Sfoglia il Catalogo ibs011
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8341-8360 di 10000 Articoli:
-
Il grande Gatsby
Impeccabile ritratto di un'epoca, quella dei ruggenti anni Venti, dove tra luci sfavillanti e sfarzosi party si cela una spietata oscurità, e dove il mito americano si sgretola pagina dopo pagina, Il grande Gatsby viene offerto in questa edizione nella nuova traduzione a cura di Alessandro Fabrizi, una traduzione che permette di comprendere il senso profondo di un'epoca sintetizzata in una cifra linguistica originale e incisiva: la prerogativa di un classico.«Il primo passo avanti per la narrativa americana dai tempi di Henry James» – T.S. EliotNella primavera del 1922 il giovane Nick Carraway si trasferisce a West Egg, sulla Gold Coast di Long Island, per imparare il mestiere dell'agente di Borsa. Per ottanta dollari al mese affitta una villetta di cartone logorato dalle intemperie a soli cinquanta passi dal mare, strizzata fra due enormi dimore. Quella a destra è una magione mastodontica da ogni punto di vista, con una torretta da un lato, una piscina in marmo e più di quaranta acri di prato e giardino. È la villa del misterioso Jay Gatsby, un gentiluomo su cui si vociferano le cose più assurde – si pensa che abbia ucciso un uomo, che durante la guerra fosse una spia tedesca, che si arricchisca con il contrabbando –, famoso in tutta la baia per le sfarzose e stravaganti feste che organizza nella sua dimora. Affascinato dalla enigmatica personalità del suo vicino, Nick si avvicina a Gatsby, un uomo che si tiene a curiosa distanza da tutto ciò che sfoggia: offre lo champagne in coppe più grandi delle ciotole che si usano per sciacquarsi le dita, senza berne nemmeno una goccia; possiede camicie che non ha mai indossato, libri che non ha mai letto, ed estende inviti a fare il bagno in una piscina dove non si è mai tuffato. L'unica cosa che sembra attrarre e ossessionare Gatsby è la luce verde che brilla dall'altra parte della baia, dove sorgono i bianchi palazzi della modaiola East Egg, e dove vivono i Buchanan: Tom, un uomo rozzo e infedele, e sua moglie Daisy, cugina di terzo grado di Nick, la donna di cui Gatsby è perdutamente innamorato... -
L' uomo del vicerè
Ci sono indagini e indagini. Alcune obbediscono alla logica e al distacco. Altre sono figlie di un grumo di peccati, attraversano il dolore, rendono inspiegabili le cose del mondo. Siamo nel 1783, in una Palermo rancorosa e fetida. La nobiltà è in lotta contro il nuovo Vicerè: l'illuminista e intellettuale marchese Caracciolo. Ma mentre accade questo vengono ritrovati i cadaveri di alcune bambine: martirizzate, torturate, uccise e poi abbandonate per strada. Atrocità macabre che sembrano arrivare da un mondo buio e feroce. Così il Vicerè manda a chiamare Maurizio di Belmonte, un nobile fuggito da Palermo e da lui incontrato a Londra. Maurizio torna di malavoglia a Palermo. Alle sue spalle c'è uno scandalo familiare e soprattutto il lungo amore con Viola Inzerillo, ora sposata con un francese. Le sue indagini si rivelano subito difficili: la società palermitana gli sbarra la strada, si mette di traverso e persino il Vicerè viene visto come il diavolo che porta il male. Ma presto con l'aiuto dell'avvocato illuminista Francesco Di Blasi qualcosa si muove. Le bambine uccise portano strane medagliette e tutte andavano a «parlare con i morti» da un barone seguace di Cagliostro. E le torture dicono una cosa chiara: sono assai simili a quelle dei monaci dell'Inquisizione. Ma chi applica ancora quelle torture alle povere disgraziate? Anche Sofia Schulz, «la pittora dei morti» come la chiamano in città, dà una mano alle indagini, non solo per umanità, ma anche per una passione improvvisa per il giovane barone di Belmonte. Ma per risolvere questo caso non basteranno i libri e la limpida ragione del Vicerè Caracciolo. Neppure l'arguzia e il fascino di Maurizio Belmonte. Si tratterà di affondare le mani nel male. In un male che una città intera si porta sulle spalle come fosse un antico supplizio. -
Appuntamento con la morte. I delitti dello Yorkshire
A bordo della sua moto rossa, Samson O'Brien ritorna dopo dieci anni di lontananza a Bruncliffe, un'accozzaglia di fabbricati bassi cinta su tre lati dalle ripide colline delle Yorkshire Dales. È nei guai, come ogni agente di polizia sospeso dal servizio e in attesa del giudizio. Sa bene anche che a Bruncliffe non festeggeranno di certo il suo arrivo, considerati i suoi trascorsi in paese. Tuttavia, cosa gli resta se non il ritorno a casa, dove reinventarsi magari come investigatore privato? A Bruncliffe anche Delilah Metcalfe non se la passa tanto bene. La Dales Dating Agency, DDA per i clienti desiderosi d'avventura, l'agenzia di appuntamenti on line che ha fondato da esperta informatica, è sull'orlo della bancarotta. Affittare il piano terra della DDA è perciò l'unica soluzione per salvare il salvabile. Quando però scopre che l'affittuario è Samson O'Brien, i cui nefasti trascorsi a Bruncliffe la riguardano profondamente, e quando soprattutto scorge il nome della società destinata a occupare il piano terra, la Dale Detective Agency, Delilah va su tutte le furie. Va bene tutto, ma non un'agenzia con le stesse iniziali della sua! Le cose, tuttavia, prendono una piega inaspettata dopo il presunto suicidio di un cliente della Dales Dating Agency, Richard Hargreaves, travolto da un treno, e dopo il rinvenimento, in fondo a Gordale Scar, del cadavere di un altro cliente della DDA, Martin Foster. A Delilah non resta infatti che mettere da parte il risentimento nei confronti di Samson e chiedere il suo aiuto per dare un volto all'assassino. Sarà l'inizio di una bizzarra e avvincente indagine che, tra folklore, colline verdeggianti e antichi rancori mai sopiti, segna l'esordio di una nuova, straordinaria coppia di detective. -
Anni Sessanta. Quando eravamo giovani
Raccontare a un giovane d'oggi la vita quotidiana dei ragazzi che avevano la sua età negli anni Sessanta è come trasportarlo in un mondo parallelo. C'erano orizzonti illimitati, tutte le possibilità erano aperte, le autostrade crescevano come funghi insieme al Pil e l'ascensore sociale permetteva di realizzare molti sogni. Sei per i Beatles o per i Rolling Stones? ci si chiedeva. Paul McCartney ricorda ancora la prima volta che i ragazzi di Liverpool fumarono marijuana, iniziati da Bob Dylan. I Rolling Stones, con i capelli scodellati in avanti, i pantaloni a sigaretta, gli stivaletti, erano idoli potenti. In Italia c'era una ragazza lunga lunga che urlava, dimenava gambe, braccia e mani e con la sua voce fantastica poteva fare qualsiasi cosa. Si chiamava Mina. Però la trasgressione attraeva e intimoriva al tempo stesso, andava presa a dosi omeopatiche. Nel 1964 Aldo Moro inaugurò l'autostrada del Sole. Si cominciò a partire stipati sulla 600 chi per la villeggiatura, chi per tornare nel paese da cui era emigrato. Stavano arrivando anche la lavatrice, che avrebbe cambiato la vita delle mamme, e la pillola quella delle figlie. Prima le signore andavano in tubino, tailleur e giro di perle, al massimo un tamburello in testa come Jacqueline Bouvier in Kennedy. La minigonna irruppe come un fulmine, fiorì nella Londra in veloce trasformazione nel cuore di Chelsea, a due passi dallo studio del fotografo Antony Armstrong-Jones conte di Snowdon, appena entrato nella famiglia reale sposando Margaret, la sorella della regina Elisabetta. C'erano i playboy nei Sessanta, gli eroi delle lunghe estati, c'era Gigi Rizzi orfano di Brigitte Bardot, Porfirio Rubirosa che fra i suoi flirt annoverava Marilyn Monroe, Ava Gardner e Rita Hayworth. Sulle dune di Sabaudia si ritrovavano gli intellettuali: Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Enzo Siciliano, Dacia Maraini, Laura Betti. C'era chi da Milano andava a Kathmandu, paradiso dell'oppio, ritrovo internazionale dell'hippismo, ma anche del principe dei viaggiatori, Bruce Chatwin, che andò in Afghanistan nel 1969 in compagnia del gesuita Peter Levi e presagì la fine di quell'incanto. Anche le mode letterarie sono nate allora, quando si cominciò a leggere i libri senza subire solo la biblioteca di famiglia e a manifestare passioni totali. Per scrittori che suonavano un po' trasgressivi come Pablo Neruda o Henry Miller o il D.H. Lawrence dell'Amante di Lady Chatterley. E poi l'Antologia di Spoon River, Ernest Hemingway, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso... Attraverso i ricordi, le sensazioni, le idee di chi allora era una ragazzina, si è trasportati in questo libro nella magica decade in cui cambiò tutto. In un mix di madeleine private e pubblici cambiamenti. -
Figlie della notte
Dai bordelli di Covent Garden alle eleganti case di Mayfair, Figlie della notte è un avvincente giallo storico ambientato nella Londra georgiana e, insieme, il vivido affresco di un'e¬poca in cui soprusi, vizi e bugie si annidano sotto la maschera della virtù.«Il miglior romanzo storico poliziesco di quest'anno» – The Times«Ricco di dettagli storici e dalla trama impeccabile. Laura Shepherd-Robinson è davvero la regina del giallo storico» – C.J. Tudor""Mi chiamo Caroline Corsham"""" disse. """"Credo che conosciate mio marito, il capitano Henry Corsham. Una donna è stata uccisa, signor Child, e ho bisogno del vostro aiuto"""".Londra, 1782. È una tiepida sera d'agosto e i vialetti lastricati dei Vauxhall Pleasure Gardens sono gremiti di londinesi che passeggiano allegramente sotto le stelle. L'animo gravato da un doloroso segreto, il cappuccio del mantello ben calato sulla testa, Caroline Corsham, moglie del Capitano Henry Corsham, si addentra nel Dark Walk, un sentiero stretto tra gli alberi, dove ha appuntamento con una nobildonna italiana, Lucia di Caracciolo, che ha promesso di aiutarla. Lungo il sentiero incrocia una figura singolare, un uomo con un cappotto nero e una maschera da medico della peste, che procede a passo spedito nella direzione opposta. Giunta sul luogo dell'incontro, una scena raccapricciante si schiude davanti ai suoi occhi: l'amica è riversa a terra, ferita gravemente e agonizzante. Caro fa in tempo a raccogliere le sue ultime, misteriose parole: «Lui lo sa», prima di assistere alla sua morte. L'indomani, interrogata da Sir Amos Fox, giudice di Bow Street, scopre con sgomento che la donna che credeva amica non era affatto una nobildonna italiana, né si chiamava Lucia di Caracciolo. Tra i pergolati di Vauxhall e nelle taverne e nei caffè di Londra era nota come Lucy Loveless, il nome di una prostituta d'alto bordo. Benché profondamente turbata, quando Sir Amos Fox liquida il caso come una faccenda di poca importanza, Caro insorge. Racconta dell'uomo col cappotto nero, del documento macchiato di sangue che giaceva accanto a Lucy e che sembra svanito nel nulla, ma le sue parole cadono nel vuoto. A Bow Street non si curano certo della morte di una giovane donna nota come prostituta. Caro decide allora di affidarsi a Peregrine Child. Ex giudice di Deptford, Child in passato ha goduto di prestigio e rispetto. Ora è ufficialmente un detective privato ridotto a dar la bassa lega e a perdere tempo tra i balordi del Red Lion, una taverna di furfanti da tempo immemorabile. Che il caso di Lucy Loveless, un caso che sembra celare un intricato mondo di artifici, inganni e vite segrete, possa rappresentare, finalmente, il suo riscatto?"" -
Terra fragile. Il cambiamento climatico nei reportage del New Yorker
Con questo libro contribuisci a piantare nuovi alberi nella ""Foresta Neri Pozza"""" su Treedom.Una raccolta di memorabili reportage sul cambiamento climatico, apparsi sul «New Yorker» negli ultimi trent'anni, dalle penne di Bill McKibben, Elizabeth Kolbert, Jonathan Franzen, Kathryn Schulz e molti altri.«Illuminante e potente... un libro memorabile con un messaggio clamoroso» – Publishers Weekly«Coinvolgente e sconvolgente... Leggendo tre decenni di saggi su questo argomento importante e urgente, si resta inorriditi dal fatto che sappiamo così tanto e abbiamo ripetutamente fatto così poco» – Library JournalIl «New Yorker» vanta una solida tradizione di articoli sulla vulnerabilità del mondo naturale che risale sino ai primi anni Cinquanta. Da quando, però, nel giugno del 1988, James Hansen, uno studioso delle condizioni atmosferiche del pianeta, mostrò al senato americano che il consumo sfrenato di combustibili fossili produceva un inusitato riscaldamento della terra dalle possibili, catastrofiche conseguenze, gli scritti sulla vulnerabilità lasciarono il posto, sulle pagine del «New Yorker», ad ampi, meditati reportage sul cambiamento climatico e sui suoi nefasti esiti. Nel 1989 apparve un lungo saggio di Bill McKibben intitolato Riflessioni: La fine della natura. Era la prima accurata analisi, Condotta in ambito non scientifico, della sparizione di ogni ecosistema non influenzato dall'attività dell'uomo e, di conseguenza, dei disastri ambientali generati dall'irruzione di tale evento nella storia naturale del pianeta. In quegli anni, tuttavia, in cui non si assisteva ancora allo scioglimento delle calotte glaciali e all'estinzione massiccia di alcune specie, il saggio apparve come una sorta di letteratura fantastica che non offriva altro che uno scenario distopico. Oggi, le argomentazioni di Bill McKibben e le previsioni di Hansen – violenti uragani, siccità, incendi e alluvioni – non soltanto si sono dimostrate profetiche, ma in alcuni casi sono state tristemente superate. Ondate di caldo record, livello dei mari in aumento, ghiacciai che minacciano di scomparire, calotte sempre più sottili, estinzioni di numerose specie sono all'ordine del giorno. I reportage, apparsi sul «New Yorker» dagli anni Ottanta in poi, e raccolti in questo volume da David Remnick e Henry Finder, ripercorrono la storia di questa drammatica crisi ambientale. Dalla Groenlandia alle Grandi Pianure, da sepolcrali laboratori a foreste pluviali color smeraldo, attraverso gli scritti di divulgatori scientifici, saggisti e altri autori impegnati a «riflettere in mezzo alle intemperie», i diversi approcci al tema del cambiamento climatico presenti in queste pagine offrono un quadro esaustivo di ciò che ci aspetta nell'immediato futuro. Un quadro che ha un solo scopo: destare un comune desiderio di cambiamento e chiamare all'impegno per cercare di evitare, o almeno saper affrontare, i disastri causati dagli sconvolgimenti ambientali in corso."" -
Lincoln Highway
Un libro che, al suo apparire negli Stati Uniti, è stato salutato come un'ulteriore versione del grande romanzo americano e dei suoi eterni temi: il viaggio e l'avventura, la colpa e la redenzione, il riscatto e la speranza.«Ogni personaggio di quest'opera di Towles è il protagonista di un'avventura unica e universale... Un romanzo permeato di luce, spirito, giovinezza... che pullula di storie, grandiose come leggende» – New York Times Book Review«Un'avventura piena di personaggi indimenticabili, suspense e scenari vividi che faranno volare i lettori attraverso le pagine» – Time«Meravigliosamente scritto... un classico che continueremo a leggere negli anni a venire» – Jenna Bush HagerIn un giorno di giugno del 1954, Emmett Watson torna a casa. Il direttore della prigione, un uomo dalle buone intenzioni, con una fotografia di Franklin Delano Roosevelt appesa dietro la scrivania, lo ha accompagnato in macchina. Un viaggio di tre ore, dal Kansas al Nebraska, da Salina a Morgen. Dopo piú di un anno trascorso a scontare una pena che pesa soprattutto sul suo cuore, Emmett non vede l'ora di impacchettare le sue cose e quelle di Billy, il fratello di otto anni, e filarsela in Texas con la Studebaker azzurra del '48 che lo aspetta nel fienile. Sua madre è andata via da un pezzo, suo padre è morto, e quel che resta della fattoria, con i suoi infissi storti, i campi abbandonati, il tetto imbarcato, è ormai una faccenda degli strozzini della banca. Per rifarsi una vita non resta che il Texas, dove costruiscono e ristrutturano case a più non posso. Il problema, però, è che Billy ha appreso come andare alla ventura dalla sua bibbia personale, Il compendio degli eroi, degli avventurieri e degli altri intrepidi viaggiatori del professor Abacus Abernathe, e ha perciò concepito tutt'altra meta: prendere la Lincoln Highway, la prima strada a percorrere l'America da una parte all'altra, e procedere in direzione di San Francisco, per arrivare giusto il quattro di luglio, il giorno di un grande spettacolo di fuochi d'artificio in cui è misteriosamente certo di incontrare sua madre. Il problema è anche che il direttore della prigione non ha trasportato soltanto Emmett da Salina a Morgen. Nascosti nel bagagliaio dell'auto, come abili contorsionisti, altri due ragazzi ospiti del carcere minorile di Salina sono giunti a Morgen: Duchessa, che ha appreso tutto dalla strada e dal «capriccioso dito del fato», e Woolly, che ha sempre bisogno di qualcosa per tenere a bada il mondo. E la loro intenzione è salire a bordo della Studebaker azzurra di Emmett e prendere la direzione opposta, verso New York, dove andare alla ricerca di ben centocinquantamila dollari. Nel giugno del 1954, Emmett, Billy, Duchessa e Woolly, animati dalla «feroce necessità» della gioventú, vanno cosí all'assalto dei «fuochi cupi del tramonto» e del «cielo eterno e insensibile» del paesaggio americano, come recitano i magnifici versi di Willa Cather posti in esergo a questo libro, salutato, al suo apparire negli Stati Uniti, come una ulteriore versione del grande romanzo americano e dei suoi eterni temi:... -
Natale con i fantasmi
Otto racconti pervasi dal sinistro e dal macabro da leggere tutti d'un fiato. Magari con la luce accesa. Dalle penne di Bridget Collins, Imogen Hermes Gowar, Kiran Millwood Hargrave, Andrew Michael Hurley, Jess Kidd, Elizabeth Macneal, Natasha Pulley e Laura Purcell.«In questa spettrale raccolta di racconti, otto autori di bestseller creano l'atmosfera perfetta per la stagione natalizia con una serie di storie di fantasmi che incantano» – Buzzfeed«Il rigido clima invernale e l'atmosfera vittoriana accomunano questi otto terrificanti racconti, che piaceranno sia ai lettori di narrativa storica che agli amanti dell'horror» – Publishers WeeklyQuando le giornate si accorciano e i crepuscoli si fanno lividi, è il momento di raggomitolarsi sul divano, accendere le candele e lasciarsi conquistare da un racconto spettrale. Rese popolari da artisti del calibro di Charles Dickens, Wilkie Collins e Henry James, le storie di fantasmi sono ricorrenti nella letteratura fin dall'antichità e sono tradizionalmente legate alle feste natalizie. In questa raccolta alcuni dei più grandi scrittori contemporanei – tutti maestri del terrore – riportano in vita questa antica tradizione con una serie di racconti che fanno venire i brividi. C'è un uomo ossessionato dal gioco degli scacchi che decide di prendere in affitto una singolare casa bianca e nera, con un sobrio giardino all'italiana in cui, disposti su due file, vi sono alberi potati in forme elaborate e familiari: torri, cavalli, alfieri, re e regine, con davanti i lunghi ranghi dei pedoni. Ma, se di giorno quel luogo è pervaso da una pacata quiete, di notte si trasforma nel più spaventoso degli incubi. Una donna in fuga da un marito violento sceglie, come rifugio per sé e suo figlio, la vecchia dimora di famiglia. Dovrebbe sentirsi protetta, tra quelle mura, ma fin dalla prima notte appare chiaro che qualcun altro abita quelle stanze polverose. Il giovane Walter Pemble, fotografo commemorativo di prim'ordine, si presenta nella residenza dei coniugi Wilt per il ritratto della defunta Lily, unica figlia di Rumold e Guinevere Wilt. La casa è sprofondata nel lutto, gli specchi oscurati, gli orologi fermi e le persiane alle finestre chiuse con il batacchio trattenuto con del crespo. Solo Lily Wilt, adagiata nel suo feretro, appare più viva che mai. La giovane Catherine Elizabeth Mary Blake, fresca sposa e signora di Blake Manor, nella campagna dello Shropshire, viene messa al corrente di una storia agghiacciante accaduta a pochi passi dalla sua tenuta. Una storia tanto torbida da lasciarle addosso un segno indelebile.COME COMINCIAForse, se non si fosse fermato ad asciugarsi la fronte proprio in quel punto, Morton non avrebbe mai notato la casa bianca e nera. Di fatto, si era appena rimesso il berretto ed era tornato a inforcare la bicicletta, quando il suo sguardo fu attratto dal cancello in ferro battuto sul muro, oltre il quale colse un'apparizione fugace di luci e ombre: talmente fulminea da impedirgli di capire ciò che aveva visto, ma da costringerlo ad accostare goffamente e a sbirciare da dietro le sbarre di metallo. Tra le nuvole di fiato, scorse una casa... -
Storia della canzone napoletana
Una storia lunga e articolata, che include testi originali con traduzione a fronte, una bibliografia ragionata e un indice dei nomi dei protagonisti e delle canzoni citate.""Nanà, Nanù, Makabù, Evviva 'a tessera"""" si canta a Napoli nei primi anni Trenta: nomi esotici della canzone coloniale e grida di giubilo della propaganda fascista. Le canzonette di regime, tuttavia, non riescono per fortuna a occupare tutta la scena. Intorno alla metà degli anni Trenta non mancano infatti capolavori come Passione e, all'inizio degli anni Quaranta, gemme del genere comico come Ciccio Formaggio. È a partire dal secondo dopoguerra che la canzone napoletana sviluppa con nuove forme la sua costitutiva natura ibrida, rielaborando alla sua maniera le nuove tendenze che avanzano sulla scena musicale internazionale. Da Tammurriata nera e Pistol packin' mama dell'immediato dopoguerra si passa agli anni Cinquanta, in cui, accanto a canzoni destinate a permanere (Sciummo, Lazzarella, Guaglione, Tu si' na cosa grande), si inaugura il «bainait» napoletano con i suoi innesti fra tradizioni locali e matrici d'oltreoceano (Nun è peccato, Anema e core, Accarézzame!, Na voce, na chitarra e 'o ppoco 'e luna) e in cui Renato Carosone si fa largo prepotentemente sulla scena a tempo di boogie woogie e quick step. Poi arriva la stagione irripetibile degli anni Settanta, nella quale tendenze diverse convivono come in un arcipelago formato da isole immerse nel mare della lingua napoletana (James Senese, il rock progressive degli Osanna, il giovane music maker Pino Daniele e, negli stessi incredibili anni, la sceneggiata di Mario Merola e Pino Mauro e la nuova canzone sottoproletaria di Patrizio e Nino D'Angelo), fino ai neomelodici e ai singolari esiti del nuovo Millennio, in cui il rap e fenomeni come Liberato pongono allo studioso problemi di non facile risposta. Su questa ampia scena musicale si snoda il racconto della canzone napoletana dal 1932 al 2003, in un'appassionante narrazione che mescola costume, documenti musicali, interviste inedite, immagini, letteratura, cinema, teatro, clip."" -
Vocabolario dei desideri
Frutto di una rubrica settimanale di grande successo tenuta da Eshkol Nevo sulle pagine di Vanity Fair, una serie di racconti brevi, ispirati da una parola per ogni lettera dell'alfabeto, che ora sono diventati un libro di grande successo. rn«Eshkol Nevo maneggia i sentimenti con una disinvoltura che sorprende. Nel caso di questo Vocabolario dei desideri, anche più del solito: perché poi ogni parola scelta – che sia «Perdono» o «Verità», che sia più tangibile come «Hotel» o «Oregon» – subito si incarna in un preciso sentimento, e quel sentimento, con una velocità miracolosa, diventa una storia». - Ttl – La Stamparn«Nevo, con la consueta abilità nel tessere mosaici di storie, parte dalla parola desiderio per esplorare un ampio spettro dei sentimenti e delle relazioni umane». - Il Messaggerorn«Un viaggio nell’animo umano, nella costellazione dei desideri, dei sentimenti e degli impulsi». - Il PiccolornA come Amore, B come Baci, C come Confessione, D come Desiderio… Sono ventisei, tante quante sono le lettere dell’alfabeto, le storie contenute in questo libro, frutto di una rubrica settimanale di grande successo tenuta da Eshkol Nevo sulle pagine di Vanity Fair. Raccolte tutte insieme, costituiscono un’opera indispensabile per i lettori dell’autore della Simmetria dei desideri e di Tre piani, un originale viaggio all’interno della costellazione dei desideri, dei sentimenti e degli impulsi da parte di uno scrittore capace di penetrare come pochi nelle pieghe più riposte dell’animo umano. C’è la F di Ferita, dove un piccolo incidente capitato in un supermercato può cambiare il significato di parole grosse come «razzismo» e «antirazzismo»; la G di Guerra, dove una Escape room diventa pretesto, per un ex pilota, di rievocare il passato; c’è la I di Italo Calvino, in cui una passeggiata per le vie di Rondovia, una città progettata perché nessuno dei suoi abitanti si trovi a incontrare per strada un amore del passato, dà la sensazione di averla già conosciuta attraverso le pagine delle Città invisibili. Storie, dalla A alla Z, attraversate dalla «perturbante fragilità» e, insieme, dalle «ambizioni vanagloriose» (Alessandro Piperno) dei personaggi di Nevo al cospetto della forza dirompente dell’amore e del desiderio. rnCOME COMINCIAHo detto amore a quattro donne. Con una mentivo. Una, quando gliel’ho detto era sposata con un altro. Con una non ho mai fatto sesso. Mi ha respinto. Con tre ho convissuto. Da tutte e quattro mi sono separato almeno una volta. Da due sono tornato. Tutte e quattro erano primogenite e tutte avevano gli occhi marroni o neri. Una non vive più in Israele. Una vive con me. Una vive in una roulotte e una si è rifugiata a casa mia insieme ai figli all’inizio dell’operazione Margine di protezione. Per tre di loro farei, ancora oggi, qualunque cosa. Per una no. Non lo merita. Nonostante non se lo meriti, ancora oggi prima di addormentarmi ho delle fantasie. Sulle altre invece no. Nessuna di loro ha mai incontrato l’altra. Se non nella mia testa. -
Il potere del cane
Pubblicato per la prima volta nel 1967, Il potere del cane è un’opera che depone i fronzoli della retorica e, con una prosa essenziale ma efficace, tratteggia con tinte livide una torbida vicenda familiare, capace di confermare la posizione centrale di Thomas Savage nella grande letteratura americana.Montana, 1924. Tra le pianure selvagge del vecchio West, a cui fa da sfondo una collina rocciosa che ha la forma di un cane in corsa, sorge il ranch piú grande dell'intera valle, il ranch dei fratelli Burbank. Phil e George Burbank, pur condividendo tutto da piú di quaranta anni, non potrebbero essere piú diversi. Alto e spigoloso, Phil ha la mente acuta, le mani svelte e la spietata sfrontatezza di chi può permettersi di essere sé stesso. George, al contrario, è massiccio e taciturno, del tutto privo di senso dell'umorismo. Insieme si occupano di mandare avanti la tenuta, consumano i pasti nella grande sala padronale e continuano a dormire nella stanza che avevano da ragazzi, negli stessi letti di ottone, che adesso cigolano nella grande casa di tronchi. Chi conosce bene Phil ritiene uno spreco che un uomo tanto brillante, uno che avrebbe potuto fare il medico, l'insegnante o l'artista, si accontenti di mandare avanti un ranch. Nonostante i soldi e il prestigio della famiglia, Phil veste come un qualsiasi bracciante, in salopette e camicia di cotone azzurra, usa la stessa sella da vent'anni e vive nel mito di Bronco Henry, il migliore di tutti, colui che, anni addietro, gli ha insegnato l'arte di intrecciare corde di cuoio grezzo. George, riservato e insicuro, si accontenta di esistere all'ombra di Phil senza mai contraddirlo, senza mai mettere in dubbio la sua autorità. Ogni autunno i due fratelli conducono un migliaio di manzi per venticinque miglia, fino ai recinti del piccolo insediamento di Beech, dove si fermano a pranzare al Mulino Rosso, una modesta locanda gestita dalla vedova di un medico morto suicida anni prima. Rose Gordon, si vocifera a Beech, ha avuto coraggio a mandare avanti l'attività dopo la tragica morte del marito. Ad aiutarla c'è il figlio adolescente Peter, un ragazzo delicato e sensibile che, con il suo atteggiamento effeminato, suscita un'immediata repulsione in Phil. George, invece, resta incantato da Rose, al punto da lasciare tutti stupefatti chiedendole di sposarlo e portandola a vivere al ranch, inconsapevole di aver appena creato i presupposti per un dramma che li coinvolgerà tutti. Perché Phil vive il matrimonio del fratello come un tradimento e, proprio come il «cane sulla collina» lanciato all'inseguimento della preda, non darà tregua a Rose, a Peter e anche al suo amato George, animato dall'odio nella sua forma più pura: l'odio di chi invidia. -
Ogni essere umano
«Noi, cittadine e cittadini dell’Unione Europea, riteniamo che i seguenti diritti fondamentali, a integrazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Convenzione europea sui diritti umani, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e delle Costituzioni dei suoi Stati membri, siano di per se stessi evidenti.»Nella lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti umani, che ha caratterizzato l’insorgere della modernità, un ruolo rilevante spetta, oltre che alle Carte costituzionali, alle grandi Dichiarazioni che, a partire dalla Dichiarazione d’indipendenza americana nel 1776 fino alla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, hanno posto le basi delle nostre società, sancendo alcuni diritti inalienabili degli esseri umani. I diritti, tuttavia, che riguardano oggi la vita di ogni abitante della terra, vivere in un ambiente sano, ad esempio, o mantenere la sovranità sui dati personali circolanti in rete o, ancora, esigere l’accertamento della verità delle affermazioni dei detentori di pubblici uffici, non sono contemplati né nelle vecchie Carte costituzionali né in tali dichiarazioni. Sottolineando l’urgenza di un’estensione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, Ferdinand von Schirach, uno dei maggiori scrittori tedeschi contemporanei, propone in queste pagine alcuni articoli che mirano a difendere la dignità e la libertà di ogni essere umano nella nostra epoca, caratterizzata da fenomeni sconosciuti alle epoche precedenti, come la globalizzazione, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e il cambiamento climatico. Si tratta, naturalmente, di proposte aperte alla discussione e al contributo di ciascun cittadino europeo. Le pubblichiamo insieme con la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 per mostrare che è tempo per l’Europa di promuovere una Carta di pari ambizione. -
Le stanze buie
Un’oscura magione persa nelle campagne e una stanza chiusa custode di inaccessibili segreti nel romanzo d’esordio dell’autrice di Dai tuoi occhi solamente.rn«Un corposo e appassionante romanzo. Un romanzo senza etichette, già maturo e di impianto robustamente classico, dove fatti e personaggi, azioni e psicologie, realtà e illusioni, ci restituiscono il piacere del testo e della lettura». - Massimo Novelli, la Repubblicarn«Francesca Diotallevi è una delle giovani autrici che più stimo nel panorama della letteratura italiana. I suoi libri sono raffinati, ha una scrittura da cesello e bulino». - Stefania Auci rnSi possono coltivare le passioni in un tempo ingeneroso? Qualcosa di torbido e inesprimibile affiora alla superficie di questo romanzo. Ed è indefinito, difficilmente afferrabile eppure persistente, come il profumo che porta addosso Lucilla Flores, protagonista di questa storia fosca e al tempo stesso delicata e malinconica. Francesca Diotallevi, con una capacità di raccontare fuori dal comune, ci porta in una piccola provincia del Piemonte della seconda metà dell’Ottocento, dentro la casa di un aristocratico dedito a vigneti e poco d’altro. Dove la servitù inganna il tempo di un lavoro sempre uguale con qualche ingenuo pettegolezzo, e dove arriva a servizio un maggiordomo che prende il posto del vecchio zio appena scomparso. Ma nessun dio oscuro e severo sarebbe stato capace di tanto dolore e di tanta ingiustizia: verso una bimba innocente, e verso la moglie del conte, Lucilla, una donna con il volto «velato di oscurità», smarrita dentro un segreto che non le si addice, che non dovrebbe appartenerle, lei, la creatura più lieve, sospesa e innocente che si possa immaginare. Le stanze buie è una dichiarazione d’amore alle passioni, alla poesia, alla bellezza della natura, a quel femminile che ci meraviglia ogni volta che si rivela a noi. La storia di un amore negato, la prepotenza di un mondo chiuso e meschino, capace soltanto di nascondere, di reprimere, di lasciare che esistenze intere si lascino coprire dalla polvere della storia senza riscatto e senza futuro. Tra queste stanze ferite dal pregiudizio e dall’indifferenza, Francesca Diotallevi trova, però, una luce e una delicatezza quasi preraffaelita e in questo contrasto affila una lama che taglia sempre perfettamente. E mostra che la felicità non è nelle cose del mondo, se il tempo è ostile.rnCOME COMINCIAQuando il carillon appare sul banco d’asta, il vociare della folla che gremisce la sala si è ridotto a un indistinto brusio. Una pigra confusione si è impadronita della stanza. Le donne agitano i ventagli, nervose per via del gran caldo, gli uomini accendono i primi sigari. Spirali di fumo si disperdono oltre i tendaggi, lasciando l’aria impregnata di un odore pungente. L’atmosfera di trepidante attesa con cui si è aperta l’asta sembra essersi dissolta nel nulla, così come il febbrile interesse che ha portato qua la maggior parte dei presenti. Guardo i loro volti: mi appaiono grossolani, volgari. Gli sguardi, che solo fino a qualche ora prima erano accesi di morbosa attenzione, scemano in espressioni più indifferenti. Non sono compratori, ma semplici curiosi, attirati più dal... -
Maria Sofia. L'ultima regina del Sud
Ultima regina di Napoli per poco più di un anno, Maria Sofia di Baviera è l'eroina che dagli spalti di Gaeta infonde coraggio a quel che rimane dell'esercito borbonico annientato dall'arrembaggio piemontese. Alta, slanciata, elegante nel portamento nobile e grazioso, con una magnifica capigliatura castana, bellissimi occhi di color azzurro-cupo, Maria Sofia trascorre l'infanzia e l'adolescenza nel castello di Possenhofen, dove le giovani Wittelsbach si esercitano in lunghe galoppate a caccia di animali selvatici. Oltre alle passeggiate a cavallo, pratica la scherma, il nuoto, la ginnastica, la danza, riceve una solida educazione musicale e una formazione al gusto estetico secondo i modelli ereditati dalle corti europee d'antico regime. È molto affascinata dalla fotografia: una passione che le rimarrà tutta la vita. Come la sorella Elisabetta, Sissi, futura imperatrice d'Austria, è solita girare da sola per la città e fumare piccoli sigari in pubblico. Non rispetta l'etichetta di corte e coltiva i rapporti umani, che intrattiene anche con persone umili. Fin da ragazza è esuberante, indipendente, anticonformista, nonostante i tentativi della madre Ludovica di frenarne gli eccessi. Divenuta in extremis regina di Napoli, esercita tutto il suo fascino e il suo carisma per riconquistare il consenso dei sudditi, assai ridotto per la debole personalità del marito. Proprio per questo è considerata un temibile nemico dai liberali unitari italiani. Contro di lei viene anche montata una violenta campagna diffamatoria attraverso la diffusione di fotomontaggi che la raffigurano nuda e in pose erotiche. La biografia di Maria Sofia va ben oltre il breve periodo del regno napoletano. In collegamento con gli anarchici, alimenta la destabilizzazione del Regno d'Italia e probabilmente ha qualche parte nell'ispirare l'attentato a Umberto I: giura vendetta ai Savoia, che le hanno sottratto un regno e le sue ricchezze. Dopo i dieci anni di esilio a Roma, ospite di Pio IX, l'ultima sovrana del Regno delle Due Sicilie vive tra Austria, Ungheria, Francia, Germania. Muore a Monaco nel 1925. Nella sua lunga vita ispira scrittori e artisti. Chi ne fa un monumento, in cui lei si riconosce, è Marcel Proust nella Recherche. A lungo Luchino Visconti accarezza l'idea, poi sfumata, di realizzare un film sulla sua vita affidando a Greta Garbo la parte della protagonista. -
La chiave
Sublime versione giapponese delle Liaisons dangereuses e, come il suo predecessore, romanzo scevro di ogni pregiudizio morale, La chiave viene qui riproposto nella nuova traduzione dal giapponese di Gianluca Coci, che restituisce al lettore la sorprendente modernità di un grande classico.«Nel fitto di un labirinto stupefacente, che sembra costruito nel corso di accumulazioni secolari entro la psicologia umana, si avviluppano passioni, errori, proibite delizie, infingimenti.» – Geno PampaloniGenio crudele, regina degli arcani della seduzione, la donna in Tanizaki è colei che, come il grande scrittore giapponese narra in Due amori crudeli, sparge i «semi della distruzione»: la propria e, soprattutto, quella altrui. Di volta in volta femme fatale, oziosa borghese o bambola servizievole, la donna ha sempre lo scettro del comando dei sensi, del loro trionfo e, soprattutto, del declino che apre i battenti allo spettro della morte. Che si tratti di un vieux fou, di un damerino indifeso, di un sofisticato dandy, l’altro sesso non è che il comprimario del tragicomico teatro dei sensi allestito dal genio crudele della donna. Apparsa per la prima volta nel 1956 e accolta dallo sdegno dell’epoca per il suo presunto contenuto «immorale», La chiave è un’opera che compendia perfettamente questa concezione dell’eros di Tanizaki. Come nell’Amore di uno sciocco o nel Diario di un vecchio pazzo, anche nelle sue pagine si assiste al dramma di un uomo succube dell’«energia rara e impareggiabile della donna», un professore cinquantaseienne, «desolato per non essere in grado di assolvere pienamente» i suoi doveri di marito. Un dramma che si risolve puntualmente in un sottile gioco che si addentra nei meandri tortuosi e contraddittori dell’eros. L’opera si presenta nella forma di un romanzo composto dai diari dei due coniugi. La chiave di un cassetto, lasciata cadere forse per calcolata sbadataggine, è lo stratagemma attraverso il quale umiliazioni, maltrattamenti e gelosie si offrono al duplice voyeurismo della coppia e ne ridestano il desiderio. Le forze impegnate nel gioco sono, tuttavia, impari. Uno volta schiuso il «mondo del piacere dei sensi» per mezzo di menzogne, manipolazioni, infingimenti, soltanto la donna, in cui «coesistono la lussuria più sfrenata e il pudore più estremo», può non soccombere e padroneggiare pienamente le mosse. -
Un uomo sottile
Romanzo vincitore della V edizione del Premio Neri Pozza.Costruito come fossero scatole cinesi, questo romanzo ci mette in contatto con il mistero dell'identità, con la chiaroveggenza della letteratura, con il miracolo dei romanzi che in una forma inaspettata finiscono per custodire la memoria di chi li ha scritti anche quando l'autore non può piú ricordarli. Un omaggio, una dichiarazione d'amore verso il potere salvifico della letteratura, e verso uno scrittore che abbiamo tutti amato. Un tributo, un modo per prolungarne ricordo e memoria.«Il romanzo di Pierpaolo Vettori è un libro dentro cui vibra una forza segreta e ammaliante, una felicità che è compositiva ed emotiva insieme» – Andrea Tarabbia«Libro emozionante, con pagine molto belle, animate dalla relazione profonda con l'opera di uno scrittore che, come poi Vettori, ha fatto della simultaneità dello sguardo sulla realtà interna ed esterna il segreto della sua prosa» – Sandra PetrignaniEccomi davanti alla porta. Accosto l'orecchio ma non sento alcun suono. Dietro questa parete c'è DDG, il fantasma che mi ha guidato negli ultimi due anni, gli anni del dolore di Laura e del mio libro. Appoggio la mano sulla maniglia...«In inglese l'espressione vanish into thin air significa all'incirca sparire nel nulla...». Non poteva che iniziare con queste parole Un uomo sottile. Il protagonista di questo libro cerca un uomo che non ha mai visto e che da anni ormai è chiuso in un Istituto di cura di Venezia, colpito da una grave malattia degenerativa. Si tratta di un famoso scrittore, ridotto ormai a una vita assente, privo di memoria, dimentico di chi è stato e di cosa ha rappresentato. Il narratore lo cita solo con il suo acronimo, DDG, ma è evidente si tratti di Daniele Del Giudice: di lui ha letto tutto quello che ha scritto. E in una sorta di sfida impossibile con il destino prova a ritrovarlo, a dargli ancora consistenza, consapevolezza, andando a domandare ai personaggi letterari inventati dall'autore di Atlante Occidentale la storia di quell'uomo, quell'uomo che sembra sparito nel nulla. Ma il protagonista di Un uomo sottile non dialoga soltanto con i personaggi dei romanzi di DDG, racconta in parallelo anche una storia privata: quella della malattia e della guarigione di sua moglie, una malattia che potrebbe apparire simile a quella che ha colpito DDG. Alla fine il narratore decide di andare a trovarlo a Venezia. Oserà aprire la porta di quella stanza ritrovandoselo davanti? -
Le vie dell'Eden
Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un'intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell'Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell'Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest'opera, deve trovare il modo di confessare l'inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d'un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall'uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l'impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell'uomo non si ha più nessuna traccia. Con lo sguardo acuto e profondo che lo ha reso uno degli autori più amati, Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in Tre Piani, attraverso il sorprendente intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell'amore e delle relazioni, della colpa e dell'innocenza. -
La fine di tutto. I cinque modi in cui l'universo può finire
Nel corso della storia, la domanda su come finirà il mondo è stata oggetto di speculazione e dibattito tra poeti e filosofi. Oggi, grazie alla scienza, sappiamo la risposta: nel fuoco. Tra circa cinque miliardi di anni, il Sole si espanderà entrando nella sua fase di gigante rossa, inghiottirà l'orbita di Mercurio e forse di Venere, e trasformerà la Terra in una roccia bruciacchiata, senza vita e coperta di magma. Ma il mondo non è che un romantico granello di polvere perso in un universo vasto e vario. Quello che interessa alla cosmologa Katie Mack è una domanda più grande: come finirà l'universo? L'unica certezza che abbiamo, sull'universo, è che ha avuto un inizio. Ma cosa verrà dopo? Cosa succederà alla fine della storia? Alla morte di un pianeta, o anche di una stella, in linea di principio si può sopravvivere. La morte dell'universo, invece, è definitiva. Che cosa significa per noi, per le cose, se tutto giunge a un termine? In questo libro vengono esplorate cinque possibili modi in cui l'universo può finire, scelti in base alla loro rilevanza nei dibattiti in corso tra cosmologi professionisti. Ogni scenario prevede un modello molto diverso di apocalisse, con differenti processi fisici a governarla: dal Big Crunch, lo spettacolare collasso dell'universo che avrebbe luogo se l'attuale espansione cosmica cambiasse direzione, alle apocalissi dovute all'energia oscura, in virtù della quale l'universo si espanderebbe per sempre, diventando lentamente sempre più vuoto e buio, oppure si squarcerebbe semplicemente; dal decadimento del vuoto, ossia la generazione spontanea di una bolla quantistica di nulla che divora il cosmo, alla cosmologia ciclica, che comprende teorie con dimensioni alternative, nelle quali il cosmo potrebbe distruggersi più e più volte a causa delle collisioni con universi paralleli. Esplorando l'evoluzione delle nostre moderne conoscenze sull'universo e sul suo epilogo finale, La fine di tutto approfondisce alcune questioni legate alla nostra vita quotidiana: dove stiamo andando, cosa significa tutto questo e cosa possiamo imparare sull'universo in cui viviamo mentre ci poniamo queste domande. -
Ritorno al padre
Ritorno al padre è una storia che ripercorre la vita di un uomo, dalla sua infanzia fino all'epilogo. Nell'attraversare il suo percorso ci sono state le vicissitudini della vita: l'infanzia difficile e tragica, la voglia di riscatto dopo, la svagatezza dell'età adulta e gli ultimi anni vissuti con la figlia, il genero e gli amati nipoti. Anni belli ed intensi fino all'arrivo della malattia, chiamata da loro ""signor Alzheimer"""". Questa fase finale della sua vita è stata caratterizzata dall'amore, dall'ironia, dalla felicità e dall'afflizione, ma sempre nell'ambito di una certa """"normalità"""" del vivere quotidiano."" -
Il creato secondo Alina
Quando Sara, una giovane donna, incontra durante una vacanza la piccola Angela, una dodicenne piena d'entusiasmo e di curiosità, nasce tra le due un'amicizia particolare e inaspettata, che porterà Sara a riscoprire in ogni aspetto della natura la presenza di Dio. Tutto il Creato visto attraverso gli occhi di Angela si trasforma così in un qualcosa di magico e di intimo, in cui il Signore manifesta la cura, l'attenzione e l'amore di cui Lui ci circonda ed evidenzia in ogni sua creatura il Suo interesse per noi. Ma chi è Angela? Chi è questa ""piccola peste"""" che accompagna Sara nella scoperta di quei luoghi da cartolina, nel suo mondo interiore? E perché Sara riesce a sentirsela così vicina e complice pur consapevole della differenza di età che le divide?""