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L' ultimo degli ebrei. Jacques Derrida e l'eredità di Abramo
"L'ultimo degli Ebrei"""": così Jacques Derrida, da un certo momento in poi, ha scelto di presentarsi, lasciando emergere, in maniera volutamente paradossale, la propria provenienza di ebreo algerino di lingua francese. Disseminate all'interno della sua opera, le tracce di questa eredità ebraica sono allora divenute sempre più evidenti anche ad uno sguardo retrospettivo. Scegliendo come chiave di lettura dell'intera opera derridiana il suo """"rapporto senza continuità ma senza rottura"""" con l'ebraismo e, più in generale, quello con le tradizioni monoteistiche, il presente studio tenta di ricostruire il lascito di un'eredità capillare e imponente, e tuttavia irriducibile ad una mera filiazione. Per comprendere il carattere paradossale di tale rapporto, al tempo stesso assunto e negato, appare decisiva la figura del marrano, l'ebreo che, in segreto, custodisce una tradizione a tal punto contaminata da divenire irrecuperabile. Alla luce del confronto serrato e costante con il pensiero di Lévinas, ma anche del rapporto con il pensiero di Heidegger, tale eredità si mostra irriducibile sia ad un orizzonte religioso, sia ad una illuministica secolarizzazione. Derrida intende piuttosto riaffermare, al di là di ciò che """"religione"""" e appartenenza religiosa significano, il primato di una fede che, al fondo anche di ogni sapere, ci affida all'altro." -
Più-che-sacro, più-che-profano
Che cosa vuol dire oggi essere pagani? È ancora valida l'eredità concettuale del politeismo antico? Quali messaggi possono trasmetterci i culti degli dèi dell'Africa e dell'Australia? La volontà di abbattere la separazione tra Occidente e culture primarie ha portato alcuni antropologi e teologi del primo Novecento a rielaborare la nozione di sacro. Il loro lavoro merita di essere ripreso e radicalizzato: le nuove dimensioni del più-che-sacro e del più-che-profano ci iniziano a un pensiero del rito e della cerimonia che dissolve le barriere tra la religione e il mondo. -
Etica ed esperienza. Levinas politico
Il testo - il primo dell'autore tradotto in lingua italiana - si compone di una serie di saggi sui risvolti etico-politici del pensiero di Emmanuel Lévinas. In particolare intende ribadire come l'etica levinasiana non vada confusa con una filosofia morale, bensì con quella dimensione originaria del ""faccia a faccia"""" che descrive l'esperienza dell'umano. Proprio dalla radicalità di questa esperienza, dalla responsabilità infinita cui chiama, è necessario partire per mettere in questione la politica e i molteplici discorsi in cui essa si esplica. Vengono così illuminati il rapporto tra diritto e giustizia, tra la responsabilità etica e la legge, i limiti della comunità, scendendo fino ad analizzare le poste in gioco dell'impegno sociale. Il quadro che risulta è quello di un pensiero che riconosce la priorità e l'irriducibilità dell'etica del volto rispetto ad ogni politica, ma al contempo riafferma e rilancia il legame imprescindibile con una politica che sappia corrispondere alle sue sollecitazioni."" -
Cinema
Il cinema è un linguaggio fondamentale del nostro tempo. Gilles Deleuze scopre e scandisce la bellezza del suo alfabeto. Il regista è un pensatore che pensa attraverso immagini-movimento e immagini-tempo. Uno dei più grandi filosofi del Novecento mette in gioco la riflessione, le passioni dello spettacolo, il loro significato estetico profondo che sa essere e individuale e collettivo. Gli universali dell'estetica vengono riletti nella grande narrazione cinematografica. Il tempo e i suoi momenti si rivelano in immagini affezione, immagini azione e immagini pulsione. La guida affascinante e autorevole del grande filosofo ci sta seduta accanto nel buio della sala e ci fa vedere di più. -
The Matrix
Il cyberspazio contiene una dimensione gnostica. Vale a dire una sorta di materialismo spiritualizzato. Non una realtà superiore, puramente speculativa e astratta, ma una proto-realtà evanescente, una dimensione di fantasmi irreali. Una delle menti più brillanti dei nostri giorni, il filosofo irriverente per eccellenza Slavoj Zizek sa penetrare l'ovvietà dell'immagine per aprirci gli occhi su quel che abbiamo ancora il potere di vedere. -
Virtuale
I nuovi media sono senza dubbio destinati a nascere, stanno già nascendo. Nel frattempo, però, il paesaggio dell'immaginario si manifesta senza alcun pudore nei vecchi media della morente civiltà di massa: il cinema e il libro. Smentendo una profezia di Me Luhan, già negli anni ottanta Ridley Scott e David Gronenberg, William Gibson e Bruce Sterling, Paul Verhoeven hanno cominciato a disegnare le mappe della nuova simbiosi, a far circolare i primi veri trattati di psicologia del cyborg. -
L' uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo
Pubblicata nel 1940, ma profondamente riveduta dopo la seconda guerra mondiale, ""Der Mensch. Seine Natur und seine Stellung in der Welt"""" si può considerare l'opera fondamentale dell'antropologia filosofica di Gehlen. Qui prende forma una concezione dell'essere umano come natura biologicamente carente, costretta a procacciarsi chance di sopravvivenza attraverso l'azione e il continuo intervento sull'ambiente. La povertà di istinti e di specializzazioni, che distingue l'uomo dall'animale, trova compensazione nella capacità di creare cultura, facendo così dell'artificio la vera essenza della vita umana. Il linguaggio, la tecnica, le istituzioni sono i mezzi attraverso i quali l'uomo trasforma il proprio destino, libero e nondimeno vincolato a regole che non può trasgredire. Sullo sfondo, l'aridità di un pensiero marcatamente conservatore, ma tuttavia capace di sollecitazioni decisive e di straordinario rigore."" -
Filosofia nei manga. Estetica e immaginario nel Giappone contemporaneo. Con un saggio di Marco Pellitteri
I fumetti e i disegni animati giapponesi sono ormai noti in tutto il mondo per il loro stile, la loro carica innovativa, talvolta provocante e violenta, spesso romantica e graffiante. I manga riscuotono successi tra il pubblico giovane, e interesse, curiosità o sconcerto negli adulti e negli appassionati legati al mondo dei fumetti americani o europei. Ma cosa significa dire che in questo genere di storie vi è un contenuto filosofico? Questo testo prova a rispondere a questa domanda, fornendo alcune possibili chiavi di lettura per un approfondimento dei loro contenuti e modalità narrative. L'idea che anima queste pagine è quella che considera il mondo della ""letteratura disegnata"""" come un luogo decisivo nella contemporaneità per il dialogo tra le culture, che possono riscoprire se stesse attraverso il confronto con l'altro."" -
Oltre l'utopia basagliana. Per un nuovo paradigma della psichiatria. Fondamenti psicosociologici e sociopolitici della Legge 180
Il basaglianesimo rimane l'ultimo approccio fondamentalista al problema della malattia mentale. Con la propaganda mistificante sulla Legge 180, esso rimane uno strumento ideologico al servizio di una settaria visione politica. ""Prendersi cura della persona"""" significa porre in sinergia le conoscenze complesse sull'uomo, per un lavoro che coinvolga la psiche, il corpo e il contesto di appartenenza. Non riconoscere ciò dimostra solo la volontà di voler continuare a gestire un potere politico ed economico, e il disinteresse per una reale partecipazione condivisa alla salute individuale e comunitaria. Superare il basaglianesimo significa rifiutare ogni deriva relativista e pensare in convergenza ciò che si vuole artatamente opposto per contrarietà."" -
Natura, storia, società. Studi in onore di Mario Alcaro
Il presente volume, che raccoglie contributi di studiosi di varie università italiane e di diverso orientamento riflessivo, di colleghi, amici ed allievi di Mario Alcaro, ripercorre temi e problemi propri dei filoni di ricerca maggiormente frequentati dallo stesso Alcaro: dalla riflessione sul pensiero meridionale e mediterraneo ai temi della politica e del marxismo, ai rapporti tra scienza e filosofia della natura, alle interrelazioni tra filosofia e storia delle idee. Il volume si presenta come un doveroso omaggio a uno studioso che ha educato più di una generazione di allievi nell'Ateneo di Messina e nell'Università della Calabria. -
La finestra svelata. Leon Battista Alberti e l'anima delle immagini
Quali scene primarie lascia intravedere il dispositivo ottico più famoso della storia dell'arte occidentale: la ""finestra aperta"""" albertiana. Che regimi simbolici della visione dissimula il velum attraverso cui il reale viene rispecchiato in immagine. A quali altezze o profondità si spinge il celebre, quanto enigmatico, occhio alato dell'Alberti. Ancor prima della razionale gabbia prospettica della historia Leon Battista Alberti, """"padre delle tre arti"""", ha voluto rendere visibile, per scene distinte, il racconto delle origini dell'arte che anima i variegati spazi che si dispiegano tra il simile e il dissimile, la copia e il deforme, i sottili riflessi della fonte di Narciso e le inquietanti metamorfosi burlesche del dio velato Momo. Rendendo presente l'assente, come si legge nel De pictura, il poliedrico e camaleontico umanista delle arti dilata gli orizzonti visivi della ragione fino ad includervi il cielo stellato del mito e le fluide regioni del sogno. È questo il percorso che ci invita a seguire l' Alberti, """"virtuale"""", riletto seguendo nei suoi scritti gli stratificati rinvii associativi della celebre metafora del quadro-finestra."" -
Denaro e vita. Senso e forme dell'esistere
La riflessione di Simmel sul denaro non è nulla di economico né ha alcun aspetto sociologico, ma coinvolge l'ambito filosofico dell'esistenza umana. In questo senso la filosofia del denaro è una filosofia della forma che manifesta in modo emblematico l'essenza della vita. Nessuna ricostruzione storica né alcuna legge economica può ridare la complessità del problema del valore del denaro per la vita. Lontano tanto dalla scuola classica inglese quanto dal marxismo, come dalla riflessione weberiana sull'economia monetaria, Simmel propone una visione del fenomeno del denaro analizzato 'sub specie philosophiae', in tutte le sue poliedriche sfaccettature non solo vitalistiche ma anche estetiche. La forma denaro è dunque quella che meglio di altre manifesta il movimento della vita dell'uomo e la sua drammatica e insuperabile essenza conflittuale. In ciò consiste l'attualità della sua riflessione che da sempre ha pensato il denaro come il più potente livellatore dell'esistenza. -
Sulle reliquie
A metà del cinquecento in pochi credevano all'autenticità della Sindone. Lo stesso drappo che oggi a Torino viene contemplato in religioso silenzio da migliaia di visitatori è chiaramente additato come un falso in questo lavoro puntiglioso di Giovanni Calvino. Teorico di una delle due grandi riforme del cristianesimo, Calvino spiega il danno fatto dal culto di questi oggetti. Idolatrare delle cose solo perché appartenute per ipotesi ai santi o ai martiri è una forma di superstizione che allontana dal vero messaggio cristiano. La fede interiore e la contemplazione dell'opera dell'universo è il modo degno di onorare il supremo. Il testo fu scritto nel 1543 ed è un prezioso documento dei valori della riforma protestante. Ma letto oggi mostra quanto la Chiesa cattolica e i suoi ideologi contemporanei stiano nutrendo credenze sfatate da secoli. Un testo antico e vicino, quindi, che permette di riflettere sul senso profondo delle nostre credenze, sulle particolarità tutte italiane del sentimento religioso. -
Contro padre Pio
I rapporti confidenziali che Agostino Gemelli scrive contro padre Pio hanno lo scopo di allarmare gli alti vertici della Chiesa e indurli a reprimere un fenomeno inquietante che svela un cattolicesimo delle campagne, della provincia, per nulla uscito dalle sue forme medievali più oscurantiste. Il suo giudizio ""clinico"""" è nettissimo: padre Pio sarebbe """"uno psicopatico ignorante che induce in automutilazione e si procura artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente"""". L'intervento di Gemelli ebbe una certa efficacia nel mettere ai margini dell'ufficialità padre Pio, in un periodo in cui la Chiesa promuoveva una nuova cultura cattolica """"al passo coi tempi"""". Nell'epoca attuale, in cui il santo con le stigmate è divenuto una suggestionante immagine globalizzata, osannata ufficialmente, i documenti, pubblicati qui integralmente, disvelano una lotta spietata e spesso occultata all'interno di una Chiesa pronta a favorire con opportunismo il volto più vincente."" -
Parva aesthetica. Saggi 1958-1967
Nell'ultimo decennio di vita Adorno torna più volte su temi di carattere estetico che caratterizzano non solo il suo approccio all'arte moderna, ma il rapporto con il pensiero filosofico nel suo complesso. Il concetto di Aesthetica, volutamente citato in latino, costituisce una porta d'accesso a questioni di carattere metodologico, gnoseologico, ontologico e sociale, in un continuo confronto con la negatività che abita all'interno della stessa cultura. La formulazione di un'estetica normativa appare impropria agli occhi del filosofo tedesco: per questo motivo egli ritiene impossibile affidare al pensiero il compito di costruire modelli e valori artistici universali. La scelta di Adorno, nei saggi qui raccolti, consiste piuttosto nell'elaborare forme di pensiero critico, nella convinzione che di norme e modelli non si potrà parlare come valori assoluti, ma unicamente come dimensioni problematiche. -
Un' etica di suoni. Musica, morale e metafisica in Thomas Mann
L'argomento musicale investe l'opera e il pensiero di Thomas Mann costituendo una chiave di lettura privilegiata delle tematiche propriamente filosofiche messe in gioco dallo scrittore nella sua vasta produzione letteraria e saggistica. Lo statuto metafisico che la musica vi assume permette di dare una peculiare collocazione ad argomenti come l'eros, la soggettività, la morte, la libertà, l'arte e la sua 'morale', alla luce dell'apporto fornito dai numerosi referenti e modelli filosofici, musicali e letterari, che confluiscono nell'opera di Mann secondo una prospettiva critica saldamente radicata nella realtà storico-culturale del suo tempo. -
Ludovico Geymonat epistemologo. Con documenti inediti e rari
Ludovico Geymonat (1908-1991), il padre riconosciuto della Filosofia della scienza del Novecento in Italia. In questo volume l'opera specificatamente epistemologica di Geymonat viene sottoposta ad una disamina critica sistematica che ne studia la dinamica intrinseca e la specificità, dipanando le differenti ""anime"""" teoretiche che si sono variamente intrecciate nel corso della straordinaria biografia intellettuale di questo epistemologo. Il filo rosso che unifica le varie forme della sua riflessione filosofica è qui individuato nella costante difesa di una razionalità critica costituente uno strumento umano che, per quanto flebile e claudicante, configura tuttavia l'unica possibilità di costante approfondimento critico del nostro sapere oggettivo e della nostra stessa consapevolezza filosofica. I documenti inediti pubblicati - il carteggio completo intercorso tra Moritz Schlick e Geymonat, le lettere inviate da Geymonat ad Antonio Banfi e Mario Dal Pra, un prezioso testo inedito di Geymonat del 1936 e una lettera di Remo Cantoni - offrono inoltre molteplici e nuovi elementi per meglio intendere le movenze più riposte di una coraggiosa """"battaglia culturale"""" come quella di Geymonat, che ha sempre considerato e praticato la filosofia quale effettiva ricerca della verità."" -
I due misteri. Da Magritte alla natura della rappresentazione pittorica
Quale rapporto intercorre tra il mondo e la sua rappresentazione? Le opere pittoriche di Magritte parlano di una relazione di somiglianza tra le cose e le loro immagini. I suoi quadri rendono visibili per come sono in verità gli oggetti che popolano la realtà esterna. Questo libro attraversa l'opera del pittore al fine di proporre una nuova concezione teorica della natura della raffigurazione pittorica. Alla base di questa indagine troviamo il nesso tra immagine e percezione, il cui intreccio costituisce la trama della realtà iscritta nella pittura. L'arte per Magritte deve evocare il mistero: l'autore segue le orme del pittore non per portare alla luce ciò che è nascosto, ma per mostrare ciò che già di per sé è evidente, alla luce del sole. -
Celan Heidegger
"Il luogo di confronto tra Heidegger e Celan, qui scelto, è il 'linguaggio'. Ad esso appartengono entrambi. Ma come due mondi diversi e distanti, tanto da rendere il luogo di appartenenza un puro spazio vuoto, un'astrazione. Ciò che davvero pone in relazione il filosofo e il poeta è allora il tempo: il tempo del linguaggio. Il linguaggio poetico di Celan nasce con la morte del linguaggio filosofico di Heidegger."""" (V. Vitiello)" -
Il «destino» di un incontro. Salvador Dalì e Walt Disney
Nel 1946 Salvador Dalì e Walt Disney si incontrano per lavorare alla realizzazione di un cortometraggio ispirato alla ballata del compositore Armando Dominguez dal titolo ""Destino"""". Due personaggi in apparenza così lontani fra loro sono in realtà legati da un intento che segna la loro vita: rendere concreti i sogni. Questa è la storia di due uomini e di un incontro che ha dato inizio a un progetto destinato a essere concluso, e conosciuto, solo dopo molti anni dalla sua ideazione.""