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Un dispositivo che educa. Pratiche pedagogiche nella scuola
Parlare della scuola come dispositivo che educa significa voler riaffermare una sua specifica intenzionalità ed efficacia educativa. Ma questa può apparire oggi un'affermazione azzardata o controcorrente visto che i discorsi sulla scuola mettono per lo più in evidenza la fatica, il disagio, la perdita di senso e di incidenza dell'esperienza scolastica, che attraversano tutti i suoi protagonisti. Proprio per questo ci sembra importante riproporre l'interrogativo di come la scuola possa recuperare e interpretare il suo compito educativo. Questo libro vuole contribuire a ciò pensando alla scuola reale, ai suoi gesti e discorsi quotidiani, alle pratiche del suo lavoro di formazione. E sceglie in particolare di occuparsi di alcune pratiche che massimamente sembrano esprimere l'attitudine educativa della scuola: il progettare, il valutare, l'orientare. Perché è la pratica di queste dimensioni pedagogiche trasversali che fa sì che ""fare scuola"""" significhi progettare e istituire campi di esperienza educativa, costruire e presidiare ambienti e condizioni in cui apprendere, accompagnare e sostenere i percorsi di formazione, aprire conoscenza e consapevolezza di che cosa e come si apprende."" -
L' immaginario della scuola
La scuola è stata crivellata, a giusto titolo, da quasi tutti i saperi, perché incredibilmente complicata, esposta a infinite preoccupazioni, luogo di incrocio di vite, pratiche, saperi, strutture. A scuola si continua a tornare, con la memoria, con la scienza, con le ferite patite e inferte, con la presunzione di sapere. Anche questo libro torna a studiare la scuola, cercando di penetrare la nebulosa di immagini che le ruota intorno, con il proposito di intrecciare e rendere visibile l'ordine simbolico del discorso e delle figurazioni che su di essa si danno e intorno ad essa si stringono. La scuola come un volto, un organismo vivente, dotato di una presenza, di modi, di stili leggibili anzitutto nella materialità dei suoi segni e delle sue forme, ma anche nel reticolo degli sguardi che la invischiano o che ne traggono spunto per celebrare uno snodo rilevante del vivere, un esperimento umano in cui affiora la fisionomia di un mondo e delle sue promesse. Gli sguardi del cinema, dell'arte e persino delle produzioni autarchiche dei suoi abitatori che, proiettandosi su di essa, istituiscono di fatto un infra-mondo simbolico che permea e percola in quello, solo apparentemente più concreto e ""letterale"""", dei gesti, delle relazioni, dei fatti."" -
Immanenza
La problematica dell'immanenza rappresenta sicuramente ilfit rouge dell'intera produzione di Gilles Deleuze. Fin dal suo primo saggio. Mathesis, scienza e filosofia (1946), Deleuze situa infatti il concetto di mathesis universalis a livello della vita, di un'individualità che, però, in sé rivela già una sintesi universale, un sapere collettivo e supremo. Questi stessi rapporti instaurati tra l'uno e il molteplice si ritrovano anche all'interno dell'ultimo scritto di Deleuze, ""Immanenza, una vita..."""" (1995), dove l'immanenza assoluta trova il suo compimento all'interno di """"una vita"""", luogo generico dell'essere. Questa vita si connota come singolarità non-individualizzata (ecceità), esattamente come i neonati """"si assomigliano tutti e non hanno individualità, ma hanno singolarità, un sorriso, un gesto, una smorfia [...]"""". Concatenamenti ed ecceità vengo a ritrovarsi, in ultima analisi, anche nell'architettura simbolica di un testo come Mille-Piani, la cui breve disamina, sotto forma d'intervista al filosofo, chiude questa raccolta."" -
Eterotopia
I saggi di Michel Foucault presentati in questa raccolta trattano del concetto di spazio contemporaneo secondo una duplice accezione: in relazione generica al rapporto col potere e con gli apparati collettivi; in relazione allo spazio del fuori, quello del vissuto. In entrambi i casi centrale resta il concetto di eterotopia. quel luogo che ha il potere di giustapporre diversi spazi che sembrano tra loro incompatibili. Eterotopie, i non-luoghi della nostra contemporaneità, sono per Foucault i cimiteri, gli specchi, i musei e le biblioteche, le feste ma anche, paradossalmente, lo spazio virtuale del linguaggio. Questo infatti si situa sempre in un territorio sospeso, in quel ""punto cieco da cui promanano le cose e le parole nel momento in cui si portano verso il loro punto d'incontro""""."" -
Cyberfilosofia
Jean Baudrillard ha utilizzato molto spesso alcuni aspetti dell'immaginario fantascientifico post-human e post-moderno (avendo presente autori comejames G. Ballard e Philip K. Dick). Universi paralleli creati dalle nuove tecnologie, individui che si confrontano con apparecchi seduttivi e macchinici, simulacri della contemporaneità, automi e robot: ecco parte di quell'universo patafisico che il filosofo scandaglia puntualmente. Il reale, in questo universo ""retto dal principio di simulazione"""", non può che superare il suo presunto modello, il simulacro, di cui diventa semplicemente una sbiadita memoria, un """"oggetto perduto"""" o meglio un """"alibi""""."" -
L' arte che non muore. L'mmaginale contemporaneo
L'arte che non muore intende discutere la condizione dell'arte contemporanea provando a leggerne il profilo da una prospettiva di tipo immaginale che, rifiutando di accreditare l'ipotesi conclamata della sua morte e della sua liquidazione commerciale, cerca di individuarne i caratteri precipui e l'irriducibile e fondamentale ""sopravvivenza"""". Contro l'idea fondamentalmente teleologica che l'arte, come la storia o la filosofia, possa terminare, l'interpretazione immaginale assicura il riconoscimento della fisionomia strutturalmente anacronistica del fenomeno artistico e della sua insopprimibile e continua risorgenza. Inoltre il libro mira ad approfondire lo sguardo immaginale intorno alle opere simboliche anche in quanto è indirizzato a promuovere una modalità di esperienza di esse capace di esaltarne la vitalità, la forza trasformatrice e la peculiare forma di conoscenza che ne scaturisce."" -
Quaderni materialisti. Vol. 7-8: Marx. Lo spettro bussa ancora.
La rivista ""Quaderni materialisti"""" nasce per iniziativa di Mario Cingoli, ordinario di Storia della Filosofia all'Università degli studi di Milano-Bicocca, e dei suoi collaboratori. Il gruppo di studiosi diretti dal Professor Cingoli si dedica da anni allo studio della tradizione materialista, dal pensiero antico al materialismo moderno, con particolare attenzione al pensiero di Marx ed Engels."" -
Essere, fondamento, abisso. Heidegger e la questione del nulla
Se la questione del nulla ha assunto oggi una posizione centrale nel dibattito filosofico contemporaneo, lo si deve al pensiero di Heidegger che ha conferito al problema della negatività una portata ontologica fondamentale. Da Essere e tempo (1927) a Che cos'è la metafisica? (1929), dai Beiträge zur Philosophie (1936-1938) al Principio di ragione (1957), il filosofo tedesco compie un percorso di rinnovamento della tradizione ontologica occidentale che conosce discontinuità e accelerazioni, slanci e indugi. Rispetto all'enfasi posta dalla storia della metafisica sulle determinazioni ontiche del pieno e del positivo, da cui è derivato il deprezzamento del nulla e la sua riduzione a mancanza assoluta, Heidegger valorizza le dimensioni del vuoto e dell'assenza, facendo del nulla il perno di una rifondazione complessiva della problematica dell'essere e del fondamento. La Nichtsfrage mostra così la sua stretta connessione con la Seinsfrage, costituendone il risvolto più enigmatico e inquietante. -
Il peso di un pensiero, l'approssimarsi
Il peso di un pensiero è ciò che resta ancora da pensare. E tale peso non si mostra che attraverso ""tocchi, abbozzi, profili sottratti, calchi perduti"""". In questi saggi Nancy ci porta a sperimentare la caduta del pensiero verso un centro di gravità mai raggiunto, ma sempre prossimo, a venire. E quindi, da qui, ci invita a ripensare il senso del mondo, del corpo, dell'esistenza, affrontando e riconoscendo tutti i fondamentalismi e tutte le follie identitarie. Il gesto filosofico di Nancy vuole essere quello della messa in opera di una """"resistenza"""" pesante del pensiero che sia capace di mettere fuori gioco ogni volontà di rappresentazione, ogni logica del fondamento, ogni hybris metafisica """"misurando il quotidiano"""" dell'esistenza. Tutto questo comporta una riflessione radicale sulla nostra provenienza e sulla nostra traiettoria, insomma su ciò che vogliamo essere: """"né luoghi, né cieli, né dei: smantellamento e decostruzione degli spazi chiusi, dei recinti, delle chiusure""""."" -
Criminalità dei potenti e metodo mafioso
"Cos'è la criminalità dei potenti? E cosa c'entra la mafia con il crimine dei colletti bianchi? Quali effetti può determinare la saldatura degli interessi mafiosi con quelli del potere politico, economico e finanziario? La globalizzazione dei mercati ha incrementato le occasioni, i modi e le forme di collaborazione tra mafie e colletti bianchi: l'integrazione tra il sistema delle regole e quello dell'illegalità è divenuto molto più semplice, anche grazie all'interazione con sistemi politici ed economici sempre meno democratici e trasparenti. Così, oggi è diventato più difficile distinguere un mercato che utilizza mezzi illeciti dal mercato delle transazioni lecite, dal momento che l'intervento mafioso tende ad agire a monte, sul processo di normazione e di decisione politica. Per provare a elaborare nuovi e più aggiornati paradigmi su questi processi di trasformazione che investono il mondo della criminalità organizzata e le sue relazioni con i colletti bianchi, è necessario mettere insieme competenze e culture diverse. Abbiamo provato a riunire operatori del diritto, imprenditori e studiosi per stimolare un momento di riflessione e di scambio di conoscenze, tentando di superare la visione parcellizzata che spesso affligge questo settore di studi. Partendo da questi presupposti, il volume approfondisce questo ambiguo connubio che, nel suo dispiegarsi, costituisce un pericolo concreto per i valori democratici e il futuro del nostro Paese.""""" -
Liberi dalla civiltà. Spunti per una critica radicale ai fondamenti della civilizzazione: dominio, cultura, paura, economia, tecnologia
È possibile vivere in un mondo senza dominio, senza sfruttamento, senza inquinamento e mercificazione? Per almeno due milioni di anni i nostri antenati primitivi hanno vissuto così, ed è solo con la comparsa dell'agricoltura che l'esistenza ha preso la via di una distruttività sempre più accelerata e dilagante. Infranta l'originaria unione con la Natura abbiamo sottomesso le terre (coltivazione), e poi gli animali (allevamento), e poi le donne (società patriarcale), e poi chiunque altro (schiavitù, lavoro dipendente, massificazione). Oggi siamo diventati gli anonimi ingranaggi della Megamacchina, funzionali unicamente alla sua espansione in ogni angolo del pianeta. Non contano più le persone, le relazioni, la vita genuina e autentica; contano solo i congegni elettronici, l'efficienza produttiva, la competizione, l'addestramento, la manipolazione. È la crisi del nostro mondo: un mondo sempre più artificiale e tossico nel quale uomini e donne repressi negli impulsi vitali, distanziati dalla capacità di fare da soli e resi dipendenti dai rimedi della tecnoindustria, sopravvivono drogati dai diversivi senza più alcuna gioia di vivere. Non sorridiamo più, non ci illuminiamo più, siamo ogni giorno più tristi, delusi, spaventati, avvelenati, stressati, oberati. Il libro di Manicardi analizza i mali del nostro tempo fin dalla loro genesi. -
Introduzione al pensiero politico di Habermas. Il dialogo della ragione dilagante
Il testo ha l'obiettivo di ricostruire, in modo agile ma sufficientemente soddisfacente e puntuale nei riferimenti teorici, tutta la vicenda del pensiero politico di Habermas, dagli anni Sessanta-Settanta a oggi. Vengono così delineati i concetti e i temi basilari proposti dal filosofo-sociologo tedesco: la critica del tardo capitalismo e le ipotesi della crisi della legittimità, il rapporto tra la dimensione politico-sistemica e quella dei ""mondi della vita"""", la teoria deliberativa della democrazia, la particolare visione dello Stato nell'epoca della globalizzazione e del multiculturalismo, la questione dei rapporti della politica con l'etica, la religione e la modernità, il ruolo del diritto e della sfera pubblica. Evidenziando, di volta in volta, l'uso delle diverse prospettive di ricerca di Habermas (sociologica, filosofico politica, politologica, linguistica) il suo pensiero politico viene contestualizzato nel dibattito generale della filosofia politica contemporanea per provare a rispondere alla domanda di fondo sottesa a tutto il lavoro: può essere quella di Habermas la """"grande filosofia politica"""" del XX secolo?"" -
Lei lo sapeva? I tedeschi rispondono
La persecuzione e lo sterminio delle persone giudicate ""indegne di vivere"""" nei dodici anni del Terzo Reich spingono ancora oggi a chiedersi come ciò sia potuto accadere. Per rispondere a questo interrogativo si può far ricorso a diverse strategie: all'indagine storiografica, alla raccolta di testimonianze, all'opera di finzione. Questo libro sperimenta la seconda strada, facendo parlare le persone che non sono state vittime del regime nazionalsocialista e che, in quegli anni, condussero una vita """"normale"""". Chiedendo: """"Lei lo sapeva?"""" Kempowski illumina le infinite sfumature che separano l'indifferenza dalla presa di coscienza, la passiva accettazione dall'atto di resistenza. Chi legge queste risposte farà fatica a non interrogarsi anche sul presente."" -
Con l'Africa dentro
"Con l'Africa dentro"""" è la storia di un grande campione della boxe: Sumbu Kalambay campione lo è stato, oltre che per la propria classe inarrivabile, anche nella vita. La sua gentilezza, l'aristocrazia del suo cuore l'hanno fatto amare e naturalizzare in Italia. Le sue sconfitte, come e più delle vittorie fuori e dentro il ring, sono l'effettivo attivante di questo volume che ci racconta l'Africa, le fatiche degli inizi, il successo in America, i duri allenamenti a Las Vegas e a New York. Con un ritmo svelto e sincopato, perché la boxe è """"forza vibrante, arte in velocità"""" (Tiberio Mitri) ed è dolore e amore, Gabriele Tinti ci racconta una storia di vita e d'amicizia." -
Nell'albergo di Adamo. Gli animali, la questione animale e la filosofia
Prendendo le mosse dalla riflessione di filosofi continentali, quali Adorno, Lévinas, Deleuze e Derrida, i saggi raccolti in questo volume si propongono come segnavia verso un'inedita concezione dell'animalità. Qui la filosofia si assume il compito di riflettere più a fondo sul significato della questione animale e sugli animali in vista di una loro liberazione e al fine di ridefinire l'umano e il nostro modo di pensare la vita in comune nel mondo. -
Plotone chimico. Cronache abissine di una generazione scomoda
In queste preziosissime memorie sul colonialismo italiano in Etiopia e in particolare sulla strage di Zeret, al rigore della testimonianza storica si intrecciano la pietà e l'amore per un popolo e un paese che hanno lasciato il segno nell'animo del soldato italiano Alessandro Boaglio. La società e la cultura indigene vengono viste con gli occhi di chi tornato in patria ricorda, rivive e rivede in chiave diversa comportamenti, azioni e stragi efferate delle quali l'autore è stato protagonista, essendo partito per l'impero come sergente maggiore di un reparto chimico. -
Teoria della forma e della figurazione. Ediz. illustrata. Vol. 2: Storia naturale infinita
Si chiude con la pubblicazione di questo secondo volume l'edizione in lingua italiana degli scritti teorici di Paul Klee raccolta sotto il titolo complessivo di ""Teoria della forma e della figurazione"""". Sono qui comprese le lezioni tenute a Weimar durante il breve semestre estivo del 1923 che proseguono e precisano quelle dedicate alla teoria dei colori nell'inverno del '22 (su cui si conclude il tomo precedente), nonché le esercitazioni del semestre invernale 1923-24, riservate all'analisi dei Mezzi figurativi in connessione con lo studio della natura. Viene poi inclusa un'accurata testimonianza dell'attività didattica dopo il trasferimento a Dessau della sede del Bauhaus, dove spiccano i corsi del biennio 1928-29, i quali, nonostante gli appunti lasciati dall'artista si spingano fino al dicembre del 1933 (all'epoca del suo definitivo ritorno a Berna), possono essere a ragione considerati l'estrema trascrizione in termini concettuali del suo prodigioso microcosmo pittorico. Predilezione teorica dei corsi e degli appunti riportati è lo studio delle energie primarie che, mimetiche rispetto alla crescita di un complesso organico, governano il processo di maturazione figurativa per il quale viene a crearsi l'immagine compiuta."" -
I sonnambuli
La trilogia romanzesca dei “Sonnambuli”, pubblicata fra il 1931 e il 1932, si apre con il romanzo “Pasenow o il romanticismo”, cui seguono “Esch o l’anarchia” e “Huguenau o il realismo”. La storia di ogni romanzo si svolge a distanza di quindici anni dalla precedente: 1888, 1903 e 1918, cioè l’inizio, l’apogeo e la fine dell’impero guglielmino. Sebbene i tre romanzi affrontino tre momenti cruciali della storia tedesca, non si tratta in questo caso di un affresco storico alla maniera di Thomas Mann o di Proust. La Germania guglielmina è concepita da Broch come un laboratorio. L’unità dei tre romanzi, dunque, è data non dalla continuità dell’azione, ma da una stessa domanda che li attraversa: che cos’è l’uomo di fronte a un mondo che si rivela essere un processo di “disgregazione dei valori”? In questo mondo senza più unità etica, filosofica o scientifica, e frazionato in migliaia di specializzazioni, per Broch il romanzo diventa allora “lo specchio di tutte le altre immagini del mondo”, l’ultimo avamposto per cogliere la vita umana nella sua totalità. -
Galleria di metamorfosi
Questo volume si rivolge sia al docente di scuola pre-universitaria sia genericamente a una persona curiosa, che, pur non avendo necessariamente una formazione specifica in ambito matematico, desidera farsi un'idea della cosiddetta ""geometria delle trasformazioni"""", in una maniera abbastanza agile e il più possibile scevra da tecnicismi. Il filo conduttore di tutto il libro è quello delle trasformazioni intese come strumento."" -
Le mani sporche
Pièce controversa per eccellenza, Le mani sporche è un testo emblematico per comprendere la concezione dell'impegno sartriano e la sua nozione di intellettuale. La vicenda ripercorre le tappe dell'odissea esistenziale del giovane borghese Hugo, dilaniato dal contrasto tra l'appartenenza alla propria classe sociale di origine e l'aspirazione a partecipare alla lotta armata con il partito proletario. .Scritta nel 1948, alla sua rappresentazione suscitò polemiche e violenti attacchi da parte del Partito Comunista Francese, al punto da convincere Sartre a ritirare il permesso per la messa in scena. Da allora, il testo de Le mani sporche è stato allestito solo in casi giudicati opportuni dall'autore. La traduzione qui pubblicata è stata appositamente realizzata per una nuova produzione teatrale italiana, che ha debuttato a Milano nell'aprile 2010. (Introduzione di Paolo Bignamini e Mauro Carbone)