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Alce Nero parla. Vita di uno stregone dei sioux Oglala
Vecchio stregone Sioux, Alce Nero racconta il periodo più tragico della storia del suo popolo e ci trasmette la sua estrema «visione di potere», compendio di una sapienza che sfugge ai persecutori bianchi.rnrn«""Alce Nero"""" è tra le più belle affermazioni dei valori spirituali... Riassumere """"Alce Nero""""? Per un certo verso ci vuol poco: il santo asceta a nove anni, dopo che strani malanni, impalpabili avvertimenti si sono infittiti su di lui giungendo dal mondo delle invisibili potenze e germinazioni, riceve una stupenda visione: le forze che presiedono alla natura, alla storia e al superamento e della natura e della storia gli si palesano sotto il velame di una coreografia che non potrebbe certo arridere ad una fantasia esclusivamente umana. Al paragone l'Apocalissi è più arida, emblematizzante. Un ritmo potente... scandisce le solenni parole rintuonanti fra giogaie di monti, le apparizioni di antenati primordiali, di sacri cavalli caracollanti, di altri misteriosi animali.» (Elémire Zolla)"" -
Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane
L'autoritratto in cui Joyce ha fissato ed esorcizzato la sua giovinezza. Uno dei libri-chiave della letteratura moderna nella celebre traduzione di Cesare Pavese. -
Simboli della scienza sacra
La coppa del Graal e la lingua degli uccelli, il loto e la rosa, lo zodiaco e il polo, la montagna e la caverna, la cupola e la ruota, l'Albero del mondo e l'Albero della vita, il ponte e i nodi, il cuore e il granello di senape, la tetraktys e la bevanda dell'immortalità, l'uovo del mondo e le porte solstiziali, la Terra Santa e la Città divina - sono questi, e molti altri, i ""simboli della Scienza sacra"""" di cui Guénon ci svela e rivela i molteplici significati in questo libro insostituibile."" -
L' io della mente. Fantasie e riflessioni sul sé e sull'anima
Scelto da IBS per la Libreria ideale. «Che cos’è la mente? Chi sono io? Può la mera materia pensare o sentire? Dov’è l’anima? Chiunque si trovi ad affrontare queste domande precipita in un mare di perplessità. Questo libro vuole essere un tentativo di rivelare queste perplessità e portarle in piena luce. Vuole dunque provocare, infastidire e confondere i lettori, rendere strano ciò che è ovvio e, magari, rendere ovvio ciò che è strano».rnrn«Che cos’è la mente? Chi sono io? Può la mera materia pensare o sentire? Dov’è l’anima? Chiunque si trovi ad affrontare queste domande precipita in un mare di perplessità. Questo libro vuole essere un tentativo di rivelare queste perplessità e portarle in piena luce... vuole dunque provocare, infastidire e confondere i lettori, vuole rendere strano ciò che è ovvio e, magari, rendere ovvio ciò che è strano» (Hofstadter e Dennett). -
Eliogabalo o l'anarchico incoronato
Imperatore-dio a quattordici anni, ucciso e gettato nelle fogne a diciotto, sacerdote e depravato, amministratore consapevole della disgregazione e dell'anarchia in seno all'ordine politico più grandioso che il mondo classico abbia creato, tutto ciò che sappiamo della vita di Eliogabalo si presenta già di per sé sotto il segno della esasperazione di tutti i contrasti, come se soltanto Antonin Artaud potesse essere eletto a scrivere la sua biografia, fatta solo di eccessi. -
Risvegli
"Risvegli"""" è il racconto sconvolgente di come alcuni pazienti vennero risvegliati, mediante un farmaco somministrato da Sacks stesso, dopo quarant'anni di sonno." -
Lo scherzo
«Con ""Lo scherzo"""", il """"tono"""" di Kundera è già nato splendidamente: quel dono di unire la rabbia e il gioco, l'odio e la tenerezza, la solidità e il capriccio, la disperazione e la melodia, il nichilismo e il sogno... Quello che non finisce di avvincerci è la fluidità: il dono supremo del narratore. Questa fluidità nasce da una totale dedizione ed effusione del corpo, della mente e dell'anima: incanta e conquista il Tempo, il Tempo della narrazione e del mondo, dove si installa come signore; e di lì, dal cuore stesso del tempo, si rivolge ad ognuno di noi, come diceva Tolstoj, per """"contagiarci"""", come se ciascuno di noi fosse il più fraterno dei complici». (Pietro Citati)"" -
La nube purpurea
«Quando lessi ""La nube purpurea"""" pensai che forse sì, c'era un misterioso, occulto, magmatico e magnetico caso Shiel. """"La nube purpurea"""" era un libro matto e rapinoso, un sogno, un delirio, un'allucinazione, era un oggetto letterario di forma e dimensioni inconsuete; era un animale impossibile, venuto dallo spazio o forse salito dalle schiume d'Acheronte. Teneva assieme l'accelerazione perversa di quel libro la cupa, geometrica concentrazione, un'unità di tema che s'accompagna ad un'estrema sobrietà di personaggi, un Adamo ed una Eva, unici abitanti di un mondo disfatto. Se ripenso ora la riuscita straordinaria e enigmatica della """"Nube purpurea"""", mi pare che essa fosse dovuta appunto all'intervento di una poderosa vincolante figura retorica, l'antica """"unità"""", che aveva tenuto assieme un materiale che aspirava al riposo del delirio. Quella """"unità"""" aveva agito sulla vocazione caotica del linguaggio, l'aveva gelato in una forma che rancorosamente reggeva.» (Giorgio Manganelli)"" -
L' altra faccia dello specchio. Per una storia naturale della conoscenza
In questo libro, la sua opera teoretica di più vasta portata, Lorenz ci mostra come le prestazioni più alte del conoscere e del comportamento umano, quelle che molti ancora oggi tendono a separare radicalmente dalla realtà naturale che circonda l'uomo, siano il risultato di un processo filogenetico di enorme complessità e si manifestino anche in altre forme del mondo animale; e, viceversa, come molti meccanismi dell'acquisizione di informazioni e della conoscenza, che vediamo operare un po' in tutti i gradi della scala zoologica, si ritrovino puntualmente come componenti del nostro comportamento più differenziato. La natura appare dunque come un tessuto continuo e indissolubilmente intrecciato, dove la grande cesura segnata dallo spirito umano e dalla cultura non è data tanto da una novità degli elementi, quanto dal manifestarsi di nuovi gradi di complessità, di più alti livelli di integrazione. Ed è proprio in queste nuove configurazioni di elementi preesistenti che va cercata la irriducibile specificità dell'uomo. -
La lingua salvata. Storia di una giovinezza
Fin dal suo apparire, nel 1977, questa «storia di una giovinezza» è stata accolta da molti come un «classico immediato», uno di quei libri destinati a restare, che coinvolgono profondamente ogni specie di lettori. Con la sua prosa limpida, tesa, vibrante in tutti i particolari, Canetti è qui risalito ai suoi ricordi più remoti, cercando di ritrovare nella propria vita quella difficile verità che solo il racconto può dare. Dopo aver vagato per decenni fra migliaia di miti, di fiabe, di trame, si è rivolto a quell’unica storia che per ciascuno di noi è la più segreta ed enigmatica: la propria. -
La milleduesima notte
Un'avventura erotica dello Scià di Persia nella Vienna absburgica. Un romanzo dove l'autore torna a essere la pura voce senza nome della favola e muove i suoi personaggi in una spietata partita a scacchi di cui nessuno di essi può essere consapevole e che segnerà, per tutti, la rovina. Intatta, alla fine, rimane solo una collana di perle attorno a cui tutta la storia aveva occultamente ruotato. «Il capolavoro di Joseph Roth, l'esito estremo della sua asciutta disperazione e del suo struggente amore di vivere». (Claudio Magris) -
Il libro del riso e dell'oblio
Di questo libro Kundera ha scritto: «Nel ""Libro del riso e dell'oblio"""", la coerenza dell'insieme è data unicamente dall'unicità di alcuni temi (e motivi), con le loro variazioni. È un romanzo, questo? Io credo di sì». E lo stesso vale per i numerosissimi lettori che questo libro ha avuto dal 1979 a oggi e che vi hanno riconosciuto una delle più audaci imprese letterarie del nostro tempo: un «romanzo in forma di variazioni». Cambiano totalmente i personaggi e le situazioni, in ciascuna delle sette parti in cui (come d'obbligo in Kundera) il libro si divide. Ciascuna è autosufficiente – e tutte si susseguono «come le diverse tappe di un viaggio che ci conduce all'interno di un tema, all'interno di un pensiero, all'interno di una sola e unica situazione la cui comprensione, per me, si perde nell'immensità». Su tutto, un gesto si mostra con peculiare insistenza: il tentativo di sottrarsi alla cancellazione di ciò che è avvenuto. Come dice un personaggio del romanzo: «la lotta dell'uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio»."" -
Bhagavadgita
La Bhagavadgītā sta all'India come il Vangelo alla nostra civiltà.rnrn«Per molti anni, non sono uscito di casa senza aver prima verificato se c'era, nelle mie tasche interne, come una chiave o una medicina d'urgenza, una mia minima edizione dell'adorabile Gītā.» (Guido Ceronetti -
Morte dell'inquisitore
"Morte dell'inquisitore"""" (1964) occupa un luogo del tutto a parte nell'opera di Leonardo Sciascia. La ragione ne fu data dall'autore stesso: «è un libro non finito, che non finirò mai, che sono sempre tentato di riscrivere e che non riscrivo aspettando di scoprire ancora qualcosa». Un libro, dunque, fondato su un mistero non del tutto svelato, forse non del tutto svelabile. E inoltre il libro dove Sciascia ha disegnato la figura di un suo antenato ideale, l'eretico Diego La Matina («personaggio che non doveva più lasciarmi»). Il tema dell'Inquisizione, infine, rimane (e rimarrà sempre) quanto mai delicato, perché – come scrisse Sciascia stesso con memorabile efficacia – «appena si dà di tocco all'Inquisizione, molti galantuomini si sentono chiamare per nome, cognome e numero di tessera del partito cui sono iscritti». Parole che ci fanno intendere, come meglio non si potrebbe, l'attualità immediata che questo libro ha per noi e confermano un'altra annotazione di Sciascia: «Mi sono interessato all'Inquisizione poiché questa è lungi dal non esistere più nel mondo»." -
Dagli ebrei la salvezza
Nel 1892, quando la Francia era spazzata da un'ondata di antisemitismo, Bloy pubblicò questo libro che illumina la questione degli ebrei di una luce metafisica, l'unica che possa aiutare a percepire tale mistero religioso e storico. In molti modi si può leggere Bloy: come un romanziere camuffato da teologo, come un teologo camuffato da romanziere, come un antico esegeta, come un temibile critico del moderno, come una maestro dello humour nero. Tutto ciò traspare in ""Dagli Ebrei la salvezza"""", che è fondamentalmente il commento a quattro parole del Vangelo di Giovanni """"Salus ex Iudaeis est"""". Contrapposto a Bloy, accompagna il testo un saggio di Guido Ceronetti che ci mostra in quante direzioni ci si possa muovere sulla base delle stesse parole."" -
Jakob von Gunten. Un diario
«Scoprire Walser è un po' come per Jakob von Gunten scoprire l'Istituto Benjamenta: si passa dal sospetto della mistificazione alla certezza del mistero e infine alla scoperta che il centro di quel mistero è la sua quasi identità con la mistificazione. Jakob scopre che veramente dietro alla facciata dell'Istituto non c'è un pensiero – ""Forse che qui c'è un qualche piano generale, un pensiero? No, niente"""" –, ma è proprio la fuga dal pensiero il segreto dei Benjamenta e anche di Walser». (Roberto Calasso)"" -
Detti e contraddetti
«Come i sovrani orientali che si deliziavano ad affondare le mani in un sacchetto di gemme, il lettore di Detti e contraddetti farà una pesca reale di aforismi memorabili, dai più ovvii a quelli che più tortuosamente rispondono al requisito krausiano dell'aforisma che dovrebbe riuscire a ""scavalcare la verità, saltarla con un passo solo"""". """"L'aforisma non coincide mai con la verità, o è una mezza verità o una verità e mezzo"""" ... E quanti degli scrittori satirici d'ogni tempo potrebbero menare quel vanto che Kraus non a torto attribuiva al suo stile? """"Dicono che tutti i rumori dell'attualità sarebbero rinchiusi nel mio stile. Perciò i contemporanei ne avrebbero nausea. Ma i posteri lo potranno tenere come una conchiglia all'orecchio e sentirvi la musica d'un oceano di fango"""".» (Mario Praz)"" -
Giobbe. Romanzo di un uomo semplice
«Un ""Giobbe"""" moderno, dunque: la storia di un pio ebreo orientale, di quelli che si librano a mezz'aria nei quadri di Chagall (""""Portava sempre il suo berretto nero di reps di seta e il caffettano di media lunghezza e gli stivali alti""""), quando i lutti lo sopraffanno, tentato dal Principe delle Tenebre, forse con la connivenza del Signore, a bruciare il suo scialle rituale e sfidare Dio.» (Paolo Milano)"" -
Roma senza papa. Cronache romane di fine secolo ventesimo
"Roma senza papa"""" fu il libro che rivelò Morselli. Quando il romanzo apparve, nel 1974, Giulio Nascimbeni scrisse sul «Corriere della Sera»: «La prima tentazione è di dire che c'è stato anche un Gattopardo del Nord. Viveva in luoghi profondamente lombardi, tra Gavirate e Varese. Scrisse migliaia di pagine. Sperò a lungo che gli editori si accorgessero di lui. È morto il 31 luglio dell'anno scorso. Adesso esce un suo romanzo, """"Roma senza papa"""", pubblicato dalla Adelphi, e se ne resta attoniti, come davanti a un frutto raro e inimmaginabile»." -
Parole nel vuoto. Ediz. illustrata
«Adolf Loos e io, lui letteralmente, io linguisticamente, non abbiamo fatto e mostrato nient'altro se non che fra un'urna e un vaso da notte c'è una differenza e che proprio in questa differenza la civiltà ha il suo spazio. Gli altri invece, gli spiriti positivi, si dividono fra quelli che usano l'urna come vaso da notte e quelli che usano il vaso da notte come urna.» (Karl Kraus)