Expo, mostra come gli immaginari prodotti sono stati il perfetto specchio di un paese, l'Italia, che non ha mai maturato una vera coscienza postcoloniale prima di tutto a livello culturale e politico."" -
Filosofia e pratiche dei saperi
I saggi che compongono questo volume si caratterizzano per una declinazione pratica del sapere filosofico, il quale viene esercitato nella modalità specifica dello studio di ""caso"""". Che si tratti della fotografia, del reading filosofico, della philosophy for children, dell'interculturalità o della spettacolarizzazione del tragico, la filosofia in questo libro prende le mosse dalla datità di problemi effettuali e, mettendola ben a fuoco, si sforza di costruire categorie utili per analizzarla e affrontarla. La questione che rimane aperta e che il volume intende rilanciare è quella dello statuto epistemologico del sapere filosofico e della sua relazione rispetto ad altri saperi (e strumenti di sapere), nonché il problema della legittimità della filosofia come attività pratica che riesca a originarsi a partire da una datità fenomenologicamente rilevata."" -
Forme di realtà e modi del pensiero. Studi in onore di Mariano Bianca
Questo volume raccoglie gli studi che amici, colleghi e allievi offrono a Mariano Bianca in occasione del suo settantesimo compleanno. Esso costituisce un segno di stima e gratitudine nei suoi confronti per la testimonianza di serietà, passione e rigore che egli ha fornito in quarant'anni di attività accademica nell'Università di Siena e per la sua insopprimibile passione nel discutere ogni tema della filosofia. I contributi qui riuniti, ancorché non strettamente vincolati al titolo del volume e pur essendo ispirati a interessi e metodologie eterogenei, sono comunque riconducibili ad alcuni temi centrali della sua ricerca e richiamano lo spirito aperto e critico che ha sempre contraddistinto la sua riflessione filosofica. -
Teodosio il piccolo. Con Segnalibro
In un regno immaginano il Gattocane Gabriele, Tutore Plenipotenziario del Principe Ereditario, vigila affinché il trono spetti di diritto al suo legittimo beneficiario: Teodosio, un bambino. Ma il piccolo principe è minacciato dal bellicoso Otto, costruttore di complicate macchine da guerra nel suo castello nel nord del regno e dal perfido Olivio. Il fantasy di Razvan Ràdulescu veste con gli abiti della favola una storia che mette in scena alcuni temi socialmente rilevanti come l'infanzia e il modo attraverso cui gli adulti vedono i più piccoli. Gli eventi del mondo di oggi vengono trasformati dallo sguardo di un bambino in una sfrenata follia fantastica di avventure tragicomiche. -
Il mio fiume
Essere di nuovo intero, ricucire gli stralci del tempo e dello spazio spezzati dalla guerra per trovare una continuità e superare il proprio trauma è ciò che Mustafa Huser, poeta e soldato, si propone di fare. Nasce così un labirinto onirico che si dipana su tre tempi diversi: quello dell'innocenza, l'infanzia e la giovinezza in un paesino bosniaco sulle rive del fiume Una, dove il protagonista vive immerso nell'idillio della natura, innamorato del fiume, dei suoi abitanti reali o immaginari, della sua vegetazione rigogliosa e dei cicli vitali che detta inesorabilmente. Irrompe poi il tempo della distruzione, quando sulla linea del fronte Mustafa percorre i meccanismi di lucidità e follia di chi si trova a imparare a odiare e uccidere per sopravvivere. Infine, il dopoguerra,"" carico dei fantasmi e dei tentativi di tornare alla normalità in una città e un Paese ormai distrutti. E proprio da questa impossibile normalità Mustafa ci conduce nel suo mondo interiore allucinato, rabbioso, doloroso e tenero. Il linguaggio si accorda al percorso intimo del protagonista: ora è malinconico, ora crudo. Sulle rive del suo fiume immutabile ed eterno, Mustafa, archivista e cronista del mondo passato, affida alla parola scritta il compito di ricreare la bellezza di quanto è andato perduto."" -
Storia di Dolores. Lettera al padre che non ho mai avuto
"Colei che scrive la lettera al padre, Dolores, non solo non ha mai avuto """"quel"""" padre, ma costui non è mai stato padre per lei. Entrambi gli ausiliari non sono riferibili a lui. Non a caso parliamo di ausiliari da auxilium aiuto. E qui mancano gli ausiliari perché l'aiuto non c'è mai stato. Quello che, invece, s'è manifestato è il rifiuto. Incomprensibile, irrazionale, segnale di latente follia, in quanto reiettivo di qualcosa che è geneticamente legato a sé, senza possibilità di cancellazione. Il concatenarsi dei pensieri in questa requisitoria che, a Dolores, serve per depurarsi del veleno introiettatole da Belzebù e dai suoi rifiuti - si scopre che in paese è questo il soprannome di quest'uomo davvero demoniaco - fa affiorare l'importanza del pensiero come superamento del male con cui gli altri possono colpirci. E questo pensiero si nutre delle preziose riflessioni di grandi pensatori e scrittori. E qui la filosofia è la medicina capace di far sopportare a Dolores quel rifiuto paterno""""." -
La cornice simbolica del legame sociale. Prospettive sugli immaginari contemporanei
Il ruolo attuale delle immagini e l'interesse crescente per le molte forme di espressione simbolica proprie della società contemporanea portano in superficie la difficoltà che la tradizione filosofica occidentale ha avuto ad affrontare i codici iconico-narrativi basati non sulla distinzione categoriale, ma su associazioni e identificazioni spesso implicite e non tematizzate. Tale difficoltà diventa ancora più evidente se si considera la ricaduta pubblica delle immagini e degli immaginari sociali e il fatto che proprio i repertori di sapere simbolico occupino oggi il centro della scena sociale e politica. È nello spazio aperto da questa situazione che si collocano le ricerche raccolte in questo volume il cui obiettivo è offrire, a partire da diverse prospettive, alcune piste di ricerca sugli immaginari contemporanei e sul loro ruolo nella costruzione dei legami sociali. -
Paideuma. Lineamenti di una dottrina della civiltà e dell'anima
Questo lavoro teorico, che utilizza come esempi alcuni dati desunti dalle ricerche sul campo dell'autore, ossia dalla sua esperienza viva, costituisce la sintesi della dottrina di Frobenius, grazie alla quale potè penetrare differenti culture africane, e viverle prima di delineare la loro essenza. Il paideuma è la capacità di apprendere da parte di un individuo come di un gruppo omogeneo, che vengono presi, determinati e caratterizzati da un insieme di valori in quanto linee direttive di una civiltà della quale essi sono prodotti e portatori. Esiste un paideuma infantile nel quale domina l'elemento istintivo-fantastico, che si sviluppa nell'età adulta nella forma ideale, per assopirsi, insterilirsi, meccanizzarsi nella fase finale, in quella che Spengler vede come trionfo dell'inorganico, della quantità, dei residui. Si tratta dunque di un ciclo vitale che, al di là della sua validità, soprattutto per quel che si riferisce al carattere terminale delle civiltà e nello specifico di quella occidentale, esprime con forza il senso di sé di un Occidente che osservava con giustificato timore i segni di una accelerazione dei tempi che lo rendeva irriconoscibile a se stesso. -
Il senso del segreto. Benjamin, Bataille, Deleuze, Blanchot e Derrida sulle tracce di Proust
Il senso del segreto si compone di approfondimenti tematici su cinque filosofi che hanno indagato la questione del segreto e della segretezza, attraverso un confronto - spesso esplicito, talvolta latente - con l'opera di Marcel Proust. Da Walter Benjamin a Georges Bataille, da Maurice Blanchot a Jacques Derrida, passando per Gilles Deleuze, il volume mette in chiaro l'influenza che la Recherche ha esercitato sulla filosofia del Novecento, disegnando anche un affresco sul rapporto tra filosofia e letteratura, due discipline che indagano lo stesso ordine di questioni con voci e consistenze irriducibilmente diverse. -
Il soggetto della rivoluzione. Antonio Gramsci dalla Grande Guerra al biennio rosso
Il volume ricostruisce la maturazione del dispositivo teorico di Antonio Gramsci, dall'esordio con l'articolo ""Neutralità attiva ed operante"""" sulla posizione che l'Italia avrebbe dovuto assumere di fronte allo scoppio del primo conflitto mondiale fino alle pagine degli articoli apparsi sulla rivista """"L'Ordine Nuovo"""" in cui, anche alla luce della mobilitazione sociale successiva alla Grande Guerra, l'autore individua nei Consigli di fabbrica gli embrioni dell'esercizio del potere operaio. L'idea di fondo che presiede alla stesura del testo è che, fin dall'inizio della propria riflessione e pratica politica sugli eventi di cui è testimone, Antonio Gramsci si collochi in una prospettiva in cui domina la logica dello scontro di classe tra borghesia e proletariato, con una radicalità che ha il proprio fondamento nella legittimità dell'esercizio del potere politico che può rivendicare solo chi presiede effettivamente alla produzione."" -
Scultura e memoria. Leoncillo, i caduti e i sopravvissuti
Esempio emblematico della complessità di un'opera unica nel suo genere, il Monumento ai Caduti di tutte le guerre di Albissola Marina, realizzato da Leoncillo Leonardi (1915-1968) tra il 1956 e il 1957, non offre semplicemente spunti di riflessione sulla genesi di un lavoro che ha segnato, per il suo autore, il definitivo passaggio dal neo-cubismo espressionista all'informale materico, bensì permette di affrontare istanze più generali, quali il problema della rappresentazione della memoria collettiva nell'Italia degli anni Cinquanta, dove l'impegno morale e politico di artisti e intellettuali oscilla tra il rinnovamento dell'arte urbana e il conservatorismo di larghe fasce dell'opinione pubblica e dell'establishment. Attraverso una narrazione dettagliata e coinvolgente, l'autore illustra la travagliata gestazione che ha portato all'esecuzione del Monumento ai Caduti di Albissola, corredando la ricostruzione storiografica di immagini e documenti in gran parte inediti. La fenomenologia di questa innovativa scultura pubblica, antiretorica e antimonumentale, viene traslata su un piano di stringente attualità: il ciclo di morte e rinascita ingenerato dalle guerre passate e presenti, la memoria privata e collettiva, i problemi di conservazione delle opere d'arte all'aperto. -
La competenza a curare. Il contributo della ricerca empirica
Le psicoterapie sono nel loro complesso efficaci? La loro efficacia è maggiore di altri tipi di trattamento? Ci sono approcci psicoterapici che danno risultati migliori degli altri? Cosa succede in una psicoterapia? Come fanno paziente e terapeuta a produrre un cambiamento? Cosa collega ciò che paziente e terapeuta fanno con gli esiti? Che cosa succede quando il trattamento non funziona? Ormai disponiamo di migliaia di studi e centinaia di meta-analisi prodotte dalla ricerca empirica per rispondere a queste domande e disponiamo di dati importanti che potrebbero essere utili per migliorare l'efficacia e la sicurezza delle nostre terapie. Tuttavia questi risultati non sono sufficientemente conosciuti dai clinici e hanno uno scarso impatto sull'organizzazione dei servizi di salute mentale. Molti clinici non si aspettano qualcosa di nuovo dalla ricerca che possa modificare le loro pratiche e le loro concettualizzazioni. D'altra parte molti studi e meta-analisi non sono chiaramente scritti per i clinici e sono complessi, troppo tecnici e di difficile decifrazione. Questo libro ha l'obiettivo di presentare in modo critico ed essenziale i risultati delle ricerche sulla efficacia delle psicoterapie e sui fattori che la determinano rivolgendosi ai clinici in formazione, agli psicoterapeuti e psichiatri che desiderano confrontarsi dialetticamente con i risultati della ricerca, nonché a coloro che hanno la responsabilità di gestire i Servizi Pubblici di Salute Mentale. -
Sconfinamenti. Scritti su marxismo, economia ed epistemologia in onore di Maria Turchetto
I saggi e gli interventi riuniti in questo volume costituiscono un omaggio a Maria Turchetto in occasione del suo pensionamento avvenuto nel 2014. I testi si dividono in tre parti, ciascuna delle quali corrisponde ad un aspetto del suo lavoro: rispettivamente, lo studio e la diffusione del pensiero di Louis Althusser, la ricostruzione del paradigma teorico marxista, l'esplorazione dei metodi e degli autori dell'""epistemologia storica"""", dai classici francesi come Bachelard fino a Stephen Jay Gould. Il volume vuole rendere omaggio non solo alle ricerche compiute e sostenute da Maria Turchetto in questi ambiti, ma anche alla capacità del suo lavoro di rendere possibili degli incontri fecondi, di aprire spazi di collaborazione e di lavoro comune: una capacità di cui tutti gli autori di questo volume, assieme a molti altri, hanno beneficiato nel corso degli anni."" -
Le regole della vita. Pedagogia per giovani e adulti
Quando nel 1929 Janusz Korczak pubblica ""Le regole della vita"""" ha uno scopo ben preciso: costruire """"una pedagogia per i giovani e per gli adulti"""", come indica il sottotitolo; mettere a disposizione di tutti gli adulti e di tutti i giovani - insieme - un saggio, un libro scientifico che permetta di meglio comprendere quel che si gioca effettivamente nelle relazioni interumane e nello spirito dei bambini. Per oltre ottant'anni questo libro ha conservato la sua verità e il suo segreto: accompagnare piccoli e grandi nella giungla dei loro desideri, e soprattutto delle attese spesso contraddittorie degli adulti, per meglio comprendere la complessità delle regole, quasi sempre implicite e mai davvero esplicitate, che reggono le relazioni nella società, in famiglia, così come nella vita scolastica, nel mondo dei giochi, nelle compagnie. Solo ponendo innanzi punti di chiarezza assoluta nei sentimenti e negli ideali che animano tutte queste realtà della vita, diviene possibile aiutare i bambini e i giovani a costruire il proprio progetto di vita e a migliorarsi nella prospettiva di un mondo più giusto, più umano, più solidale, a misura delle proprie aspirazioni. Proprio questo concerne anche gli adulti."" -
Da Mozart a Beethoven. Saggio sulla nozione di profondità nella musica
Eric Rohmer, appassionato di musica, in certi casi compositore di temi musicali per i suoi film, applica la propria ""teoria delle forme"""" all'arte di Mozart e Beethoven. Seguendo un excursus storico, svolge un'analisi in cui il tecnicismo critico è costantemente mitigato da una scrittura che procede con l'enfasi e l'entusiasmo di un informale parlato. La musica, soggetto privilegiato, viene rapportata anche alle altre arti, ripresa secondo le parole e la prospettiva di filosofi, critici, musicisti, scrittori, pittori. Viene così a completarsi il pensiero del regista sviluppato nella raccolta dei suoi articoli (La celluloide e il marmo) riguardanti il rapporto tra le arti e il cinema: la musica è l'unica vera sorella del cinema in grado di cogliere il reale nel suo darsi, permettendo contemporaneamente, in maniera kantiana, un'apertura alla nostra libertà."" -
Amore. Un seminario
Amare è stato spesso considerato l'esperienza più personale e incomunicabile di tutte, quella passione non razionalizzabile che tocca ciascuno in un modo unico e inesprimibile e che non ha nulla da spartire con le dimensioni e le problematiche collettive e generali dell'esistenza. Per questa sua qualità particolaristica, l'amore è stato il tema preferito di scrittori e di romanzieri, così come di poeti, di artisti e filosofi, ma raramente è stato considerato da un punto di vista sociologico e scientifico. In questa breve lezione del 1969, Niklas Luhmann compie una vera e propria rivoluzione concettuale: invece che concepire l'amore come un'esperienza personale unica e ineffabile, lo raffigura come una soluzione funzionale a problemi che dipendono dallo sviluppo di una immensa gamma di strutture e forme sociali. Gli esseri umani devono fronteggiare un mondo drammaticamente sempre più complesso, cercando modi per orientarsi facilmente e per dare senso a quella condizione. Necessitano perciò di speciali mezzi - chiamati da Luhmann ""media della comunicazione"""" - che facilitano la scelta tra una molteplicità di alternative di senso così da poter essere facilmente compresi da tutti e capaci di motivare una risposta, agevolando i processi comunicativi. L'amore è uno di questi media, come lo sono la verità, il denaro, il potere, l'arte, il diritto, la morale. Il cambiamento, la differenziazione, la complessificazione di una società sempre più pluralista e policontesturale pongono crescenti aspettative nei confronti della funzione sociale dell'amore in quanto ne rendono sempre più improbabile la realizzazione: l'amore diventa perciò un'improbabile normalità, con tutti i problemi che ne derivano soprattutto a livello della sua elaborazione culturale (sempre più problematica) che impone aspettative sempre più esigenti a personalità in crescente difficoltà."" -
Per un nuovo umanesimo. Itinerari
Il tempo in cui viviamo è caratterizzato da un insieme di miti apparentemente indistruttibili che si chiamano mercato globale, crescita, sviluppo, profi tto, tecnocrazia: la promessa che contengono è quella di un mondo di pace, benessere e giustizia, non oggi purtroppo ma in un futuro lontano. La realtà del presente, quella che veramente conta, è però altro: l'assedio di un nuovo terrorismo creato in gran parte dalle politiche occidentali, la morte per fame e malattie di sei milioni di bambini ogni anno, l'aumento esponenziale del divario tra ricchi e poveri, l'imminenza del disastro ambientale, guerre, precarietà, disagio psicologico generalizzato. Nell'enciclica Laudato si' papa Francesco ha sottolineato con forza la necessità impellente di un nuovo umanesimo non più esclusivamente antropocentrico, con un discorso ecologico che lega la protezione dell'ambiente all'urgenza etica di tutelare le vittime della storia dominante, delineando una nuova immagine dell'uomo e riscoprendo un Divino diversissimo dal Dio dei potenti venerato per millenni. Occorre scegliere di situarsi, ha scritto Raul Fornet-Betancourt, nella diversità culturale distrutta, schiacciata o emarginata dalle imprese coloniali che hanno oppresso l'umanità specialmente nell'età del furore smisurato provocato dalla modernità capitalistica centroeuropea. Questo nuovo umanesimo (che Raimon Panikkar ha chiamato visione cosmoteandrica) oggi vuol dire allora dialogo a 360 gradi, oltre ogni riduzionismo e visione parziale e unilaterale. -
Icona e raffigurazione. Bachtin, Malevic, Chagall
In Michail Bachtin la teoria della creatività artistica è fondamentalmente rivolta allo studio della letteratura. Essa però si presta ad essere messa in rapporto ed in dialogo con la ricerca artistica nell'ambito del visivo, e in particolare, relativamente ai nostri interessi, con la pittura. Ciò non è dovuto tanto al fatto che nell'opera bachtiniana si possano trovare riferimenti alle arti visive o al fatto che l'estetica bachtiniana spesso allarghi il proprio discorso spostandolo dal campo della letteratura a quello della produzione artistica in generale. La possibilità di far incontrare dialogicamente la ricerca bachtiniana con quella pittorica dipende piuttosto dal ruolo che in entrambe gioca la raffigurazione in contrasto con la riproduzione, la rappresentazione, l'imitazione. La questione riguarda la concezione e l'impiego dei segni, ed è quindi di ordine semiotico. E il segno che è direttamente coinvolto nella ricerca pittorica di Kazimir Malevic? e di Marc Chagall, come pure nella teoria della raffigurazione estetica di Bachtin, è l'icona. Tale tipo di segno occupa un posto centrale anche nella semiotica di Charles Sanders Peirce in quanto maggiormente capace di innovazione e di inventiva. -
Ora e sempre No Tav. Pratiche e identità del movimento valsusino contro l'alta velocità
Condannata in primo grado a due mesi di carcere per ""concorso morale in violenza aggravata e occupazione di terreni"""" a causa di una tesi di laurea specialistica. Ha destato grande scalpore la sentenza emessa nel giugno 2016 dalla Procura di Torino nei confronti di Roberta Chiroli, studentessa della Ca' Foscari, colpevole di aver seguito sul campo le proteste del movimento No Tav per scopi di ricerca. Quel """"noi"""" con il quale Roberta racconta la storia e la crescita della contestazione in Val di Susa, viene utilizzato dai pm come una delle prove di partecipazione morale ai disordini avvenuti nel giugno 2013, aggiungendo un nuovo capitolo al dibattito che chiama in causa libertà di espressione, diritto di cronaca e salvaguardia dell'ordine pubblico. Dove finisce il diritto di cronaca e di manifestazione del dissenso nei confronti di una delle opere più contestate degli ultimi decenni? E dove comincia la sovversione, il vandalismo, se non addirittura il terrorismo? Dopo i chiacchieratissimi casi del noto scrittore Erri De Luca e dei giornalisti Davide Falcioni (Agoravox) e Flavia Mosca Goretta (Radio Popolare), ì'affaire Chiroli ha sollecitato ulteriori interrogativi a cui, per il bene del sistema democratico, sarebbe dove¬roso trovare una risposta. """"Ora e sempre No Tav"""" ricostruisce in forma attualizzata e con taglio divulgativo il prezioso lavoro di ricerca effettuato dalla studentessa. Attraverso le interviste rivolte agli attivisti, la partecipazione alle assemblee del movimento e l'osservazione sul campo (giugno-luglio 2013), Chiroli cerca di inquadrare da un punto di vista etnografico le pratiche e l'identità del movimento No Tav, di ricostruirne la storia, l'organizzazione, la produzione cultu¬rale e di analizzare il diverso modello di partecipazione dal basso che il soggetto politico No Tav ha promosso in questi anni di lotta."" -
Verso l'estremo. Estensione del dominio della destra
Da qualche tempo dilaga in Europa una destra nazionalista e xenofoba che, di fronte a governi neoliberali sempre più timidi al cospetto del potere finanziario, ha buon gioco nel costruire consensi attraverso un discorso fortemente antiliberale. Luc Boltanski e Arnaud Esquerre analizzano questa deriva ""verso l'estremo"""" con grande lucidità, sottolineando come essa, da un lato, radicalizzi le posizioni della destra classica, dall'altro, intercetti il consenso di elettori che nel passato si schieravano a sinistra. La crescita degli estremismi è la spia di una crisi più profonda della politica a cui urge rispondere.""